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Il tempo segna il volto

Fantasy

Molteplici attimi tessono la trama del tempo ma noi non ce ne rendiamo conto .

Quel pomeriggio Donatella sentiva addosso una strana malinconia senza saperne il perchè.

Seduta in camera da letto da sola, casualmente notò la sua immagine riflessa sullo specchio del comò.

Alle spalle un fremito di smarrimento la colse.

Eccole! !Farfugliò fra se .Quante ce n'erano, troppe, sottili si ma, bruciavano l'anima. Sentì un groppo allo stomaco e dagli occhi lacrime nervose le scesero .Si tinsero del rimmel col quale li abbelliva, così che riguardandosi, si sentì precipitare in un vuoto mai provato prima.

Già,il tempo irriverente presentava il suo lavoro. Come un pittore sulla tela esso aveva ritoccato l'immagine di giovinezza a piacimento. Leggere rughe come segni di matita ai lati della bocca e sulla fronte, le palpebre un po' cadenti presentavano un volto che Donatella fino ad ora aveva ignorato.

Quel momento infelice le procurò una inquietudine soffocante.

Avvicinandosi alla finestra osservò il giardino con le belle e profumate rose gialle . In quel pomeriggio di Maggio, ostentavano la loro bellezza, rendendo profumato l'alito della Primavera.

Ma ciò non le giovò.Sapeva che quello splendore, si sarebbe lentamente sfiorito allo stelo, dopo esser stato accarezzato dalla rugiada, sciupato dal sole e intimidito dalla pioggia. Certo, questa era la vita pensò Le era tanto difficile accettarsi come si vedea adesso. . Era conscia che nessuno torna indietro e il tempo insegna sempre troppo tardi.Quella notte il contraccolpo interiore le rendeva la mente concitata. Come onda sul suo cuore s'infrangevano fotogrammi del suo vissuto. Si rivedeva forte nel desiderio di crescere in fretta e vivere la sua favola. Adolescente nel consumarla come un gelato leccato in fretta per timore che si sciogliesse. Giovane, certa di conquistare con l'amore nel quale idealizzava tutto.

Un'altalena la sua vita, volando in alto per sorridere al cielo e poi rasentare l'ombra della terra fredda. Non s'era soffermata mai a meditare sul tempo che ogni attimo diventa ladro del cammino di qualcuno. Arrivò il sonno e sognò d'essere sulla sponda di un fiume che pieno d'acqua scorreva costantemente. Il suo sguardo era catturato da quella opposta dove persone giovani, dai volti sorridenti erano indaffarati a vivere la consuetudine della vita. Accanto a lei invece passeggiavano persone più o meno anziane con un'espressione di accettata serenità.

Come mai si trovava da quel lato, lei era ancora giovane e dentro sentiva pulsare l'intensità delle voglie. Si stava affannando nel tentativo di attraversare quell'acqua per approdare dall'altra parte.

Si svegliò sudata e stordita .Realizzando d'essere nel suo letto, rimise la testa sul cuscino. Non potè non pensare di essere arrivata ad un primo capolinea di un percorso inevitabile per ogni persona.

Nei giorni che seguirono il pensiero le cadeva sempre su quei dannati segni del volto. Riconoscere che essi altri non erano che il suo diario di vita non la aiutavano ad accettarli. Spesso riandava col pensiero ai figli lontani sentendo stringersi attorno al cuore quegli invisibili fili che l'amore tesse. Tengono prigionieri fino all'ultimo dei momenti facendoci sentire a volte l'anima tanto stanca

Nel movimento dei giorni successivi qualche cosa nuovamente in Donatella cambiò

Suo marito s'era accorto che qualche cosa la turbava, ma alle domande lei rispondeva che andava tutto bene. In verità si sentiva forse un po' sciocca nel fare una tragedia di una cosa che alla fine era naturale e ovvia

Per ogni donna che della sua giovinezza ne fa un vanto, resta un tracollo assai complicato da superare la perdita della stessa.

La viveva prorpio così,ma tuttavia in lei qualche cosa stava cambiando.

La baldanza che anima ogni persona giovane, quella che sembra non esaurirsi mai,, aveva lasciato il posto ad una ragione che la portava a considerare con più saggezza ciò che la circondava.

Come un pescatore gettava una rete nell'anima per intrappolare sensazioni positive.

Tra tante crisi interiori i mesi passarono e Donatella fu mossa ad osservare intorno con una maturità che non credeva di possedere. I caratteri delle stagioni le entravano dentro permeandola di un languido rammarico ma contemporaneamente un fiore nato là dove non sarebbe potuto fiorire le innondava il cuore di tanta speranza.

Si soffermava a riflettere di come l'esistenza umana fosse meravigliosa e perfetta, regolata da un invisibile orologio in mano al destino .

Una mattina, con un principio di coraggio, sorridendo ironicamente allo specchio, Donatella si ripromise < Da ora in poi ti eviterò appena potrò.Desidero immaginare d'essere sempre giovane come del resto tale mi sento dentro.>

Tuttavia pensava tristemente:< Il nostro corpo invecchia ma in noi le sensazioni rimangono sempre giovani .Quindi ci aspetteremmo le stesse gratificazioni che la giovinezza dona. Invece in quel corpo che decade ogni giorno essa si adatta, come uccellino in gabbia e canta solo per esso . Ciò fa soffrire inesorabilmente

Quindi alzando lo sguardo al cielo azzurro del mattino Donatella sussurrò amaramente:< Si, rimani pure dentro me, ti lascerò andare giovinezza, solo quando mi innalzerò assieme all'anima per salire all'eternità.>

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rita iacobone 03/09/2017 14:56 893

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Il primo racconto pubblicato:
 
La Morte beffarda (26/10/2013)

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