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Questa è un racconto erotico: se può turbare la tua sensibilita o se non hai più di 18 anni dovresti evitare di leggerlo.

La pantera

Erotismo e per adulti

Sapeva che era lì a guardarla pieno di desiderio e di voglie. E lei, lo accontentava, infatti faceva di tutto per attirare la sua attenzione e aumentare in lui la cupidigia.

Ogni occasione era buona per avvicinarsi e sfiorarlo con una carezza sui capelli o sulla barba dal pelo morbido di ragazzo. Lui impacciato abbassava lo sguardo e continuava a lavorare cercando di mantenere un’ espressione indifferente ma che immancabilmente veniva tradito dal tremolio delle sue belle mani. Così lei soddisfatta, se ne andava con un bel sorriso, sapendo di averlo provocato.

In ufficio si erano accorti dell’ interesse di Matteo per la bella Lola e non perdevano occasione per punzecchiarlo, lui spesso non rispondeva e preferiva allontanarsi, altre volte si arrabbiava urlando: ” Ma siete matti? Badate a quello che dite, ho una bella ragazza e guai se venisse a sapere delle vostre cattiverie.”

Già perché lui da tanto tempo aveva una fidanzata, con cui avrebbe dovuto convolare a nozze fra qualche mese, era quasi tutto pronto: il loro nido d’ amore, gli inviti, il ristorante, i biglietti per la loro crociera, infatti, avevano deciso che per il viaggio di nozze sarebbero andati in Grecia.

Purtroppo i colleghi avevano ragione, nella sua mente s’ era insinuato un tarlo, un qualcosa di incontrollabile, era un pensiero fisso che lo tormentava giorno e notte, lasciandolo sfinito.

S’ era preso una cotta spaventosa e per lei provava un’ attrazione straordinaria. Tutto ciò lo faceva stare male, tanto da trovarsi in difficoltà sul lavoro, infatti era talmente distratto che spesso commetteva degli stupidi errori che facevano imbestialire il responsabile del reparto, il quale era costretto a richiamarlo continuamente.

Era diventata una situazione insostenibile, bastava uno sguardo della donna o semplicemente che gli si avvicinasse, inebriandolo con il suo profumo che si sentiva perso. Lola era il fascino in persona, una bella donna sulla quarantina, un fisico prorompente, dalle forme morbide e invitanti, dagli occhi magnetici di un blu intenso e dalle labbra carnose e sensuali, sempre truccate con un bel rosso scarlatto. Era quasi impossibile che passasse inosservata, anche perchè lei, non faceva nulla per non essere notata.

In ufficio tutti sapevano e tutti facevano finta di non sapere, che aveva una relazione con il gran capo, così veniva chiamato il proprietario dell’ azienda farmaceutica dove lavorava, spesso andavano in viaggio insieme “ per lavoro”, ma quando ritornavano, sembravano che erano stati in vacanza in qualche posto esotico e non ad un convegno noioso e stressante. Alcune volte, erano stati sorpresi in effusioni non proprio innocenti, lasciando il malcapitato di turno in evidente imbarazzo..

Era il periodo di Natale e le commesse di spedizione erano aumentate considerevolmente, tanto che fu necessario trattenersi oltre l’ orario lavorativo, e in una di queste sere, Matteo si accorse che mancava la firma dell’ impiegato addetto alle vendite su un contratto, così salì al 5° piano dell’ imponente stabile, i corridoi erano deserti, le stanze vuote e semibuie, solo un piccolo spiraglio proveniva dall’ ufficio del commendatore.

La porta era socchiusa, timidamente bussò, ma non ricevendo alcuna risposta, pensò ugualmente di entrare per chiedere informazioni sulla bolla non firmata, il primo vano era deserto, ma nella stanza accanto, sdraiata a pancia in giù sulla scrivania, c’ era Lola che veniva penetrata con grande foga dal di dietro dall’ uomo, il quale, preso dalla frenesia del momento non si accorse della presenza di Matteo, al contrario lei lo guardò e continuò tranquillamente a farsi scopare senza scomporsi anzi lo fissò negli occhi, quasi come se stesse facendo sesso con lui. Matteo era rapito dal suo sguardo, il seno della donna sballottava, sfiorando il legno lucido e facendo rizzare i capezzoli duri e allettanti.

Restò a guardare la scena fino alla fine, poi l’ uomo si svuotò nelle viscere della donna ed urlando di piacere la trattenne ancora a sé, fino a versarle l’ ultima goccia di sperma.

Matteo richiuse la porta e se ne andò, il suo membro si era indurito gonfiandosi a tal punto da scoppiare, entrò nel primo bagno che trovò, si sbottonò i pantaloni, facendolo uscire fuori, turgido come una mazza da baseball. Prese ad accarezzarsi su e giù, quando Lola comparve all’ improvviso. Aveva ancora la camicetta semi aperta ed i seni abbondanti straripavano, gli si parò davanti dicendo: ” Non mi dire che ti accontenti di così poco…”

Si inginocchiò davanti a lui, prendendo con entrambe le mani il fallo e se lo infilò in bocca, muovendo la testa su e giù, fin dentro la gola. Era così grosso da riempirla tutta, continuò sempre più veloce, sempre più in fondo, sembrava volergli rubare l’ anima, infine lui esplose con un urlo liberatorio e spruzzandole il caldo liquido nella sua bollente bocca.

Lola alzò lo sguardo e guardando il viso dell’ uomo trasfigurato dall’ estasi, provò una grande soddisfazione, ora era sicura di averlo in pugno, era suo e di nessun’ altra.

Infine suggellò quell’ istante con un bacio rovente, lasciando Matteo stordito e prima di andarsene gli sussurrò: ” Ciao Matteo, alla prossima…”

Il ragazzo era confuso, non riusciva a credere che tutto ciò, fosse capitato proprio a lui. Era stato praticamente sedotto da quella donna e quello che aveva provato in quel momento era stato sublime, unico, una sensazione di estremo abbandono e coinvolgimento non solo fisico ma anche mentale. Lola, da donna esperta aveva giocato bene le sue carte ed ora Matteo aspettava la seconda mano per il seguito della partita.

Si accorse di essere terribilmente in ritardo, Manila lo stava aspettando, per cenare insieme ai suoi genitori. Corse fuori, sistemandosi come poteva e si avviò all’ auto, proprio in quel momento Lola stava uscendo più bella che mai. Camminava altera e seducente, sui tacchi a spillo ed ad ogni passo la pelliccia si apriva davanti facendo vedere il vertiginoso spacco del tubino nero fino all’ inguine, da cui si notava che sotto non portava biancheria intima. I loro sguardi si incrociarono voluttuosi per un secondo poi ognuno prese la sua strada.

Matteo guidava distrattamente, non riuscendo a togliersi dalla testa l’ accaduto, finalmente arrivò trafelato a casa dei suoceri, fra il disappunto generale per il ritardo. Manila gli tenne il broncio tutta la sera e quando alla fine della serata l’ accompagnò all’ uscita, non mancò di rimproverarlo sparando quella frase che raggelò Matteo: ” So tutto, come hai potuto farmi questo?” Lui sbiancò e rispose:” Ascolta Manila, ti posso spiegare…” La ragazza continuò: ” Potevi dirlo che hai lasciato la gabbia aperta e Titti è volata via.”

Matteo si sentì sollevato, ed esclamò: ” E’ stata una distrazione, ti comprerò un altro canarino.”

Manila ribatté: ” Sei strano ultimamente, dove hai la testa? Forse stai lavorando troppo…”

“ Si hai perfettamente ragione, dovrei riposarmi un po’.” Rispose e aggiunse: ” Non vedo l’ ora che arrivi Natale…”

Durante il tragitto verso casa, gli arrivò un messaggio sul cellulare, era di Lola che diceva: è stato molto ma molto piacevole. Matteo lo cancellò immediatamente non voleva rischiare che qualcuno lo leggesse. Fu una notte agitata, chiudeva gli occhi e la rivedeva, provocante, passionale e tanto, tanto calda. La pelle setosa e il seno così bello da venir voglia di tuffarcisi dentro per sentirlo ansimare.

La mattina seguente, a mente lucida, decise che non sarebbe più caduto nella sua trappola. Aveva dei principi e non li avrebbe sicuramente rinnegati per un’ avventura senza futuro e che se non stava attento gli avrebbe procurato delle gravi conseguenze.

Invece arrivando in azienda, tutti i suoi buoni propositi svanirono alla vista di Lola. Era arrivata sottobraccio al gran capo e gli sorrideva in modo spacciato. Matteo provò una punta di gelosia, immaginando di essere lui al fianco della donna. Quel giorno era meravigliosa, indossava dei pantaloni di pelle aderenti che mettevano in risalto il suo corpo armonioso e ben fatto. Il solo vederla ancheggiare, le provocava un’ erezione incontrollabile tuttavia si salutarono senza far trapelare nulla.

Matteo oltre ad occuparsi degli aspetti burocratici dell’ azienda, era anche un eccellente ricercatore di cosmesi, così quel giorno decise di recarsi in laboratorio per evitare qualsiasi incontro con Lola. Purtroppo non riuscì a sfuggire dagli artigli della pantera nera, come veniva chiamata ironicamente dai colleghi. Gli si presentò davanti con un caffè dicendo: ” Cosa ne dici se facciamo una piccola pausa?”

Matteo alzò lo sguardo dalle sue provette e se la vide così vicino da sentire il suo battito. Lei gli tolse gli occhiali e gli si sedette sopra a cavalcioni, sentendo il gonfiore fra le sue gambe gli disse: ” Allora mi desideri anche tu.”

Matteo non resistette più, iniziò a slacciare la camicetta, baciandola dappertutto, prese i seni stringendoli assieme e li mordicchiò, poi vedendo i capezzoli induriti li succhiò avidamente facendola gemere di piacere.

Poi accadde l’ inverosimile, la scostò con determinazione da sé, allontanandola, decidendo in quel preciso momento, che non sarebbe mai diventato il suo giocattolo, era più che mai convinto, che in seguito avrebbe saputo tenere testa alla sua voracità. La donna stupita dalla reazione del ragazzo, cercò di mantenere la sua indignazione, dicendogli:” Sei sicuro di volere questo?” Il ragazzo sentiva il cuore scoppiare dall’ emozione, sapeva che non sarebbe stato facile resistere alla tentazione di averla fra le sue braccia, ma dall’ altra parte non poteva continuare a tradire Manila.

Per alcuni giorni sembrava che tutto fosse tornato normale, si incontravano mantenendo un rapporto formale anche se l’ attrazione per Lola non era affatto scomparsa anzi al contrario, aumentava sempre più. Fino alla sera in cui si ritrovarono tutti assieme per salutarsi prima di Natale, Matteo era accanto a lei, così vicini che la voglia di stringerla a sé faceva quasi male. Poi Lola gli chiese di accompagnarla in auto a prendere dei pacchetti. Non fu possibile negarsi, quindi le fece strada avviandosi presso l’ ascensore. Era un classico, soli in un ambiente così piccolo poteva essere inevitabile un approccio sessuale, invece non accadde niente di tutto ciò, si scambiarono appena due parole.

Ma arrivati nel garage sotterraneo l’ atteggiamento di Lola cambiò, prese una bottiglia di spumante e due calici dicendo: ” Avevo voglia di festeggiare da sola con te…”

A quel punto Matteo dopo un attimo di esitazione, le infilò la mano fra le cosce, le calze nere autoreggenti, lasciavano nude le parti intime, sentì il calore del suo corpo. La spinse sul cofano della macchina e dopo averle spalancato le gambe, guardò quell’ incavo che già brillava di umido, pronto ad accoglierlo. Lei impaziente di essere presa lo stringeva con forza, bensì ora era lui ad avere il controllo della situazione. Fece ogni cosa lentamente, aumentando in lei il desiderio, i suoi gesti erano studiati alla perfezione. La sfiorò con le labbra, sentendola pulsare, indugiò ad assaporarla godendo del suo odore di femmina. Infine quando anche lui non riuscì più ad attendere, se la spinse contro e con un sol colpo, la penetrò inesorabilmente fino in fondo. Lei urlò di dolore misto ad un piacere immenso. Erano una cosa sola ed entrambi avevano capito di aver perso la partita, non c’ era né il vinto né il vincitore ma erano entrambi nelle mani della passione, una passione allo stato puro e incontenibile.

Anna Rossi 13/11/2017 06:32 1 7844

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.

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Commenti sul racconto Commenti sul racconto:

«Un racconto erotico ad alta tensione. Espressioni libere che coinvolgono i sensi, in modo particolare viene coinvolto il desiderio come atto sublime che io apprezzo superando tranquillamente i limiti della decenza imposti dai moralisti da quattro soldi. Devo esternare che ho rischiato coinvolto dalla lettura di finire pure io in bagno, meno male che i racconti di Anna li leggo assieme a mia moglie.»
Francesco Rossi

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