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SATYRICON NOW - Il Conflitto dei Sessi - Cap. XXII

Comicità e Satira

CAPITOLO XXII

Ma lo Spitillo, rosso in volto per il vino e la rabbia, se la interrompe quella valanga femminile, che ci dice “ Ma me la sentite questa?... ma non me la sono scaldata sotto l’ ascella senza saperlo, io, la mia serpe velenosa?... che mi spande in giro tutti i miei fatti di casa, questa vipera… che mi mette in piazza la mia prà ivasi che non c’è garante che me la può sanzionare, questa gola profonda… come se non ce l’ ha anche lei i suoi buchi tutti quanti, questa lingua lunga che nemmeno la paresi ce la fa a zittirgliela, povero me… ma è che un giorno di questi te la taglio, vedrai, quel muscolo pettegolo che ti ritrovi in bocca… che tu mi conosci a me… che ci scappa anche ai santi, alle volte, la pazienza… e io poi, che ci volevo solo un po’ d’ affetto, alla fin fine, dal matrimonio mio… invece mi è calata questa soldatessa qui, tremenda… ma prima, da giovani, quando ci siamo conosciuti, te la vedevi come mi stava incollata al collo… con tutto quel miele di cerimonie, con i suoi falsetti vezzeggiativi… cicettino di qui, spitillino di qua… i regalucci, i bacettini… la luna là, dalla finestra… ma si sa, prima vengono i confetti e poi i difetti… e l’ anguria solo quando te la tagli capisci s’è buona… ma siamo tutti figli di mamma, invece, a questo mondo... e ci abbiamo ciascuno le nostre due bisacce, una davanti e una di dietro, da guardare… ma lei si vede solo quella che gli pende davanti… mentre a me rimira quella di dietro… e anche in casa mi si rivolge col voi, questa baiadera, come col Cesare… voi così, voi cosà… come se ce lo avesse tutto in cucina il consorzio umano maschile, questa furia… ma ce li ho anch’ io i miei bei rospi, qui, sullo stomaco che mi vogliono uscire, per giove, e saltellare sul pavimento… che se anche il serpente ha spifferato la faccenda dell’ albero alla Eva, non è mica perché l’ Adamo ci era un babbeo e non si sapeva risolvere se addentarselo o no quel pomo della malora… ma è che la bestiaccia ci ha riconosciuto una forma di parentela con quella prima donna là… stessa lingua, stesso veleno… insomma, della stessa pasta… e anche ad ammettere che è stata per prima lei ad organizzarci la raccolta dei frutti e di tutte quelle bacche e robe là, la nostra evoluzione si sarebbe risolta a defecare come le capre, noi, sempre, se l’ Adamo non se lo acchiappava la sua lepre e se lo arrostiva… che è con la proteina della selvaggina che ci è cresciuta la massa cerebrale umana, mica coi succhi di frutta… ma che stiamo a parlare dell’ altro ieri?... guardiamoci l’ oggi, invece… ma non mi si è comprata ultimamente, a quelle balle là delle televendite, così, di punto in bianco, una marea di attrezzi ginnici?... e me li ha stipati nella camera da letto, che mi ci è diventata una palestra pubblica, quasi, più che un luogo privato… e sale a bordo ogni santa sera nella sua scialuppa di salvataggio… e te la vedi allora con che foga ti voga, quest’ ammiraglia!… oppure sgambetta in tuta ginnica distesa sopra un patibolo infernale, che mi sembra una ranocchia con quelle gambe divaricate in avanti e indietro, un duè, un duè… e mi fa arrivare, ancora, lotti e lotti di gemme preziose che non valgono un fico secco… con novantanove euro mi si compra mosche diamantate, farfalle topaziate, scarafaggi smeraldati, nodi d’ amore semplici e doppi, file e file lunghissime di perle buone per addobbarci l’ albero… giorni fa si è fatto arrivare uno zaffirone sailon manto di madonna di centotrentasette carati… birlocchi che fanno rabbrividire per la loro falsa bruttezza, ma che a questa sembra invece il tesoro della corona… fondi di bottiglia, che sono fatti di silicio, almeno, ma quei tarocchi per me sono plastichina riciclata… se poco poco te ne vai in giro poi, ti vedi queste figlie di Eva tutte pittate e marchiate con obbrobri di tatuaggi da farti rivoltare le budella… che nemmeno alla schiava di cartagine si faceva una sevizia così orripilante, con quei pirsing di sopra e di sotto, all’ ombelico, alla lingua… che se devi darci un bacio ad una di queste, magari, ti senti quelle rondelle, lì, in bocca… quei bulloni di ferro che ti fanno senso che ti credi di baciare un metalmeccanico… e queste sono le giovani… ma non è da credere che le mamme e le nonne sono più savie, nemmeno per sogno… che te le vedi nei tabaccai tutte chine, assorte, con culo in aria a grattarsi il loro supermiliardario, o la giostra o il mulino o la ruota della fortuna, o il sette e mezzo, o tutti al mare… ma che manca la fantasia ai furbastri che si arricchiscono con queste galline vecchie?... che non si accorgono nemmeno se la terra ci trema, poi, per tanto che se ne stanno in trance a grattarsi il loro falso tesoro… che ci vedi l’ euro dentro alla pupilla, come allo zio d’ america… e ci hanno un piede e mezzo nella fossa, ma si sognano e si sperano il loro ricco futuro…

Gratta e vinci gratta e vinci la carota

o Giovanna gran regina della fota,

se benigna ti sorride gran Ruffiana

finalmente vincerai una banana


paolo corinto tiberio 11/06/2018 11:56 698

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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paolo corinto tiberio ha pubblicato in:

Libro di poesieAnime in versi
Autori Vari
Antologia degli autori del sito Scrivere

Pagine: 132 - € 10,00
Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061


Libri di poesia

Ritratto di paolo corinto tiberio:
paolo corinto tiberio
 I suoi 24 racconti

Il primo racconto pubblicato:
 
Per grazia ricevuta (30/05/2011)

L'ultimo racconto pubblicato:
 
SATYRICON NOW - La Ricomposizione (15/11/2018)

Una proposta:
 
SATYRICON NOW - La Ricomposizione (15/11/2018)

Il racconto più letto:
 
Per grazia ricevuta (30/05/2011, 2790 letture)


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