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Ricordi

Amore

Al mio carissimo Pino.

Amore mio, guardare questa pagina bianca e scrivere a te dopo anni di vita insieme, se da un lato mi inibisce, poiché ci siamo abituati a non lasciare allo scritto le parole, le quali, un tempo indelebili, imprimevano su un foglio il nostro comunicare e soprattutto il comunicare d’ amore, dall’altro lato questa azione che intraprendo, mi fa tornare indietro, ai primi due anni del nostro amore, quando ogni lettera, scritta o ricevuta, non solo rappresentava un passo in più verso il nostro agognato matrimonio, ma passava all’altro un testimone sul quale riflettere durante le ore vuote che ci separavano.
A questo pensiero è seguita in me la nostalgia per le nostre care lettere, tenute conservate come nostro bene prezioso.
Le ho prese e le ho rilette.
Sai? Ne ho trovata qualcuna con parole sfocate da lacrime cadute sul foglio, mentre allora leggevo e rileggevo quello che mi scrivevi. Quella era una delle poche consolazioni nei lunghi periodi di separazione fra un incontro di qualche ora a Palermo e il seguente che ti avrebbe portato a me da Ustica.
Questi incontri rappresentavano per noi piccoli sprazzi di luce nei lunghi periodi di lontananza, travagliati, osteggiati e senza te.
Ancora una volta, oggi, nel rileggere le nostre lettere ho pianto, ho riso e mi sono rincuorata: siamo stati forti! Ho rivisto noi, giovani, innamorati più che mai e scanzonati, ma spesso soli e confusi per i troppi guai che piovevano da tutti i lati e ci lasciavano, stremati, in balia di tempeste, che la vita aveva riservato al nostro fidanzamento.
Quante parole abbiamo scritto per confortarci, per sostenerci a vicenda e per non perderci nel nulla! Quante parole abbiamo impresso su quella carta per ricordare all’altro i rari momenti esaltanti, traboccanti d’ amore, di trepidazioni e tenerezze!
Una bella storia la nostra, travagliata e degna di essere intessuta in un romanzo da tramandare ai posteri, nel quale due innamorati resistono alla furia delle avversità, combattendo strenuamente da soli e contro tutti per costruire e difendere il loro sogno d’ amore.
Le nostre care lettere si fermano a 12 giorni prima che si celebrasse il matrimonio. << Che peccato!>> mi sono detta << La nostra storia così somiglia a quella di un romanzo interrotto sul più bello, lasciando solo intuire il seguito!>>.
Io e tu l’ abbiamo vissuta la fine di questo apparente romanzo e siamo qua a testimoniare con la nostra bella famiglia, che abbiamo saputo costruire con altri ulteriori sacrifici e difendere con tutte le nostre forze da altre tempeste che la vita non ci ha lesinato.
<< Che peccato, però!>> mi dico ancora << I nostri ricordi vanno perdendo pezzi dell’ amore, che una lettera o un altro scritto saprebbe descrivere e testimoniare>>.
Amore caro, in questi giorni mi trovo a interrogare i miei ricordi, ma spesso non mi rispondono, il silenzio li avvolge come duro bozzolo. Allora, ho deciso di raccontare a te e a queste pagine la conclusione della nostra storia, mancante nelle nostre lettere: il momento in cui due anime, vaganti nella tempesta si sono incontrate per diventare NOI.
Dall’auto bianca che mi conduceva a te, mentre mi stringevo nel mio abito bianco, ansiosa, ma felice, finalmente intravedevo una costruzione situata su un poggio e circondata da un muro, un cancello aperto e un grande spiazzo prospiciente una piccola chiesa.
Gruppetti di persone attendevano il mio arrivo. << Ecco ce la stiamo facendo>> mi dicevo, mentre con lo sguardo cercavo te, mio amore, ma non ti vedevo ancora.
Al fermarsi dell’ auto il mio cuore aveva preso il galoppo, mentre qualcuno apriva lo sportello e mi porgeva la mano. Quanto avrei voluto mettermi a correre!
Intanto mio zio Giovanni mi porgeva il braccio per accompagnarmi e abbiamo iniziamo a muoverci verso la chiesetta. Ecco, finalmente ti vedevo tesoro mio! Eri bellissimo nel tuo elegante abito nero e io non riuscivo a staccare i miei occhi dal tuo sorriso e dal tuo sguardo, allorquando mi porgevi un bouquet bianco.
Quindi, insieme agli amici, ti avviavi per attendermi all’ altare, ma io avrei voluto saltare tutto il cerimoniale, correre da te, darti la mia mano per avviarci insieme, da soli, all’ altare dove coronare il nostro sogno d’ amore vissuto in solitudine.
Intanto l’ organo iniziava a suonare e io col mio bel bouquet in mano mi avviavo a passo lento verso te, verso quegli occhi d’ incanto, pieni di lacrime. Tu mi porgevi la mano tremante e il mio cuore si dava alla pazza gioia. Che momenti, amore caro, ce li siamo guadagnati tutti e a caro prezzo!
Ricordi? Il prete dava inizio alla cerimonia e le nostre mani e i nostri sguardi, che a tratti si incontravano, facevano tutto un loro discorso e le tue lacrime il resto…
Io mi ero imposta di non piangere e ci sono riuscita, forse perché le lacrime si erano esaurite e c’ era posto solo per la gioia.
Il nostro << Sì >> è risuonato chiaro e deciso e un lungo bacio ha suggellato la nostra unione…
E come in ogni fiaba che si rispetti con orchi, orchesse e fate, anche la nostra si chiudeva con << … e vissero felici e contenti…>>
Non è stato sempre così, amore mio, ma dobbiamo riconoscere che la nostra ben collaudata forza ha continuato e continua a sostenerci e spero lo faccia ancora per tanto tempo, finché Dio vorrà.
Ti amo… baci.


Maria Antonietta Sansalone 12/07/2019 13:36 667

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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