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Il Diario di un castagno! Dalla Raccolta; Gli Alberi Parlanti!

Fantasy

Oh giorni e giorni a trascriver la vita in mescolanza di vicissitudini or allegre,

or di nostalgia, o tragiche e consunte, come quella volta che vennero ad

incendiar il bosco, ed io a guardare.

E l’ altra volta che volevano tagliar il tronco e lasciar le radici!

oh quanti dolori mai dimenticati!

A ritornar sovente è l’ allegria, nuove foglie come gemme di smeraldo,

e quando d’ estate cantano sui rami le cicale, ed il sole riscalda le giornate,

e la notte la luna fa chiarore, mentre le lucciole come stelle in cielo

illuminano foglie e rami..

Oh quanta felicità nella vita, ritornello scritto e

cantato ad alta voce, una chicca saporita.

Cantano l’ allegre capinere, pettirossi e cardellini, un esercito di pennuti in

vari canti, dai piccoli ai più grandi, son fortunato d’ esser albero,

statico ed immobile siedo sulla terra, amici vanno e vengono

albeggiano con me da mattino a sera...

Son un albero di castagno, il mio frutto cade in autunno,

s’ aprono i ricci e cadono le castagne,

ed i ghiotti scoiattoli, topolini, talpe, e cinghiali, arrivano a degustarli

ed anche l’ uomo viene a mangiarli ed a salutarmi una volta all’ anno.

Il tempo passa veloce son anni e anni che conto le stagioni,

a volte catastrofiche, vento, acqua, tuoni e fulmini,

tempeste ed uragani, m’ investono con furia e strappano rami e foglie,

la chioma dondola e le radici traballano, ed anche l’ albero ha paura,

” eh si, anche gli alberi hanno paura!


Il diario è il mio canto

ve lo dono volentieri,

sono anima e cuore a

svolger il loro compito!


Ogni mattino incido la filastrocca, avventure a trascriver avventure!

Un scoiattolo vorace è salito sul mio albero e balzando di ramo, in ramo

scuote il fogliame mentre sospirano le foglie;

“ Siam attaccate lievemente ai rami e rischiamo di staccarci e precipitar nel vuoto!”

“ Carissimi scoiattoli non potreste per favore saltellar più gentilmente,

è primavera e siam tenere e delicate,

siamo gemme da sbocciare e siam fiori ad abbellire

e voi scoiattolini ci calpestate!”

Son albero laborioso a trascriver il presente già passato

e quel che accade è tutto eccezionale e merita un pensiero

da lasciar al diario, un impronta a donar il suo saluto,

la vita nel bosco può apparire monotona ma,

è un portento naturale di vivacità e colore.


Un dì, un boscaiolo passò davanti al mio tronco,

andava per boschi a prelevar legna,

ed intento mi guardò, “ bei rami legnosi, qui mi fermerò!”

Avrei voluto dire o far qualcosa ma non potei e subii la violenza.

Con un affilata ascia tagliò piccoli rami e

con un motosega a scoppio, tagliò i più grandi

furono ore di gran dolore e mortificazione,

ogni ramo tagliato, moriva il mio cuore,

soffrii e soffrii e non potei parlare.

il boscaiolo tornò il giorno seguente,

e sfoltì altri rami e spoglio restai.

Sul mio castagno la vita morì ed uccellini piccoli e grandi

non vennero più a salutarmi,

dovettero passar tanti anni per poter rifiorire,

e ritornar a vivere la vita.


Un dì arrivò una civetta e fece un bel nido sulle fronde,

estasiato la guardavo andare e venire,

era un portento di bellezza e quando si posava sui rami ero

orgoglioso e venne a rallegrar la mia chioma,

la trattavo con dovere, e con piacere,

il suo nido proteggevo e quando il vento soffiava forte

ed era in pericolo, stendevo i rami sul nido e la proteggevo.

Il suo canto da giullare attirava ogni pennuto,

e le fronde estasiate si lasciavano cullare.

La civetta ancor la curo con amore e dedizione e

non voglio che fugga via.


Venne un picchio a batter e ribattere sul tronco,

un martellante incidere col becco venne a preparar il nido,

non potendo farci nulla, lo lasciai bucare.

Ad ogni pezzettino di scorza che a terra cadeva,

il mio dolore cresceva ma, non volli mortificarlo.

Un dì vidi il picchio accovacciato nel nido e decisi di parlarle;

“ amico non sai il dolore che ho provato

quando col becco il tronco hai vuotato,

eppur ti ho perdonato e

e sul mio tronco ti lascerò far famiglia e preparar la casa!”

Ma vorrei aggiungere qualcosa;

ti proteggo come figlio, ma un proverbio voglio dirti,

“ Fai del bene scordati, fai del male pensaci!”

Morale: Ti prego con fervore,

il tronco lascialo stare,

non scavare più di così

che se continuerai alla linfa arriverai.

E se morirò, il nido perderai,

questo è l’ equilibrio vitale.

Quel che a te, non piace, ad altri non fare!


Un Diario non ha fine e lo decanterò,

finchè vita proporrà le sue avventure!


Il diario è il mio canto

ve lo dono volentieri,

sono anima e cuore a

svolger il loro compito!


Adele Vincenti 07/02/2021 13:59 536

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«Tutti i diritti sono riservati come per legge!
Adele Vincenti
7 Febbraio 2021
»

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Il primo racconto pubblicato:
 
Viaggio sul treno Roma Lecce e ritorno (18/03/2018)

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"La Principessa Alina!" (05/09/2019, 1474 letture)


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