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A cavallo dell'Amicizia

Ragazzi

Mentre strigliavo il fulvo e lucente manto del purosangue più selvaggio che avessi mai domato, ripensavo a quell'amicizia che ancora oggi è parte integrante del mio presente, ma che prima di sbocciare dovetti addomesticare con santa pazienza ed infinito amore, spogliandola dalle spine che la rendevano inavvicinabile.

E' curioso come due individui totalmente differenti per personalità e carattere si possano ritrovare a condividere la medesima realtà e, benché il loro approccio sarà obbligatoriamente antitetico, la vita sembra non badare alle incongruenze, chiamandoli comunque entrambe ad operare nello stesso settore.

E’ stata l’equitazione a permettermi di conoscere Alison, ma mentre lei era animata dallo spirito di competizione, quello che spronava me era l’amore per gli animali, in particolare per quelli che, attraverso le loro caratteristiche, avrebbero potuto fornirmi di un paio d'ali. Ho sempre amato la libertà e andare a cavallo è, a parer mio, una tra le sue massime espressioni.

I genitori di Alison, persone ambiziose quanto austere ed intolleranti, la convinsero che quella dell'equitazione era la sua strada, mentre in realtà la strada di Alison avrebbe dovuto essere la pittura, sì perché ciò che di un paio d’ali catturava la sua attenzione, non era l’affrancamento in esse contenuto, bensì i variopinti colori. Ma vuoi mettere avere una figlia “artistoide” con l'estro per gli “scarabocchi” (come erano soliti sminuire le sue opere) anziché potersi riempire la bocca dicendo che la loro pupilla era la più decorata cavallerizza d'America?!

Ricordo ancora il primo giorno del corso tenutosi nell'Iowa in uno dei ranch più famosi della zona: eravamo circa una decina di ragazze a contenderci gli unici cinque posti disponibili per garantirci quella che, a detta di tutti i cowboys del paese, era tra le più eccellenti preparazioni.

Alison era visibilmente infastidita dal dover indossare quell'imbragatura che strizzava il suo corpo in una striminzita e fasciante divisa. Ogni volta che il mio sguardo si posava casualmente su di lei, la scoprivo contorcersi su sé stessa assumendo di volta in volta una smorfia differente.

Le prime cinque ragazze che si cimentarono nella loro esibizione non si dimostrarono particolarmente preparate, tant'è che lungo il percorso ad ostacoli ebbero modo di cadere ripetutamente e di compiere una serie di errori tali da pregiudicare il superamento della prova.

Poi venne il turno di Alison la cui prestazione si rivelò lineare ed equilibrata, dando piena dimostrazione delle sue doti tecniche, acquisite dopo anni di estenuanti allenamenti: ad ogni salto sapeva assecondare l'andatura del suo cavallo, Cristal, senza affrettarne i tempi, ma accompagnandolo dolcemente al limite delle sue potenzialità.

Giunto in prossimità dell'ultimo ostacolo, Cristal s'imbizzarrì di colpo, impaurito dal flash di una macchina fotografica che scattò proprio in quell'istante, abbagliando incidentalmente l'animale.

Probabilmente ancora oggi sarei qui a domandarmi come Alison abbia fatto a rimanere ancorata alle staffe, se non pensassi fermamente che Dio in persona l'abbia abbracciata tenendola saldamente issata sulla sella, evitando così che venisse disarcionata.

Rimanemmo per un attimo tutti con il fiato sospeso e con i nervi tesi dall'ansia poi, passato lo spavento, il respiro riprese nuovamente ad ossigenare i polmoni.

Al termine delle eliminatorie, di cui Alison si classificò tra le prime cinque, mi complimentai con lei dicendole che era stata brava a mantenere il sangue freddo e a non cadere da cavallo. Per tutta risposta, con uno sguardo glaciale che mi trapassò da parte a parte ed un sorriso impostato, mi disse: "Anche tu hai fatto un buon lavoro."

- Un buon lavoro? - La mia esibizione era stata davvero ineccepibile, ma da lì a definirla "un buon lavoro" Tra me pensai: "Ma come può considerare l'equitazione un "lavoro", è troppo divertente, entusiasmante e liberatoria per essere paragonata ad un'attività che solitamente si svolge controvoglia."

Poiché la natura si dimostrò particolarmente generosa nei miei confronti regalandomi, sin dalla nascita, un singolare sesto senso ed un’indole estroversa e chiacchierona che, il più delle volte mi impediva di imbrigliare la lingua e di tenere a freno la curiosità, percepii in Alison una nota stonata, un campanello d’allarme che mi fece pensare che quella ragazza potesse aver bisogno del mio aiuto.

Caso vuole che abitasse proprio nella fattoria adiacente a quella dei miei, così, terminate le lezioni, capitava che condividessimo il tragitto di ritorno, cavalcando su e giù per le colline circostanti. Certo ci volle un po' prima che lei si decidesse a lasciarsi andare, ma alla fine la mia costanza e la mia determinazione ebbero la meglio sulla sua freddezza.

Un giorno mentre ci stavamo riposando distese sul verde prato punteggiato di margherite, Alison interruppe il silenzio mostrandomi il più bel dipinto che io avessi mai visto: raffigurava Cristal, il suo cavallo, nell’atto di saltare quell’ultimo ostacolo.

Ciò che più di tutto mi colpì fu lo sguardo del cavallo, la cui espressione pareva essere stata catturata direttamente dentro i colori della pittura: come se quel flash, anziché sulla pellicola della macchina fotografica, avesse impresso l’istantanea, trasponendola direttamente sulla tela. Sembrava che quegli occhi gli volessero schizzare via dalle orbite, a dimostrazione del terrore provato in quel frangente, mentre un velo opaco calato sulla cornea, a sbiadirne la lucida vivacità, testimoniava il dispiacere commisto ad un vago senso di rabbia per aver commesso un errore che, se quell’evento accidentale quanto imprevisto non si fosse verificato, avrebbe potuto facilmente essere evitato.

Non riuscii a trattenere una spontanea quanto genuina esclamazione di meraviglia!

- “Ma che diavolo ci fai tu in una fattoria? Come fai a non renderti conto che gli attrezzi che dovresti usare non sono i rastrelli per dare la biada al tuo stallone, quanto i pennelli per dar voce al tuo Dono!”

“Vedi, a te sembra facile perché vivi allo stato brado, galoppando a briglia sciolta: tu sei un’anima indipendente ed autonoma, ma per me è diverso ... Se solo il mio parere all’interno della famiglia, contasse qualcosa, forse non mi sentirei come se fossi il frizzante profumo del mare che i miei genitori cercano di imbottigliare contenendone la spumeggiante essenza. Non mi sentirei come il riflesso dorato del Sole sull'acqua, di cui qualcuno tenta ti immortalare la scoppiettante lucentezza, fotografandolo. Ma se non mi trovassi a vivere questa situazione, che io stessa ho permesso si venisse a creare, probabilmente non capirei lo stato d’animo di Cristal, il cui trotto sfrenato colora di ribellione il suo incedere mentre, nell’atto di imbrigliarlo, ne smorzo irrimediabilmente il travolgente istinto.”

- “Alison, avevo intuito che la nostra affinità comprendesse ben oltre l’essere entrambe cavallerizze e che le tue ali necessitassero d’esser rafforzate prima di poter spiccare il volo. Ma lascia che ti dica una cosa, ti sbagli a proposito di quella che credi essere la tua debolezza: quello che percepisci come limitazione, altro non è che il tuo trampolino di lancio da cui tuffarti nel vuoto; ma non temere, perché ci sarò io al tuo fianco ed insieme percorreremo l’abisso affrontando i tuoi genitori”.


Chiara Vacchieri 15/03/2011 20:57 1 2267

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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Commenti sul racconto Commenti sul racconto:

«Questo racconto, a mio modestissimo parere:è poesia in prosa, talmente è scritto bene e per non esplicito significato che da al sentimento dell'amicizia.
Veramente mi ha presa nella lettura. Complimenti»
Maria Rosy

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Il primo racconto pubblicato:
 
Due Cuori (01/02/2011)

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Lucky - Il gattino trovato in un covone di domande (25/08/2015)

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La leggenda del salice piangente (06/02/2011, 11368 letture)


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