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Vorrebbero distruggerci anche i sogni

Fantasy

Qualcuno, arrogandosi il diritto di bruciare i sogni, ha messo a fuoco e fiamme il bosco magico.

Hanno legato le ali alla fata che vi regnava attribuendole la colpa di distrarre gli uomini il cui vagabondaggio nelle trame dell'incanto è una debolezza di cui non possono permettersi.

C'è stato scempio, le creature sono fuggite, hanno bruciato tutti i libri, le favole e le fantasie; sono giunti con le ruspe a buttar giù tutto, per il magnate e capo dei lavori non c'era più tempo da perdere, senza menar troppo il can per l'aia, quello era il posto ideale su cui far sorgere un impero economico.

Nel giro di pochi mesi scomparvero le traccie della fata e del bosco, chiunque ne avesse riesumato il ricordo sarebbe stato punito con trent'anni di lavori forzati e infine, per essere certi che nessuno più la pensasse, ogni Lunedì, all'alba, venivano impartiti ordini agli scagnozzi del “ tieni lontani i sogni da qui ” di ispezionare con apparecchi sofisticati il cervello di tutte le persone per essere certi non risiedesse più nelle menti nemmeno un sedimento d'incanto; in caso contrario, se ne fosse stata rivelata presenza, avrebbero dovuto procedere con un lavaggio del cervello iniettandogli una dose di forte propensione al dovere che non gli avrebbe più fatti pensare ad altro, gli avrebbe resi accondiscendenti a ogni richiesta e se anche questo non fosse stato sufficiente, come ultima alternativa, ci sarebbero stati appunto i lavori forzati.

Ogni tanto si sentiva uscire da un megafono la voce del magnate che diceva:

<< Bisogna edificare, costruire, non avere più la forza nemmeno di pensare,

le riflessioni lasciamole agli stolti, creano castelli campati in aria che non danno il pane,

noi siamo uomini d'azione, pensate a fare solo quello che vi dico! >>

Così la fata del bosco venne dimenticata per dare spazio al progresso...

ma non del tutto, da tutti non ci giurerei, infatti dei sovversivi e mezzi criminali fuggiti dalle grinfie di quel sistema assurdo, riuscirono a eludere le apparecchiature del tiranno ridonando libertà alla fata del bosco che tornò a volare con ali di speranza.

Molti anni dopo, le stesse persone, invecchiate, insegnarono ai propri nipoti che nulla è dovuto e anche il più bel sogno, reale o irreale che sia, in un mondo materialista come il nostro va difeso e guadagnato lottando senza tregua, senza resa da parte dello spirito che, potendo disilludersi, non crederci più o assoggettarsi alle regole del gioco di altri, in tal caso la darebbe vinta a qualcosa di meno gratificante e tristemente amaro.


Giuseppe Morelli 18/04/2011 14:21 868

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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