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Strapparsi un dito dalla mano

Amore

Nella vita di ogni giorno si verificano sempre dei conflitti. Tra marito e moglie i conflitti sono più frequenti perché sono persone che si incontrano ogni giorno, che hanno una casa in comune e una vita che trascorrono insieme, che condividono le responsabilità per i figli e per i genitori anziani.

E’ molto frequente il verificarsi dei pensieri che vengono riportati di seguito:

Moglie:

Lui si è alzato, ha dormito bene, tranquillo, io invece sono agitata perché ho scoperto una poesia del mio uomo dedicata a un fatto della sua vita accaduto tanti anni fa. “E’ passato tanto tempo e pensa ancora a quella circostanza?” me lo sono chiesta e sono stata male da morire perché in quella circostanza io ero stata esclusa, io ero stata sbattuta fuori dalla sua vita e dopo esserci rientrata non tollero che lui pensi ancora ad allora.

Marito:

Scrivendo tutto si dissolve nella linea che si torce e scompare. L’immagine che mi ha accompagnato per tutta la notte, dopo che l’ho descritta ecco che magicamente non c’è più e anche se metto tutta la mia attenzione a ricordare non ci riesco più!

Una persona che come me ha dei ricordi, delle immagini, accetta che facciano parte della sua vita? Che senso ha strapparsi con la violenza un pensiero da dosso? Non serve a nulla, anzi è questo tentativo di allontanare quanto non accetto di me che genera la violenza, anzi che mi fa divenire un violento.

Io ho delle immagini e dei pensieri, sono in me, anzi sono me stesso. Io sono tutto quello che c’è dentro di me e tutto quello che vaga nel mio corpo, nella mia mente e nella mia anima è parte di me ineliminabile, se tento di strappare da dentro di me un pensiero è come se tentassi di strappare un dito dalla mia mano, dolore, sangue e stridio di denti: l’inferno vero.

Che Pace che sento adesso dentro! Che pace nel mio cuore e nella mia anima, mi sento in pace con me stesso per aver capito queste poche cose.

Moglie:

ma se lui non vuole stare con me perché non se ne va? Che senso ha che continui a stare con me se pensa al passato, a qualcosa che non esiste più, che è morto e sepolto da anni? Io lo odio, è un bastardo! Non lo voglio più vedere!

Marito:

non capisco perché si è arrabbiata per un pensiero, si è arrabbiata perché io penso a una circostanza accaduta nel passato. Ma è passato! Non esiste più! E’ solo un pensiero che ritorna ogni tanto nella mente e che io amo, questo pensiero è parte di me e quindi io lo amo come amo la mia mano, il mio dito, i miei occhi. Quando nel passato ho tentato di scacciare un pensiero che “non approvavo” quello stesso pensiero è divenuto più forte, un gigante, una mostruosità! Il pensiero indesiderato inglobava tutta la forza che io mettevo per scacciarlo e, invece di andarsene via, diveniva più forte e da pensiero, si trasformava in desiderio falso e inventato, il desiderio che per essere appagato “non guarda in faccia a nessuno!” quello che ti fa fare ciò che non avresti pensato mai di fare!

Moglie:

non lo voglio più vedere né sentire! E’ una persona falsa, mi considera nella sua vita continuando a pensare a quella circostanza che mi vedeva esclusa. Ma gliela farò pagare, mi vendicherò gli faro del male, deve stare male come sono stata male io, vedrà quel bastardo cosa gli farò!

Marito:

Io continuo ad amare tutta la mia vita, tutta la mia vita, quello che accade nella mia vita è determinato dalla mia responsabilità. Io sono responsabile di tutto e ciò che accade fuori di me perché è la proiezione di ciò che c’è dentro di me ed è per questo che nutro un profondo amore per tutto ciò che è parte della mia vita, nutro amore per tutte le persone che fanno parte della mia vita entrando in contatto con me, io ti amo, mi dispiace, ti prego, perdonami, grazie

Che dire alla fine di questa trasmissione di pensieri di una coppia a te che hai letto? Penso che tu che hai letto non potrai fare a meno di esprimere la tua opinione. Non pensi che sarebbe davvero bello accettare una persona integralmente? Non sarebbe davvero bello essere amata/o per come si è? Integralmente con tutto quello che hai dentro, anche i pensieri che tu stessa/o non vorresti avere! La pretesa di chiedere alla moglie o al marito di cambiare non diviene una richiesta violenta di strapparsi un dito dalla mano con la tenaglia o con la forbice?


Antonio Bruno 13/08/2011 12:13 1 858

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Commenti sul racconto Commenti sul racconto:

«Un racconto che mostra tutta la veridicità del malinteso che si esprime in una coppia quando lei e lui ritornano con il pensiero al passato. Una donna che non riesce a darsi pace al pensiero che il marito possa desiderare qualcosa del passato per cancellare il suo futuro con lei.
Un uomo che cerca di spiegare un dolore acuto che ha provato ogni volta che ricacciava un pensiero.
Uno squarcio sulla vita dell'artista che dedicandosi alla sua vita passata per trarne ispirazioni ha portato dolore alla sua vita presente.
Un vero capolavoro...»
Delka

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Quella cosa grossa nella pancia (23/05/2011)

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La mia prima comunione (29/05/2011, 1637 letture)


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