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Questo racconto è inserito in:
 Parte 5 della raccolta "Vola la fantasia " di Mairim14 (6 racconti)

La lunga notte di paura

Horror

La strada si estendeva dritta nell’immensa prateria deserta, Johon e i suoi amici Carl, Brit e Genny cantavano allegramente sfrecciando sull’asfalto infuocato dal sole.

Erano parecchie ore che non incrociavano nessuno lungo il corso del viaggio e avanti a loro non si vedevano segni di civiltà per molte miglia ancora.

La fame si stava facendo sentire e anche la stanchezza e poi c’era da fare rifornimento di benzina visto che il serbatoio segnalava riserva già da un po’.

Johon propose di fermarsi al primo distributore che incontravano e magari se c’era un motel potevano approfittare per fare una sosta e mangiare.

Mentre cantavano a squarciagola videro in lontananza un cartello che indicava qualcosa e avvicinandosi scoprirono che era il nome di una cittadina che era distante poche miglia.

“Bene” disse Johon “finalmente potremo rifocillarci” e accelerò per arrivare prima possibile visto che stava cominciando ad imbrunire.

Il distributore era deserto e nei paraggi non sembrava esserci anima viva, per fortuna si vedeva la scritta illuminata di un Motel. “Andiamo a vedere se c’è qualcuno e se possiamo mangiare qualcosa, ho una fame” disse Genny rivolta ai ragazzi.

Si avviarono verso quell’unica insegna luminosa con la speranza di incontrare qualcuno e poter chiedere informazioni.

Appena entrati suonarono il campanello per richiamare l’attenzione, ma niente nessuno si faceva vivo. Avevano l’impressione di essere arrivati in una cittadina disabitata, strano però che ogni cosa era in ordine e non c’erano segni di abbandono, sembrava come se tutto era rimasto vivibile tranne gli abitanti. “ Forse si sono volatizzati” disse Brit ridendo sotto i baffi, “forse i marziani li hanno rapiti e portati sulle astronavi per fare esperimenti sui loro corpi” rispose Carl sogghignando.

“Cerchiamo qualcosa da mangiare, forse hanno lasciato del cibo” e mentre diceva questo Johon si avviava verso la stanza accanto alla ricerca di un ripostiglio per cibi. “Trovato, venite ci sono delle scatole di cibarie.”. Si precipitarono tutti verso il richiamo invitante e affamati come lupi iniziarono a mangiare.

Ora non restava che riposarsi e domani appena giorno avrebbero continuato il viaggio. “Andiamo sopra ci saranno sicuramente stanze con letti visto che è un motel” disse Johon alzandosi, “si andiamo a riposarci un po’” risposero in coro gli altri.

Saliti al piano di sopra trovarono alcune stanze con letti in ordine, ci si buttarono di peso esausti per la stanchezza. Si erano quasi addormentati quando un rumore li fece sobbalzare di botto, c’era qualcuno al piano di sotto, allora forse non tutti erano andati via. Quella cittadina metteva paura, con tutto quel silenzio, era angosciante, non vedevano l’ora che arrivasse la mattina per andarsene da lì. Di nuovo altri rumori, ma chi poteva essere, forse il proprietario del Motel. “Io e Carl scendiamo a controllare ” disse Johon “voi rimanete qui”. Scesero le scale con il batticuore, quel luogo metteva veramente paura e poi come mai non c’era più nessuno, cosa poteva essere successo agli abitanti? Johon davanti e Carl dietro scendevano in fila indiana guardandosi le spalle con il presentimento di essere osservati da qualcuno o qualcosa, senza avere il tempo di ragionarci sopra vennero attaccati alle spalle da mostri spaventosi che li azzannarono strappando la loro pelle a morsi.

Le urla risuonarono in tutto il Motel e gli amici rimasti sopra rabbrividirono stringendosi uno con l’altro dal terrore. Ma cosa erano state quelle grida di dolore, cosa era successo ai loro amici? Rimanevano impietriti senza sapere cosa fare. “Dobbiamo scendere per andare ad aiutarli” grido disperata tra le lacrime Genny “non possiamo stare qui senza far niente, forse hanno bisogno d’aiuto”. Era calato di nuovo il silenzio e metteva più timore dei rumori. Cosa fare, rimanere lì o farsi coraggio e scendere di sotto per andare a vedere cosa succedeva? Decisero di scendere ma si munirono di candelabri per una difesa personale. Arrivati al piano di sotto videro una scena raccapricciante, mostri con denti aguzzi che dilaniavano i corpi dei loro amici con avidità come bestie feroci. Ora capivano perché in quella cittadina non vi era più nessuno, erano stati tutti trucidati da quei mostri orribili, ma da dove venivano? chi erano? tutte domande che rimasero senza risposta perché altri mostri dietro di loro avevano iniziato il banchetto con i loro corpi.


Mairim14 21/09/2010 20:59 6 5372

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Commenti sul racconto Commenti sul racconto:

«ti do un consiglio da amico: fai parlare i tuoi personaggi con le parole che senti dai tuoi amici e dalle persone che ti circondano, un linguaggio vero. cerca di evitare il linguaggio, le esclamazioni, le battute costruite usate nei film. Cerca di scrivere scene ambientate in luoghi che tu hai visto veramente, con persone che conosci o semplicemente visto per strada, dandogli i nomi che vuoi, che ti hanno offeso e ferito e scarica la tua rabbia su di loro. Funziona! e non prendere spunto dai film, quelli spappolano l'immaginazione! chiedi consiglio ai libri... Hai più fantasia di quanto ti immagini! non lasciare che la tecnologia te la porti via... buona fortuna!»
andrea fierro

«Ma è un racconto tratto dalla serie "piccoli brividi"?Lessicalmente povero, errori di sintassi e di consecutio temporis, trama banale, insignificante come i personaggi. Mi chiedo come i commenti scritti da coloro che hanno letto questo racconto siano potuti essere positivi e incoraggianti.»
michela carcassi

«Niente male come racconto! C'è un riferimento alla classiche figure dell'horror. Un finale molto schietto, ben condensato in due righe... Piaciuto»
Manuele Pizzi

«Bello il racconto, ma troppo veloce. Il terrore si gusta lentamente
Ho letto diversi bei racconti, come questo, ma tutti molto veloci, forse c'è un limite alla lunghezza del testo?»
Azar Rudif

«ahaahah
io adoro i racconti dell'orrore... e questo è davvero molto tipico.
uno dei miei preferiti...
grande Mairim!
fa paura davvero!»
Salvatore Ferranti

«Un racconto decisamente drammatico per la tematica trattata, molto ben
elaborato dall'autrice che dimostra fervida fantasia ed un narrare molto
scorrevole alla lettura.
Brano molto gradito alla lettura e tanto apprezzato»
Silvia De Angelis

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Poesie per la Festa delle Donne. Il lato femminile della poesia

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