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Discussioni in corso => Discussioni generali => Topic aperto da: khay - Venerdì 22 Agosto 2008, 19:19:31
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Il dolore e la sofferenza, anche in poesia, fanno audience. Quando si scrivono versi dolorosi, spesso si viene ammantati di un'aura di maturità che è preclusa a chi tenta di scrivere la gioia, risultando banale o infantile. Il dolore fa Top Ten... ed è quello che, se lo sai esprimere bene, ti avvicina ai Grandi. Sì, perchè i grandi poeti sono nati ,vissuti e (ahimè) morti nel dolore delle loro parole, a volte trasformate come in un'ultima redenzione, in amara saggezza ... Perciò vi chiedo, secondo voi...
E' proprio vero che senza dolore... o passione dolorosa, non esiste poesia?
O che senza tormento non esiste il poeta?
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Io penso che il dolore faccia parte della natura umana, e con ciò credo faccia parte del bagaglio delle emozioni di un poeta. Senza dolore ci può essere un poeta, ma sarà incompleto. Questa è la mia considerazione.
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Vero, anche io son daccordo, il dolore è un elemento che dà un' ispirazione incredibile.
Una delle mie poesie che a me piacciono di più l' ho scritta quando proprio ero all' apice massimo
del mio dolore esistenziale...
ne è uscito un capolavoro...... :D
sarà per questo che son poche le poesie allegre eheheh :P
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ahahaha...appunto...è quello che intendevo...
ma allora la gioia non è in grado di darci emozioni così profonde oppure non siamo noi in grado di descriverla?
Oppure molto semplicemente, non se la fila nessuno?
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ahahaha...appunto...è quello che intendevo...
ma allora la gioia non è in grado di darci emozioni così profonde oppure non siamo noi in grado di descriverla?
Oppure molto semplicemente, non se la fila nessuno?
...per la verità, non son tanto d'accordo. Il dolore, sia detto senza generalizzare, è più "facile" come tema o come propellente di una poesia...ma altrettanto è l'amore. Tagore ha scritto egregiamente in ogni campo, e come lui molti altri. Posso essere d'accordo sul fatto che il dolore sia un ottimo catalizzatore dell'animo umano, e quindi più facilmente induca a scrivere belle poesie...oppure, semplicemente, induce a leggerle con più partecipazione, e, quindi, a ritenerle migliori. Ma i Poeti, quelli con la P maiuscola, scrivono di tutto, e con tutte le tinte...
La gioia...ho letto poesie traboccanti gioia, belle, intense, godibilissime...magari, non andando a toccare "il cuore" di chi legge, sembrano più leggere, quasi meno...poesie...ma il problema non è nei versi; è nella diversa risonanza che i vari temi hanno nell'animo di chi legge...
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...per la verità, non son tanto d'accordo. Il dolore, sia detto senza generalizzare, è più "facile" come tema o come propellente di una poesia...ma altrettanto è l'amore. Tagore ha scritto egregiamente in ogni campo, e come lui molti altri. Posso essere d'accordo sul fatto che il dolore sia un ottimo catalizzatore dell'animo umano, e quindi più facilmente induca a scrivere belle poesie...oppure, semplicemente, induce a leggerle con più partecipazione, e, quindi, a ritenerle migliori. Ma i Poeti, quelli con la P maiuscola, scrivono di tutto, e con tutte le tinte...
La gioia...ho letto poesie traboccanti gioia, belle, intense, godibilissime...magari, non andando a toccare "il cuore" di chi legge, sembrano più leggere, quasi meno...poesie...ma il problema non è nei versi; è nella diversa risonanza che i vari temi hanno nell'animo di chi legge...
E' vero ciò che dici, come è anche vero che il dolore è una componente comune a tutti gli esseri umani al contrario della gioia, del benessere spirituale (e fisico) che risulta non essere una conoscenza condivisa da tutti.
In parole povere, è molto più probabile che leggendo una poesia che parli di amarezze, delusioni, tristezza, angoscia, disperazione ci si identifichi meglio che non in una in cui si parli di serenità, gioia di vivere, fiducia nel futuro. Questo anche perchè l'uomo riesce a metabolizzare molto più velocemente i pochi momenti felici e vivere con più immedesimazione i momenti tristi (più duraturi).
Non è merito del poeta se le poesie tristi sono più immediate; è una caratteristica dell'animo umano essere votati a godere intimamente degli attimi felici senza avere l'esigenza di lasciarne traccia (scritta), mentre invece la tristezza induce uno stato di apparente "godimento" della propria condizione che spinge a moltiplicare gli sforzi per raggiungere la felicità. In poche parole, senza la tristezza, la disperazione non potremmo concepire la gioia ed è per questo che, paradossalmente, cerchiamo di perpetuare il senso di infelicità, perchè più forte è quest'ultima, più apprezzata sarà la parentesi, ancorchè breve, di serenità.
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E' vero ciò che dici, come è anche vero che il dolore è una componente comune a tutti gli esseri umani al contrario della gioia, del benessere spirituale (e fisico) che risulta non essere una conoscenza condivisa da tutti.
In parole povere, è molto più probabile che leggendo una poesia che parli di amarezze, delusioni, tristezza, angoscia, disperazione ci si identifichi meglio che non in una in cui si parli di serenità, gioia di vivere, fiducia nel futuro. Questo anche perchè l'uomo riesce a metabolizzare molto più velocemente i pochi momenti felici e vivere con più immedesimazione i momenti tristi (più duraturi).
Non è merito del poeta se le poesie tristi sono più immediate; è una caratteristica dell'animo umano essere votati a godere intimamente degli attimi felici senza avere l'esigenza di lasciarne traccia (scritta), mentre invece la tristezza induce uno stato di apparente "godimento" della propria condizione che spinge a moltiplicare gli sforzi per raggiungere la felicità. In poche parole, senza la tristezza, la disperazione non potremmo concepire la gioia ed è per questo che, paradossalmente, cerchiamo di perpetuare il senso di infelicità, perchè più forte è quest'ultima, più apprezzata sarà la parentesi, ancorchè breve, di serenità.
bellissimo.....la stessa cosa che pensavo io....
è ciò che ho scritto in una poesia messa al mio blog,ovvero che la gioia esiste perchè c'è la sofferenza..
se non ci fosse la sofferenza non sapremmo cosa sarebbe la gioia,
se non provi a star senza bene per ore, non puoi godere della bellezza di gustare ogni goccia d'acqua...
E son daccordo comunque parlando ragionando che anche la gioia dà ispirazione...
è esser all'estremo (della felicità o della tristezza) che dà ispirazione.
Ho scritto anche poesie umoristiche...tanto per dire che l'uomo ha bisogno di tutte le emozioni possibili per dire
SONO VIVO
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Non è merito del poeta se le poesie tristi sono più immediate; è una caratteristica dell'animo umano essere votati a godere intimamente degli attimi felici senza avere l'esigenza di lasciarne traccia (scritta), mentre invece la tristezza induce uno stato di apparente "godimento" della propria condizione che spinge a moltiplicare gli sforzi per raggiungere la felicità. In poche parole, senza la tristezza, la disperazione non potremmo concepire la gioia ed è per questo che, paradossalmente, cerchiamo di perpetuare il senso di infelicità, perchè più forte è quest'ultima, più apprezzata sarà la parentesi, ancorchè breve, di serenità.
Si, concordo perfettamente, sai trovare le parole giuste e l'angolazione giusta per esprimere adeguatamente ciò che intendi, e mi trovi d'accordo.
Concordo anche con Paolo quando dice che l'amore dà ispirazione ed intensità ai versi ( e come potrei non concordare :) ) ma sicuramente l'anello mancante che cercavo è questo che tu dici e cioè:
è una caratteristica dell'animo umano essere votati a godere intimamente degli attimi felici senza avere l'esigenza di lasciarne traccia (scritta)
Ecco... sembra quasi che la gioia diventi più intima del dolore, e che non induca a scrivere...
Io stessa ho sperimentato questo momento...
Però c'è sempre una soglia, oltre la quale le parole fuoriescono a forza...
Ma infine, il dolore accomuna tutti... la gioia molto spesso invece separa...
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bellissimo.....la stessa cosa che pensavo io....
è ciò che ho scritto in una poesia messa al mio blog,ovvero che la gioia esiste perchè c'è la sofferenza..
se non ci fosse la sofferenza non sapremmo cosa sarebbe la gioia,
se non provi a star senza bene per ore, non puoi godere della bellezza di gustare ogni goccia d'acqua...
il confronto è fondamentale, certo...
d'altronde l'ombra esiste solo in presenza della luce...
ma mai viceversa...
quindi secondo te, secondo voi... la sofferenza è la percezione intensa di una assenza di gioia?
O il contrario?
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Io penso che il dolore faccia parte della natura umana, e con ciò credo faccia parte del bagaglio delle emozioni di un poeta. Senza dolore ci può essere un poeta, ma sarà incompleto. Questa è la mia considerazione.
E' sicuramente vero che tutte le emozioni fanno parte dell'animo umano "completo"...
Ma tu esponi proprio quanto affermavo...e cioè che i poeti che esprimono solo gioia o amore vengono catalogati tra gli incompleti...
Ma non è che sia una nostra personale esigenza quella di leggere il dolore...?
Credo che leggendo il dolore si abbia la sensazione di scendere più nell'anima altrui...
ed ecco che la gioia viene considerata sempre più leggera, in qualche maniera meno personale... Un pò come le persone, quelle allegre si pensa erroneamente che non abbiano capito o vissuto a fondo la vita... Ma la grossa empatia, ha ragione Giamburrasca, sta nella percezione del dolore, lo conosciamo tutti. Ti ringrazio del tuo intervento.
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il confronto è fondamentale, certo...
d'altronde l'ombra esiste solo in presenza della luce...
ma mai viceversa...
quindi secondo te, secondo voi... la sofferenza è la percezione intensa di una assenza di gioia?
O il contrario?
Entrambi....
come una vive in funzione dell' altra, cosi il peso eccessivo di una rende leggero l altra come in una bilancia..
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E' proprio vero che senza dolore... o passione dolorosa, non esiste poesia?
O che senza tormento non esiste il poeta?
Un topic davvero molto intriganti! io credo che il dolore influisce sul nostro stato d'animo di sfogarci attraverso righi che diventan poi poesia, però senza di esso credo che la poesia si reallizza tale anche attraverso l'amore!
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Io credo che il dolore ammanti le parole come giustamente dici :)
non mi è mai capitato di leggere una bella poesia che trattasse gioia, oppure non ha lasciato traccia. Se guardo indietro cercando di ricordare mi viene a mente Prevert con Barbara, Ricordi Barbara come pioveva su Brest...
e già li pioveva, mica c'era il sole... La poesia in genere è piena di questi momenti che fanno risuonare corde comuni a chi le sa sentire :)