Cari scrittori e scrittrici, ormai è un pò di tempo che girello nel sito e molti dei vostri nomi e poesie mi sono familiari tanto che mi sembra di conoscervi: proprio per questo vi chiedo un consiglio. Da qualche tempo ricevo e mail di persone che, per farla breve, mi dicono che sono troppo emotiva e che questa emotività legata al mio vissuto si sente troppo nei miei versi e "non va bene", che non è così che si fa poesia. Mi date un vostro parere? GrazieSe per "emotività" si intende quel carattere della persona per cui si agisce sempre sotto l'impulso della emozione, senza prima razionalizzare, allora forse quelle persone ti stanno semplicemente consigliando di rivedere le tue poesie prima di pubblicarle, di studiarle meglio, forse.
Silvia
E' una questione che merita riflessione. Rifletto ad alta voce: probabilmente l'esortazione ricevuta dalla nostra amica trova radici nell'ipotesi di Marina. Nessuno si sognerebbe, credo, di postillare emozioni e stati d'animo.Ci fai riflettere e... grande! Mi piace come usi l'ironia.
Quindi si parla di poesia "di getto".
E qui il discorso di complica perché, le poche volte che personalmente mi sono permesso di far notare che per la fretta s'era trascurato lo stile, il ritmo o addirittura la grammatica, invariabilmente mi sono sentito rispondere di non fare il pedante, di pensare ai fatti miei eccetera. Alcuni, inalberandosi (per usare un eufemismo) hanno scrollato le spalle ripetendomi l'adagio napoletano "ogni scarrafone è bell'a mamma soja".
E quindi amen, ho rinunciato a dare consigli anche se continuo a pensare che una franca discussione sulla qualità delle nostre poesie potrebbe contribuire a farci crescere.
Colgo questa occasione per dire che - bene o male - scrivo e leggo poesie da quando avevo dieci anni (e ora ne ho 48 in più) e il volume che ho più caro al mondo è un'edizione dei Canti di Giacomo Leopardi con le copie fotostatiche delle sue pagine autografe, Bene, in questo libro si scopre che le ultime correzioni alle sue bellissime poesie il più grande Poeta Italiano dell'Ottocento le ha vergate il giorno prima di morire. Ora, noi che siamo degli "amatori" dovremmo avere almeno un centesimo della umiltà di Leopardi: se non altro per rispetto di chi, per leggere le nostre cose, impiega parte del suo tempo. Quanto all'adagio napoletano, l'ultima volta che una poetessa me lo ha scaraventato in faccia ho risposto così: E' vero ogni scarrafone è bello per la sua mamma, proprio per questo si guarda bene di portarlo in strada col moccio al naso e le toppe sul culo.
ok, se si parla di stile e modalità di componimento, sono con te Stella, non ne ho e forse ne ne avrò dato che il tempo a mia disposizione per mettermi a studiare è praticamente inesistente: quindi sono una che veste jeans e felpone lungo...comunque il post ha preso un'altra direzione rispetto a quello che intendevo dire io. ::)
le e-mail ricevute non nascondono dietro le righe allusioni a "impara la punteggiatura e la metrica" quanto ai contenuti in senso stretto ;D
proprio questo secondo aspetto intendo
GRAZIE ;)
Cari scrittori e scrittrici, ormai è un pò di tempo che girello nel sito e molti dei vostri nomi e poesie mi sono familiari tanto che mi sembra di conoscervi: proprio per questo vi chiedo un consiglio. Da qualche tempo ricevo e mail di persone che, per farla breve, mi dicono che sono troppo emotiva e che questa emotività legata al mio vissuto si sente troppo nei miei versi e "non va bene", che non è così che si fa poesia. Mi date un vostro parere? Grazie
Silvia