La poetica dell’Espressionismo si distingue da quella delle altre avanguardie storiche (futurismo, dadaismo, surrealismo) in quanto legata a certe costanti della cultura tedesca quali la componente tragica e angosciosa, la voluttà di distruzione e di morte ed è costantemente caratterizzata dalla violenza dei toni.
L’Espressionismo è temporalmente collocabile tra il 1910 e il 1925, ma il suo periodo più intenso fu soprattutto negli anni immediatamente successivi alla fine della prima guerra mondiale. Si sviluppò prevalentemente nell’area germanica e a Praga.
Fra i tanti poeti appartenenti al movimento sono ancora molto lette le opere di Benn, Kliemm, Toller, Stramm e Trakl.
Di Toller propongo alla vostra rilettura i versi de ’’Il Muro dei Fucilati’’.
"Fra strida ed urla si torce la parete
Come dal corpo di San Sebastiano
cui mille frecce mille piaghe aprirono
altrettante la pietra rugosa sbrecciava,
da quando il sangue corse nella sabbia.
Furia assassina bruciava quei giorni,
la terra, grembo insozzato era fatta,
Dio ridivenne misero, nudo e spoglio.
Ma la parete rigida nell’accusa,
sempre materna ad ogni strazio umano,
sul cuore accolse tacita le vittime."
E, di Stramm, come dimenticare ’’Pattuglia’’ ?
"Pietre avversano
finestre ghignano tradimento
rami strangolano
monti cespugli si sfrondano frusciando
urlano
morte."
In molte delle opere di Bertold Brecht e l’Espressionismo scorgo delle affinità (sic!).
La storia del reduce che torna nella Berlino sconvolta dai moti spartachisti di ’’Tamburi nella Notte’’ ne è secondo me, la più chiara dimostrazione. Ma anche ’’La Leggenda del Soldato Morto’’ non è priva di queste suggestioni.
"… Ed il dottore visitò con scrupolo
il soldato o i resti del soldato…"
Brecht: un precursore che non rinuncia, in barba al velleitarismo e all’arbitrio delle avanguardie, al recupero della componente razionale nell’arte, non senza dissidi interni né meccanicamente.
E’ sufficiente leggere una delle sue poesie, scritta quando l’Imbianchino (Hitler) conquistò il potere, per capire:
"In me combattono
l’entusiasmo per il melo in fiore
e l’orrore per i discorsi dell’imbianchino.
Ma solo il secondo
mi spinge al tavolo di lavoro."
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