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Laboratorio => Commenti => Topic aperto da: Zima - Martedì 21 Ottobre 2008, 12:15:11
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Qualche giorno fa un’autrice propose un suo testo alla nostra attenzione sul forum… esso parlava del rapporto tra madre e figli, del ruolo del genitore nell’educazione del proprio bambino. Leggendo questa poesia, mi è sembrato come di poter continuare lo stesso discorso, per un bimbo ormai grande e pronto a volare.
È per questo motivo che la posto qui…
Piume arruffate
Si scuotono le piume arruffate
Sul davanzale di casa.
Fremono gli occhi all’impazienza.
E’ tempo di andare dietro al vento,
è ora di lasciare la mano sicura,
conosci la strada.
Ti ho cullato nel sonno dell’innocenza,
consumando speranze.
Il giorno ti porta lontano
Sotto la pioggia dei tuoi anni lucenti.
La gioia annebbia le paure nascoste
E la sera aspetterò ancora,
trepidante, sull’uscio di casa.
Non voglio paragonare questo testo a quello di Anfra (http://www.scrivere.info/community/forum/index.php?topic=2361.0) precedentemente trattato, ma farle notare come il sentimento scaturisca forte dalle immagini che Gioanna ha proposto, come il ruolo genitoriale, seppure non esplicitato, si intenda a perfezione e forse addirittura più forte, grazie alla potenza evocativa delle parole utilizzate.
Nel testo si alternano più volte i soggetti, sebbene il punto di vista sia sempre quello della madre, e il sentimento imperante quello dell’amore… non quello dell’autrice nei confronti del proprio figlio, ma quello che, attraverso le sue parole e il suo sentire, diventa globale e valido per qualunque genitore.
la poesia è un inno alla libertà, all’amore, alla crescita individuale. È piena di gioia per questo volo nuovo… si avverte l’ansia dell’attimo in cui, finestre aperte, il proprio figlio aprirà le sue ali per affrontare il mondo, l’impazienza del “piccolo” e allo stesso tempo la tenerezza che sempre riempie lo sguardo di una madre.
“Piume arruffate” come il piumaggio ancora giovane del proprio pulcino, “davanzale di casa” a sottolineare appartenenza.
Allo stesso tempo voglia di libertà in “fremono gli occhi all’impazienza”, quella voglia che ogni figlio, in un determinato istante della sua vita sente impellente, attimo improrogabile, per quanto difficile… lasciare la mano sicura rappresenta un passaggio dal nido ai rami di ogni albero nuovo e pieno di insidie, ma ognuno di noi ha già scritta una strada e la conosce, anche se non l’ha mai vista.
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Solo due versi si impregnano di nostalgici ricordi:
Ti ho cullato nel sonno dell’innocenza,
consumando speranze.
E riportano una vena di malinconia –dolcissima- per poi ricondurci sulle orme del vento, quando le ansie e le paure –plausibili- si nascondono tra la gioia.
In questo senso vorrei far notare l’utilizzo del termine “annebbiare” riferito alla gioia.
È strano, a pensarci bene, poiché di solito è una cosa triste ad annebbiare una gioia e non il contrario… volendo allora scavare nell’intimità di queste due sole parole, sperando di non essere inopportuna, potrei credere che sia forse la nostalgia a macchiare, sotto sotto, la felicità di aver portato a termine il proprio compito di guida, la malinconia che porta in seno ogni conclusione di un ciclo, la tristezza di dover aprire la mano stretta… e che forse una sorta di training autogeno, di auto convincimento, cerchi una gioia “razionale” lì dove il cuore un po’ si adombra…
Gli ultimi versi, infatti, coltivano la dolce illusione del ritorno.
Ma un figlio, che ormai adulto si affaccia alla vita autonoma, ha sempre bisogno del calore dei propri genitori e della loro guida…
Bellissima e commovente questa poesia, i miei complimenti e il ben venuto a questa nuova (o forse solo per me) autrice! :)
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Qualche giorno fa un’autrice propose un suo testo alla nostra attenzione sul forum… esso parlava del rapporto tra madre e figli, del ruolo del genitore nell’educazione del proprio bambino. Leggendo questa poesia, mi è sembrato come di poter continuare lo stesso discorso, per un bimbo ormai grande e pronto a volare.
È per questo motivo che la posto qui…
Ciao Zima vorrei risponderti, a me questa poesia non dice proprio un bel niente, come fai a capire che quelle piume arruffate si riferiscano ad un pulcino che diventa adulto e non alla madre che ancor lo protegge sotto le sue ali e che non vuole lasciarlo andare? Ciò che io voglio nella poesia e lo metto di proposito sono cose che non solo i letterati le debbano capire dante non ha scritto la divina commedia nè il latino nè in dialetto ma in italiano inventato da lui per rendere tutti partecipi del suo grandioso viaggio, spero che ti comprendi...
Una lacrima scende
sul volto di un bambino,
riga il volto chiaro;
un cuore di cristallo
s'infrange,
l'aria si fa pesante
il dolore la soffoca
a fatica respira.
Ogni sua lacrima
è un ago nel cuore
di una donna.
Il solo pensiero
di affliggerlo
per proteggerlo
è una castrazione,
l'unico suo pensiero
l'unico suo compito
è quello di insegnargli
ad essere figlio.
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Ciao Zima vorrei risponderti, a me questa poesia non dice proprio un bel niente, come fai a capire che quelle piume arruffate si riferiscano ad un pulcino che diventa adulto e non alla madre che ancor lo protegge sotto le sue ali e che non vuole lasciarlo andare? Ciò che io voglio nella poesia e lo metto di proposito sono cose che non solo i letterati le debbano capire dante non ha scritto la divina commedia nè il latino nè in dialetto ma in italiano inventato da lui per rendere tutti partecipi del suo grandioso viaggio, spero che ti comprendi...
ovviamente il gusto è soggettivo, cara Anfra, così come l'interpretazione.
una poesia va respirata e sentita, ma non sempre quello che ci ispira è proprio quello che l'autore ci voleva comunicare... il bello di una poesia, a mio parere, sta proprio nella molteplicità di sentimenti che da essa possono scaturire, diversi da persona a persona, ma anche da momento a momento, a seconda dello stato d'animo.
quindi, il significato esatto potrebbe darcelo solo l'autrice, io mi limito a raccontare quello che in me ha scaturito!
tuttavia non credo proprio di avere sbagliato, la metafora è chiarissima:
hai mai visto un pulcino pronto a spiccare il volo dal suo nido? forse non è vero che, in un fremito di impazienza, sbatte le ali? e il piumaggio di un piccolo non è forse arruffato e lanoso?
non ci vuole un letterato per capire questa poesia -che non è certo di Dante- ma ognuno riesce a farla propria.
ti assicuro comunque, dopo aver letto la divina commedia, che Dante non parla proprio semplice semplice, ma fa uso di metafore e allegorie molto sottili, le stesse che conferiscono importanza ed estrema bellezza all'opera.
io trovo un po' di arroganza nelle tue parole e -consentimi di dirtelo- la poesia che hai postato in basso non si discosta molto da una lista, ma di questo si è ampiamente parlato nel topic aperto da te sullo stesso testo in questa sezione.
sarebbe bello avere qualche altro parere in merito alla poesia proposta e, perchè no, la partecipazione dell'autrice.
saluti a tutti!
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Ciao Zima vorrei risponderti, a me questa poesia non dice proprio un bel niente, come fai a capire che quelle piume arruffate si riferiscano ad un pulcino che diventa adulto e non alla madre che ancor lo protegge sotto le sue ali e che non vuole lasciarlo andare?
;D perchè se le piume hanno occhi che lasciano la casa...
te la immagini la madre sul davanzale di casa... thò... mi cadono le piume, debbo proprio decidermi ad andare dal parrucchiere... fammici pulire prima che arrivi il babbo... anzi, no! Credo che quasi quasi mi butto di sotto e spicco il volo così il maritino ci rimane lui a cullare il bimbo... A parte gli scherzi...
Pur tuttavia, proprio quelle piume, che tu hai giustamente indicato potrebbero anche appartenere ad una chioccia, richiamano appunto l'antonomasia della protezione materna, la chioccia appunto. Brava l'autrice che pur utilizzando il banale pulcino come metafora, non è mai scaduta nella scontatezza neanche delle immagini. Da notare che il pulcino lo abbiamo messo noi pensando alla chioccia, in verità un passerotto o rondinotto potrebbero senz'altro volare, come auspica l'autrice, non un pulcino... ma il lettore "sente" la "chioccia" e quindi addirittura vede e parla di pulcini!
Anche a me è piaciuto moltissimo il verso sulla "gioia" che riflette l'amore e la soddisfazione del lavoro svolto, ma a me richiama anche l'empatia tra la madre contenta per il figlio, ed il figlio adombrato per il distacco della madre.
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..leggo con piacere la poesia che Zima ha riportato..profondamente bella e comprensibile, anche se qualcuno dice di no..ma siamo in un sito libero dove la soggettività spulcia la sua corona..
E da qui continuo..
Anfra..come si fa a capire?
Beh, non è complicato..
Basta leggere ed infilarsi nelle parole..com'è giusto che sia..com'è normale che sia..
Io comprendo che non tutti ne abbiano la voglia e leggano le poesie con una certa litania da favola ma..a questo punto..non credo che il giudizio sia così opportuno..se poi lo fosse, vedo di scusarmi senza farlo realmente..
Io ieri ho letto la tua..non mi ha dato nulla..ma non perchè brutta o cose simili (non sono una critica letteraria e non posso quindi permettermi di dire determinate cose) ma perchè arida nel suo significato: non basta sviluppare un qualche amore, mescolarlo ad un qualche dolore, aggiungere le parole mamma e figlio per fare di una poesia una Poesia..
Ed aggiungo che non è logico pensare che tutto ciò che si legge va compreso nella sua pienezza..basta il senso dato dal Sentire..se questo tace o il difetto sta nel lettore oppure nello scrittore..
Spero che tu abbia capito ma soprattutto spero che tu non ti sia offesa..non sono qui per questo..
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"La gioia annebbia le paure nascoste"
Se nell'interpretazione data questa gioia sia di aver compiuto il proprio dovere di madre, non ricorda forse
"l'unico suo compito
è quello di insegnargli
ad essere figlio"
anche a te?
se per estensione in quell' "essere figlio" vediamo essere uomo, non trovi siano simili i sentimenti? Ognuno secondo il suo linguaggio e stile, naturalmente.
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Il conflitto...se così vogliamo chiamarlo... ;) è apparentemente insanabile.
Ma solo apparente...nell'ambito della poesia coesistono gli stili...che vanno da una chiarezza paragonabile alla lista della spesa...fino ad un ermetismo così chiuso da sembrare un rompicapo. Se escludiamo gli estremi, la lista della spesa ed il giochino enigmistico, penso tutto sia apprezzabile come "poesia". La definizione di poesia più semplice, infatti, la intende come l'arte di trasmettere un messaggio usando tanto il significato semantico delle parole, quanto il suono ed il ritmo imposto alle frasi. Poi, amo insistere sull'attività demiurgica della creazione poetica, che la eleva ben oltre, quando è vera poesia, rispetto alla semplice somma delle parole usate.
Questo è il punto...l'effetto che otterremo con la nostra lirica finisce con l'essere indipendente da quello che noi desideravamo, poichè si scontra con la percezione individuale.
Insomma, la poesia non è un dettato, uguale per tutti.
E, dato che è stato citato Dante...mi sembra che proprio il sommo poeta sia maestro nel considerare la poesia come attività demiurgica. I suoi Canti hanno un senso letterale, spesso non immediato...un senso traslato...un senso simbolico...e secondo molti anche un senso puramente iniziatico.
Non è certo una lista della spesa...anche perchè se fosse stata così chiara la Divina Commedia...non credo che l'amico se la sarebbe passata tanto bene.
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Per terminare il filo del mio (noioso) discorso...Ognuno di noi è libero di scrivere come vuole, così come la Redazione è libera di inserire o meno i nostri scritti nel sito, in base al suo insindacabile giudizio...non siamo in casa nostra...ergo...
Quello che però sarebbe bello notare in ogni autore (...e, devo dire, in genere si nota...), è l'evoluzione del proprio modo di scrivere. La trasformazione, il movimento, sono sintomi di vita, di evoluzione. Se ritengo il mio scritto perfettissimo, correttissimo, immodificabile, intoccabile...beh...tutto si complica. Cara Anfra, per dirlo fuori di metafora, sei entrata nel sito...hai proposto le tue poesie...come è capitato, come capita ad ognuno di noi, qualcuna ti è stata rimandata indietro. Non come offesa personale, ma con un'opinione motivata.
E' successo ad ognuno di noi. Ed ognuno di noi ci è rimasto male. Come te.
Ma, a questo punto...hai aperto un topic, poi scomparso e sostituito con uno più...discorsivo, nel quale, sostanzialmente volevi comunicare che tali poesie, che tu consideri tra le tue migliori, e, se ben ricordo, per una della quale hai addirittura ricevuto un premio...dicevo tali (o tale) poesia ti è stata respinta...ma come, se un critico mi ha detto che...etc etc.
Insomma, sembra che ti sia stato fatto un affronto. E, visto il tono con cui scrivi, sembra che tale sensazione permanga.
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Avrai notato che ho commentato in maniera favorevole una tua lirica...quindi, non ho niente contro il tuo modo di scrivere, e non vedo come potrei...tuttavia, temo che il tuo atteggiamento possa portarti ad irrigidirti...ed a fermare la tua evoluzione. Non si è qui per far vedere chi scrive meglio. Non è una gara. E' un divertimento....certo, deve essere un divertimento di qualità...e qui entra in gioco la Redazione...E' uno scambio. Leggendo tante, tante poesie...mi sono reso conto che il mio modo di scrivere ne è risultato molto cambiato. Anche da quelle che, magari, non rientrano nel mio gusto.
Quindi, sorridi e divertiti. E non prenderti troppo sul serio.
Con stima, ti saluto
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"La gioia annebbia le paure nascoste"
Se nell'interpretazione data questa gioia sia di aver compiuto il proprio dovere di madre, non ricorda forse
"l'unico suo compito
è quello di insegnargli
ad essere figlio"
anche a te?
se per estensione in quell' "essere figlio" vediamo essere uomo, non trovi siano simili i sentimenti? Ognuno secondo il suo linguaggio e stile, naturalmente.
No, perchè in quell'essere figlio, tu nasci direttamente uomo/donna, o nasci prima bambino, poi diventi uomo o donna, in quell'essere figlio, vi è l'educazione che la padre impartisce al bambino per farlo diventare un uomo, non che è già un uomo.
Io intendo che devo da madre impartire al mio bambino dei dolori, ma che non posso non darglieli perche deve imparare ad essere prima un figlio poi un uomo.
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Avrai notato che ho commentato in maniera favorevole una tua lirica...quindi, non ho niente contro il tuo modo di scrivere, e non vedo come potrei...tuttavia, temo che il tuo atteggiamento possa portarti ad irrigidirti...ed a fermare la tua evoluzione. Non si è qui per far vedere chi scrive meglio. Non è una gara. E' un divertimento....certo, deve essere un divertimento di qualità...e qui entra in gioco la Redazione...E' uno scambio. Leggendo tante, tante poesie...mi sono reso conto che il mio modo di scrivere ne è risultato molto cambiato. Anche da quelle che, magari, non rientrano nel mio gusto.
Quindi, sorridi e divertiti. E non prenderti troppo sul serio.
Scusami avevo letto solo l'ultima parte del tuo commento, come avrai potuto notare sono d'accodo con te infatti alcune miei poesie sono state respinte ne ho capito il motivo e ci sto lavorando, non è il caso di questa prima di pubblicarla ho voluto e credo sia neccessario la modifica di tale, il sentimento che in me permane è quello del dispiacere perchè spesso non capisco la motivazione, che non è molto chiara, del tipo non rispetta le linee guida, non è poesia nella seconda parte,ecc... solo questo. Credo che le poesie siano come dei figli a tutti dispiace se non viene scelta perchè fa parte di noi, è dentro di noi
Con stima, ti saluto
No paolo, per me poesia non è un divertimento divertimento è qualkos'altro per me poesia è sentimento, insegnamento, messaggio che l'autore vuole tralasciare, mi hai commentato più di una poesia e te ne ringrazio so di certo che non è una gra ho scelto questo sito l'ho valutato e mi sono inscritta proprio perchè desidero diventare un vero poeta. So di scrivere più in prosa che in poesia ma non ne capisco se è un difetto o se è un punto di forza, alcuni mi dicono continua altri mi dicono cambia leggermente facendo diventare più musicale quasi canzone altri ancora mi dicono cambia totalmente io sono molto migliorata negli ultimi tre anni ho aggiunto parole nove nel mo dizionario, la mia poesia sembrava di 5 elementare ma il mio scopo è quello di sempre scriver per tralasciare un messaggio forte e chiaro per far scaturire una riflessione nel lettore e forse cambiarlo leggermente.
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:angel: Intervengo per due motivi.
Punto primo. Lungi da me il desiderio di scatenare una polemica, ma ho notato che questo topic si è leggermente -come dire?- discostato dal suo intento originale. Carissima Anfra, non ho nulla contro di te nè contro il tuo scrivere, ma non trovi che sia poco carino piombare qui e spostare -di nuovo- l'attenzione sulla tua poetica? Mi pare che fosse già stato aperto un altro topic in proposito. ;)
Punto secondo. Mi rivolgo nuovamente a te, cara Anfra. Ho letto che scrivere per te non è divertimento, ma desiderio di trasmettere un messaggio che inneschi un cambiamento nel profondo del lettore. Ti chiedo scusa, non sono di certo la persona più indicata per muovere una simile "critica" (in senso affettuoso, naturalmente :) ), ma penso che tu parta con il piede sbagliato. Ricollegandomi al meraviglioso post del WM (che non cito, chè non ne sono capace), chi legge non vuole che tu lo spinga a "cambiare". Vuole soltanto emozionarsi. Se il tuo intento è quello di lanciare messaggi a destra e a manca, mi dispiace, ma credo che questo non sia il luogo adatto.
Scrivere è un'emozione così intensa -tanto per chi scrive quanto per chi legge-che limitarla ad un "insegnamento" mi pare davvero un peccato. Inoltre, penso che qui nessuno abbia il diritto di insegnare (anche se sono già stata rimproverata per questo ;D ): siamo qui per divertirci e per condividere noi stessi, non per dimostrare d'aver le carte in regola per diventare poeti provetti (o, ancora peggio, per dimostrare d'esserlo già). ::)
Con questo, cara Anfra, non voglio assolutamente offenderti -si tratta del mio pensiero, del tutto soggettivo e opinabile-. Spero di non essere stata fraintesa. ;)
(to be continued...) ;D
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Non mi sono espressa sin ad ora, perchè -sinceramente- la poesia in questione non mi ha convinto. Gusto personale. :) Nonostante questo, non posso negare che -pur essendo estranea all'argomento- qualche emozione me l'ha trasmessa.
Si scuotono le piume arruffate
Sul davanzale di casa.
Fremono gli occhi all’impazienza.
E’ tempo di andare dietro al vento,
è ora di lasciare la mano sicura,
conosci la strada.
Questa prima parte l'ho apprezzata molto. :) Il pulcino (o il rondinino, il passerottino...insomma, il giovane volatile ;D ) è impaziente, desidera ardentemente spiccare il volo e provare a tenere le redini della sua vita. Tutto ciò che doveva sapere l'ha appreso dalla madre premurosa, quindi sa già quale strada percorrere.
La gioia annebbia le paure nascoste
E la sera aspetterò ancora,
trepidante, sull’uscio di casa.
La chiusa non mi convince al cento per cento, anche se non saprei spiegarne la ragione. Forse è quel primo verso che mi stona. Dal momento che l'autrice (autrice, giusto?) ha utilizzato in larga misura le pause, penso che avrei messo un bel punto, separando così il primo dagli ultimi due versi. :)
Ti ho cullato nel sonno dell’innocenza,
consumando speranze.
Il giorno ti porta lontano
Sotto la pioggia dei tuoi anni lucenti.
La parte centrale, invece, non mi piace molto. Probabilmente è un problema mio, ma non mi ha trasmesso nulla. ::)
Ad ogni modo, tutto è soggettivo e questa è indubbiamente una bella poesia. Complimenti all'autrice. ;)
Un bacio.
Nicole :-*
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No paolo, per me poesia non è un divertimento divertimento è qualkos'altro per me poesia è sentimento, insegnamento, messaggio che l'autore vuole tralasciare, mi hai commentato più di una poesia e te ne ringrazio so di certo che non è una gra ho scelto questo sito l'ho valutato e mi sono inscritta proprio perchè desidero diventare un vero poeta. So di scrivere più in prosa che in poesia ma non ne capisco se è un difetto o se è un punto di forza, alcuni mi dicono continua altri mi dicono cambia leggermente facendo diventare più musicale quasi canzone altri ancora mi dicono cambia totalmente io sono molto migliorata negli ultimi tre anni ho aggiunto parole nove nel mo dizionario, la mia poesia sembrava di 5 elementare ma il mio scopo è quello di sempre scriver per tralasciare un messaggio forte e chiaro per far scaturire una riflessione nel lettore e forse cambiarlo leggermente.
Cara Anfra..intendiamoci. Il termine divertimento che intendo io non è il decerebrato ridere e scherzare vuotamente...è il "ludere" latino, legato ad imparare, scambiare...e crescere. Le tue poesie sono ben scritte...la cosa che, probabilmente, lascia perplessi è, nell'ambito della stessa lirica l'improvvisa caduta di tensione che a volte si verifica. Da momenti realmente lirici, belli, musicali, si passa a...un linguaggio forse un pò troppo piano...senza magia. Sono ARCISICURO che la tua evoluzione ti porterà ad un maggiore equilibrio, ed a scrivere veri capolavori. La stoffa c'è. Per quanto riguarda critiche e commenti...leggili tutti, ascoltali tutti...e prendine per oro colato nessuno. Interpretali, secondo sensibilità ed intelligenza. Nessuno sbaglia mai integralmente, così come mai nessuno ha integralmente ragione. La mia preoccupazione nasce quando ho l'impressione che tu prenda tutto con troppa ansia...non è necessario, non serve a migliorare. Per quello mi permetto di dire non prenderti troppo sul serio...altrimenti, invece che qualcosa di bello, diviene uno stress, un lavoro.
Con stima, ti saluto
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Cara Anfra..intendiamoci. Il termine divertimento che intendo io non è il decerebrato ridere e scherzare vuotamente...è il "ludere" latino, legato ad imparare, scambiare...e crescere. Le tue poesie sono ben scritte...la cosa che, probabilmente, lascia perplessi è, nell'ambito della stessa lirica l'improvvisa caduta di tensione che a volte si verifica. Da momenti realmente lirici, belli, musicali, si passa a...un linguaggio forse un pò troppo piano...senza magia. Sono ARCISICURO che la tua evoluzione ti porterà ad un maggiore equilibrio, ed a scrivere veri capolavori. La stoffa c'è. Per quanto riguarda critiche e commenti...leggili tutti, ascoltali tutti...e prendine per oro colato nessuno. Interpretali, secondo sensibilità ed intelligenza. Nessuno sbaglia mai integralmente, così come mai nessuno ha integralmente ragione. La mia preoccupazione nasce quando ho l'impressione che tu prenda tutto con troppa ansia...non è necessario, non serve a migliorare. Per quello mi permetto di dire non prenderti troppo sul serio...altrimenti, invece che qualcosa di bello, diviene uno stress, un lavoro.
Con stima, ti saluto
A me vieni a dire cosa significa divertimento che ho fatto un'anno di pedagogia dell'infanzia? ludus gioco, fu domanda d'esame cos'è il gioco, io non seppi rispondere era troppo banale per me, la risposta è è attività ludica, ed io risposi ma sono sinonimi e il prof quella e la definizione, per questo ho cambiato università ho capito che non sono teorica ma pratica, infatti questo si manifesta anche nella poesia, purtroppo so bene che non so chiudere riesco ad iniziare ma non riesco a fermarmi, io scriverei liriche lunghe pagine, ma poi mi stanco e chiudo con la prima cosa che mi viene in mente, sbagliando.
Purtroppo sono un tipo di persona estremamente responsabile tempo fa mi andai a leggere le pagelle delle elementari e delle medie e già a quel tempo dimostravo capacità di essere responsabile delle mie cose e di avere rispetto per quelle degli altri. Quindi per me niente è gioco e tutto lo è. Preferisco però la prima strada io non scrivo per divertirmi io quando scrivo in moli fogli ci ho lasciato le lacrime, con questo voglio dire non scrivo mai quando sono felice scrivo sempre quando sono triste quando qualkosa nella mia vita non va.Ti ringrazio delle tue opinioni mi sono di grade aiuto come hai detto tu stesso nessuno è maestro di se stesso e tutti lo siamo.
Ciao
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:angel: Intervengo per due motivi.
Punto primo. Lungi da me il desiderio di scatenare una polemica, ma ho notato che questo topic si è leggermente -come dire?- discostato dal suo intento originale. Carissima Anfra, non ho nulla contro di te nè contro il tuo scrivere, ma non trovi che sia poco carino piombare qui e spostare -di nuovo- l'attenzione sulla tua poetica? Mi pare che fosse già stato aperto un altro topic in proposito. ;)
Punto secondo. Mi rivolgo nuovamente a te, cara Anfra. Ho letto che scrivere per te non è divertimento, ma desiderio di trasmettere un messaggio che inneschi un cambiamento nel profondo del lettore. Ti chiedo scusa, non sono di certo la persona più indicata per muovere una simile "critica" (in senso affettuoso, naturalmente :) ), ma penso che tu parta con il piede sbagliato. Ricollegandomi al meraviglioso post del WM (che non cito, chè non ne sono capace), chi legge non vuole che tu lo spinga a "cambiare". Vuole soltanto emozionarsi. Se il tuo intento è quello di lanciare messaggi a destra e a manca, mi dispiace, ma credo che questo non sia il luogo adatto.
Scrivere è un'emozione così intensa -tanto per chi scrive quanto per chi legge-che limitarla ad un "insegnamento" mi pare davvero un peccato. Inoltre, penso che qui nessuno abbia il diritto di insegnare (anche se sono già stata rimproverata per questo ;D ): siamo qui per divertirci e per condividere noi stessi, non per dimostrare d'aver le carte in regola per diventare poeti provetti (o, ancora peggio, per dimostrare d'esserlo già). ::)
Con questo, cara Anfra, non voglio assolutamente offenderti -si tratta del mio pensiero, del tutto soggettivo e opinabile-. Spero di non essere stata fraintesa. ;)
(to be continued...) ;D
1) è zima che mi ha tirato in ballo, io non ho più risposto al topic proprio perchè mi ero stancata di sentirmi accusata
2)molti poeti insegnano nello scrivere non solo trasmettono emozioni, dante ha fatto l'italiano con la sua divina commedia, leopardi ha parlato della solitudine con il passero solitario d'annunzio dell'amore con la pioggia del pineto a me hanno insegnato cose nove se a te non hanno insegnato niente dovresti cercare di vedere la poesia in altro modo, anche questo è opinionabile, ma secondo il mio umile punto di vista non solo l'unika qua dentro che la pensa in questo modo.
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Sì, è vero, a me non hanno mai insegnato nulla. Non a scuola, perlomeno. Nessuno si è mai dato la briga di correggermi, indirizzarmi, consigliarmi. Nessuno mi ha mai considerato, nè tantomeno elogiato. Tutto quello che so, l'ho imparato strada facendo, grazie alle poche persone che m'hanno preso sul serio: io mi sono fermata ad osservare, ho ascoltato ogni parola -giusta o sbagliata- e ho tentato di capire. Penso che questo sia il percorso di ognuno di noi, chè nessuno è nato maestro. ::) Ma sai una cosa? Io, per quanto possibile e nei miei limiti di essere umano adolescente, non ho perso di vista tutta la strada davanti a me, quella che dovevo (e devo) ancora percorrere. Alcune volte mi sono scontrata con chi voleva soltanto aiutarmi a crescere, ma alla fine ho capito e ho fatto marcia indietro. Nessuno è perfetto, errare è umano. Sai cosa è divino? L'umiltà. Quella che pochi hanno, che tanti ostentano e che tutti dovremmo imparare. ::) Ciascuno di noi è bravo in qualche cosa, la differenza è che non tutti si mettono in mostra (nemmeno coloro i quali avrebbero tutti i motivi di questo mondo per essere fieri di loro stessi). Pochissimo tempo fà, anche io ho avuto una discussione con un altro autore: ho reagito male, in modo esagerato, ma ho cercato un confronto, un chiarimento. Sentirsi accusati e continuare diritti per la propria strada, senza nemmeno chiedersi il motivo di quell'accusa -senza mettersi in dubbio- non è costruttivo. E credimi, te lo dice una che ha peccato d'arroganza più e più volte, ma che ha tentato di redimersi. :)
Infine, io ti ho soltanto espresso il mio parere -di nuovo, opinabile-. Se, poi, tu pensi che la gente desideri ardentemente che tu le impartisca delle lezioni in versi, beh, liberissima di farlo. Io non sono tra queste persone, nè ho intenzione di cominciare a vedere la poesia come un'altra noiosissima ora di lezione, chè tra i banchi passo già troppo tempo. ;)
Saluti.
Nicole
p.s. Dante, Leopardi e D'Annunzio sono ben altra cosa. ::) Inutile citarli.
p.p.s. "se a te non hanno insegnato niente dovresti cercare di vedere la poesia in altro modo, anche questo è opinionabile, ma secondo il mio umile punto di vista non solo l'unika qua dentro che la pensa in questo modo."
Questa frase m'ha lasciato perplessa: non ho inteso il tuo pensiero (e forse è meglio così). ::)
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peccato che questo topic sia diventato luogo di una mezza polemica...
zima non ha tirato in ballo nessuno. ha semplicemente letto una poesia che riguardava lo stesso argomento di un'altra poesia e ha voluto mettere in evidenza due modi distinti di esprimere un pensiero in versi:
il primo descrittivo e un po' asettico
il secondo emozionale e metaforico
cosa c'è di strano? siamo qui per leggere, raccogliere messaggi emozionandoci. siamo qui tutti per imparare a Sentire e a Trasmettere emozioni... un po' d'umiltà non guasterebbe.
difatti io leggo nelle due poesie un messaggio simile: io mamma devo insegnarti -dice Anfra- e, dopo averti insegnato, devo renderti libero di volare con le tue ali -dice Gioanna-.
il mio scopo non era offendere nessuno ma, con un obiettivo di crescita comune, mostrare come si possa trasferire un messaggio senza essere troppo descrittivi, lasciando spazio alle proprie emozioni di parlare per noi grazie all'utilizzo del linguaggio poetico che, se non è almeno un pochino musicale o metaforico, seppur nella semplicità delle immagini, non si può definire tale, a mio modesto avviso.
questo testo, senza dubbio, non è scevro da imperfezioni ma, nella mia piccola esperienza, non riesco a suggerire dei miglioramenti... riesco solo a coglierne l'emozionalità e ad emozionarmi a mia volta riconoscendomi nel pulcino -inteso come piccolo di volatile- e ascoltando la voce di una mamma, ch epotrebbe tranquillamente essere la mia, che nella mia gioia gioisce (scusate il gioco di parole).
ora, basta con tutte queste polemiche, che intervenisse solo chi ritiene di aver qualcosa da dire sulla poesia proposta o sull'argomento che tratta... gli altri...desistano! ;D
Piume arruffate
Si scuotono le piume arruffate
Sul davanzale di casa.
Fremono gli occhi all’impazienza.
E’ tempo di andare dietro al vento,
è ora di lasciare la mano sicura,
conosci la strada.
Ti ho cullato nel sonno dell’innocenza,
consumando speranze.
Il giorno ti porta lontano
Sotto la pioggia dei tuoi anni lucenti.
La gioia annebbia le paure nascoste
E la sera aspetterò ancora,
trepidante, sull’uscio di casa.
saluti e un sorriso a tutti! :)
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Rileggendola per proprio trovare dei cavilli... il suono centrale di quel conosci la strada, spezza il ritmo.
Ho pensato di rivederla in questo senso, spostando alcune frasi, e la poesia sottolinea il mio modo di vederla. Ovvero così facendo, il suono simile iniziale è uguale e si sottolinea il fatto che la strada la si conosce a seguito di tutte le cure della madre; ed anche la gioia-nebbia di entrambi. La chiusura rimarca la diatriba giorno-sera=gioia-angoscia.
E' uno spunto come un'altro a dimostrazione del fatto di quanto può essere diversa l'idea che si fà il lettore di una poesia, dove magari invece le sfumature che si volevano sottolineare erano altre. Ma è proprio vero che ogni poesia scritta, è una poesia regalata... al lettore vedere quel che vuole!
Si scuotono le piume arruffate
sul davanzale di casa.
Fremono gli occhi all’impazienza.
E’ tempo di andare dietro al vento
è ora di lasciare la mano sicura.
Ti ho cullato nel sonno dell’innocenza,
consumando speranze
conosci la strada.
La gioia annebbia le paure nascoste.
Il giorno ti porta lontano
Sotto la pioggia dei tuoi anni lucenti.
E la sera aspetterò ancora,
trepidante, sull’uscio di casa.
Mi piacerebbe sapere a questo punto cosa pensa l'autrice.
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innazitutto un ringraziamento a Zima per aver postato la mia poesia 'piume arruffate'.
per prima cosa vorrei chiarirti che le piume arruffate sono di un passerotto, nome con cui ho sempre chiamato con infinita tenerezza mia figlia.
Vorrei inoltre spiegare ciò che intendo trasmettere nella mia poesia: il mio ruolo è quello di una madre che sente di aver svolto e quasi terminato il suo compito e che gioisce del 'volo' di sua figlia e del suo essere cresciuta e diventata donna, pronta per spiccare il suo volo nella vita. per me il concetto di figlio che deve essere figlio prima di uomo è assolutamente limitante e gelido. infatti secondo me considerare un bambino 'figlio (in atto)' e non già uomo (in potenza) non è da 'Madre' ma da 'Matrigna', nel senso che si riduce la persona in sè a uno stereotipo freddo snaturando il personaggio 'figlio' e dunque sembrerebbe quasi che il bambino risulti limitato al suo ruolo di figlio in quanto educato in tale direzione e non possa svilupparsi a 360° come futuro uomo. (mi riferisco a uno dei commenti di anfra). il mio concetto di 'madre' invece è di una persona che non educhi il bambino a essere 'figlio' ma a essere 'uomo' tanto da lasciargli spiccare il volo appena il passerotto si senta pronto. provandone apprensione, ma anche gioia perchè l'uomo che era nascosto nel bimbo è passato dalla potenza all'atto e dunque il ruolo di madre che deve prendersi cura del suo piccolo è ormai quasi del tutto terminato.e con successo!
nella poesia di anfra quell' 'insegnare a essere figlio' mi mette i brividi. perchè nella mia modesta e opinabile, magari non esatta, magari addirittura sbagliata, interpretazione, il ruolo di madre assume un senso di estrema freddezza e distaccamento.
invece l'aspettare sull'uscio un possibile ritorno del passerotto indica che per mia figlia io ci sarò sempre se avrà bisogno di me e la accoglierò con gioia. con questo però non intendo dire di essere una chioccia opprimente o che limiti la libertà di mia figlia.
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'paure nascoste'...con questi termini voglio esprimere le preoccupazioni che normalmente una madre ha verso il futuro e il benessere del figlio che si allontana dal 'nido' pascoliano senza essere ben certo di saper volare e di potersela cavare in qualunque situazione. del resto, l'allontanamento dal nido è ricorrente nella poesia; e nella letteratura non sempre i figli che partono hanno un vita felice (per esempio ne 'I Malavoglia'). è proprio questo che la gioia della madre annebbia al momento del primo volo del passerotto: tutti i pensieri, le ansie e le preoccupazioni per la vita di un pezzo di cuore che ora si separa dal tutto per svilupparsi indipendentemente dal cuore materno.
inoltre, anfra, vorrei farti notare che quello che tu hai scritto nel primo commento è una contraddizione oltre che una notizia sbagliata. infatti tu hai detto che Dante ha scritto in una lingua inventata perchè potesse essere capito da tutti. ma scusa, se fosse stata una lingua inventata da lui, il significato dei termini sarebbe stato noto soltanto a lui. dunque come avrebbero potuto capirlo gli altri? capirlo tutti? e comunque sappi che Dante scriveva nella lingua del suo tempo cioè, semplicemente nel toscano del 1300 circa, quella a cui tutti i poeti per secoli hanno fatto riferimento. il discorso di utilizzare il fiorentino per essere comprensibili a tutta Italia è di molto seguente, essendo un problema scaturito dopo l'Unità e sollevato emblematicamente da Manzoni. ma non certo da Dante.
e comunque scusa la modestia, ma io non mi ritengo, e mai lo farei, di poter essere paragonata al Sommo Poeta o a un altro 'Grande' della letteratura.
chiuso questo discorso, aggiungerei:
la poesia per me è l'espressione di me stessa, dei miei sentimenti, emozioni, paure, turbamenti ecc. per cui se dovessi cambiare un testo modificandolo troppo per far sì che la redazione pubblichi il mio componimento preferirei tenerla scritta soltanto nelle pagine cartacee del mio raccoglitore, perchè è nel testo originale (a cui poi può essere apportata qualche modifica purchè non se ne snaturi il contenuto) che si esprime il mio 'essere', ciò che in quel momento provavo, pensavo o sognavo e ciò che realmente sono.
per finire, mi addolora che da un testo ne sia scaturita una discussione talvolta negativa e che ha cominciato a vertere su 'cose' che erano estranee all'ambito della mia poesia, ma mi compiaccio di aver stuzzicato i vostri animi tanto da farvi tenere uno scambio di opinioni tanto vasto e lungo a riguardo: vuol dire che ho fatto presa sui vostri cuori e animi.
ringrazio chi è intervenuto e ha compreso le mie intenzioni poetiche.
ciao... Gioanna
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A Marina Como.
Ringrazio per la tua interpretazione. è uno spunto interessante anche se non esprime esattamente quello che io volevo intendere, cioè: essendo giunta l'ora del volo, il passerotto è abbastanza grande per decidere la meta da seguire. a mio parere mettendo il verso dopo "ti ho cullato...." la poesia sembra voler dire che io Madre ho indirizzato mia figlia verso una meta a cui io ho pensato.
comunque ti ringrazio.
Ciao, Gioanna
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A Marina Como.
Ringrazio per la tua interpretazione. è uno spunto interessante anche se non esprime esattamente quello che io volevo intendere, cioè: essendo giunta l'ora del volo, il passerotto è abbastanza grande per decidere la meta da seguire. a mio parere mettendo il verso dopo "ti ho cullato...." la poesia sembra voler dire che io Madre ho indirizzato mia figlia verso una meta a cui io ho pensato.
comunque ti ringrazio.
Ciao, Gioanna
Diamine... vero! Non mi piace più il verso come lo avevo postposto... avrei solo voluto dire che gli avevi dato i mezzi, invece in effetti sembra tu già avevi la conoscenza! No, non và assolutamente! Ragazzi, vedete quante sfumature un semplice spostamento?
Brava Gioanna, non lo avevo notato... :) d'altronde era tua la poesia...
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:D Riguardo i diversi punti di vista, credo che essi abbiano risvolto nel fatto di essere o no una madre (o in età da madre! cara Zima!ahahahha! chiudo parentesi). Non si può pretendere che un figlio sappi con esattezza cosa significhi essere una madre (spesso specie le donne si riavvicinano alla propria dopo esserlo diventate a loro volta) e questo spieghi anche perchè ad es. Nicole non la senta nelle "sue" corde.
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..ho letto gli ultimi post..
Sorrido..anche perchè non potrei fare altro..
Anfra..intendiamoci..che tu sia una persona responsabile..siceramente parlando è piuttosto irrilevante all'interno di un sito di poesia..Bukowsky era un irresponsabile..eppure ogni sua parola è stata geniale..
Forse non hai chiaro il concetto..ed io qui mi prendo anche la briga di spiegartelo..non sarebbe mio compito ma poco importa..
Dunque..siamo in molti a scrivere..qui si discute di poesia e non di vita privata..
Semplice e chiara..
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Non si può pretendere che un figlio sappi con esattezza cosa significhi essere una madre (spesso specie le donne si riavvicinano alla propria dopo esserlo diventate a loro volta) e questo spieghi anche perchè ad es. Nicole non la senta nelle "sue" corde.
Ehehe ;D me lo dice sempre anche mia madre:
"un gioro crescerai, ti sposerai, avrai dei figli e capirai cosa significa essere madre!".
Oh mamma, Marina, sono felice della mia misera condizione. ;D
Comunque è vero: l'emozione che si prova attraverso la poesia, dipende molto dallo stato d'animo e dall'esperienza di chi legge. :)
Un bacio.
Nicole :-*
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ahhhhhhh!!! ;D che bello leggere l'autrice del testo!
bene, Gioanna, grazie delle tue spiegazioni che, secondo me, la dicono lunga sul fatto che la poesia dovrebbe essere sempre meditata, pensata, profondamente sentita... è solo così che un testo esce già "buono" e non ha bisogno di ulteriori modifiche!
a parte un po' di malumore di qualcuno, è stata una bella discussione che ha toccato molti argomenti e di questo sono felice.
a Marì...sarò pure in età da mamma... ma non mi sento proprio pronta per una cosa del genere... preferisco essere figlia ancora per un po'! ;D ;D
solo che ora riesco a vedere meglio il modo in cui mi è stato dato l'affetto e l'educazione, sento la grandezza della cura, l'immensità dei sacrifici fatti con amore... vabbuò... dici che sto diventando veramente grande?!?! ::) pò esse...
baciotti :-*
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ahhhhhhh!!! ;D che bello leggere l'autrice del testo!
bene, Gioanna, grazie delle tue spiegazioni che, secondo me, la dicono lunga sul fatto che la poesia dovrebbe essere sempre meditata, pensata, profondamente sentita... è solo così che un testo esce già "buono" e non ha bisogno di ulteriori modifiche!
a parte un po' di malumore di qualcuno, è stata una bella discussione che ha toccato molti argomenti e di questo sono felice.
a Marì...sarò pure in età da mamma... ma non mi sento proprio pronta per una cosa del genere... preferisco essere figlia ancora per un po'! ;D ;D
solo che ora riesco a vedere meglio il modo in cui mi è stato dato l'affetto e l'educazione, sento la grandezza della cura, l'immensità dei sacrifici fatti con amore... vabbuò... dici che sto diventando veramente grande?!?! ::) pò esse...
baciotti :-*
Ciao Zima, infatti hai ragione, questa discussione è stata bella; volevo solo far notare a Gianna che perfino Zima, dice che vuole essere figlia, vuol dire che lei il senso della frase l'ha capito, che è proprio quello del ruolo della madre nei confronti del figlio nell'insegnargli l'educazione, grazie Zima, in questo modo mi hai aiutata!
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diciamo che, a mio parere, la frase "insegnarti ad essere figlio" sia stata mal posta e, per questo, non compresa.
chi legge la frase posta in questo modo può pensare che tra madre e figlio ci sia un rapporto di sudditanza, che si impari ad essere figli come ruolo sociale, che questo rappresenti un posto in una gerarchia. la frase, posta così, risulta effettivamente fredda e limitantante: sembra quasi che un figlio non sia prima di tutto un uomo...
tuttavia posso dedurre che Anfra non intendesse assolutamente dare questa accezione alle sue parole:
un figlio, che come dice Gioanna è un uomo in potenza, deve imparare dai propri genitori a diventare le un uomo in atto, cioè acquisire, tramite la loro guida e il loro esempio -ma non solo- quelle conoscenze ed esperienze che gli consentano di camminare sulle proprie gambe. questa strada prevede anche delle rinunce, dei rimproveri e dei piccoli dolori.
io credo sia questo che Anfra volesse dire, solo che l'ha espresso male. se è così, allora dite tutte la stessa cosa.
però Anfra, questo ti deve far capire quanto sia importante esprimersi in un certo modo, lavorare sulla lingua italiana -che non è per nulla banale- e sulle immagini, ma dimostra anche quanto sia importante leggere tanto e ascoltare per imparare.
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diciamo che, a mio parere, la frase "insegnarti ad essere figlio" sia stata mal posta e, per questo, non compresa.
chi legge la frase posta in questo modo può pensare che tra madre e figlio ci sia un rapporto di sudditanza, che si impari ad essere figli come ruolo sociale, che questo rappresenti un posto in una gerarchia. la frase, posta così, risulta effettivamente fredda e limitantante: sembra quasi che un figlio non sia prima di tutto un uomo...
tuttavia posso dedurre che Anfra non intendesse assolutamente dare questa accezione alle sue parole:
un figlio, che come dice Gioanna è un uomo in potenza, deve imparare dai propri genitori a diventare le un uomo in atto, cioè acquisire, tramite la loro guida e il loro esempio -ma non solo- quelle conoscenze ed esperienze che gli consentano di camminare sulle proprie gambe. questa strada prevede anche delle rinunce, dei rimproveri e dei piccoli dolori.
io credo sia questo che Anfra volesse dire, solo che l'ha espresso male. se è così, allora dite tutte la stessa cosa.
però Anfra, questo ti deve far capire quanto sia importante esprimersi in un certo modo, lavorare sulla lingua italiana -che non è per nulla banale- e sulle immagini, ma dimostra anche quanto sia importante leggere tanto e ascoltare per imparare.
Si esatto, è proprio quello che volevo dire, mentre Gioanna parla di un ragazzo che ormai è alle suoglie per diventare uomo, io parlo di un bambino; penso perchè spesso lo leggo negli occhi dei genitori che i no fatti al proprio figlio, fanno male, mia madre mi racconta che ogni volta che io prendo la macchina sin dal primo giorno che ho preso la patente mi ha permesso di fare 50 km da sola andata e ritorno, sin da allora sta male, perchè ha paura, ma dice da madre io non posso limitarti a crescere anche se sto male, è questo che intendevo non altro. Grazie ancora Zima :)