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Discussioni in corso => Discussioni fra autori => Topic aperto da: Anfra - Giovedì 27 Novembre 2008, 17:41:39

Titolo: Cosa pensate di questa frase?
Inserito da: Anfra - Giovedì 27 Novembre 2008, 17:41:39
Divina Commedia, frase di ulisse, non siete stati fatti per vivere come bruti ma per seguire virtute e conoscenza, cosa ne pensate voi è ancora valida oggi? io ne ho fatto il mio motto.
Titolo: Re: Cosa pensate di questa frase?
Inserito da: Marco Canonico Baca8175 - Giovedì 27 Novembre 2008, 19:49:22
Credo sia una bella frase, che ovviamente può essere sempre attuale, ma appena letta quel che m'è venuto in mente è: l'inferno è lastricato di buone intenzioni!
Scusate se sono banale.
Titolo: Re: Cosa pensate di questa frase?
Inserito da: filippo arge - Sabato 10 Gennaio 2009, 01:04:52
Una volta, un mio amico l'aveva così trasformata (o deformata): "Fatti non foste per viver come Drupi, ma per seguir virtute e canoscenza"". Scherzi a parte, mi sembra che richiami ad una fondamentale serietà verso noi stessi, verso le nostre scelte di vita in cui dobbiamo cercare l'eccellenza, questo il significato della parola virtù, e allargare le nostre conoscenze. Per "conoscenza" si può intendere la conoscenza di noi stesi, del mondo, della storia, e via dicendo. Dante stesso nell'inferno conosce il male e ce ne rend partecipi. Perfino la conoscenza del male è dunque un bene. Non mi è mai parsa una frase moralistica.

                                                                                                                        Saluti
Titolo: Re: Cosa pensate di questa frase?
Inserito da: rosalunare - Sabato 10 Gennaio 2009, 01:33:06
Credo sia una bella frase, che ovviamente può essere sempre attuale, ma appena letta quel che m'è venuto in mente è: l'inferno è lastricato di buone intenzioni!
Scusate se sono banale.

Marco..... io ho pensato la stessa identica cosa..... siamo banali in due?

Moon
Titolo: Re: Cosa pensate di questa frase?
Inserito da: fallin - Sabato 10 Gennaio 2009, 12:56:26
Divina Commedia, frase di ulisse, non siete stati fatti per vivere come bruti ma per seguire virtute e conoscenza, cosa ne pensate voi è ancora valida oggi? io ne ho fatto il mio motto.

Anche a me ridorda qualcosa... con dentro qualcosa.
Titolo: Re: Cosa pensate di questa frase?
Inserito da: Phersu - Domenica 25 Gennaio 2009, 18:01:01
Divina Commedia, frase di ulisse, non siete stati fatti per vivere come bruti ma per seguire virtute e conoscenza, cosa ne pensate voi è ancora valida oggi? io ne ho fatto il mio motto.
Anfra, è chiaramente una frase di un Papa, si sa che la chiesa è sempre stata a favore delle virtù e della conoscenza. Vivere da bruti, andando in giro a bruciare chi non la pensa allo stesso modo, non è mai stato topico della chiesa, Giordano Bruno te lo potrà confermare, come Galileo, che si è salvato dal rogo per miracolo e la chiesa stessa lo ha perdonato per aver detto che la terra era rotonda, 500 anni dopo.  ;D
Anche recentemente, un noto vescovo, ha detto che la parola di dio è al di sopra di quella dello Stato, al di sopra di tutte. A Dante è andata bene, è sempre riuscito a scappare dalle grinfie del potere ecclesiastico che di "virtù e conoscenza" ne ha fatto dei veri e propri pilastri del credo, salvo qualche incendio di biblioteche, qua è la, qualche rogo di libri, codici maya compresi, e qualche altra marachella del genere.  ;D Magari sul rogo dei libri ci mettevano anche qualche presunta strega, così, tanto per ravvivare la fiamma, si sa i lbri bruciano male.  ;D
Titolo: Re: Cosa pensate di questa frase?
Inserito da: vajmax - Mercoledì 8 Aprile 2009, 14:18:53
Quella frase indica lo spirito col quale la Divina Commedia è stata scritta. La realtà deriva dalle possibilità che essa ha di realizzarsi, e queste molteplici e indefinite possibilità sono contenute nel Principio, centrale e unico, dal quale zampilla la vita. Scopo finale dell'esistenza è il ritorno alla propria origine, attraverso le cicliche modalità a spirale, sulle quali l'universo si regge. Così come gli innumerevoli numeri sono la replicazione di una stessa unità, la quale si moltiplica in forme diverse tra loro, tutti gli elementi che danno forma alla vita e all'esserci sono costituiti dal differenziarsi di quella stessa centralità, che si divide e moltiplica sempre per vie diverse, per donarsi e maturare le potenzialità di questo suo replicare nel relazionarsi delle sue parti che si allontanano, con l'atto del vivere, dal Centro assoluto che è la loro fonte. In questo dividersi dell'unità principiale, si creano le coppie di opposti che ricercano la loro unità primigenia e archetipica, allo stesso scopo che ha il Centro, che è quello di donare possibilità di maturazione della propria, connaturata, possibilità di perfezione. Ciò che ho appena detto non appartiene a una mia idea dell'esistenza, ma rappresenta la conoscenza metafisica e tradizionale che è centrale a tutte le religioni e ne costituisce il vero senso, profondo ed elevato allo stesso tempo, perché è una conoscenza che supera il tempo e non appartiene all'inventiva umana. Dante era un iniziato ai misteri sovra-individuali, e conosceva perfettamente i principi universali ai quali la manifestazione della realtà relativa è sottomessa, secondo il principio primo della Libertà assoluta e priva di costrizioni.