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Laboratorio => Commenti => Topic aperto da: arostàzazzà - Mercoledì 25 Marzo 2009, 19:27:35

Titolo: Là dove incrocia il mare
Inserito da: arostàzazzà - Mercoledì 25 Marzo 2009, 19:27:35

mi hai relegata fra la roba smessa
dove non giunge voce
e le preghiere,
mute di cenci al fianco
di edicole votive,
s’incrociano fra le canotte e
la muffa del muro del vicino

ho chiesto d’esserci
nelle anse dei tuoi sì,
là dove incrocia il mare
e giunge, inerme,
il mio canto d’amore

non c’erano incisi o virgolette
fra le parole a lungo meditate
e quando dissi: prendimi dall’alto,
non era un obbligo
ma solo il desiderio

di annettermi uno spazio fra le labbra


le tue.






Ognuno di noi porta dentro di sé una componente femminile, anche se, molti cercano di annientarla vergognandosi di quegli aspetti che possano rivelare una partiocolare sensibilità.
Da parte mia non ho mai sofferto del complesso del "macho" e, a volte, mi piace mettermi in contatto con la mia anima femminile e cercare di non dimenticare che prima di essere uomini e donne siamo parte di un cosmo.
So bene che è difficile per un uomo interpretare il pensiero di una donna, ma io ci provo di quando in quando, senza pretendere null'altro che affacciarmi per un attimo nel loro spicchio di universo ed afferrare brandelli di emozioni che altrimenti ignorerei.
Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: Marina Como - Mercoledì 25 Marzo 2009, 21:09:43
 :D Non sò se sei riuscito a cogliere lo spicchio femminile, non mi è mai venuto in mente di farmi riporre in un vecchio armadio per poter farmi prendere "dall'alto" ma d'altronde è pur vero che credo di essere un pochino mascolina anche io! E poi non credo che la storia che tu descrivi sia proprio questa... semmai proprio per essermi donata sono stata riposta e questo pensiero è più maschile che femminile: il prendere e lasciare, intendo. Stò blaterando a ruota libera ed il discorso ne risente! Cambiamo...
La poesia mi è piaciuta poichè ha un suo fascino di alternanze, così come l'amore ed il risentimento.
La quiete del mare e delle anse, ma anche il linguaggio deciso del "prendere" "annettere", ed il ritmo è ben fatto e studiato. Debbo dire che a prima lettura, però proprio questo cozzare nelle immagini e linguaggio mi ha fatto una brutta impressione... per questo prima rileggo sempre più volte, ne è valsa la pena! Stupendi i versi "mute---votive" i miei complimenti.
Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: arostàzazzà - Giovedì 26 Marzo 2009, 14:10:06
:D Non sò se sei riuscito a cogliere lo spicchio femminile, non mi è mai venuto in mente di farmi riporre in un vecchio armadio per poter farmi prendere "dall'alto" ma d'altronde è pur vero che credo di essere un pochino mascolina anche io! E poi non credo che la storia che tu descrivi sia proprio questa... semmai proprio per essermi donata sono stata riposta e questo pensiero è più maschile che femminile: il prendere e lasciare, intendo. Stò blaterando a ruota libera ed il discorso ne risente! Cambiamo...
La poesia mi è piaciuta poichè ha un suo fascino di alternanze, così come l'amore ed il risentimento.
La quiete del mare e delle anse, ma anche il linguaggio deciso del "prendere" "annettere", ed il ritmo è ben fatto e studiato. Debbo dire che a prima lettura, però proprio questo cozzare nelle immagini e linguaggio mi ha fatto una brutta impressione... per questo prima rileggo sempre più volte, ne è valsa la pena! Stupendi i versi "mute---votive" i miei complimenti.


Grazie Marina, soprattutto per quanto dici nella prima parte del tuo commento.
In realtà anche se non l'ho esplicitato è proprio questo che mi interessava: capire dove, inevitabilmente, il mio cercare l'universo femminile si discostasse dal reale e dove arriva il mio limite di essere uomo.
Nel testo che ho proposto ho cercato di osservare e descrivere da un punto di vista che non fosse il mio, una situazione reale: quella che si viene a creare quando ci si accorge di vivere un amore non più corrisposto.
Ho cercato solo di individuare lo stato d'animo  le sensazioni, le emozioni, le delusioni, la rabbia di una persona (donna) che si trova ad affrontare una situazione in cui sente non più corrisposto l'amore che prova per il "suo" uomo. Il resto, le immagini che utilizzo, sono semplicemente una trasposizione del mio stato d'animo io dovessi trovarmi in una situazione del genere.

Ovviamente la seconda parte del tuo commento mi giunge gradita anche solo per il semplice fatto di aver incontrato il tuo interesse.

Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: Zima - Giovedì 26 Marzo 2009, 14:27:45
secondo me, quando si tratta di Amore non corrisposto, i sentimenti tra uomo e donna non possono essere così differenti.
perchè, quando non si trova più uno spazio, quando ci si sente messi da parte, come possiamo sentirci se non delusi e affranti. forse, un uomo non continuerebbe a cantare l'amore, se amasse per davvero? anche se sa che questo suo canto si perde tra i tessuti chiusi in un armadio...

io ritrovo un sentimento affine a quello che potrei provare io, in questa circostanza.

per quel che riguarda le immagini proposte, le trovo calzanti.
una cosa che mi ha scosso, che mi è vibrata dentro, è stato il verso in cui si ribadisce "non era un obbligo, ma solo un desiderio", forse per il modo in cui mi appartiene e lo sento forte dentro.
a volte i desideri urlano così forte che a qualcun altro potrebbero sembrare pretese, e invece...

bhe, a me è piaciuta!
promosso, vega!  ;D
Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: assenzio - Giovedì 26 Marzo 2009, 16:12:33

Nel testo che ho proposto ho cercato di osservare e descrivere da un punto di vista che non fosse il mio, una situazione reale: quella che si viene a creare quando ci si accorge di vivere un amore non più corrisposto.
Ho cercato solo di individuare lo stato d'animo  le sensazioni, le emozioni, le delusioni, la rabbia di una persona (donna) che si trova ad affrontare una situazione in cui sente non più corrisposto l'amore che prova per il "suo" uomo.


Peccato. Ormai hai spiegato che si parla di amore non corrisposto. Checcedevofà.
Non la leggevo così/ troppo ho aspettato per la mia interpretazione (quasi 20 ore).
E adesso non ha più senso.

Buona la poesia :)
Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: arostàzazzà - Giovedì 26 Marzo 2009, 19:35:14
Vorrei ringraziare Zima per il commento e per avermi dato delle indicazioni preziose. Vi sembrerà strano, ma ho sempre trovato importante ed interessante capire i meccanismi che dividono i pensieri femminili e maschili e quelli che li accomunano. Il tuo commento è stato prezioso, come quello di Marina. Spero che qualcun altra/o possa contribuire a questo che, col pretesto di una poesia, potrebbe essere un piccolo spazio per indagare su questi due mondi così affini ma così diversi nelle sfumature quotidiane. Mi piacerebbe un approccio filosofico-mentale che metta in evidenza le constatazioni di fatto.

Per assenzio: chi mi conosce sa che non do mai spiegazioni sui miei testi perchè mi piace che chiunque legga possa trovarci un suo spazio e delle sue emozioni che saranno diverse da quelle di chiunque altro, come una sorta di impronta digitale data dal vissuto di ognuno di noi e diversa per ogni individuo.
Stavolta non volevo dei commenti al testo in sé, anche se non mi dispiace riceverli (assieme a dei suggerimenti tecnici, quindi se volete continuate pure a farli), quanto piuttosto dei pareri ed un approccio più filosofico alla tematica dei processi mentali uomo-donna. Ciò detto, per me è importante conoscere la tua interpretazione del testo, anche se, come detto, lo scopo stavolta non era esattamente quello.
Grazie del passaggio.



P.S. Ho pensato che magari potrei postarla sul sito e vedere l'effetto che fa.
Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: assenzio - Giovedì 26 Marzo 2009, 19:54:29


Per assenzio:  non volevo dei commenti al testo in sé, anche se non mi dispiace riceverli, quanto piuttosto dei pareri ed un approccio più filosofico alla tematica dei processi mentali uomo-donna.


Perdona se non avevo capito quello che volevi. Comunque sia io non sono in grado di affrontare tematiche dal punto di vista filosofico. Lascio spazio a chi lo sa fare.

Ciao :)
Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: arostàzazzà - Giovedì 26 Marzo 2009, 20:24:03

Perdona se non avevo capito quello che volevi. Comunque sia io non sono in grado di affrontare tematiche dal punto di vista filosofico. Lascio spazio a chi lo sa fare.

Ciao :)

Non saprai farlo da quello filosofico, ma da quello mentale è impossibile tu non sappia affrontarle visto che sei una donna. E comunque ti ringrazio lo stesso. Il mio era solo un tentativo di creare una discussione, ma se questo dovesse creare problemi mi limiterò a fare quello che mi riesce meglio....  ;)  ;D
Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: assenzio - Venerdì 27 Marzo 2009, 00:40:06
ma se questo dovesse creare problemi mi limiterò a fare quello che mi riesce meglio....  ;)  ;D

allora per esempio questa tua frase, la senti più dettata dalla tua componente maschile o femminile? perché in tutta la poesia io non ci vedo un abbandono subito da parte di una donna dal suo uomo. ma un abbandono volontario di ambienti e cose da parte di lei, per seguirlo anche in dimensioni che non le sono consone (di questo la tua frase pare un riassunto)

Sono certa di poterlo dimostrare, perché la poesia si legge anche da questo punto di vista, in cui certo sarei io donna a parlare con le tue parole.


Così, una buona notte a chi se ne va senza salutare. :)
Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: AnnamariaMilazzo lightdark - Venerdì 27 Marzo 2009, 00:46:07
...senza occupare troppo spazio ti rispondo così...

http://www.scrivere.info/poesia.php?poesia=74949

e comunque, ma forse sono influenzata dal sapere che sei uomo, io non ci leggo troppo la parte femminile, anche se, come già detto, in ognuno di noi ci sono entrambe le parti e l'abbandono non ha sesso...è un sentimento; poi c'è chi lo vive in modo drammatico e c'è chi, raccolti i cocci, si risolleva e prosegue.

Nella seconda strofa leggo di una richiesta d'amore che tanto inerme non mi appare, con il sapore di una forzatura si camuffa in un canto d'amore; quando si ama o si pensa di amare non si fanno richieste...e qui c'è la pretesa..."ho chiesto"...

Nella terza strofa c'è una premeditazione di quello che avresti detto, conclusasi con un imperativo camuffato da desiderio che tra l'altro, nella chiusa, chiede addirittura l'annessione di uno spazio nella persona stessa...

Insomma, io l'ho letta così!...troppo di parte?...bhe, hai lasciato tu la libertà di esprimermi...

ciao  ;D non me ne volere!
Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: cipreacalend - Venerdì 27 Marzo 2009, 11:38:37
E' un femminile "piegato", dalla vita, mi sembra e non solo da un amore non corrisposto. Forse mi appartiene poco l'idea di dover mendicare un'attenzione o spiegare le ragioni avvilite dell'amore, oppure di essere considerata come un indumento smesso... Le donne hanno reazioni di rabbia, piangono, urlano, sbattono le porte, spariscono in un cantuccio, dimenticano e/o si curano le ferite lontano. Manifestano, insomma i loro sentimenti, al contrario di un uomo, solitamente...
Quello che apprezzo di questa poesia è proprio il tentativo di far parlare il femminile, non solo mettendosi nei "panni di", ma quello di ricercare altri modi dentro di sé di esprimere sentimenti ed emozioni. Non è facile questa impresa, così come non è facile per noi donne entrare appieno nell'universo maschile... mi hai dato un'idea che voglio mettere in pratica e cioè provare a far parlare quella mia parte maschile che tengo chiusa nelle emozioni e nel sentire... quindi, Grazie! :-*
Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: arostàzazzà - Venerdì 27 Marzo 2009, 16:48:32
Assenzio: grazie per il tuo passaggio. Il fatto che tu abbia una tua personale percezione del testo  mi fa piacere, perchè conferma quanto si va dicendo da sempre e cioè che ognuno legge quello che il cuore gli ispira in quel momento.
Per quanto riguarda la frase che mi evidenzi, francamente non ho capito. Per fare quello che ci riesce meglio bisogna essere maschi o femmine? Boh!
Chiedo scusa,poi, per essere andato via dalla chat ieri sera senza salutare. La mia uscita in questo modo brusco era riferita ad una discussione amichevole di qualche giorno fa dove dissi che si passava metà del tempo a salutare chi entrava ed usciva, Per essere coerente sono uscito avvisando che non salutavo.

Annamaria: ho letto la tua poesia ed in effetti mi rendo conto (ma non c'era bisogno della poesia per questo) di essere distante anni luce dal vostro "sentire" (non per nulla ho scontri quasi quotidiani con le donne che "amo"), ma continuerò a provarci.

Per quanto riguarda il resto tu e Mirella avete afferrato esattamente quello che chiedevo e vi ringrazio di averlo fatto sotto questa forma.
Mi colpiscono le parole di Mirella: "mi appartiene poco l'idea di dover mendicare un'attenzione o spiegare le ragioni avvilite dell'amore, oppure di essere considerata come un indumento smesso... Le donne hanno reazioni di rabbia, piangono, urlano, sbattono le porte, spariscono in un cantuccio, dimenticano e/o si curano le ferite lontano. Manifestano, insomma i loro sentimenti, al contrario di un uomo, solitamente...". Pensavo di riuscire a farlo, ma evidentemente sono ancora ben lontano.
Noi maschietti abbiamo un grande limite: quello di non riuscire a manifestare apertamente i nostri sentimenti,  per questo sono qui: per capire, imparare e poi cercare di metterlo in pratica.
Ma c'è bisogno di aiuto e voi tutte, nessuna esclusa, mi sembrate un ottimo punto di riferimento.
Spero non vi dispiaccia se dovessi riprovarci.

Ancora grazie a tutte.
Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: AnnamariaMilazzo lightdark - Venerdì 27 Marzo 2009, 22:54:42
mi hai relegata fra la roba smessa
dove non giunge voce
e le preghiere,
mute di cenci al fianco
di edicole votive,
s’incrociano fra le canotte e
la muffa del muro del vicino

ho chiesto d’esserci
nelle anse dei tuoi sì,
là dove incrocia il mare
e giunge, inerme,
il mio canto d’amore

non c’erano incisi o virgolette
fra le parole a lungo meditate
e quando dissi: prendimi dall’alto,
non era un obbligo
ma solo il desiderio

di annettermi uno spazio fra le labbra


le tue.




Ognuno di noi porta dentro di sé una componente femminile, anche se, molti cercano di annientarla vergognandosi di quegli aspetti che possano rivelare una partiocolare sensibilità.
Da parte mia non ho mai sofferto del complesso del "macho" e, a volte, mi piace mettermi in contatto con la mia anima femminile e cercare di non dimenticare che prima di essere uomini e donne siamo parte di un cosmo.
So bene che è difficile per un uomo interpretare il pensiero di una donna, ma io ci provo di quando in quando, senza pretendere null'altro che affacciarmi per un attimo nel loro spicchio di universo ed afferrare brandelli di emozioni che altrimenti ignorerei.



Comunque Vega  ;) è molto bella, anche se le avrei dato un ritmo diverso proprio a incidere il dolore provato!

...ma questa è un'altra storia!...e ognuno ha il proprio stile!  :)
Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: Chiara Catanese - Sabato 28 Marzo 2009, 20:26:01
Probabilmente arrivo in ritardo e tutto è stato detto ;D
Quindi magari sembrerò una corista che si aggiunge al coro...comunque...

Ho letto più volte la tua poesia con attenzione. Sinceramente anche a me è parso veicoli un'immagini un po' stereotipata della donna abbandonata... a partire da quell'accostamento con la roba smessa fino a quel desiderio manifestato come un "ti scongiuro" e quel "prendimi dall'alto" mi suona un po'...strano, potrebbe risultare fraintendibile. (da un lato potrebbe esprimere desiderio di protezione, dall'altro si potrebbe leggere come inferiorità da parte della donna) Concordo con chi ha osservato che il sentimento dell'abbandono alla fine è lo stesso fra uomini e donne...differisce il modo di esprimerlo? Pardon, mi viene in mente la canzone di Cremonini "Gli uomini e le donne sono uguali"  ;D ma delle differenze ci sono, come anche dei punti di incontro. E' impossibile esaurire questo campo così vasto e anche controverso con un post, davvero ci sarebbero tante cose da dire e da sviscerare che salterebbero fuori...
Mi aggiungo anche col fare un plauso a questa ferrea volontà di mettersi in contatto con la propria parte femminile, di cercare altri modi per sviscerare le cose, di non chiudersi in se stesso.
Vorrei però che questo non diventasse un modo per pensare rigidamente in categorie...magari sbaglio, ma non mi sembra corretto...
Comunque l'andare dei versi è elegante e ci sono immagini molto belle, nello specifico la seconda strofa e la chiusa. Quel "le tue" mi sembra però un ultimo indulgere all'ingenuità (è fatto apposta per dar voce alla canonica ingenuità femminile?)
Perdonami la pignoleria ma ti meritavi un commento non superficiale (almeno ho cercato di farlo -altrimenti l'avrei bollata semplicemente come "una bella prova, bella", stilisticamente, non avrei poi mentito, ma ho preferito andare più a fondo ) e sincero :)

Just my two cents :D
Non so quanto posso esserti utile, una volta mi hanno detto che ho un cervello maschile perchè per certi versi mi tengo tutto dentro ;D
Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: arostàzazzà - Domenica 29 Marzo 2009, 17:06:12
Chiara, intanto ti ringrazio; il tuo intervento ha scatenato delle riflessioni che riporterò più avanti, ma nell’immediato volevo rispondere ad alcune tue osservazioni che trovo estremamente corrette, ma un po’ soggettive.
Sono ’accordo quando dici che forse fornisco una immagine stereotipata della donna “abbandonata”, ma credo sia una visione universale che possa adattarsi ad entrambi i sessi; la persona “abbandonata” risulta essere quella più vulnerabile in quel momento proprio perché attore passivo degli eventi. Dunque l’accostamento con  la “roba dimessa” non riveste una caratteristica legata al sesso, quanto una delle caratteristiche fondamentali dell’essere investiti direttamente dalle conseguenze di azioni non volute, ma subite.
La mia visione dell’abbandono è, in questo caso, legata più alle emozioni individuali che al coinvolgimento emotivo legato al sesso.
Immagino che anche un uomo possa sentirsi, nelle stesse condizioni emotive,  come “roba dimessa” dimenticata in un armadio, senza per questo necessariamente generalizzare il sentimento alla totalità degli elementi umani di sesso maschile.
La domanda allora avrebbe potuto essere: quante donne si potrebbero riconoscere in queste emozioni nel momento in cui si trovassero abbandonate nei propri sentimenti?
Sono d’accordo che la complessità e la vastità dell’argomento non possano assolutamente essere esauriti con un banale post, tuttavia ritengo comunque utile un approccio all’approfondimento che può, anche nel piccolo spazio di un forum, portare alla comprensione di sentimenti ed emozioni  che pur appartenendo alle due sfere distinte dell’umanità (uomo/donna) rappresentano la ricerca del massimo comun divisore (dal punto di vista razionale nonché emotivo) di entrambi.

Non si tratta di ragionare per categorie, sarebbe un errore macroscopico. Il mio intento, del tutto personale, è quello di cercare di comprendere ed avvicinarmi alla percezione dell’altra parte di me stesso, quella parte che a volte ignoro o che cerco di scacciare quando invece sarebbe il caso di valorizzare .

(continua)
Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: arostàzazzà - Domenica 29 Marzo 2009, 17:09:01
(segue)


Ma ritornando alle riflessioni cui accennavo all’inizio, ieri sera, come qualche volta accade, discutevo di questo argomento con una cara amica e durante la discussione sono scaturite alcune interessanti osservazioni.
Intanto che nei processi mentali femminili e maschili, più propriamente dell’uomo e della donna, ci sono delle notevoli differenze che si evidenziano soprattutto nei momenti di particolare stress (emotivo, fisico, psichico,) e da questo scaturisce un diverso modello comportamentale.
In certe situazioni sarebbe utile riuscire ad avvicinarsi al modo di pensare ed agire  femminile, anche se ci si rende conto che non c’è un modo unico di affrontare le situazioni. Quello che manca è proprio la complessità delle emozioni femminili che, a differenza del mondo maschile dove al massimo si riesce a ragionare in termini di sfumature di grigio, presentano un caleidoscopio di colori.
Io riesco a leggere la rinuncia, a volte la ribellione, ma mi manca tutto il resto.
Le sfaccettature sono molteplici e vorrei possedere la capacità di immedesimarmi in altri punti di vista; per esempio sto lavorando sugli aspetti della femminilità che tutt’ora creano perplessità in un certo strato di popolazione di genere maschile: la donna come individuo autonomo e capace di rivestire un ruolo rilevante nella società contemporanea (basti pensare alla concezione della donna in alcune regioni della terra).
A questo punto mi chiedo:, se avessi scritto il testo di cui sopra come uomo, riferendomi all’abbandono, carico di rabbia, ma usando il genere femminile negli aggettivi e nei pronomi, qualcuno avrebbe potuto affermare che un tale testo avrebbe incontrato il favore di una parte  delle donne; quelle che pensano al “maschile” e ritengono la diversità fra i sessi non un mero fattore di emancipazione, ma una questione di suddivisione dei poteri?
Ma se così non fosse e se differenza c’è, allora cosa ci differenzia e quando avviene esattamente la differenziazione?
E proprio questo che non mi è chiaro. Qual è il momento cruciale di un processo mentale che scatena questa differenza. E ancora, e’ una differenza di materia cerebrale e dunque indipendente dalla nostra volontà  oppure frutto di una diversa evoluzione?
Posti davanti ad un problema qual è il fattore che determina un diverso modus comportamentale?

(continua)
Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: arostàzazzà - Domenica 29 Marzo 2009, 17:10:14
(segue)

Qualcuno parla di ruoli diversificati e di sottomissione da parte del ruolo femminile,  ma allora la domanda è: perché dovrebbe esserci la necessità di sottomettersi e perché la sottomissione è femminile? E’ solo una questione di fisicità derivante da una pura constatazione basata sulla forza fisica? E perché allora nelle società matriarcali è la componente femminile a dominare? E se i ruoli stessero modificando? Se l'evoluzione stesse prendendo un percorso differente ?
 Troppo facile dire: “siamo diversi, io non capirò mai le donne”, questo è come asserire che non capirò mai una parte di me stesso, (anche se poi è vero che ci sono aspetti di me che mi risultano ancora ignoti, ma non per questo rinuncio a capirli).
Avrei altri quesiti, ma aspetto di capire se interessano prima di sviscerarli.




P.S. Non immaginavo venisse un post così lungo, se non avete avuto la forza di arrivare fino in fondo avete la mia comprensione. Prometto: da ora in poi post brevissimi.
Titolo: Re: Là dove incrocia il mare
Inserito da: Zima - Lunedì 30 Marzo 2009, 10:42:31

Leggendo le tue riflessioni ed i commenti precedenti, sono sempre più convinta che il sentimento non può essere influenzato dal sesso: una persona che, pur amando, viene abbandonata, si sentirà, indipendentemente dall'essere donna o uomo, come un abito dismesso, un oggetto abbandonato, suo malgrado. quello che cambia, forse, può essere il modo di reagire all'abbandono (ma di ciò tu non hai fatto cenno nei tuoi versi nei quali hai sviluppato solo la parte relativa al sentimento provato) che non dipende solo dal sesso, ma da altri mille fattori scatenanti: il carattere (più aggressivo o più remissivo), il modo di amare, l'intensità del sentimento provato.

La donna e l'uomo, però, come ben noto anche da studi scientifici al riguardo, sono differenti, la corporatura lo è, il cervello lo è. Quindi, non è solo la cultura ad influenzare i comportamenti dell'uno o dell'altro, ma la stessa chimica lo impone.
 Differenza però non dovrebbe voler dire prevalicazione del ruolo dell'uno sull'altro, ma convivenza e suddivisione equa, secondo natura, dei ruoli. In una società moderna, dove l'essere umano non ha bisogno di andare a caccia per mangiare, donna e uomo possono interagire e assumere ruoli identici nell'ambito lavorativo, fermo restando la differenza di approccio ai problemi (ma questo è un altro discorso che con i sentimenti non ha nulla a che fare).
è noto che la donna è più meditativa, mentre l'uomo è più votato all'azione, è diretto e... "parte"! sarà forse per questo motivo che, spesso e volentieri, divide tutto in bianco e nero, intervallando sfumature di grigio, mentre la donna, per tua definizione, guarda ai problemi della vita quotidiana, del lavoro e degli affetti, analizzandone mille sfaccettature e una molteplicità di punti di vista fino a colorarli, a volte generando confusioni interne...

secondo me, ci si può venire incontro e cercare di comprendersi vicendevolmente, osservando l'altro e ascoltando le parti più nascoste di se stessi, ma soprattutto... accettandole!
(non sai quanto vi odi... eppure vi amo lo stesso!  ;D ;D ;D )