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Laboratorio => Commenti => Topic aperto da: Chiara Catanese - Lunedì 30 Marzo 2009, 23:59:53
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No, non ho deciso di lasciare il sito, ma voglio sottoporvi una mia poesia (quindi togliete quella bottiglia di champagne ;D)
Dunque...*si schiarisce la voce* Come ho già avuto modo di dire confrontandomi con alcune persone qui privatamente, sono abituata nel mio "poetare" a privilegiare la spontaneità della creazione poetica, e a considerare meno l'aspetto puramente formale. Ancora, mettendo eccessivamente mano a dei versi, ho la sensazione di "profanare" la poesia, nonostante questo sito mi abbia aiutata a capire che un certo lavoro di labor limae non è un delitto, anzi.
Insomma, sto compiendo un percorso di crescita poetica (ben lungi dal concludersi, e meglio così ;D) in cui mi piace esplorare varie vie e mettermi in discussione, e davanti ad un'altra poesia partorita in due versioni -seppur con una piccolissima differenza- ho deciso di sentire anche pareri esterni, magari ne verrà fuori qualcosa di interessante/utile/illuminante, e male non fa.
Non c'è metrica, quella magari più in là ;D
Prima versione:
Addio
Mi lascio un po’ di soli
cuciti alle spalle
sciolti in vecchi tramonti
ho solo passi di nebbia e ombra
in vertigine di notte
che si apre
e l’ultima lettera della parola
“addio”
è pozzo senza fondo come la notte
che inghiotte questa stazione.
Seconda:
Mi lascio un po’ di soli
cuciti alle spalle
sciolti in vecchi tramonti
ho solo passi di nebbia e ombra
a congiungermi
in vertigine di notte che si apre
e l’ultima lettera della parola
“addio”
è pozzo senza fondo come la notte
che inghiotte questa stazione.
Non vi dico nulla per ora sulla genesi ed il significato, ok? Vi lascio liberi, non vorrei influenzarvi.
Grazie dell'attenzione :)
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olà! bella, Chiara... davvero bella!
le immagini sono originali (anche se mi hai copiato le ombre cucite alle suole... tu ti sei cucita soli alle spalle :P scherzo!!! ;) ) e anche la composizione in sè nn ha gravi "difetti" formali! :D
non mi soffermo sul significato che però non mi sembra così nascosto e passo direttamente al dunque.
il passo al quale stai lavorando è quello più critico perchè, effettivamente, non trova la forma giusta e non mi piace nè nella prima versione nè nella seconda.
prima di tutto è brutto quel ripetersi di genitivi: passi di nebbia/vertigini di notte
poi la ripetizione della parola notte come termine di paragone: vertigine di notte/fondo come la notte
e poi tutto il modo con cui è collegata...
detto ciò, vediamo come la riscriverei io (senza presunzione... faccio solo una prova ;) )
Mi lascio un po’ di soli
cuciti alle spalle
sciolti in vecchi tramonti
ho solo passi di nebbia e ombra
-vertigini-
sul filo della notte
e l’ultima lettera della parola Addio
è una voragine che inghiotte
la stazione
ok... io la vedrei così, certamente condizionata dal mio personale modo di scrivere e non per forza è il modo migliore per te.
la mia abitudine è quella di lasciare aria ai versi, perchè il lettore possa respirarli e dare un'interpretazione sua, lasciargli spazio per l'immaginazione e quindi anche di non esplicitare continuamente i paralleli tra le parole e i concetti, rischiando così di banalizzarli.
può darsi che abbia stravolto qualche significato o che alcuni particolari collegamenti non siano più così evidenti ma io ce li vedo tutti.
dimmi cosa ne pensi tu. ;)
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Sicuramente il mio intervento non sarà di alcun peso sulle tue finali decisioni ma trovo la prima versione decisamente migliore, più sintetica ;) ...come amo fare io per certi "versi"...anche se la ridurrei maggiormente.
Mi incuriosisce poi sapere cosa intendi per l'ultima lettera della parola "addio"...la O...come la forma della bocca del pozzo dove tutto può cadere o cosa?
...mi lascio un po’ di soli
cuciti alle spalle
sciolti
in vecchi tramonti
Ho solo passi di nebbia e ombra
in vertigine di notte
che si apre
e l’ultima lettera della parola
“addio”
è pozzo senza fondo
che inghiotte questa stazione...
Io l'avrei impostata così dando aria e importanza alle parole di un certo peso...mettendo i puntini sui capi per far capire che comunque si tratta di uno scorrere di vita
ciao ;)
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Francamente non vedo differenza tra la prima e la seconda versione a parte l’aggiunta di un “a congiungermi” che potrebbe essere importante nel contesto, ma non modifica di molto l’essenza del testo.
Io condivido il punto di vista di zima (e comincio a preoccuparmi di condividere così spesso i punti di vista di qualcuno ;D).
Qualche respiro all’interno del testo permette di comprenderne il significato, di assaporarne le sfumature, di dare il giusto peso ad ogni passaggio. Solo in questo modo posso evitare l’utilizzo dei segni di interpunzione, altrimenti diventa difficile stabilire le pause.
Mi piace la riduzione all’osso dell’utilizzo degli aggettivi (uno solo) che rendono “stabile” l’intera impalcatura
Io non la vedrei molto dissimile da come è stata scritta (a parte le pause).
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Ci ritorno sopra...
Per evidenziare la ripetizione del sostantivo " notte" di cui si può fare a meno nella seconda.
Oltretutto esprimere "pozzo senza fondo come la notte" è un po' scontatuccio, per questo mi trovo d'accordo con la versione di Zima.
Non eliminerei il "questa" dall'ultimo verso perchè riferito alla stazione, mai citata prima. Non ho mai detto di trovarmi in una stazione lo faccio nell'ultimo verso. Dire "questa stazione" e non "la stazione" fornisce un senso di temporalità (ora) e di determinatezza spaziale (qui).
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è vero...
quando ho deciso di eliminare "questa" mi sono trovata a meditarci su, proprio per quella temporalità di cui parla Vega... però, io sono anche una maniaca del suono... e, immaginando di leggere ad alta voce la poesia, quel termine mi stonava proprio!!! d'altra parte, anche se non si parla precedentemente di una stazione, quella che si cita non può che essere il luogo dell'addio.
bello ragionare insieme... si scoprono un sacco di cose.
qualora Chiara lo volesse, potremmo discutere insieme delle altre scelte che ho fatto, così come di quelle di Annamaria...
bacetti a tutti :-*
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Grazie mille a tutti delle risposte, è davvero un piacere leggerle e ragionare insieme, mi accodo totalmente a Zima!
E certo che possiamo discutere delle altre scelte, è un piacere ed è utile a tutti, sono felice che da quanto ho postato possa svilupparsi un confronto interessante e costruttivo come stiamo facendo!! :)
Magari si unisce anche qualcun altro :)
Dunque... Zima, con il tuo tocco, non potevi che farla diventare bellissima e impeccabile!
Ops, sorry, ultimamente mi è preso con il verbo cucire! :laugh:
Appunto questo passo mi sta risultando ostico. L'immagine che avevo in mente è questa: detto in soldoni, i soli rappresentano i bei momenti ormai trascorsi (non scendo nei dettagli di ogni immagine, ma se volete posso farlo), che vengono lasciati alle spalle. Davanti c'è un abisso di solitudine e incertezza, ignoto, instabilità: l'emblema è la notte. Avete presente il buio quando è totale, un gomitolo di spire scure, che danno come una vertigine? Ecco, è con questa immagine che volevo rendere tale sentimento.
Ecco perchè tengo molto a quest'immagine e la tua versione come dicevo, Zima, è impeccabile e bellissima come lo è l'immagine "sul filo della notte", per l'appunto molto più "ariosa" però forse non mi convince appieno nella resa di quella vertigine che si apre che avevo in mente... ???
Magari è solo un mio percorso mentale! Anche per la voragine, nulla da obiettare, è che il pozzo nella mia mente lo vedo come più calzante...magari solo per suggestione...inoltre lo vedo come contenitore dell'inchiostro della notte...e più accostabile alla O ;D ma per l'appunto direi si tratta di scelte soggettive che si fanno sotto l'influsso di suggestioni e percorsi mentali addirittura non del tutto individuabili...
Mi sto rendendo conto che mica è così semplice trovare un equilibrio fra le immagini che hai in testa, le parole che puoi usare, la loro disposizione all'interno del testo (facendo salvi un senso nel disporle e un certo ordine) e la musicalità!^^
(...continua...)
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(segue)
Annamaria, esatto, la "O" alludeva proprio al pozzo! In un senso materiale e metaforico...ad esempio si potrebbe leggere come "quella parola, addio, risuona nella mia mente nella mia disperazione e alla fine si allarga come un pozzo in cui sprofondo e che fagocita tutto" (ma che dramma! ;D)
Mi piace come hai disposto i versi rimarcando con gli spazi le parole che hai visto come chiave...io avevo cercato di farlo rimarcando "che si apre" e "addio", come a dire "si apre davanti un mondo spalancato dall'addio", come a riassumere visivamente il senso di tutta la poesia.
Non mi piace però dare troppe pause, la vedo troppo frammentata senza che ci sia bisogno e troppo lenta...(parere personale! ;)) mi basta rimarcare quelle. bella l'idea dello scorrere di vita! però sinceramente i puntini non mi avevano fatto pensare a quello (perdonate la mia pignoleria! :D è per scambiare opinioni!! ;) poi io ovviamente ho un disegno in testa e quindi li filtro alla luce di quello!)
Vega, l'avevo detto che la differenza è infinitesimale! ;D Ma io mi impunto pure su questo ;D
Quel "a congiungermi" l'avevo pensato per una questione visiva, per rendere l'idea che l'unica cosa che resta è sprofondare in quell'abisso. Sul "questa" mi trovo d'accordo con te...anche a me non specificare mi da un senso di impersonalità...personalmente ;D
Sul "notte" è vero, la parola è ripetuta a distanza breve...io l'avevo fatto perchè personalmente mi suonava bene "notte che inghiotte"...
Non so se vi siete persi fra le mie capriole mentali ;D (ma vi ringrazio di cuore tutti!)
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chiaretta cara, tu mi fai troppi complimenti che non hanno ragion d'essere. >:( ;D
la mia versione è per l'appunto "mia"... lo diventa per l'interpretazione che io ho dato alle tue parole, per questo non può collimare perfettamente con la tua! ehehehehe
ti dirò cosa ho letto nel tuo testo: una partenza, un addio ad un rapporto importante del quale, i bei ricordi dei momenti vissuti, pur se passati ti rimangono addosso, cuciti... per l'appunto! di fronte a te lo scenario "drammatico" del saluto, che si rappresenta nell'oscurità fonda della notte senza stelle, angosciante come può esserlo un pozzo "fagocitatutto"... ci ho visto un addio che si apre su se stesso (nella O) inghiottendo anche la notte e i tuoi passi ormai solitari, insieme alla stazione.
in base a qst interpretazione, come ti dicevo, alcune immagini mi sono venute spontanee.
nel parlare di passi e di vertigine di notte, ti ho immaginato, un passo dopo l'altro, in preda ad una vertigine, così nasce l'immagine del filo, suggeritami anche da quel "congiungermi" che usi nella seconda versione: tu funambula delle tue paure, sul filo che dai soli del ricordo ti conduce alla notte.
per l'ultima parte, con quella O che si spalanca in vOragine (vedi come anche in qst parola si ritrova il suono, l'apertura e l'immagine del tuo pozzo) la parola Addio si trova implicitamente in congiunzione con l'immagine dell'oscurità della notte di cui sopra.
in questo senso ho pensato che tutto tornasse, in fin dei conti e che specificare ancora pozzo profondo come la notte fosse proprio inutile.
che il pozzo è profondo, si sa già...di solito, così come il parallelo con la notte (profonda e scura) è un po' scontato.
in ogni caso, la scelta delle parole, del suono e dei significati è estremente soggettiva e, infatti, di un testo poetico si possono dare moltissime interpretazioni, alcune vicine, altre lontanissime dal messaggio originario dell'autore.
quello che mi interessava, in qst sede, era proprio sperimentare, ciascuno secondo la propria sensibilità, un adattamento del testo a seconda dell'interpretazione, esplicitando i percorsi logici che ci hanno condotto alla scelta. ;)
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però... vediamo...
se non volessi cambiare nessuna delle tue parole...
Mi lascio un po’ di soli
cuciti alle spalle
sciolti in vecchi tramonti
Ho solo passi di nebbia e ombra
una vertigine che apre la notte
quando l’ultima lettera della parola
“addio”
è pozzo senza fondo
a inghiottire questa stazione
quel "questa" però, mi suona sempre male!!!!! :-X
vabbè... io c'ho provato! :-[
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Sono completamente d'accordo con te!
Sulla soggettività/interpretazione
Esatto, un testo può contenere varie interpretazioni ed è anche questo il bello, ed è bellissimo e molto interessante per chi scrive confrontarle!
un piacere leggere l'interpretazione (bellissima) che ne hai dato! che tra l'altro non si discosta poi molto da quello che volevo comunicare
Del resto, ho poi pensato che l'immagine "-vertigini- sul filo della notte" è pure calzante, dato che per l'appunto facendo l'equilibrista su un filo si hanno le vertigini :D
rifletterò ancora su quanto hai osservato :)
(Ed i complimenti hanno piena ragion d'essere!!!)
Ho letto il messaggio aggiunto:
ecco che ne sforni un'altra interessante! ;D
bello "vertigine che apre la notte"
il "quando" mi suona un po' strano...cioè, nel complesso mi sembra un po' lenta (ahahah, perdonami/temi se ho sempre da ridire! :D magari è solo che mi suona strano vedere le mie parole/concetti ritoccati! :laugh:)
Vai vai tranquilla, che ci hai provato e ci sei riuscita, me l'hai trasformata in un componimento impeccabile!
;D
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Senti Chia', ho un'idea: la prossima volta che ti viene in mente di cadere nel pozzo per disgrazia o volontà faccelo sapere prima che ci organizziamo per tirarti su... ;D...co 'na fune, 'n secchio, 'n cappio...'n quarche modo famo... ;)...
E sai cosa penso, costruire una poesia, sistemarla, ragionaci su, levare magari questa stazione perché abbiamo vicino 2 sta-sta e l'ugola inciampa recitandola...insomma sì, è bello e costruttivo ma a volte buttarla giù d'istinto, di getto, con tutto il guazzabuglio che ci frulla in testa...bhe, è l'unico modo di "vomitare" l'anima! ;)
ciao ...è stato un piacere partecipare!
com'è che si dice:-Chiedete e vi sarà dato! :angel:
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Tradurre di getto uno sfogo in poesia, non credo proprio sia da noi miseri poeti dilettanti. gli sfoghi istantanei sono per lo più cosucce da chiudere in un diario da tenere per sé. quindi per fare poesia occorre prima imparare il mestiere, come si fa in musica o in pittura. non si creda, che tutto ciò che l'anima sputa sia poesia. all'anima occorre fornire tramiti, linguaggi, musicalità d'espressione e quant'altro, solo perché esca un sufficiente artigianato di poesia. e da qui all'arte, tutti lo sappiamo, ancora ne intercorre. oh se ne intercorre...
Quindi penso che la nostra Chiara abbia fatto gesto di umiltà a mettere ai commenti e alla vivisezione i suoi versi. evidentemente si è accorta che abbisogna di tecnica, per fare scaturire in modo soddisfacente le immagini e le emozioni da trasmettere. esattamente come occorre in pittura. perché se facciamo tanto di restare innamorati dei nostri scritti e dichiararli intoccabili, soprattutto in un luogo di confronto come questo, non possiamo certo dire di avere le prerogative di raggiungere neppure il primo gradino dell'essere poeti.
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Senti Chia', ho un'idea: la prossima volta che ti viene in mente di cadere nel pozzo per disgrazia o volontà faccelo sapere prima che ci organizziamo per tirarti su... ;D...co 'na fune, 'n secchio, 'n cappio...'n quarche modo famo... ;)...
E sai cosa penso, costruire una poesia, sistemarla, ragionaci su, levare magari questa stazione perché abbiamo vicino 2 sta-sta e l'ugola inciampa recitandola...insomma sì, è bello e costruttivo ma a volte buttarla giù d'istinto, di getto, con tutto il guazzabuglio che ci frulla in testa...bhe, è l'unico modo di "vomitare" l'anima! ;)
ciao ...è stato un piacere partecipare!
com'è che si dice:-Chiedete e vi sarà dato! :angel:
...mi cito da sola, cara Assenzio: infatti non ho detto "sempre" ma "a volte".
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ecco che ne sforni un'altra interessante! ;D
bello "vertigine che apre la notte"
il "quando" mi suona un po' strano...cioè, nel complesso mi sembra un po' lenta (ahahah, perdonami/temi se ho sempre da ridire! :D magari è solo che mi suona strano vedere le mie parole/concetti ritoccati! :laugh:)
il "quando" è un collante tra la seconda e la terza parte della tua poesia che, così come è scritta è assai compatta. per risultare scorrevole c'è bisogno che tutto fili liscio, nella mente di chi legge, che allunghi il passo per sabilire una pausa di meditazione, che però non sia troppo lunga, che tutto si colleghi anche nel periodo.
ci sto ancora pensando... e pensavo pensavo che questa potrebbe essere un'altra valida possibilità, che mantiene compattezza ma lascia spazio al lettore di ragionare.
le virgolette non mi piacciono, per un mio vezzo preferisco sottolineare le parole importanti con la prima lettera maiuscola, in questo caso, giocando un po' per portare all'attenzione la O di Addio, ho ingrandito pure la O... un po' come nelle parole crociate... ;)
in questo modo, non devi dilungarti a spiegare che si tratta del "l'ultima lettera della parola..." una lungaggine infinita, così come non ti è necessario parlare di pozzi e voragini, quella O fa tutto da sola, parla per te e per il lettore attento.
Mi lascio un po’ di soli
cuciti alle spalle
sciolti in vecchi tramonti.
Ho solo passi di nebbia e ombra
una vertigine che apre la notte
nell'ultimo AddiO
che inghiotte la stazione.
mi sto divertendo da matti...
perchè, sebbene a volte sia necessario per il nostro benessere interiore lasciarci andare a getti d'anima... è anche bello e divertente ragionare sulle cose.
piano piano questi ragionamenti diventano così parte di noi, che non ci sarà bisogno di farli ad alta voce, ma si inseriranno già nella penna... ;D
ps. quando non si inseriscono le pause e non si divide in strofe, è necessario utilizzare la punteggiatura!!! :D
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...mi cito da sola, cara Assenzio: infatti non ho detto "sempre" ma "a volte".
"sempre" o "a volte", non importa. per me è importante trovare un aggancio per comunicare quello che penso in generale di come si fa poesia. di questo ti ringrazio, perché per me non è mai semplice esprimermi in questo ambito. tendo sempre a trattenermi :-[
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Senti Chia', ho un'idea: la prossima volta che ti viene in mente di cadere nel pozzo per disgrazia o volontà faccelo sapere prima che ci organizziamo per tirarti su... ;D...co 'na fune, 'n secchio, 'n cappio...'n quarche modo famo... ;)...
E sai cosa penso, costruire una poesia, sistemarla, ragionaci su, levare magari questa stazione perché abbiamo vicino 2 sta-sta e l'ugola inciampa recitandola...insomma sì, è bello e costruttivo ma a volte buttarla giù d'istinto, di getto, con tutto il guazzabuglio che ci frulla in testa...bhe, è l'unico modo di "vomitare" l'anima! ;)
ciao ...è stato un piacere partecipare!
com'è che si dice:-Chiedete e vi sarà dato! :angel:
Permettimi di dissentire, ma anche nel vomitare l'anima un minimo di stile non guasta.
Mi fa piacere che questo topic trovi invece d'accordo quelle che credo siano le migliori penne del forum (ne manca qualcuna).
Finalmente una bella discussione da prendere come esempio.
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io.. hem.. non ho mezzi per valutare la poetica...ed ho letto ed apprezzato ogni intervento..
l'unica cosa che ho pensato.. (male probabilmente ;D).. è che la cucitura trattiene..
e quindi è un passato che non si lascia alle spalle.. ma che continuiamo a trascinarci dietro..
e non basta il fuoco di un tramonto a scioglierlo...
vabbè..... perdonoooooooo!!! :)
ciao chiara...
è bellissima..
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Mi lascio un po’ di soli
cuciti alle spalle
sciolti in vecchi tramonti
ho solo passi di nebbia e ombra
a congiungermi
in vertigine di notte che si apre
e l’ultima lettera della parola
“addio”
è pozzo senza fondo come la notte
che inghiotte questa stazione.
Ecco, qui sopra ti ho segnalato le espressioni che secondo me vanno evitate. Vedi, la poesia non dovrebbe vivere di rendita prendendo qua e là cose dal linguaggio comune, ma inventare. Prova a ricercare un'impronta più personale a queste espressioni, ma anche ai vecchi tramonti, e un po' a tutto l’insieme del lessico che hai adoperato. Perdonami se ti dico questo, ma ne sento il dovere, visto che mi sembri davvero intenzionata a lavorare seriamente e hai tutte le potenzialità per arrivare a fare ottima poesia.
Allora, tralasciando le cose più complesse, ci sono due modi elementari di inventare in poesia. Proprio partendo da una base come la tua, ma anche da “sfoghi dell’anima” messi prima rigorosamente a sbollire nel cassetto ;D
Il primo è quello che ti ho appena suggerito: dare impronta personale alla scelta dei termini, che diventeranno inequivocabilmente la tua fisionomia poetica, il tuo stile inconfondibile.
Provo ad operare l'esempio (sottolineo esempio) nella tua prima versione:
ho un po’ di soli cuciti alle spalle
acquerelli logori di tramonti
dove i passi sono vapori e le ombre
vertigini che spalancano la notte
dentro l’ultima lettera della parola addio
e un crepaccio senza origine
come da un salto in dormiveglia
inghiotte questa stazione
Il secondo è quello di usare una terminologia più povera, più fedele alla tua, ma giocare sulla costruzione sintattica.
Opero l'esempio (sottolineo esempio) sulla seconda:
mi ricucio un po’ di soli
alle spalle, vecchi passi sciolti
in tramonti di ombre e nebbia
la vertigine mi congiunge
ad una notte che s’apre, ultima
lettera della parola addio, pozzo
che inghiotte
lo sfondo di questa stazione
;)
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ok...ok...vi siete coalizzati...pazienza!
poco importa se non sono ad una certa altezza, evidentemente ho ancora possibilità di crescita però lasciatemi dire che...nonostante apprezzi lo stile di Assenzio vorrei dire ancora la mia:
la prima versione data come esempio è troppo arricchita e fa perdere un po' d'effetti "visivi"...mentre la seconda è suddivisa male, direi spezzata, negli ultimi versi.
Ed anzi, con le parole che secondo Assenzio andrebbero evitate si può costruire sinteticamente il testo, perché, a mio umile parere, proprio in quelle sta tutto il significato che voleva intendersi:
Mi lascio
alle spalle
un po' di soli
Addio
è pozzo
senza fondo
La notte
inghiotte
Troppo ermetica?
Stravolta?
Vorrei il parere di Chiara!...grazie!
magari cambierei l'ultima parola per evitare la rima che non mi garba affatto!...e voglio insistere che "l'arte povera" sia tra le migliori, perché va subito al sodo come un pugno (in questo caso dev'essere così) nello stomaco.
STOP...buon divertimento!
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Ognuno, Annamaria, cerca di mettere a disposizione le proprie teorie, la propria esperienza, anche in virtù degli successi o degli insuccessi, dei riscontri più o meno positivi che in anni di poesia compongono il proprio bagaglio poetico. E non solo, ma anche alla riconoscenza di persone che qual cosina da noi hanno imparato.
Sulle soluzioni che ho portato ad esempio, sarà Chiara a dire, se c’è qualcosa che ritiene più o meno vicino al suo sentire. Sul fatto che avrei arricchito il lessico della prima stesura, l’avevo anticipato, ma anche detto che Chiara stessa dovrà trovare eventualmente il suo linguaggio, qualora volesse seguire quell’esempio. La seconda che tu dici sbagliata senza neppure chiederti il perché di quella suddivisione, è assolutamente voluta per sottolineare le alternative, che ho scelto di separare con virgola. E visto che per me invece è assolutamente sbagliato mettere punteggiature a fine verso, ho scelto la soluzione del l’enjambement.
Comunque Annamaria, evitando giudizi assoluti su quello che è giusto o sbagliato, ché alla fine si tratta di scelte poetiche magari anche matutate, non è peccato avere una visione della poesia completamente differente. Io cerco di farla e suggerirla con l’invenzione, rendendo dinamica parola, plasmandola come creta, cercando non di zavorrarla con i luoghi comuni. Tu magistralmente riesci invece ad elevare i luoghi comuni, e fai bene a consigliare di usarli a chi chiede di essere aiutato a crescere.
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Sorry :-[
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Ma noooooooooooooooooo! >:( E me lo dici adesso che non te ne stai andando? Che ci faccio con lo spumantino, oramai l'ho stappato (con tanto di botto, chè fa scena)! ;D
Scherzi a parte, dopo tutte queste illustri personalità giungo io (penna giovane e un pò sciupata :'( ) a metter il becco dove non dovrei. ;D Tanto mi si conosce, quindi non corro pericoli (spero :-\ ).
Allooooooooooooooora: mi occupo della prima versione, perchè la preferisco. 8)
Mi lascio un po’ di soli
cuciti alle spalle
sciolti in vecchi tramonti
ho solo passi di nebbia e ombra
in vertigine di notte
che si apre
e l’ultima lettera della parola
“addio”
è pozzo senza fondo come la notte
che inghiotte questa stazione.
Quelle in blu sono le espressioni che mi stonano un pò:
1-"Mi lascio", secondo me, suona maluccio. :angel: Capisco, però, che eliminare il "mi" non sarebbe una scelta saggia.
2-"L'ultima lettera della parola", di nuovo secondo me ;D , è un pò troppo pesante. Forse potresti trovare un altro modo per rendere l'idea.
3-Concordo con il resto della ciurma su questo punto (però la rima me piasce >:( ).
4-Non saprei spiegartene il motivo, ma non mi piace come espressione. Questo, comunque, è gusto personale (avrei anche potuto tacere ;D ).
Scusa ancora l'intrusione. :-[
La prossima volta, giuro, tengo il becco chiuso. ;D
Un bacio.
Nicole
p.s. Tutto ciò che non è blu è SPETTACOLARE! :o
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Ognuno, Annamaria, cerca di mettere a disposizione le proprie teorie, la propria esperienza, anche in virtù degli successi o degli insuccessi, dei riscontri più o meno positivi che in anni di poesia compongono il proprio bagaglio poetico. E non solo, ma anche alla riconoscenza di persone che qual cosina da noi hanno imparato.
Sulle soluzioni che ho portato ad esempio, sarà Chiara a dire, se c’è qualcosa che ritiene più o meno vicino al suo sentire. Sul fatto che avrei arricchito il lessico della prima stesura, l’avevo anticipato, ma anche detto che Chiara stessa dovrà trovare eventualmente il suo linguaggio, qualora volesse seguire quell’esempio. La seconda che tu dici sbagliata senza neppure chiederti il perché di quella suddivisione, è assolutamente voluta per sottolineare le alternative, che ho scelto di separare con virgola. E visto che per me invece è assolutamente sbagliato mettere punteggiature a fine verso, ho scelto la soluzione del l’enjambement.
Comunque Annamaria, evitando giudizi assoluti su quello che è giusto o sbagliato, ché alla fine si tratta di scelte poetiche magari anche matutate, non è peccato avere una visione della poesia completamente differente. Io cerco di farla e suggerirla con l’invenzione, rendendo dinamica parola, plasmandola come creta, cercando non di zavorrarla con i luoghi comuni. Tu magistralmente riesci invece ad elevare i luoghi comuni, e fai bene a consigliare di usarli a chi chiede di essere aiutato a crescere.
nuuuuuuuuuuuuuuu :D
1 sbagliata?...dove ho scritto sbagliata?...leggi bene prego ;D
2 e invece me lo sono chiesto il perché le avessi messe così...ma mi suona male lo stesso...e per me il verso rimane spezzato...che ci vuoi fare?
3 Perché insisti a dire che le parole semplici siano luoghi comuni?
Io guardo ciò che rappresentano nel testo e nel contesto e non m'importa che siano parole pulite e semplici
4 Non sono passata qui né per insegnare...non ne sarei in grado!...né per avere riconoscenza ma per condividere un'emozione e crescere leggendo e l'ultima versione data non è un consiglio ma un mio modo di sintetizzare avvicinandomi al pensiero principale
5 Per il resto è ovvio che sarà Chiara a far tesoro, se lo ritiene opportuno, delle varie versione, anche se la più valida è quella che ha nel cuore e probabilmente cambierà poco da ciò che ha proposto inizialmente...perché solo lei lo sa e alla fine lo stile "si cuce" addosso per rappresentarci così come siamo.
ariciao... ;D
chiaraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa...dove sei?
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..ho letto con interesse le vostre parole e come posso dire..avrei qualcosa da aggiungere.
Mi sembra piuttosto immaturo ornarsi di vesti (e se cado in luoghi comuni, dio saprà perdonarmi) che per qualche motivo non sanno competerci.
Così, semplicemente, prima di dare lezioni sarebbe bello per amor di logica (ah quanto mi piace) imparare almeno a scrivere in modo corretto (qualcosina e non qual cosina), d'altronde i professori o professorini (non facciamo distinzioni) certi errori di distrazione non dovrebbero concederseli.
Detto questo, sarebbe davvero bello imparare a parlare in modo civile senza scivolare nel cattivo gusto dell'arroganza.
Saluti
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..ho letto con interesse le vostre parole e come posso dire..avrei qualcosa da aggiungere.
Mi sembra piuttosto immaturo ornarsi di vesti (e se cado in luoghi comuni, dio saprà perdonarmi) che per qualche motivo non sanno competerci.
Così, semplicemente, prima di dare lezioni sarebbe bello per amor di logica (ah quanto mi piace) imparare almeno a scrivere in modo corretto (qualcosina e non qual cosina), d'altronde i professori o professorini (non facciamo distinzioni) certi errori di distrazione non dovrebbero concederseli.
Detto questo, sarebbe davvero bello imparare a parlare in modo civile senza scivolare nel cattivo gusto dell'arroganza.
Saluti
vi ringrazio per avere capito esattamente le mie intenzioni, per la simpatia che mi avete riservato... avevo giurato che non avrei più messo piede in questo posto. a volte si fanno errori peggiori di quelli di ortografia.
i miei ossequi
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senza voler venire contro a nessuno, mi va di dire solo che sta a Chiara decidere cosa fare della sua poesia, quali consigli seguire, quali scartare e decidere se un tono è stato arrogante o un consiglio saccente oppure no.
peccato che ogni volta che si inneschi una discussione propositiva, si scateni misteriosamente una lotta "poeticida" per chi vuole imporre il suo modo e contestare a tutti i costi quello che scrive un altro... veramente peccato... mi stavo divertendo! :-\
ad assenzio voglio dire che scambi di opinioni possono sempre esserci e, talvolta, diventare un po' aspri da ambo le parti, ma sarebbe davvero un peccato se lei andasse via, perchè è giusto che chi vuole raccogliere consigli, lo possa fare in piena libertà.
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senza voler venire contro a nessuno, mi va di dire solo che sta a Chiara decidere cosa fare della sua poesia, quali consigli seguire, quali scartare e decidere se un tono è stato arrogante o un consiglio saccente oppure no.
peccato che ogni volta che si inneschi una discussione propositiva, si scateni misteriosamente una lotta "poeticida" per chi vuole imporre il suo modo e contestare a tutti i costi quello che scrive un altro... veramente peccato... mi stavo divertendo! :-\
ad assenzio voglio dire che scambi di opinioni possono sempre esserci e, talvolta, diventare un po' aspri da ambo le parti, ma sarebbe davvero un peccato se lei andasse via, perchè è giusto che chi vuole raccogliere consigli, lo possa fare in piena libertà.
Zima, con tutto l'amore che provo per te, certo che sta a Chiara..ma quando la questione si discosta dal tema iniziale, sta un po' a chi vuole dire la propria sensazione..giusta o sbagliata che sia.
Io so molto bene di non custodire la verità assoluta, cerco di essere oggettiva ma sono pur sempre una persona, con le mie opinioni che esprimo e che voglio esprimere con la consapevolezza di poter trovare altri pensieri contrari dai miei.
Ma questi ultimi vanno rispettati, accettati anche se non per forza condivisi.
E se Assenzio ritiene di essere stata offesa o non capita tanto da voler andare, io non oso dirle nulla..né di rimanere né di restare.
Mi sembra abbastanza adulta da fare le sue scelte.
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..ho letto con interesse le vostre parole e come posso dire..avrei qualcosa da aggiungere.
Mi sembra piuttosto immaturo ornarsi di vesti (e se cado in luoghi comuni, dio saprà perdonarmi) che per qualche motivo non sanno competerci.
Così, semplicemente, prima di dare lezioni sarebbe bello per amor di logica (ah quanto mi piace) imparare almeno a scrivere in modo corretto (qualcosina e non qual cosina), d'altronde i professori o professorini (non facciamo distinzioni) certi errori di distrazione non dovrebbero concederseli.
Detto questo, sarebbe davvero bello imparare a parlare in modo civile senza scivolare nel cattivo gusto dell'arroganza.
Saluti
Noto con dispiacere che nulla cambia in questo forum. Come sempre il primo sciocco di passaggio può far degenerare una discussione basata fino ad allora sul confronto letterario. Sarà che in questo sito sono poche le persone avvezze al dialogo, le altre (come frammento) si crogiolano nella certezza che far notare un refuso procuri loro gloria ed interesse da parte di quegli altri pochi stolti che condividono le sue limitate capacità.
Assenzio e Annamaria hanno avuto uno scambio di vedute sul modo di intendere la poesia. L'apporto al topic di ognuno di noi è stato dato partendo da questo principio: dare il proprio punto di vista.
La signorina frammento entra a gamba tesa e parla di arroganza senza rendersi conto di scivolare essa stessa in questo baratro senza fondo.
A lei consiglierei di usare un po' più quella facoltà mentale di cui ella ignora l'esistenza e che va sotto il nome di intelligenza, pregandola di tacere quando non riesce a fare un intervento che possa apportare qualcosa di degno in una discussione.
E' vergognoso che in questo sito le poche discussioni accademiche terminino sempre con lo stolto di turno che lancia la provocazione attraverso un modo di fare che solo a lei può sembrare civile.
P.S. Dimenticavo... ma come si fa a non concepire che possano esserci persone che cercano di mettere in comune le proprie conoscenze letterarie, la propria esperienza poetica, come si può pensare di essere sempre i migliori e non riuscire a distinguere la crusca dalla farina? Possibile che facciate di tutte le erbe un fascio? Signora frammento io avrei piacere che lei alle volte sapesse con chi ha a che fare per rendersi conto delle corbellerie e delle stupidaggini che commette.
Un po' di umiltà diamine e forse riusciremo a cambiare questo schifo di mondo.
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Quanti commenti mi fate trovare, grazie!!
Non capisco bene però cosa è successo, sinceramente non mi è sembrato che nessuno intervenuto in questo topic abbia usato toni arroganti o saccenti.
Nessuno qui dovrebbe fare da professore (ma non mi sembra qualcuno l'abbia fatto), se poi qualcuno vuole giocare a questo ruolo...beh fatti suoi! :D
Io penso sia bellissimo confrontarsi e questa discussione mi sembra lo stia provando.
Ognuno ha la propria concezione poetica e sarò banale ma nessuno può dire "questa è giusta l'altra è sbagliata!"
Per quanto mi riguarda io non mi do un'etichetta, ho un modo di procedere che certo maturerà con il tempo, come lo sta facendo adesso, e anche grazie alle parole di ognuno di voi.
Ascoltarvi è importante per confrontare il modo in cui ognuno scrive ed intende la poesia, e per rendermi conto di come viene recepito quello che scrivo.
Assenzio, non so a cosa alludi e mi dispiace se ci sono problemi ma se tu vorrai continuare ad intervenire io ti ascolterò con moltissimo piacere, come faccio e farò con tutti coloro che perseguono il confronto in modo costruttivo! ;)
Non per forza mettersi in gioco qui significa dover cambiare idea (con la testa dura che mi ritrovo poi :D -non troppo, dai, sono sempre disposta a tornare sui miei passi se mi si dimostra e mi rendo conto che è giusto farlo), nel caso specifico o in generale, ma già confrontarsi (insisto!) e poter assumere altri punti di vista è importantissimo, anzi essenziale. Siamo qui per questo! Le idee che confrontiamo si sedimentano in noi e poco a poco, con il tempo, concorreranno -in modo spontaneo- a formare il nostro stile poetico... Ho registrato nella mia mente ogni cosa che avete detto e lo farò con ognuna che direte e state sicuri che già mi è utile, a prescindere se modificherò o no la poesia! (e -adesso non sparatemi ;D-penso proprio che mi terrò quella prima versione, ma semplicemente perchè è mia!) Voi -nessuno escluso-siete già utili per la mia crescita, non -meramente- per una poesia specifica! E quanto avete scritto lo terrò presente per il futuro, entra a far parte del mio bagaglio culturale, poetico e di sensibilità, questo è crescita! E spero che per ognuno di noi ogni dibattito possa essere un'occasione di crescita.
Non instillata dal professore all'alunno ma colta vicendevolmente dal confronto reciproco.
Sulla questione linguaggio "povero"/linguaggio ricercato: si potrebbe aprire una discussione infinita. Secondo me il tutto sta in come vengono usate le parole, che siano "povere" o ricercate.
Facendo i dovuti distinguo con noi che stiamo qua -per farvi capire quello che dico- ad esempio Emily Dickinson utilizza un linguaggio da tutti definito semplice e che strizza l'occhio alla prosa.
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Io capisco e rispetto profondamente anche il punto di vista opposto ma non penso che Annamaria abbia detto un'eresia. Dunque, io non sono mai stata il tipo da levigare eccessivamente le poesie.
E' come se immagini e parole mi calassero dall'alto, io le metto su carta (certo, voglio sottolineare che una qualche coerenza, ordine ed una cornice la do, mi sembrava sottinteso, mica sono così sprovveduta!) ed esse chiedono di essere interpretate. Dunque scrivere diventa anche una sorta di autoanalisi, un'avventura interessantissima attraverso le vie dei processi mentali/inconsci. Ecco, magari io mi fermo al primo stadio, e certamente potrei lavorarci di più. Ma non voglio stravolgerle, quelle parole che mi ha donato una qualche Musa ( ;D) , altrimenti non riconosco più la poesia come mia, mi sembra un'altra. E a quel punto secondo me non ha senso fare un componimento impeccabile ma senz'anima.
Ribadisco: non sto dicendo che un certo lavoro non deve esserci, che vomiti
"io e te
ieri
passeggiavamo fra nuvole
tre metri sopra il cielo
ora invece il nostro amore è
tre metri sotto n'treno"
(che ho scritto?! boh ;D)
su un foglio ed è poesia ::)
men che meno che quello che scrivo è perfetto e non ha bisogno di revisioni (sennò non sarei qui ;D)
Personalmente non mi piace l'eccessiva limatura che arriva a soffocare il moto dell'anima da cui tutto ha avuto inizio! Perchè il rischio è che venga fuori qualcosa di stilisticamente impeccabile ma vuoto... Non voglio svolgere un vuoto esercizio di stile ma esprimere un sentimento!
E' un po' come quando si canta con tutta tecnica e niente cuore.
Mi direte: lo puoi esprimere anche in maniera impeccabile, invece di produrre aborti. Vero e ciò sarebbe perfetto, ed è giusto perseguire questo.
Però mi fa paura che si possa arrivare a puntare a costruire in maniera ossessiva solo un esercizio di stile, mi sembra una perversione. E' utile farli, ma non è bella cosa (secondo me) farlo diventare il proprio stile.
Non so se ho spiegato bene quanto volevo dire...o penserete che non diverrò mai poeta così ;D...ma questa è una mia constatazione che più volte mi sono trovata a fare, un pensiero che vi esprimo e che in futuro magari potrò mutare...dato che solo gli sciocchi non lo fanno ;D
E chiarisco, io adoro anche il piacere delle parole perchè sono parole, del suono per come suona.
Io ho sempre scritto poesie in uno stile un poco prosastico, di recente mi sono avvicinata ad uno stile forse più propriamente poetico. Mi trovo in una fase di crescita e magari per questo mi pongo tanti interrogativi. Come dicevo, ho compreso l'importanza di un maggiore labor limae.
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Annamaria, è frutto di immaginazione! :laugh:
Zima, interessante e intuitiva anche l'ultima sulla O, ma a me piace proprio quel "l'ultima lettera della parola addio" è fatto apposta, anche se è una lungaggine! ;D
Amara, l'interpretazione che ne hai dato è pure bellissima e interessante...e con un fondo di verità...grazie :)
E veniamo ad Assenzio ;)
Anche tu me l'hai resa stupenda ed impeccabile. E' che poi non la sento mia ;D Preferisco la prima versione, la seconda mi sembra che scorra troppo lungamente...(a partire dalla seconda strofa. L'attacco è bello, non mi piace però quel "mi ricucio un po' di soli")
La prima ha immagini stupende, in primis quegli "acquerelli logori di tramonti", il "salto in dormiveglia" (mi ha colpito per l'originalità!) Non vedo però (e questo dipende dal disegno che ho in testa ;)) rese come intendevo certe immagini (i passi, la O) e a prima vista sinceramente mi è parsa costruita per quello che è il mio stile. (e questo dipende sempre da me!)
Ti ringrazio tantissimo per avermi reso partecipe del tuo modo di intendere la poesia, per i suggerimenti e non mancherò di riflettere ancora su quanto hai scritto. Poi sei bravissima quindi un commento da te non può che farmi doppiamente piacere! :) Non ti nascondo che ad oggi "inventare" mi suona un po' troppo "costruire", come togliere spontaneità, per quello che è il mio "poetare"...ma non mi faccio pregiudizi e do tempo al tempo per crescere ;) vedremo...!
Annamaria, è molto interessante anche questa però appunto mi sembra troppo stringata...! *hum* la notte inghiotte messo così in effetti non è il massimo
Nicole, grazie:) L'ultima lettera della parola, come dicevo mi piace! ;D Ed intervieni quando vuoi, non è che un piacere ed il tuo parere è prezioso come ognuno! :)
Scusate la frammentarietà e l'eventuale mancata esaustività di qualche punto ma altrimenti non vi vengo più dietro dato quanto avete scritto! ;D
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Ma è possibile.................che devo intervenire come una maestra di elementari quando lascia l'aula un attimo. carissimi, il sito è accessibile a qualsiasi dibattito e confronto , ma basti che sia costruttivo e propositivo a nuove idee , invece come spesso sta accadendo , questi confronti anziché essere portatori di innovazione e conoscenza (per altrui) sta diventando una vera bolgia di discussioni scadenti che di fatto non apportano nessun credito a ciascuno di noi.
quindi , vi chiedo di essere più accondiscendenti tra di voi e in particolar modo a chi fa parte della redazione o dovro' chiudere il topic...
Elisabetta
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Elisabetta, mi permetto di notare che questa discussione è proprio costruttiva e propositiva, sarebbe un peccato farla degenerare e morire per questioni che tra l'altro non c'entrano nulla con il topic in questione... ma sorte chissà dove (personali?) sono state portate qui qualche post fa ...o almeno così mi è parso leggendo... è davvero un peccato constatare questo.
Mi permetto di invitare tutti a tornare IT, o meglio a chiedere questa cortesia.
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Elisabetta, mi permetto di notare che questa discussione è proprio costruttiva e propositiva, sarebbe un peccato farla degenerare e morire per questioni che tra l'altro non c'entrano nulla con il topic in questione... ma sorte chissà dove (personali?) sono state portate qui qualche post fa ...o almeno così mi è parso leggendo... è davvero un peccato constatare questo.
Mi permetto di invitare tutti a tornare IT, o meglio a chiedere questa cortesia.
Sottoscrivo
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brava chiara! ;D
ho letto i tuoi post cn molta attenzione e mi hai ricordato la Me di qualche tempo fa!
è giusto ascoltare tutto e fare tesoro delle cose che gli altri ci dicono, anche se, nello specifico della poesia in questione, non cambierai nulla. anche io facevo e faccio ancora così: ascolto e immagazzino perchè tutto mi può servire!
come si dice a napoli: stip' 'ca trouv'! (quello che conservi ritroverai!) ;D
baci a tutti :-* :-* :-*
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Noto con dispiacere che nulla cambia in questo forum. Come sempre il primo sciocco di passaggio può far degenerare una discussione basata fino ad allora sul confronto letterario. Sarà che in questo sito sono poche le persone avvezze al dialogo, le altre (come frammento) si crogiolano nella certezza che far notare un refuso procuri loro gloria ed interesse da parte di quegli altri pochi stolti che condividono le sue limitate capacità.
Assenzio e Annamaria hanno avuto uno scambio di vedute sul modo di intendere la poesia. L'apporto al topic di ognuno di noi è stato dato partendo da questo principio: dare il proprio punto di vista.
La signorina frammento entra a gamba tesa e parla di arroganza senza rendersi conto di scivolare essa stessa in questo baratro senza fondo.
A lei consiglierei di usare un po' più quella facoltà mentale di cui ella ignora l'esistenza e che va sotto il nome di intelligenza, pregandola di tacere quando non riesce a fare un intervento che possa apportare qualcosa di degno in una discussione.
E' vergognoso che in questo sito le poche discussioni accademiche terminino sempre con lo stolto di turno che lancia la provocazione attraverso un modo di fare che solo a lei può sembrare civile.
P.S. Dimenticavo... ma come si fa a non concepire che possano esserci persone che cercano di mettere in comune le proprie conoscenze letterarie, la propria esperienza poetica, come si può pensare di essere sempre i migliori e non riuscire a distinguere la crusca dalla farina? Possibile che facciate di tutte le erbe un fascio? Signora frammento io avrei piacere che lei alle volte sapesse con chi ha a che fare per rendersi conto delle corbellerie e delle stupidaggini che commette.
Un po' di umiltà diamine e forse riusciremo a cambiare questo schifo di mondo.
Vega..hai ragione, sono una sciocca, ma so che dio mi perdonerà anche per questo.
Spero che la mia gamba tesa non ti abbia offeso, mi dispiacerebbe dato che nutro della stima nei tuoi confronti.
Semplicemente cercavo di sedare un qualcosa che non mi sembrava più inerente alla discussione iniziate, facendo parte della redazione ed essendo anche questo il mio compito.
Molto probabilmente ho sbagliato tono, parole, momento.
Chiedo scusa.
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brava chiara! ;D
ho letto i tuoi post cn molta attenzione e mi hai ricordato la Me di qualche tempo fa!
è giusto ascoltare tutto e fare tesoro delle cose che gli altri ci dicono, anche se, nello specifico della poesia in questione, non cambierai nulla. anche io facevo e faccio ancora così: ascolto e immagazzino perchè tutto mi può servire!
come si dice a napoli: stip' 'ca trouv'! (quello che conservi ritroverai!) ;D
baci a tutti :-* :-* :-*
Ahahah, magari divento pure brava come te! ;D
stip' 'ca trouv' eheheh, mi piace, dove l'ho già sentita?? Diventerà il mio mottoXD :laugh:
Buonanotte a tutti! :)
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Elisabetta, mi permetto di notare che questa discussione è proprio costruttiva e propositiva, sarebbe un peccato farla degenerare e morire per questioni che tra l'altro non c'entrano nulla con il topic in questione... ma sorte chissà dove (personali?) sono state portate qui qualche post fa ...o almeno così mi è parso leggendo... è davvero un peccato constatare questo.
Mi permetto di invitare tutti a tornare IT, o meglio a chiedere questa cortesia.
Lo so, in questi giorni stavo leggendo il topic con interesse riconoscendo allo stesso un motore portante alle mie crescite poetiche , ma , se inizia con interesse poetico e si finisce con fraintendimenti sono costretta a richiamare all'ordine quando si esce fuori dagli schemi.
Cordiali saluti,
Elisabetta
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Adesso, signori miei, facciamo tutti un passo indietro e ripartiamo dal tema originale (Poesia)
Elisabetta
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Dopo aver letto questa interessante discussione provo a dare anch'io la mia versione.
Addio
Non ho che soli cuciti alle spalle,
sciolti in vecchi tramonti.
Passi di nebbia e d'ombra:
vertigine che s'apre sulla notte.
E in fondo ad un "addio"
quel pozzo infinito
che inghiotte la stazione nella notte.
Mi rendo conto che lo stile è molto diverso dall'originale; ho cercato di attenermi il più possibile al lessico, alle immagini e, nei limiti del possibile, anche alle parole di fine verso utilizzate da Chiara (persino la rima identica "notte") che mi sembra contengano una oggettiva musicalità.
Ho tolto il "mi lascio" perchè le immagini del "cuciti alle spalle" e dei "vecchi tramonti" già danno l'idea del lasciare dietro di sè (anche se rimane un legame: "cuciti").
Ho tolto anche l'esplicitazione dell'ultima lettera della parola "addio" comparata all'immagine del "pozzo" perché secondo me era troppo scoperta, da prosa. I suggerimenti per l'interpretazione in tal senso da parte del lettore ci sono in abbondanza, lasciamogli il gusto di scoprire da solo l'associazione immaginifica escogitata dal poeta.
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Lo so, in questi giorni stavo leggendo il topic con interesse riconoscendo allo stesso un motore portante alle mie crescite poetiche , ma , se inizia con interesse poetico e si finisce con fraintendimenti sono costretta a richiamare all'ordine quando si esce fuori dagli schemi.
Cordiali saluti,
Elisabetta
Sì, Elisabetta, infatti hai fatto bene, grazie ;)
Grazie mille anche a te Stefano per aver dato anche la tua versione! :)
Mi sembra che questa rielaborazione per l'appunto si avvicini molto all'originale.
In particolare trovo molto interessante come hai risolto la questione della O in Addio...quanto hai detto in merito lo considero una dritta di cui ti ringrazio da depositare accanto a quelle già incamerate ;)
Mi hai fatto riflettere anche sul "mi lascio".
Insomma l'ho trovata molto interessante e di pregio.
La cosa è che secondo me forse ci perde un po' in musicalità, o forse direi meglio osservando che ha una musica diversa: ci vedo molti punti a creare periodi separati, mentre la mia aveva un ritmo più "continuato", veloce, che per il mio punto di vista poteva anche simboleggiare la caduta verso il fondo del pozzo.
Inutile aggiungere ancora una volta che c'è anche da considerare il fatto che io sono influenzata dalla mia percezione personale.
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Mi è poi venuta in mente, riflettendo, un'osservazione riguardo l'interpretazione di Amara, che aggiungo a quanto ho già detto in merito:
è vero, "cuciti" significa che quel qualcosa -ovvero i "soli"- restano, ma poi i versi proseguono con "sciolti in vecchi tramonti"...ovvero, come a dire, erano cuciti, poi sono diventati sciolti...i bei momenti hanno smarrito la loro realtà (attuale, e -ci si chiede- anche quella vissuta?) sciogliendola nei ricordi.
Vorrei aggiungere qualche parola sul linguaggio "povero"/linguaggio ricercato per approfondire un po' il mio punto di vista:
basare tutto sulle parole utilizzate è come guardare il dito e non la luna, concentrarsi sugli accidenti e non sulla sostanza. Secondo me tutto dipende dall'utilizzo che se ne fa!
Ad esempio come dicevo quando si parla di Emily Dickinson si parla del suo attingere alla semplicità di un pettirosso, con un linguaggio semplice, con uno stile non rigido, a volte strizzando l'occhio alla prosa.
Semplicità non significa banalità!
Anzi, la semplicità può costituire una forza!
Tornando a noi comuni mortali ;D non è che non essere patiti della limatura a tutto spiano, significhi vomitare su carta la prima cosa che viene in mente così come si presenta, come dicevo. Allora diciamo pure che tanta gente mette in fila un po' di paroloni creduti da eruditi ed è convinta di aver fatto poesia e di esser poeta, e che solo chi fa altrettanto a sua volta lo sia.
Forse può impressionare qualcuno che già alla parola "erudito" ha i giramenti di testa ;D
Dicevo, che diventi la propria missione perseguire esercizi di stile mi sembra inquietante...fino a produrre cose talmente limate da risultare finte...come l'involucro di un uovo di Pasqua (attingo all'attualità ;D)
Giusto una panoramica sul mio (almeno attuale) pensiero in merito...just my two cents ;D
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Sicuramente si può scrivere poesia (o tentare di scriverla) in molti modi: con un linguaggio semplice o ricercato, facendo uso della metrica o meno, adoperando le figure retoriche o evitandone l'uso, privilegiando l'elaborazione stilistica, quasi a farne un gioco fine a sé stesso, o mirando all'essenzialità (il che poi non esclude l'elaborazione stilistica, anzi!).
Quello che è certo è che, come ogni arte, la poesia è anche una tecnica, di conseguenza conoscerne i mezzi è senz'altro molto utile, poi ognuno deciderà se e come utilizzarli.
Naturalmente per fare vera poesia non basta la tecnica, ci vuole talento, ispirazione.
Questo credo sia vero tanto per i "grandi" quanto per noi semplici appassionati dello scrivere in versi.
Quello che escluderei è che la tecnica (e quindi l'elaborazione tecnica: la "limatura") possa essere di impedimento all'originalità e alla spontaneità espressiva. Beninteso, purché i mezzi tecnici che si vogliono adoperare siano ben padroneggiati.
Come dice Baudelaire parlando dell'immaginazione come fondamento dell'arte:
"è evidente che le retoriche e le prosodie non sono delle tirannie inventate arbitrariamente, ma una collezione di regole reclamate dall'organizzazione stessa dell'essere spirituale. E mai le prosodie e le retoriche hanno impedito all'originalità di prodursi distintamente. Il contrario, vale a dire che hanno aiutato la fioritura dell'originalità, sarebbe infinitamente più vero".