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Laboratorio => Commenti => Topic aperto da: sandrac - Domenica 20 Settembre 2009, 21:36:01

Titolo: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: sandrac - Domenica 20 Settembre 2009, 21:36:01


Io scrivo
mentre il tempo si ferma
nel deserto di un presepe bucato
a tu per tu con un gesso
che ha il sapore di spirito imbottigliato

Mi schiaccio d'insonnia nei via vai negati
a chi di lingua annoia il baratro

E scrivo
tra note distanti che allungano i denti persi
per arrabbiare spartiti fraudolenti e distratti

e tu, che non credi ai giri di ali persi
accresci silenzi sugli alibi frettolosi
di una mano






Premetto che non è affatto semplice  commentare questa autrice, ma partirò dal presupposto che commentare non significa necessariamente fare una parafrasi del testo, anzi, a volte basta solo lasciarsi andare ai suoni ed alle percezioni che le parole stesse evocano.

Partendo da questa piccola premessa, proverò a esporre quelle che sono le mie sensazioni alla lettura di questa poesia.

E’ come essere dei sensitivi  davanti ad un effetto personale di un individuo; si percepiscono le vibrazioni, le sofferenze, le inquietudini, le aspettative ed a volte le delusioni di chi scrive.

Questo testo è una fucina di percezioni sensoriali; si avverte la incredibile forza che emana dalla scrittrice, una  sorta di rassegnazione all’inevitabile mista alla volontà di combattere e non lasciarsi sopraffare.

Sentimenti contrastanti che scaturiscono da versi apparentemente disordinati. Come interpretare i “via vai negati a chi di lingua annoia il baratro”?  Un apparente codice lessicale attraverso il quale l’autrice tenta disperatamente di comunicare ad un pubblico, forse distratto, che affanna a trovare il cifrario ed a sintonizzarsi.

“E scrivo”, così l’autrice esprime la sua esteriore (?) impotenza nel modificare gli eventi, quasi che la reiterazione dello stesso verbo per due volte all’interno del testo, la induca a smorzare le sue ansie, a esorcizzare i suoi demoni .


Forse non si riuscirà a parafrasare Francesca Coppola, ma si può, impegnando un po’ di più le nostre capacità introspettive, cercare di condividerne gli  stati d’animo ed afferrare anche solo un briciolo della sua poetica.



Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: Zima - Domenica 20 Settembre 2009, 22:02:35
già, commentare questa autrice è un'impresa ardua perchè il suo codice è criptato dal più grande matematico dell'anima! le sue poesie vanno lette e percepite, si devono lasciar vibrare sulla pelle e poi penetrare nella carne e nelle ossa... è un mondo di percezioni che, a mio parere, non va decriptato.

si possono tentare interpretazioni, ma mai sperare di aver indovinato!
ma a me piace anche per questo!


come mio contributo voglio inserire qui sotto pochi versi che vogliono essere il proseguimento naturale di quelli di francesca secondo il mio sentire, la mia personale vibrazione...




quali pensieri
abbarbicati alle tempeste di ieri
ora scivolano dai graffi alle dita?

io scrivo
accostando granelli in faccia ai muri
solitudini intatte -confinanti segreti
per le retrovie di me stessa

e scavo gallerie d'ambra
al riparo del buio

Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: Stefano Toschi - Lunedì 21 Settembre 2009, 17:38:23
Come dice giustamente sandrac questo è un testo del quale, più che dare un’interpretazione, occorre percepire le vibrazioni ed entrarvi in sintonia.
Ogni tentativo di addentrarsi più analiticamente nel testo rischia di perdersi in fantasticherie o piuttosto di proiettarvi il sentire del commentatore, magari fraintendendo completamente le intenzioni dell’autore.
Tuttavia, considerato che ogni poesia è, in fondo, uno specchio, correrò il rischio e tenterò di individuare alcune linee interpretative che possano aiutare a decriptare questi versi.

La prima strofa ci introduce in un’atmosfera di immobilità.
Si notino le espressioni: “il tempo si ferma”, “deserto”, “presepe” (che è un mondo immobile, perfetto in sé stesso, ma anche finto), “gesso” (si pensi alle statue di gesso, all’espressione “restare di gesso”, il gesso è anche un materiale col quale si costruiscono i presepi).
Questa immobilità non ha i connotati della quiete o della pace, ma piuttosto quelli claustrofobici dell’angoscia, dell’imprigionamento. Un po’ come quando nei sogni si vorrebbe fuggire, ma non si riesce a muoversi.
Questa sensazione emerge in particolare dal termine “imbottigliato” e dallo stesso “presepe” che, come si è detto, è un mondo chiuso.
Il “presepe”, però, è “bucato”; ha un’imperfezione e forse una via d’uscita (come la bottiglia).
Lo “spirito imbottigliato” è lo stesso “gesso” del presepe che è “a tu per tu con” l’io che scrive.
Lo spirito può essere inteso come alcool (imbottigliato), ma al tempo stesso come l’essenza dell’io.
Da un lato è dotato di “sapore”,  una percezione sensoriale che si ricollega a tutta una dimensione corporea presente nel testo(come in diversi altri di questa autrice): “lingua”, “denti”, “mano”. Dall’altro è l’io imprigionato.

Proseguendo con le strofe successive noterei la contrapposizione di “insonnia” rispetto a “schiaccio” (che fa pensare all’espressione “schiacciare un sonnellino). D’altra parte le stesse espressioni: “mi schiaccio”, “insonnia” e poi: “via vai negati” (ancora l’immobilità), “baratro” contribuiscono ad alimentare il clima d’angoscia. Notare anche “annoia” che aggiunge un ulteriore elemento al mondo-presepe.

“E scrivo”:  è lo scrivere la via d’uscita o almeno il modo di esorcizzare l’angoscia?
Sono i versi-note che addentano con rabbia spartiti fraudolenti, come presepi chiusi e finti.
Ma allo sguardo distaccato e disincantato del “tu” (che è, probabilmente, lo stesso io scrivente) questi sfoghi appaiono “giri di ali persi”, “alibi frettolosi”, che non lasciano in mano che più grandi “silenzi”.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: fallin - Lunedì 21 Settembre 2009, 19:25:12

Bravo Stefano, bell'analisi devo dire, mi piace questo spirito critico e questo coraggio, perchè alla fine ci vuole coraggio per commentare una poesia simile.
Io penso invece che quel "tu" sia la poesia che guida la mano frettolosa e fallibile del poeta, poeta che si dichiara nella sua solitudine all'alcool come condizione amorosa (presepe bucato) ed esistenziale, negato a quei salotti in cui con la lingua si annoia il baratro che ogni uomo si porta dentro e che forse la poesia soltanto riesce a smuovere. La sua condizione è come quella del bambino(allunga i denti persi) con i suoi bruschi cambiamenti di umore(tra note distanti), e ed è da qui che parte per arrangiare/arrabbiare/complicare le sue poesie.
Purtroppo ci sono pochi appigli e questo è da una parte un limite della poesia e dall'altra invece un surplus che apre altri possibili significati.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: alexandra - Martedì 22 Settembre 2009, 10:08:50
Un uccellino mi ha avvisato di questo post... e devo dire che sono rimasta semplicemente sbalordita!
non ricordavo neanche il Pin per entare nel forum... erano 'millenni' che non ci mettevo piede! eppure, eppure le belle sorprese arrivano sempre, bisogna aver pazienza ed aspettare ;D...

Tutto questo per sdrammatizzare, perchè sono davvero esterrefatta!
Innanzitutto grazie sandrac, non ti conosco ma già mi stai simpatica, solo perchè hai tentato almeno un'interpretazione, il che, come tutti hanno sottolineato non è decisamente facile e quindi 10+ al coraggio! ;)

E poi grazie a chi è intervenuto come Gaur, Stefano e Fallin...
Intanto è importante percepire l'atmosfera che a un po' a tutti è arrivata, angoscia, un po' di desolazione, per tutto quello che ci circonda dall'effimero al prettamente materiale. Io scrivo nonostante tutto, quello che sento e contro-tendenza.
Stefano ci è andato molto vicino.
E cmq ripeto sempre, che non è importante l'interpretazione perfetta, vi è arrivata in qualche modo? l'avete fatta un po' vostra?
Tanto mi basta!
La poesia ha molteplici significati, a seconda del giorno e di chi la indossa.

Vi ringrazio di cuore.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: Grazia Longo - Mercoledì 23 Settembre 2009, 23:20:13
mi piace condividere emozioni, interpretazioni e commenti di poesie. Premesso che mi trovo d'accordo con l'autrice sul fatto che ogni poesia ha molteplici significati o per meglio dire, è stratificata e può essere letta a varie profondità .. concordo in buona parte con l'interpretazione di Stefano, tranne per il tu... io la sento come una seconda persona, vera e altra, che non crede ai voli e resta ancorata alla superficie ingenerando incomunicabilità e incomprensione ... credo che lo scrivere diventi anche per questo una valvola di sfogo di un sentire che va oltre il vivere quotidiano di molti ... 
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: fallin - Venerdì 25 Settembre 2009, 13:07:52

E cmq ripeto sempre, che non è importante l'interpretazione perfetta, vi è arrivata in qualche modo? l'avete fatta un po' vostra?
Tanto mi basta!
La poesia ha molteplici significati, a seconda del giorno e di chi la indossa.


Vedi, a me invece importa,  entrare esattamente nel significato della poesia  o almeno nel suo tentativo.
O almeno discutere sul procedimento, se le note distanti che allungano i denti persi ad esempio hanno un preciso riferimento o sono un tramite per esprimere un stato. Perchè vedi è fondamentale capire come leggerla, altrimenti si richiano due errori: l'errore di chi legge la tua poesia come orfica e magari perde la ricerca dei nessi, oppure l'errore di chi cerca tutti i nessi ma non ci sono perchè strutturamelemtne la poesia è composta seguendo un'altra logica. E questa infatti è la diversità di interpretazione che abbiamo attuato io e Stefano. Lui orfica io incatenata.

Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: alexandra - Venerdì 25 Settembre 2009, 17:40:35
i miei testi hanno sempre un significato ambivalente.
Non c'è e c'è sempre un nesso preciso.
Perchè in me convive l'urgenza di esprimere uno stato d'animo, ma anche la necessità di appiglio specifico.
Poi sai, non c'è sempre chi è interessato al particolare, c'è chi si ferma alla sensazione che lascia, chi legge e non ci capisce un'acca, chi si impegna ma storpia il senso.
Indagare oggi è difficile, riuscire ad esprimere qualcosa e farlo arrivare è ancora più complesso.

Questo testo è legato alla generale delusione del mondo della scrittura. E tenta di esprimere la mia grinta a non lasciarmi andare, perchè io scrivo nonostante tutto. Tra chi mi offende e mi critica, chi mi regala indifferenza ad oltranza. Ma anche a quello che leggo, in giro e non mi soddisfa.

Se vuoi che entri nei particolari, chiedimelo e te la spiego punto per punto.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: Marco Canonico Baca8175 - Venerdì 25 Settembre 2009, 19:36:53
i miei testi hanno sempre un significato ambivalente.
Non c'è e c'è sempre un nesso preciso.
Perchè in me convive l'urgenza di esprimere uno stato d'animo, ma anche la necessità di appiglio specifico.
Poi sai, non c'è sempre chi è interessato al particolare, c'è chi si ferma alla sensazione che lascia, chi legge e non ci capisce un'acca, chi si impegna ma storpia il senso.
Indagare oggi è difficile, riuscire ad esprimere qualcosa e farlo arrivare è ancora più complesso.

Questo testo è legato alla generale delusione del mondo della scrittura. E tenta di esprimere la mia grinta a non lasciarmi andare, perchè io scrivo nonostante tutto. Tra chi mi offende e mi critica, chi mi regala indifferenza ad oltranza. Ma anche a quello che leggo, in giro e non mi soddisfa.

Se vuoi che entri nei particolari, chiedimelo e te la spiego punto per punto.

Concordo con Francesca in tutto questo suo ultimo intervento.
Lasciateci scrivere e vivere i nostri versi come vogliamo.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: Stefano Toschi - Venerdì 25 Settembre 2009, 20:03:40
Ma certo, Marco, scrivete i vostri versi come volete. Ma lasciateci anche commentare come ci pare (o altrimenti togliete la possibilità di scrivere commenti alle vostre poesie). ;)

Ritorno sulla questione del “tu”.
Dopo l’ultimo intervento di Francesca si deve supporre che il “tu” sia il lettore, il mondo del quale si parla nel testo pare, infatti, essere quello della scrittura.
La mia prima interpretazione ipotizzava una chiave di lettura più genericamente esistenziale.
Ripensandoci, la poesia potrebbe anche essere letta ipotizzando, come situazione sottostante, un rapporto sentimentale (io-tu) in crisi.
Anche l’interpretazione di Fallin che tenta di rimanere più aderente alla lettera e alla sua sintassi, vedendo in trasparenza alle parole precise situazioni o eventi, ha la sua ragion d’essere, per quanto la loro individuazione risulti assai problematica.
D’altra parte l’ermeticità del testo non permette di prendere un indirizzo preciso, ed è questo il suo pregio e il suo difetto.
La mia interpretazione suppone un procedimento di composizione simile al sogno: con l’accostamento di elementi di diversa provenienza, spostamenti di significato e sostituzioni simboliche. Sebbene il processo, in questo caso, sia cosciente e studiato, frutto cioè di un lavoro poetico, e gli elementi accostati, più di quanto avvenga nei sogni, oltre che immagini siano parole con il loro ulteriore carico di ambiguità semantica; tuttavia, come per i sogni, i nessi logici possono essere solo ricostruiti da un lavoro di analisi, perché il linguaggio utilizzato ne è, per sua natura, privo, procedendo piuttosto per accostamenti apparentemente incoerenti.
Il livello di decomposizione del significato in questo testo, come nella maggior parte di quelli di Francesca, è molto spinto, più che in un sogno, forse troppo, almeno per i miei gusti.
Le sue poesie assomigliano ad un quadro astratto, sono capaci di evocare emozioni nel lettore, ma risultano difficili da leggere e ancora di più da comprendere.
A mio avviso una ricomposizione, anche “artefatta” (nel senso di fatta ad arte), degli elementi secondo un filo semanticamente più coerente gioverebbe. Intendo dire che possa emergere immediatamente alla lettura un significato, anche solo apparente, anche non logico, anche assurdo, piuttosto che una glaciale assenza di significato.
Ma forse invece è questa la forza di Francesca, di saper trasmettere un’emozione al netto di qualsiasi razionalizzazione da parte del lettore.
Quanti riescono ad apprezzare, però? Io stesso sono un po’ a disagio.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: alexandra - Sabato 26 Settembre 2009, 10:38:47
Caro Stefano,
ti ringrazio tanto per il tuo interesse e comprendo le tue difficoltà.
Ma io non decido niente di quello che scrivo, non sono una di quelle che lima oltremisura per giorni o per ore, che cambia, inverte. Io scrivo e basta. E' un po' quello che tento di dire in questa mia. Probabilmente la mia mente è contorta e quindi si esprime in modo contorto, ma sai per piacere agli altri o per essere apprezzata non mi sono mai cambiata nella vita e non intendo farlo neanche in poesia. La mia forza, anche caratteriale fuoriesce in tutto quello che scrivo e molti me lo riconoscono, dunque qualcosa di me arriva agli altri. Poi c'è sempre il discorso volontà ed empatia.

Io non sono da leggere e scappare, una prima lettura e il commentino.
Le mie presuppongono interesse, urlano attenzione, inducono o cercano di indurre alla riflessione.
E' forse un carattere distintivo il mio, che ricerco anche nella vita, l'unicità, non vorrei mai sentirmi dire:"tu mi ricordi qualcuno..."
e quindi, può essere che inconsapevolmente lo rifletto pure in poesia.
Non assomigliare a nessuno.
Poi ricorda che quello che scriviamo riflette noi stessi. Io sono complicata caratterialmente parlando e quindi quello che scrivo non potrà mai essere semplice, e non gioco neanche agli indovinelli come qualcuno ha ipotizzato.
Io non voglio essere volutamente ermetica.

Per capirmi o almeno cercare di farlo devi entrare nella mia poetica. Leggere tanto di me.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: Paolo Ursaia - Sabato 26 Settembre 2009, 14:20:33
  Effettivamente, le tue liriche non hanno niente dell'Ermetismo, inteso come espressione letteraria. Basta confrontarsi con Ungaretti e Montale, con le caratteristiche tecniche dei loro scritti. Le tue poesie sono libere espressioni di te stessa, così come sei, non legate a nessuna corrente, a nessuno stile poetico. Di qui l'estrema complessità nel leggerle e nel commentarle; bisognerebbe conoscerti di persona, e non superficialmente. Personalmente, apprezzo la tua capacità di trasmettere emozioni; ma mi chiedo sempre se i significati che intuisco nei tuoi scritti vi sono realmente o sono frutto della mia interpretazione. Non mi meraviglio e non mi scandalizzo, quindi, se essi sono poco commentati; ritengo che, comunque, siamo molto apprezzati. E questo non è da tutti...Un saluto. Paolo
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: Marina Como - Sabato 26 Settembre 2009, 16:14:21
Caro Stefano,
ti ringrazio tanto per il tuo interesse e comprendo le tue difficoltà.
Ma io non decido niente di quello che scrivo, non sono una di quelle che lima oltremisura per giorni o per ore, che cambia, inverte. Io scrivo e basta. E' un po' quello che tento di dire in questa mia. Probabilmente la mia mente è contorta e quindi si esprime in modo contorto, ma sai per piacere agli altri o per essere apprezzata non mi sono mai cambiata nella vita e non intendo farlo neanche in poesia. La mia forza, anche caratteriale fuoriesce in tutto quello che scrivo e molti me lo riconoscono, dunque qualcosa di me arriva agli altri. Poi c'è sempre il discorso volontà ed empatia.

Io non sono da leggere e scappare, una prima lettura e il commentino.
Le mie presuppongono interesse, urlano attenzione, inducono o cercano di indurre alla riflessione.
E' forse un carattere distintivo il mio, che ricerco anche nella vita, l'unicità, non vorrei mai sentirmi dire:"tu mi ricordi qualcuno..."
e quindi, può essere che inconsapevolmente lo rifletto pure in poesia.
Non assomigliare a nessuno.
Poi ricorda che quello che scriviamo riflette noi stessi. Io sono complicata caratterialmente parlando e quindi quello che scrivo non potrà mai essere semplice, e non gioco neanche agli indovinelli come qualcuno ha ipotizzato.
Io non voglio essere volutamente ermetica.
Per capirmi o almeno cercare di farlo devi entrare nella mia poetica. Leggere tanto di me.
si, francesca, a volte le parole sgorgano in poesia da sole, a volte però come in questa tua, sgorgano immagini. Spesso sgorgano parole che rimandano ad immagini, ma la maggior parte delle volte sono le immagini che precedono, e tu sai trovare il vocabolo giusto per descriverle (penso ad es. al presepe bucato), e siccome sei molto intelligente e sensibile, probabilmente a te richiede talmente poco tempo, la limatura, da non accorgertene, ma lo studio dei vocaboli c'è, e si vede! ed è ancora una volta che ritrovo la mia psicoanapoesia! Sgorgano le immagini e parole prima delle ragioni che ci conducono a dirle. Ma a ragionarci sopra... le ragioni si trovano sempre! E questo (hihihihihi1 ;D) mi... ricorda qualcuno!
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: Stefano Toschi - Sabato 26 Settembre 2009, 16:43:35
Caro Stefano,
ti ringrazio tanto per il tuo interesse e comprendo le tue difficoltà.
Ma io non decido niente di quello che scrivo, non sono una di quelle che lima oltremisura per giorni o per ore, che cambia, inverte. Io scrivo e basta. E' un po' quello che tento di dire in questa mia. Probabilmente la mia mente è contorta e quindi si esprime in modo contorto, ma sai per piacere agli altri o per essere apprezzata non mi sono mai cambiata nella vita e non intendo farlo neanche in poesia. La mia forza, anche caratteriale fuoriesce in tutto quello che scrivo e molti me lo riconoscono, dunque qualcosa di me arriva agli altri. Poi c'è sempre il discorso volontà ed empatia.

Io non sono da leggere e scappare, una prima lettura e il commentino.
Le mie presuppongono interesse, urlano attenzione, inducono o cercano di indurre alla riflessione.
E' forse un carattere distintivo il mio, che ricerco anche nella vita, l'unicità, non vorrei mai sentirmi dire:"tu mi ricordi qualcuno..."
e quindi, può essere che inconsapevolmente lo rifletto pure in poesia.
Non assomigliare a nessuno.
Poi ricorda che quello che scriviamo riflette noi stessi. Io sono complicata caratterialmente parlando e quindi quello che scrivo non potrà mai essere semplice, e non gioco neanche agli indovinelli come qualcuno ha ipotizzato.
Io non voglio essere volutamente ermetica.

Per capirmi o almeno cercare di farlo devi entrare nella mia poetica. Leggere tanto di me.

Cara Francesca,
il fatto che tu dica di scrivere in maniera spontanea e non costruita, senza “limare” troppo i tuoi versi, mi conferma nella convinzione che il metodo che ho usato per interpretare questa tua poesia è appropriato.
L’idea che le tue poesie fossero “costruite” e le immagini in qualche misura cercate, mi era sorta da alcuni tuoi interventi precedenti (di parecchio tempo fa); questo indeboliva la validità di una lettura condotta solo sulla suggestione di certe immagini, o di certe parole, e sul loro valore simbolico.
E’ indubbio che un’emozione, un’atmosfera, uno stato d’animo, arriva al lettore: ciò avviene, secondo me, proprio attraverso questa via, cioè attraverso la suggestione di immagini e parole, in maniera immediata e prima di qualsiasi loro razionalizzazione, quale quella che ho tentato di fare io.
Ha ragione Paolo: le tue liriche hanno ben poco dell’Ermetismo (infatti ho parlato di “ermeticità”, nel senso di enigmaticità, evitando di proposito la parola “ermetismo”). Io le accosterei piuttosto al Surrealismo (scusa: ;D “tu mi ricordi qualcuno…” ;)).

Cito da Wikipedia. Mi piacerebbe sapere se, e in che misura, ti ci ritrovi.
(segue)
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: Stefano Toschi - Sabato 26 Settembre 2009, 16:46:30
Nel primo Manifesto surrealista del 1924, [Breton] definì così il surrealismo:

 « Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere, con le parole o la scrittura o in altro modo, il reale funzionamento del pensiero. Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale. »
 
Il surrealismo è quindi un automatismo psichico, ovvero quel processo in cui l'inconscio, quella parte di noi che emerge durante i sogni, emerge anche quando siamo svegli e ci permette di associare libere parole, pensieri e immagini senza freni inibitori e scopi preordinati.

La caratteristica comune a tutte le manifestazioni surrealiste è la critica radicale alla razionalità cosciente, e la liberazione delle potenzialità immaginative dell'inconscio per il raggiungimento di uno stato conoscitivo "oltre" la realtà (sur-realtà) in cui veglia e sogno sono entrambe presenti e si conciliano in modo armonico e profondo. Il Surrealismo è certamente la più 'onirica' delle manifestazioni artistiche, proprio perché dà accesso a ciò che sta oltre il visibile. Inoltre esso comprende immagini nitide e reali ma accostandole tra di loro senza alcun nesso logico.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: alexandra - Sabato 26 Settembre 2009, 18:36:38
wow wowwww.....  così mi fate arrossire... :-[
cos'è tutta questa attenzione, mi tremano le ginocchia... :angel:

ma andiamo con ordine:
Paolo, ti ringrazio. ::) Vediamo un pò cosa posso dirti...
Tu ti chiedi se quello che pensi, possa essere vicino a quello che volevo intendere. Bene, chiedimelo, confrontiamoci, non chiedo altro... ;)

Il discorso commenti ormai non mi tocca più. Quello che scrivo è talmente ostico, che non lo capisco io, figurati gli altri... ;D



Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: Zima - Sabato 26 Settembre 2009, 18:37:56
insomma... ti sei riscoperta celebre lì dove credevi che nessuno ti considerasse!  ;D
i miei complimenti, signora del surrealismo!!  8)
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: alexandra - Sabato 26 Settembre 2009, 18:49:16


@ Gaur, hai capito un po'? :o ;D 8)




@ Marina, si hai ragione, l'incoscienza produce immagini che poi rimette in scrittura, che poi un senso lo si trova sempre. Altre volte c'è l'urgenza di sfogo, che è un'altra cosa... ;)
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: alexandra - Sabato 26 Settembre 2009, 19:02:48

Stefano, alcune volte mi ci ritrovo nel surrealismo, ma non mi dire che assomiglio a qualcuno... ;D
Mi capita di scrivere cose che apparentemente un senso non ce l'hanno, ma probabilmente sono state influenzate da qualcosa che non ricollego al momento.

Vuoi un esempio o due? si, si! urlano a gran voce... hihihihi

 
Parto semplice sennò chissà dove andiamo a parare ;D:

mi mafia e non arrende il suono al tatto
se vuoi stagliami baffi a qualche mento
apparecchiando ogni angolo

su, sfoglia il caffè al citofono
avorio su ventiquattro carati
che importa se fuori muore un'auto

ci disarmiamo di arance, impiccando
cinque mesi all'ergastolo, probabile
incontrarti vendere ceppi con traccia audio

mentre ristrutturi alberghi, fra vigili
del fuoco, stringi inquietudine nelle mani
sempre e comunque a prezzo modico


questa parla apertamente di corruzione, ma quanti l'hanno capito?
le mani impastate ovunque fra gli scandali degli appalti, le ville superattrezzate dei ricchi ladroni...

mi mafia, quanti l'avrebbero utilizzato per esprimere questo concetto!
ma soprattutto come mi nasce così, senza toccare manco una virgola?
All'ennesima puntata del tg, ascolto ma non guardo. Mi sento disinteressata, ma mi rendo conto che non lo ero. Qualche ora dopo, queste parole a fare capolino nella mente, senza tregua, bastava solo scriverle.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: fallin - Lunedì 28 Settembre 2009, 09:18:37


Se vuoi che entri nei particolari, chiedimelo e te la spiego punto per punto.


Si, ne sarei piacevolmente soddisfatto.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: alexandra - Lunedì 28 Settembre 2009, 10:37:56
Io scrivo
mentre il tempo si ferma
nel deserto di un presepe bucato
a tu per tu con un gesso
che ha il sapore di spirito imbottigliato

------------------------------------------
Io scrivo mentre il tempo si ferma(è chiaro? ;D)
deserto come mancanza di tutto, non solo di popolazione, ma anche di ispirazione, di sentimenti di - un presepe bucato- inteso come spiritualità traforata. A tu per tu con un gesso... inteso come il corpo di Cristo, che porta con sè il più mistico dei segreti, connubbio uomo-dio (spirito imbottigliato).

Mi schiaccio d'insonnia nei via vai negati
a chi di lingua annoia il baratro

-----------------------------------------------
Mi schiaccio d'insonnia, cioè mi piomba addosso l'insonnia, il non riuscire a dormire quando penso a chi con le proprie parole annoia anche il vuoto che circonda.


E scrivo
tra note distanti che allungano i denti persi
per arrabbiare spartiti fraudolenti e distratti

--------------------------------------------------
ma io scrivo, tra note distanti, pensa alle parole di una canzone che ti possano ispirare, ma anche note come Nota bene, quindi quei post scriptum che ti mettono in crisi, come quelle cose non dette, e allungano i denti persi come memoria malefica, come dolore lancinante, perdita irrimediabile. Parole non dette per arrabbiare chi? spartiti fraudolenti e distratti, come testi scritti pieni di inganni, scorciatoie, ma anche distrazioni vistose.

e tu, che non credi ai giri di ali persi
accresci silenzi sugli alibi frettolosi
di una mano


e tu, è inteso al lettore. Che puoi non credere a ciò che scrivo, non capire questi battiti d'ali persi, aumenti indifferenza su quei pretesti che ho per scrivere, per sfogare.

Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: fallin - Lunedì 28 Settembre 2009, 12:12:07
Incuriosito, sono andato a vedere le tue prime poesie, diciamo da giugno a Novembre 2006, poesie piene di dolore e di richieste di amore; Da lì in poi mi sembra che la tua scrittura sia andata sempre più complicandosi, ma perchè? Perchè hai bisogno di complicare a dismisura il verso fino alla perdita dei fili?
Perchè dal quel Novembre (potremmo fissare "La prima ruga del cuore" come rilevante nel cambiamento di "processo poetico") la voce ha subito una trasformazione?
Tu dici che la tua scrittura è di getto, e ci credo, ma tutto ciò che viene detto è il  prodotto di qualcosa di conscio o di inconscio. Allora scansando il problema di definire come è giusto scrivere (peraltro problema inutile), mi piacerebbe che facessi una riflessione sul questo tuo modo di rendere la poesia, claustrofobica, impanicata, schizzofrenica, questo tuo scioglierti completamente, nascosta nelle sfumature del non detto, lì tra una parola e l'altra.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: alexandra - Lunedì 28 Settembre 2009, 12:23:46


io non ho bisogno di andarla a ricercare, gia la conosco la motivazione.
Bene, hai ragione la -Prima ruga del cuore-, si è da lì che parte tutto.
Ci sono tante cose non dette dentro me e fuori me, me ne sono resa conto diciamo tardi pe porvi rimedio e non cadere nei soliti passi falsi.
E' come se mi fossi sedimentata in me stessa, chiusa a riccio e parlo una lingua solo mia, claustrofobica? si, schizzata? decisamente. Ma soprattutto sofferente, angosciosa, è proprio in quel giorno che mi sono resa conto, quanta tristezza mi porto dietro e il fatto che nessuno se ne accorga nella realtà quotidiana, o che io riesca così magistralmente e celarla agli occhi degli altri, mi induce a pensare che nessuno capisca e dunque parlo con il mio linguaggio.

Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: fallin - Lunedì 28 Settembre 2009, 13:24:50
La tristezza come la sofferenza è un fatto personale, intimo, abissale, gli altri ti possono soltanto far compagnia, ma tu devi lasciarli entrare.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: alexandra - Lunedì 28 Settembre 2009, 13:36:00
non è così semplice.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: fallin - Lunedì 28 Settembre 2009, 13:45:29
Infatti non è semplice, si fa fatica, e l'uomo, l'amico, l'amato poi tradisce perchè è una radice dell'essere umano, ma da anche momenti indimenticabili, per cui il gioco vale la candela. E' il rischio della vita. Infatti ci si gioca la vita su alcune amicizie, alcuni amori. E alla fine non è che una scommessa, non c'è nessuna certezza sull'esito. Ma è ragionevole rischiare se si intravede uno spiraglio. Altrimenti si diventa come quei pazzi che non escono di casa per paura di essere investiti da un imprevisto. Lo diceva anche Montale, dall'alto del suo pessimismo: un imprevisto è la sola speranza.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: alexandra - Lunedì 28 Settembre 2009, 15:57:46
mi sa che ci siamo fraintesi. Non crederai mica che per una delusione io possa agire in questo modo? non mi sento così fragile.
E' molto più complesso, quella data segna qualcosa di molto più viscerale, che non sto qui a spiegarti.
Ma fa parte di me e dunque della mia poetica.
 
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: fallin - Lunedì 28 Settembre 2009, 17:28:15
Io discutevo di qualcosa di più essenziale di una delusione. Ma se non ne vuoi parlare non proseguiamo.
Comunque a livello poetico ti preferisco all'inizio, non per l'estrema semplicità, ma per la sincerità, il grido che mi sembra sia andato perdendosi nel tempo.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: alexandra - Lunedì 28 Settembre 2009, 18:45:35
certo non posso dirti nulla... il lettore è padrone...
Io mi preferisco così. Con un linguaggio tutto mio, sempre onesta, ma solo con chi ha la pazienza di capire.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: Stefano Toschi - Martedì 29 Settembre 2009, 16:33:20
Ho letto lo scambio di battute tra Francesca e Fallin e sono andato a cercarmi “La prima ruga del cuore”, una poesia che vale la pena di leggere, scritta dal profondo dell’anima, sofferta.
Perciò metto il link: http://www.scrivere.info/poesia.php?poesia=22522 (http://www.scrivere.info/poesia.php?poesia=22522)
Certo ci sono già tutti quegli elementi, diciamo “onirici”, che andranno intensificando il loro peso nelle poesie successive.
Ognuno di noi, se scrive poesie e le pubblica, ha il desiderio di condividere le proprie emozioni più profonde, ma, al tempo stesso, consciamente o inconsciamente, per un certo pudore, tende anche a nasconderle ed a nascondersi.
Continuando sulla mia linea interpretativa: agisce una sorta di equivalente della freudiana censura onirica. Più ciò che di noi intende manifestarsi è intimo e, forse, anche non del tutto accettato, conflittuale, nei confronti di noi stessi, più la censura agisce e rende “incomprensibile” l’espressione.
Io credo che abbia agito qualcosa del genere nell’evoluzione poetica di Francesca.
Titolo: Re: Io scrivo - di Francesca Coppola
Inserito da: alexandra - Martedì 29 Settembre 2009, 17:25:39


ma che bello Stefano...
analizzi così profondamente le cose, che quasi mi imbarazzi.
Quello che tentavo di spiegare a Fallin, era il fatto che qualcosa ha agito su di me in quell'anno, qualcosa che ho represso volontariamente ma che fuoriesce SOLO quando scrivo...