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Discussioni in corso => Discussioni fra autori => Topic aperto da: Michele Tropiano - Venerdì 20 Novembre 2009, 16:26:16
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Secondo me no, perchè la poesia non è solo emozioni e belle parole, ma è anche il saper mettere le proprie emozioni su righe e dare al verso un suo perchè, e per fare tutto ciò bisogna innanzitutto avere anche una discreta preparazione culturale e poi ci vuole l'ispirazione giusta.
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Secondo me no, perchè la poesia non è solo emozioni e belle parole, ma è anche il saper mettere le proprie emozioni su righe e dare al verso un suo perchè, e per fare tutto ciò bisogna innanzitutto avere anche una discreta preparazione culturale e poi ci vuole l'ispirazione giusta.
Tutti possono sentirsi tali, ma esserlo è un po' presuntuoso, perché si sa, che inglobare qualcuno nella propria amina con parole scritte è davvero dono di pochissimi, ma se metti che ogni piccola tribù ha il proprio idolo o semplicemente la propria preferenza...fai te.
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Si, tutti quelli che ci credono!!
Io non ci credo!
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bisogna innanzitutto avere anche una discreta preparazione culturale...
...e li mi fermo!!!
perché non avendola, oppure solo in parte non posso più scrivere! beh... pazienza farò l'uncinetto nei momenti liberi!
Grazie Michele per avermi aperto gli occhi...
ChS.
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beh hai scritto "solo in parte" quindi potrebbe anche essere la parte giusta... :)
...e li mi fermo!!!
perché non avendola, oppure solo in parte non posso più scrivere! beh... pazienza farò l'uncinetto nei momenti liberi!
Grazie Michele per avermi aperto gli occhi...
ChS.
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Secondo me no, perchè la poesia non è solo emozioni e belle parole, ma è anche il saper mettere le proprie emozioni su righe e dare al verso un suo perchè, e per fare tutto ciò bisogna innanzitutto avere anche una discreta preparazione culturale e poi ci vuole l'ispirazione giusta.
Se per preparazione culturale intendi saper scrivere in italiano, allora forse si, ma non è un problema, si impara!
Per il resto Alda Merini non mi pare avesse la laurea! Anzi, conosco un ottimo poeta laureato in ingegneria, vale lo stesso? A me piace fare l'uncinetto! Saverio, se vuoi ho una discreta conoscenza del nome di tutti i punti base e non base... vengo a sferruzzare anche io!
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seconco me si, perchè...
perchè la poesia non è solo emozioni e belle parole, ma è anche il saper mettere le proprie emozioni su righe e dare al verso un suo perchè,
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non penso che ogni persona possa esprimersi in versi poetici, non tutti hanno la sensibilità,substrato necessario per l'arte
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non credo che sia facile definire cosa faccia un vero poeta e cosa no. è il tempo e il migliorarsi e maturare la poesia che ci risponderà. in ogni caso un poeta è una persona che sente la vita secondo un ritmo e secondo versi. così come un compositore ascolta le cose più che vederele, un poeta le sente in versi già quando si presentano. Nn credo che sia la cultura che faccia un poeta, ma potrebbe e poi bisogna anche dire che forse la cultura fa il lettore, molte persone scrivono di cose che hanno riferimenti culturali nn sempre scontati e conosciuti e spesso è difficile ch'essi vengano percepiti. Percepiamo le cose in base al nostro vissuto e conosciuto e dunque magari anche in modo completamente opposto a chi le ha percepite. scusate gli errori, ma la tastiera tedesca nn aiuta nella fretta dello scrivere.in ogni caso trovo ammirevole che le persone si testino e provino e credo sia grandioso che ci sia un sito che lo consenta. Se penso agli scrittori più colti beh, direi che quando la cultura diventa immensa, dal loro scrivere si percepisce solo una grandissima e profonda semplicità espressiva che si riesce a raggiungere soloa quel livello. Un'apparente semplicità che rivela una grande cultura. Ma non confonderei la cultura con il titolo di studi.
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non credo che sia facile definire cosa faccia un vero poeta e cosa no. è il tempo e il migliorarsi e maturare la poesia che ci risponderà. in ogni caso un poeta è una persona che sente la vita secondo un ritmo e secondo versi. così come un compositore ascolta le cose più che vederele, un poeta le sente in versi già quando si presentano. Nn credo che sia la cultura che faccia un poeta, ma potrebbe e poi bisogna anche dire che forse la cultura fa il lettore, molte persone scrivono di cose che hanno riferimenti culturali nn sempre scontati e conosciuti e spesso è difficile ch'essi vengano percepiti. Percepiamo le cose in base al nostro vissuto e conosciuto e dunque magari anche in modo completamente opposto a chi le ha percepite. scusate gli errori, ma la tastiera tedesca nn aiuta nella fretta dello scrivere.in ogni caso trovo ammirevole che le persone si testino e provino e credo sia grandioso che ci sia un sito che lo consenta. Se penso agli scrittori più colti beh, direi che quando la cultura diventa immensa, dal loro scrivere si percepisce solo una grandissima e profonda semplicità espressiva che si riesce a raggiungere soloa quel livello. Un'apparente semplicità che rivela una grande cultura. Ma non confonderei la cultura con il titolo di studi.
brava Barbara hai colto molto nel segno...
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...e li mi fermo!!!
perché non avendola, oppure solo in parte non posso più scrivere! beh... pazienza farò l'uncinetto nei momenti liberi!
Grazie Michele per avermi aperto gli occhi...
ChS.
Saverio, amico mio, non si scrive con l'uncinetto ma con la penna e finora credo tu l'abbia usata come la uso io e tanti altri tra noi senza portare scritto sulla fronte il cartello "sono poeta"
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E' sempre la solita domanda ....ma è davvero essenziale conoscere la risposta? A chi gioverebbe ? Si scrive per tanti motivi , alcune cose sono comprensibili e condivisibili, altre no.
E nel libero spirito che anima, chi da sempre desidera fermare i pensieri sulla ,ormai metaforica carta, ognuno vive nel proprio, sterminato universo di sensazioni ed emozioni.
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Ovviamente ognuno se l’è posto questo problema. Anch’io, e ho una mia risposta. Prima di enunciarla però vorrei motivarla allargando la prospettiva del dibattito. La domanda posta si può estendere ad ogni attività umana e non necessariamente solo a quelle artistiche. In particolare ci sono stati grandi musicisti totalmente illetterati: tutti i pionieri del jazz non conoscevano la musica scritta e devo dire, francamente, che spesso preferisco costoro ai jazzisti che adesso si diplomano al conservatorio. I grandi pittori e scultori non erano certo molto familiari con le lettere. Michelangelo era un genio immenso della pittura e della scultura ma non certo uomo di lettere. Il grande pittore naif Antonio Ligabue era un insufficiente mentale. Leonardo si autodefiniva “omo sanza lettere”. Mozart diceva “la musica scritta sono solo cacche di mosca, quella vera è dentro la mia testa”. Certo la materia della poesia sono le parole e quindi bisogna almeno conoscerle. Ma un poeta, specie uno dialettale, ad esempio, può prescindere dalla cultura scritta. Gli antichi aedi, come Omero, cantavano nelle piazze, non hanno mai scritto nulla. Personalmente ho conosciuto delle persone che erano poeti e pittori senza saperlo, io lo sentivo che lo erano. Comunque sono d’accordo con Gianpiero, anche per me ognuno ha diritto ad esprimersi come meglio crede, anzi trovo utile leggere tutto ciò che si scrive, vorrei avere più tempo per leggere proprio tutto. Internet ha fatto il miracolo che aspettavo: voglio conoscere i pensieri di tutte le persone del mondo. I più non passeranno alla storia, per tante ragioni diverse, ma la storia, quella scritta nei libri, come per la musica, non è tutto. :angel:
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Saverio, amico mio, non si scrive con l'uncinetto ma con la penna e finora credo tu l'abbia usata come la uso io e tanti altri tra noi senza portare scritto sulla fronte il cartello "sono poeta"
già... e io non lo sono! non l'ho mai nascosto! come non ho mai nascosto di emozionarmi scrivendo...
e se quel che scrivo riesce ad arrivare... beh! allora son felice di tutto ciò.
...senza capire la differenza fra chi è poeta e chi no! ...quello lo lascio ai tecnici e quelli più "avanti" di me.
comunque Grazie! Rasi... le tue parole mi arrivano in un momento ...Molto particolare, grazie per l'incitamento.
ChS.
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??? a mio parere tutti poeti sono tali xk vengono acclamati come tali ..non sanno di esserlo..la poesia è in tutti com l'emozione è una prerogativa di ogni anima ..ci saranno posie più costriute da chi ha più cultura e qlkuna più grezza e dialettare ma che comunque riesce a trasmettere emozione e,se lo fà, è poesia a tutti gli effetti.
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Io credo che non si dovrebbe neanche porre questa domanda....quando scrivo poesie lo faccio principalmente per stare bene con me stesso, perchè mi fa stare bene scrivere, se arrivasse qualcuno e mi dicesse "tu è meglio che non scrivi più nulla perchè non sei un poeta" lo manderei a quel paese perchè forse ciò che non si è ben capito è che la poesia deve fare star bene principalmente chi la crea! personalmente trovo squallido che ci possano essere persone che scrivono solo per ricevere complimenti e dunque senza "sentire realmente" ciò che scrivono....la poesia è come un'appendice del proprio autore, deve rappresentare in toto ciò che una persona vuole trasmettere (principalmente a se stessa, poi agli altri), ovviamente ci sono altri tipi di poesie che vogliono magari trasmettere messaggi a chi legge, ma quello è un discorso a parte, in generale la poesia è del poeta, dopo vengono i lettori.
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Però uno può scrivere, sempre per stare bene con sé stesso, un diario, un racconto, degli aforismi, delle considerazioni esistenziali, filosofiche, religiose; oppure anziché scrivere può decidere di esprimersi con un altro mezzo, sempre per stare bene con sé stesso: può dipingere, può recitare, può coltivare un giardino, può fare fotografie, può fare mille altre cose. Ciascuna di queste cose potrebbe essere avvolta da un alone poetico, esprimere e suscitare emozioni, sentimenti, riflessioni.
Sono tutti poeti?
Un poeta è chi scrive poesie.
Su che cosa questo significhi si potrebbe discutere a lungo, se non lo si fosse già fatto. ;)
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...E a chiosa di Toschi, come contributo alla discussione, suggerisco questo link dove si trovano a confronto due poetiche opposte ma suggestive entrambe; in nessuna di esse si parla di poesia unicamente come espressione del "particulare", se non in chiave universale...
Traguardo difficile, difficilissimo; da prefiggersi ..... :)
http://www.valsesiascuole.it/crosior/1_intertestualita/carducci_poesia.htm
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..ho letto quanto ha linkato Clodia...
e questo passaggio.. mi ha davvero colpito..
Ma il poeta non deve farlo apposta.
Il poeta è poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non istorico, non maestro, non tribuno o demagogo, non uomo di stato o di corte. E nemmeno è, sia con pace del maestro, un artiere che foggi spada e scudi e vomeri; e nemmeno, con pace di tanti altri, un artista che nielli e ceselli l'oro che altri gli porga. A costituire il poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l'uno e l'altra.
che unito a questi...
..Perché la poesia, costretta a essere poesia sociale, poesia civile, poesia patriottica, intristisce sui libri, avvizzisce nell'aria chiusa della scuola, e finalmente ammala di retorica, e muore. E noi di questa pseudopoesia ne abbiamo tanta....
....Raccontavano un fatto storico, di quelli ultimi: lo condivano con declamazioni, esclamazioni, maledizioni; e lo mettevano in esametri. Ma anch'essi capivano che non bastano i versi a far poesia: e perciò incorniciavano la loro storia verseggiata e declamata con una descrizione di alba e un'altra di tramonto; e il poema era fatto.
somiglia molto al mio pensiero....
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Nonostante tutto continuo a leggere topic che a volte rivelano qualcosa di interessante, questo (purtroppo) ricalca stilemi già visti migliaia di volte.
Tuttavia non è di questo che volevo parlare. Volevo solo chiedere, ancora una volta, cortesemente che almeno in questo sito (di poesie e di amore per la lingua italiana) si evitasse di scrivere con quella ormai dilagante metodologia (abusata anche nella vita reale) che fa parte di uno slang utilizzato unicamente da coloro che sono abituati a spedire SMS a ritmo elevato.
Io credo di non essere l’unico a voler bene a questa nostra meravigliosa lingua italiana, bisognerebbe dimostrarglielo un po’ più spesso l’affetto, e non solo scrivendo versi…
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..ho letto quanto ha linkato Clodia...
e questo passaggio.. mi ha davvero colpito..
Ma il poeta non deve farlo apposta.
Il poeta è poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non istorico, non maestro, non tribuno o demagogo, non uomo di stato o di corte. E nemmeno è, sia con pace del maestro, un artiere che foggi spada e scudi e vomeri; e nemmeno, con pace di tanti altri, un artista che nielli e ceselli l'oro che altri gli porga. A costituire il poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l'uno e l'altra.
che unito a questi...
..Perché la poesia, costretta a essere poesia sociale, poesia civile, poesia patriottica, intristisce sui libri, avvizzisce nell'aria chiusa della scuola, e finalmente ammala di retorica, e muore. E noi di questa pseudopoesia ne abbiamo tanta....
....Raccontavano un fatto storico, di quelli ultimi: lo condivano con declamazioni, esclamazioni, maledizioni; e lo mettevano in esametri. Ma anch'essi capivano che non bastano i versi a far poesia: e perciò incorniciavano la loro storia verseggiata e declamata con una descrizione di alba e un'altra di tramonto; e il poema era fatto.
somiglia molto al mio pensiero....
Era a questo che volevo arrivare, specie dove dice: "Ma il poeta non deve farlo apposta". Quindi condivido pienamente, anche se la questione è lunga; si potrebbe per esempio confutare Pascoli e quindi tutta la poesia del Novecento a oggi per un eccessivo ripiegamento in se stessa, nel sentimento del sè e del male esistenziale e in effetti alcuni (discutibilmente) lo stanno facendo, vedi un articolo apparso su Corsera di Bondi. Attualmente, poi, la mancanza di una poesia "civile" si sente nel Paese e questo già lo prefigurava Pasolini. L'unica cosa di cui sono a conoscenza è un poema comico-satirico (alla maniera cinquecentesca) sul Premier (non ricordo l'autore). Tuttavia va detto che anche Parini o Foscolo nel fare poesia civile mettevano un "quid" che li rendeva poeti, impalpabile ma molto forte e così Leopardi ne "La ginestra".
Divago e mi scuso, capisco che è una discussione troppo ampia :)
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Pascoli, in quel brano, mi sembra faccia costante riferimento a Carducci, poeta ufficiale del regno, cantore degli italici fasti: "nemmeno è, sia con pace del maestro, un artiere che foggi spada e scudi e vomeri" (ma c'è anche un altro Carducci, più intimo, più vicino al nostro sentire).
Che il "come si esprime" non sia sufficiente a fare la poesia è cosa ovvia, tuttavia Pascoli non ha certo trascurato quel "come".
Per una poesia civile ci vogliono grandi passioni ed oggi tutto tende al relativo, all'atomizzazione individuale.
Quindi io penso che sia possibile solo una poesia pseudocivile che rifletta sulla condizione dell'individuo nella società o, in alternativa, una poesia comico-satirica che sbeffeggi la vanagloria del potere.
Forse sarebbe possibile una "poesia civile" ad opera di qualche adoratore del premier e delle sue mirabolanti imprese (Bondi?), ma loro malgrado non si discosterebbero dal genere comico.
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??? Poeta per me è una parola grande... ma ci si può sentire poeti nell'animo. Quello che credo è che se si è in grado di far sentire le proprie emozioni a chi legge il proprio scritto allora forse si è sulla buona strada.
Io per esempio è da poco che scrivo " poesie", e ogni giorno approfitto delle critiche e dei consigli di molti autori ai quali farei un applauso per ogni loro poesia, per migliorare e in qualche modo credo di esserci riuscita e spero tanto un giorno di poter sentirmi un poeta nel senso pieno del termine.
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Io rispondo affermativamente ma, solo se ascolti quanto ti detta, onestamente, la parola dell'anima.
Avevo 15 anni quando scrissi, spontaneamente, questi brevi versi da ragazzo immamorato, le note elencati.
Ad oggi ne ho scritte centinaia quindi:sono un poeta?
SalutiBelli
"Mi sono addormentato
come un bambino.
Avevo lei nel cuore
e tanta pace"
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I fautori del movimento artistico Fluxus, riferendosi a ogni forma artistica, sostengono che ognuno può pretendere di essere un artista e che l'arte non ha una forma determinata, http://en.wikipedia.org/wiki/Fluxus
Io sono, istintivamente da sempre, anche prima di conoscerlo, molto vicino a questo modo di sentire. E' chiaro che l'artista ama mostrare il suo prodotto, è un sano segno di umana vanità, ma non è questa la ragione profonda per cui lo produce, lo fa per un'incontrollabile esigenza interiore. se poi ci deve pure vivere ama anche vendere i propri prodotti. Se gli altri gli danno retta sicuramente è più felice, ma se gli altri lo ignorano, o peggio lo disprezzano, certo questo lo fa soffrire e,in diversi casi, può anche arrivare a bloccarne la produzione o peggio, ma l'esigenza interiore, sia pure frustrata, rimane. Se poi passa alla storia l'artista è felicissimo, ma io mi sono convinto, analizzando un certo numero di biografie, che i più il problema non se l'erano proprio posto, solo pochi avevano la coscienza che sarebbero rimasti nella memoria collettiva. Un'altra convinzione che ne ho tratto è che l'artista non si preoccupa di verificare se il suo sentire è di carattere universale, condiviso o limitato a se stesso, altrimenti non si spiegherebbe perché la storia è piena di artisti incompresi.
Perciò mi sento solo di dire andate e fate, poi si vedrà. :angel:
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Io non mi considero una "poetessa", solo a dire il nome mi scappa da ridere! Mi considero una delle tante persone che ha voglia di dire, di esprimere, di comunicare ... Ascolto quello che ho dentro, lo identifico e poi lo traduco (o almeno ci provo) in parole. Credo che tutti abbiamo delle cose da dire però non tutti lo fanno con le parole, magari lo fanno creando un oggetto meraviglioso, o un mobile, o cantano ... ognuno a modo suo credo sia un poeta di qualcosa, dello straordinario che ha dentro di sè...
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Ad ogni modo ci sono poesie e poesie.....può capitare di scrivere tantissime brutte poesie e poi di colpo scriverne una bellissima, e in quel caso? si è poeti per una volta e poi non lo si è più? non è facile dare una risposta esaustiva a quest'interrogativo.... ???
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Personalmente sono convinto che la poesia sia una forma d'arte le cui caratteristiche sono ben delineate e riconoscibili.
Per citare Fortini: "Ammettendo che si sappia che cos’è il linguaggio articolato di cui ci serviamo e quali sono i diversi aspetti, le diverse funzioni che coesistono in ogni atto del linguaggio, si può dire che nel linguaggio umano c’è una funzione che tende a mettere in evidenza soprattutto, o almeno in modo particolare, il linguaggio stesso, ad attirare l’attenzione sulla forma della comunicazione. Ebbene questa è la funzione poetica" (qui si può leggere una interessante intervista a Fortini su "che cosa è la poesia": http://www.aetnanet.org/modules.php?name=News&file=article&sid=15830 (http://www.aetnanet.org/modules.php?name=News&file=article&sid=15830)).
In sintesi, come ho già avuto occasione di scrivere in questo forum: "peculiarità della poesia è il rapporto “alterato” tra significante e significato" (a chi interessasse: http://www.scrivere.info/community/forum/index.php?topic=2726.0).
Certo i confini sono sempre labili e forme ibride sempre possibili.
Va da sé, come si è detto, che la forma non basta a fare una poesia, è necessaria ma non sufficiente.
Ma sono d'accodo. Tutti possono essere poeti:
Vita assaporata
Vita preceduta
Vita inseguita
Vita amata
Vita vitale
Vita ritrovata
Vita splendente
Vita disvelata
Vita nova
questa poesia, che certo non passerebbe al vaglio della nostra redazione, è stata pubblicata in libri e riviste. Si intitola "A Silvio", l'autore è Sandro Bondi, Ministro della Repubblica.
Tutti possono essere poeti, basta avere un nome e un editore che ti pubblica... ;D
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Ma sono d'accodo. Tutti possono essere poeti:
Vita assaporata
Vita preceduta
Vita inseguita
Vita amata
Vita vitale
Vita ritrovata
Vita splendente
Vita disvelata
Vita nova
questa poesia, che certo non passerebbe al vaglio della nostra redazione, è stata pubblicata in libri e riviste. Si intitola "A Silvio", l'autore è Sandro Bondi, Ministro della Repubblica.
Tutti possono essere poeti, basta avere un nome e un editore che ti pubblica... ;D
..hahahahahahhahhaahha!!!! ;D :D ;D
::) ...così è la vita..........
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Ma sono d'accodo. Tutti possono essere poeti:
Vita assaporata
Vita preceduta
Vita inseguita
Vita amata
Vita vitale
Vita ritrovata
Vita splendente
Vita disvelata
Vita nova
questa poesia, che certo non passerebbe al vaglio della nostra redazione, è stata pubblicata in libri e riviste. Si intitola "A Silvio", l'autore è Sandro Bondi, Ministro della Repubblica.
Tutti possono essere poeti, basta avere un nome e un editore che ti pubblica... ;D
Ad onor del vero più che una poesia, mi ricorda la giaculatoria della messa della domenica di Pasqua.
Basta aggiungere un "hora pro nobis" alla fine di ogni riga.
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Siamo sicuri che sul sito non vi siano poesie ancor più abominevoli di questa?
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Ad onor del vero più che una poesia, mi ricorda la giaculatoria della messa della domenica di Pasqua.
Basta aggiungere un "hora pro nobis" alla fine di ogni riga.
hahha! Sei troppo forte!
Siamo sicuri che sul sito non vi siano poesie ancor più abominevoli di questa?
:D certo che no! Non metterei mai alcune mie poesie dentro una mia raccolta, figurarsi in un libro! Anzi, giusto ieri pensavo di mettermi in discussione una mia nel forum, e magari rifarla, con la speranza di rifarla ancora, ancora... e poi gettarla via quando sarò abbastanza matura (forse ci riuscirò anche io) !
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Ad onor del vero più che una poesia, mi ricorda la giaculatoria della messa della domenica di Pasqua.
Basta aggiungere un "hora pro nobis" alla fine di ogni riga.
Caro Conte, credo che tu non sia andato lontano dalla giusta interpretazione di quei versi.
Effettivamente deve trattarsi di una preghiera litanica rivolta ad una divinità, come si può evincere da un'altra lirica del nostro autore dedicata alla madre di Berlusconi (che Dio l'abbia in gloria).
A Rosa Bossi in Berlusconi
Mani dello spirito
Anima trasfusa.
Abbraccio d’amore
Madre di Dio
Nell'ultimo verso, la signora Rosa, viene appellata dal poeta "Madre di Dio"; è facile dedurne... :-X
Fatevi quattro risate: http://www.youtube.com/watch?v=SOZX0aRmM7s (http://www.youtube.com/watch?v=SOZX0aRmM7s)
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A Rosa Bossi in Berlusconi
Mani dello spirito
Anima trasfusa.
Abbraccio d’amore
Madre di Dio
Nell'ultimo verso, la signora Rosa, viene appellata dal poeta "Madre di Dio"; è facile dedurne... :-X
Fatevi quattro risate: http://www.youtube.com/watch?v=SOZX0aRmM7s (http://www.youtube.com/watch?v=SOZX0aRmM7s)
con la Lucianina...risate di cuore...
ma.. la citazione... la trovo davvero inquietante.. e ho smesso di ridere....
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;D ...Sia chiaro che ho citato Bondi come teste a carico di un modo di pensare molto povero sulla poesia...
(ehm...Si scrive "ora" senza la "h", mi spiace farlo notare ma proprio non resisto :angel: )
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secondo il mio modesto parere: no, non tutti possono essere poeti, almeno nel senso di scrivere poesie, tutti possono scrivere, se lo sanno fare e ne hanno voglia, ma quello che si scrive non è necessariamente poesia, può essere prosa, narrativa, saggistica... etc ... la forma poetica, al di là degli stili e dei distinguo, ha delle necessità peculiari imprescindibili: oltre ad emozionare (questo lo fa anche una buona prosa), deve avere delle caratteristiche di contenuto e di modalità di esposizione, la poesia è condensazione d'anima, è espressione immediata, diretta del profondo, presenta allegorie, similitudini, metafore, che amplificano le emozioni, certo, visto che è arte espressa per mezzo del linguaggio, va da sè, bisogna conoscere lo strumento attraverso il quale si esprime... come un musicista deve conoscere le note, oltre a da vere un orecchio musicale..
bhè, la questione alla fine, in qualunque espressione artistica, verte sulla differenza tra talento e tecnica ... e... qualcuno disse che prima bisogna saper la tecnica e le regole, padroneggiarle, e poi... disattenderle ... e voilà ecco l'artista! (chi ha solo una buona tecnica è un bravo artigiano) Le argomentazioni sono molte e molto vasto sarebbe l'argomento, la verità che in poesia ci sono frasi brevissime che riescono a dire più di cento tomi, sono come sassi in uno stagno, sviluppano una serie di cerchi concentrici che non si estinguono, l'arte è alchimia, trasformazione comunicativa di sentimenti, emozioni, stati d'animo, certo quello che arriva dipende anche dalla cltura, una poesia può essere letta comunque a strati. Chi non sa scrivere ma possiede un animo sensibile la poesia può comunque viverla o leggerla... come io che amo la musica ma non la so "fare" l'ascolto, la sorseggio e la bevo e mi regala brividi... Che scriva chi vuol farlo, chi lo sente e ne tre diletto dall'atto stesso... cosa sarà lo scritto poi si vedrà ...
ai posteri l'ardua sentenza!
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Perché uno si pone una domanda del genere? E soprattutto, perché uno dovrebbe tentare di rispondere, a una domanda del genere? Per arrivare dove? Ottenere quale risultato? Una volta ottenuta risposta, che tipo di arricchimento ne traggo?
Se chi ha posto la domanda, ha utilizzato il verbo “potere” con cognizione di causa, allora la risposta è sì, tutti POSSONO essere poeti, allo stesso modo in cui tutti POSSONO essere qualunque altra cosa. L’umano potenziale non ha limiti, se non quelli che l’uomo stesso si pone. L’essere poeti è un processo che si sviluppa da una scelta e questa scelta prende forma dall’istinto e dalla passione.
Permettetemi un’altra domanda. E una premessa alla domanda. Se scrivete su questo sito, è perché avete un forte desiderio di rendere pubbliche le vostre composizioni e confrontarvi con altre persone che condividono la stessa passione; e, magari (perché no?), sperando anche che qualcuno vi noti e vi sottoponga un contratto editoriale. (Non dite di no perché passate per ipocriti).
Allora vi chiedo: come fate a sapere di essere o non essere poeti?
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Allora vi chiedo: come fate a sapere di essere o non essere poeti?
Bella domanda....ti rispondo semplicemente dicendo che a me non importa che la gente mi consideri o meno un poeta, so che mi piace scrivere poesie e che per me è molto importante esprimere sensazioni, ricordi e perchè no, anche personali conoscenze in forma poetica....questo fa di me un poeta? non lo so, ma di sicuro amo scrivere in forma poetica, è ovvio che se mi notasse qualcuno e mi offrisse un contratto editoriale non mi dispiacerebbe (e a chi del resto? ;D) ma al di là di queste chimere scrivo principalmente per stare bene con me stesso... ;)
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Quanti punti di vista e tutti validi ed interessanti! Allora quanto è difficile rispondere a questa domanda!
Mi unisco anch'io al coro, cercando di portare un ulteriore tassello, niente di più pretenzioso.
La poesia, come la pittura, la danza, la musica eccetera è un espressione di comunicazione. Quindi mi sento di escludere, in linea di massima, una finalizzazione volta solo alla soddisfazione personale dell'autore, avulsa da ogni forma di partecipazione e coinvolgimento o esternazione. Ogni opera, lasciando da parte quindi alcuni casi patologici, è fatta per essere mostrata. Chiaramente il mezzo stesso e, non a caso, l'utilizzo di questo già determinano l'intenzione dell'autore di manifestare il suo desiderio di condivisione. Un architetto difficilmente riuscirà a convincere che la sua opera non è nata per essere esibita. Pure un un pittore farà difficoltà a spiegare che l'intenzione non era che quella di pulire il pennello sulla tela o lo scultore, quella di ripulire la pietra dallo sporco! Ecco forse l'unico che spesso e volentieri scrive solo per se è proprio lo strumentista della penna, un po' come il musicista...ma, come giustamente qualcuno faceva osservare, si scrive anche un diario della propria vita e lo si fa probabilmente con intenzioni tuttaltro che divulgative. Però, visto che il desiderio più grande di tutti, infine, è quello di rendere gli altri partecipi delle proprie emozioni, mi prendo la responsabilità di affermare che l'arte in ogni sua forma viene concepita perchè sia vista, partecipata. Forma di comunicazione quindi, ma subliminale e codificata! Cioè tutti possono vederla, ma non tutti possono comprenderla; perlomeno allo stesso modo (e qui sta il bello). A volte si fa arte, a volte si produce un artefatto, ma non è credo compito di chi si cimenta in siti come questo, quello di giudicare. Anzi diciamocelo con sincerità: basta con i commenti e con i commentatori che assurgono a critici letterari! Si dice a me piace oppure a me non piace; e naturalmente è gradito un commento il più articolato possibile, dal quale si capisca che perlomeno ci si è sforzati di leggere dopo aver innestato il cervello e non semplicemente per lo stereotipo del complimento fotocopiato! Io francamente non capisco quelli che danno giudizi di stampo oggettivo. Ma qui non siamo mica a scuola! Non è questione di rima, di ritmo di semantica, e chi più ne ha più ne metta. Basta col bla...bla...bla dei soloni autoproclamatisi tali. Perchè giustamente le critiche sono sempre ben accettate, se costruttive, ma dipende anche da chi te le fa. Io personalmente accetto tutte le critiche "intelligenti", cioè quando capisco che chi me le fa intellige, e gliene sono grato solo per il fatto che si è preso la briga di darmi qualche consiglio. (segue)
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(seguito) Ma a volte mi capita di ricevere suggerimenti da persone che poi, se vai a leggere i loro componimenti, percaritàdiddio! Ecco vedete, anch'io ci casco perchè ho appena giudicato! Questo sito, come altri più o meno interessanti, non sono dei banchi di prova o peggio dei concorsi letterari, quindi rilassiamoci e pensiamo che ogni goccia di inchiostro è una buona occasione per scambiarci un messaggio e, se va bene un'emozione, visto che abbiamo bisogno dell'uno e dell'altro e l'uno dell'altro. Possiamo essere tutti poeti? La risposta dovrebbe ora essere chiara. Certo che si! Un pittore, anche se solo un imbrattatele, è un pittore non un idraulico (a parte la quotazione di mercato, degna di Soteby). Uno scrittore scrive, non adopera la mazza e lo scalpello dell'intagliatore di legno, ma quest'ultimo può essere un semplice falegname o un artista. Anche un cuoco si può chiamare artista, ma dipende dal risultato delle sue preparazioni. In sostanza un poeta è un poeta, anche se non eccelle. Cerchiamo di capire il significato di scrivere in un sito come questo. Ci saranno poeti bravi e meno bravi come ci sono cuochi bravi o meno bravi! Si possono fare considerazioni oggettive e soggettive, ma col dovuto riguardo. Noi non siamo qui per giudicare il valore degli autori secondo dettami spesso del tutto superati, ma solo la straordinaria energia che scaturisce dal loro pensiero esternato nei versi. Stile, canoni, rime....tutta roba vecchia! Gli schemi servono solo ad imprigionare il pensiero e castrare le emozioni. La vera ed unica regola è: non ci sono regole! Non siamo qui per fare bei compitini da primi della classe, nè fare sfoggio di culture personali. Se il nostro pensiero è astratto, bene! Rimanga tale, trasmetterà di più. Non dobbiamo mostrare prima di posedere il passaporto dell'arte figurativa o peggio del manierismo. E...un appunto agli incomparabili ideatori e moderatori di questo buon sito di poesia (e lo dico con affetto, perchè non vorrei succedesse la stessa cosa già vista altrove, cioè che gli autori iscritti si disaffezionino): cercate di dare i giusti riconoscimenti a chi emoziona piuttosto che a chi riempie il carrello della spesa! Anche se, mi rendo conto, dovreste leggervele tutte...Impresa biblica, ma non impossibile. Altrimenti la bambolina la vince chi ha più colpi da sparare, non chi spara meglio. Concludo questo mio parossistico intervento con una della frasi poetiche più belle di sempre. La dice Rodolfo, il protagonista della Boheme di Puccini: "Chi son? Sono un poeta! Che cosa faccio? Scrivo! E come vivo? VIVO!
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Condivido diverse riflessioni che sono state esposte. Comunque per quanto mi riguarda scrivere mi fa star mediamente male, non bene. Scrivo con fatica, con dolore, a volte nel pianto, poche volte col sorriso. Che i fatti siano antichi o attuali provo sempre una struggente malinconia nel rievocarli. Forse è un senso esasperato del tempo che corre verso la fine, dell'attimo che sfugge alla volontà di trattenerlo. Scrivo per il desiderio di far rivivere o vivere fuori di me persone, luoghi, situazioni con cui ho avuto a che fare. Estrarli dalla mia fluida memoria e imprimerli sulla carta o nella memoria esatta di un computer mi aiuta a elaborarli, per me stesso innanzitutto, per capire, per migliorarmi, per non dimenticare. Voglio ricreare le atmosfere, portare alla luce le sensazioni più profonde, più impercettibili, analizzare gli effetti che queste circostanze hanno avuto sulla mia vita. Poi mi piace rendere gli altri partecipi di queste esperienze che considero interessanti, istruttive, in modo che non vadano perse con me. :angel:
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..mah..trovo l'intervento di G.M. Coniglio... un po' ricco di contraddizioni.... commento si.. commento no... si.. ma solo così...
non si può negare il piacere di ricevere commenti positivi.. particolarmente quando se ne sente la sincerità.. ma il loro unico esito.. è quello di andare ad ingrassare il nostro ego.. già sufficientemente adiposo...
perciò benvenga chi ha la capacità.. la voglia.. il coraggio.. di commentare criticando..chiunque esso/a sia...magari subito sarà una puntura di spillo...ma comunque salutare.. per guardare a noi stessi ed alle nostre parole con maggior criticità... non solo per migliorare... ma anche per mantenerci aderenti al suolo.. e saperci guardare nello specchio vedendo ciò che siamo.. e non ciò che supponiamo...
ma vabbè... sono cose già dette e ridette.......
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Sono in gran parte d’accordo con ciò che dice Giulio Maria, tranne su alcune cose.
Su queste mi soffermerò.
La prima: tutti possono essere poeti?
Voglio raccogliere l’osservazione di Manocchia ed intendere la domanda nel senso più proprio: a tutti è possibile essere poeti? (Cioè scrivere poesie).
Se la poesia è “ispirazione” dovremmo propendere per il no. L’ispirazione è un dono (della Musa? Di Dio?). In alternativa l’ispirazione può essere una disposizione a cogliere l’essenza (di sé, del mondo, dell’esistenza) sì da poterla riportare in un’opera. Nella sua accezione comune si tratta, comunque, di un qualcosa che prende il soggetto dell’ispirazione, non di uno stato in cui egli si pone di sua volontà; si tratta di qualcosa che ci viene “soffiato dentro”.
Dal punto di vista dell’ispirazione quindi non si sceglie di essere poeta, si è scelti dall’ispirazione: è bensì una possibilità che può presentarsi a ciascuno, ma non è in potere di alcuno decidere di essere poeta.
Se viceversa la poesia è tecnica, le tecniche si imparano. Sarà quindi sufficiente lo sforzo volontario dell’aspirante poeta per acquisire le conoscenze necessarie.
Se, poi, si ritiene che la poesia richieda ispirazione e tecnica saranno necessarie le due cose: non sarà sufficiente l’ispirazione, ma essa dovrà trovare espressione in una forma (poetica per l’appunto, e non pittorica, scultorica, fotografica, cinematografica e nemmeno in qualche altra forma di scrittura) per la quale occorre un fare di natura tecnica.
Si può anche ritenere che la poesia non richieda ispirazione, ma sia semplicemente una forma di espressione, tutti hanno qualcosa da esprimere. Sarà allora sufficiente che lo esprimano in forma poetica, ma ogni forma richiede di essere costruita, modellata, disegnata utilizzando opportuni strumenti secondo adeguate tecniche. E’ escluso che possa bastare la semplice espressione, infatti non si dà espressione senza forma, e le forme di espressione sono molte: ognuna ha i suoi modi, i suoi materiali, le sue “regole” (fossero pure di natura strettamente biologica).
Ciò è tanto vero che anche la pittura astratta ha la sua forma e le sue tecniche, e perfino quella Informale (ad esempio Pollock utilizzava la tecnica del “dripping” per dare forma alle sue opere).
(continua)
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Diventa allora determinante stabilire il carattere peculiare della forma poetica (che secondo me è quello che ho detto in un post precedente).
Certamente è escluso che tale carattere debba risolversi esclusivamente nella metrica, nel ritmo e nella rima, tuttavia dissento fortemente da affermazioni come questa:
“Stile, canoni, rime....tutta roba vecchia! Gli schemi servono solo ad imprigionare il pensiero e castrare le emozioni. La vera ed unica regola è: non ci sono regole!”
Si tratta di una concezione che risale alle avanguardie del primo novecento, che ha impregnato di sé tutto il secolo scorso, ma che non ha più niente di moderno.
Si sente semmai l’esigenza di liberarsi, a nostra volta, dai canoni stessi del novecento, per esempio dall’imitazione stantia di un’ermetismo scolastico (che poi l’ermetismo è stato essenzialmente metrico) o di qualche poesia d’amore letta in traduzione (dove si perde la pregnanza del verso poetico originale).
Le forme metriche tradizionali lungi dall’essere “roba vecchia” sono tuttora utilizzate (con le più varie intenzioni), perfino dalle avanguardie (per esempio: http://www.oplepo.it/ (http://www.oplepo.it/)).
Poeti dalla scrittura tendenzialmente prosastica, come Roboni, hanno sentito l’esigenza di adottarare forme chiuse, come il sonetto, senza con ciò rinunciare al loro modo di scrivere, tanto che rime e metrica, che pure sono perfette, quasi non si avvertono nella lettura, ma marcando così una forte riconoscibilità della forma poetica.
Sonetti hanno scritto, Fortini, Caproni, Pasolini, Zanzotto, Sanguineti (anche Montale, a dire il vero).
“Gli schemi servono solo ad imprigionare il pensiero e castrare le emozioni”, ma soltanto di chi ha poca confidenza con la tecnica.
Cito, per finire, Lello Voce (poeta, tra i fondatori del Gruppo 93, si parla di “neoneoavanguardie”): “Le forme chiuse tornano, certo, e probabilmente questa è una delle conseguenze di quella che noi di Baldus nell’89 definimmo la fine della funzione normativa della tradizione… Questo esaurimento rimette a disposizione un’enormità di materiale prima inutilizzabile – Forme chiuse comprese – ma poi dipende dal poeta se fare, con tutte le rovine e i reperti che si trova tra le mani, un dejà vu o una cattedrale romanica…”.
(Citazione tratta da “Aspetti del Sonetto Contemporaneo, N. Tonelli, ETS, 2000)
Scusate la prolissità... :-[
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Poeti dalla scrittura tendenzialmente prosastica, come Roboni...
Naturalmente mi riferivo a Raboni (maledetto correttore ortografico che cambia pure i nomi! Che ne sa lui?! >:().
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anche secondo me...non tutti possono essere poeti, anzi io sono la prima che ci sto provando scrivendo ogni giorno da un anno...
bisogna avere ispirazione, sensibilità, destreggiarsi nel linguaggio... ma a parte la parte grammaticale e sintattica, si ha bisogno di notevole cultura che ti dia la possibilità di spaziare da un argomento all'altro, per creare aforismi, assonanze, metafore....
Non so.. magari alla fine tutti potremmo essere in grado di dedicarci a tale arte, ma sarebbe solo parole su un foglio...invece dovrebbero essere fogli riempiti di parole che giungano al cuore e alla sensibilità di chi legge..
Un saluto a tutti piacere di conoscervi
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Alla fine il punto è: chi decide se uno è ispirato o no, se è o no un vero poeta? Quanti poeti a suo tempo osteggiati adesso sono considerati dei classici? Guardiamo in faccia la realtà. La storia ci mostra con tutta evidenza che l'evoluzione delle concezioni in ogni campo altro non è che un susseguirsi di rifiuti delle regole preesistenti. Cosa se ne deduce obbiettivamente? Che le regole sono contingenti, che si procede per libere creazioni dell'intelletto umano, che non esiste una rappresentazione della realtà più valida di un'altra in assoluto, che c’è un ampio margine di discrezionalità nella valutazione. Allora chi decide? In un certo momento storico sono coloro che, a torto o a ragione, riescono a guadagnarsi la fama di esperti. Poi magari gli esperti di qualche tempo dopo diranno di costoro che non avevano capito niente, e di casi del genere è piena la storia. Infine è ben noto che Pollock fu molto osteggiato all’inizio, poi ha avuto semplicemente fortuna. Ancora adesso c’è chi sostiene che quella non è arte e che il dripping non può essere considerata una vera tecnica pittorica. :angel:
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E’ fuor di dubbio che i parametri valutativi nel campo dell’arte sono in continua evoluzione e ciò che oggi è considerato arte avrebbe potuto, magari, in passato, essere considerato spazzatura, e forse lo sarà ancora in futuro. ;D
Tuttavia la pittura informale è pittura: bene o male realizza dei quadri. Esistono forme di arte che non sono classificabili nelle categorie tradizionali. Ad esempio le realizzazioni di Christo, non sono né pittura, né scultura, probabilmente nemmeno architettura.
La poesia è una forma di arte dalla lunga tradizione, ci devono essere quindi dei “limiti” che la definiscono. Nessuno vuole vietare di oltrepassarli, anzi già è stato fatto, si darà vita in tal caso ad una forma artistica nuova o ibrida.
E’ vero che la novità, la genialità, sono spesso incomprese, osteggiate o riconosciute in ritardo, ma qui si tratta solo di opinare (in teoria) se tutti possano essere poeti.
E dobbiamo intendere “poeta” nel senso “umile” di colui che scrive poesie, escludendo l’identificazione del poeta col genio, altrimenti la domanda non avrebbe senso (i geni sono rari).
Si tratta quindi di decidere cosa sia una poesia.
Io ammiro i geni che infrangendo le regole convenzionali danno una nuova dimensione all’arte nella quale operano, spesso divenendo a loro volta norma.
Oggi scrivere in forma poetica non può più essere solo metrica e rima, ma nemmeno le esclude. Le forme della poesia sono sempre state in evoluzione ed ancora lo sono, eppure rimane una caratteristica peculiare di questa forma espressiva, che non può essere semplicemente lo scrivere e nemmeno lo scrivere andando a capo spesso.
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Allora vorrei che mi si spiegasse qual è una poesia e quale non lo è. Io non so fornire dei criteri certi. Possiedo una catasta di libri di poesie, intendo di poeti riconosciuti tali da esperti “ufficiali” del momento, leggo molte delle poesie di questo ed altri siti. Alcune mi piacciono, altre no, senza distinzioni di “casta”. Vado a mio sentire, la critica ufficiale non mi influenza minimamente. Certi componimenti che si autodefiniscono poesie non mi sembrano tali, mentre certe prose mi sembrano poesie. In effetti nella poesia mediamente si va a capo spesso. Però se non seguiamo una metrica non c’è una vera ragione per questo. Io trovo che andare a capo spesso, o almeno più spesso che in una prosa, mi permette di organizzare i versi e le strofe in una forma geometrica che ne rafforza il significato, il potere evocativo o suggestivo che si voglia dire. Gli strumenti dei word processor permettono diverse interessanti manipolazioni in tal senso. Però ho anche notato che anche in altre configurazioni geometriche le poesie che mi sembrano belle non perdono nulla. Il vero problema invece è che ciò che per me è evocativo per altri sembra non esserlo. Infatti, tanto per fare un esempio, un paio di mie poesie non sono state qui convalidate e un altro paio inserite in portfolio. Per le prime la motivazione è stata “Il testo usa un linguaggio forse troppo "descrittivo e diretto", privo di quel senso evocativo proprio della poesia”. Per me invece quelle poesie erano evocative eccome, le avevo scritte proprio con quell’intento! Nulla potrà mai sciogliere questo nodo relativistico! :angel:
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Già organizzare i versi e le strofe in forma geometrica è alterare il rapporto tra significante e significato, conferendo al primo una funzione che non ha nella scrittura in prosa. Attraverso quella disposizione egli veicola un surplus di significato che nella sua funzione ordinaria gli è estraneo.
Si tratta di un modalità poetica che usavano già i greci: si chiama calligramma.
Famosi sono quelli di Apollinaire:
(http://wordsandeggs.files.wordpress.com/2008/10/apollinaire-dessin.jpg?w=400)
La poesia tende spesso ad essere evocativa (anche il calligramma lo è, per la sua stessa forma), ma non è questo il suo carattere distintivo; anche la prosa può essere evocativa.
Se invece vertendo in prosa una poesia ottieni, alla lettura, esattamente le stesse sensazioni che ottenevi quando era suddivisa in versi, beh i casi sono due: o non è poesia, o non sei riuscito a cogliene l'essenza.
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Se invece vertendo in prosa una poesia ottieni, alla lettura, esattamente le stesse sensazioni che ottenevi quando era suddivisa in versi, beh i casi sono due: o non è poesia, o non sei riuscito a cogliene l'essenza.
Quest’ultima tua frase non è chiara. Non vedo per quale ragione una poesia messa in prosa, nel senso geometrico, se “suona” uguale non va bene. Per me significa solo che quella particolare poesia non ha bisogno di avere una specifica forma geometrica per esprimere i suoi significati, per altre può essere diverso.
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In effetti i word processor più comuni non sono in grado di produrre dei calligrammi del tipo di quello di Apollinaire, occorre un programma di disegno abbastanza flessibile per questo. Io avevo in mente manipolazioni più semplici tipo giustificazioni e tabulatori. Comunque l’importante è il concetto che la forma geometrica ha un ruolo nella poesia, come lo ha la metrica, la sintassi, la scelta delle parole, la loro disposizione. Io procedo così. Ho una o più idee da esprimere. Butto giù i versi cercando di dar loro un ordine fin da subito a tutti i livelli che abbiamo discusso. Poi rileggo più volte tra me e a voce alta cercando di assaporare il senso e il ritmo delle parole, degli accenti tonici, dei versi, delle strofe. Comincio a cambiare la disposizione delle parole, a modificare le parole stesse, i tempi e i verbi stessi, rimescolo anche i versi, le strofe, con spostamenti ed eliminazioni anche drastici. Per me è molto importante una certa musicalità dell’insieme. La lettura ripetuta mi porta ad ulteriori associazioni che a volte possono modificare completamente la scrittura originale, addirittura a cambiare proprio tema. L’ultima operazione è la rifinitura che, nel mio caso, è essenzialmente una semplificazione, ossia l'eliminazione, per quanto possibile, di connettivi grammaticali e sintattici, dato che, nei miei intenti, la poesia deve evocare non spiegare.
Per quanto riguarda l’ispirazione per me la poesia è soprattutto, anche se non solo ovviamente, l'arte del ricordo. Più i ricordi sono lontani nel tempo o nello spazio più sono suggestivi, più mi ispirano. E visto che mi ci trovo, per dirla tutta, ritengo che l'opera d'arte non possiede un significato intrinseco e univoco. Ognuno è autorizzato a sentirvi o vedervi ciò che vuole che quasi mai è identico per tutti, anzi spesso è molto diverso e anche opposto.
Pertanto i giudizi dei critici di professione, concordi o discordi che siano, sono solo alcune delle tante possibili interpretazioni le quali possono anche mutare nel tempo e da luogo a luogo.
Persino ciò che l'autore ha voluto veramente esprimere non può considerarsi l'interpretazione autentica della propria opera in quanto ognuno possiede una sua particolare sensibilità ed è portatore di esperienze diverse, perciò un sentire vale quanto quello di qualsiasi altro.
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Al di là delle opinioni comunque ringrazio i redattori del sito per il difficile, spesso ingrato, ma necessario lavoro di valutazione cui si sobbarcano. Io francamente non mi sentirei pronto a farlo anche se ho sempre amato le poesie e avevo iniziato a scriverle da ragazzo. Mi considero sempre un dilettante. Credo che valutare implichi acquisire una competenza particolare attraverso lo studio della storia della letteratura e di tutto il suo dibattito ormai millenario se si risale ai primordi. :angel:
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:oPorgo questa mia riflessione, poichè ne leggono di parole e di versi, i miei occhi e la mia mente, e molte volte ne traggono tristi deduzioni: Versi strampalati, fuligginoso genere del non sense, non voglia di fermarsi, di ripiegarsi su se stessi per riflettere un istante sul valore dell’esistenza e del sentire puro. Parole catturate al vento, raccolte tra le gocce di rugiada senza coglierne il senso. ???
Queste sono certe composizioni che si usa chiamare poesie. >:(
“Canzonette” senza “piede”, nè "chiave" né “sirma”: parole chiuse in frasi-versi, lanciate qua e là per riempire spazi su Internet. Opera di compositori detti: “oet” Che scrivono per il gusto di essere presenti sempre della “classe dei più produttivi”.
Chiedo scusa per la forma satirica, ma il mio spirito soffre molto quando vede offesa l'arte e la passione del vero poetare.
Mi si risponda per un libero scambio/dibattito, per amore della poesia. In seguito continuerò presentando il mio concetto di poeta.
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Re: Secondo voi tutti possono essere poeti?
NO!!
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io no di certo...non so scrivere neanche tre parole secondo qualcuno..
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Non tutti, anzi pochi, possono essere poeti, ma tutti possiamo scrivere poesie, se questo ci fa star bene.
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...parole chiuse in frasi-versi, lanciate qua e là per riempire spazi su Internet.
Dovresti essere più specifico e citare almeno un esempio di poesia non-sense o strampalata, insomma di componimento che tu consideri non poesia. Capisco che ciò possa irritare anche notevolmente l'autore ma, come scriveva Albert Schweitzer "Se non diremo cose che ad alcuni spiaceranno non diremo mai la verità".
E poi siamo qui per migliorare e le critiche, almeno per me, sono ben accette. Anzi ti invito a commentarne una mia se lo ritieni utile all'esposizione delle tue tesi. Personalmente ritengo di non aver scritto non-sense, neanche intenzionalmente, i miei versi hanno sempre significati che io mi sento in grado di spiegare dettagliatamente, solo che la limitatezza del commento autore nella pagina poetica non permette di dilungarsi troppo, invece nel Forum possiamo. Mi riprometto di leggere le tue poesie e di commentarle. :angel:
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anche io sono d'accordo con chi dice che non è certo facile dare una spiegazione alla parola poeta. Forse oggi un pò tutti ci si sentono, per il semplice fatto che, secondo me, la poesia non ha più il valore di una volta. Ai giorni nostri è più facile dare vita alle proprie parole, farsi leggere e farsi conoscere... cosa che prima era un pò più difficile. Allo stesso tempo, senza levare nulla a qualcuno, credo che sia anche giusto selezionare poeti e poeti.. comunque ognuno, a modo diverso, è libero di esprimere quello che sente.. ed è anche giusto che sia così!! Dopotutto... basti vedere solamente qui quante belle poesie ci sono.. magari scritte anche in dieci ,inuti perchè ispirati al momento.. ;)
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Secondo me per essere poeti bisogna almeno essere curiosi. Poi si deve saper mettere in parole un emozione immagine suono quindi, alla domanda tutti sono poeti la mia risposta è no. Però alla domanda tutti possono esserlo rispondo si con la condizionale ;D nel senso che basta saper accende quella voglia di suoni su carta (o nell' aria) per avvicinarcisi, poi il resto potrebbe venire da sè. E' ovvio che poi per essere riconosciuti poeti bisogna avere quel qualcosa in più. Ed è conseguentemente ovvio che la maggior parte della gente che scrive poesie non scrive belle poesie (con questo non voglio dire che scrivo belle poesie, anzi) però è giusto e bello che ci si cimenti nel farlo perchè:
-se tutti rinunciassero la poesia morirebbe.
-le persone che scrivono poesie si abituano a non banalizzare la realtà circostante.
Questa era la mia modestissima opinione
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Scrivo qui per la prima volta. Non sono giovane e cerco di districarmi come posso con il mondo dell’informatica. Spero di riuscire a dire la mia sull’argomento senza combinare pasticci.
Non credo che chiunque possa essere poeta. “Poeta” inteso non soltanto come colui che scrive poesie ma come colui che lo fa con una certa perizia.. E anche su questo si può disquisire all’infinito perché così come è molto soggettiva la bellezza di una poesia, altrettanto lo è la bravura o meno di un poeta. Eugenio Montale è definito uno dei maggiori poeti mai esistiti, eppure non è il mio preferito, così come autori ritenuti da me eccezionali non lo sono per altri.
A volte poeti bravi rimangono nell’ombra, vuoi per mancanza di carisma e per mille motivi che non è il caso di analizzare. Secondo i miei parametri, in questo sito ci sono tanti autori, me esclusa, che si possono definire poeti nel senso più eccelso del termine.
E non importa se usano un linguaggio semplice e comprensibile da tutti o un linguaggio forbito, se hanno o no dimestichezza con similitudini e metafore. L’importante è che le parole, nel loro ritmico fluire, sappiano creare bellezza e armonia e siano in grado di penetrare l’anima del lettore come una calda musica. Non è di fondamentale importanza che il verso, talvolta, assuma i contorni della prosa; quello che davvero conta è che un poeta riesca a farsi leggere con piacere, a comunicare le proprie emozioni e stati d’animo fino al coinvolgimento emotivo di chi legge. E chi legge deve farlo con umiltà e la mente scevra da ogni tipo di pregiudizio. Chi scrive poesie deve sempre, secondo il mio modestissimo parere, avvicinarsi alla lettura di quelle degli altri con rispetto e capire che nella diversità c’è ricchezza.
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è una domanda troppo difficile per dare una risposta:
dovrebbero essere presi in considerazione troppi aspetti.
Innanzi tutto cosa vuol dire poesia?Forse dopo l'avvento
del romanticismo la nostra idea di poesia si è offuscata:
non è soltanto esaltazione del sentimento ma è anche
"tecne" cioè puro esercizio di raffinamento.
in questo senso dovrebbe essere preso in considerazione
il concetto di potenziale,e cioè se potenzialmente tutti noi
possimo essere poeti.
a questo punto si tratterebbe di stabilire se ognuno di noi
ha l'agente o il mezzo a disposizione per attutare le proprie
potenzialità,come stimoli verso la letteratura o altro ancora.
Ma se tutti avessero queste possibilità e di conseguenza
tutti fossero poeti,allora nessuno lo sarebbe.A questo punto
si pone la domanda:cos'è un poeta?cos'è la poesia? Con questi
presupppsti la domanda "se tutti possono essere poeti" ne nasconde
un'altra:cos'è la poesia? propongo di aprire un ulteriore questione
sull'argomento.
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Con questi
presupppsti la domanda "se tutti possono essere poeti" ne nasconde
un'altra:cos'è la poesia? propongo di aprire un ulteriore questione
sull'argomento.
è già stato fatto.....
http://www.scrivere.info/community/forum/index.php?topic=2715.0
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ah..bene ..a questo punto in relazione alla discussione (http://www.scrivere.info/community/forum/index.php?topic=2715.0)
se ne potrebbe dare una conclusione a questa,anche se la discussione linkata non mi dà una risposta soddisfacente e per questo,non rispondo ancora alla domanda :se tutti possono essere poeti.
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Riprendo qui proprio un'affermazione di Stefano Toschi, fatta in quell'altro filone di discussione, a proposito di prosa e poesia. Rispondendo ad un autore che chiedeva lumi, Toschi ha messo in prosa una poesia dell'autore concludendo la sua analisi con "Ora, leggere la versione in prosa o quella in poesia è, praticamente, la stessa cosa." significando con ciò che il componimento non era riuscito come poesia. Siccome io sono uno sperimentale come San Tommaso ho fatto la stessa prova con la celebratissima L'Infinito di Leopardi. Ho quindi eliminato la sua struttura di endecasillabi sciolti scrivendola per esteso fino al limite di un normale foglio A4 verticale, andando a capo come capitava. Il risultato è stato un perfetto brano di prosa, stavolta senza errori sintattici o grammaticali magari, conseguenziale, esattamente logico, senza salti, nessun aggiustamento necessario. Provateci anche voi e poi ditemi. Pertanto ritengo che il test consigliato da Toschi per discriminare tra prosa e poesia non sia significativo. Sto continuando a provare con altre famose poesie di varie epoche e se trovo qualche eccezione riferirò. Secondo me il Poeta con la P maiuscola è un fenomeno "a posteriori" nel senso che diventi tale nel momento in cui la comunità degli addetti ai lavori ti considera tale. A leggere le biografie dei Poeti con la P maiuscola era tutta gente sicuramente molto colta nel settore, però anche specialisti che hanno dedicato la vita alla letteratura, che si sono guadagnata la loro credibiltà in quella comunità puntando proprio a quello. Quindi temo che tutti i dilettanti poeti, anche se occasionalmente riescono a scrivere delle poesie che nulla hanno da invidiare alle più celebrate, non verranno mai presi in considerazione da quelli che contano nel settore. Come per tante altre attività umane, per poter far "carriera", per acquistare credibilità agli occhi degli esperti, ti ci devi almeno dedicare a tempo pieno, ci devi puntare, interagire intensamente con la comunità del settore. Anche nella scienza, ad esempio nella matematica, come accennava Toschi, che pure è molto meno soggetta ad interpretazioni soggettive, se un perfetto sconosciuto manda un articolo ad una rivista specialistica è facile che ti facciano enormi difficoltà per la pubblicazione e che quindi te lo rifiutino, anche se hai scritto delle cose sensate. Invece se uno studioso ben noto scrive una cavolata qualsiasi, non sbagliata ovviamente, ma mediocre, che chiunque poteva scrivere, allora questa viene pubblicata immediatamente con tutti gli onori. Andate a verificare, io l'ho fatto, anzi ho avuto delle esperienze personali in merito, e vedrete che è così. Perciò lasciate ogni speranza di gloria o voi che poetate per diletto... :angel:
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Angelo, non so cosa tu intenda per versione in prosa.
Non certo eliminare semplicemente i capoversi, se così facendo si ottenesse direttamente un testo in prosa, beh... secondo la mia "teoria", si potrebbe dire che anche il testo originale era in prosa.
Per versione in prosa io intendo ristabilire l'ordine sintattico (soggetto-verbo-complemento), sostituire parole di uso manifestamente poetico con sinonimi più comuni, risolvere strutture particolarmente elaborate in una forma più piana mantenendone il significato. Eliminare, insomma, quegli artifici retorici di cui, certamente, anche chi scrive in prosa può servirsi, ma che darebbero vita ad una prosa elaborata. Noi, invece, vogliamo ottenere una prosa semplice e lineare.
Allora "L'infinito" potrebbe suonare più o meno così:
Questo colle solitario e questa siepe, che impedisce gran parte della vista sull’ultimo orizzonte, mi furono sempre cari. Ma quando mi siedo e guardo, io mi immagino nel pensiero, al di là da quella siepe, spazzi senza fine, silenzi sovrumani e una quiete profondissima; dove, per poco, il cuore non è preso dalla paura. E quel silenzio infinito, io lo paragono alla voce del vento che sento stormire tra queste piante: e mi ritornano in mente l’eternità, le stagioni passate, quella presente e viva, il suo suono. Così il mio pensiero si annega in questa immensità: e mi è dolce naufragare in questo mare.
E la si sarebbe potuta rendere anche più prosastica, ad esempio esplicitando ulteriormente alcune immagini. Ma così già basta per rendersi conto che non è affatto la stessa cosa che leggere "L'infinito" di Leopardi.
Naturalmente non pretendo affatto che il metodo del confronto tra un "aspirante" testo poetico e la sua versione in prosa sia infallibile per determinare se si tratti effettivamente di poesia; tanto più che per certe poesie contemporanee sarebbe assai arduo, se non impossibile, farne una versione in prosa.
Ma almeno da Dante fino a Pascoli, credo proprio che tra testo poetico e sua versione in prosa ci sia una bella differenza.
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Non capisco cosa c'entri una discussione sulla prosa e la poesia ,con la domanda se tutti possono essere poeti...
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Non capisco cosa c'entri una discussione sulla prosa e la poesia ,con la domanda se tutti possono essere poeti...
Secondo me c'entra in quanto se uno non riesce a distinguere con una certa chiarezza tra prosa e poesia come può pretendere di fare il poeta?
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e come puoi fare distinguere due cose senza sapere cosa è l'una e cosa è l'altra?
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Angelo, non so cosa tu intenda per versione in prosa.
[omissis]
Ma almeno da Dante fino a Pascoli, credo proprio che tra testo poetico e sua versione in prosa ci sia una bella differenza.
Quello che tu hai fatto è una parafrasi della poesia, come mi insegnavano i miei ottimi professori al liceo scientifico. E' chiaro che una tale operazione si può fare a diversi livelli. Ma qual è il livello giusto al quale fermarsi per stabilire la distinzione tra prosa e poesia? La difficoltà che io ravviserei per certe poesie è di comprensione di ciò che l'autore ha voluto dire. Se non si capisce non si può parafrasare.
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e come puoi fare distinguere due cose senza sapere cosa è l'una e cosa è l'altra?
E' proprio quello di cui stiamo discutendo!
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Non capisco neanch'ora cosa c'entri la prosa adesso. Cioè io volevo una risposta alla domanda della discussione
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Non capisco neanch'ora cosa c'entri la prosa adesso. Cioè io volevo una risposta alla domanda della discussione
La risposta diretta alla domanda è stata data già precedentemente da Toschi, Manocchia e altri, che io riassumo come: tutti possono essere poeti ma pochi lo sono veramente. Da questa affermazione è nata l'altra domanda: cosa distingue una vera poesia da una non-poesia? Toschi ha una teoria, ovvero un test: se la presunta poesia messa in prosa (nello speciale senso da egli successivamente illustrato) suona uguale non è poesia e quindi se ne deduce che chi l'ha scritta non è un poeta o almeno non gli è riuscito di esserlo in quella circostanza. Io ho dei dubbi sulla reale applicabilità di questa pur interessante ipotesi e perciò la discussione è continuata.
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ah ok ora ho capito..cmq Angelo,sono pienamente d'accordo con te sul tuo dubbio riguardo all'ipotesi di Toschi.
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Io insisto con L'Infinito. Per chiarire la mia posizione la riporto qui eliminando solo la struttura endecasillabica:
"Sempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo; ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio e il naufragar m'è dolce in questo mare."
Secondo me questa è validissima come parafrasi. Del tutto comprensibile. Non serve modificarla per renderla più accessibile anche se ovviamente si può. Naturalmente i vocaboli suonano un po' desueti alle nostre moderne e più rozze orecchie, si tratta dell'italiano dei primi dell'ottocento!
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si..direi di si anche se "stagioni" sta per "generazioni" (di uomini)
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si..direi di si anche se "stagioni" sta per "generazioni" (di uomini)
Questa non la sapevo. Ho sempre pensato che le morte stagioni fossero per Leopardi il paradigma del tempo che passa, della vita che finisce, non delle generazioni, ma della propria vita.
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dipende dall'interpretazione ma va bene lostesso stagioni
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Mi piacerebbe che qualcuno portasse un esempio, come sostiene il Toschi, di poesia che non è possibile mettere in prosa.
Sospendo per un'ora e poi ritorno online.
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:D Con Luca Vallese sostengo che chi ama la poesia guarda la realtà circostante con passione, cuoriosità e amore, per cui rifugge a priori da deduzioni banali e avventate.
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:D Con Luca Vallese sostengo che chi ama la poesia guarda la realtà circostante con passione, cuoriosità e amore, per cui rifugge a priori da deduzioni banali e avventate.
Tutte cose giuste, come tante altre qui scritte, ma il nodo sul quale si discute è su chi decide che le "deduzioni" sono banali e avventate o non lo sono!
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Mi piacerebbe che qualcuno portasse un esempio, come sostiene il Toschi, di poesia che non è possibile mettere in prosa.
Sospendo per un'ora e poi ritorno online.
Vi sono diversi modi di utilizzare le tecniche poetiche che non possono appartenere alla prosa. Riposto alcune mie per interpretarle meglio ;D.
Ad esempio si usano i versi come pause per sottolineare una immagine e dividerla dal resto: in peccatore ad es macroscopico è il verso diviso "nelle vostre" (non è la -mia. chiesa) ed in tutti gli altri.
In "E ti affacci nel giorno" invece è il ritmo delle assonanze che è usato per far "precipitare" le situazioni sino al tentato suicidio. E nella chiusa ritroviamo la divisione in versi fatta per permettere al lettore una sua visione personale a seconda della pausa più o meno lunga che esso stesso mette tra i versi. In prosa suonerebbe: E' solo l'alba, che muore. E' solo... l'alba che muore. In prosa avrei bisogno della ripetizione del verso per dire quello che se fosse scritto in prosa suonerebbe come: per questa volta il suicidio non porta alla morte, e domani è un'altro giorno. Non preoccuparti, è solo la tua giovinezza... ormai sei una donna. Capita a tutti un inciampo nel crescere, è solo un normale inciampo che hanno tutti gli adolescenti.
In "Festa" è la struttura (i versi sarebbero dovuti essere nidificati, ma non riuscendovi ho dovuto usare i caratteri maiuscoli per differenziare i versi) che determina una doppia lettura. Una poesia breve nidificata nella poesia stessa.
Peccatore
Brevi
-Dio vede i tuoi peccati-.
Li vedo anch'io.
E voi, rinchiusi
nelle vostre
ricche chiese.
li vedete?
Mangiate pane,
bevete sangue.
[
...................................
E ti affacci nel giorno
Sociale
Assediata
da sbarre d'amore
rinchiusa
oro fuso che brucia
ingarbugli la mente
ti mostri incoerente
rabbiosa
strappi veli da sposa
smarrita
ripudi la vita.
Stupita
rammenti, rammendi
raccogli frammenti
un passo in avanti
macigni pesanti
fra strati d'essere
disparso d'intorno
farina di pane
incolli l'amore
e lievita il giorno
è solo
l'alba
che muore
,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
Festa (estate)
Corpi liberati
da vesti opprimenti
si mostrano agli sguardi
incuranti.
Le ossa inondando
il sole accresce e lenisce
l'anziana mestizia
SOTTO UN CIELO CELESTE.
Sguinzagliati i bimbi
per le vie del centro
spruzzi di allegria
in città dormienti,
sguazzando nell'acqua
e nelle fontane
riscopron piacere
nel naturale:
ELASTICI E GESSETTI
FESTANTI CAMPANE.
L'afa negli uffici
e negli ospedali
ingigantir sembra
i tormenti
ma il male primario
succedanea lenisce
ne espia il peccato,
e il sereno del fuori
nel dopo ti mostra.
Così come bimbo
allegro giocando
IL MONDO VIEN FUORI
SALTELLANDO.
Marina Como
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Vi sono diversi modi di utilizzare le tecniche poetiche che non possono appartenere alla prosa.
Certo che la struttura in versi e magari la metrica, la rima, una disposizione geometrica particolare delle parole e altri espedienti della tecnica poetica aggiungono qualcosa all'equivalente in prosa e perciò è bene usarli. Il punto però è se ciò è davvero decisivo, ossia se una cattiva poesia possa diventare una buona prosa e/o viceversa. Chiarisco. Le poesie che hai citato si possono mettere tranquillamente in prosa aggiungendoci solo un po' di punteggiatura: ciò che era sensato prima lo rimane, ciò che non aveva senso non può acquistarlo, secondo me. Applicando il test di Toschi, come io l'ho ribattezzato, a diverse celebratissime poesie, mi sono ormai convinto che le eccellenti poesie rimangono intatte anche eliminando la loro forma in versi e persino con manipolazioni più pesanti. Per cui mi pare un ottimo test dal quale però deduco conclusioni opposte a quelle suggerite da Toschi! :angel:
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Nemmeno io sono convinto della validità generale del test, l'ho già detto.
Ma vuoi dirmi che per te leggere L'infinito di Leopardi o la sua versione in prosa (o parafrasi) è la stessa cosa?
Ti suscita le stesse emozioni, le stesse suggestioni?
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solo un po' di punteggiatura: ciò che era sensato prima lo rimane, ciò che non aveva senso non può acquistarlo,
E no, non sono d'accordo. Il fatto non è se abbia senso, il significato è se perde qualche senso. E la risposta è si. Quando leggi una poesia e rispetti le pause, esse sono volute per evocare altro da quello che leggi e questo la prosa non te lo dà.
Altro esempio:
Sofferenza
Brevi
Lenisce il pensier mio
il tuo dolore?
Nel punto il
mio strazio.
[Poesia in esclusiva]
Marina Como
Come fa ad assumere il giusto significato la frase "nel punto il mio strazio" se non dal raffronto tra i versi in cui le parole iniziali e le finali si richiamano nella struttura? Il punto "il" rimanda al rigo "il tuo dolore" e "mio strazio" rimanda sia al pensiero, al pensiero di non lenire. Anzi, il vero strazio è anche l'unico punto usato: il punto interrogativo. Secondo una interpretazione il significato allora potrebbe essere: il dubbio se ti sono di aiuto mi strazia.
E cosa ancora più importante e determinante è che in poesia non ho bisogno di raccontarti i personaggi, che cosa è loro capitato: ogni lettore ne ha una sua percezione e li immette in una sua storia personale, ogni lettore si strazia e pone dei dubbi in maniera differente. Ed il fatto che questo sia indifferente alla poesia, che i particolari degli accadimenti sono indifferenti alla storia, che conferisce ad un testo il particolare di essere poesia. La storia la fa il lettore con il suo vissuto.
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Ma comunque non dico che una buona prosa non possa raggiungere gli stessi fini. Così anche come un quadro o scultura. Solo il mezzo per raggiungerli è differente.
Io uso la metrica, il ritmo, le metafore, la struttura. Le altre arti possono usarle o meno, od usare altri mezzi.
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Nemmeno io sono convinto della validità generale del test, l'ho già detto.
Ma vuoi dirmi che per te leggere L'infinito di Leopardi o la sua versione in prosa (o parafrasi) è la stessa cosa?
Ti suscita le stesse emozioni, le stesse suggestioni?
Ti rispondo con la massima sincerità, senza infingimenti., e non certo per aver ragione. E' così, provo le stesse identiche emozioni.
Mi sono convinto, proprio guidato dal tuo test, che le grandi poesie possiedono una struttura intrinseca che nessuna manipolazione può annullare. Sono come diamanti difficilissimi da scalfire. Non si spiegherebbe altrimenti che tradotte in tante lingue diverse,perdendo quindi molti elementi formali originali, mantengono intatta la loro forza suggestiva. Anzi questa potrebbe essere un'estensione del test di Toschi: la traduzione in più lingue. Ad esempio i poemi omerici io li ho letti solo nelle traduzioni italiane non conoscendo il greco antico.Mi hanno affascinato lo stesso. Per esempio alcune poesie di Garcia Lorca ho potuto leggerle sia in italano che in spagnolo. Si perde sì qualche gioco di parole, qualche elemento formale, ma intatta rimane la loro forza interiore. A questo punto azzardo un paragone matematico. Nelle grandi poesie c'è un "invariante" che possiamo chiamare "bellezza". Per scrivere una grande poesia bisogna scoprire qual è. :angel:
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E no, non sono d'accordo. Il fatto non è se abbia senso, il significato è se perde qualche senso. E la risposta è si. Quando leggi una poesia e rispetti le pause, esse sono volute per evocare altro da quello che leggi e questo la prosa non te lo dà.
Dammi un po' di tempo per sperimentare con le poesie che hai proposto. Comunque da una prima disamina se una poesia ha bisogno degli incomprensibili marchingegni che descrivi per essere capita, per me non è una buona poesia, non raggiunge lo scopo per cui è stata pensata. Però ti saprò dire meglio in seguito, fammi riflettere su quel che dici.
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Altro esempio:
.......
ogni lettore ne ha una sua percezione e li immette in una sua storia personale, ogni lettore si strazia e pone dei dubbi in maniera differente. Ed il fatto che questo sia indifferente alla poesia, che i particolari degli accadimenti sono indifferenti alla storia, che conferisce ad un testo il particolare di essere poesia. La storia la fa il lettore con il suo vissuto.
Sottoscrivo le affermazioni di cui sopra ma non limitatamente alla poesia, per me è vero per ogni forma d'arte, tant'è che ho scritto in un post precedente " Persino ciò che l'autore ha voluto veramente esprimere non può considerarsi l'interpretazione autentica della propria opera in quanto ognuno possiede una sua particolare sensibilità ed è portatore di esperienze diverse, perciò un sentire vale quanto quello di qualsiasi altro."
Andando alle poesie, "Peccatore" la posso scrivere anche su un unico rigo, per me rimane uguale a se stessa e molto esplicita. Per "E ti affacci nel giorno" vale lo stesso discorso, solo che tu mi dai di essa un'interpretazione che non emerge dalla poesia stessa. Io vi percepisco insoddisfazione per la propria condizione, il peso della quotidianità "e lievita il giorno" dopo il breve sollievo di un momento "l'alba" che però "muore" anche se il "solo" è forse un barlume di ottimismo. In "Festa" tutta questa importanza dell'annidamento non la vedo. Piuttosto c'è qualche inversione di versi che rende solo più oscuro il significato. Per "Sofferenza" io per "nel punto" avevo inteso quello finale che siccome preclude una più esauriente risposta fa pensare o a un dubbio irrisolto o ad una impossibilità di lenire che comunque coincide con la tua interpretazione.
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beh , i poeti hanno una sensibilità molto particolare , al confronto con le altre persone , non per dire che le altre persone siano da meno , però non tutti sanno scrivere ciò che provano, certi neanche provano un qualcosa che li spinge a buttare giù qualche verso , l' importante è che chi scrive poesie non sia sottovalutato, perchè so cosa vuol dire partecipare ad un concorso e perderlo e sentirsi non poeti solo perchè la poesia non è piaciuta !!!
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Sempre girando intorno all’Infinito, alla ricerca del misterioso “invariante poetico”, Santo Graal dei poeti, ne ho fatto una versione nel mio stile che suona così:
Ho sempre amato questo colle
solitario e questa siepe
che allo sguardo impedisce
di spaziare sul più lontano orizzonte
Ma qui seduto ad osservare
al di là di essa immaginavo
spazi sterminati
silenzi sovrumani
un’assoluta quiete
che per poco il cuore m’atterriva
E comparavo lo stormire
del vento tra le piante
con quell’infinito silenzio
E pensavo all’eternità
alle morte stagioni
al suono vivo della presente
E in questa immensità
il mio pensiero si perdeva
dolcemente naufragando
in questo mare
Naturalmente è un’operazione un po’ artificiosa in quanto è difficile sfuggire alle suggestioni dell’originale. Certamente l’originale è più bella ma neanche la mia è poi tanto male. Dove risiede dunque la forza di questa poesia? Fondamentalmente nell’assoluta autenticità, sincerità dei sentimenti, delle emozioni, e al fatto che essi si riferiscono alle eterne problematiche dell’esistenza umana. Il Poeta non adotta alcun artificio particolare, che spesso rende oscuro e confonde il senso anziché migliorarlo, solo la rende più preziosa, la abbellisce, con, in ordine di importanza, una scelta di vocaboli precisi, e perciò ricercati, e un’accurata dislocazione degli stessi. Infine gli dà una piccola carica ritmica con l’uso dell’endecasillabo sciolto. :angel:
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l' importante è che chi scrive poesie non sia sottovalutato, perchè so cosa vuol dire partecipare ad un concorso e perderlo e sentirsi non poeti solo perchè la poesia non è piaciuta !!!
Questo tuo sfogo mi fa proprio tenerezza! Ma che ti puoi aspettare dalle giurie dei concorsi? Sono finte, è già tutto deciso in anticipo. E' tutto un giro di conoscenze, di relazioni, di interessi. Non è questione che non è piaciuta, la tua poesia neanche la leggono. Devi essere presentato, raccomandato da gente che conta per avere, bada bene, una possibilità, in quanto i veri concorrenti hanno anch'essi i loro referenti. Comunque non mollare mai, non concedergli anche questa soddisfazione.
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Comunque, allo stato attuale, mi sembra che i nodi di cosa sia poesia e cosa non lo sia e, soprattutto, come deve essere una buona poesia contrapposta ad una scadente, non sono stati definitivamente sciolti. Ognuno ha dato dei buoni suggerimenti nella direzione della soluzione e tutto sommato, partendo dall’idea di Toschi di parafrasare e generalizzandola e interpretando i risultati correttamente, manipolando il testo poetico in diversi modi, ovvero sopprimendo la struttura in versi, persino la metrica e magari anche la rima, modificando dei vocaboli, delle espressioni, insomma smontandolo e rimontandolo, credo di aver acquisito uno strumento di una certa utilità. A questo punto si può dare un suggerimento didattico che io da sempre suggerisco a me stesso: se vuoi diventare un poeta riscrivi le grandi poesie, immedesimati, mettiti alla prova lungo le stesse vie, nelle stesse situazioni. D’altronde non dico nulla di nuovo, e questo concetto è applicabile ad ogni attività umana. Newton diceva sono diventato grande salendo sulle spalle di giganti. Vuoi diventare un grande scienziato? Ripercorri i loro calcoli, le loro elaborazioni concettuali. Empatia è la magica parola! Solo così saprai chi sei o cosa sei “meccanismi imperfetti aspiranti all’umano” “su agili venti porsi il mio cuore aspirante all’eterno”. Questo è il vero significato di conosci te stesso. Alla base di tutto ci deve essere un’assoluta sincerità, nessun compromesso. A volte può essere terribile sfidare le recondite oscurità del proprio io, portarle riottose alla luce, si può spalancare l’abisso, troppa luce può bruciare, noi esseri della penombra, financo dell’oscurità, però protettrice. Attenzione a sfidare seriamente l’onda dei ricordi, del passato che rigurgita, ribolle, insoddisfatto, inespresso “dio incongruo sibilante in oscurità indicibili”, ci può travolgere. Ma trovo che è una palingenesi necessaria. :angel:
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E basta... ma che due palle. Ma non c'è bisogno di fare un compendio sulla poesia.
Lo so che potrei non leggere, ma un post che arriva a tutte queste letture incuriosisce. Poi apri e trovi una roba che nemmeno se vorresti potresti farti più male...
Scusate, ma di tutti quelli che ho sentito non ce n'è uno che non dica che sto post sia diventato noioso.
Insomma quanno ce vo' ce vo'
>:(
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:D Quanno ce vò, ce vò, concordo.
Cari amici... per chi anche non si annoia, credo che essere "poeti" sia andare a dare un'occhiata a questo topic:
http://www.scrivere.info/community/forum/index.php?topic=2771.msg37014#new
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daccordo con te...poesia è l'emozione che riesci a dare...laureato o no!
??? a mio parere tutti poeti sono tali xk vengono acclamati come tali ..non sanno di esserlo..la poesia è in tutti com l'emozione è una prerogativa di ogni anima ..ci saranno posie più costriute da chi ha più cultura e qlkuna più grezza e dialettare ma che comunque riesce a trasmettere emozione e,se lo fà, è poesia a tutti gli effetti.
;)
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la poesia è qualcosa che va oltre è un pensiero,una emozione, uno stato d'animo sono le basi per comporre delle frasi,in questo la cultura a mio avviso centra poco,non dimentichiamo che l'espressione poetica non è solo riconosciuta nelle poesie ma nelle espressioni artistiche in generale,non mi risulta che nella storia dell'arte o della poesia ci siano stati solo grandi poeti o artisti di cultura scolastica alta.
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Mi associo al Conte...
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uhm... innanzitutto chi sono i poeti? Quelli acclamati tali, sono tantissimi, tutti più o meno riconosciuti in vita o post mortem. Eppure poeti sono anche quelli che sbagliano gli accenti, che usano rime scontate con cuore-ore, amore-ore, dolore-ore. Che sudano magari sette camicie per esprimere un concetto che gli scalda l'anima e desiderano mostrarti proprio quell'emozione, così immensamente grande per loro. Niente come la poesia eviscera ciò che sei e ti mette alla berlina, in pubblica piazza, con i fili dell'emozione scoperti a petto nudo e senza scudi di sorta se non il tuo pudore. Quando sento dire che di poeti il mondo è pieno e, quando a volte butto là che scrivo poesie (talvolta lo dico con vergogna, credetemi); e osservando intorno noto sorrisini del tipo " ecco n'altra scema". Oppure quando penso che qui siamo tanti, che non mi riesce leggere le poesie di tutti, che magari perdo la più bella o che so io.... Mi viene istintivo pensare: " Ma ce ne fossero di poeti, poetucoli, poeti di mezza tacca, di una tacca intera o di nessuna tacca. Sapete perchè? Perchè nella categoria poeti, ci sono tutti coloro che hanno cuore e anima da vendere e magari ce ne fossero tanti, ma tanti di più... invece di un mondo così sterile e pieno di stereotipi.
Almeno i poeti che siano liberi di poetare..
Oddio poi ho pensato a " A Silvio" di Bondi... e...vabbè a tutto c'è un limite:-)))))
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secondo me no.
perchè se affermiamo che tutti possono essere poeti, siamo ipocriti.
Tutti possono provarci, quello si.
ma i poeti sono pochi, e su questo sito si contano sulle dita di una mano. o forse due.
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Tutti possono sentirsi tali, ma esserlo è un po' presuntuoso, perché si sa, che inglobare qualcuno nella propria amina con parole scritte è davvero dono di pochissimi, ma se metti che ogni piccola tribù ha il proprio idolo o semplicemente la propria preferenza...fai te.
la mia domanda è....come si fa a scrivere poesie??
ovvero c'è 1 criterio?
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la mia domanda è....come si fa a scrivere poesie??
ovvero c'è 1 criterio?
"va dove ti porta il cuore" ;D ;D
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Sono dell'idea che l'arte sia accessibile a chiunque,cioè che chiunque può utilizzare l'arte come mezzo d'espressione in tutte le sue forme, basta volerlo, ovviamente tutti possono credersi poeti,specialmente chi ha un'alta concezione di se e chi è stato un "bravo scolaro", ma essere poeta per me è una condizione ,non quotidiana,
che non tutti sono in grado di percepire veramente.
Come diceva F. Pessoa "Essere poeta non è una mia ambizione, ma un modo per stare solo"
un saluto.
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Non crediate che scrivere una poesia sia facile. A volte capita che una persona, mentre scrive, ci mette un qualcosa di poetico, ma decisamente non voluto, che noi comunque riconosciamo come frase poetica. Ci vuole sensibilità spirituale, licirità, saper usare la metrica poetica, inventando anche un modo nuovo di far poesia, ma che abbia armonia nei versi e non trovarsi avanti un brano che sembra una semplice lettura. Ahimè come spesso succede nel mio caso, ma non demordo. Mi metto in prova e immagazzino critiche e consigli. Poi, non è detto che riuscirò nell'intento.
Un bel esame interiore, mescolare le carte, ridistribuirle e una buona dose enfatica nel costruire versi dettati dal cuore e dalla semplicità.
Buona esistenza a tutti, a ben rileggerci.
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Penso che un dettame o una risposta seria non si possa dare, ci poniamo come autori di opere poetiche si, almeno l'intenzione è questa, tentiamo di dire ciò che teniamo dentro e cerchiamo di renderlo appetibile alla lettura dagli altri. non penso che tutti possano essere poeti
almeno non nel modo che conosciamo, ci sono migliaia di vocaboli o locuzioni in ballo, la fantasia, la cultura, la percezione ed il gusto oltre ad altri mille ammennicoli...possiamo partorire centinaia e centinaia di opere chiamate a rappresentare una poesia ma dal diventarlo siamo lontani miglia....tutti conosciamo cosa sia o come si fa l'amore ma pochi possono dichiararsi amanti.
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Ma come si fa a dire che la cultura con la poesia non c'entra niente? I personaggi a cui fa riferimento Angelo Ricotta sono dei geni, non fanno parte delle statistiche. le persone normali, per fare una qualsiasi cosa, hanno bisogno di studio e di applicazione, oltre che di esperienza. altrimentini non riusciranno in nulla.
e per scrivere, occorre cultura. eccome se occorre.
altrimenti si scrive tanto per farlo, per passare il tempo....
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Scusa Salvatore, ma con chi ce l'hai? Negli ultimi post io ho parlato di cultura ma non nel senso meravigliato che intendi tu...
nel mio dire io ho messo nel bagaglio anche la cultura, ed ora che mi ci fai pensare senza toglierla metto al primo posto l'intelletto cioè quella parte eterea magnifica e palpitante che hanno coloro che hanno la grazia e il dono di possederla...
quel grigiore meraviglioso che emana elettrostimoli presente in ogni calotta cranica e che purtroppo ci condiziona nell'essere.
Infatti come da topic ho dato un mio pensiero e non ho asserito...
E poi che male c'è se qualcuno scrive per passare tempo, l'importante che se ne sta al suo posto senza strafare, penso che non ci si rimette nulla a fare gli umili quando intorno si trovano brave ed oneste persone, se fosse il contrario, sapremmo con chi dovremmo prendercela.
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eh no, caro pasquino, questa non te la passo.
qui, quando conviene, si dice che si deve fare "poesia seriamente", si rimettono gli autori in training perchè imparino cos'è lo stile, perchè imparino a "scrivere bene", e poi, mi dici che si può scrivere per passare il tempo?
forse si, ma dovresti aggiungere, "non su questo sito".
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e se tu mi conoscessi meglio, scopriresti che io sono una persona umilissima, che non ha mai fatto sfoggio di cultura. perchè penso che le persone "serie", debbano essere innanzitutto umili....
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Da come ti comporti mi lasci dubitare, se permetti io sono intervenuto per il topic rispondendo e dando le mie impressioni con qualche pensiero di come la penso, sempre in tema di topic, sto verificando che cerchi pretesti per non so quale tuo fine, LEGGI ATTENTAMENTE quanto ho scritto, traducilo in culturalese e poi fanne atto.
Ribadisco ma solo per dimostrarti la mia disponibilità che:
la poesia è un bene di tutti che purtroppo non possono farla tutti.
Che a tutti è permesso di scrivere anche ai più umili, puché questi stiano al loro naturale posto.
Che la cultura è un bene aggiunto e della nostra personalità ne accresce il valore.
Che l'intelligenza non si compera o acquisisce, la si ha.
Che Poeta può divenirlo chiunque mettendo in campo qualità e percezioni, nonché classe e modo che alcuni chiamano stile.
Che quando si risponde ad un topic, dietro non ci deve essere nulla di personale altrimenti si travalica l'intento di chi l'ha aperto e lo si svilisce eviscerando i propri problemi.
Chiedo scusa per il botta e risposta grazie.
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Non c'è niente di personale. ci mancherebbe altro.
io sono un difensore della libertà d'espressione, sempre e comunque.
quindi, è chiaro che, secondo me, tutti quelli che intendono farlo, devono provare a scrivere.
Per migliorarsi, per capire, per conoscere altri autori, per confrontarsi.
Questo è un bel sito, mi piace, altrimenti l'avrei abbandonato da un pezzo.
Ho conosciuto persone molto in gamba (e penso che anche tui, Pasquino, lo sia, proprio perchè sei aperto al confronto civile), e quindi sono contento di essere qui.
Non intendo creare problemi a nessuno. Io amo la poesia, e la letteratura in genere. Mi piace leggere le opere degli autori, commentarle, dare e ricevere consigli.
Purtroppo, ci sono stati dei malintesi.
l'importante è che si lavori tutti insieme, e in buonafede.
Il resto viene da sè.
Scusami se sono apparso arrogante, ma, credimi, non lo sono affatto.
Felice giornata.
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Secondo me,molti di voi si sono persi un po' per strada,avete perso di vista il punto essenziale
POETA:chi ha ricca fantasia ed è ammiratore delle cose belle ed elevate
Vedete il dizionario italiano nello spiegare la parola non parla di cultura,quindi a buon intenditore poche parole.
Per me è si
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Vedete il dizionario italiano nello spiegare la parola...
http://dizionari.repubblica.it/ (http://dizionari.repubblica.it/)
poeta
[po-è-ta]
s.m. (pl. m. -ti, ant. -te; f. → poetéssa, pl. -se)
1 Chi compone poesie
2 estens. Artista capace di infondere nelle sue opere fantasia creatrice e bellezza
3 fig. Persona ricca di fantasia e di sensibilità, dotata di senso del bello e di profonda tensione ideale
4 fig., spreg. Chi vive fuori della realtà, priva di senso pratico; utopista, sognatore
Ora, dato per scontato che a noi non interessino i sensi estesi e figurativi della parola "poeta", ma quello proprio, poeta è chi scrive poesie.
Quindi, per sapere chi può essere considerato propriamente un poeta, è necessario sapere che cosa è la "poesia". Restando appurato che se non esiste più la poesia, come ho letto in un altro post, certamente non esistono più nemmeno i poeti.
poesia
[po-e-ʃì-a]
ant., poet. poesì
s.f. (pl. -sìe)
1 Arte di esprimere, con parole disposte metricamente in versi, un'immagine, un fatto, un pensiero, un sentimento, una fantasia, che traducono un'esperienza soggettiva o universale
Assumendo senz'altro come forma metrica anche il verso libero, possimo dire che chiunque scriva in versi è un poeta, perché scrive poesie.
Infatti quello che è scritto in versi si propone alla nostra lettura nella forma di poesia e come poesia noi dobbiamo leggerla. Poi potrà essere una poesia ottima o pessima e di conseguenza potremo avere a che fare con un ottimo o con un pessimo poeta.
In conclusione tutti quelli che scrivono versi pretendono di essere poeti (e di fatto lo sono) per il solo fatto di scriverli, anche se lo negano o non lo credono.
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Ciao a tutti,
Io non so se tutti possono essere poeti, ma di certo so che non tutti possono scrivere su tutto.
Io vorrei ad esempio scrivere una poesia che non riesco a scrivere.
Porgo alla vostra attenzione questa vicenda.
Io insegno e oggi mi troverò a scrutinare una quinta, esattamente per l’ammissione all’esame di Stato.
Fra gli alunni c’è una ragazza con qualche difficoltà, soprattutto a causa di attacchi di panico che l’hanno costretta circa un mese a casa. Ora sta un po’ meglio, ma è sotto cura con antidepressivi e benzodiazepine ( Tavor). Senz’altro le sue capacità di attenzione sono minate da questi farmaci, e comunque i riflessi sono rallentati.
Un mio collega aveva interrogato la ragazza ai primi di maggio ed era andata male, l’alunna ha chiesto al professore per le 4 settimane successive ( tutte le lezioni) di potere essere interrogata nuovamente , lui si è rifiutato. Solo questa mattina l’ha interrogata, ma dopo averle detto che non sarebbe servito a nulla in quanto lui ha già fatto le medie.
Morale: presenta la ragazza con tre ( quest’anno con la legge GELMINI per essere ammesse servono tutte sufficienze) e noi del consiglio di classe abbiamo le mani legate, in quanto un quattro con voto di consiglio può passare anche a sei, ma un tre rimane tre.
SU COSA VOLEVO SCRIVERE LA POESIA? SULL'ABUSO CHE ALCUNI FANNO DEL LORO RUOLO, SIA CHE SI TRATTI DI DATORI DI LAVORo, SIA DI PROFESSORI O GIUDICI.
Ci si approfitta di avere il coltello dalla parte del manico per infierire sui più deboli, vessandoli.
Nel lavoro esiste il mobing , ma a scuola? Possibile che si debba sopportare i soprusi di altri?
Mi farebbe piacere se qualcuno, più capace di me, scrivesse una poesia su questa tematica.
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Ciao a tutti,
Io non so se tutti possono essere poeti, ma di certo so che non tutti possono scrivere su tutto.
Io vorrei ad esempio scrivere una poesia che non riesco a scrivere.
Porgo alla vostra attenzione questa vicenda.
Io insegno e oggi mi troverò a scrutinare una quinta, esattamente per l’ammissione all’esame di Stato.
Fra gli alunni c’è una ragazza con qualche difficoltà, soprattutto a causa di attacchi di panico che l’hanno costretta circa un mese a casa. Ora sta un po’ meglio, ma è sotto cura con antidepressivi e benzodiazepine ( Tavor). Senz’altro le sue capacità di attenzione sono minate da questi farmaci, e comunque i riflessi sono rallentati.
Un mio collega aveva interrogato la ragazza ai primi di maggio ed era andata male, l’alunna ha chiesto al professore per le 4 settimane successive ( tutte le lezioni) di potere essere interrogata nuovamente , lui si è rifiutato. Solo questa mattina l’ha interrogata, ma dopo averle detto che non sarebbe servito a nulla in quanto lui ha già fatto le medie.
Morale: presenta la ragazza con tre ( quest’anno con la legge GELMINI per essere ammesse servono tutte sufficienze) e noi del consiglio di classe abbiamo le mani legate, in quanto un quattro con voto di consiglio può passare anche a sei, ma un tre rimane tre.
SU COSA VOLEVO SCRIVERE LA POESIA? SULL'ABUSO CHE ALCUNI FANNO DEL LORO RUOLO, SIA CHE SI TRATTI DI DATORI DI LAVORo, SIA DI PROFESSORI O GIUDICI.
Ci si approfitta di avere il coltello dalla parte del manico per infierire sui più deboli, vessandoli.
Nel lavoro esiste il mobing , ma a scuola? Possibile che si debba sopportare i soprusi di altri?
Mi farebbe piacere se qualcuno, più capace di me, scrivesse una poesia su questa tematica.
Hai toccato una tematica difficile e delicata. Non insegno, ma sono madre...La vicenda che racconti è una realtà che tocco personalmente con mano, per mia figlia...Non posso di certo raccontare qui la sua storia, ma posso dirti che c'è una insensibilità gravissima nella scuola, da parte di professori che come dici fanno media, per certe situazioni non c'è media che tenga... Quando c'è la salute...che ci va di mezzo. Grazie di aver alzato la voce, per così dire, m'impegnerò per scrivere qualcosa...Promesso.
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Assolutamente no. Tutti possono scrivere ed illudersi di essere poeti.
Ma scrivere parole una dietro l'altra non significa assolutamente partorire un'opera d'arte.
Leggo "poesie" che altro non sono che "pensierini" messi a versi di una parola.
Una poesia in grado di suscitare un'emozione è un'altra cosa.
Per non parlare poi delle poesonze.
I siti pullulano di poesonze (cfr. ricerca su google): materiale scadente e stomachevole.
Come si può definere poesia tutto questo lerciume?
No non tutti sono poeti.
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I siti pullulano di poesonze (cfr. ricerca su google): materiale scadente e stomachevole.
Come si può definere poesia tutto questo lerciume?
No non tutti sono poeti.
io andrei cauto con queste parole...
basta dire che non tutti son poeti o fanno poesia!
l'educazione è alla base di tutto... anche in questo sito!!! spero tu abbia compreso lo sbaglio ;D
altrimenti corriamo il rischio di farci chiudere anche questo post...
chs
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Per cane 63
Scusa cane, chi guida un auto è un automibilista , pur non essendo Schumaker,
chi va a scuola è uno studente
chi dipinge un quadro è un pittore pur non essendo un Picasso
chi scrive poesia è un poeta, poi può essere un pessimo poeta, ma resta un poeta.
questo è la mia opinione. Non sempre si riesce ad essere il massimo.
In tutti i casi non è carino che tu esprima così volgarmente chi secondo te é poeta e chi no.
ciao e buona domenica
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Per cane 63
Scusa cane, chi guida un auto è un automibilista , pur non essendo Schumaker,
chi va a scuola è uno studente
chi dipinge un quadro è un pittore pur non essendo un Picasso
chi scrive poesia è un poeta, poi può essere un pessimo poeta, ma resta un poeta.
questo è la mia opinione. Non sempre si riesce ad essere il massimo.
In tutti i casi non è carino che tu esprima così volgarmente chi secondo te é poeta e chi no.
ciao e buona domenica
Lupo... comprendo il tuo pensiero.. ma... un automobilsta.. ameno che non si chiami shumi.. e forse nemmeno lui... non fa arte....
e nemmeno uno studente......salvo eccezioni.....
chi dipinge.. può essere pittore... o imbrattatele....
e poeta no.. non è chiunque scriva....non esistono pessimi poeti...
la poesia... quando è pessima... ha altri nomi... perchè poesia non ne contiene...
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Lupo... comprendo il tuo pensiero.. ma... un automobilsta.. ameno che non si chiami shumi.. e forse nemmeno lui... non fa arte....
e nemmeno uno studente......salvo eccezioni.....
chi dipinge.. può essere pittore... o imbrattatele....
e poeta no.. non è chiunque scriva....non esistono pessimi poeti...
la poesia... quando è pessima... ha altri nomi... perchè poesia non ne contiene...
Amara ha ragione...altrimenti chiunque potrebbe sentirsi alla stregua di grandi artisti pur non avendo il minimo talento...bisogna fare certe distinzioni!
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Vorrei non rispondere...........comunque chi se lo pone questa domanda si crea solo problematiche mentali.
non voglio essere artista e tanto meno essere definito artista però
molto mi preme non essere ascoltato ma, solo per essere letto e se
qualche lettore ne cava frutti e benefici a me fa molto piacere.
non sono poeta... ma, solo uno scrivano che anche per mercimonio
mette su carta in bella calligrafia .. parole, frasi, brani, sotto
dettatura........chi è che detta? io non so chi sia.
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Per me chiunque può cimentarsi.
Dopotutto il vero scopo della poesia è quello di imprimere su carta lo stato d'animo, che sia turbato o felice...tutto qua.
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Per me chiunque può cimentarsi.
Dopotutto il vero scopo della poesia è quello di imprimere su carta lo stato d'animo, che sia turbato o felice...tutto qua.
Chiunque può cimentarsi ma non tutti sono in grado di sfornare "arte" in senso stretto... ;)
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In una nazione in cui quasi nessuno legge, e quasi nessuno frequenta le librerie, credo sia molto importante che ci siano persone che abbiano voglia di scrivere, di mettersi in gioco, di provare a comunicare in forma artistica.
E con il giusto impegno, anche i meno bravi e i meno competenti, potranno migliorare e magari diventare poeti, chi lo può dire?
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tutti, eccetto berlusconi... ;D
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tutti, eccetto berlusconi... ;D
..e Bondi??? ::)
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..e Bondi??? ::)
ah ah ah, vi sono in rete centinaia di siti che ridicolizzano questo pallido ministro della cultura che lontano dal promuoverla, l'affossa anche con le sue idiote elucubrazioni corte... e non è un ossimoro :)
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Bondi dice che scrive poesie,sarà ma di poetico ha poco se taglia come taglia sulla cultura italiana.
gli attori in genere lo odiano,i cantanti pure,gli scrittori anche, meno che quelli della mondadori anche se...qualche caso di coscienza comincia ad esserci
mi sono letto qualche pagina del topic,tutti hanno un idea personale su chi è poeta e chi non lo è..io non mi pronuncio non ne sono all'altezza...se leggo qualcosa di chiunque che mi piace ne sonmo contento.. per me sopratutto.
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premetto che non mi sento poeta. scrivo per il mio sano sfogo di isteria e paranoia e a volte viene fuori qualcosa di leggibile. scrivo per il piacere di essere letta e commentata, di leggere e commentare il prossimo, di condividere insomma. scrivo perchè penso che attraverso le parole si possa capire molto di una persona. scrivo perchè è una forma che mi trova abbastanza in grado di assecondarla, non dico capirla, e perchè ho una scheggia di talento che posso ampliare. non scrivo per essere definita poeta. tutti possono scrivere, poi cosa salti fuori, se sia poesia, prosa o lista della spesa, non sta a noi deciderlo.
io penso che non siamo poeti, solo amatori della poesia.
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Bondi dice che scrive poesie,sarà ma di poetico ha poco se taglia come taglia sulla cultura italiana.
gli attori in genere lo odiano,i cantanti pure,gli scrittori anche, meno che quelli della mondadori anche se...qualche caso di coscienza comincia ad esserci
mi sono letto qualche pagina del topic,tutti hanno un idea personale su chi è poeta e chi non lo è..io non mi pronuncio non ne sono all'altezza...se leggo qualcosa di chiunque che mi piace ne sonmo contento.. per me sopratutto.
ecco 2 poesie di bondi (dicono che abbia la Characteristica Universalis, cioè un dispositivo che gli permette la generazione di qualsiasi poesia):
Dolente fulgore
Mite regina
Misteriosa malia
Polvere di stelle
ancora:
Ignara bellezza
Rubata sensualità
Fiore reclinato
Peccato d'amore (è dedicata alla Brambilla,sob!)
un mio amico s'è appropriato del suo dispositivo e gli ha fatto il verso:
Nausea e stomachite
Diarrea e vomito
Polvere di stalla
Su asino dorato
;D
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:-*....Io credo che un'anima ce l'abbiamo tutti ma non per questo siamo tutti poeti. Io ho sempre avuto il "bisogno" di scrivere come se una vocina mi chiamasse a prendere carta e penna; mi sento dire: .... "Scrivi!, Scrivi!, Scrivi!".....Ed io corro a scrivere.
Quasi come in trans mi sento proiettata in un'altra dimensione dove, alle volte, mi trovo a scrivere parole che non conosco.
Se questo è un Dono del Cielo, ringrazio Dio per avermelo concesso.
Ciao a tutti! :-*
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Io credo che un'anima ce l'abbiamo tutti ma non per questo siamo tutti poeti.
citato da Paolina(ti chiami come mio figlio)
alla morte di P.P.Pasolini,Moravia disse:hanno ucciso un poeta e di poeti ne nascono in ogni secolo,meno che le dita di una mano..
Mi chiedo:allora perchè il detto dice:siamo un popolo di navigatori,santi e poeti?Chiaramente,perchè in molti,anzi in moltissimi,ci dilettiamo a verseggiare,navicchiare e santocchiare(i peggiori)ma non per questo siamo poeti,navigatori veri o santi .
per non saper ne leggere ne scrivere,il sottoscritto pensa che è comunque bello sentirsi dire "che bella poesia hai scritto!"Non è vero,ma faccio finta di crederci,perchè in fondo mi piace il...solletico.
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:-*....Io credo che un'anima ce l'abbiamo tutti ma non per questo siamo tutti poeti. Io ho sempre avuto il "bisogno" di scrivere come se una vocina mi chiamasse a prendere carta e penna; mi sento dire: .... "Scrivi!, Scrivi!, Scrivi!".....Ed io corro a scrivere.
Quasi come in trans mi sento proiettata in un'altra dimensione dove, alle volte, mi trovo a scrivere parole che non conosco.
Se questo è un Dono del Cielo, ringrazio Dio per avermelo concesso.
Ciao a tutti! :-*
secondo me non basta sentire le vocine per essere o reputarsi poeti, bisogna poi vedere i risultati
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Tale domanda non merita risposta. ... attaccala al chiodo!
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Poeta è colui che esprime con le parole emozioni, sensazioni, stati d'animo...è un giocoliere che amalgama con grande perfezione verità e fantasia.
E non mettiamo i paletti!!!!!..
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..i punti esclamativi lo sembrano proprio però....
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No, pare che non tutti possano attribuirsi lo stendardo di poeti.
Ma le tante persone che scrivono poesie, potremmo chiamarli liberi pensatori.
Così ramazziamo via definitivamente questa problema.
E lasciamo lo stemma araldico del poeta a chi ama la vanità.
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risolvo con un illogismo:
Io non sono Tutti
Tutti non sono Poeta
Io sono Poeta.
d'altra parte tuttifrutti o rutti ... tuttibrutti o rutti!
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risolvo con un illogismo:
Io non sono Tutti
Tutti non sono Poeta
Io sono Poeta.
d'altra parte tuttifrutti o rutti ... tuttibrutti o rutti!
ahahahahah Alessio... mi fai morir dal ridere! ;D
in senso buono ehhh! ::)
d'altra parte, da buon toscanaccio come me! ...anzi mi sa pure pisanaccio! :o
ma non dirlo al Tarabella, che quello... ci uccide!
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secondo me, No.
come tutti possono essere carpentieri, cuochi, macellai, insegnanti, sellai, ceramisti, donnaioli, genitori, ecc.
ognuno ha i suoi talenti, inutile accanirsi nel volerne coltivare uno che non si ha.
io non sono che una che scrive, a mio parere.
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Prima di esprimermi,vi chiedo gentilmente di spiegarmi prima CHI e CHE COSA è un poeta, HANNO degli scopi il SUO scrivere e se è SI,quali?
Comunque a mio parere,tutti sono poeti,tutti sono pittori e tutti sono
Non vuol dire niente che se,una cosa non arriva a me non può arrivare ad un altro e il modo per renderle indelebili è infinito.
Grazie,un salutone a tutti. :) ;D
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Ogni attività umana troverà sempre estimatori e detrattori, non è bello ciò ch'è bello ma è bello ciò che piace. Anche qualche sgrammaticato può trovare il suo piccolo o grande seguito e sentirsi poeta; dunque, teoricamente tutti possono "sentirsi poeti" come tutti possono sentirsi intelligenti, onesti, lavoratori, intellettuali, ecc. ma dal sentirsi "all'essere" ce ne passa! Esistono dei canoni di bellezza, d'intelligenza, d'onestà, dai quali è difficile prescindere, ma nulla è assoluto, tutto è sempre molto relativo...
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Secondo me no, perchè la poesia non è solo emozioni e belle parole, ma è anche il saper mettere le proprie emozioni su righe e dare al verso un suo perchè, e per fare tutto ciò bisogna innanzitutto avere anche una discreta preparazione culturale e poi ci vuole l'ispirazione giusta.
Per scrivere poesie devi...immergerti....(e rimanere "sotto" fino a quasi soffocare) nelle forti emozioni...
le poesie più belle sono quelle che scaturiscono da stati d'animo estremi.
Bisogna avere una preparazione culturale adeguata?...
Non credo affatto.....si può esprimere il massimo della poesia anche con parole semplici ed alla portata di tutti. La cultura può solo illuderti di essere Poeta....regalarti solamente l'arroganza di sentirti POETA!
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regalarti solamente l'arroganza di sentirti POETA!
non credo proprio.. anzi, se la cultura comprende l'aver letto molti poeti (veri).. il proprio limite risalta maggiormente...
mi dispiace sempre veder screditare la cultura.. pur non essendo necessaria al vivere..(allo scrivere un minimo si).. è uno strumento in più..sempre.. per ogni nostra scelta..
poi che ci sia chi non ne sappia fare buon uso.. è un altro discorso...
io vorrei avere tutta quella che non ho....
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allora mettiamo tutti i bambini, i ragazzi senza preparazione e i montanari con licenza elementare a scrivere poesie, tanto duilio, basta sapere l'alfabeto!
guarda: una poesia.
ora scriv un poesia.
se fossi gatto miao
se fossi cane bau
se fossi darvin ciao.
ecco. è bellissima!
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aggiungo questa, mio capolavoro:
questa è la poesia
delle poesia
è una megapoesia
una meta poesia
parlo d'amore
parlo di sole
e parlo di grandi emozioni.
sono emozionata,
moltissimo, sapete?
scrivo una poesia!
porcamiseria, era tanto che volevo!
ecco, finita.
la mia megapoesia.
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allora mettiamo tutti i bambini, i ragazzi senza preparazione e i montanari con licenza elementare a scrivere poesie, tanto duilio, basta sapere l'alfabeto!
guarda: una poesia.
ora scriv un poesia.
se fossi gatto miao
se fossi cane bau
se fossi darvin ciao.
ecco. è bellissima!
è.. se fosse tardi ciao.. (non so se è una variazone voluta la tua)
ma questo è il grande Brunello Robertetti!!!! :D
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credo sia una pessima memoria, più che altro.
grandissimo brunello robertetti, meglio di ungaretti
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;D
poeta robertetti (http://www.youtube.com/watch?v=b5CLCQBitBE#)