Forum degli autori
Discussioni in corso => Discussioni fra autori => Topic aperto da: ferdan21 - Venerdì 4 Giugno 2010, 12:01:35
-
Io penso che in questi siti di poesie (ne includo anche parecchi altri che conosco) prevalga una concezione di poesia che è legata al Romanticismo.
Per cui basta inserire parole chiave come: sole, cuore, amore, vento, anima, tempesta, vita, dolore etc., per avere successo.
E qualche rima, ogni tanto, per fare apparire la poesia più "Poesia".
Io so che il Romanticismo è stata una corrente poetica e culturale, ma della prima metà dell'Ottocento. Sono trascorsi 200 anni.
Forse la poesia oggi è diversa da quella di Keats o di Shelley.
La poesia contemporanea è tutt'altra cosa.
vorrei un vostro parere.
-
Caro Salvatore, sul concetto di fare poesia ci sono pareri di correnti diverse. Ti dico subito che per me la poesia non dev'essere solo una questione di cuore e basta. Cioè per non fraintenderci, la poesia deve arrivare dal cuore ma non necessariamente deve per forza parlare d'amore.Per me poi che ho la fortuna di avere una fantasia fervida, la poesia può spaziare in tante direzioni diverse, basta che conservi le caratteristiche principali , cioè suggerire emozioni, sensazioni e non che non cada mai nelle volgarità o addirittura che si faccia uso di parolacce. Allora modernizziamo pure, facciamo evolvere la poesia, ma per carità, non cadiamo nel cattivo gusto, magari solo per scandalizzare o fare sensazione su quelli che leggono.Questo è il mio pensiero sulla poesia.Grazie a te Salvatore per avere posto la domanda e avermi dato modo di poter dire la mia a riguardo.
-
invito chi non l'avesse fatto.. a dare un'occhiata a questo topic...
http://www.scrivere.info/community/forum/index.php?topic=2715.0
..la poesia.. quando lo è... lo rimane sempre..
e ciascuno può esprimerla nel modo che gli è consono...
non saranno certo 2 parole sopra le righe..o..parolacce... a decreterare
che non si tratti di poesia... c'è chi lo ha fatto già molto tempo fa.....
perchè non viene solo dal cuore... ma può arrivare da qualsiasi organo...
dal fegato.. dallo stomaco... dai visceri.....
ma certo.. bisogna amarla davvero per sentirla...
e saper guardare oltre sé..
saper seguire ogni traiettoria che ci conduca a lei....
non è fatta per il perbenismo calligrafico....
-
Io rispetto le opinioni di tutti, ma permettimi di dirti solo che non sono d'accordo.Non si si parla di perbenismo, stiamo parlando di poesia. Ma è giusto che ci siano pensieri diversi anche in questo caso.
-
Questo allora"
è come prima
o l'altra volta
o la volta precedente a quella.
ecco un cazzo
ecco una figa
ed ecco i guai.
soltanto che ogni volta
pensi
bè adesso ho imparato:
le lascerò fare quello
e fare questo,
non mi interessa più
solo un po' di comodità
un po' di sesso
e un amore
minimo.
adesso aspetto ancora
e gli anni davanti sono sempre meno.
ho la mia radio
e i muri della cucina
sono gialli.
conservo le bottiglie vuote
e ascolto
i passi.
spero che la morte contenga
meno di questo.
...è di un tizio.... un certo Charles Bukowski.....
è poesia?
-
A mio parere, la poesia non ha un solo indirizzo, ma appartiene alla vita in simbiosi con l'emotività umana e all'attinenza alle cose che raffigurano tempi di memoria passata e futuristica. Poesia d'amore, poesia horror, quelle sulla natura, sulla spiritualità cosmica, una diversa dall'altra, ma che in comune hanno la liricità (che a me spesso manca). Una cosa è identificare una poesia come tale, l'altra è saper cogliere l'anima della poesia stessa riconoscendola in argomenti diversi, quali essi siano, poi accettarla come è. E' ben capito che la poesia volgare è pur sempre poesia, ma non accettata da molti e come tale forse incompresa (in fondo può essere volgare ma dare un significato sublime, e intendo volgare non con parolacce, bensì con l'inclusione di ambiente e significato attinente al sesso e al macabro). Anche a me ripugnano certi scritti, ma è pur sempre arte e va rispettata come tale.
La domanda quindi è: Può l'horror, la spudoradezza, l'indignazione, l'asocialità, disegnata con parole e non con vocaboli sconci, divenire "brano poetico"?
Secondo me si
buona esistenza
-
Questo allora"
è come prima
o l'altra volta
o la volta precedente a quella.
ecco un cazzo
ecco una figa
ed ecco i guai.
soltanto che ogni volta
pensi
bè adesso ho imparato:
le lascerò fare quello
e fare questo,
non mi interessa più
solo un po' di comodità
un po' di sesso
e un amore
minimo.
adesso aspetto ancora
e gli anni davanti sono sempre meno.
ho la mia radio
e i muri della cucina
sono gialli.
conservo le bottiglie vuote
e ascolto
i passi.
spero che la morte contenga
meno di questo.
...è di un tizio.... un certo Charles Bukowski.....
è poesia?
si per me è poesia....non tutti i brani possono essere aulici....è un campo molto ma molto vasto.
-
hai citato un autore che adoro....
quindi non posso che confermare...
-
Se c’è una cosa che odio dal profondo del cuore sono i perbenisti di facciata, quelli che non perdono occasione per condannare apertamente ogni forma (a loro dire ) di immoralità, compresa qualche parola sopra le righe, all'interno di una poesia, che permetta loro di potersi mostrare inorriditi e storcere il naso.
Poi si scopre che l’Italia per bene quella che girava la faccia da un’altra parte quando passava davanti all’edicola con i giornali porno in bellavista, era la stessa che girava la stessa faccia da un’altra parte quando all’ingresso della metro assisteva ad uno stupro e si faceva i cazzi suoi.
E no, troppo comodo fare i moralisti dal caldo delle proprie stanze e con il culo comodo sulla poltrona.
Scusatemi, ma preferisco qualche parolaccia di più e qualche ipocrita di meno.
-
premesso che in poesia ciascuno possa scrivere quello che crede ( infatti nell'ipotesi assurda mi venisse proposto, non mi metterei mai in redazione a convalidare o meno una poesia , non solo perchè non mi sento all'altezza di giudicare non avendo gli opportuni strumenti, quanto perchè la poesia è estremamente soggettiva), per rispondere al Conte, io non mi sento una perbenista, sarei anche capace di comprarmi una rivista porno all'edicola, ma so cosa mi aspetto, da una rivista porno mi aspetto di vedere certe immagini , non mi volterei dall'altra parte scandalizzata, perchè la rivista porno svolge la sua funzione.
Se vado al casinò mi aspetto di perdere o di vincere, ma non mi aspetto di essere interrogata in matematica.
Da una poesia mi aspetto altro, trovare in una poesia cazzo e fica non lo trovo proprio il massimo, anche se scritto dal più grande poeta di tutti i tempi.
Rimane comunque sempre poesia, poesia che non mi piace ma poesia.
dico gente, se non c'è liberta di espressione in poesia dove ci dovrebbe essere?
Poi tutte queste disquisizioni su poesia e prosa! Per me una poesia non si differenzia dalla prosa per le rime, la metrica, ma solo per i contenuti. La poesia deve essere allusiva, evocativa, paradossale, illogica. Un'espressione come " fiamme di vetro " può essere scritto in poesia e non in prosa.
Quindi quello che distingue una poesia da una prosa è il linguaggio, non occorre neanche la musicalità in poesia, perchè se vuoi esprimere un qualcosa che stridulo, deve essere stonato e quindi non musicale.
La poesia si deve adeguare ai nostri tempi, che sono tempi di rottura, non può essere imbalsamata con la metrica.
Detto ciò non si può generalizzare, ci sono splendide poesie in rima.
La poesia deve esprimere il nostro vivere quotidiano, non può essere avulso dalla nostra epoca ( che non è più il romanricismo o l'ermetismo), le tremila frustazioni che abbiamo. Nel periodo del romanticismo la vita era meno stressante, i valori di famiglia patria amore erano più certi, non a caso nacque il romanticismo.
L'ermetismo invece è una provocazione, l'uomo chiuso in se stesso, non voleva farsi capire, era l'uomo traumatizzato dalla prima guerra mondiale.
Oggi che i valori sono a zero, la famiglia decapitata, la religione quasi, la poesia dovrebbe essere solo frettolosa, non c'è tempo per fare i grandi pensatori, tranne che di professione non si faccia proprio il poeta. La poesia dovrebbe esprimere il nostro disagio esistenziale. Chi crede oggi che si sta andando avanti bene tra crisi economiche guerre in 164 paesi, inquinamento, disoccupazione, droghe, catastrofi naturali all'ordine del giorno? gli amori? gli amori oggi non durano, perchè amare significa fare delle rinunce e nessuno oggi è disposto a rinunciare a nulla.
Le poeisie d'amore anche del sito, sono poesie di infatuazioni, non di vero amore, quello vero, quello profondo. Dove stanno tutti si Giulietta e Romeo? e allora inutile scrivere queste cazzate in poesia, che non ci crede più nessuno, neanche un bambino
-
Sono d'accordo con il Conte, le poesie si fanno con le parole, tra tutte quelle a disposizione.
E' come esse sono state scelte e disposte, che ne determina la volgarità complessiva, se non la bellezza; e, sempre, anche da chi ,su quelle parole, capita.
Purtroppo, talvolta.
-
Sono d'accordo con il Conte, le poesie si fanno con le parole, tra tutte quelle a disposizione.
E' come esse sono state scelte e disposte, che ne determina la volgarità complessiva, se non la bellezza; e, sempre, anche da chi ,su quelle parole, capita.
Purtroppo, talvolta.
Quoto ogni parola... sono la scelta e l'ordine che fanno la differenza.
-
Quoto questo pezzo Postato da: Ilguardianodelfaro
A mio parere, la poesia non ha un solo indirizzo, ma appartiene alla vita in simbiosi con l'emotività umana e all'attinenza alle cose che raffigurano tempi di memoria passata e futuristica. Poesia d'amore, poesia horror, quelle sulla natura, sulla spiritualità cosmica, una diversa dall'altra, ma che in comune hanno la liricità (che a me spesso manca). Una cosa è identificare una poesia come tale, l'altra è saper cogliere l'anima della poesia stessa riconoscendola in argomenti diversi, quali essi siano, poi accettarla come è. E' ben capito che la poesia volgare è pur sempre poesia, ma non accettata da molti e come tale forse incompresa (in fondo può essere volgare ma dare un significato sublime, e intendo volgare non con parolacce, bensì con l'inclusione di ambiente e significato attinente al sesso e al macabro). Anche a me ripugnano certi scritti, ma è pur sempre arte e va rispettata come tale.
Sarei d'accordo anche con alcune affermazioni, più o meno espresse da tutti riguardo al fattore in se e al l'interpretare l'uso empirico dell'essere poesia, viviamo un'epoca in cui tutto si evolve, possiamo dire che anche la cattedraticità e i canoni premarcati e precostituiti non sono più gli stessi, l'universalità e la globalizzazione dei pensieri sta andando oltre i concetti sin qui conosciuti, il detto "Ognuno è profeta in patria" lo vedrei appropriati in "Ognuno è profeta nel proprio sito"
parliamoci chiaro, ognuno chiarisce i propri concetti...ma davanti ad uno scritto od un pensiero spesso si tentenna a qualificarlo, dipende da chi e che cosa si deve esprimere, se di fronte a canoni si deve valutare o farlo nel rispetto del proprio sentire? se dobbiamo esprimere in armonia e quotidianità credo che siano i canoni accettati in linea di massima, altrimenti potremmo commettere degli abusi personali e null'altro...
Chi siamo per stabilire è o non è Poesia, se non teniamo almeno un bricciolo di base conclamata, poi se posso vorrei spendere qualcosa in merito alla pornografia poetica, c'è classe e classe, ma c'è molta volgarità spacciata per arte...si noti che vengono venduti vasetti di cacca come fosse nutella, ma qui qualcuno ha stabilito che è cacca d'autore...
quindi chi ha le facoltà e le facoltà, si impegni a creare canoni e metodi, interpretazione e pratica poetica. sarò potendo il primo mettermi in fila per apprendere.
-
L'intervento di pasquino l'ho trovato molto azzeccato. non posso che concordare.
-
Ogni periodo storico ha la sua poesia, nei momenti di grande disagio la poesia guida le menti più libere verso grandi obiettivi, la poesia stimola le coscienze e immette in loro ideali, voglia di combattere, desideri collettivi. prendiamo ad esempio gli anni del Sessantotto. Vituperato dalle classi più retrive e conservatrici, dai "perbenisti, ecc.. la poesia di quel periodo è stata stimolante, liberatoria, dissacrante. pensate alla poesia di Pasolini, la poesia femminista. Poi, lentamente è subentrato il riflusso, siamo tornsati individui confusi incapaci di azioni che avessero come obiettivo il bene comune. la poesia di questi anni ha perso la forza propulsiva del cambiamento. è riflusso, scoramento, masturbazione mentale, altro che romanticismo. E' decadenza, tirare a campare, anche la bellA POESIA si scrive ancora tanta bella poesie; giusto "bella poesia".
Che tutti scrivano poesia lo considero molto positivo, tanto più è vasta la base della piramide della poesia tanto più alta è la possibilità che emergano buoni poeti e qundi buona poesia. occorre semplicemente essere più cauti quando parliamo della poesia dei nostri amici.
-
Io lo ripeto da sempre: non tutti siamo poeti.
ma tutti ci possiamo provare. ed è già importante....
-
Perchè scrivo poesie.....
Caro amico e’ naturale e doveroso ringraziarti per la generosità
di giudizio e l’abbondanza di lusinghe per quanto, goffamente, ma sempre
spinto dal cuore più che dalla velleità di far poesia, sono andato
elaborando nel corso di questi anni. Credo che da uno ’scugnizzo’ non si
potesse pretendere di più. Non ho voluto altro che dare sfogo alle ‘voci
di dentro’, quelle che spesso non si ascoltano o si mettono a tacere per
difettiva virilità’ interiore o ancora perché la riflessione e
l’introspezione sono distratti da altre occupazioni. Dai miei sgorbi
letterati traspare spesso un sottofondo di tristezze e io non ho voluto
eludere le pene del mio animo per apparire quello che non sono: un uomo
spesso assalito da crisi esistenziali fin dalla giovinezza. Il mondo in
cui viviamo ha le sue costrizioni scritte e non scritte a cui bisogna
obbedire per non proporre edizioni straordinarie di se stessi o altri
calchi dalla fisionomia inconsueta che mostrino un’autenticità
primitiva. Io non ho voluto controfigure! Ma ciò che in noi è, se non
riceve l’assenso permissivo degli schematismi comportamentali, deve
essere represso? Non si uccide il sé invisibile reprimendo l’essenza
più’ profonda della nostra coscienza, se i pensieri forziamo a
nascondersi ogni qualvolta temiamo che il loro nudo e schiamazzante
apparire possa far sobbalzare i dormienti o i rassegnati secolarizzati
chetati dai loro nirvana? Dispieghiamoci e lasciamo intravedere le
nostre venature e sfumature, gli strozzi che impediscono il fluire
scorrevole del nostro sangue, le estese chiazze di cattivo umore, le
tarmature e le trame che raffigurano con metaforiche rappresentazione le
idealità e i disinganni che ci sostennero o patimmo quando si andava
sviluppando la nostra vita lungo i gradienti del tempo che, ad ogni
tangenza significativa, ci provava e convinceva della nostra mera
apparenza, maschera che banale reclamava una centralità che non aveva,
né può’ avere. Si vive perché ci e’ dato vivere cosi’ come esiste il
sole e nessuna ragione definitiva o specifica può dirci perché esso sia
collocato in un punto privo di coordinate dell’adimensionale universo.
Ma abbiamo tuttavia bisogno, euclidei, di assegnarci uno spazio in cui
affermare la nostra esistenza, di crearci un convincimento che ci
allontani dall’inutilità di sapere di noi e degli altri poiché
incolmabile resterà sempre l’ancestrale ignoranza. Nella fluttuazione
dei sentimenti e nella casuale serpentina degli anni vividi è facile
declamarne le ascese e gli abbrivi ma il raccontare la delusione per il
loro reclinare più tardi è molto difficile, oserei dire ‘doloroso’.
Salvo qualche raro contro esempio nelle cronache del cuore che ho
editato, centrale sempre appariva il trauma doloroso e esistenziale del
distacco da ciò a cui avremmo sempre voluto rimanere attaccati:
l’affetto, l’amore con i suoi scrosci tante volte immaginato quando alto
era il fervore dell’animo, frizzante la giovinezza e i suoi brividi ci
attraversavano per un futuro in divenire, lo straripamento di
un’emozione fantastica improvvisatasi. Quando ’si smette di non sapere’
l’avanzare dello scavo che la vanga del logorio opera silenziosa e
prendiamo appunti sui nostri rinsecchimenti, soli e senza promesse
mantenibile di immortalità, si leva la disperazione contro l’inevitabile
decadenza e scomponimento della propria vita. Opposizione inutile,
disperata fallibile eppure sostenuta con tanta forza spirituale e
commovente! Si necessita di uno sfogo, si inventa una valvola di sfiato
che regoli la pressione delle siderali paure e ci consenta il non
esplodere con una deflagrazione che ci restituirebbe alla polvere da cui
siamo venuti.
-
continuazione post precedente
I momenti in cui si fa buio e le stelle vacillano si
immillano e conservare intatta l’abitudine di vivere, senza chiedercene
il perché, diventa sempre più problematico e allora si cede: trionfa e
si afferma il non senso. La maschera più non vuol stare sul volto e se
ci guardiamo allo specchio si mostrano le devastazioni che celammo agli
altri e a noi stessi. Nulla più può accadere per interrompere l’adagio
precipitare sullo scivolo vorticoso del nulla e così ci si illude che
forse, ancora, l’amore sia capace di distrarre la nostra attenzione
puntata sui tornanti discendenti che di volta in volta impegniamo. Non è
forse in Eros il principio della vita? Nelle cose che sono andato
scrivendo, pur se a volte spicca la secchezza di essere. sempre
rintracciabile e divampante, è il desiderio dell’altro: ora visibile,
ora rimpianto, rincorso, prossimo o remoto. Era in questa fantastica
ansia di raggiungere il possesso di un amore indefinito, brama che non
tace e non si assopisce, che si andava disegnando l’ordito
dell’epressione creativa: fili di tinte diverse presi a caso dalla
merceria della memoria e delle esperienze vissute per ottenere qualcosa
che evocasse una forma, un viso, un ricordo, un’emozione ormai
irreperibili nel presente e solo malinconicamente immaginabili. Io ho
scritto senza temi assegnati, senza tecnica o metodi propositivi, ho
messo le parole lì dove potevano stare, così come son venute, a caso in
uno sviluppo quasi selvaggio e indisciplinato e, spesso, in una
immediatezza istintiva ed emotiva più che cerebrale. Poche volte mi son
lasciato tiranneggiare dalla preoccupazione di dover rendere piacevole
ciò che gli altri avrebbero letto. Del mugolare e storcere il naso che
avrei raccolto poco importava: tanto era quello che sentivo e in quel
modo riuscivo ad esprimerlo. Non avrei potuto farlo secondo il ritmo e
gli accenti di quanti altri avrebbero approvato. Sovente si rintraccia
una sfacciata preminenza dell’io: egocentrismo da me non voluto e poi
mal sopportabile dal lettore occasionale che si fosse limitato ad un
testo specifico. Poesie ‘ stinte, intrise di atre cadenze esistenziali’
tratteggianti una psicologia mai arrendevole, pur se inclinata
dall’ineluttabilità di credere inutile ogni palpito di vita. Ma e’
possibile decretare inaccettabile quanto pur se in negativo si pensa?
Estravaganti elucubrazioni non hanno paritario diritto di proporsi
all’uditorio? Non va letta integralmente l’avventura del vivere, senza
omissioni, privata dell’usbergo di un ottimismo smoderato? Non devono
essere ascoltati coloro che cianciano nei lori silenzi disperati per un
vivo guardare analitico sotto la cutanea sostanza delle cose ultime, per
chi oramai la limpida notte è solo un ricordo e ha perso del giorno il
calore del sole? Figura solitaria la mia; ingegnoso intrigo
autobiografico di tristevoli accadimenti la mia antologia domani, ancora
meno leggibile in una stampa sbiadita.
-
ringrazio Amara per il richiamo al post di masman che ho trovato a dir poco interessantissimo.
Mi sento di esprimere una opinione in merito al concetto di poesia.
Nella poesia non c'è maniera. Come non ce n'è in nessuna forma d'arte. Se Picasso non si fosse spinto oltre, non esisterebbe il cubismo. Se Fontana non avesse tagliato le tele, non avremmo scoperto la spazialità oltre ad esse. Ma nemmeno, per citare all'indietro, se Caravaggio non avesse percepito il buio che crea la luce.
Tutto questo per dire che, a mio avviso, scrivere è l'emozione ed il superamento di essa. Scrivere è in primo luogo la tua emozione, esercitata con le mani, con le unghie, con tutto ciò che ti da la possibilità di trasmettere. Ma l'emozione non è solo un cielo blu o un mare verde è anche il pellicano moribondo sulle coste americane; è la passione violenta di un desiderio carnale tra un uomo e una donna, e non posso descriverlo se non uso i termini appropriati. Senza volgarità, perchè la poesia, quella vera, anche con i termini "forti", non riesce mai e sottolineo mai, ad essere volgare.
Quando leggo le poesie nel sito, e me ne scuso forse apparirò superficiale; generalmente mi limito agli attacchi. Proseguo solo se ciò che ho letto nelle prime righe mi ha regalato aria, idee, pensieri viscerali, che mi nascono da dentro e che mi portano a superare un nuovo livello.
La poesia non è staticità, è movimento, continuo, incessante. E come diceva Sanguineti, il compito di un poeta (parlo di quelli veri), è quello di disegnare il profilo ideologico della sua epoca. A voi poeti il compito di disegnare, il profilo della nostra.
-
Mi vedo concorde con molto di quello che ha scritto Antoèqui, direi comunque che il poetare è nemico della banalità, ma si serve anche delle più umili cose per declamarne la paternità del dire, per manifestare il nostro sentire nelle più strane e piacevoli sfaccettature...nel poetare ci facciamo carico di esternare un sentire vestendolo delle proprie esclusive personalità.
Secondo me non c'è clichet preposto, certo abbiamo tutti ben presente ciò che si definisce poesia, tutto potenzialmente è poesia, ma farla rimane abbastanza difficile. Accettare uno scritto anche composto di belle parole elencate con un ovvio puerile a volte disarmante come poesia non lo trovo onesto, trovo che si potrebbe classificare come forma poetica l'insieme, ma non il prodotto in se...forse potremmo e dovremmo rivedere le modalità di accettazione onde poter classificare senza commettere abusi di pensiero cercando di dare la giusta collocazione, cioè tentativo (pensiero poetico o poetizzante) oppure utilizzare il termine poesia.
I canoni dovrebbero essere quelli espressi dalla cultura che viviamo, sappiamo che esistono eccezzioni e rarità e anche tante forme espressive, importante è secondo me, non avere l'arroganza di manifestarsi poeta ma lasciare a chi ha le capacità intellettive di poterlo affermare e a chi legge se ha l'obiettività e le qualità per farlo.
Non si nega a nessuno di pensare o di avere preferenze
-
concordo con PASQUINO.
La libertà d'espressione è sempre importante.
ma mai essere arroganti.
I grandi poeti sono sempre stati umili...
-
concordo con PASQUINO.
La libertà d'espressione è sempre importante.
ma mai essere arroganti.
I grandi poeti sono sempre stati umili...
...non è proprio così... ma tutti noi... che poeti non siamo... dovremmo...
-
non siamo poeti.
ma se ci crediamo, se studiamo, se cerchiamo di migliorarci, magari qualcuno di noi lo diventerà...
-
semplicissimo.... non so da chi ma pare un essere baciati dalla fortuna.
una persona scrive di suo o sotto dettatura.
scrive di suo con concise e compiute parole un ragionamento che da un risultato di pensieri.
chi è più mamma tra una mamma con un cuore grande e una mamma
che taccagna amore ? .. un figlio orfano anche di affetti sceglie la mamma con il cuore grande. tale concetto trasferito nel ns contesto succede A ME.... forse ho un cuore grande, però
come scrivo normalmente un brano leggo e rileggo correggo e aggiungo
e........ il brano prodotto cosi concepito non è mai sincero.
invece è POESIA un brano concepito sotto dettatura ovvero non pensato e scritto TUTTO DI UN FIATO ancora ripeto SOTTO DETTATURA di una voce che si esprime una sola volta per un solo
brano. delle mie io so ' quali sono quelle dettate. .... sono.....
-
Perdonami iezzi, ma non ho ben capito cosa volevi dire nel tuo ultimo post...
puoi essere più chiaro?
grazie
-
Il “masman” che ha scritto il post citato da Amara sono io e vorrei qui riprendere, per dare un ulteriore contributo a una discussione perfettamente inutile dal punto di vista pratico (chi non conosce la lingua, non la imparerà di certo leggendo questo topic), ma innegabilmente divertente.
Non mi soffermerò più di tanto sulla questione parole forti o volgari nella letteratura: perbenisti e bacchettoni stanno all’arte come la cacca al cioccolato. E questo è più o meno tutto ciò che c’è da dire sul tema.
Vi sono alcune affermazione quantomeno curiose, che leggo qui, e che non mi dispiacerebbe indagare. Partendo magari da quel “I grandi poeti sono sempre stati umili…” di Salvatore Ferranti. Ora, non sapendo che significato l’autore dell’affermazione attribuisce al termine “umiltà”, ma deducendo da ciò che ha scritto che essa sia una sorta di contrario dell’arroganza, mi chiedo quanto umile sia stato Baudelaire, quanto lo sia stato D’Annunzio, quanto lo sia stato Wilde (per quanto non strettamente legato alla poesia), quanto lo sia stato Leopardi, solo per citare alcuni nomi conosciuti anche da chi ha sentito parlare di poesia solo a Zelig.
Se al mondo esiste qualcuno in grado di impersonare il ruolo dell’arrogante, ebbene questo qualcuno è proprio il poeta. Meglio ancora, l’artista in generale. Non è forse arrogante Fontana quando taglia tele e pretende dall’osservatore un’attribuzione di significato che può essere talmente arbitraria e onnicomprensiva da risultare vaga fino all’indifferenza? Non è forse arrogante Baudelaire (e volgare) quando ci sbatte in faccia la parte più bestiale del nostro essere “umani”, o quando ci accusa di ipocrisia, o quando con un mezzo sorriso sulle labbra cerca di spiegarci che ci stiamo facendo prendere per il culo (ormai dai millenni) dalle favole false e manipolatorie della Bibbia? Non è forse arrogante l’amatissimo Wilde che, ripeto, pur non avendo nulla a che fare con la poesia in senso stretto (i suoi versi sono di una bruttezza che ha pochi paragoni), e alla stregua di Baudelaire, irride la nostra società e le sue regole (e dico la nostra poiché, per quanto mirati all’epoca in cui visse, quella vittoriana, i suoi strali sono ancora attualissimi)?
-
Forse si intendeva non arrogante con gli altri poeti e nel contatto con gli altri esseri umani? Non so, ipotizzo; perché tutti gli esempi che hai citato, Massimiliano, erano accomunati dall'amore per l'umanità, come ogni artista in genere, e dal desiderio di parlare agli uomini e alle donne.
Che dici, non è così? :)
-
Forse sì, Clodia, ma allora parliamo di umiltà in quanto qualità dell’essere umano e NON dell’artista: l’umiltà è una virtù nell’uomo e un vizio nell’artista. Anche se continuo ad avere il sospetto che talvolta sia un vizio anche nell’uomo o una medaglia al valore, vuota di significato e buona soltanto per accattivarsi simpatie…
“[…] amore per l’umanità, come ogni artista in genere, […]”, dici? Non ne sarei così convinto…
-
Condivido in pieno il pensiero espresso da Iezzi, anzi ho anche qualcosa da aggiungere.
Quando sono sotto questa dettatura, come ipnotizzata, non so neanche io cosa voglio dire o scrivere.
A prodotto finito do la mia interpretazione. Penso che la poesia mi venga dettata dal cielo, tanto che non cambio una parola. La mia poesia , per me, ovviamente solo per me, è vangelo. E' ultraterrena.
Non voglio dire di essere una brava autrice, voglio dire di essere solo spontanea
A volte non pubblico tutto ciò che di spontaneo mi viene dettato, perchè potrebbe essere contrario ai requisiti che il sito pretende. Lo tengo per me, ma non modifico nulla.
E' difficile da credere quello che ho scritto, ma è la verità.
la poesia è liberatoria in quanto spontanea, se ci facessi uno studio sarebbe un lavoro, una costrizione.
Ovviamente aprrezzo grandi poeti che non si comportano esattamente così, ma devono comunque trasmettermi emozioni.
-
Forse sì, Clodia, ma allora parliamo di umiltà in quanto qualità dell’essere umano e NON dell’artista: l’umiltà è una virtù nell’uomo e un vizio nell’artista. Anche se continuo ad avere il sospetto che talvolta sia un vizio anche nell’uomo o una medaglia al valore, vuota di significato e buona soltanto per accattivarsi simpatie…
“[…] amore per l’umanità, come ogni artista in genere, […]”, dici? Non ne sarei così convinto…
Eh lo, lo so...In effetti, forse, più l'amore per se stesso. Ma non se ne esce da sto discorso qui...
:)
-
Se ne esce solo se accettiamo e ammettiamo i nostri vizi tanto come le nostre virtù, le nostre debolezze tanto come i nostri punti di forza, i nostri limti tanto quanto le nostre aspirazioni...
Se ne esce solo se accettiamo di prendere la vita, e di conseguenza ciò che la vita produce (e l'arte è una di queste cose che la vita produce) per quello che è: un incontro di polarità e dicotomie, nell'accezione ovviamente positiva dei termini. C'è una profonda differenza tra bontà e buonismo...
-
Se ne esce solo se accettiamo e ammettiamo i nostri vizi tanto come le nostre virtù, le nostre debolezze tanto come i nostri punti di forza, i nostri limti tanto quanto le nostre aspirazioni...
Se ne esce solo se accettiamo di prendere la vita, e di conseguenza ciò che la vita produce (e l'arte è una di queste cose che la vita produce) per quello che è: un incontro di polarità e dicotomie, nell'accezione ovviamente positiva dei termini. C'è una profonda differenza tra bontà e buonismo...
...già.. si.. una grande differenza...
ed anche sulla bontà stessa... ci sarebbe di cui parlare.... credo sia rara quella davvero pura.... e difficilmente riconoscibile.... penso sia, anche quella più sincera, comunque assecondare un nostro bisogno... e l'umiltà.. spesso..(e parlo anche per me ovviamente)... un abito all'insicurezza....
-
Scusate se mi intrometto ma , secondo me, che giudica le poesie in questo sito in particolare e decide di metterle nel portfolio personale o di toglierle perché, a suo parere sono " prosa poetica", si prende una responsabilità, quella di seguire una linea che è quella del sito. Io premetto che sono in assoluto disaccordo con le Loro scelte ed è una scelta mia se donare parte delle mie poesie o meno, ma non credo che i giudizi siano tanto corretti, mi sembra che siano viziati da una visione del testo poetico assolutamente arcaica e poco obiettiva. Ma grazie alla grande rete ognuno può decidere se restare a scrivere qui o guardare in giro. Tutt'oggi scrivere è uno dei siti migliori ma, forse, andrebbero riveduti alcuni metri di giudizio. Con rispetto
Alfio A. Licciardello
-
poesia è la trasformata dell'essere... e bisogna imparare moltissima geometria...
-
Se ne esce solo se accettiamo e ammettiamo i nostri vizi tanto come le nostre virtù, le nostre debolezze tanto come i nostri punti di forza, i nostri limti tanto quanto le nostre aspirazioni...
Se ne esce solo se accettiamo di prendere la vita, e di conseguenza ciò che la vita produce (e l'arte è una di queste cose che la vita produce) per quello che è: un incontro di polarità e dicotomie, nell'accezione ovviamente positiva dei termini. C'è una profonda differenza tra bontà e buonismo...
sono d'accordo con te
-
Io credo che in poesia si possa solo credere alla teoria del caos questo perchè viene da dentro, non è una legge matematica e in quanto tale si può solo ammirare, né comprendere né giustificare, le varianto sarebbero troppe e sicuramente poco attendibili
...il motivo per cui nascono queste domande è che qualcuno si sente molto poeta e gli sembra che qualcun altro scrivendo in altro modo denigri il suo lavoro
se ognuno guardasse solo al suo pezzettino non ci sarebbe nessun problema e non cercherebbe nessuna risposta, se scrivendo una poesia senti che è tale...beh è poesia. Inutile anche andare a cercare il limite con la prosa, non è scritto da nessuna parte quindinon è verificabile.
Vi lascio con un piccolo estratto del discorso di Eugenio Montale alla premiazione del Nobel...pensare che lui stesso si chiedeva se fosse ancora necessaria la poesia
Diversa è la questione se ci si riferisce alla reviviscenza spirituale di un vecchio testo poetico, il suo rifarsi attuale, il suo dischiudersi a nuove interpreta-zioni. E infine testa sempre dubbioso in quali limiti e confini ci si muove parlando di poesia. Molta poesia d'oggi si esprime in prosa. Molti versi d'oggi sono prosa e cattiva prosa. L'arte narrativa, il romanzo, da Murasaki a Proust ha prodotto grandi opere di poesia. El il teatro? Molte storie letterarie non se ne occupano nemmeno, sia pure estrapolando alcuni geni che formano un capitolo a parte. Inoltre: come si spiega il fatto che l'antica poesia cinese resiste a tutte le traduzioni mentre la poesia europea è incatenata al suo linguaggio originale? Forse il fenomeno si spiega col fatto che noi crediamo di leggere Po Chü-i e leggiamo invece il meraviglioso contraffattore Arthur Waley? Si potrebbero moltiplicare le domande con l'unico risultato che non solo la poesia, ma tutto il mondo dell'espressione artistica o sedicente tale è entrato in una crisi che è strettamente legata alla condizione umana, al nostro esistere di esseri umani, alla nostra certezza o illusione di crederci esseri privilegiati, i soli che si credono padroni della loro sorte e depositari di un destino che nessun'altra creatura vivente può vantare. Inutile dunque chiedersi quale sarà il destino delle arti. E' come chiedersi se l'uomo di domani, di un domani magari lon-tanissimo, potrà risolvere le tragiche contraddizioni in cui si dibatte fin dal primo giorno della Creazione (e se di un tale giorno, che può essere un'epoca sterminata, possa ancora parlarsi).
per chi volesse leggerselo tutto
http://nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1975/montale-lecture-i.html (http://nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1975/montale-lecture-i.html)
-
Questo allora"
è come prima
o l'altra volta
o la volta precedente a quella.
ecco un cazzo
ecco una figa
ed ecco i guai.
soltanto che ogni volta
pensi
bè adesso ho imparato:
le lascerò fare quello
e fare questo,
non mi interessa più
solo un po' di comodità
un po' di sesso
e un amore
minimo.
adesso aspetto ancora
e gli anni davanti sono sempre meno.
ho la mia radio
e i muri della cucina
sono gialli.
conservo le bottiglie vuote
e ascolto
i passi.
spero che la morte contenga
meno di questo.
...è di un tizio.... un certo Charles Bukowski.....
è poesia?
Forse non è poesia... certamente lui è il mio amato buk ;)
-
Forse non è poesia... certamente lui è il mio amato buk ;)
per me è poesia..
-
Io credo che in poesia si possa solo credere alla teoria del caos questo perchè viene da dentro, non è una legge matematica e in quanto tale si può solo ammirare, né comprendere né giustificare, le varianto sarebbero troppe e sicuramente poco attendibili
...il motivo per cui nascono queste domande è che qualcuno si sente molto poeta e gli sembra che qualcun altro scrivendo in altro modo denigri il suo lavoro
se ognuno guardasse solo al suo pezzettino non ci sarebbe nessun problema e non cercherebbe nessuna risposta, se scrivendo una poesia senti che è tale...beh è poesia. Inutile anche andare a cercare il limite con la prosa, non è scritto da nessuna parte quindinon è verificabile.
Vi lascio con un piccolo estratto del discorso di Eugenio Montale alla premiazione del Nobel...pensare che lui stesso si chiedeva se fosse ancora necessaria la poesia
Diversa è la questione se ci si riferisce alla reviviscenza spirituale di un vecchio testo poetico, il suo rifarsi attuale, il suo dischiudersi a nuove interpreta-zioni. E infine testa sempre dubbioso in quali limiti e confini ci si muove parlando di poesia. Molta poesia d'oggi si esprime in prosa. Molti versi d'oggi sono prosa e cattiva prosa. L'arte narrativa, il romanzo, da Murasaki a Proust ha prodotto grandi opere di poesia. El il teatro? Molte storie letterarie non se ne occupano nemmeno, sia pure estrapolando alcuni geni che formano un capitolo a parte. Inoltre: come si spiega il fatto che l'antica poesia cinese resiste a tutte le traduzioni mentre la poesia europea è incatenata al suo linguaggio originale? Forse il fenomeno si spiega col fatto che noi crediamo di leggere Po Chü-i e leggiamo invece il meraviglioso contraffattore Arthur Waley? Si potrebbero moltiplicare le domande con l'unico risultato che non solo la poesia, ma tutto il mondo dell'espressione artistica o sedicente tale è entrato in una crisi che è strettamente legata alla condizione umana, al nostro esistere di esseri umani, alla nostra certezza o illusione di crederci esseri privilegiati, i soli che si credono padroni della loro sorte e depositari di un destino che nessun'altra creatura vivente può vantare. Inutile dunque chiedersi quale sarà il destino delle arti. E' come chiedersi se l'uomo di domani, di un domani magari lon-tanissimo, potrà risolvere le tragiche contraddizioni in cui si dibatte fin dal primo giorno della Creazione (e se di un tale giorno, che può essere un'epoca sterminata, possa ancora parlarsi).
per chi volesse leggerselo tutto
http://nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1975/montale-lecture-i.html (http://nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1975/montale-lecture-i.html)
Da quando la poesia ha perso le sue regole, è diventato maledettamente complicato riuscire a distingere l'arte dall'inutile, l'immondizia dalle perle.
un pò come nella pittura, con l'astrattismo.
oggi chiunque, senza saper dipingere, è autorizzato ad imbrattare tele con quattro colpi di pennello, e dire di aver prodotto un capolavoro...
-
Sono molto d'accordo con Cori, col suo breve ma denso intervento del 25 agosto: la poesia è soprattutto geometria (e matematica, e musica... ) . Cfr., ad esempio, volendo, la mia "Musica, poesia, matematica".
-
il mio invece è un discorso viscerale sicuramente ben lontano dall'essere dotto o forse anche intelligente, l'arte in generale dunque anche la poesia, per me è come un "bacio"... le sensazioni che lascia variano da persona a persona... può essere un bacio apppena accennato, appassionato, prepotente, non voluto, insignificante... ti tocca, ma può non toccarti... del resto nell'arte vediamo ciò che cerchiamo, quasi mai quello che l'artista vuole comunicare...
:angel:
-
il mio invece è un discorso viscerale sicuramente ben lontano dall'essere dotto o forse anche intelligente, l'arte in generale dunque anche la poesia, per me è come un "bacio"... le sensazioni che lascia variano da persona a persona... può essere un bacio apppena accennato, appassionato, prepotente, non voluto, insignificante... ti tocca, ma può non toccarti... del resto nell'arte vediamo ciò che cerchiamo, quasi mai quello che l'artista vuole comunicare...
:angel:
in parte hai ragione...
però non dobbiamo commettere l'errore di considerare tutti i baci " appassionati e speciali". ci sono baci insignificanti, baci che non servono...ed era meglio evitarli.
l'arte non è solo improvvisazione...
-
Ma cos’è poesia?
Miao miao bao bao
coccodé cip cip:
bestiale
Baci baci bibi bibi
baci baci cipi cipi:
confidenziale
Numerare i poeti
col microscopio:
delirio
Ti amo in ogni
circostanza:
prosa
Il cielo confonde
le sue gambe:
idiozia
Il pene penetra
nella vagina:
educazione sessuale
La spada affonda
e ...il tuo sospiro
porno-erotismo
Giorno e notte
ti prendo a botte:
filastrocca
Berlusca Di Pietro
Bossi:
politica
Ah ah ah ah ah ah
ah ah ah:
ridicola
ehm ehm ehm ehm
ehm ehm:
bacchettona
tttttti aaammmo
ddda mmmorrriiire:
balbuziente
Porca vacca
di una troia:
volgare
Al parco i bambini
giocano:
pensiero verticale
Sull'azzurro mar
il fruscio del vento:
P O E S I A
Per tutti quelli che pensano che gli altri non facciano poesia
-
Buk poteva permettersi di scrivere una poesia come quella su riportata, solo perchè si chiamava Buk, allo stesso modo come Picasso poteva permettersi su una tela di " disegnare " un puntino.
Se domani uno di noi su una tela dipinge un trianglo equilatero non se lo fila nessuno. Questo è indubbio.
-
Buk poteva permettersi di scrivere una poesia come quella su riportata, solo perchè si chiamava Buk, allo stesso modo come Picasso poteva permettersi su una tela di " disegnare " un puntino.
Se domani uno di noi su una tela dipinge un trianglo equilatero non se lo fila nessuno. Questo è indubbio.
e allora vedi che la cosiddetta arte non è "roba di tutti?".
CHE ci piaccia o no, c'è chi se lo può permettere (per tanti motivi, e oggi c'è pure la pubblcità), e chi no...
-
Ma cos’è poesia?
Miao miao bao bao
coccodé cip cip:
bestiale
Baci baci bibi bibi
baci baci cipi cipi:
confidenziale
Numerare i poeti
col microscopio:
delirio
Ti amo in ogni
circostanza:
prosa
Il cielo confonde
le sue gambe:
idiozia
Il pene penetra
nella vagina:
educazione sessuale
La spada affonda
e ...il tuo sospiro
porno-erotismo
Giorno e notte
ti prendo a botte:
filastrocca
Berlusca Di Pietro
Bossi:
politica
Ah ah ah ah ah ah
ah ah ah:
ridicola
ehm ehm ehm ehm
ehm ehm:
bacchettona
tttttti aaammmo
ddda mmmorrriiire:
balbuziente
Porca vacca
di una troia:
volgare
Al parco i bambini
giocano:
pensiero verticale
Sull'azzurro mar
il fruscio del vento:
P O E S I A
io penso che la poesia sia altrove.
qui facciamo solo prove poetiche.
c'è chi ci riesce meglio, e chi peggio.
ma sono solo esercitazioni.
la vera poesia, forse, nemmeno esiste più.
Per tutti quelli che pensano che gli altri non facciano poesia
-
Salvatore mi spieghi perchè quando citi un intervento di un altro autore, nel suo intervento stesso inserisci una tua considerazione? Non ho scritto io " Io penso che la poesia sia altrove......"
E' già la seconda volta che trovo modifiche ai miei interventi
ciao e buona giornata
-
Salvatore mi spieghi perchè quando citi un intervento di un altro autore, nel suo intervento stesso inserisci una tua considerazione? Non ho scritto io " Io penso che la poesia sia altrove......"
E' già la seconda volta che trovo modifiche ai miei interventi
ciao e buona giornata
io semplicemente clicco su citazione
e poi scrivo sotto.
solo che ogni tanto, la parte che scrivo io la inserisce all'interno del post precedente.
non lo faccio mica apposta.
-
questa parte è mia:
io penso che la poesia sia altrove.
qui facciamo solo prove poetiche.
c'è chi ci riesce meglio, e chi peggio.
ma sono solo esercitazioni.
la vera poesia, forse, nemmeno esiste più.
-
salvatore, la tua considerazione la condivido in pieno, ma non volevo appropriarmi di un tuo pensiero. Tutto qui.
-
e allora vedi che la cosiddetta arte non è "roba di tutti?".
CHE ci piaccia o no, c'è chi se lo può permettere (per tanti motivi, e oggi c'è pure la pubblcità), e chi no...
...mah.. se non sbaglio anche tu avevi detto che bukowski era poesia...
e non è diventato bukowski a caso..........
-
Sii gentile
Ci viene sempre chiesto
di comprendere l'altrui
punto di vista
non importa quanto sia
antiquato
stupido o
disgustoso.
Uno dovrebbe
guardare
agli errori degli altri
e alle loro vite sprecate
con
gentilezza,
specialmente se si tratta di
anziani.
Ma l'età è la somma
delle nostre azioni.
Sono invecchiati
malamente
perché hanno
vissuto
senza mettere mai a fuoco,
hanno rifiutato di
vedere.
Non è colpa loro?
Di chi è la colpa?
Mia?
A me si chiede di mascherare
il mio punto di vista
agli altri
per paura della loro
paura.
L'età non è un crimine
ma l'infamia
di un'esistenza
deliberatamente
sprecata
in mezzo a tante
esistenze
deliberatamente
sprecate lo è.
(C. Bukowski)
Si...per me è un grandissimo poeta...
-
Sii gentile
Ci viene sempre chiesto
di comprendere l'altrui
punto di vista
non importa quanto sia
antiquato
stupido o
disgustoso.
Uno dovrebbe
guardare
agli errori degli altri
e alle loro vite sprecate
con
gentilezza,
specialmente se si tratta di
anziani.
Ma l'età è la somma
delle nostre azioni.
Sono invecchiati
malamente
perché hanno
vissuto
senza mettere mai a fuoco,
hanno rifiutato di
vedere.
Non è colpa loro?
Di chi è la colpa?
Mia?
A me si chiede di mascherare
il mio punto di vista
agli altri
per paura della loro
paura.
L'età non è un crimine
ma l'infamia
di un'esistenza
deliberatamente
sprecata
in mezzo a tante
esistenze
deliberatamente
sprecate lo è.
(C. Bukowski)
Si...per me è un grandissimo poeta...
ma è ovvio...
ma di Bukowski ce n'è uno, bulowski è un'eccezione...
non tutti possiamo essere Bukowski, questo intendo dire.
-
...mah.. se non sbaglio anche tu avevi detto che bukowski era poesia...
e non è diventato bukowski a caso..........
Bukoswki non rappresenta la regola, ma l'eccezione...
e la regola dice che la poesia è fatta di intuizione, ma anche di studio e fatica sulle poesie dei classici...
-
cmq il genio è universale e difficilmente a qualcuno non piace...
-
ho iniziato a leggere questo topic e nel mezzo mi son persa con la lettura di un altro topic aperto dal Manocchia tanto tempo fa . ringrazio Amara per aver messo quel link perchè è stato interessante fin dall'inizio anche se un po faticoso nel tener a mente tutti gli interventi e le varie informazioni...
ora dopo aver letto tutto ciò mi viene spontaneo pensare questo , prima di diventare poeti quelli con la"P" maiuscola tutti questi autori cos'erano? persone che scrivevano solo con il cuore , con le emozioni, oppure già sapevano cosa era la tecnica? oppure , quando è stato il "punto di incontro" tra le due cose? e poi mi viene da pensare anche ad un altra cosa , in quale modo sono stati scoperti? portati alla luce , quando è iniziata la loro ascesa?e poi ancora chi li ha ritenuti dei"grandi"?
perdonatemi le mie domande stupide da persona ignorante in materia , che non sa niente di tecnica, ma mi perdo nei vostri discorsi e questo me ne dispiace perchè vorrei capire vorrei imparare, vorrei saper dar voce a quello che spesso mi si innesca dentro(nell'anima , nei pensieri , nel cuore)e vorrei tornare indietro nei tempi della scuola e aver avuto allora questi pensieri queste domande ma soprattutto avrei voluto allora qualcuno come voi che mi togliesse quella tenda nera davanti agli occhi ...ed altri pensieri si innescano cadono uno sull'altro come un grande domino, potrebbe esser la moda a preferir un autore invece di un altro?e chissà nel frattempo quanti poeti sono rimasti nell'oblio....
-
:)..........continua....[color=#0000ff][/color]
ma le mode chi le crea? chi può dire che un autore è meglio di un altro, che uno è veramente poeta e l'altro un ciarlatano , si abbiamo visto che la tecnica deve essere tutt'uno con il sentimento altrimenti si avranno sempre e solo poesie a metà ma mentre uno legge le poesie con la tecnica e le trova spettacolari perchè la metrica è giusta il suono c'è le metafore sono perfette c'è chi dall'altra parte la trova fredda priva di sentimento ecc, e al contrario chi legge le poesie dettate dal sentimento, dove le lacrime il dolore ti scuotono dentro c'è chi le etichetta come un modo di sfogarsi senza andare dallo psicologo , insomma che confusione ....allora mi chiedo se da una parte è importante che chi scrive poesia la sappia fare con tutti i criteri possibili da usare , dall'altra parte , quello che la legge, che criteri dovrebbe possedere?
;)scusate il mio intervento ma aiutatemi a capire quali mezzi devo usare per imparare a leggere nel modo giusto per potermi confrontare con i vostri discorsi.. :angel:
-
Vorrei rispondere, pur da incompetente quale tutto sommato mi reputo, ad un quesito posto dalla gentile Nutellina.
Secondo il mio modesto parere, chi legge, per gustare in pieno una poesia, dovrebbe essere dotato di un "orecchio poetico" (un po' come ci vuole l' "orecchio musicale " per gustare la musica) , in grado di capire se ci sono delle "stonature", attribuibili a "difetti tecnici", che comunque il semplice lettore non è tenuto a conoscere per forza.
Questo vale per tutti i tipi di poesia, come vale per tutti i tipi di musica.
Certo, se poi si confonde la musica col "rumore" (che per me è dato, per esempio , dall'attuale musica "rock" ) , il mio consiglio viene a cadere...
Simpaticamente, Antonio T.
-
mettiamoci d'accordo:
o l'arte è tale (compresa la poesia) perchè narrazione dell'animo umano (quindi di regole predefinite non ce ne sono), oppure non lo è e ha bisogno di schemi ben precisi, matematici.
e se è vero il secondo caso, allora la narrazione passa in secondo piano in favore della forma gradevole.
nel primo caso, ogni cosa che suscita qualcosa è poesia e arte, nel secondo caso, scriviamo le regole.
la mia non è poesia, è scrittura e basta.
la vostra, se vi pensate poeti in un senso o nell'altro, è poesia?
in quale dei due modi?
-
mettiamoci d'accordo:
o l'arte è tale (compresa la poesia) perchè narrazione dell'animo umano (quindi di regole predefinite non ce ne sono), oppure non lo è e ha bisogno di schemi ben precisi, matematici.
e se è vero il secondo caso, allora la narrazione passa in secondo piano in favore della forma gradevole.
nel primo caso, ogni cosa che suscita qualcosa è poesia e arte, nel secondo caso, scriviamo le regole.
la mia non è poesia, è scrittura e basta.
la vostra, se vi pensate poeti in un senso o nell'altro, è poesia?
in quale dei due modi?
Potrei molto semplicemente rispondere a "Venere" : i veri poeti (non certo io ! ) lo sono in entrambi i modi.
-
potrei molto semplicemente replicare:
se è vero il primo caso, non ci preoccupiamo del secondo caso.
cosa importa della forma quando il contenuto la plasma già di suo?
-
mettiamoci d'accordo:
o l'arte è tale (compresa la poesia) perchè narrazione dell'animo umano (quindi di regole predefinite non ce ne sono), oppure non lo è e ha bisogno di schemi ben precisi, matematici.
e se è vero il secondo caso, allora la narrazione passa in secondo piano in favore della forma gradevole.
nel primo caso, ogni cosa che suscita qualcosa è poesia e arte, nel secondo caso, scriviamo le regole.
la mia non è poesia, è scrittura e basta.
la vostra, se vi pensate poeti in un senso o nell'altro, è poesia?
in quale dei due modi?
Io concordo visceralmente con Venere veritas: per me poesia è il distillato della narrazione dell'animo umano. Per me poesia è tutto quanto - di scritto - sa suscitare emozioni profonde in chi legge. Infatti spesso ho difficoltà a distinguer la prosa dalla poesia. Vi sono prose (tipo i libri di Erri De Luca) intrise di poesia in ogni parola, e poesie che sono sterili, e proseggiano in maniera banale e inconsistente. Quanto agli schemi precisi, matematici, senza il talento servono a ben poco. Sapere cos'è un ossimoro, un'anafrasi, una sineddoche ecc. serve a poco se poi si dicono cose scontate nella forma giusta. Aggiungerei che - sempre per me ovviamente - non basta la narrazione dell'animo umano cioè il sentire del poeta narratore. La modalità del narrare deve far risuonare in chi legge i medesimi moti dell'anima di chi scrive. Allora sì, è poesia.
-
Io concordo visceralmente con Venere veritas: per me poesia è il distillato della narrazione dell'animo umano. Per me poesia è tutto quanto - di scritto - sa suscitare emozioni profonde in chi legge. Infatti spesso ho difficoltà a distinguer la prosa dalla poesia. Vi sono prose (tipo i libri di Erri De Luca) intrise di poesia in ogni parola, e poesie che sono sterili, e proseggiano in maniera banale e inconsistente. Quanto agli schemi precisi, matematici, senza il talento servono a ben poco. Sapere cos'è un ossimoro, un'anafrasi, una sineddoche ecc. serve a poco se poi si dicono cose scontate nella forma giusta. Aggiungerei che - sempre per me ovviamente - non basta la narrazione dell'animo umano cioè il sentire del poeta narratore. La modalità del narrare deve far risuonare in chi legge i medesimi moti dell'anima di chi scrive. Allora sì, è poesia.
scusate, ma pensate davvero che la "competenza lettaria" sia un'optional?
-
potrei molto semplicemente replicare:
se è vero il primo caso, non ci preoccupiamo del secondo caso.
cosa importa della forma quando il contenuto la plasma già di suo?
La poesia è distillato dell'anima, come dite voi...
ma deve essere anche il frutto di anni di letture, di studi, di ricerche, di analisi delle opere dei maestri della poesia...
in caso contrario, per essere poeti dovremmo essere anche dei gran geni...
-
no, ma che non si deve impedire a una persona con un briciolo di talento di esprimersi a modo suo. se davvero avrà una coscienza poetica, diciamo, da sola si formerà come meglio crede.
non si devono conoscere prima 1000 poeti e poetiche per scrivere un verso. si parte dalla voglia di scrivere, lo scrivere e poi documentazione.
e c'è qualcuno che nemmeno ne ha bisogno.
aggiungo infine che non è leggere poesia e sue forme a rendere qualcuno adatto alla scrittura poetica.
-
Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace ...eccetera eccetera ... non so mai come pormi di fronte a queste discussioni, dove c'è un certo numero di persone che giustamente esprime opinioni, mentre altri declamano giudizi ... preferibilmente, preferisco continuare a pensare che la poesia è un'estensione, molto personale della propria percezione della realtà.
Poeta è ogni essere umano, ognuno nella sua significativa capacità di esprimere le proprie emozioni attraverso un linguaggio che non è usuale, ma coglie l'essenza inespressa di pensieri.
C'è chi ha un'innata capacità di espressione, chi impara con il tempo, a prescindere dalla preparazione scolastica.
La poesia è sempre un modo molto personale di espressione delle emozioni, non riconducibile a schemi definiti.
In altre parole, non apprezziamo i versi delle poesie grammaticalmente, ma le emozioni che esprimono e questa è secondo me, l'unica ragione per cui leggiamo altri autori.Per questo non esisterà mai poesia identica ad un'altra ed è la ragione che invalida coloro che fanno del plagio, un'arte sottile per scrivere ed attribuirsi opere.
-
Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace ...eccetera eccetera ... non so mai come pormi di fronte a queste discussioni, dove c'è un certo numero di persone che giustamente esprime opinioni, mentre altri declamano giudizi ... preferibilmente, preferisco continuare a pensare che la poesia è un'estensione, molto personale della propria percezione della realtà.
Poeta è ogni essere umano, ognuno nella sua significativa capacità di esprimere le proprie emozioni attraverso un linguaggio che non è usuale, ma coglie l'essenza inespressa di pensieri.
C'è chi ha un'innata capacità di espressione, chi impara con il tempo, a prescindere dalla preparazione scolastica.
La poesia è sempre un modo molto personale di espressione delle emozioni, non riconducibile a schemi definiti.
In altre parole, non apprezziamo i versi delle poesie grammaticalmente, ma le emozioni che esprimono e questa è secondo me, l'unica ragione per cui leggiamo altri autori.Per questo non esisterà mai poesia identica ad un'altra ed è la ragione che invalida coloro che fanno del plagio, un'arte sottile per scrivere ed attribuirsi opere.
scusami Gianpiero...
ma per diventare poeta bisogna pur imparare le regole della grammatica.
non credi?
oppure pensi che pure un analfabeta possa essere il più grande dei poeti?
a gesti, forse...
-
scusate, ma pensate davvero che la "competenza lettaria" sia un'optional?
[/q ;Duote
::)
a ecco , bisogna aver" competenza letteraria" per classificare un autore un vero poeta oppure no, senza farsi trascinare dalle tentenze della moda e per entrare in questa , diciamo "lente di ingrandimento"quale posti bisogna frequentare? e quale persone bisogna contattare per far parte della cerchia? perchè mi sembra di capire che qui non è la massa che fa l'unione giusto?
Se ho capito male scusatemi , perchè parto dal presupposto che non sapendo molto di letteratura cado spesso in errori nel comprendere tante cose, allora qualcuno diventerà , forse un giorno , un poeta affermato,perchè ci sarà qualcuno che lo riterrà tale ,e non sarà la massa (massa intesa come il resto del mondo che non sia competente in materia)ma un certo gruppo o persona competente che lo indurrà nel mondo dell'arte...cavolo allora facciamo la fila come al grande fratello o a x factor ecc ecc ....(lo so questa ultima frase me la potevo risparmiare ;) ;D)
-
scusate non so dove ho sbagliato ma la frase citata da salvatore è solo la prima riga il resto ahimè è opera mia ;D
-
alla fine secondo me il discorso va sempre a parare lì: c'è un'elite artistico-critica oppure possiamo esserlo tutti? e se c'è, come si accede?
-
scusate non so dove ho sbagliato ma la frase citata da salvatore è solo la prima riga il resto ahimè è opera mia ;D
Cara Nutellina,
tu sei una persona capace e, soprattutto, molto umile.
nel senso che ammetti che non hai molta competenza letteraria, ma hai molta voglia di imparare.
e questo è un grande pregio...
perchè è cosi che si va avanti, è cosi che si "cresce" artisticamente.
purtroppo, invece, c'è molta gente che, pur non "sapendo nulla di Poesia", si crede Poeta.
e questa io la chiamo arroganza.
e l'arroganza a cosa porta?
A niente...
-
alla fine secondo me il discorso va sempre a parare lì: c'è un'elite artistico-critica oppure possiamo esserlo tutti? e se c'è, come si accede?
ma certo che c'è...
e non solo in letteratura.
Purtroppo, o per fortuna, sono loro che decidono...
non sono quello che decide quali sono i libri da pubblicare.
c'è qualcuno che giudica, che vaglia, che decide chi è uno scrittore, e va pubblicato, e chi non lo è, e le sue opere rimarranno per sempre nel cassetto.
la nostra fortuna è che oggi c'è internet e possiamo condividere qui...almeno...
-
Io credo che l'elite di cui si parla sia composta da persone di grande cultura,che ben conoscono autori e opere del passato,e che usano questa loro conoscenza come metro di giudizio.
La loro vasta cultura permette loro di godere di credibilità e rispetto da chi se ne intende meno,ed i loro giudizi finiscono per decretare le sorti di chi si mette in gioco.
E ciò credo sia tanto più evidente se si pone mente al fatto che molti artisti, oggi ritenuti grandi, vissero di stenti.Chi giudica è cambiato,ed il metro di giudizio è mutato di conseguenza...
Cara Nutellina,
tu sei una persona capace e, soprattutto, molto umile.
nel senso che ammetti che non hai molta competenza letteraria, ma hai molta voglia di imparare.
e questo è un grande pregio...
perchè è cosi che si va avanti, è cosi che si "cresce" artisticamente.
purtroppo, invece, c'è molta gente che, pur non "sapendo nulla di Poesia", si crede Poeta.
e questa io la chiamo arroganza.
e l'arroganza a cosa porta?
A niente...
Concordo su tutto!
-
[quote author=Salvatore Ferranti link=topic=2887.msg417682#msg417682 date=128843636
c'è qualcuno che giudica, che vaglia, che decide chi è uno scrittore, e va pubblicato, e chi non lo è, e le sue opere rimarranno per sempre nel cassetto.
la nostra fortuna è che oggi c'è internet e possiamo condividere qui...almeno...
[/quote]
e meno male che c'è "scrivere" almeno posso togliere la "polvere" dal cassetto....dato che non ho i mezzi per entrare nella cerchia ;)
e devo dire che non mi dispiace per niente essere qui anzi trovo interessante aver fatto questo passo" virtuale" ho potuto lasciar andare quel che ho dentro, posso confrontarmi con altre letture , prendere spunto da esse, incontrarmi e scontrarmi con altri modi di pensare ricevere suggerimenti o semplicemente aprire piano piano le imposte per vedere un mondo che non conoscevo che per mancanza di curiosità avevo lasciato in disparte , e ringrazio tutti voi per avermi fatto accendere quella lampadina, anche se spesso vado a sbattere contro cose che non sono della mia portata mi dispiace solo quano vedo critiche troppo superficiali come il dire che una poesia è una lista della spesa o un modo per sfogarsi di persone che non possono andare dallo psciologo, queste critiche mi feriscono anche se non sono dirette a me, perchè un conto criticare e un conto far del male o peggio credersi al disopra delle parti..ben venga la critica per far crescere e non per affondare...(naturalmente da parte di chi ha la" conoscenza in merito" per farlo).
-
salvatore, l'elite dei Poeti è una cosa, l'elite dei "poeti" è un'altra.
sulla prima son d'accordo con te, sulla seconda (che nasce dall'arroganza di pensarsi tali) preferirei la gente si prendesse meno sul serio, e più sul serio.
mi spiego: scriviamo per puro amore della scrittura, documentata o meno, preparati o meno che siamo, perciò, perchè darsi tante arie?
e quindi, diventiamo veri scrittori, evolviamo il più possibile, ma nemmeno giunti a quel punto abbiamo la presunzione di dirci scrittori...
ecco
-
salvatore, l'elite dei Poeti è una cosa, l'elite dei "poeti" è un'altra.
sulla prima son d'accordo con te, sulla seconda (che nasce dall'arroganza di pensarsi tali) preferirei la gente si prendesse meno sul serio, e più sul serio.
mi spiego: scriviamo per puro amore della scrittura, documentata o meno, preparati o meno che siamo, perciò, perchè darsi tante arie?
e quindi, diventiamo veri scrittori, evolviamo il più possibile, ma nemmeno giunti a quel punto abbiamo la presunzione di dirci scrittori...
ecco
Di nuovo concordo con te, Venere veritas! Riguardo al prendersi sul serio per non prendersi troppo sul serio, mi viene in mente il principio dell'umiltà del buddismo. E mi chiedo: ma è importante credersi o non credersi grandi poeti (e/o scrittori)? Se la risposta è sì, probabilmente abbiamo sbagliato qualcosa. L'importanza va ridata alla poesia, a quelle parole che danno voce a vissuti profondi, a emozioni antiche, a esperienze universali. Chi ha bisogno di "sentirsi scrittore" secondo me impoverisce l'essenza dello scritto spostando su di sé il faro dell'attenzione. Non so come sia per voialtri, ma per me scrivere è un'esigenza imperiosa, e non riesco a fare più nulla se quando mi viene l'ispirazione non butto su carta le parole che mi frullano in testa. Sono bloccata in qualsiasi altra attività. Ed è per riprendermi la mia vita che allora scrivo. Dopo mi sento liberata, sollevata, leggera. E felice. Ma è QUELLO l'importante, non il sentirsi o meno scrittori. Tanto più che in questo sito siamo tutti dilettanti. Allora godiamo del piacere dell'ispirazione e non facciamoci troppe domande ;-))
-
salvatore, l'elite dei Poeti è una cosa, l'elite dei "poeti" è un'altra.
sulla prima son d'accordo con te, sulla seconda (che nasce dall'arroganza di pensarsi tali) preferirei la gente si prendesse meno sul serio, e più sul serio.
mi spiego: scriviamo per puro amore della scrittura, documentata o meno, preparati o meno che siamo, perciò, perchè darsi tante arie?
e quindi, diventiamo veri scrittori, evolviamo il più possibile, ma nemmeno giunti a quel punto abbiamo la presunzione di dirci scrittori...
ecco
concordo.
-
Di nuovo concordo con te, Venere veritas! Riguardo al prendersi sul serio per non prendersi troppo sul serio, mi viene in mente il principio dell'umiltà del buddismo. E mi chiedo: ma è importante credersi o non credersi grandi poeti (e/o scrittori)? Se la risposta è sì, probabilmente abbiamo sbagliato qualcosa. L'importanza va ridata alla poesia, a quelle parole che danno voce a vissuti profondi, a emozioni antiche, a esperienze universali. Chi ha bisogno di "sentirsi scrittore" secondo me impoverisce l'essenza dello scritto spostando su di sé il faro dell'attenzione. Non so come sia per voialtri, ma per me scrivere è un'esigenza imperiosa, e non riesco a fare più nulla se quando mi viene l'ispirazione non butto su carta le parole che mi frullano in testa. Sono bloccata in qualsiasi altra attività. Ed è per riprendermi la mia vita che allora scrivo. Dopo mi sento liberata, sollevata, leggera. E felice. Ma è QUELLO l'importante, non il sentirsi o meno scrittori. Tanto più che in questo sito siamo tutti dilettanti. Allora godiamo del piacere dell'ispirazione e non facciamoci troppe domande ;-))
ma è proprio questo che dobbiamo fare su questo sito.
scrivere, essendo consapevoli dei nostri mezzi.
-
Scusate, ma io non so aprire un topic, quindi scrivi qui una mia personale opinione
Dobbiamo smetterla di dire che questo è un sito di dilettanti, che qui le poesie belle si contano sulla punta delle dita etc etc.
Secondo me nessuno è dilettante, siamo tutti poeti. L'ho scoperto proprio oggi che ho comprato un libro di poesie di Stefano Benni, conosciuto più come giornalista e scrittore, ma è anche poeta, tanto che Feltrinelli gli ha pubblicato moltissimi libri di poesie ( e non certo a sue spese, come qualunque casa editrice pretenderebbe da noi.) Ebbene, il 90% delle poesie che leggo sul sito sono molto più belle di quelle di Stefano Benni.
Ne riporto qualcuna
Al fumo
Pakistano
maledetto
fammi tornare a casa
nel mio letto
Nepalese
sii cortese
devo andare
non mi suonare
Marijana
puttana
non eccitarmi
tira giù la sottana
Droghe leggere
per piacere
lasciatemi andare
a casa che aspetta
e piange da sola
c'è la mammina
senza la dose
di cocaina
A un topo
Benvenuto, topo
nella mia casa
paziente, notturno
pacifico ladro
Ti sento frugare
la mia legna, il mio cibo
sono per te un re
potente e magnanimo
con miniere di briciole
Ti lascerò sul comodino
un ditale di vino
Cosa ne pensate? E' vero o no che nei confronti siamo tutti poeti?o in Italia si vende solo quello che scrivono le persone note?
Totti, perchè si chiama Totti, se scrivesse un libro si poesie, il suo libro diventerebbe un best- seller, se facesse un quadro sarebbe quotato qualche migliaio di euro.
Ma se scrivesse un libro di poesie l'assassino/a della povera Sara, anche questo sarebbe un best seller.
Non riuscirò mai capire la stupidità umana. In realtà mi sono fatta ingannare anche io, perchè vedendo che Benni era pubblicato da Feltrinelli, credevo che e poesie fossero di un certo spessore. Ho capito che se voglio leggere belle poesie le posso leggere solo su " scrivere".
ciao a tutti
-
*
Salve a tutti! Condivido l'opinione di Gabriella Caruso. E' palese a tutti il concetto che la notorietà è una marcia in più per farsi strada in qualunque settore. Una nota solo sul...''siamo tutti poeti''.
Io credo che ognuno di noi nasce con un determinato talento e non ci si può improvvisare in altri di cui sconosciamo i codici. Chi s'improvvisa si fa burla, oltre che degli altri, anche di se stesso.
Il poeta è colui che si fa carico di tutti i problemi del mondo e ne porta il peso soffrendo e gioiendo in esso. Il poeta non vende merce e non usa le parole per comprarsi gloria, il poeta ama e i suoi versi sono il canto della sua anima, a volte ferita a volte grata.
Il poeta vive di ''Poesia'' e la poesia è il ricamo delle emozioni.
Chi ha il dono delle parole sa quanto grande sia la gioia di passare all'altro ed è attraverso la poesia che si libera il cuore del poeta che deve necessariamente emozionare per esistere.
Vi abbraccio!
Francesca (Raggiodiluna)
-
*
Il poeta vive di ''Poesia'' e la poesia è il ricamo delle emozioni.
c'è tutto un mondo in questa stringa, mi ha colpito.
-
Non sono daccordo. Il poeta AMA la poesia, al di sopra di qualunque altra cosa, ma non VIVE di poesia.
Se il poeta svolgesse come attività principale lo scrivere poesie, non vivrebbe, bensì morirebbe di fame, tranne che altri lavorino per lui, in tal caso il poeta è solo un parassita egoista dei suoi sogni
Dire" il poeta vive di poesia" è una frase abbastanza scontata e retorica, se poi ci piace sentircela ripetere così sia.
-
Scusate, ma io non so aprire un topic, quindi scrivi qui una mia personale opinione
Dobbiamo smetterla di dire che questo è un sito di dilettanti, che qui le poesie belle si contano sulla punta delle dita etc etc.
Secondo me nessuno è dilettante, siamo tutti poeti. L'ho scoperto proprio oggi che ho comprato un libro di poesie di Stefano Benni, conosciuto più come giornalista e scrittore, ma è anche poeta, tanto che Feltrinelli gli ha pubblicato moltissimi libri di poesie ( e non certo a sue spese, come qualunque casa editrice pretenderebbe da noi.) Ebbene, il 90% delle poesie che leggo sul sito sono molto più belle di quelle di Stefano Benni.
Ne riporto qualcuna
Al fumo
Pakistano
maledetto
fammi tornare a casa
nel mio letto
Nepalese
sii cortese
devo andare
non mi suonare
Marijana
puttana
non eccitarmi
tira giù la sottana
Droghe leggere
per piacere
lasciatemi andare
a casa che aspetta
e piange da sola
c'è la mammina
senza la dose
di cocaina
A un topo
Benvenuto, topo
nella mia casa
paziente, notturno
pacifico ladro
Ti sento frugare
la mia legna, il mio cibo
sono per te un re
potente e magnanimo
con miniere di briciole
Ti lascerò sul comodino
un ditale di vino
Cosa ne pensate? E' vero o no che nei confronti siamo tutti poeti?o in Italia si vende solo quello che scrivono le persone note?
Totti, perchè si chiama Totti, se scrivesse un libro si poesie, il suo libro diventerebbe un best- seller, se facesse un quadro sarebbe quotato qualche migliaio di euro.
Ma se scrivesse un libro di poesie l'assassino/a della povera Sara, anche questo sarebbe un best seller.
Non riuscirò mai capire la stupidità umana. In realtà mi sono fatta ingannare anche io, perchè vedendo che Benni era pubblicato da Feltrinelli, credevo che e poesie fossero di un certo spessore. Ho capito che se voglio leggere belle poesie le posso leggere solo su " scrivere".
ciao a tutti
certo che se come metro di paragone tu mi porti Stefano benni, che poeta non è, appare ovvio che siamo tutti poeti.
ma se tu prendessi come riferimento un "vero" poeta, vedresti che non è affatto cosi...
-
Non sono daccordo. Il poeta AMA la poesia, al di sopra di qualunque altra cosa, ma non VIVE di poesia.
Se il poeta svolgesse come attività principale lo scrivere poesie, non vivrebbe, bensì morirebbe di fame, tranne che altri lavorino per lui, in tal caso il poeta è solo un parassita egoista dei suoi sogni
Dire" il poeta vive di poesia" è una frase abbastanza scontata e retorica, se poi ci piace sentircela ripetere così sia.
Il poeta non vive di poesia.
ma è una persona che "vive la vita" in una maniera più consapevole.
e, soprattutto, è uno che riesce a tradurre in parole il suo mondo personale...
-
amare a vivere, sono separate da una linea molto sottile: "Amo vivere" - "Vivo per amare", certo nella vita c'è altro, ma, il poeta ama e vive nello stesso tempo la passione che ha dentro.
-
Io credo che la poesia possa essere interpretata in vari modi, c'è un modo di sentirla e un modo di scriverla...a volte questi "livelli" vanno a braccetto, altre volte no...però non tutti a mio modo di vedere sono in grado di scrivere qualcosa di vagamente poetico, mentre sentire una poesia vuol dire interpretarla dal proprio punto di vista...è un concetto un po' complesso da spiegare...
-
A un topo
Benvenuto, topo
nella mia casa
paziente, notturno
pacifico ladro
Ti sento frugare
la mia legna, il mio cibo
sono per te un re
potente e magnanimo
con miniere di briciole
Ti lascerò sul comodino
un ditale di vino
Mamma mia che schifezza... :o
-
io penso che nessuno sia poeta, tranne quelli che hanno superato la prova del tempo, i classici diciamo.
un poeta non so cosa sia, certo non uno che sa scrivere poesia, forse uno che ha un briciolo di talento con le parole che può sviluppare al meglio questo minuzzolo documentandosi e dilatando il suo "talento".
il poeta non è uno che vive di poesia...
-
io penso che nessuno sia poeta, tranne quelli che hanno superato la prova del tempo, i classici diciamo.
un poeta non so cosa sia, certo non uno che sa scrivere poesia, forse uno che ha un briciolo di talento con le parole che può sviluppare al meglio questo minuzzolo documentandosi e dilatando il suo "talento".
il poeta non è uno che vive di poesia...
sottoscrivo ogni parola....
-
*
Per fortuna siamo tutti diversi e i nostri pensieri ci rappresentano. La poesia credo sia il modo più sincero di comunicare e il poeta ha una grossa responsabilità verso gli altri, rendere universale ciò che l'anima non riece a contenere.
Lirismo NeoRomantico Profetico
Un poeta!
Sacrificio e ricerca
''fuori tempo''
dominio senza luogo
e senza età.
Verità senza spazio
e circolare menzogna.
Dubbio e certezza
nella bugia presente.
Profeta
e testimone
dell'ordine…
fra le macerie dei pensieri.
Vi dedico questi versi e resto complice a voi come lo sono alle mie parole.
Francesca ( Raggiodiluna )
-
Anche io vi lascio una specie di poesia scritta almeno una decina di anni fà
Le poesie
Alcune si graffiano su un foglio
altre si dipingono su tela
si scrivono col proprio sangue
o col proprio sudore
Alcune sgorgano dal cuore
un verso per ogni battito
un verso per ogni respiro
altre sono così intime
che dobbiamo
allontanare il pudore
Alcune raccolgono solo verità
altre sono piene di bugie
con alcune si vuole urlare
con altre tacere
alcune sono lunghe
ma non colpiscono
altre brevi
ma penetrano in fondo al cuore
La poesia più vera che ho scritto
è la più banale
senza accenti
senza rime
senza titolo
senza parole
c’è solo un punto
un minuscolo punto
il punto che chiude una storia
La poesia che non avrei mai voluto scrivere
-
Ciao Salvatore,
Io, mi permetto di dire che la poesia è un'arte che nasce dal cuore e viene espressa in maniera diversa di ognuno di noi.
Secondo me non c'entra con le epoche o con il romanticismo si o il romanticismo no.
La poesia non va studiata, sempre secondo il mio parere. Quando io scrivo una poesia, la posso scrivere anche in gabinetto, per dirti......,
quello che voglio dire è che mi esce anche nel cuore della notte che mi dice di andare a prendere carta e penna.
Ecco, per me questa è arte e poesia insieme. Ciao, un abbraccio.
Paolina Segatto
-
Scusate, ma io non so aprire un topic, quindi scrivi qui una mia personale opinione
Dobbiamo smetterla di dire che questo è un sito di dilettanti, che qui le poesie belle si contano sulla punta delle dita etc etc.
Secondo me nessuno è dilettante, siamo tutti poeti. L'ho scoperto proprio oggi che ho comprato un libro di poesie di Stefano Benni, conosciuto più come giornalista e scrittore, ma è anche poeta, tanto che Feltrinelli gli ha pubblicato moltissimi libri di poesie ( e non certo a sue spese, come qualunque casa editrice pretenderebbe da noi.) Ebbene, il 90% delle poesie che leggo sul sito sono molto più belle di quelle di Stefano Benni.
Ne riporto qualcuna
Al fumo
Pakistano
maledetto
fammi tornare a casa
nel mio letto
Nepalese
sii cortese
devo andare
non mi suonare
Marijana
puttana
non eccitarmi
tira giù la sottana
Droghe leggere
per piacere
lasciatemi andare
a casa che aspetta
e piange da sola
c'è la mammina
senza la dose
di cocaina
A un topo
Benvenuto, topo
nella mia casa
paziente, notturno
pacifico ladro
Ti sento frugare
la mia legna, il mio cibo
sono per te un re
potente e magnanimo
con miniere di briciole
Ti lascerò sul comodino
un ditale di vino
Cosa ne pensate? E' vero o no che nei confronti siamo tutti poeti?o in Italia si vende solo quello che scrivono le persone note?
Totti, perchè si chiama Totti, se scrivesse un libro si poesie, il suo libro diventerebbe un best- seller, se facesse un quadro sarebbe quotato qualche migliaio di euro.
Ma se scrivesse un libro di poesie l'assassino/a della povera Sara, anche questo sarebbe un best seller.
Non riuscirò mai capire la stupidità umana. In realtà mi sono fatta ingannare anche io, perchè vedendo che Benni era pubblicato da Feltrinelli, credevo che e poesie fossero di un certo spessore. Ho capito che se voglio leggere belle poesie le posso leggere solo su " scrivere".ciao a tutti
se è vero (com'è vero) che per vendere un libro di poesia bisogna essere divorati da una qualche orripilazione sia fisica che psichica ma conosciuta alle masse dei media, c'è bisogno forse che i poeti rispolverino il vecchio, caro e decadente metodo del suicidio... è una promozione eccezionale, assieme alla follia... :)