Forum degli autori
Discussioni in corso => Discussioni generali => Topic aperto da: In Venere - Domenica 25 Luglio 2010, 13:17:20
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Perché devo scusarmi della mia provenienza?
Sono nata in lombardia e con ciò?
Mica significa nulla, amo la mia terra, come chiunque.
Non devo scusarmi con te per essere nata qua.
E non devi stupirti se mi offendo quando mi dai della leghista.
Nemmeno mi conosci, nemmeno mi hai chiesto cosa penso, hai fatto solo il giochino che noi (non tutti) fanno con voi: tutti meridionali, tutti terroni uguali.
Bene, per tua informazione se dovessere separare l’Italia io scenderei giù per protesta.
A me piace tutta l’Italia, forse alcune zone meno, ma non certo per gli abitanti, e se posso cerco di capire le persone prima di farmi un’opinione.
Tu nemmeno ci hai provato. Solo perché mi sono definita padana. Abito in pianura padana, non va bene? Mica ho detto nazista, e anche se fosse, prima mi conosci, poi mi dai della stronza.
Sai come si chiama questo? Razzismo al contrario, quello che facevano, e che fanno, ancora gli afroamericani.
Tu mi consideri a priori ostile, ti avessi dato del terrone, poi…
Non ho cuore, solo soldi. Non sono romanticamente squattrinata, né canto serenate alla luna mentre le cicale e la mia bellissima mora mi guarda dal mare con occhi di brace. Nemmeno faccio l’amore con passione, mentre gusto frutti di mare sentendomi un dio per essere nato nella parte più bella del mondo, dove c’è sole, mare e fantasia.
Purtroppo, sono solo una settentrionale.
Scusa, sono limitata, quadrata e prevedibile.
Però anche tu, caro il mio signore di Pantelleria.
Italiani, una faccia, una razza.
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:D oh, maron! A 'stì livelli stemo?!? Ghe lé 'l quattorcisemimo seculo... e che vepossapija'nbene! Guajòò... li citri (abbruzzese, bambini) se strafujano (e nun lo so che vor dì, er ciociaro nun lo bazzico mica, solo iammo loco a balle pe' ciammarughe, andiamo giù a valle a prendere le lumache ma non c'entra col discorso volevo dire spaventano-) Ma di che minchia stemo parlannu? T'arricchiamo le pecure dell'Annunziatina e te le manno a pasce. ho nun me ho spiegato bene? Ho 'n si hapisce il senso? Insomma... se mi comprendete solo un pochino... siamo italiani, no? (ho detto comprendete, non capite: ci ha rinunciato pure mia madre!)
Ma siamo uomini no? Ja, yes, oui, messer, milord...Battistaaaaa: 'Mazzalaaaa (alla Marinacomo) che s'azzitta! "
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Non ho ben capito l'apertura di questo post.
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sinceramente anch'io ci ho capito poco...
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Buongiorno, anche io non so da dove nasce questa discussione.
W i nomadi, che non si sentono calabresi o padani o italiani o africani.
Si sentono cittadini del mondo.
Forse con gli anni sono diventata una che fa retorica, ma anche noi dovremmo capire che la terra ci è stata prestata e non abbiamo nessun titolo originario per esserne proprietari. La lasceremo ai nostri posteri.
Le guerre sono sempre state per difendere la propria patria. Pensa che cavolata!
Le uniche guerre accettabili sono quelle per la libertà, non per difendere i propri confini.
chi è morto per la libertà è un eroe, chi è morto per difendere i confini è un poveraccio mandato a morire in nome della patria.
Sono tutte piccinerie fare discorsi sul regionalismo. Dovremmo acquisire una mentalità più cosmopolita.
Le bestie difendono il loro territorio.
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Mi congratulo con l'autore del post: era tanto che non leggevo simili stronzate.
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Per Luca
Non so a chi ti riferisci, ma se era da tempo che non leggevi simili cose, forse leggi poco.
Quotidiani, settimanali, libri, sono pieni di scemate.
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hahahahahhh...mi ero ritirato dal forum ma credo che Marina, Elisabetta e Luigi abbiano studiato una nuova home per la pagina del sito...
Appena la apri si genera un codice che emana LSD allo stato puro...per far si che gli autori si droghino...
Scherzo ovviamente...
Discussione del secolo...o almeno credo. ;D
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Per Crepax:
Il tuo intervento che si apre con una sonora risata è il classico esempio di come sia valida la citazione di Morrison.
Dì che ti verrebbe voglia di piangere.
Per me il forum è il posto dove discutere, ma anche dove dire cose astruse, o non è vero che i poeti o pseudo tali sono persone un pò fuori dall' ordinario?
Una specie di pentola bollente da dove fuoriesce di tutto.
Secono me più che LSD, si tratta di un coctail anfetaminico alcool psicofarmaci di tutti i generi.
Ovviamente anche io scherzo.
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Non so a chi si riferisca l'autrice, ma so che questa nazione è piena di razzisti.
purtroppo...
non impareremo mai. E poi sbandieriamo ai quattro venti che viviamo in un paese civile.
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rispondo a tutti. è nata da una discussione, sulla mia origine, con un autore. pare che se sei nato da una certa parte dell'italia, ti devi giustificare. tutto qua
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rispondo a tutti. è nata da una discussione, sulla mia origine, con un autore. pare che se sei nato da una certa parte dell'italia, ti devi giustificare. tutto qua
scusami, ma avresti fatto meglio a mandargli un messaggio privato, piuttosto che creare un topic...
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scusami, ma avresti fatto meglio a mandargli un messaggio privato, piuttosto che creare un topic...
A parte che quoto Salvatore....trovo ridicolo a priori questo topic....stop
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grazie salvatore.
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grazie salvatore.
di cosa?
io trovo assurdo che ci sia gente che si scandalizzi, quando una persona mette "sul piatto" argomenti scottanti come questo.
finiamoli di fare i finti moralisti.
viviamo in un paese razzista, per il semplice fatto che non siamo ancora abituati all'integrazione razziale.
se stiamo ancora a parlare di gente del nord e di gente del sud, figuriamoci cosa pensiamo di uno che viene dal senegal.
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e tu pensi che non la pensi come te? per questo sono rimasta male.
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e tu pensi che non la pensi come te? per questo sono rimasta male.
bisogna isolare queste persone...
sono dei trogloditi, anche se indossano giacca e cravatta.
un abbraccio
sal
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di cosa?
io trovo assurdo che ci sia gente che si scandalizzi, quando una persona mette "sul piatto" argomenti scottanti come questo.
finiamoli di fare i finti moralisti.
viviamo in un paese razzista, per il semplice fatto che non siamo ancora abituati all'integrazione razziale.
se stiamo ancora a parlare di gente del nord e di gente del sud, figuriamoci cosa pensiamo di uno che viene dal senegal.
Parlerei più di intolleranza, che di razzismo.
Vorrei vedere quanti di quelli che si dicono contro il razzismo e l'intolleranza sarebbero felici di vedere la propria figlia sposata con un israeliano, un palestinese, un turco, un musulmano, un senegalese, un mormone, un testimone di geova, un induista.
E vi spiego perché: perché tutte e due le parti -italiana- e -israelopalestiturcmanlesmone ecc- non ragionano allo stesso modo. Le differenze culturali ci sono e vanno ricordate. Se un cristiano magari è più tollerante, magari un musulmano (per fortuna non tutti, ma le cronache raccontano) invece pretende che l'altro faccia come dice lui: le coppie miste sono difficili per questo.
C'è troppa ipocrisia in Italia soprattutto perché, a differenza della Francia, ci lamentiamo tanto della situazione attuale ma non siamo capaci di dare una dimostrazione della nostra rabbia: loro hanno dato fuoco alle banlieues. Non sto giustificando il gesto, ma solo cercando di far notare la differenza di atteggiamenti: noi ci lamentiamo e basta, ragioniamo per clichés (chi ne è esente? Da dove nascono? Forse un minimo di verità ci sia?), ci scandalizziamo per poco però siamo i primi a dire: eh, i milanesi con la puzza sotto al naso; però i siciliani mafiosi; certo che i napoletani sono artistoidi nel fregare la gente; i crucchi però hanno la vita facile con tutti i soldi che ricevono; i genovesi, 'sti tirchioni; gli albanesi poi te li raccomando, tutti ladri; i rumeni hanno portato altra criminalità; i triestini, così freddi; i tal meridionali, così presuntuosi; quei nordici invece vogliono sapere tutto loro come va; e così via secondo tutti i cliché che avete sentito.
A me l'unica cosa che dà fastidio è quando altri a casa mia pretendono di comandare. E' mia sensibilità e libertà cercare di venirti incontro, e lo faccio volentieri anche prima che tu me lo chieda, ma se vieni a casa mia e ti comporti male, per me puoi anche tornare a casa tua.
E questo, a casa mia, non è razzismo.
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di cosa?
io trovo assurdo che ci sia gente che si scandalizzi, quando una persona mette "sul piatto" argomenti scottanti come questo.
finiamoli di fare i finti moralisti.
viviamo in un paese razzista, per il semplice fatto che non siamo ancora abituati all'integrazione razziale.
se stiamo ancora a parlare di gente del nord e di gente del sud, figuriamoci cosa pensiamo di uno che viene dal senegal.
nati in italia,però campanilisti,però io figlio di meridionali fui gettato giù(avevo 5 anni)in un fosso da ragazzi del paese piemontese dove ero nato.eravamo nel1953 è vero...le cose son cambiate?mario balotelli costretto ad andarsene ..addirittura amauri e balotelli,disprezzati da chi sappiamo perchè non italiani(anche se invece lo sono)adesso vedremo cosa succederà con minacce di secessione,pur di difendere l'indifendibile..l'italia altro che non razzista..addirittura per i sentori che capto addirittura fraticida altro che storie..in quanto al fatto che non siamo abituati agli stranieri..un altra bella storia..molti Italiani sfruttano la situazione,affittano in nero fanno lavorare in nero ammazzano i neri(è successo)vanno a prostitute(quasi tutte straniere)non siamo razzisti...italiani?brava gente!
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Ottimo topic.
Non scrivo moltissimo sul forum ,ma quasi sempre leggo quel che viene dibattuto, perchè trovo ottimi spunti, e se vedo che ci sono delle considerazioni da aggiungere o cose su cui,in effetti non sono d'accordo, alloro aggiungo anche il mio contributo. La trovo una condotta corretta.
Penso che per un sito in cui si condividano le emozioni, sia sempre molto interessante (non sempre, ma ogni tanto)un topic diverso dal solito, che dia spunti di carattere sociale.
Quello che ha aperto Venere è davvero molto particolare e noto a tutti, nelle sue problematiche piu' diffuse ed anche molto gravi.
Quoto l'intervento di Stellaerratica, che ha esposto in maniera molto esaustiva, l'argomentazione, con l'aggiunta di una considerazione finale,sul fatto che chi giunga da un altro paese in Italia, non possa pretendere di comandare,comportandosi anche male,ma si debba adeguare ad una condotta piu' assennata.
A prescindere dalla considerazioni personali che possono essere più o meno giuste, più o meno legate al proprio vissuto personale oppure ad una convinzione di carattere morale e sociale, io preferirei appianare ogni considerazione partendo da un presupposto: cosa intendiamo per tolleranza? Perchè è una questione basilare chiarire questo concetto.
Se non sopporto , le differenze, se mi sento al sicuro solo con persone che in qualche maniera la pensano al mio stesso modo, nel contesto delle mia struttura sociale,se discrimino per il colore della pelle, per la classe sociale , per la religione, per il paese di provenienza, per le tradizioni "diverse" ... allora sono un intollerante, e non c'è nulla da dire,non ci sono scuse.La mia chiusura mentale è tale, da indurre anche la controparte, ad attuare gli stessi ragionamenti,discriminando la mia posizione,per difesa.Non vedo oltre al mio modo di ragionare, e quindi ogni altra considerazione è un attentato alle mie convinzioni.
Quindi c'è un problema di base, legato ad una sorta di timori che alimentano un tipo di mentalità,che nel tempo viene radicata da un'intera cultura.
Sradicare questo tipo di struttura, è pressochè impossibile,nel modo in cui intendiamo muoversi, ovvero rimuovere ogni tipo di intolleranza e vivere in un mondo completamente aperto e libero in un breve lasso di tempo.
C'è bisogno di un'educazione di base che alimenti una nuova mentalità.
Rassegnatevi: per molte persone, fra cui mi ci metto volentieri, essere tolleranti è davvero difficile, essendo venuto a contatto molto tardi con questo genere di mentalità.Tutto è semplice quando si ha a che fare con l'argomento fuori dalle mura domenstiche, poi pero' quando tocca a noi esserne partecipi, riprediamo il vecchio vestito dell'intolleranza.
Saranno necessarie molte generazioni, per poter rendere la struttura sociale diversamente tollerante e solo i nostri figli , o i figli dei nostri figli potranno cominciare prendere consapevolezza di questo.Ed osservando le altre nazioni in cui prima di noi, è avvenuta un'immigrazione di massa con relativi sconvolgimenti sociali,non sono cosi ottimista circa le tempistiche di questa complessa operazione.
Come sottolineato, molte volte, neppure tolleriamo il vicino, che proviene dalla nostra stessa nazione, pur spostato di qualche centinaia di chilomentri ...E come diceva Pino Pennisi nel forum, fra le pieghe di questo disagio si inserisce lo sfruttamento, si alimentano disagi sociali, si coltivano tensioni che presto o tardi non tarderanno ad essere un problema notevole.
Noi che scriviamo poesie, per condividere le emozioni. come in ogni epoca è successo, siamo consapevoli delle condizioni che si verificano quotidianamente e fissiamo, a volte senza successo, altre con maggiore enfasi, queste peculiarità che tutti vedono, ma che pochi hanno il coraggio di affrontare per poter dare un piccolo contributo.
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Rassegnatevi: per molte persone, fra cui mi ci metto volentieri, essere tolleranti è davvero difficile, essendo venuto a contatto molto tardi con questo genere di mentalità.Tutto è semplice quando si ha a che fare con l'argomento fuori dalle mura domenstiche, poi pero' quando tocca a noi esserne partecipi, riprediamo il vecchio vestito dell'intolleranza.
..volentieri???...
io non mi rassegno... perchè l'intolleranza.. quando c'è.. si estende anche oltre quella razziale.... e se posso comprendere (e a volte peccarne) di una certa forma di diffidenza.. all'intolleranza proprio non posso rassegnarmi...
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Purtoppo fin quando ci saranno partiti come la Lega nord al governo non si risolverà nulla...
Con gente che grida di voler prendere gli Imam per le barbe e volerli rispedire nei loro paesi a calci nel culo...
O più semplicemente che non si sentono manco italiani, che salutano dicendo "Buona Padania" (che non esiste) e delirano l'utilizzo improprio della nostra cara bandiera tricolore (Per pulirsici il loro culaccio)
e se ne potrebbero dire di cose...è questo lo schifo!!
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Un piccolo anedoto personale, permettetemelo. Che credo di avere già detto.
Io ho smesso di comperare i quotidiani, almeno venti anni fa, quando l'immigrazione era agli inizi, e leggevo: dal sondaggio (e non si sapeva mai chi aveva fatto il sondaggio, quante persone erano intervistate, se rappresentative, ecc) gli italiani sono al 20 per cento contro gli stranieri perché "pensano" che gli tolgono i posti di lavoro. Ed ogni giorno la percentuale aumentava. Nessun giornalista naturalmente si procurava di informarmi quanti stranieri lavoravano, insomma l'informazione, la notizia non esisteva. Poi entravo in un bar, e sentivo le persone dire che gli stranieri tolgono il lavoro agli italiani! (eh, si, se lo diceva il giornale del giorno, doveva proprio essere vero, da dove proveniva questa conclusione non lo so) Io pensavo: ma che sono scemi? Vogllono forse farci diventare razzisti? A noi Italiani? Proprio a noi, quelli che l'abbiamo subito il razzismo, a noi, emigrati in tutta Europa sino in Australia, per non parlare degli stati uniti. Proprio a noi, noi che abbiamo nascosto nelle soffitte gli ebrei? Ma che sono scemi? E quasi sorridevo, proprio a noi! Ma ho smesso di dare loro quello che ho definito il "mio obolo quotidiano" (ne ho cambiati molti, ma erano stranamente diventati tutti uguali!).
Si, proprio a noi, avevano ragione loro. Ed io lo ho intuito, quello che stavano facendo, ma non li ho fermati, non ci sono riuscita.
Perciò vi invito: ho una carissima amica somala (che un impiegato comunale ha definito più italiana di un napoletano), una rumena, una tunisina: bhe, lo sapete? Sono così meravigliosamente disuguali, proprio come me e le mie sorelle, alle quali assomiglio, a qualcuna di più di un'altra. Qualcuno potrebbe pensare al suo quotidiano prima di parlarne male? Chi di noi non ha amicizia con un napoletano e lo stima per il suo sapersela cavare anche con furbizia? Chi non ha un amico milanese che guarda caso riesce sempre ad organizzare i giochi per capodanno? E se poi l'amico milanese sia nato a Bologna o Catanzaro, che differenza fa? Non sono solo italiana, sono meravigliosamente diversamente romana (anche se figlia di Roma città aperta, testarda come mio padre sardo ed assennata come mia madre abbruzzese) romana pura caciarona cento per cento (anche fiera di aver vissuto i primi anni di vita in una soffitta affacciata su campo de'fiori, trasferita fra i negozi di viale Marconi, deportata a Corviale per qualche anno prima di sposarmi: tutte differentissime realtà con differenti modi di vita).
Ah, anche se non c'entra niente, sento il bisogno di dirvi un'altra cosa: da almeno dieci anni, ho sentore che ci vogliono far diventare zombie, ci stanno togliendo il sonno, i nostri figli non sapranno cosa sia svegliarsi la mattina per andare in piazza a protestare per qualcosa! (ci hanno aumentato il tempo di inizio della prima serata, ci hanno fatto le luci e detto che andare in giro solo di notte è bello, tutti gli intrattenimenti cominciano dopo la mezzanotte!?!?!? Che volete di più, un popolo nervoso dalla privazione del ritmo sonno-veglia che si scannano tra loro, un popolo di dormienti, ecco quello che ci stanno facendo: "e sopra il ministero Morfeo se la ride"-
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..volentieri???...
io non mi rassegno... perchè l'intolleranza.. quando c'è.. si estende anche oltre quella razziale.... e se posso comprendere (e a volte peccarne) di una certa forma di diffidenza.. all'intolleranza proprio non posso rassegnarmi...
Amara, siamo coerenti ed umani: cosa c'è di più umano dell'aver paura del diverso? Dell'altro? Della novità?
E' facile criticare e disprezzare chi magari non riesce a superare lo iato tra la sua realtà quotidiana e contingente con la paura del diverso.
Se fossimo davvero razzisti, ci sarebbero state tragedie più spesso: chi -come dice saggiamente Marina- non ha amici, colleghi, conoscenti napoletani, siciliani, lombardi, veneti, toscani, romani, liguri o friulo-giuliani? Chi non ha almeno conoscenze, se non amicizie, brasiliane, indiane, senegalesi, marocchini, turche, o dell'est?
Mi tacceresti di razzismo se ti dicessi che c'è una popolazione italiana ed una estera che non apprezzo particolarmente? Ma allo stesso modo non apprezzo tutta una serie di persone proveniente dalle più svariate parti della penisola o del mondo. Le rispetto come esseri umani, ma di certo non saranno persone che scelgo per amicizia. Esattamente come tu non sceglieresti me come amica.
E' troppo facile dar del razzista in giro. Io insisto che più che razzisti, siamo intolleranti e impauriti: fintanto che non siamo sicuri di noi stessi (come Paese), difficilmente riusciremo a non considerare l'altro come un pericolo.
L'intolleranza la riversiamo tutti i giorni verso le persone che incontriamo per strada, indipendentemente dalla provenienza geografica: basta uscire di casa per rendercene conto. Che sia la vicina autoctona o oriunda, che sia l'anziano alle poste o un genitore in casa. Finché non impariamo a rispettare e a farci rispettare (coerentemente con rispetto), non credo che ne usciremo.
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..non mi pare di aver dato del razzista a nessuno...
penso di poter dire di non essere intollerante.. con tutti i miei timori e diffidenze..
e ripeto che chi pratica l'intolleranza la estende anche oltre i 'problemi' razziali...
è per questo che non mi rassegno ad essa..
e non c'era proprio nient'altro dietro le mie parole..
se poi parli di rispetto questo è l'antitesi dell'intolleranza perciò pare non riguardarti..
ovviamente le scelte non sono né intolleranza né razzismo.. ma semplice desiderio di appagamento..
probabilmente non ti sceglierei come amica... ma non vorrei rimandarti a casa se dovessi venire ad abitare vicino a me.. ;D
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..non mi pare di aver dato del razzista a nessuno...
penso di poter dire di non essere intollerante.. con tutti i miei timori e diffidenze..
e ripeto che chi pratica l'intolleranza la estende anche oltre i 'problemi' razziali...
è per questo che non mi rassegno ad essa..
e non c'era proprio nient'altro dietro le mie parole..
se poi parli di rispetto questo è l'antitesi dell'intolleranza perciò pare non riguardarti..
ovviamente le scelte non sono né intolleranza né razzismo.. ma semplice desiderio di appagamento..
probabilmente non ti sceglierei come amica... ma non vorrei rimandarti a casa se dovessi venire ad abitare vicino a me.. ;D
Parlavo genericamente, in merito al dar facilmente del razzista in giro.
Io credo che si può rispettare le persone ma si può anche, contemporaneamente, essere intolleranti.
Ci vuole pazienza con chi non riesce a colmare lo iato dell'intolleranza.
Posso comprendere chi, in qualche modo, è intollerante. Mi infastidisce chi però si chiude dietro l'ipocrisia dell' "io rispetto tutti" e poi li osservi e tutto sono tranne che rispettosi. Ovviamente, Amara, non mi rivolgo a te, ma è lo stesso discorso di quando si attaccano tanti cattolici come ben predicanti e tanto meglio razzolanti ;) Per questo preferisco un po' più di coerenza ed onestà. Ed io, nei miei limiti, cerco di esserlo, anche passando per poco simpatica :D
(cmq, sarei una buona vicina: non sono rumorosa, cerco di rispettare spazi comuni, tempi, ecc. ecc. hehehe)
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Io credo che si può rispettare le persone ma si può anche, contemporaneamente, essere intolleranti.
Ci vuole pazienza con chi non riesce a colmare lo iato dell'intolleranza.
Posso comprendere chi, in qualche modo, è intollerante. Mi infastidisce chi però si chiude dietro l'ipocrisia dell' "io rispetto tutti" e poi li osservi e tutto sono tranne che rispettosi. Ovviamente, Amara, non mi rivolgo a te, ma è lo stesso discorso di quando si attaccano tanti cattolici come ben predicanti e tanto meglio razzolanti ;) Per questo preferisco un po' più di coerenza ed onestà. Ed io, nei miei limiti, cerco di esserlo, anche passando per poco simpatica :D
(cmq, sarei una buona vicina: non sono rumorosa, cerco di rispettare spazi comuni, tempi, ecc. ecc. hehehe)
..sinceramente non penso che intolleranza e rispetto possano avere qualcosa in comune... ed avere pazienza con l'intolleranza corrisponde ad avvallarla... perciò non condivido...
sul rispetto.. hai ragione che vada dimostrato sul campo e non sbandierato... ma nel mio concetto di rispetto non comprendo il buonismo e l'ipocrisia...
(non ho dubbi sulla tua buona educazione.. condominiale...:D)
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..sinceramente non penso che intolleranza e rispetto possano avere qualcosa in comune... ed avere pazienza con l'intolleranza corrisponde ad avvallarla... perciò non condivido...
sul rispetto.. hai ragione che vada dimostrato sul campo e non sbandierato... ma nel mio concetto di rispetto non comprendo il buonismo e l'ipocrisia...
(non ho dubbi sulla tua buona educazione.. condominiale...:D)
infatti cerco di non essere ipocrita e per questo dico che è "normale/umano" che ci siano intolleranze. certo, io cerco di rispettare le persone a prescindere, ma certe categorie le rimanderei a casa propria.
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ma certe categorie le rimanderei a casa propria.
piuttosto che tenerle qua,poi quando riesci ad arrestarle(il60%sono stranieri nelle carceri italiane strapieneeneene!!)
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ma certe categorie le rimanderei a casa propria.
piuttosto che tenerle qua,poi quando riesci ad arrestarle(il60%sono stranieri nelle carceri italiane strapieneeneene!!)
Certo quelli che vengono per delinquere dovrebbero essere rispediti nei loro porcili ma molti criminali sono italiani...insomma lo schifo non ha nazionalità...
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ma certe categorie le rimanderei a casa propria.
piuttosto che tenerle qua,poi quando riesci ad arrestarle(il60%sono stranieri nelle carceri italiane strapieneeneene!!)
;D Infatti gli italiani che dovrebbero starci sono tutti a piede libero! La galera è fatta solo per le mezzecalzette, e sinceramente non so in percentuale quanti tossicodipendenti siano in galera per piccoli reati, mentre quelli che hanno i soldi per la coca, mica li fanno i "piccoli" reati!
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;D Infatti gli italiani che dovrebbero starci sono tutti a piede libero! La galera è fatta solo per le mezzecalzette, e sinceramente non so in percentuale quanti tossicodipendenti siano in galera per piccoli reati, mentre quelli che hanno i soldi per la coca, mica li fanno i "piccoli" reati!
>:( appunto, per questo parlo di categorie, come la storia di chi evade per milioni e milioni può patteggiare (tanto ne ha tanti altri di milioni) ed un piccolo imprenditore che risulta evasore magari per un errore di compilazione o per, magari, poter venire incontro a chi non potrebbe pagare tariffa piena, allora viene multato fino alla morte.
ma non era questo il tema della discussione.
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allora, tanto per chiarire. il discorso riguarda l'incapacità di andare oltre gli stereotipi, che bene o male sono utili per non intasare la mente, ma quando ci troviamo di fronte a persone vere (per quanto una chat possa permettere) dovremmo almeno tentare di rivedere. ritagliarne i contorni a misura di quella persona, e non lasciarle l'etichetta addosso. da buona settentrionale sui meridionali, gli stranieri e gli zingari ne sento di cotte e di crude, in quanto a pregiudizi, e ho la mia brava cartuccera di stereotipi. negli anni mi sono ricreduta e continuo a farlo. perchè gli altri no? per quanto fosse ironica la presa in giro, a un certo punto diventa pesante, si sente che dietro c'è invidia, o forse cattiveria, non lo so.
io faccio schifo come essere umano, come italiana e pure come lombarda. ma non venitemi a parlare della leggendaria ospitalità del meridione, anche questo stereotipo ho dovuto correggere.
grazie a tutti.
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..c'è dell'insana follia in tutto quello che scrivete..
Ma da settentrionale quale sono non mi stupisco se una persona nata al sud porti del risentimento..pare che si chiami restituire ciò che è stato dato..un po' come se tra 50 anni o meno ci sentiremo feriti se un uomo che ora riteniamo extracomunitario e per questo non degno di vivere come un italiano (e questo lo pensano in molti, altrimenti non si spiega la maggioranza di quel partito leghista malsano ed inutile) ci chiamerà sporchi italiani
Si raccoglie ciò che si semina..io continuo a ringraziare la generazione che mi ha preceduta, quella che veniva dal fascismo e avrebbe dovuto imparare il male che provoca l'intolleranza..ma sono comunque parole buttate al vento o nel cesso o dove volete voi..continuate pure ad indignarvi, è sempre più semplice di tendere una mano anche quando si viene insultati
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Mi piace Frammento...
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io faccio schifo come essere umano, come italiana e pure come lombarda. ma non venitemi a parlare della leggendaria ospitalità del meridione, anche questo stereotipo ho dovuto correggere.
grazie a tutti.
Ma mi spieghi qual'è il tuo problema?
Ogni caso è a se stante, se fai di tutta l'erba un fascio ti dimostri quantomeno ignorante...la realtà del sud è così vasta che puoi conoscere qualsiasi tipo di persona, dall'intellettuale al mafioso, ma anche al nord è così...cioè insomma in tutto il mondo, ecco io ragiono così non classifico la gente in base alle origini ma in base ai comportamenti...se da me viene un Rumeno (per dire, visto che sono così malvisti qui) e si comporta con rispetto nei miei confronti mentre un Italiano magari no io rispetterò più la persona che si comporta bene con me, come del resto farei io, a prescindere dalla provenienza...
Il problema di chi ragiona diversamente sta proprio nel fatto di non andare oltre i propri stereotipi, ed in quel caso si dimostra di avere un grossissimo problema con gli altri ma anche e soprattutto con se stessi e la propria coscienza (per chi ce l'ha, in caso contrario LEGA DOCET). :(
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ho letto i vostri interventi ma non tutti devo ammettere, il tempo è tiranno....mi ha colpito il titolo perché io non avevo mai sentito quell'espressione in vita mia se non quando venni in Germania 15 anni fa per la prima volta e un greco mi disse "italiani, stessa faccia, stessa razza" spiegandomi che i graci si sentivano molto vicini agli italiani perché, appunto, somigliavano loro sia di facci che di cultura....a me in tutto questo esprimere contro il razzismo che per mia esperienza di solito è cosa molto subdola, colpisce l'espressione "tollerare" sono una delle poche persone che non comprende la parola tollerare....la tolleranza non è accettazione e nemmeno comprensione dell'altro...non bisogna necessariamente accettare l'altro, sono daccordo, ma comprenderlo sì...altrimenti non supereremo mai nessuno stereotipo...èper questo chem i piace molto l'ultimo intervento di Salvo senza nulla togliere agli altri...io nella mia esperienza all'estero ho capito solo che il vero razzista non si epsrime mai a toni duri....il vero razzista ti sorride ed è gentile ma subdolo a volte ti fa quasi sentire folle perché percepisci la sua intolleranza ma non la vedi....così mi disse una volta un'insegnante turca che incontrai durante le mi e lezioni.....colui che in genere si esprime con toni duri nei tuoi confronti e diretti è perché è ignorante e non avendo altra arma per offenderti ti da del meridionale, sale rital come dicevano i francesi, come avrebbe potuto dirti "stronzo" non da valore alla parola che usa perché nemmeno la consce....a me quando all'inizio i miei amici tedeschi per scherzare e pensando di essere spiritosi mi dicevano "aaaaah! Italiana, mafiosa?" e ridevano tra loro, hanno smesso di dirlo solo quando io sempre scherzando ho detto " e se ti dicessi "aaaaah" tedeschi, nazisti? rideresti?" allora e solo allora han capito....ma si trattava di persne intelligenti ripeto....quel tipo di razzismo di cui In venere veritas parla è un tipo di razzismo che non andrebbe nemmeno preso in considerazione tanta la sua bassezza e "incultura".....nonti impedi sce di vivere ed essere quello che sei...il vero razzismo è quello di chi non ti assume perché straniero e di Balottelli.....altro è solo pornografia linguistica....
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Mi era proprio sfuggito questo topic; a testimonianza del fatto che ultimamente ho poco tempo da dedicare alle cose che mi piace fare (ad esempio rompere le palle al prossimo).
Premetto che quanto dirò non mi esime dall’essere responsabile insieme a chiunque di voi (nessuno escluso) dello stato di cose in cui versa il nostro Bel Paese. Vi dirò di più, queste mie riflessioni sono anche un’autocritica per tutto ciò che avrei potuto fare e che non ho fatto, un po’ per indolenza, un po’ anche per rassegnazione dopo anni di lotte politiche e non, nella certezza che un altro futuro fosse possibile per i nostri figli nello svegliarmi di soprassalto e scoprire che in questo momento già immaginare un futuro è un azzardo.
Rendo atto a “In Venere Veritas” di avere scritto una bella letterina ( a parte alcune espressioni che avrebbe potuto risparmiarsi, ma che in fondo credo rispecchino il suo pensiero) che nasce da una mia provocazione in chat con la quale (senza conoscerla) la tacciavo di essere una padana qualunquista, ma ora, forse, si è resa conto che per me si trattava di un gioco finalizzato solo a provocare una sua reazione sulla quale, nel prosieguo della serata in chat ,fondare una discussione per riderci sopra. Purtroppo lei non lo ha avvertito come tale (rivelando in questo modo i limiti della sua presunta tolleranza).
E’ vero, senza conoscere gli antefatti è difficile comprendere il significato di questo topic, e devo dire che, anche conoscendoli, avrei relegato la discussione ad una comunicazione via e-mail.
Certo, lo avrei fatto, ma mi sarei perso l’occasione di aprire una discussione con gli altri frequentatori del sito su una problematica così importante.
Come a volte mi succede, ho cominciato a leggere il topic dal fondo (dall’ultimo messaggio inserito) e poi, via via, sono risalito. Devo dire che l’impressione è stata di partecipazione, anche se sono sempre gli stessi a scrivere su argomenti che hanno una certa rilevanza sociale. Vorrei fare i complimenti ad alcuni di voi per come hanno sviscerato le proprie idee, senza falsi moralismi che rischiano solo di nascondere i problemi ed ingenerare false sicurezze.
Il problema dell’intolleranza (non mi sembra il caso di parlare di razzismo) è un problema reale, serio, attuale, contingente, quotidiano. L’intolleranza si è insinuata nei gangli vitali della nostra “civiltà” (??) la respiriamo quotidianamente, la assimiliamo esattamente come il nostro organismo fa con un pezzo di torta alla crema (che, detto tra noi, mi fa abbastanza schifo [n.d.r] ).
Assorbiamo intolleranza al mattino nell’apprendere le notizie dal TG, ne assorbiamo in quantità industriali sui luoghi di lavoro, dove importa poco se la collega/il collega di lavoro sia meridional-indu-senegal-partigian-proletario o catto-settentrional-bossi-leghista il fatto è che se le cose non vanno secondo i nostri desideri siamo sempre più portati non a discutere il miglior modo di affrontare il problema, ma ad aggredire l’altro, portarlo all’esasperazione per provocarne una reazione in modo da giustificare una nostra successiva presa di distanza quando non una aggressione vera e propria (verbale o fisica che sia).
(segue)
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Diventiamo intolleranti in famiglia dove anche un piccolo diverbio diventa occasione per sfogare frustrazioni e tensioni accumulate; neanche il bar, luogo da sempre deputato agli scambi di vedute fra una partita di carte ed un bicchiere di vino, ne è esente, ora basta un semplice parere contrastante su un incontro di calcio per scatenare istinti omicidi.
Questa intolleranza nasce dalla quotidianità, dalla informazione pilotata, dalla capacità che i nostri “media” hanno sviluppato nel riuscire a farci caricare di valenze negative i discorsi dei nostri interlocutori, dalle esternazioni quotidiane delle persone che (non) ci rappresentano nella conduzione dello stato. Si riesce a canalizzare l’intolleranza verso lo straniero, il “diverso” per evitare che essa si rivolga verso i veri responsabili di questo stillicidio giornaliero.
Come diceva stellaerratica in un post precedente: noi italiani siamo uno strano popolo, i francesi non fanno tante parole, ed i loro governanti sanno che possono spingersi fino ad un certo punto, dopo di che il popolo si solleva (e non si limita alla manifestazione popolare che lascia il tempo che trova) d’altra parte loro sono gli eredi della Rivoluzione Francese.
Noi invece sfoghiamo le nostre frustrazioni sui più deboli, sugli emarginati, su coloro che hanno come unica colpa quella di essere distanti anni luce dalle stanze di potere. Le nostre pistole, i nostri coltelli, ma anche semplicemente le nostre parole, diventano lo strumento per giustificare repressione, sperequazione sociale e pretesto per aumentare le divisioni all’interno di gruppi anche omogenei di individui e ingenerando un circolo vizioso che genera altra intolleranza che genera a sua volta altre leggi liberticide (anche se non ce ne accorgiamo) e via così fino all’annichilimento totale.
Per quanto riguarda gli “stranieri”, questi sono sempre stati presente in altre società (vedi Francia su tutte) eppure leggi di integrazione oculate e uno stato che riesce a gestire bene la sicurezza, con l’ausilio di leggi ben applicate e soprattutto con la certezza della pena, sono state capaci di rendere omogenea una società che per sua natura ha sempre avuto a che fare con l’immigrazione. Noi invece, da sempre popolo di migranti, non avevamo mai avuto l’esperienza di vedere sul nostro suolo gente proveniente da altri luoghi del globo e questa esperienza, avvenuta in maniera repentina non ci ha trovati preparati e capaci di reagire in maniera adeguata, se a questo aggiungiamo la miopia di tutti i governanti che si sono succeduti ecco che abbiamo esattamente lo scenario che si è venuto a creare.
A questo scenario, poi, noi contribuiamo con i nostri distinguo sulle minchiate più variegate:
odio i meridionali, ma solo quelli che abitano a Caserta, vanno in macchina al lunedi dalle 18 alle 19,30 ed hanno la micosi ungueale, gli altri tutto sommato mi sono indifferenti;
odio i padani che portano scarpe 43 che hanno un loft su viale Manzoni o corso Buenos Aires, ma solo se escono dalle 13.30 alle 14.30 del 15 agosto, sugli altri ho solo delle giustificate riserve.
Poi, invece, riflettiamo quando un post, in apparenza insulso, ci fornisce il pretesto per la messa in moto degli unici tre neuroni non intossicati che ci sono rimasti e poi il giorno dopo, già in crisi d’astinenza, ci “facciamo” di Tg, di pupe e secchioni, di grandi fratelli, di pomeriggi televisivi dove la cultura dell’intolleranza e della violenza viene ben rappresentata miscelata con una dose di prostituzione intellettuale che tutti siamo disposti a praticare in cambio di una comparsata in TV, di una quindicina di minuti di notorietà o di qualche centinaio di euro.
P.S. Scusate la lungaggine.
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..io vorrei sapere qual è l'argomento di questo topic..intolleranza? razzismo? o risentimento?
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..io vorrei sapere qual è l'argomento di questo topic..intolleranza? razzismo? o risentimento?
Io credo sia il "mal di vivere" che ci ha colpiti.
E’ difficile dire quale sia la “composizione strutturale” o quale definizione sia più calzante per questo male che sta disintegrando quel poco di tessuto sociale che continuava a sopravvivere nonostante tutto. Qualcuno diceva “sono un cittadino del mondo”. Ma di quale mondo? Rispondo io, quello fatto di sfruttamento e miseria o quello di ricchezza e sopraffazione? Perché mi sembra che non esista più la terra di mezzo fra questi due mondi, che i confini si siano da tempo allontanati e, come “non esistono più le mezze stagioni” a poco a poco non esisteranno rapporti fra individui che non siano il puro contrasto, sia esso ideologico o culturale o di altra natura.
Dunque affibbiamo ad esso qualunque epiteto o definizione, il fatto che resta indiscutibile è che si sta regredendo culturalmente e l’uomo ritorna allo stato animale in cui la conquista di uno spazio vitale passa attraverso la sopraffazione e l’annientamento dell’altro individuo.
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:D Si, condivido l'analisi fatta da Il Conte. Eppure non demordo, malgrado tutto.
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"Per quanto riguarda gli “stranieri”, questi sono sempre stati presente in altre società (vedi Francia su tutte) eppure leggi di integrazione oculate e uno stato che riesce a gestire bene la sicurezza, con l’ausilio di leggi ben applicate e soprattutto con la certezza della pena, sono state capaci di rendere omogenea una società che per sua natura ha sempre avuto a che fare con l’immigrazione."
un'ottimismo il tuo che, mi dispiace, non posso condividere vivendo da anni all'estero e lavorando nell'integrazione degli italiani qui, ti posso dire che nonostante tutte le leggi e le persone intelligenti e "tolleranti" purtroppo anche qui l'integrazione non è ancora davvero avvenuta....figuriamocii poi in Francia, dove, come appunto citata Stellaerratica, ci sono state rivolte molto violente....da questo punto di vista la Germania ha fatto molto ma molto di più della Francia e purtuttavia, ci sono ancora insegnanti che mandano bambini stranieri nelle scuole differenziali perché non parlano bene il tedesco e non lo dico io ma moltissimi, soprattutto tedeschi intelligenti. Gli stranierii è risaputo al massimo possono poter sperare di andare nella Hauptschule e sno più che contenti quando qualcuno di loro va nella Realschule, al Gymnasium sono ancora molto pochi e gli italiani tra gli ultimi.....dopo più di 30 anni di immigrazione....per chiarire vi sottolineo solo che l'unica scuola che non avvia al lavoro ma all'università è il GYmnasium....fino a qualche anno fa alcuni insegnanti (detto da loro a me direttamente) mettevano i bambini a sedere a scuola a seconda del lavoro del loro padre....la scuola del mio land Baden-Württemberg è mi dispiace dirlo, ancora discriminante non tanto per razza quanto per livello sociale e gli stranieri sono naturalmente quelli più colpiti perché rappresentano la maggior parte della parte sociale più debole....a parte il telegiornale....non trovo che in Italia si sia più razzisti o intolleranti di altri paesi....forse fa solo male scoprire che lo siamo anche noi....come tutti gli altri. Potrei raccontarvene a milioni di storie di mancata integrazione.....a mia figlia a pochi mesi quando la portai al krabbelgruppe un gruppo in cui ci si riunisce tra genitori per far giocare i bambini fino ai tre anni, è stato impedito di avvicinarsi ad altri bambini e a me espressamente detto che dovevo andarmene e che nessuno mi voleva lì nonostante fosse un gruppo libero e organizzato all'interno di una chiesa....ho odiato la Germania allora per questo...ora che conosco benissimo la lingua...so distinguere e amo la Germania per tantissime cose che mi da e per le persone splendide che ci vivono, compresi insegnanti che si mortificano di fronte a tali atteggiamenti.....amo la Germania con le sue profonde contraddizioni come amo l'Italia con le sue...forse dovremmo cominciare tutti da lì e fare un po' più attenzione.....
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"Per quanto riguarda gli “stranieri”, questi sono sempre stati presente in altre società (vedi Francia su tutte) eppure leggi di integrazione oculate e uno stato che riesce a gestire bene la sicurezza, con l’ausilio di leggi ben applicate e soprattutto con la certezza della pena, sono state capaci di rendere omogenea una società che per sua natura ha sempre avuto a che fare con l’immigrazione."
un'ottimismo il tuo che, mi dispiace, non posso condividere vivendo da anni all'estero e lavorando nell'integrazione degli italiani qui, ti posso dire che nonostante tutte le leggi e le persone intelligenti e "tolleranti" purtroppo anche qui l'integrazione non è ancora davvero avvenuta....figuriamocii poi in Francia, dove, come appunto citata Stellaerratica, ci sono state rivolte molto violente....da questo punto di vista la Germania ha fatto molto ma molto di più della Francia e purtuttavia, ci sono ancora insegnanti che mandano bambini stranieri nelle scuole differenziali perché non parlano bene il tedesco e non lo dico io ma moltissimi, soprattutto tedeschi intelligenti. Gli stranierii è risaputo al massimo possono poter sperare di andare nella Hauptschule e sno più che contenti quando qualcuno di loro va nella Realschule, al Gymnasium sono ancora molto pochi e gli italiani tra gli ultimi.....dopo più di 30 anni di immigrazione....per chiarire vi sottolineo solo che l'unica scuola che non avvia al lavoro ma all'università è il GYmnasium....fino a qualche anno fa alcuni insegnanti (detto da loro a me direttamente) mettevano i bambini a sedere a scuola a seconda del lavoro del loro padre....la scuola del mio land Baden-Württemberg è mi dispiace dirlo, ancora discriminante non tanto per razza quanto per livello sociale e gli stranieri sono naturalmente quelli più colpiti perché rappresentano la maggior parte della parte sociale più debole....a parte il telegiornale....non trovo che in Italia si sia più razzisti o intolleranti di altri paesi....forse fa solo male scoprire che lo siamo anche noi....come tutti gli altri. Potrei raccontarvene a milioni di storie di mancata integrazione.....a mia figlia a pochi mesi quando la portai al krabbelgruppe un gruppo in cui ci si riunisce tra genitori per far giocare i bambini fino ai tre anni, è stato impedito di avvicinarsi ad altri bambini e a me espressamente detto che dovevo andarmene e che nessuno mi voleva lì nonostante fosse un gruppo libero e organizzato all'interno di una chiesa....ho odiato la Germania allora per questo...ora che conosco benissimo la lingua...so distinguere e amo la Germania per tantissime cose che mi da e per le persone splendide che ci vivono, compresi insegnanti che si mortificano di fronte a tali atteggiamenti.....amo la Germania con le sue profonde contraddizioni come amo l'Italia con le sue...forse dovremmo cominciare tutti da lì e fare un po' più attenzione.....
Condivido pienamente il punto di vista di Barbara, il problema è che noi Italiani siamo nuovi a questo genere di situazioni, perchè siamo sempre stati un popolo di emigranti, trattati malissimo in Germania o in America...questo però avrebbe dovuto farci capire quant'è brutto discriminare le persone in base alla provenienza, o alla religione o peggio al colore della pelle...
Ma se ci pensate abbiamo al governo un partito di autentici razzisti xenofobi che delirano discorsi assurdi e fanno ragionamenti molto simili a quelli che faceva Hitler ai tempi del Nazismo, loro sono la punta dell'iceberg ma in fondo molti di noi sono convinti che gli immigrati siano delinquenti che portano solo schifo e devono essere trattati con disprezzo come cani, quando molti sono solo dei poveracci disperati che cercano riparo nel nostro paese, in fuga dalle guerre, dalla povertà, dalla fame, dalla MORTE...
Se continuiamo a dare ascolto o a votare gente che sragiona e pontifica cose indicibili, assurde e criminali ma soprattutto se non ci evolviamo moralmente come potremo mai crescere a livello di società, ma soprattutto a livello UMANO? ???
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Condivido pienamente il punto di vista di Barbara, il problema è che noi Italiani siamo nuovi a questo genere di situazioni, perchè siamo sempre stati un popolo di emigranti, trattati malissimo in Germania o in America...questo però avrebbe dovuto farci capire quant'è brutto discriminare le persone in base alla provenienza, o alla religione o peggio al colore della pelle...
Ma se ci pensate abbiamo al governo un partito di autentici razzisti xenofobi che delirano discorsi assurdi e fanno ragionamenti molto simili a quelli che faceva Hitler ai tempi del Nazismo, loro sono la punta dell'iceberg ma in fondo molti di noi sono convinti che gli immigrati siano delinquenti che portano solo schifo e devono essere trattati con disprezzo come cani, quando molti sono solo dei poveracci disperati che cercano riparo nel nostro paese, in fuga dalle guerre, dalla povertà, dalla fame, dalla MORTE...
Se continuiamo a dare ascolto o a votare gente che sragiona e pontifica cose indicibili, assurde e criminali ma soprattutto se non ci evolviamo moralmente come potremo mai crescere a livello di società, ma soprattutto a livello UMANO? ???
;D Quando smetteremo di dare il nostro obolo quotidiano alla maggior parte dei giornali, chiuderemo il televisore e parlando con i nostri vicini ritroveremo la antica saggezza popolare (tutto il mondo è paese? ad es.). Perché non ci si riesce più a distaccarci dal "tutti", dal "mai" e "sempre" e non si ascolta solo il cuore? (magari lasciando traslocare la rabbia momentanea riprendendo a parlare solo dopo aver contato e fatti i dovuti distinguo: ohhh, che sana abitudine che era!)
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un'ottimismo il tuo che, mi dispiace, non posso condividere vivendo da anni all'estero e lavorando nell'integrazione degli italiani qui, ti posso dire che nonostante tutte le leggi e le persone intelligenti e "tolleranti" purtroppo anche qui l'integrazione non è ancora davvero avvenuta [....]
e purtuttavia, ci sono ancora insegnanti che mandano bambini stranieri nelle scuole differenziali [...]
Scusa Barbara, ma l’inizio del tuo post non mi era molto chiaro perché non sapevo dove operi, poi, nel prosieguo, ho capito a cosa ti riferivi. Purtroppo le citazioni delle scuole tedesche che tu hai fatto, non mi dicono granchè dato che non ho idea di cosa si stia parlando (conosco pochissimo la Germania e solo per viaggi di piacere) per cui termini come Hauptschule e Realschule non riesco a legarli con un a realtà a me più percepibile.
Al di là di questo, io non a caso avevo preso ad esempio la Francia perché, francamente e non per essere cattivo, con i suoi trascorsi la Germania non mi sembra proprio un esempio da portare quando si parla di integrazione razziale (la storia non si cancella in un paio di generazioni).
Ultima cosa: mi sembra riduttivo incentrare il discorso su questa sola parte del mio pensiero poiché ho premesso che il problema per me non è razziale, ma di intolleranza nell’accezione più larga del termine.
[...] figuriamocii poi in Francia, dove, come appunto citata Stellaerratica, ci sono state rivolte molto violente....da questo punto di vista la Germania ha fatto molto ma molto di più della Francia [...]
Non ho capito nell’ambito della discussione il riferimento alle rivolte violente francesi. Quelle a cui accennava stellaerratica (a meno di non sbagliarmi) erano le rivolte “politiche” che miravano a contestare le decisioni del governo francese, ma non mi pare avessero nulla a che fare con problemi razziale (stella se mi sbaglio correggimi).
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Buongiorno, anche io non so da dove nasce questa discussione.
W i nomadi, che non si sentono calabresi o padani o italiani o africani.
Si sentono cittadini del mondo.
Forse con gli anni sono diventata una che fa retorica, ma anche noi dovremmo capire che la terra ci è stata prestata e non abbiamo nessun titolo originario per esserne proprietari. La lasceremo ai nostri posteri.
Le guerre sono sempre state per difendere la propria patria. Pensa che cavolata!
Le uniche guerre accettabili sono quelle per la libertà, non per difendere i propri confini.
chi è morto per la libertà è un eroe, chi è morto per difendere i confini è un poveraccio mandato a morire in nome della patria.
Sono tutte piccinerie fare discorsi sul regionalismo. Dovremmo acquisire una mentalità più cosmopolita.
Le bestie difendono il loro territorio.
Mi son piaciute queste tue parole. :)
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Devo dare atto al Conte, che il problema su cui è incentrato ogni dilemma umano della comunicazione, non è finalizzato al colore della pelle, provenienze geografiche,religioni o abitudini sociali per sè stesse, ma dal fatto che siamo per convenzione ed educazione, intolleranti, più o meno verso ogni cosa esca dalla nostra struttura mentale di mondo perfetto ed utopistico, dipinto nella mente, in un modello che ci insegnano con ogni mezzo possibile.Le peggiori tragedie si sono compiute in nome di una, coercizione idelologica, atta a far sparire lo scomodo diverso, per una convenzione sociale ben definita.Ed è quello che stiamo subendo con la globalizzazione, ove tutto viene appiattito in un mediocre nulla senza sostanza,molto pubblicizzato.In assenza di altri edificanti ed evoluti modelli, si formano schiere di "intolleranti" sempre più radicali, che tendono a perpetrare e giustificare ogni singola ingiustizia, compiuta in nome della società civile. Stereotipo, esatto Venere, vige l'impossibilità di superara lo stereotipo perchè non c'è altro.Infatti, la tolleranza non viene insegnata, ma ne viene soltanto evidenziata la mancanza, che non è,sino a prova contraria, un modello su cui basare una struttura sociale, ma solo l'ennesima conseguenza del deterioramento e confusione, a cui siamo tutti soggetti.
Qualcuno , potrebbe opporre la giustificata afferamazione, che nelle scuole, è insegnata la tolleranza specie in quelle primarie.Mi spiace, è una convivenza forzata. Appena vi è il contatto con il mezzo d'informazione , ne scuola e famiglia, può nulla sulla formazione dei giovani.
Come ho detto, nel mio intervento, all'inizio di questo topic,qualche settimana fa, la strada è ancora lunga, incerta anche in funzione di un mondo altamente sottoposto a tensioni sociali e bisogni primari non appagati.Per adesso, accontentiamoci di comprendere che noi stessi,anche se ci proclamiamo tolleranti, probabilmente perpetriamo delle discriminazioni che giustifichiamo in tante maniere, senza tuttavia pensare, che è proprio questo il nodo cruciale del problema.Cominciamo a puntare in dito su noi stessi, prima di puntarlo in giro.
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caro Conte, hai ragione, non si puo capire un sistema scolastico in cui non si vive, avevo scritto un mare di parole per spiegarti il tutto ma mi sono sparite e sinceramente non ho voglia di riscrivere perciò scusa se nonrispondo e rimando ad internet e alla tua volontà di ricerca se ne avrai voglia...rispondo però solo ad uno stereotipo cui hai fatto riferimento. La Germania proprio per il suo precedente storico è molto tolllerante e credimi molto di più della Francia....mi dispiace se dalle mie parole si è percepito il contrario, quello che volevo dire è che nonostante un paese si sforzi di essere tollerante, alcune forme di razzismo restano e non renderei il discorso troppo complesso....alcune persone hanno paura del diverso in ogni senso e questo accade sia in Germania che in Italia, ma non perché esistono queste persone si può definire un paese razzista....io n on definisco la Germania razzista, così come non definisco l'Italia razzista.....alcune persone e gruppi di persone (come la Lega) però si.
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vi ringrazio tutti della massiccia partecipazione a questo topic, nato dalla mia impulsività e sensibilità offesa da quell'episodio. anche se il tono scherzoso c'era, era un po' pesante a un certo punto, e io CHE SONO INTOLLERANTE, come salvo ci tiene a farmi ben capire, mi sono sentita discriminata. mi scuso con il conte, spero di avergli reso pan per focaccia ;D e dico al resto dei commentatori che non voleva essere una riflessione sulla società odierna, passata e futura.
Il mio problema, è che sono una persona, limitata e piena di stereotipi. sono cresciuta in un ambiente multiculturale, ho capito qualcosa del razzismo e della tolleranza (ben diversa dall'accettazione, ma questo passa per il convento della mia limitatezza) e anche nel mio lavoro (insegnante) nel mio piccolo provo a evitare spiacevoli disuguaglianze.
salvo d'angelo, grazie per la pacatezza, soprattutto per aver sviscerato me e non la questione. :angel:
V.
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era una considerazione ironica, quella sulla ospitalità meridionale... ma qui sembra che ci sia troppa voglia di polemizzare. ::)
a bien tot ;D