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Discussioni in corso => Discussioni fra autori => Topic aperto da: Michele Tropiano - Mercoledì 19 Gennaio 2011, 16:36:44
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Poichè ho avuto un'accesa discussione con una scrittrice di questo sito, voglio porvi un quesito... Io ho sempre ritenuto che nella nostra cultura poetica (da dante ai giorni nostri) il termine "femmina" sia usato in opposizione al termine "donna": Il primo, di etimologia incerta, si riferisce ad una persona di genere femminile di basso rango e, per estensione, anche di facili costumi; il secondo, proveniente etimologicamente dal latino "domina" (signora e padrona della casa, da domus), si riferisce invece ad una persona di genere femminile di alto grado sociale, una "vera" donna insomma. Preciso che mi riferisco ad una tradizione culturale "alta", non popolare, dove invece la femmina è la "vera donna", "a Femmn" con la F maiuscola, in dialetto napoletano, per esempio.
Il termine "femmina" si usa per lo più per definire il genere, femmina in opposizione a maschio, senza nessuna accezione di qualità.
Dunque, solo io e la mia ex professoressa del liceo riteniamo che nella cultura (poetica) italiana il termine "femmina" sia usato, in genere, in maniera dispregiativa?
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>Credo che si, femmina venga utilizzato come definizione di genere, ma non sono d'accordo sul significato netto al quale tu l'associ.
Di solito dipende molto dai contesti poetici che si stanno decantando nel verso che prendi in esame!
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La mia opinione è sostanzialmente convergente con quella del sig. Michele Tropiano.
Una ulteriore riflessione si puo' anche fare in relazione al termine "madonna",inteso come "mia domina",caduto ormai in disuso,ma che trovo estremamente poetico e profondo.
Riguardo al termine "femmina",invece,credo abbia una leggera sfumatura volgare,ma questo credo derivi anche dalla tradizione linguistica locale...
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per quel che ne so "donna" è usato in modo estensivo rispetto a "femmina", che invece riferisce unicamente al genere... i caratteri che estende la parola donna dovrebbero essere anima (che una volta si credeva non avesse!), intelligenza, volontà, immaginazione e tutte le belle altre cose che concernano l'essere umano... così la parola maschio... che si riduce meramente all'azione procreatrice... da questa "riduzione", forse, chissà, è derivato il suo valore spregiativo... :)
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Secondo me la Donna è donna, signora, madre, moglie, amica
Femmina è la donna che ama, la sensuale felina che c'è in ogni Donna...anche se alcune donne non sanno nemmeno di avercela e non sanno "giocarci"
La poesia di cui hai parlato tu, Michele, è, ritengo, forse a torto, ove l'autrice parli di sè stessa come felina in cerca di amore... ;)
Buona e serena giornata a tutti ed anche se c'è nebbia in tutta Italia vi auguro di avere dentro di voi un raggio di sole
Rosy
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molte volte ho usato maschio e uomo alternativamente, ovvio con significati diversi. secondo me, vale come con femmina e donna.
nella mia testa (malata) sono pari.
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Ho fatto un pensiero, forse stupido. Io sono calabrese e nel dialetto calabrese non esiste la donna, invece esiste l'uomo.
In genere per prlare delle donne si dice " I fimmini", per parlare degli uomini si usa quasi sempre "L'omini", raramente " i masculi".
Questa la dice lunga!!!!
Noi, come componeti della razza animale siamo maschi e femmine, come persone dovremmo essere solo uomini e donne.
Rimane il fatto che quando si parla della razza umana, si usa sempre il maschile.
" l'uomo è..." E' anche vero che se parliamo dei leoni diciamo " il leone è.."
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Secondo me la Donna è donna, signora, madre, moglie, amica
Femmina è la donna che ama, la sensuale felina che c'è in ogni Donna...anche se alcune donne non sanno nemmeno di avercela e non sanno "giocarci"
La poesia di cui hai parlato tu, Michele, è, ritengo, forse a torto, ove l'autrice parli di sè stessa come felina in cerca di amore... ;)
Buona e serena giornata a tutti ed anche se c'è nebbia in tutta Italia vi auguro di avere dentro di voi un raggio di sole
Rosy
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Ho fatto un pensiero, forse stupido. Io sono calabrese e nel dialetto calabrese non esiste la donna, invece esiste l'uomo.
In genere per prlare delle donne si dice " I fimmini", per parlare degli uomini si usa quasi sempre "L'omini", raramente " i masculi".
Questa la dice lunga!!!!
Noi, come componeti della razza animale siamo maschi e femmine, come persone dovremmo essere solo uomini e donne.
Rimane il fatto che quando si parla della razza umana, si usa sempre il maschile.
" l'uomo è..." E' anche vero che se parliamo dei leoni diciamo " il leone è.."
la mia domanda però - lo ripeto se forse non sono stato abbastanza chiaro - è sulla cultura poetica italiana
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Secondo me la Donna è donna, signora, madre, moglie, amica
Femmina è la donna che ama, la sensuale felina che c'è in ogni Donna...anche se alcune donne non sanno nemmeno di avercela e non sanno "giocarci"
La poesia di cui hai parlato tu, Michele, è, ritengo, forse a torto, ove l'autrice parli di sè stessa come felina in cerca di amore... ;)
Buona e serena giornata a tutti ed anche se c'è nebbia in tutta Italia vi auguro di avere dentro di voi un raggio di sole
Rosy
il significato di quella poesia in particolare poi l'ho capito, e mi sono scusato in privato con la scrittrice per aver travisato. la mia domanda, qui, è generale però, e si riferisce alla cultura poetica che ci ha preceduto
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Io concordo con te e con la tua ex prof del liceo che " femmina" si usa sono in senso dispregiativo, non necessariamente una donna di facile costumi, ma anche con determinati vizi o virtù ritenuti prettamente femminili.
Ad una donna vanitosa o pettegola ci si può riferire dicendo: " Sei proprio femmina".
Altra cosa è dire " sei femminile".
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la mia domanda però - lo ripeto se forse non sono stato abbastanza chiaro - è sulla cultura poetica italiana
in che senso, scusa?... non ho capito... sulla cultura poetica italiana il rapporto femmina/donna si pone allo stesso piano del discorso in generale... né credo si possa comprendere appieno l'altra se non si chiariscono i termini di questa...
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in che senso, scusa?... non ho capito... sulla cultura poetica italiana il rapporto femmina/donna si pone allo stesso piano del discorso in generale... né credo si possa comprendere appieno l'altra se non si chiariscono i termini di questa...
perchè sulla cultura italiana, per esempio mi ha risposto gabriella caruso indicandomi come si esprimevano i concetti uomo-donna nel suo dialetto. cosa che non c'interessa. per cultura poetica intendo cosa gli scrittori della nostra letteratura (specialmente i poeti) intendevano con il termine "femmina". Io, forte degli insegnamenti della professoressa del liceo (son passati solo 5 anni le cose me le ricordo), dico che in poesia il termine "femmina" non si usa perchè è considerato dai poeti un termine dispregiativo. L'autrice con cui ho avuto la discussione invece dice di non aver mai sentito sta cosa qua... ho fatto la domanda per sapere se solo io e la mia professoressa del liceo la pensassimo così, o anche voi avete mai sentito parlare di questa distinzione netta in poesia fra il termine femmina e quello donna. E' una domanda a cui non tutti possono rispondere, ma solo chi ha una certa cultura. non voglio sapere le vostre opinioni in proposito, ma voglio sapere se effettivamente siete a conoscenza che esiste questa dicotomia nella cultura poetica italiana, oppure la mia professoressa del liceo si è inventata tutto (cosa che, sinceramente, mi sembra abbastanza strana). Chiaro? :)
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perchè sulla cultura italiana, per esempio mi ha risposto gabriella caruso indicandomi come si esprimevano i concetti uomo-donna nel suo dialetto. cosa che non c'interessa. per cultura poetica intendo cosa gli scrittori della nostra letteratura (specialmente i poeti) intendevano con il termine "femmina". Io, forte degli insegnamenti della professoressa del liceo (son passati solo 5 anni le cose me le ricordo), dico che in poesia il termine "femmina" non si usa perchè è considerato dai poeti un termine dispregiativo. L'autrice con cui ho avuto la discussione invece dice di non aver mai sentito sta cosa qua... ho fatto la domanda per sapere se solo io e la mia professoressa del liceo la pensassimo così, o anche voi avete mai sentito parlare di questa distinzione netta in poesia fra il termine femmina e quello donna. E' una domanda a cui non tutti possono rispondere, ma solo chi ha una certa cultura. non voglio sapere le vostre opinioni in proposito, ma voglio sapere se effettivamente siete a conoscenza che esiste questa dicotomia nella cultura poetica italiana, oppure la mia professoressa del liceo si è inventata tutto (cosa che, sinceramente, mi sembra abbastanza strana). Chiaro? :)
nella poetica italiana ci sono invece numerosissimi esempi dell'uso della parola "femmina" e non so dove la tua professoressa tragga questo risultato... la cultura poetica italiana e la cultura italiana non camminano su strade diverse... sennò vorrebbe dire che i poeti vivono sul mondo della luna, avvolti della bambagia di un sogno, cosa che non è... la cultura poetica italiana inoltre non è stato mai uniforme, ma un arcipelago... differenze anche grandi hanno attraversato ...devo lasciare poiché mi è impossibile postare a 'ste condizioni... mi scappa la scrittura ad ogni digitata
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nella poetica italiana ci sono invece numerosissimi esempi dell'uso della parola "femmina" e non so dove la tua professoressa tragga questo risultato... la cultura poetica italiana e la cultura italiana non camminano su strade diverse... sennò vorrebbe dire che i poeti vivono sul mondo della luna, avvolti della bambagia di un sogno, cosa che non è... la cultura poetica italiana inoltre non è stato mai uniforme, ma un arcipelago... differenze anche grandi hanno attraversato ...devo lasciare poiché mi è impossibile postare a 'ste condizioni... mi scappa la scrittura ad ogni digitata
ma se ti scappa, scrivi scrivi.. ne trarremo utilità sicuramente
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dobbiamo solo chiarire se il termine "femmina" la poetica italiana evita di usarlo oppure se lo usa in modo dispregiativo... escludo la prima affermazione poiché i testi letterari nostrani sono infarciti di questo lemma... per quanto riguarda invece l'uso dispregiativo è fatto acclarato... guarda come Dante (cominciamo da Giove) nel Limbo descrive le anime che colà vede "d'infanti, di femmine e di viri"... vedi come FEMMINE è posto tra INFANTI e VIRI, due latinismi, il primo riferentisi ai neonati di famiglie aristocratiche e di re, il secondo ad uomini di certa levatura culturale, morale politica, eccetera... all'altro sesso, seppur viene riconosciuta qualche qualità o carattere eccellente sono guardati ancora sotto il genere... ancora, nel secondo sogno, sulle pendici del Purgatorio, sogna una "femmina balba" che lo vuole traviare ma soccorre prestissimo una "santa donna"... anche qui, è palese e sotto gli occhi di tutti il valore dei due sostantivi... in ultimo (ma ci sono altri riferimenti nel testo) la filippica contro le donne fiorentine fatta dal suo amico Forese Donati "quanto in femmina foco d'amor dura"... e già siamo ai giorni nostri!!... :)
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dobbiamo solo chiarire se il termine "femmina" la poetica italiana evita di usarlo oppure se lo usa in modo dispregiativo... escludo la prima affermazione poiché i testi letterari nostrani sono infarciti di questo lemma... per quanto riguarda invece l'uso dispregiativo è fatto acclarato... guarda come Dante (cominciamo da Giove) nel Limbo descrive le anime che colà vede "d'infanti, di femmine e di viri"... vedi come FEMMINE è posto tra INFANTI e VIRI, due latinismi, il primo riferentisi ai neonati di famiglie aristocratiche e di re, il secondo ad uomini di certa levatura culturale, morale politica, eccetera... all'altro sesso, seppur viene riconosciuta qualche qualità o carattere eccellente sono guardati ancora sotto il genere... ancora, nel secondo sogno, sulle pendici del Purgatorio, sogna una "femmina balba" che lo vuole traviare ma soccorre prestissimo una "santa donna"... anche qui, è palese e sotto gli occhi di tutti il valore dei due sostantivi... in ultimo (ma ci sono altri riferimenti nel testo) la filippica contro le donne fiorentine fatta dal suo amico Forese Donati "quanto in femmina foco d'amor dura"... e già siamo ai giorni nostri!!... :)
si, io intendevo dire che evitasse di usarlo in contesti alti o per donne altolocate! menomale che c'è un altro che la pensa come me... mi sento sollevato, iniziavo a farmi assalire da innumerevoli dubbi. e dici anche che è un fatto acclarato! per inciso, io, in messaggi privati con quest'autrice, proprio dante le ho citato.
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;D Non so, ma io ho sempre avuto l'impressione che anche anticamente il termine "femmina" fosse usato come ai nostri giorni almeno da quando il termine "donna" perse l'accezione di "signora del feudo. Pur tuttavia, non trovo il termine femmina usato in modo dispregiativo e donna positivo (ecco, notare che esiste anche il termine "signora" o "signore" per dire altolocato), almeno non sempre. Soltanto credo che come per maschio o uomo, i termini siano usati rispettivamente in ordine a discorsi di tipo sociale (donna, quindi associato a ruoli svolti) o personale (non solo come riconoscimento dell'iintimo della persona, ma anche a sberleffo degli eventuali vizi e virtù) o per differenziare il genere. Insomma, dire sono femmina, ho le mestruazioni, anziché l'andropausa, o per un neonato, che è maschio o femmina.
Ovvero femmina-maschio essere naturale, contrapposto a donna-uomo, essere sociale.
E non mi pare che in poesia vi possano essere accezioni che non siano quelle del linguaggio corrente, altrimenti dovremmo pensare che la poesia usi un suo vocabolario "tecnico" ?
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E non mi pare che in poesia vi possano essere accezioni che non siano quelle del linguaggio corrente, altrimenti dovremmo pensare che la poesia usi un suo vocabolario "tecnico" ?
mmm... la poesia "alta" sì, usa una sorta di "vocabolario tecnico"! e mi riferisco alla tradizione che ci precede.. non alla poesia odierna!
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Non vorrei sdottorare, ma non è solo nella poesia che esiste la distinzione tra l'essere donna e l'essere femmina. Talvolta entrambe coesistono e bene, poichè sanno essere l'uono e l'altro a seconda delle occasioni. ma questo non m'inorgoglisce poichè oggi esistono sempre più femmine che fanno parlare di sé e non donne ( purtroppo ). Non è riducibile solo ad una questione di moralità ma di eticità. E la poesia non sfugge neppure lei a queste...regole
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mmm... la poesia "alta" sì, usa una sorta di "vocabolario tecnico"! e mi riferisco alla tradizione che ci precede.. non alla poesia odierna!
;D Strano, perché proprio nella poesia odierna, si è persa la possibilità di comunicare ai meno addetti, "fresca rosa aulentissima" ci riusciva benissimo, sì come tutti i poeti studiati in antologia sino anche agli ermetici.
Infatti ora si tende a racchiudere nella "cornice emotiva" un messaggio più chiaro possibile in maniera che arrivi. Diciamo che il solo "lancio di sentimento" non funziona alla comunicazione reale: se piango, ma non spiego perché, le mie lacrime sono come perdute, per gli altri inutili.
Se invece per "tecnico" si intende l'uso creativo di metafore, questo è giusto, ma esse debbono essere comprese, come ad es la sabbia che scorre rappresenta oggi dalla figura tecnica della poesia, un subentro nel linguaggio comune, usufruibile da tutti, come la "rosa" è la nostra innamorata anche giornalmente.