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Laboratorio => Poesie sperimentali => Topic aperto da: caligola - Mercoledì 2 Febbraio 2011, 23:20:41
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Pantano è una forma singolare
di essere, esser-mi
pluralità di esserci nel fango
al grigio al verde al fallo (di calcio e di stinco)
dallo schermo è solo il muoversi
aggrumarsi farsi embolo
mentre la lontananza si fa spari
e disfa fino alla vicinanza all'agguato
questa mela che continua a marcire
e un sottovuoto del petto che la (man)tiene.
E' il tempo
e il risultato ricorda la guerriglia.
Pantano e anonimità
abilità del nascondersi, inghiottirsi e svanire.
Subir
/si
/vi
è la peggiore delle sventure.
Il cemento è qui, è la ricetta della cuoca
dalla cucina sforna forme torte pasticci
e gli alter guardano dal vetro
da una parte esatta del bancone
quella del biglietto del pagante:
al circo contano di tutto
il fatto è che ognuno ha una sua parte
qualcuno è contribuente qualcun'alter è di ruolo
ma il più fortunato è l'impiegato
volontario illuminato
oggi forse soltanto qui è lui tra i lui
il soggetto più felice.
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giro e rigiro gli occhi
uno qui
uno là
uno anche oltre
(non so se il terzo o il primo in un secondo tempo)
eppure il colore è omogeneo
una confusione in rime
una in parentesi
tonde-quadre-graffe
in trattini e barre
e la stessa esatta colla sotto le suole
rimane farsi da sé
con sé
a palpebre socchiuse
(solo la terza aperta)
lasciare il fegato a riposo
e usare gli arti all'arte (concesso il termine)
lontano dagli stinchi
di santo
a rimestare nell'imo
senza altra cura
sai dove trovare ali?
anche usate all'occorrenza...