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Laboratorio => Poesie sperimentali => Topic aperto da: caligola - Sabato 5 Febbraio 2011, 01:48:35
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Era sull'orlo
del precipizio
e per buttarlo dentro la regina
archittettò l'inganno ad personam
in calce avrebbe sottoscritto
con la faccia la rabbia della piazza.
Non una qualunque ma un giardino privato
(i segreti vanno sempre contenuti).
Il modo migliore per simulare lo spazio
è metterlo sotto la campana
la sottana del fuoco che divampa
incenerisce
e infine si consuma
come una replica o una parabola.
Dalla piazza - ritornando
si vedono spioncini di ogni sorta
e ogni porta cela
fa membrana
e il paradosso è palese (o si rende), è dattiloscritto
col rovescio dell'embargo.
A ben vedere non si vede niente.
(una sorta di malattia dello scriba)
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:D Cavolo, mi hai incuriosito!
Se fosse un indovinello, a me viene in mente la petizione che hanno chiesto alle giornaliste di "metterci la faccia", sottoscrivere il loro disappunto sull'uso del corpo delle donne nella pubblicità dei loro giornali (privati).
E naturalmente molto piaciuto comunque (anche non in questa ottica) il rimando alla ipocrisia quando le "porte" sono chiuse.
Carina!
Certo se c'è un nesso di costruzione sperimentale della struttura... uff. : non riesco a trovarlo, snort!
(a parte appunto che sia sperimentale perché indovinello)