Forum degli autori
Discussioni in corso => Discussioni fra autori => Topic aperto da: Michele Tropiano - Domenica 6 Febbraio 2011, 19:31:59
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Noto che la maggior parte degli autori non accetta giudizi e critiche ai propri scritti, dicendo che non si ha nessun diritto di "giudicare" la poesia in questione. Postare una poesia su internet significa anche accettare il giudizio altrui, a patto ovviamente che non sia offensivo. Tra l'altro, una cosa è dare un giudizio ad una poesia, altra cosa è dare un giudizio alla persona (cosa che non dovrebbe essere mai fatta). Allora perchè esiste uno spazio per i commenti? Il commento deve essere una presentazione della poesia per gli altri autori, ma anche uno spazietto per considerazioni diciamo "tecniche"...
Perchè voi scrivete sul sito? Semplicemente perchè vi piace crogiolarvi nel 99xcento dei commenti che dicono "bellissima spendida stupenda" ecc ecc?
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...sorrido....
d'accordissimo.. ma è storia trita e ritrita.....
allo stato delle cose non penso ci sia soluzione....
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...sorrido....
d'accordissimo.. ma è storia trita e ritrita.....
allo stato delle cose non penso ci sia soluzione....
;)
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:) Per quanto mi riguarda scrivo per condividere le mie emozioni con tutti voi. I commenti alle poesie,è ovvio, possono essere sia positivi che negativi ( ne ho avuti anche io) ma credo sia normale. Bisognerebbe accettarli entrambi dal momento in cui si pubblica una poesia.
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Io scrivo per allenamento, per perfezionamento.
Cmq il discosto commenti è molto semplice.
C'è della gente che non accetta i commenti se sono negativi,
in particolare coloro i quali hanno sempre scritto nella stessa maniera, sullo stesso argomento (non c'è bisogno che ti indichi quale sia).
Credo che questi personaggi a forza di commenti che li elogiano (i simili si attraggono) siano convinti di essere diventati bravi e non accettano più che estranei li giudichino. Considerano subito la critica come un insulto alla persona perchè non riescono a scindere lo scritto da se stessi, credono che chi scrive lo faccia soltanto per confidarsi di amori e di sventure (come fanno loro appunto, e di fatti nessuno dei loro amici osa criticarli), ignorando qualsiasi possibile crescita poetica o ricerca dei vari stili. Insomma poesia ridotta a lamento sentimentalistico o questione privata intoccabile.
In altre parole il salotto.
All'inizio questa arroganza mi lasciava basito. Poi ci ho fatto l'abitudine, ad un certo punto li riconosci e li eviti accuratamente. (Anche perchè la discussiopne con questi soggetti non aiuta)
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Io scrivo per allenamento, per perfezionamento.
Considerano subito la critica come un insulto alla persona perchè non riescono a scindere lo scritto da se stessi, credono che chi scrive lo faccia soltanto per confidarsi di amori e di sventure (come fanno loro appunto, e di fatti nessuno dei loro amici osa criticarli), ignorando qualsiasi possibile crescita poetica o ricerca dei vari stili. Insomma poesia ridotta a lamento sentimentalistico o questione privata intoccabile.
In altre parole il salotto.
credo tu abbia ragione.. hai colto nel segno!
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:) Per quanto mi riguarda scrivo per condividere le mie emozioni con tutti voi. I commenti alle poesie,è ovvio, possono essere sia positivi che negativi ( ne ho avuti anche io) ma credo sia normale. Bisognerebbe accettarli entrambi dal momento in cui si pubblica una poesia.
Vorrei farti una domanda: cosa significa per te condividere le emozioni?
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Intervengo sul forum in via del tutto eccezionale, perchè l'argomento mi interessa. Sono perfettamente d'accordo con quanto scrive Troiano all'inzio. Non sono affatto in armonia con la Redazione che permette a taluni poeti (o presunti tali) di cancellare ogni commento che non sia positivo, pur educatamente riportato, e di escludere i non graditi dalla possibilità di commentare, in modo da ricevere dai soliti amici solo commenti scritti col copia ed incolla (almeno in parte), dove si compie strazio di aggettivi e superlativi, i più alti e carezzanti quali si trovano nel vocabolario della lingua italiana.
D'altro canto sono d'accordo anche con Amara, che tocca con il dito la piaga, affermando che la questione è trita e ritrita e che c'è poco da fare (un qualcosa potrebbe fare la redazione non consentendo a troppo presuntuosi partecipanti di ricevere solo gli elogi copia-incolla sempre degli stessi amici).
Però, "tertium datur", ci è data una terza possibilità, e sembrerà strano che io stavolta sia d'accordo con tutti. La possiblità è questa: lasciare che il CLAN continui ad autofinanziare i propri iscritti con venti commenti a poesia, comprese quelle (e ce ne sono tante) che non valgono una cicca, commentare soltanto chi merita e ci è gradito, lasciar bollire nel proprio brodo gli associati nei commenti e pensare a scrivere buone poesie, che contenteranno noi e, forse, qualche altro, che ce le commenterà facendoci piacere davvero. Anche perchè sapremo che quel commento positivo è frutto della sincera convinzione dell'autore che l'ha scritto, e non è sollecitato in un troppo visibile e talvolta insopportabile scambio di favori, che tiene conto di tanti fattori tranne che del reale valore della poesia. Che dovrebbe essere il principale.
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Intervengo sul forum in via del tutto eccezionale, perchè l'argomento mi interessa. Sono perfettamente d'accordo con quanto scrive Troiano all'inzio. Non sono affatto in armonia con la Redazione che permette a taluni poeti (o presunti tali) di cancellare ogni commento che non sia positivo, pur educatamente riportato, e di escludere i non graditi dalla possibilità di commentare, in modo da ricevere dai soliti amici solo commenti scritti col copia ed incolla (almeno in parte), dove si compie strazio di aggettivi e superlativi, i più alti e carezzanti quali si trovano nel vocabolario della lingua italiana.
D'altro canto sono d'accordo anche con Amara, che tocca con il dito la piaga, affermando che la questione è trita e ritrita e che c'è poco da fare (un qualcosa potrebbe fare la redazione non consentendo a troppo presuntuosi partecipanti di ricevere solo gli elogi copia-incolla sempre degli stessi amici).
Però, "tertium datur", ci è data una terza possibilità, e sembrerà strano che io stavolta sia d'accordo con tutti. La possiblità è questa: lasciare che il CLAN continui ad autofinanziare i propri iscritti con venti commenti a poesia, comprese quelle (e ce ne sono tante) che non valgono una cicca, commentare soltanto chi merita e ci è gradito, lasciar bollire nel proprio brodo gli associati nei commenti e pensare a scrivere buone poesie, che contenteranno noi e, forse, qualche altro, che ce le commenterà facendoci piacere davvero. Anche perchè sapremo che quel commento positivo è frutto della sincera convinzione dell'autore che l'ha scritto, e non è sollecitato in un troppo visibile e talvolta insopportabile scambio di favori, che tiene conto di tanti fattori tranne che del reale valore della poesia. Che dovrebbe essere il principale.
quoto tutto tranne il mio cognome.. TROPIANO ;D ;D
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Mi scuso con Tropiano per il lapsus involontario, anche se io, cambiando il suo cognome tralasciando la P , in fondo l'ho fatto partecipe di quella stirpe d'eroi che Omero ha cantato con tanta forza.
Io sto molto attento agli errori di grammatica miei e degli altri, e guarda un po', vado a sbagliare proprio un cognome. Meno male che non ho tralasciato mai la S quando ho scritto ad un amico che porta come cognome Scazzi!
Di nuovo le mie scuse a Tropiano.
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Mi scuso con Tropiano per il lapsus involontario, anche se io, cambiando il suo cognome tralasciando la P , in fondo l'ho fatto partecipe di quella stirpe d'eroi che Omero ha cantato con tanta forza.
hahaha grazie ;D ma non mi ero offeso.. era solo per puntualizzare :)
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Sono d'accordo con caligola, in toto...
Ci sono autori che non vogliono crescere poeticamente per il semplice motivo che non gli interessa...sono così presi da se stessi che non importa pubblicare sempre le stesse cose, gli stessi temi, la stessa banale paginetta di diario...l'importante è ricevere quanti più complimenti possibili, ma dietro c'è un po' di lavoro, bisogna farsi conoscere, commentare quanti più scambisti possibili di modo che poi tutti possano ricambiare il complimento nella bacheca (preferibile, però, un commento), così si arriverà a 20, 30 commenti per ogni "poesia" e si potrà postare il link su facebook con il sottinteso "guardate quanto sono bravo/a, in ogni poesia decine di persone scrivono un elogio a cotanta bellezza!", ma ci fosse una minima analisi in quei commenti, una minima esegesi del testo...no! son tutti pieni di complimenti superlativi quanto ipocriti, manco ci si trovasse di fronte a qualche novello Bukowski o Baudelaire o chissà quale altro grande poeta e in tutto ciò ogni beneficiario della carrellata di commentoni potrà annegare nel proprio auto-compiacimento, incazzandosi però come una iena con chiunque si permetta di infrangere l'idillio magari facendo notare che quel componimento è molto simile alla lista della spesa che mia nonna ogni tanto mi porge quando devo comprare il latte o la pasta...beh...io trovo tutto ciò patetico oltre che ridicolo...
P.s bentornato L.C
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perché sono andato in pensione... :D mi sono detto "ma prima che facevo?"... "scrivevo poesie", mi sono risposto, ed ecco che riscrivo poesie... e non sto scherzando... riguardo al tuo problema dei commenti, come già detto è cosa trita e ritrita... certo, a guardarla bene la cosa l'azione di censurare giudizi negativi nell'arte letteraria è quasi la negazione alla radice del fare artistico stesso la cui maturità vuole la contemplazione (e giudizio) dell'altro... anzi, stento a credere persino che le cose stiano esattamente in questo modo, e che forse vi siano fraintesi... caso contrario assisteremmo ad una identità arte - vita tale da essere incapace di distinguere la persona che scrive dalla cosa scritta, pertanto un giudizio negativo sul loro testo, risulterebbe sgarro da lavare col sangue... ma qui i confini dell'arte si fermano per dare posto a patologie...
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Dopo tutti idiscorsi che sono stati fatti a proposito, mi auguro che la Redazione, con l'autorizzazione dei proprietari del sito, provveda a togliere dal suo regolamento il comma per cui ciascuno può scegliersi a piacimento i suoi commentatori. Se uno non vuole essere commentato si tolga da tutti i commenti, ma non abbia solo la pretesa e il privilegio di ricevere solo commenti esaltativi.
Il fatto è che l'egocentrismo egoistico e bambinesco di taluni considera come assoluta ragione di vita di godere di tanti commenti, scritti (lo si evince dai testi) evidentemente senza neppure avere letto la poesia, e questo è un sito di poesia serio e non una palestra per dire agli altri (e soprattutto a se stessi): "Ma guarda quanto sono bravo, ho trenta commenti e tutti dicono che sono un grande poeta.
E' ora di finirla con queste storie; per la serietà di un sito che lo merita.
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Scusate. Mi sono dimenticato di dire che, con il sistema di obbligare tutti a ricevere commenti di ogni genere, e anche quindi negativi (purchè, è ovvio, condotti sulla base del regolamento del sito e con pieno rispetto della poesia commentata) si aumenterebbe il livello della poesia.
Noto che taluni autori che hanno tolto dai commenti i non graditi, scrivono a volte poesie veramente con i piedi, e se lo possono permettere, perchè sanno che tanto il nutrito gruppo degli amici li contenterà egualmente, in attesa del contraccambio, con epiteti tipo "poesia grandiosa, immensa, poeta unico ed insuperabile, addirittura... omerico (sic! Vera!)", magari senza qualche volta neppuie dare una scorsa rapida alla poesia, tanto certi commenti sanno che vanno sempre bene.
Con il sistema di obbligare tutti quelli che partecipano, o a rinunciare a tutti i commenti e non ad accettare solo gli amici compiacenti, anche questi gettonatissimi poeti si sforzerebbero di scrivere un po' meglio, per paura di essere bacchettati da commenti seri esposti non nella maniera in cui sono abituati ad essere commentati in stato di sicurezza assoluta.
Chi si contenta gode, dice il saggio proverbio. Ma che contentezza morale ed interiore può deriare a certi autori dal vedersi commentare con espressioni che hanno addirittura la parvenza di una presa di giro, tanto sono ridicole?
La Redazione sicuramente ha capito tutto, ed anche io comprendo che noi possiamo dalla parte dei lettori blaterare, ma che il sito ha anche le sue esigenze pubblicitarie e di vita derivante dalla riscossione di... pecunia, necessaria oper la continuazione del portale stesso.
Capisco quindi come certi associati, che non rimarrebbero nel sito se non potessero mantenere la pretesa di ricevere solo commenti esaltativi dalla cerchia degli amici e dei falsi adulatori, costringano i proprietari del sito ad una certa cautela.
Gi associati al clan sono davvero un discreto numero ed hanno una forza (non mi perdo in altre osservazioni validissime, per non andare troppo per le lunghe) della quale i responsabili del sito devono necessariamente tenere conto per i conseguenti motivi di pubblicità ed immagine. Immagine di numero, naturalmente, e non di elevatezza di poesia.
Comprendo che oltre le ragioni del cuore, che vorrebbe vedere un sito impedito in queste manifestazioni non serie e puerili, ci sono anche le questioni editoriali. Non si può servire contemporaneamente a Dio e Mammona. O si si seguirà l'uno o si seguirà l'altro. Il resto è letteratura.
Tutto questo lo dico nell'interesse (almeno sono sincero ed onesto) di un sito che mi è sempre piaciuto e nel quale ho voluto sempre ritornare dopo vicende... di esclusione dovuto alla mia passata ferocia d'interventi.
Ma ora sono diventato molto calmo e quieto...
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Dopo tutti idiscorsi che sono stati fatti a proposito, mi auguro che la Redazione, con l'autorizzazione dei proprietari del sito, provveda a togliere dal suo regolamento il comma per cui ciascuno può scegliersi a piacimento i suoi commentatori. Se uno non vuole essere commentato si tolga da tutti i commenti, ma non abbia solo la pretesa e il privilegio di ricevere solo commenti esaltativi.
Il fatto è che l'egocentrismo egoistico e bambinesco di taluni considera come assoluta ragione di vita di godere di tanti commenti, scritti (lo si evince dai testi) evidentemente senza neppure avere letto la poesia, e questo è un sito di poesia serio e non una palestra per dire agli altri (e soprattutto a se stessi): "Ma guarda quanto sono bravo, ho trenta commenti e tutti dicono che sono un grande poeta.
E' ora di finirla con queste storie; per la serietà di un sito che lo merita.
quoto! E rilancio: ho più volte espresso il concetto che se prima c'era la scritta con la dicitura pressapoco "hai qualcosa di nuovo da aggiungere...", da quanto vi è la letterina settimanale con le poesie con il più alto numero dei commenti ricevuti (e che dovrebbe essere un pregio? E se fossero tutti negativi? Ipotesi ormai remota), si riscrive qualsiasi baggianata pur di elevare il num di commenti dell'amico (ed anche il contatore personale che ci porta nientepopòdimenoche ad essere tra i più attivi, quelli che vengono scelti per finire in prima pagina in non ricordo quale estrazione , settimanale, mensile...?).
Va bhe, passo e chiudo.
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Dopo tutti i discorsi che sono stati fatti a proposito, mi auguro che la Redazione, con l'autorizzazione dei proprietari del sito, provveda a togliere dal suo regolamento il comma per cui ciascuno può scegliersi a piacimento i suoi commentatori.
Dopo tutti i discorsi, ed anche le frottole come questa che nel regolamento ci sia una norma per scegliersi i commentatori, fatti e rifatti e rifatti, scusate ma si ricorda molto il Tafazzi di Gianni Giovanni e Giacomo.
Questa storia dei commenti può avere delle ragioni per nascere, ma il problema è che una volta iniziata c'è chi ci da giù di brutto con parole a vanvera tanto per dare aria alla bocca ed esprimere i suoi malumori.
Come ha detto Amara, è una cosa trita e ritrita. In parte è vera ma c'è moltissima montatura da chi ne fa vittimismo o peggio una ragione di esibirsi come paladino della giustizia. Non a caso i commenti e le polemiche sui commenti e le successive litigate sono state una delle maggiori cause di ban dal forum e dal sito.
Quindi per i nuovi del sito c'è l'invito a fare una ricerca nei vecchi topic e leggersi tutto quello che si è scritto senza ricominciare per l'ennesima volta, e soprattutto senza dare adito ai protagonisti della lamentela di esibirsi un'altra volta.