Forum degli autori
Laboratorio => Aforismi => Topic aperto da: MoonRose - Domenica 8 Maggio 2011, 09:06:55
-
I passi verso la Libertà non sono mai facili. Ma sono gli unici che valga la pena compiere.
-
libertà è scegliere le celle in cui dimorare e scoprire dopo anni di prigionia, dopo averti fatto amico il guardiano, che tu stessa avevi la chiave.
-
Anieliamo alla liberta anche se spesso non sappiamo che farcene. (il pensiero della libertà è più importante della libertà stessa)
se mi sopprimessero la libertà mi sopprimerebbero la vita (esagerata)
la libertà è solo tra le proprie mura domestiche ( pessimistica)
molti uomini lottano per difendere la libertà, ma ne basta uno per massacrarla ( realistica)
Esistono regimi democratici liberi quanto regimi totalitari ( provocatoria)
-
Alla fine sarebbe interessante sapere cosa sia la libertà. Dieci persone darebbero dieci definizioni diverse. ;)
-
Beh, io per esprimere il mio concetto di libertà partirei dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell' uomo.
Libertà d pensiero e di espressione ( che si traduce in diritto di professare la propria religione, di esprimere il proprie idee senza censura alcuna etc)
Libertà di contrarre matrimonio
Libertà di spostamento ( pensate da quanti paesi non si può o non si poteva uscire)
Libertà di raduno o di associarsi ( in una dittatura, il raduno di " scrivere" non si sarebbe mai potuto fare)
libertà di scioperare
libertà di manifestare
etc etc
Ci sembrano talmente ovvie e acquisite queste cose, da non pensare che per ottenerle, ci sono stati miglialia di uomini e donne che sono morti.
-
LA NOSTRA VITA E' UNA MENZOGNA (http://www.youtube.com/watch?v=Y2eNv__QVWA&feature=grec_index#)
Mi pare che questo video , anche se in spagnolo con sottotitoli in italiano, dia una certa identità per nulla banale, alla discussione.
-
Io ho sempre cercato di oppormi a ciò che hanno cercato di insegnarmi. Che la verità non esiste è stata una delle mie prime conquiste da quando ho coscienza.
Ovviamente pago le mie conseguenze di essere sempre controcorrente o contro il pensiero comune, anche sul sito.
Se poi cercare di avere un pensiero libero per alcuni significa essere polemici, beh questa è una di quelle credenze fasulle, come il video appena proposto ci insegna.
Essere polemici? essere virtuosi? secondo chi? secondo quali parametri? quelli che abbiamo costruito noi? no! sarò l'unica a pensarla così, ma sono contenta di pensare con la mia testa e non con una testa collettiva.
La democrazio? la maggioranza? viene tutelata, premiata e incoraggiata l'uniformità.
Grazie per questo tuo video che mi fa sentire sempre più forte a difendere i miei punti di vista, anche se mille persone mi vengono addosso. Queste mille sono mentalmente condizionati ed io no.
Pensa che sul forum nessuno si è mai schierato dalla mia parte . Ciò mi inorgoglisce e mi stimola.
Non vuol dire che sto nel giusto, vuol dire che PENSO
Non esiste risposta su nulla, proprio su nulla. Il concetto di normalità è un concetto assurdo. Normalià rispetto a cosa? a parametri stabiliti dalla cultura? quale cultura? quella araba, africana o americana? o addirittura terrena? pensa come ci vedono ridicoli gli abitanti di altri pianeti, e come possono trovare ridicolo anche Cristo, o Maometto e le divinità induiste. buddiste.
Perchè ci dovrebbe fare schifo una persona che si mette le dita nel naso e non una che piange? perchè le caccole dovrebbero fare più schifo delle lacrime? tutto indotto. la cultura è un'invenzione umana.
beh! libertà è poter dire queste cose senza che nessuno pensi di cancellare l'intervento.
-
Mi pare, Gabriella, che tu ne faccia una questione personale.
Lungi da me, esprimere giudizi, non sono ne giurato ne giudice e quindi mi astengo, e resto, nel mio dire, puramente oggettivo.
A volte, occorre avere coscienza, una coscienza più allagata del semplice quotidiano, che l'identità personale è legata alla struttura in cui siamo inseriti, ovvero vi è un doppio legame che assicura l'equilibrio fra le due entità, una generata dal singolo individuo, e l'altra dalla società, che interagisce attraverso regole scritte e convenzioni sociali. Questo ha sin dalla nascita contribuito a costruire una struttura, in ognuno di noi; e quelli che si dichiarano apertamente liberi, in realtà sono soltanto all'interno di un altra casella di questa immensa piramide.
E non c'è una soluzione definitiva, ma soltanto piccoli passi di consapevolezza, che nella forma più sana, si traducono in una vita a misura di essere umano, con quelle possibilità di crescita, che ci sono dovute . Putroppo, è ovviamente utopistico, perchè sappiamo che vi è una volontà di strumentalizzare le menti ( e non ditemi che questo è delirio da globalizzazione) per evitare che la società sia formata da esseri pensanti,con la capacità di decidere sul bene e sul male, piuttosto che da solitari nuclei, che cercano di destreggiarsi nell'esistenza sopravvivendo.
E quindi libertà non significa nulla, se non è accompagnata da un'altra parola: consapevolezza.
-
Gli Operai (http://www.youtube.com/watch?v=8xEoQQEkXeE#)
Vi lascio questo video di "Dialogo tra un impegnato ed un non so" di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, la parte che interessa maggiormente questa discussione, sta nel finale del video!! :)
-
VIsto che questi condizionamenti sociali ci sono, te ne vieni al concetto di libertà che avevo espresso io riferendomi alla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
Se ho vissuto tutta la vita in un paese cattolico, per i motivi che tu hai esposto, quasi sicuramente sarò cattolico ( non ho avuto la libertà di decidere), e se vado in Iran devo avere la libertà di professare la mia religione cattolica.
Come vedi, il concetto di libertà si riduce notevolmente rispetto a quello più ampio esposto da te e utopico.
Volevo arrivare esattamente a questo.
può darsi che sia atea, nonostante cresciuta in un paese cattolico o può darsi che sia buddista ( oggi di gran moda) e voglio poterlo dire e professare, quindi al di là di quel bel video ( non si è inventato nulla chi l'ha realizzato) riportiamo il concetto di libertà su un piano meno filosofico e più pratico.
-
In tantissime occasioni, nella mia vita, scegliere la Libertà mi ha costretta a pagare un prezzo molto alto. Non tornerei indietro, e se accadesse, rifarei le stesse scelte. Eppure, mi rendo conto che troppe persone, in nome della libertà, feriscono, graffiano, attaccano.
Tutti rivendicano il proprio diritto alla libertà, ma quanti ricordano il detto:
la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri?
Se io ho la libertà di esprimere quello che penso... chi mi ascolta non ha la libertà di decidere se accettare o meno quello che è il mio pensiero?
La libertà assoluta ha la stessa dimensione della verità assoluta. Esistono dove esiste Amore. Altrimenti sono solo chiacchiere.
Scusate... deliri di una domenica pomeriggio, nati da una discussione con i miei bambini...
-
hai ragione MoonRose, molti confondono la libertà con il menefreghismo o la mancanza di rispetto verso gli altri.
Le persone che feriscono graffiano e attaccano non lo fanno in nome della libertà ma della loro mancanza di rispetto e soprattutto accettazione dell'altro.
Naturalmente non si è liberi di offendere, mortificare o togliere la parole agli altri.
Naturalmente la nostra libertà non deve usurpare quella degli altri.
c'è anche un detto che dice: " Vivi e lascia vivere"
Buona serata con i tuoi bambini MoonRose.
-
..quanto è difficile parlare di libertà..
il modo più semplice in cui so farlo.. è questo:
quando non si appartiene all'odio, all'astio, all'arroganza, agli schemi sociali forzati, al denaro, alla diffidenza, alla grevità del vivere .. ci si è già conquistati una bella fetta di libertà....
poi..come dice gianpiero, liberi completamente è difficile esserlo...
ci sono libertà pratiche condizinate da molti fattori...e già quella fetta di cui sopra... mi sembra una bella meta.... :)
-
..quanto è difficile parlare di libertà..
il modo più semplice in cui so farlo.. è questo:
quando non si appartiene all'odio, all'astio, all'arroganza, agli schemi sociali forzati, al denaro, alla diffidenza, alla grevità del vivere .. ci si è già conquistati una bella fetta di libertà....
Non mi sembra affatto poco... ;)
-
Tutti rivendicano il proprio diritto alla libertà, ma quanti ricordano il detto:
la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri?
Credo che il punto sia proprio questo...La libertà in quanto tale (e con questo vorrei dare anche la mia opinione riguardo il primo video postato dal sig. Giampiero) credo possa esistere solo in natura:l'istinto è l'unica regola, quindi l'unico limite, e in quanto tale non deve essere "compreso" dall'essere vivente...E se non è compreso, non è neppure percepito come limite alla libertà.
Noi, però, abbiamo il grande handicap di essere esseri pensanti, che hanno fondato il loro vivere nella società organizzata ma, a differenza di altri esseri, abbiamo cercato di comprendere il senso del nostro stare insieme, cercando di schematizzarlo e "contrattualizzarlo", appunto perché, cercando di comprenderlo ci siamo accorti che tale vivere in comunità comporta limiti alla libertà...E tali limiti non possono essere posti o imposti in modo arbitrario.
Se libertà significa assenza di limiti, allora non è più possibile per noi essere liberi, se non tornando allo stato di natura.
Per me essere liberi significa poter scegliere consapevolmente come limitare l'esercizio dei propri diritti, a favore di un vivere civile in società.
-
Amara io aggiungerei una cosa a quel tuo elenco, cioè si è liberi quando gli altri ti concedono la possibilità di esprimere il tuo pensiero. Questa è una condizione necessaria e imprescindibile perchè si possa parlare di libertà.
Non basta non appartenere all'odio, all'astio etc etc se ti si toglie la possibilità di esprimerti, non credi?
Ovviamente non hai ritenuto importante sottilenare questo aspetto perchè lo dai per scontato, ma non è così.
Un'altra cosa, che forse potrebbe essere un'aforismo sulla libertà: NON VI E' LIBERTA' SE NON VI E' GIUSTIZIA
-
...ma della libertà di espressione personale, non si può abusare, credendosi intoccabili.
la nostra personale libertà non vale meno di quella altrui e quando la autolimitiamo all'interno di un contesto normativo (anche solo di buona educazione e buon senso) -in questo caso Netiquette- per tacito accordo, per scelta sociale eccetera, dobbiamo sottostare alle regole.
e anche alle limitazioni stesse delle nostre personali libertà, anche di espressione.
-
Per Dario
Mi pare si stia facendo un p0' di confusione. Il concetto di libertà va visto nel rapporto Stato cittadino, non nei rapporti privati.
E' ovvio che io non sono libera di ammazzare qualcuno o di prendere a pugni qualcuno o strillare nelle ore notturne quando tutti dormono, o fare la pipì nel salone di una casa dove sono ospite.
E' libero un paese in cui per il controllo delle nascite alle famiglie viene imposto di procreare al massimo un figlio?
E' libero un paese dove non si ha la possibilità di fare una manifestazione per la pace?
Ecco perchè mi riferisco alla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
Il primo articolo così recita: L'uomo nasce libero.
cosa significa? che la libertà è innata nell'individuo, non deve essere concessa dallo Stato.
-
E' ovvio che la libertà di espressione non va confusa con la calunnia o con l'offesa o con l'oltraggio o con la diffamazione.
Non sono libera di dire che Tizio è un maniaco sessuale o un ladro.
Sono libera di dire sono atea etc.
Non mi fate dire banalità.
Qualche anno dentro Amnesty International mi hanno insegnato qualcosa
-
allora le diremo noi le banalità, così te dici solo le genialate! ;D
e poi gabriella, stiamo parlando della libertà, non della TUA libertà
-
...ho dimenticato... quando non si appartiene al bisogno di giudizio e di pettegolezzo..al pregiudizio......
venere... ho contribuito con la mia banalità.. :)
-
ottimo amara.
tocca a me?
la mia libertà non conta di fronte alla tua
-
Il concetto di libertà va visto nel rapporto Stato cittadino, non nei rapporti privati.
Da un insieme di privati nasce lo Stato volto a regolare i loro rapporti in modo diverso e alternativo rispetto alla legge di natura...Non vedo come le due cose possano essere divise...
Infondo se si è liberi, lo si è e basta: non si è liberi nei confronti di qualcosa o qualcuno...(tanto per fare un aforisma)
-
Aumento lo spunto, per dare maggiore ampiezza alla discussione:
La libertà, la vera libertà l'avremo soltanto quando nel nostro mondo saranno debellate la fame, la disperazione, e di conseguenza le guerre e lo sfruttamento. Come è possibile avere la libertà quando milioni di persone non hanno neppure il fabbisogno giornaliero per vivere? Sembra un discorso staccato dal concetto di libertà, ma è assolutamente collegato.Preda della paura di perdere, siamo schiavi delle multinazionali del potere, che sfruttano coloro che sacrificabili ,hanno sotto i loro piedi, le materie prime a cui i vari centri di potere aspirano.
Stiamo godendo di una libertà insanguinata, con innumerevoli vittime per ogni chilometro della preziosa benzina della nostra auto, dello sfruttamento delle azienda ,anche itialiane spostate all'estero, sulla mano d'opera locale, spesso minorenne.
Ecco dunque un nuovo punto di vista,meno teorico,pensando alle nostre iper piene di cibo, i nostri giorni di quotidiana e "libera" tranquillità ...
-
Per Dario
Ma quando si dice che l'America ( ad esempio) è uno stato libero si intende riferirsi al rapporto tra stato e cittadini.
La libertà dipende dall'ordinamento giuridico nel quale si vive, da null'altro.
Un paese nel quale non si può dire di essere cristiani o dove si è obbligati a usare il chador non è un paese libero ( tanto per andare sullo scontato).
Poi che la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri è pacifico.
Se poi vogliamo riferirici ai rapporti di coppia, ad esempio ad un ragazzo che non lascia la sua ragazza uscire con le sue amiche, beh quello è un problema che i due ragazzi devono risolvere tra di loro perchè sono impedimenti formatasi all'interno della coppia e a noi non deve riguardarci.
Per in Venere,
non ho parlato della mia libertà, quando dico " Io non sono libera di dire che Tizio è ladro" intendo dire che " Non si è liberi di dire che Tizio è ladro" oppure " Io sono libera di dire che sono atea" intendevo dire " Si è liberi di dire essere atei", infatti non sono affatto atea.
Ribadisco, forse il mio concetto di libertà ha subito l'influenza di Amnesty International ed è per me, quanto di più sacro e inviolabile esista. Per nessuna ragione al mondo lo stato dovrebbe interferire sulla possibilità di esprimere le idee. Noi purtroppo guardiamo solo quello che esiste in Italia ( come vedi Venere non solo non parlo della mia libertà, ma neanche di quella di noi italiani) senza sapere cosa succede in gran parte del mondo.
Se sapeste in Myanmar quanti studenti si sono trovati a fare 10 anni di duro carcere solo per avere manifestato per la scarcerazione del premio Nobel per la pace Suu Kyi comprendereste ( al di là delle chiacchiere) cosa si intende per libertà
-
condivido pienamente il tuo pensiero Giampiero.
-
Per Amara,
vaglielo a dire a coloro che vivono in paesi non liberi queste tue belle parole, vediamo cosa ti rispondono.
La libertà che tu hai, non dipende dal tuo comportamento, ( non astioso, non pettegolo, senza pregiudizi), ma dal paese in cui vivi.
Peccato che qualcuno qua sul sito, noti solo le mie di frecciatine
-
..caruso.. io rispondo nei post.. non in privato.. perchè qui non si sta trattando nulla di personale...
pertanto quello che hai da dire dillo qui e non in mail...
credo che la scontatezza.. sia proprio nel fatto che dove non c'è libertà.. non si è liberi...
qui si stava disquisendo della personale capacità di vivere liberamente.. in ciò che è nelle nostre possibilità....
e se tu leggi come 'frecciatine' il mio pensiero.. vorrà dire che ritieni io ne abbia motivo...
io parlavo del mio pensiero... non del mio pensiero su di te...
se d'ora in poi evitassi di voler portare sul personale i tuoi interventi.. sarebbe una cosa intelligente...
non mi riuscirai in nessun modo a trascinare in discussioni specifiche....
non sono astiosa... ma ho una buona memoria... almeno per ora...
e..mi spiace per te.. ma ti sto rispondendo col sorriso..
-
Amara veramente Luigi ha sempre sostenuto che non si deve usare il forum per discutere fatti tra autori, solo per questo Amara ho usato il privato, quello che ti ho detto non poteva che essere detto in privato perchè riguardava una cosa nostra.
o in pubblico dobbiamo dirci le cose alle quali non frega niente a nessuno?
Vabbè che a te tutto è concesso, ma io avrei preferito rispettare le regole.
Beh le aggiunte sulle appartenenze non mi pare che dessero adito a una diversa interpretazione, idem la risatine di In Venere Veritas e 'la sua risposta.
Tra i miei tanti difetti non rientra la stupidità, tanto meno il rancore.
Lo so che fai parte degli intoccabili e questo non può che farmi piacere, ma potresti evitare di provocare.
-
..appunto.. non abbiamo nulla di...'nostro'...
-
beh io parlo seriamente del concetto di libertà, che è un concetto delicatissimo per sentire rispondere
da amara
...ho dimenticato... quando non si appartiene al bisogno di giudizio e di pettegolezzo..al pregiudizio......
qua si parla di gente messa a morte e si banalizza coi dispettucci personali oltre che infantili
-
le risatine? devo piangere? ;D :'( ;D :'(
-
No, non devi piangere, ma non devi neanche ridere sulle battute infantili di Amara rivolte a me e metterci il carico da 5 col tuo intervento.
ti sembra un intervento serio? su un discorso così delicato?
te lo riporto
ottimo amara.
tocca a me?
la mia libertà non conta di fronte alla tua
Bene fa il Crocetti a non intervenire più.
Altro che la cordata dei commenti. Non riuscite a sentirvi forti se non vi coalizzate a cordata
-
..ti chiedo con pacatezza di non diventare offensiva... io non lo sono stata....
-
non ti pare che questi battibecchi si dovrebbero fare in privato? e che chi entra nel forum, anche non iscritti al sito non debbamo leggere queste cose?
Aforisma: La mancanza di libertà trova la sua massima espressione nel dare la parola agli stolti e toglierla ai giusti
-
Signore ... signore , vi prego di non degenerare.
Restate sulla discussione, che in ogni caso non penso sia esaurita.
Sarebbe bello se quella fragilità e vulnerabilità d'animo, di cui si discuteva in un topic qui accanto... fosse magicamente portata in questo contesto,onde essere aperti alla diversa visione della realtà di altre persone.Se non siamo noi, che scriviamo ad essere non dico accondiscendenti, ma almeno un poco tolleranti, magari filtrando quello che è personale, onde evitare colorito scambio di vedute, chi mai potrebbe esserlo?
Ogni discussione è possibilità di esprimere il proprio parere, senza preconcetti antichi e repressi. Questo è l'atteggiamento di saggia consapevolezza che ci si aspetterebbe in un forum come il nostro.
-
ottimo intervento Giampiero
-
Io cerco di portare del mio, le mie esperienze, che non sono poche, data l'età, data gli ambienti diversi in cui ho vissuto, data la gente con cui ogni giorno mi devo confrontare, e io stessa cerco di ricevere dagli altri ai fini di uno scambio proficuo che arricchisca tutti, invece questo non è possibile.
Me ne duole.
-
Poiché la discussione è scaturita involontariamente da un mio spunto, mi sento di doverla riportare in campo neutro.
Libertà è una parola così semplice... eppure così complessa che si potrebbero trovare mille sfaccettature... Nascono tante domande....
che cosa stabilisce se sono una persona libera o meno?
Non credo, sinceramente, che rispettare regole come la Netiquette menzionata prima, mi renda una persona meno libera, o che il fatto di trasgredirle dimostri che lo sono.
Mi autodefinisco "spirito libero"... ma non ho mai avuto nessun problema a rispettare limiti, se posti a garanzia della libertà altrui.
E anche qui si aprono mille parentesi. Cosa dimostra che mi interessa la libertà altrui? Se ne parlo? Se faccio qualcosa per tutelarla? Se lo faccio e non lo sa nessuno, sono come l'albero che cade senza fare rumore? Non credo... la vera libertà è anche non avere bisogno del plauso altrui.
Ma senza andare troppo lontano... è ovvio che parlare di libertà quotidiana di fronte alla libertà universale sembra riduttivo... ma da dove nasce la libertà di cui godiamo ogni giorno?
E la libertà sbandierata non è sempre uguale a quella effettiva.
Se parlo in una mia poesia (esempio banale, visto che siamo un gruppo di poeti) di violenza domestica... nessuno oserà dire che è un argomento di cui non si deve parlare. Ma se parlo con la vicina di un'amica comune maltrattata per cercare di aiutarla, molto spesso (troppo) avrò come reazione un silenzioso imbarazzo... e allora prima di preoccuparmi del lontano Myanmar (con tutto il rispetto) non sarebbe meglio che mi preoccuparsi di proteggere e tutelare le persone che mi stanno intorno?
Come posso cambiare il mondo se prima non cambio il mio, di mondo?
E ancora...la mia libertà di dire ciò che penso (ad esempio) può essere più grande del diritto al rispetto che tutti abbiamo? Continuerei a difendere la libertà d'espressione se venisse usata per attaccarmi?
Qualsiasi libertà di cui si abusa diventa una prigione soffocante...
-
MoonRose, anche se ormai hai fatto un'analisi definitiva di quello che hai raccolto e tratto le tue conclusioni, volevo aggiungereun'altra cosa. Si tratta dalla libertà psicologica.
Credo che vi è assoluta mancanza di libertà in chi ha dipendenze di qualsiasi tipo, soprattutto alcool, droghe, gioco, e internet.
Ovviamente sono libertà che l'individuo, per i motivi più svariati, si è precluso, ma che incidono fortemente sulle capacità decisionali e su molto altro.
La forma più aberrante di castrazione della propria libertà, ( un vivere veramente con l'anima in trappola) sono gli attacchi di panico. Chi ne è vittima, nelle forme più gravi non è libero di andare al cinema, al teatro, ad un concerto, non è libero di prendere un treno, un aereo o di guidare l'auto.
Credo che non esista forma più grave per punire se stessi.
Essere liberi insomma è anche una condizione dell'anima.
-
Se il concetto di libertà è quanto esposto negli ultimi due post, dal momento che non mi trovo d'accordo con essi, propongo anche le mie riflessioni, sperando che vengano colte con lo spirito più su indicato dalla signora Caruso, nel senso di fornire spunti di riflessione diversi da quelli abituali.
Comincio con la teoria di Hobbes, uno dei precursori dello giusnaturalismo giuridico: egli sosteneva che gli uomini allo stato di natura sono soggetti alla legge del più forte; si tratta di una realtà in cui vige la violenza ed il più debole soccombe ( homo homini lupus).
Così l'uomo decide di aggregarsi in un gruppo organizzato e stipula quello che viene definito un "contratto sociale" , ossia un accordo col quale rinuncia ad alcune posizioni di libertà (alcuni poteri), sul presupposto che qualunque altro consociato faccia lo stesso, in favore di un sovrano che garantisca, mediante l'utilizzo di tali poteri, una convivenza pacifica.Su tale teoria ha preso le mosse l'elaborazione dei cosiddetti diritti fondamentali dell'uomo, intesi come diritti irrinunciabili e insopprimibili (elaborazione sfociata nella dichiarazione fondamentale dei diritti dell'uomo).
Ecco, in tale prospettiva la libertà è solo quella dello stato di natura: mors tua vita mea. Non esistono limiti né regole.
Il concetto di libertà non deve invece essere confuso col concetto di "diritti", che in un certo senso negano la libertà.
-
Infatti, quando si parla di diritti non si puo' non parlare di doveri, che del diritto costituiscono un bilanciamento, quindi un limite: ma se c'è un limite, non c'è libertà in senso stretto.
Posto che i diritti sono "invenzioni" dell'uomo, in quanto estranee allo stato di natura, è ovvio che anche i limiti di tali diritti (o meglio il loro contenuto) sono individuati dall'uomo stesso secondo svariati criteri: unanima volontà dei consociati, volontà della maggioranza, volontà di una minoranza qualificata, volontà del singolo...
A questo punto si puo' dire che uno Stato "tende ad essere libero" quanti meno vincoli impone ai consociati in nome di una convivenza reciproca.
Si puo' anche dire che il contenuto dei diritti, e corrispondentemente dei doveri, non è altro che il frutto delle conoscenze, delle esperienze, del sentire sociale e quindi della CULTURA (o bolla, per tornare al video proposto inizialmente dal sig. Giampiero) di una determinata compagine sociale.
Uno stato "tenderà ad essere libero" quanto più la determinazione di diritti e doveri corrisponderà al sentire comune, per cui gli stessi doveri, che sono pur sempre limiti alla libertà, saranno comunque accettati come giusti, quindi condivisi, quindi frutto di scelta (sia pur indirettamente), e in definitiva non percepiti come limiti.
Ma a questo punto ci puo' chiedere quanto un diritto possa essere esteso (ed il corrispondente dovere ridotto) senza rischi per una convivenza pacifica.
-
Se invece ci riferiamo alla dichiarazione dei diritti dell' uomo, quando si dice che ogni uomo nasce libero non si vuole dire altro se non che nessun uomo nasce schiavo o servo di un altro.In tal caso il concetto di libertà è molto più specifico e ridotto, ed in ogni caso non si riferisce ad uno stato, ma al singolo nei rapporti con gli altri.
-
Dario mi trovi d'accordo su tutto quello che hai postato. Giuste osservazioni e spunti di riflessione degni di nota.
Il concetto di libertà è così esteso che non si finirebbe mai di parlarne e ciascuno ne vede un'angolatura e da più importanza ad un aspetto piuttosto che a un altro.
L'unica cosa che mi stupisce è che tu non condivida il mio ultimo post sulle libertà psicologiche ( per carità libero di non condividere), forse non sono riuscita a spiegarmi.
Purtroppo ho sperimentato sulla mia pelle gli attacchi di panico con claustrofobia e agorafobia e ti assicuro che non esiste persona meno libera. ( per fare una battuta, provare per credere). Diciamo che bene o male se ne può uscire, ma non sempre.
Ho frequentato per un periodo la lega italiana dsturbo attacchi di panico e c'era un individuo che non usciva da casa da ben 11 anni, bastava che aprisse la porta di casa e già gli partiva un attacco di panico. In seguito a questo gravissimo handicap ( peggio che ssere ciechi) aveva perso il lavoro, la moglie l'aveva lasciato e i figli abbandonato. Come si può definire libera una persona così? anche i detenuti godono di permessi premio ed escono molto prima di avere scontato 11 anni di carcere.
Molti depressi gravi ugualmente si barricano in casa per mesi, a volte per anni.
Ti sembra libera una persona che non va al funerale della madre perchè deve procurarsi la sua dose di eroina? Io l'ho visto fare. Insisto, in galera per il funerale di tua madre è probabile che, anche se con le manette, ti diano il permesso di assistere.
Sono entrata nel personale perchè l'esperienza e la vita a volte ci insegnano più della lettura di tomi polverosi, di trattati e di disquisizioni filosofiche
Noi siamo il frutto delle nostre esperienze o no?
Mi mette in imbarazzo che tu mi dia del " Lei" Normalmente sul forum ci si da del " tu". Un volere prendere le distanze? Ovviamente libero di farlo. La mia sensibilità mi impedisce di mettere a disagio le persone preferisco dare del " tu" a tutti.
-
Dare del "lei" per me è solo una questione di educazione, niente di più, ma se crea disagio, ti darò del "tu" ben volentieri. :D
Riguardo alla libertà psicologica il mio disaccordo deriva solamente dal tentativo di costruire un discorso "logico" nel senso stretto del termine.
Per essere più preciso credo si debbano fare dei distinguo:
-se per libertà si intende lo stato di natura, chi soffre di "problemi psicologici" come quelli da te esemplificati non si può dire che non sia libero: infatti in ogni momento può reagire alla propria sudditanza con qualsiasi altro comportamento immaginabile.Se ciò è vero per la sudditanza a qualcuno, tanto più lo è se la sudditanza è "autoimposta":il soggeto si prefigura un limite, un ostacolo alla propria libertà, che in realtà non esiste;ma se un limite non esiste, allora vuol dire che è libero.
-se diversamente ci si riferisce allo stato di diritto, e quindi alla libertà come "non schiavitù", si può parlare di privazione della libertà solo se essa deriva da un atto di soggezione fisico e/o psicologico imposto da parte di un'altra persona (il reato di stalking, per fare un esempio, ingenera nella vittima una situazione di soggezione che la priva della libertà).Non altrettanto si può dire, a mio avviso, se la soggezione deriva da una malattia, poiché anche in tale contesto la soggezione è una mera percezione dell'individuo.
-se, infine, si è in uno stato di natura, l'assoluta libertà di ogni altro soggetto fa sì che non vi sia neppure la necessità di preoccuparsi del soggetto condizionato dalla malattia;in uno stato di diritto, invece, in cui diritti e doveri convivono per tendere ad una convivenza pacifica, si pone l'ulteriore elemento del giudizio etico delle azioni, per cui appare senza dubbio un dovere (e quindi una limitazione alla libertà) l'intervenire per aiutare il malato.E tanto più è forte il senso di solidarietà, tanto meno tale dovere è concepito come tale, quindi come limite alla libertà.
Finisco dicendo che ho usato il termine "malato" solo per questioni di brevità, e mi scuso se possa risultare a qualcuno offensivo.
-
Spero di non essere troppo noioso, ma queste disquisizioni mi appassionano.
Mi scuso anche con MoonRose se ho divagato troppo dal suo topic iniziale, quindi rimedio proponendo questo aforisma riassuntivo:
Che la libertà sia un concetto positivo non è altro che un pregiudizio, poiché la libertà viene prima di ogni giudizio.La libertà esprime solo l'assenza di limitazioni, quindi di doveri.La libertà cioè è assenza di diritti.
-
Io mi definisco anarchico individualista... non so quanti di voi conoscono un po' il pensiero anarchico comunque prima di entrare nel discorso con mie argomentazioni vi voglio riportare alcune frasi che magari possono aiutarvi a capire meglio il pensiero anarchico spesso e volentieri frainteso:
"Io non sono veramente libero che quando tutti gli esseri viventi che mi circondano, uomini e donne, sono ugualmente liberi. La libertà, lungi dall’essere un limite o la negazione della mia libertà, ne è al contrario la condizione necessaria e la conferma. " (Bakunin)
http://ita.anarchopedia.org/La_libert%C3%A0_per_gli_anarchici (http://ita.anarchopedia.org/La_libert%C3%A0_per_gli_anarchici)
-
Io mi definisco anarchico individualista... non so quanti di voi conoscono un po' il pensiero anarchico comunque prima di entrare nel discorso con mie argomentazioni vi voglio riportare alcune frasi che magari possono aiutarvi a capire meglio il pensiero anarchico spesso e volentieri frainteso:
"Io non sono veramente libero che quando tutti gli esseri viventi che mi circondano, uomini e donne, sono ugualmente liberi. La libertà, lungi dall’essere un limite o la negazione della mia libertà, ne è al contrario la condizione necessaria e la conferma. " (Bakunin)
http://ita.anarchopedia.org/La_libert%C3%A0_per_gli_anarchici (http://ita.anarchopedia.org/La_libert%C3%A0_per_gli_anarchici)
Molto interessante...
Tuttavia, per quello che è il mio pensiero, pur definendo la libertà come assenza di limiti, trovo che applicare tale modello alla vita reale rischi di essere una utopia da pagare a caro prezzo:purtroppo essere liberi e pretendere il rispetto altrui non sono due cose che possono andare d'accordo...
Quando Bakunin afferma che "Al contrario è la schiavitù degli uomini che pone una barriera alla mia libertà, o ciò che è lo stesso, è la loro bestialità che è una negazione della mia umanità; perché, ripeto, non posso dirmi libero veramente che quando la mia libertà, o ciò che significa la stessa cosa, quando la mia dignità d’uomo, il mio diritto umano(che consiste nel non obbedire a nessun altro uomo e nel non determinare i miei atti se non conformemente alle mie proprie convinzioni), riflessi dalla mia coscienza egualmente libera di tutti, mi ritornano confermati dall’assenso di tutti. La mia libertà personale così confermata dalla libertà di tutti si estende all’infinito." cade in evidente contraddizione:come si può pretendere che la propria libertà sia manifestata allo stesso modo dagli altri?A mio avviso questa affermazione va contro il concetto di libertà, perché vorrebbe inquadrarlo in uno schema di giusto-sbagliato che a mio avviso non può entrare in gioco.
Ogni giudizio di tipo morale ha senso solo se ciò che appare sbagliato viene vietato (da norme morali o giuridiche), limitando così la libertà.
In altre parole, affermare che tutti devono essere liberi, sul presupposto assiomatico che agiranno tutti secondo il "bene" o il "giusto" (quindi autolimitando la propria libertà nel senso di non compiere ciò che appare "sbagliato"), mi sembra una impostazione che logicamente non sta molto in piedi...
-
Molto interessante...
Tuttavia, per quello che è il mio pensiero, pur definendo la libertà come assenza di limiti, trovo che applicare tale modello alla vita reale rischi di essere una utopia da pagare a caro prezzo:purtroppo essere liberi e pretendere il rispetto altrui non sono due cose che possono andare d'accordo...
...
Ogni giudizio di tipo morale ha senso solo se ciò che appare sbagliato viene vietato (da norme morali o giuridiche), limitando così la libertà.
In altre parole, affermare che tutti devono essere liberi, sul presupposto assiomatico che agiranno tutti secondo il "bene" o il "giusto" (quindi autolimitando la propria libertà nel senso di non compiere ciò che appare "sbagliato"), mi sembra una impostazione che logicamente non sta molto in piedi...
http://www.federazioneanarchica.org/archivio/programma.html (http://www.federazioneanarchica.org/archivio/programma.html)
qui c'è la visione anarchica classica... per cui il male dipende dalla società...
io la penso diversamente mi rifaccio al pensiero di stirner sade nietzsche novatore... per cui più della libertà di tutti , m'interessa la MIA libertà...
-
libertà è scegliere le celle in cui dimorare e scoprire dopo anni di prigionia, dopo averti fatto amico il guardiano, che tu stessa avevi la chiave.
;D ahahhaha, a me questa sembra definizione di cretineria o sufficenza!
-
Io mi definisco anarchico individualista... non so quanti di voi conoscono un po' il pensiero anarchico comunque prima di entrare nel discorso con mie argomentazioni vi voglio riportare alcune frasi che magari possono aiutarvi a capire meglio il pensiero anarchico spesso e volentieri frainteso:
"Io non sono veramente libero che quando tutti gli esseri viventi che mi circondano, uomini e donne, sono ugualmente liberi. La libertà, lungi dall’essere un limite o la negazione della mia libertà, ne è al contrario la condizione necessaria e la conferma. " (Bakunin)
http://ita.anarchopedia.org/La_libert%C3%A0_per_gli_anarchici (http://ita.anarchopedia.org/La_libert%C3%A0_per_gli_anarchici)
Non conoscevo questa frase di Bakunin, ma scrissi "se potranno i tuoi occhi venire, sarò libera di vedere l'oceano".
-
;D ahahhaha, a me questa sembra definizione di cretineria o sufficenza!
mi ricorda l'uomo di fronte alla porta della giustizia di cui scrive kafka ... credo che quest aforisma si ispiri a quel bellissimo racconto inserito se non erro nel Processo... comunque nel film di orson wells c'è
-
Libertà è essere messo in condizione di crescere e realizzarsi come uomo al proprio massimo (mi ricorda un pochino la religione indiana, ma la condivido) o meglio:
Libertà è non avere nessun vincolo nell'autodeterminazione come individuo.
Libertà è essere certi di non pestere i piedi a qualcun'altro, qualsiasi passo si voglia fare. (se voglio usare la macchina mi sentirei libera se non sapessi quanta gente muore ad es in Niger affinché l'Eni mi dia la benzina).
-
c'è un blog (da qualche parte) che si rappresenta nel titolo "La verità vi farà liberi"... ho spedito colà un post dove capovolgo l'asserzione con questa: "La libertà è la condizione di qualsivoglia verità"... ne è nata una discussione e svariati interventi... insomma, la questione é: viene prima (nel gran mar dell'essere) la verità e poi la libertà o viceversa?... ah, forse quel blog avrà cambiato titolo... :D