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Discussioni in corso => Discussioni fra autori => Topic aperto da: Michele Tropiano - Venerdì 20 Maggio 2011, 19:36:48
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Domanda secca, giusto per vedere come la pensate in proposito... La risposta non è così semplice, credo.
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La licenza poetica "standard" è un'illusione pretenziosa...
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Scrivo ciò che desidero come voglio.
Ecco cos'è per me la licenza poetica.
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La licenza poetica "standard" è un'illusione pretenziosa...
cosa intendi per "standard"?
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Scrivo ciò che desidero come voglio.
proprio la risposta che mi aspettavo ;D ;D
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la licenza poetica...
è tutto ciò che mi "prendo" quando scrivo ;D ;D ;D
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cosa intendi per "standard"?
Qualsiasi cosa che non abbia senso spacciata per licenza poetica...
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Bene. Non credo occorra inventarsi nulla: Wikipedia docet
Col termine licenza poetica si intende un errore voluto da parte del poeta, funzionale a rendere il suo componimento più incisivo. L'errore può essere fattuale, grammaticale oppure metrico.
Usata in senso traslato, la locuzione "licenza poetica" viene usata quando una persona compie un'azione formalmente non corretta, ma accettabile date le circostanze.
Licenza poetica fattuale
Un esempio noto per il primo tipo di licenza poetica è quello di Giosuè Carducci, il quale, nella sua Canzone di Legnano, termina così il componimento:
« Il sol ridea calando dietro il Resegone »
L'immagine serve a conferire solennità alla chiusa del componimento: la licenza sta nel fatto che, dal punto dove lo si descrive, il monte Resegone è situato verso Nord, di fianco alle Grigne. Rispetto a Milano il sole tramonta dietro al Monte Rosa.
Licenza poetica grammaticale
Un esempio di licenza poetica grammaticale si può trovare ne Il sabato del villaggio di Giacomo Leopardi:
« e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore »
In italiano, infatti, si dice "lo zappatore", che però non avrebbe più reso il verso un settenario; ecco dunque la scelta della licenza poetica.
-questa era una nota di un altro autore, ho lasciato il tutto per correttezza -
Al tempo di Leopardi era diffusa la doppia possibilità per la scelta dell'articolo davanti alla /z/. Infatti in fiorentino, già allora considerato italiano standard, si diceva 'il zappatore'. Leopardi sceglie questa opzione per rendere il verso settenario, ma non è affatto licenza poetica. Perché un autore non può dire che fa errori voluti. Al massimo può ricorrere a figure retoriche, come fa Manzoni quando usa l'anacoluto, scrivendo: "Quelli che muoiono bisogna pregare Iddio per loro". Ma anche questa non è licenza poetica. Anzi la licenza poetica atta a sgrammaticare non esiste affatto.
Licenza poetica metrica
Un tipo di licenza metrica speciale possono essere considerate le rime culturali (cioè versi che non sono propriamente in rima, ma che lo sarebbero nel sistema vocalico di un'altra lingua): la rima siciliana, la rima francese, la rima aretina (o guittoniana) e la rima bolognese. Questo tipo di rime era molto comune nella poesia italiana delle origini.
Si veda questo esempio di rima siciliana:
« Di sùbito drizzato gridò: «Come?
dicesti "elli ebbe"? non viv' elli ancora?
non fiere li occhi suoi lo dolce lume?» »
(Dante Alighieri, Inferno, canto X, vv. 67-69)
In questo caso abbiamo una rima di "o" chiusa con "u", tipica della poesia siciliana: la lingua siciliana non dispone infatti della "o" chiusa e tende a usare sempre la "u", derivata dall'articolo determinativo "lu".
In questo caso (unico nella Divina Commedia) di rima guittoniana notiamo una sorta di ibridazione della rima toscana (il dialetto toscano ammette la rima di "e" aperta ed "e" chiusa oppure "o" aperta con "o" chiusa) con quella siciliana:
« Se voi venite dal giacer sicuri,
e volete trovar la via più tosto,
le vostre destre sien sempre di fori »
(Dante Alighieri, Purgatorio, canto XIX, vv. 79-81)
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è un'impostura... ;D
è la tesi di chi odia la poesia che la poesia è risibile... >:(
è come dire: " Certe scempiaggini possono essere espresse solo dai poeti"
ma la vera licenza poetica è dire dell'origine...
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Bene. Non credo occorra inventarsi nulla: Wikipedia docet
Col termine licenza poetica si intende un errore voluto da parte del poeta, funzionale a rendere il suo componimento più incisivo. L'errore può essere fattuale, grammaticale oppure metrico.
Usata in senso traslato, la locuzione "licenza poetica" viene usata quando una persona compie un'azione formalmente non corretta, ma accettabile date le circostanze.
Licenza poetica fattuale
Un esempio noto per il primo tipo di licenza poetica è quello di Giosuè Carducci, il quale, nella sua Canzone di Legnano, termina così il componimento:
« Il sol ridea calando dietro il Resegone »
L'immagine serve a conferire solennità alla chiusa del componimento: la licenza sta nel fatto che, dal punto dove lo si descrive, il monte Resegone è situato verso Nord, di fianco alle Grigne. Rispetto a Milano il sole tramonta dietro al Monte Rosa.
Licenza poetica grammaticale
Un esempio di licenza poetica grammaticale si può trovare ne Il sabato del villaggio di Giacomo Leopardi:
« e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore »
In italiano, infatti, si dice "lo zappatore", che però non avrebbe più reso il verso un settenario; ecco dunque la scelta della licenza poetica.
-questa era una nota di un altro autore, ho lasciato il tutto per correttezza -
Al tempo di Leopardi era diffusa la doppia possibilità per la scelta dell'articolo davanti alla /z/. Infatti in fiorentino, già allora considerato italiano standard, si diceva 'il zappatore'. Leopardi sceglie questa opzione per rendere il verso settenario, ma non è affatto licenza poetica. Perché un autore non può dire che fa errori voluti. Al massimo può ricorrere a figure retoriche, come fa Manzoni quando usa l'anacoluto, scrivendo: "Quelli che muoiono bisogna pregare Iddio per loro". Ma anche questa non è licenza poetica. Anzi la licenza poetica atta a sgrammaticare non esiste affatto.
Licenza poetica metrica
Un tipo di licenza metrica speciale possono essere considerate le rime culturali (cioè versi che non sono propriamente in rima, ma che lo sarebbero nel sistema vocalico di un'altra lingua): la rima siciliana, la rima francese, la rima aretina (o guittoniana) e la rima bolognese. Questo tipo di rime era molto comune nella poesia italiana delle origini.
Si veda questo esempio di rima siciliana:
« Di sùbito drizzato gridò: «Come?
dicesti "elli ebbe"? non viv' elli ancora?
non fiere li occhi suoi lo dolce lume?» »
(Dante Alighieri, Inferno, canto X, vv. 67-69)
In questo caso abbiamo una rima di "o" chiusa con "u", tipica della poesia siciliana: la lingua siciliana non dispone infatti della "o" chiusa e tende a usare sempre la "u", derivata dall'articolo determinativo "lu".
In questo caso (unico nella Divina Commedia) di rima guittoniana notiamo una sorta di ibridazione della rima toscana (il dialetto toscano ammette la rima di "e" aperta ed "e" chiusa oppure "o" aperta con "o" chiusa) con quella siciliana:
« Se voi venite dal giacer sicuri,
e volete trovar la via più tosto,
le vostre destre sien sempre di fori »
(Dante Alighieri, Purgatorio, canto XIX, vv. 79-81)
mi sembra una risposta molto stupida la tua, incollare wikipedia: se avessi voluto sapere cosa dice un'enciclopedia, una ricerca la so fare anch'io. tra l'altro, so bene cos'è la rima siciliana, le licenze metriche ecc ecc. se ho postato la domanda qui è perchè volevo sapere secondo voi cos'è la licenza poetica, non secondo wikipedia...
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per farti felice:
la licenza poetica esiste per chi crede che ci siano schemi rigidi. costituzionalmente le regole le scrivo io e si modellano abbastanza facilmente, soprattutto se si tratta di scrivere, che a mio avviso, dovrebbe essere un'attività in primis giocosa, per quanto seria.
un amico m'ha detto: non c'è nulla di più serio del gioco. e ci credo moltissimo.
perciò, posso dirti che per me il concetto di licenza poetica, proprio non esiste.
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:D è uscire dalle leggi, scardinare le regole fatte da altri, se mi sono più consone ed uniche utili. Sono le eccezioni che confermano le regole, ma appunto soltanto se sono "uniche possibili" ad ottenere un risultato. Se preferite malgrado filosoficamente non lo sono per nulla, in questo caso sono d'accordo col Macchiavelli: sono il fine che giustifica il mezzo. Attenzione però, che davvero il fine deve essere utile allo scopo ed il mezzo unico possibile, no?
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Mi sembra che In Venere Veritas si contraddica. Se è vero, come è vero, che non c'è nulla di più serio del gioco, e che scrivere è un gioco, ebbene ogni gioco che sia davvero tale si basa su regole rigidissime, fatte da chi l'ha inventato, e non certo dai giocatori stessi!
Sono invece d'accordo con Marina Como sull'infrazione eccezionale delle regole, quando il fine giustifica i mezzi, come, per ritornare al gioco, la rete segnata con la "mano de Dios" da Maradona in una partita giocata dall'Argentina nei Mondiali di una ventina di anni fa...
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Mi sembra che In Venere Veritas si contraddica. Se è vero, come è vero, che non c'è nulla di più serio del gioco, e che scrivere è un gioco, ebbene ogni gioco che sia davvero tale si basa su regole rigidissime, fatte da chi l'ha inventato, e non certo dai giocatori stessi!
Sono invece d'accordo con Marina Como sull'infrazione eccezionale delle regole, quando il fine giustifica i mezzi, come, per ritornare al gioco, la rete segnata con la "mano de Dios" da Maradona in una partita giocata dall'Argentina nei Mondiali di una ventina di anni fa...
:D Mi sono sempre divertita tantissimo a giocare poiché sin da bambina, avevamo il vizio di rivedere le regole e farne di nostre, naturalmente se anche gli altri giocatori le volevano. Il bello del gioco è che non esiste chi lo inventa, e le sue regole fisse, esse sono malleabili come qualsiasi altra legge, infatti ogni buon stato giuridico prevede il loro cambiamento. Non esisterebbero tanti altri giochi se non derivanti magari da uno originalmente concepito, forse non esite il Gioco, forse esiste solo perché c'è chi lo gioca. Non esiste nessun gioco, esistono i giocatori ed il loro essere concordi nella volontà di giocare e nel come.
Pensa ad es alle regole delle Paraolimpiadi e di come esse sono malleabili anche negli sport.
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appunto. le regole le fanno i giocatori, gli arbitri sono per gli sport, i giochi sono dei giocatori.
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La licenza poetica si ottiene a seguito di un esame teorico e pratico che verte sulla conoscenza della fauna selvatica, sulle leggi metriche e di punteggiatura, sull'uso delle armi poetiche e su temi astrofisicii. Per richiedere l'accesso all'esame occorre presentare domanda allegata di alcuni documenti:
Prima concessione
Certificato di Stato di Famiglia in carta semplice;
Due fotografie (di altre persone) formato tessera di cui una autenticata;
Certificato di residenza (richiesta da effettuare all'Ufficio della Polizia Poetica)
Due marche da bollo da EURO 333,33;
Fotocopia del dcongedo militare o certificato di abilitazione al tiro di cazzate in in carta legale, rilasciato dal Tiro a SegnoPoetciccco;
Certificato dello psichiatra di famiglia;
Certificato psichiatrico rilasciato dalla A.S.L. in bollo;
Versamenti:
Al completamento della documentazione di cui sopra il tutto va consegnato stazione dei dottor Spockia competente per territorioarcadico.
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La licenza poetica si ottiene a seguito di un esame teorico e pratico che verte sulla conoscenza della fauna selvatica, sulle leggi metriche e di punteggiatura, sull'uso delle armi poetiche e su temi astrofisicii. Per richiedere l'accesso all'esame occorre presentare domanda allegata di alcuni documenti:
Prima concessione
Certificato di Stato di Famiglia in carta semplice;
Due fotografie (di altre persone) formato tessera di cui una autenticata;
Certificato di residenza (richiesta da effettuare all'Ufficio della Polizia Poetica)
Due marche da bollo da EURO 333,33;
Fotocopia del dcongedo militare o certificato di abilitazione al tiro di cazzate in in carta legale, rilasciato dal Tiro a SegnoPoetciccco;
Certificato dello psichiatra di famiglia;
Certificato psichiatrico rilasciato dalla A.S.L. in bollo;
Versamenti:
Al completamento della documentazione di cui sopra il tutto va consegnato stazione dei dottor Spockia competente per territorioarcadico.
:D Mi trovo un pochino in difficoltà con lo stato di famiglia, sarò la carta, che semplice è difficile trovarla? Vedo solo carta A4, ruvida, semiruvida, liscia, a grammatura sottile, lucida, stupida... fose ques'ultima?
Ma per la famiglia... credo non ho speranza: ripudiata! AAAArgh! aiutatemi, voglio essere licenziata! (Cacchio, pure senza lavoro debbo rimanere?)
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Michele,
non ha senso chiedere cos'è la licenza poetica per voi...
La licenza poetica è quello che è, chi ne ha in mente un altra, non ha in mente cos'è la licenza poetica.
E' come se io ti dicessi che un albero serve per leggere e si porta davanti alla faccia.
Mi prenderesti per pazzo.
Mi sembra invece che la risposta di gianpiero faccia luce su una cosa che probabilmente, viste le risposte, nessuno ha ben chiaro.
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:D Scusami Caligola, ma credo sia riduttivo interpretare il "cosa è per voi" come "cosa è". Penso la domanda sia sottintesa in "cosa ne pensate, quale uso ne fate". Se io chiedessi cosa è uina rima per te, tu mi potresti rispondere ad es. una antica baggianata, oppure un esenziale strumento per fare della poesia una musica, no? Non mi aspetterei una definizione del vocabolo rima.
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proprio la risposta che mi aspettavo ;D ;D
E' proprio ciò che penso.
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La mia risposta, ovvero quella di fare un copia incolla di Wikipedia è adeguata lla domanda, dalla stessa struttura cognitiva.
In ogni caso, la logica vuole che prima di scrivere tante opinioni, vi sia una definizione di base su cui discutere,con un maggiore peso di autorevolezza ( non mi riferisco a me ).
Consiglio la prossima volta di ponderare meglio il topic.
In ogni caso, caro Tropiano, dato che sono recidivo ti incollo la definizione di "stupidità" che tu hai messo tanto leggermente, ma che mal si adegua a quello che intendevi definire:
Originariamente il termine "stupidità" ha due accezioni distinte: una vede una condizione d'incapacità o insensibilità, indotta da meraviglia, sorpresa; l'altra una condizione duratura, come dire un handicap. Generalmente "stupidità" indica "incapacità" e "carenza", sul piano materiale e su quello morale. Carlo Maria Cipolla[1] definisce lo stupido come "una persona che causa un danno ad un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita".
Non penso, di rientrare in nessuna delle due definizioni. Consiglio molta prudenza nel linguaggio.
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Marina,
mi sembra però che la discussione fino a prima del post di Giampiero fosse molto poco costruttiva oltre che perfettamente inutile.
Evidentemente se ci sono 5 post che dicono: licenza poetica = scrivere quello che ti pare
qualcuno potrebbe aver pensato che serva un po' di chiarezza.
Come biasimarlo...
:D Scusami Caligola, ma credo sia riduttivo interpretare il "cosa è per voi" come "cosa è". Penso la domanda sia sottintesa in "cosa ne pensate, quale uso ne fate". Se io chiedessi cosa è uina rima per te, tu mi potresti rispondere ad es. una antica baggianata, oppure un esenziale strumento per fare della poesia una musica, no? Non mi aspetterei una definizione del vocabolo rima.
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E lasciatemi divertire
Tri, tri tri
Fru fru fru,
uhi uhi uhi,
ihu ihu, ihu.
Il poeta si diverte,
pazzamente,
smisuratamente.
Non lo state a insolentire,
lasciatelo divertire
poveretto,
queste piccole corbellerie
sono il suo diletto.
Cucù rurù,
rurù cucù,
cuccuccurucù!
Cosa sono queste indecenze?
Queste strofe bisbetiche?
Licenze, licenze,
licenze poetiche,
Sono la mia passione.
Farafarafarafa,
Tarataratarata,
Paraparaparapa,
Laralaralarala!
Sapete cosa sono?
Sono robe avanzate,
non sono grullerie,
sono la... spazzatura
delle altre poesie,
Bubububu,
fufufufu,
Friù!
Friù!
Se d’un qualunque nesso
son prive,
perché le scrive
quel fesso?
Bilobilobiobilobilo
blum!
Filofilofilofilofilo
flum!
Bilolù. Filolù,
U.
Non è vero che non voglion dire,
vogliono dire qualcosa.
Voglion dire...
come quando uno si mette a cantare
senza saper le parole.
Una cosa molto volgare.
Ebbene, così mi piace di fare.
Aaaaa!
Eeeee!
liii!
Qoooo!
Uuuuu!
A! E! I! O! U!
Ma giovinotto,
diteci un poco una cosa,
non è la vostra una posa,
di voler con cosi poco
tenere alimentato
un sì gran foco?
Huisc... Huiusc...
Huisciu... sciu sciu,
Sciukoku... Koku koku,
Sciu
ko
ku.
Come si deve fare a capire?
Avete delle belle pretese,
sembra ormai che scriviate
in giapponese,
Abi, alì, alarì.
Riririri!
Ri.
Lasciate pure che si sbizzarrisca,
anzi, è bene che non lo finisca,
il divertimento gli costerà caro:
gli daranno del somaro.
Labala
falala
falala
eppoi lala...
e lala, lalalalala lalala.
Certo è un azzardo un po’ forte
scrivere delle cose così,
che ci son professori, oggidì,
a tutte le porte.
Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!
Infine,
io ho pienamente ragione,
i tempi sono cambiati,
gli uomini non domandano più nulla
dai poeti:
e lasciatemi divertire!
Aldo Palazzeschi (1910)
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La “licenza poetica” non esiste. La “poesia” non esiste. La “parola” stessa non esiste. Siamo nel mondo dell’astrazione, che non ha alcun referente col mondo reale, se non per mezzo di quell’esile filo artificioso che noi chiamiamo “logica”, e la logica non è che una forzatura che ci offre l’illusione della comprensione.
Ogni volta che tentiamo di spiegare qualcosa, a noi stessi o a una terza persona, operiamo una licenza poetica, poiché il nostro linguaggio è il risultato del modo in cui noi essere umani rappresentiamo a noi stessi prima, e agli altri poi, il nostro modello di realtà, e per fare ciò dobbiamo necessariamente agire sul livello delle astrazioni logiche, vale a dire il livello, o modello, che ci permette, in quanto essere umani, la condivisione della realtà. In questo senso, la “realtà” stessa, quella, cioè, condivisa e che a torto riteniamo oggettiva, è una licenza poetica.
Per farla breve: non potendo comprendere appieno la vita, il nostro vivere e tutto ciò che mettiamo in atto per provare a comprendere – e la poesia, come ogni forma di espressione artistica, non è altro che un tentativo di comprendere – diventa una licenza poetica rispetto a regole che non conosciamo…
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Mi sembra invece che la risposta di gianpiero faccia luce su una cosa che probabilmente, viste le risposte, nessuno ha ben chiaro.
ora lo dico chiaramente, a questo punto. con questo topic infatti io non intendevo dare risposte alla mia domanda, ma volevo appunto mettere in luce che molte persone non hanno chiaro il concetto di licenza poetica.
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La mia risposta, ovvero quella di fare un copia incolla di Wikipedia è adeguata lla domanda, dalla stessa struttura cognitiva.
In ogni caso, la logica vuole che prima di scrivere tante opinioni, vi sia una definizione di base su cui discutere,con un maggiore peso di autorevolezza ( non mi riferisco a me ).
Consiglio la prossima volta di ponderare meglio il topic.
In ogni caso, caro Tropiano, dato che sono recidivo ti incollo la definizione di "stupidità" che tu hai messo tanto leggermente, ma che mal si adegua a quello che intendevi definire:
Originariamente il termine "stupidità" ha due accezioni distinte: una vede una condizione d'incapacità o insensibilità, indotta da meraviglia, sorpresa; l'altra una condizione duratura, come dire un handicap. Generalmente "stupidità" indica "incapacità" e "carenza", sul piano materiale e su quello morale. Carlo Maria Cipolla[1] definisce lo stupido come "una persona che causa un danno ad un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita".
Non penso, di rientrare in nessuna delle due definizioni. Consiglio molta prudenza nel linguaggio.
Il copia incolla, per me, è sempre una cosa stupida. è come se ad un tema in classe un alunno si copiasse un articolo di giornale. ribadisco, io non volevo sapere cos'è la licenza poetica (perchè lo so benissimo) ma cosa voi ne sapevate. ne è risultato che se ne sa ben poco e la tua risposta non mi serve a niente perchè che wikipedia lo sappia non mi stupisco... e poi, bada bene, non ho detto che tu sei stupido, ma è stata la tua risposta ad essere stata stupida, il che è ben diverso. dunque è inutile che mi riporti quello che dice carlo maria cipolla (che poi lo dice lui che è un economista, non è che dobbiamo prendere le sue parole per verità assolute) sulla stupidità perchè la mia espressione "stupida" 1 si riferiva, essendo in questo caso aggettivo, alla risposta 2 è un'accezione del significato che hai capito benissimo, non c'è bisogno che fai finta che ti offendi.
Se proprio vogliamo fare i pignoli, il mio vocabolario alla voce "stupido" non riporta ciò che dice il tuo cipollone, ma un significato molto più ristretto: le accezioni che diamo noi a questa parola sono colloquiali (qui siamo su un forum mi è permessa un'ascendenza colloquiale!) e possono significare una marea di cose, tra cui ciò che volevo dire io: risposta stupida = senza senso e utilità per questo topic
Mi ha fatto venire in mente di quando qualche tempo fa frequentavo un sito molto interessante, poi perdutosi di qualità col tempo (sperando che questo non faccia la stessa fine): Yahoo Answers. Per chi non lo sapesse è un sito in cui si fanno domande e si ricevono risposte. Che poi è diventata una community. Ebbene, molti ad una domanda per esempio "che cos'è la termodinamica" incollavano wikipedia: ed era una cosa che faceva imbestialire me così come molti altri: wikipedia la possiamo cercare tutti, se viente fatta una ricerca su yahoo answers è perchè si vuole che qualcuno dia una risposta personale e più comprensibile.
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La “licenza poetica” non esiste. La “poesia” non esiste. La “parola” stessa non esiste. Siamo nel mondo dell’astrazione, che non ha alcun referente col mondo reale, se non per mezzo di quell’esile filo artificioso che noi chiamiamo “logica”, e la logica non è che una forzatura che ci offre l’illusione della comprensione.
Ogni volta che tentiamo di spiegare qualcosa, a noi stessi o a una terza persona, operiamo una licenza poetica, poiché il nostro linguaggio è il risultato del modo in cui noi essere umani rappresentiamo a noi stessi prima, e agli altri poi, il nostro modello di realtà, e per fare ciò dobbiamo necessariamente agire sul livello delle astrazioni logiche, vale a dire il livello, o modello, che ci permette, in quanto essere umani, la condivisione della realtà. In questo senso, la “realtà” stessa, quella, cioè, condivisa e che a torto riteniamo oggettiva, è una licenza poetica.
Per farla breve: non potendo comprendere appieno la vita, il nostro vivere e tutto ciò che mettiamo in atto per provare a comprendere – e la poesia, come ogni forma di espressione artistica, non è altro che un tentativo di comprendere – diventa una licenza poetica rispetto a regole che non conosciamo…
massimiliano io sono d'accordissimo con te... però a questo punto sarebbe inutile tutto, dal primo all'ultimo topic. La poesia fa parte del "gioco" della vita, allora ci giochiamo con le regole che sappiamo, altrimenti potremmo anche lasciar perdere.
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Se è così, caro Michele, la definizione di Wikipedia è più che sufficiente e risolve la questione. In altre parole, se non allarghiamo il discorso, limitidandolo solamente ai confini della licenza poetica letteraria, cadiamo nell'arida sterilità del verbalismo intellettuale che, per quanto sia un bellissimo esercizio, del quale anch'io mi nutro con sommo e godereccio piacere, non ha alcuna utilità pratica, poichè chi sa scrivere e conosce tutte le componenti tecniche necessarie a produrre un elaborato corretto (che sia prosa o poesia, non ha importanza), sa usare perfettamente anche la licenza poetica; ma chi fatica a mettere insieme correttamente non dico un endecasillabo, ma almeno tre parole di fila, non potrà mai capire cosa sia una licenza poetica, se non distorcendo il concetto, rendendolo, cioè soggettivo; avvalorando quindi la tesi che la licenza poetica non esiste...
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Se è così, caro Michele, la definizione di Wikipedia è più che sufficiente e risolve la questione. In altre parole, se non allarghiamo il discorso, limitidandolo solamente ai confini della licenza poetica letteraria, cadiamo nell'arida sterilità del verbalismo intellettuale che, per quanto sia un bellissimo esercizio, del quale anch'io mi nutro con sommo e godereccio piacere, non ha alcuna utilità pratica, poichè chi sa scrivere e conosce tutte le componenti tecniche necessarie a produrre un elaborato corretto (che sia prosa o poesia, non ha importanza), sa usare perfettamente anche la licenza poetica; ma chi fatica a mettere insieme correttamente non dico un endecasillabo, ma almeno tre parole di fila, non potrà mai capire cosa sia una licenza poetica, se non distorcendo il concetto, rendendolo, cioè soggettivo; avvalorando quindi la tesi che la licenza poetica non esiste...
nemmeno la poesia, se per questo, ha un'utilità pratica. nessuna questione da risolvere, il concetto di licenza poetica (che conoscevo benissimo anche prima della risposta di gianpiero) è uno e non ci piove, ma non era questo il mio scopo. ribadisco il motivo per cui ho aperto questo tipic: non per avere una risposta ad alla mia domanda (wikipedia), ma per vedere cosa ne sapete, anzi, cosa non ne sapete.
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...e che utilità ha, per te, sapere se qualcuno sa o non sa cosa sia una licenza poetica?
Tutti sanno che tu ne conosci il significato; tu sai che in pochi ne conoscono il significato.
E ora? A che ti serve questa informazione?
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...e che utilità ha, per te, sapere se qualcuno sa o non sa cosa sia una licenza poetica?
Tutti sanno che tu ne conosci il significato; tu sai che in pochi ne conoscono il significato.
E ora? A che ti serve questa informazione?
nessuna utilità, come tutto, del resto.
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Io non ho letto cosa wikipedia dice a proposito di licenza poetica. Mi rifiuto, per prinicipio, di usare wilipedia per " acculturarmi".
Diciamo che preferisco fare lavorare il cervello, anche se poi dico delle cazzate.
Vi siete mai chiesti perchè si parla di licenza poetica? e non di licenza letteraria o matematica, o musicale?
perchè solo i poeti dovrebbero avere una licenza? basta porsi queste domande per trovare una risposta.
La licenza poetica, secondo me esiste solo nella misura in cui nella poesia, si è rigorosi nell'uso della metrica, degli accenti, e allora alcune parole possono essere troncate.
Ad esempio in letteratura "L'amor" è orrendo, in poesia si può usare solo per far suonare meglio il verso.
Se si scrive in versi liberi, la licenza poetica non ha ragione di esistere.
e comunque la licenza poetica non giustifica errori, nel senso che non può considerarsi licenza poetica scrivere: " davero" invece di " davvero"
Il mio discorso è molto terra terra, ma al di là dei paroloni e delle pippe mentali, mi pare che renda il concetto.
Se entriamo nell'ottica di quello che esiste e non esiste, allora potrei dire che come non esite la parola, non esiste l'udito o non esisto io o non esiste il nulla e quindi se il nulla non esiste, esiste tutto. Insomma cerchiamo di tenere la conversazione su livelli che non siano filosofici, perchè la licenza poetica non nasce nè dalla filosofia, nè dalla spiritualità nè dalla scienza
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Io non ho letto cosa wikipedia dice a proposito di licenza poetica. Mi rifiuto, per prinicipio, di usare wilipedia per " acculturarmi".
Diciamo che preferisco fare lavorare il cervello, anche se poi dico delle cazzate.
Vi siete mai chiesti perchè si parla di licenza poetica? e non di licenza letteraria o matematica, o musicale?
perchè solo i poeti dovrebbero avere una licenza? basta porsi queste domande per trovare una risposta.
La licenza poetica, secondo me esiste solo nella misura in cui nella poesia, si è rigorosi nell'uso della metrica, degli accenti, e allora alcune parole possono essere troncate.
Ad esempio in letteratura "L'amor" è orrendo, in poesia si può usare solo per far suonare meglio il verso.
Se si scrive in versi liberi, la licenza poetica non ha ragione di esistere.
e comunque la licenza poetica non giustifica errori, nel senso che non può considerarsi licenza poetica scrivere: " davero" invece di " davvero"
Il mio discorso è molto terra terra, ma al di là dei paroloni e delle pippe mentali, mi pare che renda il concetto.
Se entriamo nell'ottica di quello che esiste e non esiste, allora potrei dire che come non esite la parola, non esiste l'udito o non esisto io o non esiste il nulla e quindi se il nulla non esiste, esiste tutto. Insomma cerchiamo di tenere la conversazione su livelli che non siano filosofici, perchè la licenza poetica non nasce nè dalla filosofia, nè dalla spiritualità nè dalla scienza
caligola e gianpiero: io volevo opinioni, giuste o sbagliate che siano, non wikipedia.
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vuoi le nostre opinioni per farci sapere quanto sbagliamo?
io so cosa sia una licenza poetica, solo che non mi interessa la definizione classica, come del resto nemmeno cosa sia un un endecasillabo, che so, ma che non uso. se per caso mi salta fuori un endecasillabo, dirò: toh! un endecasillabo!
ma la cosa muore lì. come per le licenze poetiche.
prendo atto della creazione, di quello che scrivo, che non è sotto il mio controllo, ma fluisce automatico.
poi certo rileggo, e noto le particolarità che sono nate, volontarie o involontarie che siano.
licenze poetiche comprese (se non sono errori e in quel caso correggo).
ti basta? o vuoi fare il professorino anche qua?
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vuoi le nostre opinioni per farci sapere quanto sbagliamo?
io so cosa sia una licenza poetica, solo che non mi interessa la definizione classica, come del resto nemmeno cosa sia un un endecasillabo, che so, ma che non uso. se per caso mi salta fuori un endecasillabo, dirò: toh! un endecasillabo!
ma la cosa muore lì. come per le licenze poetiche.
prendo atto della creazione, di quello che scrivo, che non è sotto il mio controllo, ma fluisce automatico.
poi certo rileggo, e noto le particolarità che sono nate, volontarie o involontarie che siano.
licenze poetiche comprese (se non sono errori e in quel caso correggo).
ti basta? o vuoi fare il professorino anche qua?
ma chi t'ha chiesto se conosci l'endecasillabo e come scrivi? guarda, tu non te ne rendi conto, ma quando rispondi lo fai quasi sempre per "attaccare" e lo fai sempre presupponendo che io voglia fare il professorino. questo è un attegiamento tuo che mi da molto fastidio. tu potresti rispondermi che anche il mio ti da fastidio... allora non rispondere ai miei topic e gira al largo!
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Vorrei che fosse chiara una cosa: se esiste già una definizione di massima, sulla licenza poetica e non solo in Wikipedia ma in altri 50 link, perchè mai dovrei riportare malamente con le mie parole, un concetto esposto in modo corretto? E ancora: dato che questo è un sito dove si scrivono e pubblicano poesie, racconti ed altro, e non un'aula magna del'università, mi pareva che una piccola e fugace introduzione, corretamente esposta con esempi allegati, potesse enfatizzare la discussione. Non ho certo fatto un copia-incolla per darmi arie di sapienza.
Dalle mie parti, la premessa logica è essenziale, per poter fare conversazione. Non mi pare che fermando qualcuno per la strada, e facendogli una domanda di qualsiasi genere senza una premessa, si posso ottenere risposte che possano essere di qualche utilità.
Si richiede, almeno, una piccola premessa, che non c'è stata, nella creazione del topic.
Tralascio il resto delle critiche, che in fondo non hanno un peso nelle discussione che possa dare valore aggiunto.
In ogni caso, su Yahoo Answers, alla gentile richiesta di infomazioni, se qualcuno allega una definizione che trova nel web ( cosa che accade SEMPRE), non mi pare che possa essere accusato di qualcosa.Ad una domanda si da una risposta che abbia una certa struttura completa che possa esaurire l'argomento o dar avvio ad altre discussioni. Anzi, la persona che pone il quiesito, dovrebbe ringraziare. Se poi quella risposta fa parte di un mio campo specifico di lavoro o in ogni caso, un campo dove ho approfondito l'argomento, risponderò adeguatamente in base alla mia esperienza. Se la definizione esiste già, ma perchè invece di chiedere non ha consultato i dati a sua disposizione?
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Vorrei che fosse chiara una cosa: se esiste già una definizione di massima, sulla licenza poetica e non solo in Wikipedia ma in altri 50 link, perchè mai dovrei riportare malamente con le mie parole, un concetto esposto in modo corretto? E ancora: dato che questo è un sito dove si scrivono e pubblicano poesie, racconti ed altro, e non un'aula magna del'università, mi pareva che una piccola e fugace introduzione, corretamente esposta con esempi allegati, potesse enfatizzare la discussione. Non ho certo fatto un copia-incolla per darmi arie di sapienza.
Dalle mie parti, la premessa logica è essenziale, per poter fare conversazione. Non mi pare che fermando qualcuno per la strada, e facendogli una domanda di qualsiasi genere senza una premessa, si posso ottenere risposte che possano essere di qualche utilità.
Si richiede, almeno, una piccola premessa, che non c'è stata, nella creazione del topic.
Tralascio il resto delle critiche, che in fondo non hanno un peso nelle discussione che possa dare valore aggiunto.
In ogni caso, su Yahoo Answers, alla gentile richiesta di infomazioni, se qualcuno allega una definizione che trova nel web ( cosa che accade SEMPRE), non mi pare che possa essere accusato di qualcosa.Ad una domanda si da una risposta che abbia una certa struttura completa che possa esaurire l'argomento o dar avvio ad altre discussioni. Anzi, la persona che pone il quiesito, dovrebbe ringraziare. Se poi quella risposta fa parte di un mio campo specifico di lavoro o in ogni caso, un campo dove ho approfondito l'argomento, risponderò adeguatamente in base alla mia esperienza. Se la definizione esiste già, ma perchè invece di chiedere non ha consultato i dati a sua disposizione?
quello che tu dici è giusto... solo che io scrivo scrivo ma non vengo capito, allora non fa niente! rileggi attentamente tutto ciò che ho scritto, altrimenti non fa niente lasciatemi perdere!
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considera il mio ultimo commento cancellato.
divertiti.
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considera il mio ultimo commento cancellato.
divertiti.
il tuo ultimo commento cancellato? ???
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Per Gabriella:
Wikipedia, lungi da me santificarla o demonizzarla ( tutto e vero a falso, a patto di presentare prove che ne possano mutare lo stato) è uno strumento globale, fatto dagli utenti di tutto il mondo. Infatti è possibile smentire ciò che è scritto , proponendo ovviamente argomentazioni adeguate.
Nella fattispecie del nostro argomento, mi pare che quello che ho posto in evidenza, possa chiarire alcuni concetti o quanto meno, dar adito ad una discussione più approfondita. O vogliamo continuare a rispondere, alla domanda di Tropiano - cos'è per voi la licenza poetica? Scrivere quello che si vuole ... - Non lo sappiamo, inutile cercare di arrampicarsi sullo specchio.
Scrivere quello che si vuole? Non penso proprio, ma allora che tipo regole ne costituiscono la struttura?Secondo me era quello il perno su cui doveva ruotare la discussione, ma ovviamente, occorre partire da un base comune.
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Secondo me era quello il perno su cui doveva ruotare la discussione, ma ovviamente, occorre partire da un base comune.
e io invece volevo partire da una base diversificata per arrivare ad una conclusione! questione di punti di metodi diversi, questione di vista! :)
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Quando leggo sto simposio
che goduria, io mi estasio,
ogni accenno d'argomento
si trasforma in un tormento,
vengono fuori le ripicche
gelosie, invidie e stecche,
prendo allor la mia licenza
senza dar escandescenza
con perfetto stile inglese
mando tutti a quel paese…..
??? :D :D :D ???
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Michele, se ha aperto il topic, evidentemente non si accontenta di quello che dice wikipedia. o un vocabolario o altri link.
Credo che lui è all'altezza di fare questo lavoro senza bisogno di consultare altri.
Se ci avesse chiesto: " cos'è secondo voi l'amore? " avreste preso la definizione da un link o avreste espresso la vostra opinione?
Altra cosa è se la domanda riguarda qualcosa di scientifico: " cos'è l'artrite reumatoide?". E' ovvio che non si possono avere opinioni, semmai le opinioni ( ovviamente degli esperti) possono essere sulle cause, sulla terapia, forse sulla prognosi.
Non capisco perchè saltare addosso a chi apre un topic sulla licenza poetica. Evidentemente vuol capire se secondo noi, tutto è ammesso in poesia oppure no.
Vuole sapere se basta nascondersi dietro alla " scusa" della licenza poetica per scrivere qualunque cosa anche senza senso e farla passare per poesia.
Non mi venite a dire: " il senso non sei capace di trovarlo tu",oppure le emozioni... perchè alcune cose sono obbiettivamente senza senso.
Se scrivo: " il mandarino del lampadario/ gioca a baseball con il colosseo " non c'è licenza poetica che tenga; ho scritto una cazzata di quelle che dovrebbe essere previsto l'arresto da 3 a 5 anni.
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Quando leggo sto simposio
che goduria, io mi estasio,
ogni accenno d'argomento
si trasforma in un tormento,
vengono fuori le ripicche
gelosie, invidie e stecche,
prendo allor la mia licenza
senza dar escandescenza
con perfetto stile inglese
mando tutti a quel paese…..
??? :D :D :D ???
;D ;D bellissima!
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Evidentemente vuol capire se secondo noi, tutto è ammesso in poesia oppure no.
Vuole sapere se basta nascondersi dietro alla " scusa" della licenza poetica per scrivere qualunque cosa anche senza senso e farla passare per poesia.
esattamente, qualcuno che mi capisce quando scrivo! :)
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Gabriella, ovvio che lui è all'altezza di questo, lo so per certo.
Però ad esempio non lo sono io, e come non lo sono io, non lo sono tanti altri. Allora che si fa se non documentarsi? Ho solo reso visibile un'infomazione, che non era chiara a me, per primo.
Non mi pare che nessuno attacchi nessuno, anzi. Non posso avere un'opinione, se non ho una base su cui discutere.
Allora supponiamo che quella definizione sia messa a mio uso e consumo o di chi magari non ha l'argomento in evidenza così chiaramente, così che mi faccia da pro-memoria per proseguire nel topic. Va meglio così?
Per quello che riguarda le cose senza senso, Gabriella, direi che sono da analizzare una ad una.
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Però ad esempio non lo sono io, e come non lo sono io, non lo sono tanti altri. Allora che si fa se non documentarsi? Ho solo reso visibile un'infomazione, che non era chiara a me, per primo.
scusami gianpiero ma io non volevo che quest'informazione fosse visibile, perchè, lo ripeto per l'ennesia volta, volevo vedere cosa ne pensavate voi di questa fantomatica licenza poetica, cosa ne sapevate... e se non ti era chiara nemmeno a te avrei preferito la tua idea poco chiara alla citazione da wikipedia! ;) sempre meglio sbagliare per conto proprio che fare le cose giusto grazie ad altri (o a wikipedia!)
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Questo, Michele credo di averlo capito. Ma il fatto è che qui la mia opinione diverge con la tua. La contestualizzazione dell'argomento con un'opinione, è di fatto un'elaborazione che necessita, del dibattito su una base.
Per Gabriella: Invece è una domanda precisa, quella che ci è stata fatta, opinabile solo dopo averne definito le regole di base.Ho già detto che per gli elaborati, "senza senso" occorre molta prudenza nella definizione.
Leggendo poeti come ad esempio, la Merini, possiamo trovare passaggi difficili da comprendere, eppure è stata la più grande poetessa del '900. Ecco perchè la licenza poetica legata ad un mondo poetico fatto di metrica accurata e grammatica perfetta,ed un linguaggio così ricercato, che l'anomalia rappresenta davvero una "licenza" atta alla maggiore caratterizzazione del verso.
Non credo valga per il nostro tempo, in cui vi è ampia libertà di espressione. Ma certo, è un'interessante possibiltà di studio.
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Michele, se ha aperto il topic, evidentemente non si accontenta di quello che dice wikipedia. o un vocabolario o altri link.
Credo che lui è all'altezza di fare questo lavoro senza bisogno di consultare altri.
Se ci avesse chiesto: " cos'è secondo voi l'amore? " avreste preso la definizione da un link o avreste espresso la vostra opinione?
Altra cosa è se la domanda riguarda qualcosa di scientifico: " cos'è l'artrite reumatoide?". E' ovvio che non si possono avere opinioni, semmai le opinioni ( ovviamente degli esperti) possono essere sulle cause, sulla terapia, forse sulla prognosi.
Non capisco perchè saltare addosso a chi apre un topic sulla licenza poetica. Evidentemente vuol capire se secondo noi, tutto è ammesso in poesia oppure no.
Vuole sapere se basta nascondersi dietro alla " scusa" della licenza poetica per scrivere qualunque cosa anche senza senso e farla passare per poesia.
Non mi venite a dire: " il senso non sei capace di trovarlo tu",oppure le emozioni... perchè alcune cose sono obbiettivamente senza senso.
Se scrivo: " il mandarino del lampadario/ gioca a baseball con il colosseo " non c'è licenza poetica che tenga; ho scritto una cazzata di quelle che dovrebbe essere previsto l'arresto da 3 a 5 anni.
Ok, allora divertiamoci. Quante licenze poetiche ci sono qui?
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UN NUOVO PARERE SULLA DISCUSSIONE
E' un argomento che riguarda l'etica
questo di cui trattando adesso state,
cosa sia la licenza, la poetica
che con arte in gran prosa qui trattate.
Se voi capiste l'interesse enorme
che suscitate con il vostro dire
continuereste a imprimere le orme
fino al prossimo anno... a non finire!
Voi non sapete, gruppo di gran dotti,
che con questo argomento di dozzina
i coglioni di già li avete rotti
a tutti, ma in maniera sopraffina?
Giacché siete un gruppetto sufficiente
di quattro dotti a esprimere sapienza,
non sarebbe sgradito, ma per niente,
che vi metteste a fare... penitenza.
In quattro almeno siete, e quindi basta
di fare quello che vi si propone,
giacché le mani ce le avete in pasta...
mettetevi a giocare allo scopone!
Sarete ben contenti voi egualmente
e staremo assai meglio pure noi,
perché sta addormentandosi la gente...
fate in modo che essa non s'annoi!!!
I miei interventi sul forum hanno sempre fatto sì che esso venisse immediatamente chiuso. Per questo non vi scrivo più. Però, per l'occasione di questo topic, credo che il mio intervento, se il topic verrà immediatamente chiuso, mi causerà per lo meno il ringraziamento di tanti lettori che stanno fragorosamente sbadigliando.
Si trovino argomenti meno pesanti, e soprattutto non ci si perda in discussioni tanto sterili che, andando avanti di questo passo, termineranno (si spera) con il prossimo passaggio della cometa di Halley, avvenimento che è previsto fra centocinquanta anni.
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ora lo dico chiaramente, a questo punto. con questo topic infatti io non intendevo dare risposte alla mia domanda, ma volevo appunto mettere in luce che molte persone non hanno chiaro il concetto di licenza poetica.
Senti Michele, io concordo pienamente con Caligola e Giampiero: per parlare di qualcosa, bisogna sapere di cosa si parla. Sono abbastanza schiva dal cercare le definizioni di qualcosa se credo di aver chiaro il concetto di cui si parla, ma debbo dire che ad es. mi è stato molto utile l'intervento di Giampiero per quanto riguarda il riesumare alcune cognizioni liceali sulle rime che non ricordavo.
Invece trovo alquanto sciocco e sconsiderato aprire un topic interessante, che tratta un argomento poetico, col solo intento di dare come minimo dell'ignorante a qualcuno, ed incavolarsi pure se qualcuno offre una base di partenza a coloro che potrebbero ignorare una giusta interpretazione. Certo non credo fosse intenzionale rovinarti il topic rendendo tutti edotti: eh, si, bel guaio: basta leggere i primi interventi per non essere più ignoranti? Ma dai! E poi ci rimani male (Che caratteraccio?) se qualcuno ti accusa di metterti in cattedra?!? Veramente secondo me stai facendo di peggio.
Concordo con Massimo: ma si, divertiamoci!
ps: la mia firma è azzeccatissima, credo.
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Quando leggo sto simposio
che goduria, io mi estasio,
ogni accenno d'argomento
si trasforma in un tormento,
vengono fuori le ripicche
gelosie, invidie e stecche,
prendo allor la mia licenza
senza dar escandescenza
con perfetto stile inglese
mando tutti a quel paese…..
??? :D :D :D ??? ;D
Un applauso meritato!!! ;D :laugh:
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A parte varie note di ironia, che non concedono nessun valore aggiunto all'argomento in discussione, è possibile ora fare alcuni esempi di "licenze poetiche" solo ed esclusivamente per l'ambito poetico, in modo da poter allargare il contesto su di un piano pratico?
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Adoro la comicità, in special modo quella del Crocetti. Ma ironizzare senza entrare nel merito è una posizione piuttosto facilona e sempliciotta. Se la discussione non interessa, non seguitela. Se interessa, seguitela con eleganza e intelligenza e sì, anche ironia, ma ben indirizzata.
Detto questo, torno nel mio silenzio per altri 9 mesi...
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Caro Massimiliano, entrare sull'argomento della "licenza poetica" è come entrare a discutere sull'acqua calda. E' un argomento che già è stato battuto, ribattuto, sezionato, squartato per ogni dove da illustri scrittori, in ogni epoca. Tornare su di esso mi è sembrato cosa assurda, sopratttutto per il fatto che l'argomento viene qui trattato senza il minimo di soluzione, solo attraverso scontri, battibecchi e altro, che dimostrano come chi ci si perde lo fa soltanto per un senso di presenza, pe mettersi in mostra.
Il ridicolo di certe argomentazioni non lo si può mettere in mostra partecipando con "serietà" al dibattito, casomai con un intervento sarcastico in rima.
Ovviamente avrei potuto fare una strimpellata ironica ancor più efficace, se non avessi battuto quei versucoli direttamente in bella, al'impronta.
Comunque il "dibattito" continuerà fino alle calende greche, a meno che non provveda direttamente a chiuderlo "colui che ha le chiavi del forum", come tante volta ha fatto. E tutto finirà col non avere concluso niente, ma solo con la soddisfazione di essersi ciascuno dei contendenti dato reciprocamente dell'asino. E alla fine resterà "intonsa" la domanda: cosa è la licenza poetica.
Ed io propongo: cosa è l'acqua calda?
Ai presenzialisti il compito di continuare.
Se tu torni nel tuo silenzio per altri nove mesi, io starò nel mio per almeno diciotto. C'è tempo per due fiocchi alla porta di casa.
Considera dunque che in certi casi è necessario intervenire pur senza arricchire l'argomento con quei contributi che invece tutti gli altri che hanno scritto, e pure tu, hanno apportato.
A risentirci fra diciotto mesi. Saluti
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Senti Michele, io concordo pienamente con Caligola e Giampiero: per parlare di qualcosa, bisogna sapere di cosa si parla. Sono abbastanza schiva dal cercare le definizioni di qualcosa se credo di aver chiaro il concetto di cui si parla, ma debbo dire che ad es. mi è stato molto utile l'intervento di Giampiero per quanto riguarda il riesumare alcune cognizioni liceali sulle rime che non ricordavo.
Invece trovo alquanto sciocco e sconsiderato aprire un topic interessante, che tratta un argomento poetico, col solo intento di dare come minimo dell'ignorante a qualcuno, ed incavolarsi pure se qualcuno offre una base di partenza a coloro che potrebbero ignorare una giusta interpretazione. Certo non credo fosse intenzionale rovinarti il topic rendendo tutti edotti: eh, si, bel guaio: basta leggere i primi interventi per non essere più ignoranti? Ma dai! E poi ci rimani male (Che caratteraccio?) se qualcuno ti accusa di metterti in cattedra?!? Veramente secondo me stai facendo di peggio.
Concordo con Massimo: ma si, divertiamoci!
ps: la mia firma è azzeccatissima, credo.
Totalmente d'accordo con te ;)
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La contestualizzazione dell'argomento con un'opinione, è di fatto un'elaborazione che necessita, del dibattito su una base.
Eh beh allora è qui che discordiamo: per impostare un discorso (un topic su un forum ancor di più!!) si può partire anche dalle diverse opinioni, per quanto sbagliate che possano essere, per arrivare alla conclusione, che sarebbe poi la base. c'è chi la chiama didattica, chi la può chiamar stupidità.. fai un pò tu! ;D ;D
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Mi pare di ricordare, dai miei vaghi e disordinati studi letterari, che un periodo non dovrebbe mai inziare con " MAI", quindi prima di divertirti sugli errori ( e non licenze poetiche) degli altri, cerca di correggere i tuoi.
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Senti Michele, io concordo pienamente con Caligola e Giampiero: per parlare di qualcosa, bisogna sapere di cosa si parla. Sono abbastanza schiva dal cercare le definizioni di qualcosa se credo di aver chiaro il concetto di cui si parla, ma debbo dire che ad es. mi è stato molto utile l'intervento di Giampiero per quanto riguarda il riesumare alcune cognizioni liceali sulle rime che non ricordavo.
Invece trovo alquanto sciocco e sconsiderato aprire un topic interessante, che tratta un argomento poetico, col solo intento di dare come minimo dell'ignorante a qualcuno, ed incavolarsi pure se qualcuno offre una base di partenza a coloro che potrebbero ignorare una giusta interpretazione. Certo non credo fosse intenzionale rovinarti il topic rendendo tutti edotti: eh, si, bel guaio: basta leggere i primi interventi per non essere più ignoranti? Ma dai! E poi ci rimani male (Che caratteraccio?) se qualcuno ti accusa di metterti in cattedra?!? Veramente secondo me stai facendo di peggio.
Concordo con Massimo: ma si, divertiamoci!
ps: la mia firma è azzeccatissima, credo.
questione di punti di vista... in ogni caso, io non me la prendo per niente.. anzi, mi diverto! ;D ;D chi è che mi ha chiesto l'utilità di questo topic? ecco, ora ce l'ho la risposta: il mio puro divertimento sui nostri battibecchi.
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Se questa è didattica, io sono nilla pizzi. Da insegnante ti dico che insegnare significa far evolvere le persone, non provocarne inutili discussioni per divertimento. Pertanto dosa le parole prima di usarle a sproposito.
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Se questa è didattica, io sono nilla pizzi. Da insegnante ti dico che insegnare significa far evolvere le persone, non provocarne inutili discussioni per divertimento. Pertanto dosa le parole prima di usarle a sproposito.
hai ragione, ho sbagliato ad esprimermi: questa non è certo didattica, diciamo è la brutta copia di uno dei "metodi" di una delle didattiche, che poi dovrebbero essere messe in pratica, non come in questo topic, ovviamente.
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..non ho ben compreso lo scopo del topic Michele...
al contrario di molti...'dotti'.. ritengo che se non si parlasse mai di cose sui cui già si è disquisito ce ne staremmo tutti sempre zitti..e il pensiero annegherebbe puzzando in una palude non bonificabile..
però non ho comunque compreso se volevi operare una specie di sondaggio sull'ignoranza.. affermare le tue conoscenze... fare un topic ironico dopo aver letto qualche 'licenza' che ti ha inorridito..o discutere davvero su qualcosa...
detto questo.. concordo con Massimiliano... ma per darti una risposta del tutto istintiva come desideravi.. tutto ciò che vada a vantaggio dell'armonia e del pensiero lo ritengo applicabile.. come anche ciò che voglia quest'armonia spezzarla in un'armonica controarmonia... e in tutto questo sottolineo..voglia
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però non ho comunque compreso se volevi operare una specie di sondaggio sull'ignoranza.. affermare le tue conoscenze... fare un topic ironico dopo aver letto qualche 'licenza' che ti ha inorridito..o discutere davvero su qualcosa...
gli scopie erano due: una specie di sondaggio e successivamente discutere... purtroppo la discussione è diventata litigio, allora lo scopo è diventato, come si dice dalle mie parti, "pariare" ovvero ;D :D;D :laugh:;D
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UN NUOVO PARERE SULLA DISCUSSIONE
E' un argomento che riguarda l'etica
questo di cui trattando adesso state,
cosa sia la licenza, la poetica
che con arte in gran prosa qui trattate.
Se voi capiste l'interesse enorme
che suscitate con il vostro dire
continuereste a imprimere le orme
fino al prossimo anno... a non finire!
Voi non sapete, gruppo di gran dotti,
che con questo argomento di dozzina
i coglioni di già li avete rotti
a tutti, ma in maniera sopraffina?
Giacché siete un gruppetto sufficiente
di quattro dotti a esprimere sapienza,
non sarebbe sgradito, ma per niente,
che vi metteste a fare... penitenza.
In quattro almeno siete, e quindi basta
di fare quello che vi si propone,
giacché le mani ce le avete in pasta...
mettetevi a giocare allo scopone!
Sarete ben contenti voi egualmente
e staremo assai meglio pure noi,
perché sta addormentandosi la gente...
fate in modo che essa non s'annoi!!!
I miei interventi sul forum hanno sempre fatto sì che esso venisse immediatamente chiuso. Per questo non vi scrivo più. Però, per l'occasione di questo topic, credo che il mio intervento, se il topic verrà immediatamente chiuso, mi causerà per lo meno il ringraziamento di tanti lettori che stanno fragorosamente sbadigliando.
Si trovino argomenti meno pesanti, e soprattutto non ci si perda in discussioni tanto sterili che, andando avanti di questo passo, termineranno (si spera) con il prossimo passaggio della cometa di Halley, avvenimento che è previsto fra centocinquanta anni.
Scusami, ho avuto problemi, prima col pc, e poi col lavoro, ma volevo lasciare un segno di apprezzamento anche qui. :laugh: ;D ciao.
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si dà licenza ad un servo per assentarsi da un servigio... si dà licenza a un pescivendolo di aprirsi una pescheria... si dà licenza di scorreggiare... insomma, la poesia per me non deve prendere "licenze" da nessuno... anche perché, passato l'800, non esiste qui nessuna norma o regola che può rendere "senso" alla "licenza"...
inoltre le cosidette licenze poetiche, lungi ad essere librtinose e e libertarie, risultano di quanto più comune possa esistere sotto tutto il cielo stellato!... :)
la poesia consta, forse, di due o tre mattoni e poi tutto licenze... ;D
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In ogni caso grazie Giampiero perchè la definizione di wikipedia è accurata e non avrei saputo dire meglio il concetto espresso.
Fortunatamente la licenza poetica è uno strumento ben chiarificato soprattuto negli esempi che hai portato,
del resto, delle opinioni,
non mi interessa nulla.
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esattamente, qualcuno che mi capisce quando scrivo! :)
Mi rivolgo a te Michele: non puoi limitarti a fare poesia e a rapportarti con gli altri poeti senza doverti ergere a professore della situazione ogni volta? E' proprio così difficile non mostrare quanto tu sia saccente?
Sono veramente perplesso sull'insensatezza di certe azioni, tipo aprire una discussione del genere che mi sembra essere fondata, non tanto sull'intento di creare un dibattito costruttivo, quanto sul presupposto di mettere in luce quella che tu consideri l'ignoranza altrui comparata alla tua erudizione.
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E vabé evidentemente, anche se le mie intenzioni erano buone, ho fatto una cazzata ad aprire questo topic!! Volete le mie scuse ufficiali con ammissione di colpa in carta bollata? Andatemi a comprare una marca da bollo ad un tabacchino (quella da 14.62) perché al momento sono al verde...
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La licenza poetica si ottiene a seguito di un esame teorico e pratico che verte sulla conoscenza della fauna selvatica, sulle leggi metriche e di punteggiatura, sull'uso delle armi poetiche e su temi astrofisicii. Per richiedere l'accesso all'esame occorre presentare domanda allegata di alcuni documenti:
Prima concessione
Certificato di Stato di Famiglia in carta semplice;
Due fotografie (di altre persone) formato tessera di cui una autenticata;
Certificato di residenza (richiesta da effettuare all'Ufficio della Polizia Poetica)
Due marche da bollo da EURO 333,33;
Fotocopia del dcongedo militare o certificato di abilitazione al tiro di cazzate in in carta legale, rilasciato dal Tiro a SegnoPoetciccco;
Certificato dello psichiatra di famiglia;
Certificato psichiatrico rilasciato dalla A.S.L. in bollo;
Versamenti:
Al completamento della documentazione di cui sopra il tutto va consegnato stazione dei dottor Spockia competente per territorioarcadico.
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;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;
mi sono molto divertito con la risposta di ALESSIO FALASCHI e non sono riuscito a trovare la polizia poetica,
forse nella mia città non c'è la stazione. ahhargh * chiang sbatt aarghh anf anf anf sbatt rsbatt musanf anf anf