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Discussioni in corso => Discussioni fra autori => Topic aperto da: Massimiliano Manocchia - Lunedì 30 Maggio 2011, 15:07:13
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Il termine “poetico” ha assunto, nella nostra cultura, una valenza talmente generica e vaga da essere utilizzato quasi sempre a sproposito. Il dibattito su ciò che è “poetico” è ormai argomento da Bar Sport, utile forse per alleviare la seccatura di una mano persa a Tressette o una bocciata maldestra. Non è dissimile la sorte toccata alla “poesia”; pur non essendo l’intento principale di questo mio scritto, nel quale mi propongo di parlare del concetto di “genio” applicato alla poesia, alcune considerazioni critiche sulla poesia sono necessarie e vitali per le argomentazioni che andrò ad esporre. Per non tediare troppo il lettore, limiterò, laddove possibile, qualsivoglia forma di tecnicismo accademico e di analisi formale, e non parlerò, se non raramente, di poeti classici, moderni o contemporanei, bensì di alcuni poeti presenti sul sito, prendendo a esempio e analizzando alcune loro composizioni. Mi scuso fin d’ora con gli esclusi e ancor di più con gli inclusi, alcuni dei quali proveranno profondo risentimento nei miei confronti, tanto più immotivato quanto più il loro ego si gonfierà d’astio.
Poiché mi considero sommamente rispettoso sotto il profilo umano, ma so di apparire talvolta irriguardoso sotto il profilo letterario, invito gli autori che dovessero sentirsi sbranati o massacrati dalle mie considerazioni, a prendere queste come critica al loro lavoro soltanto, e, nel contempo, rivolgo agli autori che prenderò a modello di “genio poetico” la preghiera di non coccolarsi troppo nel brodo di giuggiole con cui l’enfasi, a volte ridondante, lo ammetto, del mio apprezzamento riempirà la vasca dorata del loro ego.
Infine, esclusivamente per comodità di esposizione, classificherò, non senza una punta di bonaria ironia, alcuni autori sotto l’etichetta di “genio poetico” e altri sotto quella di “genio impoetico”.
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Il “Genio poetico” – 1
I primi due autori di cui vorrei parlare a proposito di genio poetico sono Pietro Roversi e Amara. E non a caso. Essi si collocano, infatti, agli estremi opposti, ma confinanti, dello spettro del “genio poetico”.
Roversi possiede una profonda consapevolezza del proprio verso e dell’effetto che questo produce sul lettore; non è un poeta “istintivo”; tutto, nelle sue composizioni, viene accuratamente meditato, dalla scelta dei vocaboli all’esposizione metrica e sintattica, per dare forma (nuova e originalissima) all’intuito.
Amara è invece il tipico e rarissimo esempio di poetessa “naturale”: è istintiva, poco “tecnica”, dotata di uno splendido senso musicale innato; sembra scrivere apparentemente di getto, anche se in realtà non credo sia così, poiché tra i suoi versi, specie quelli più riusciti, un orecchio attento non mancherà di individuare un profondo lavoro di ricerca per l’armonia.
Ora, vorrei far notare come, pur partendo da background culturali profondamente diversi, e da concezioni poetiche che arrivano addirittura a contrapporsi tanto sono discordanti, entrambi siano in grado di donarci squarci di sublime poesia.
Prima di passare all’analisi di alcune composizioni, poserò qui il primo tassello del mosaico che, alla fine, andrà a comporsi: il genio poetico è la capacità di cogliere le nostre più profonde intuizioni. Come per colui che cerca “l’illuminazione” non è sufficiente coglierne un barlume per potersi definire illuminato, così, per colui che ricerca la “poesia”, non è sufficiente azzeccare un paio di versi riusciti per potersi definire poeta. E’ necessaria la continuità. La scintilla dell’intuizione è il primo vagito del genio poetico; va nutrita e cresciuta, educata e istruita. Per farla breve, va coltivata consapevolmente, criticamente e messa in discussione attraverso un confronto con se stessi (e con l’altro da noi) che deve essere tanto duro quanto incessante. Il poeta deve contestualizzarsi nel finito, se vuole superarne i confini.
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"il genio poetico è la capacità di cogliere le nostre più profonde intuizioni. Come per colui che cerca “l’illuminazione” non è sufficiente coglierne un barlume per potersi definire illuminato, così, per colui che ricerca la “poesia”, non è sufficiente azzeccare un paio di versi riusciti per potersi definire poeta. E’ necessaria la continuità. La scintilla dell’intuizione è il primo vagito del genio poetico; va nutrita e cresciuta, educata e istruita. Per farla breve, va coltivata consapevolmente, criticamente e messa in discussione attraverso un confronto con se stessi (e con l’altro da noi) che deve essere tanto duro quanto incessante. Il poeta deve contestualizzarsi nel finito, se vuole superarne i confini."
wow...definizione completa... e come un flash mi sono venuti in mente i più grandi poeti della storia che "hanno creato la Storia della Poesia"
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anche io come Giorgia concordo con la definizione che Massimiliano ha dato di genio poetico, come dote. Vorrei aggiuingere solo che il genio poetico non è riconoscibile, proprio perchè geniale rimane incompreso e il più delle volte passa inosservato.
Non vorrei togliere nulla agli autori che Massimiliano ha citato, anzi, ha dipinto egregiamente due figure valide, ma guarda caso si tratta di due personaggi molto noti sul sito, così come sono sicura che quando parlerà di genio impoetico farà altrettanto.
Il genio invece è invisibile, forse è presuntuoso credere di averlo individuato. Io mi sento presuntuosa quando credo di averlo individuato in Mela. Chi sono io per aver trascurato altri di voi?
E' giusto ergersi a critico letterario?
Il genio è sfigato, sfigatissimo, maledetto, proprio perchè così sfigato nessuno si accorgerà che lui esiste.
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“Non bastano a creare un poeta l’avvio e il compimento del percorso formativo che ha preso le mosse dai giochi linguistici e dalle filastrocche dell’infanzia per poi passare attraverso l’esperienza dei diari sentimentali dell’adolescenza e delle introiezioni sensibili del mondo richieste da una vita più adulta (attività tutte nobilissime se destinate – nella loro contingenza versificata – a se stessi o alla cerchia familiare), plasmando alla fine la coscienza e la competenza di un lettore acuto e partecipe, appassionato e davvero dialogico”.
Non ho scritto io, né avrei saputo scriverlo con tanta lucida chiarezza argomentativa, questo concetto; l’autore è Alberto Bertoni, docente di Letteratura italiana contemporanea dell’Università di Bologna, e il passo, che rasenta l’ovvio, è tratto da un piccolo libricino, tanto più utile quanto più opinabile, dal titolo “La poesia. Come si legge e come si scrive”.
Ho voluto riportarlo qui per tracciare una distinzione netta e inequivocabile tra “Poesia” e quella che Bertoni, con garbo ed eleganza, definisce “esperienza dei diari sentimentali dell’adolescenza”; e per affermare, senza tema di smentita, che le composizioni di Roversi e di Amara sono poesia nel senso quasi assoluto del termine.
Tengo tra le mani una copia del volumetto intitolato “Una crisi creativa. Testi di un romanzo” che Roversi a pubblicato nel 2010 per i tipi di Puntoacapo Editrice, nella collana “Altrescritture”; un piccolo scrigno di tesori che tutti coloro che ambiscono a una “lettura acuta” della poesia dovrebbero procurarsi.
Nella composizione che apre la silloge, "Alla Musa, a mo’ di spiegazione", Roversi si confessa poeta nel momento stesso in cui disconosce il valore universale della cifra poetica: con sincera e innegabilmente simpatica presuntuosità invoca alla Musa il perdono per questo “nuovo idioma”, che egli stesso colloca “tra il porno contemporaneo e il libertino / settecentesco”. La poesia è
[…] come un’erezione in pubblico
in un incubo dopo un’indigestione molesta:
chi me l’arresta? […]
La poetica di Roversi, per chi sa leggere, è racchiusa quasi totalmente in questi versi. Diventa necessaria, irrinunciabile, come una “pugnalata alle spalle”: proviene dalla “rabbia della mortalità”. Non si può leggere Roversi senza comprenderne l’elegante, preziosa irriverenza, e senza godere immensamente della blasfemia letteraria nella quale intinge il suo velenosissimo genio poetico. L’incipit (“Musa, perdonami”) sbeffeggia il classicismo e allo stesso tempo se ne imbeve, vi cede, quasi con timore, senz’altro con dovuto e oltraggioso rispetto.
Quella che definisce “crisi creativa” è una sorta di falso intellettuale: il poeta ama prenderci in giro e noi amiamo essere presi in giro da lui.
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non è sufficiente azzeccare un paio di versi riusciti per potersi definire poeta. E’ necessaria la continuità. La scintilla dell’intuizione è il primo vagito del genio poetico; va nutrita e cresciuta, educata e istruita.
non ho ben capito cosa intendi... continuità in tutta la propria produzione artistica o continuità all'interno di una poesia? In quest'ultimo caso sono d'accordissimo con te, nel primo invece... assolutamente no! basta prendere in rassegna due o tre grandi autori della letteratura (i cosiddetti "geni") che non hanno avuto assolutamente continuità, anzi, le loro opere che adesso considerate "capolavori", furono scartate dall'autore stesso, mentre le opere che noi consideriamo "minori" erano tenute in gran considerazione dall'autore (ad es. tasso e la sua gerusalemme liberata). Forse sto divagando, però questa tua parola, continuità, vorrei che la spiegassi bene.
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“Non bastano a creare un poeta l’avvio e il compimento del percorso formativo che ha preso le mosse dai giochi linguistici e dalle filastrocche dell’infanzia per poi passare attraverso l’esperienza dei diari sentimentali dell’adolescenza e delle introiezioni sensibili del mondo richieste da una vita più adulta (attività tutte nobilissime se destinate – nella loro contingenza versificata – a se stessi o alla cerchia familiare), plasmando alla fine la coscienza e la competenza di un lettore acuto e partecipe, appassionato e davvero dialogico”.
Certamente, ma senza di esse n u l l a si dà in poesia!
il genio è semplicemente chi dà la regola all'arte!!!!!!... se tra centocinquanta e più anni i poeti del futuro prenderanno come esempio per le loro composizioni di scrittura (luminescente, forse) Roversi o Amara, ciò vorrà dire che quest'ultimi hanno la fortuna di possedere nell'animo la natura che dà la regola all'arte... cioè sono genii
e siccome devono essi produrre ciò di cui non si può dare una regola, i loro testi devono necessariamente essere originali, poiché da questa origine si deve in seguito prendere esempio... ma lo dicessi io questo, almeno!... ce lo dice quel mingherlino di Kant nel suo noiosissimo libro che io sconsiglio a tutti di leggere... ed inoltre affermo perentoriamente che l'uomo non ha nessuna capacità d'intuire niente... dobbiamo buttare a mare quest'intuizione che permetterebbe ex novo la rivelazione nascosta agli occhi degli altri ed aperta solo a noi!... "l'intuizione se arriva arriva sulle spalle delle conoscenze precedenti, e amen... :D
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Qualcuno ha detto che per scoprire un genio ci vuole un genio. Forse sarebbe meglio parlare di talenti?
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L'affermazione sull'erezione mi ricorda vagamente Jean Cocteau ... o sbaglio?
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Grazie per gli ottimi contributi e gli sputi di riflessione.
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Sputi o spunti? ???
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Il genio ha una capacità di "cogliere e svelare" fuori dalla norma, eccezionale.
L'intuizione quindi come capacità di capire subito (cogliere), prima degli altri o più degli altri una cosa o meglio la verità di una cosa. Poi però serve un disvelamento poetico, una capacità artistica travolgente (svelare) che immetta in una condizione di conoscenza privilegiata, unica, magnifica.
Prima di passare all’analisi di alcune composizioni, poserò qui il primo tassello del mosaico che, alla fine, andrà a comporsi: il genio poetico è la capacità di cogliere le nostre più profonde intuizioni. Come per colui che cerca “l’illuminazione” non è sufficiente coglierne un barlume per potersi definire illuminato, così, per colui che ricerca la “poesia”, non è sufficiente azzeccare un paio di versi riusciti per potersi definire poeta. E’ necessaria la continuità. La scintilla dell’intuizione è il primo vagito del genio poetico; va nutrita e cresciuta, educata e istruita. Per farla breve, va coltivata consapevolmente, criticamente e messa in discussione attraverso un confronto con se stessi (e con l’altro da noi) che deve essere tanto duro quanto incessante. Il poeta deve contestualizzarsi nel finito, se vuole superarne i confini.
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il genio ha la capacità di cogliere e di svelare esattamente come ce l'abbiamo tutti, poiché tutti facciamo commercio coi segni... pertanto non possediamo nessunissima intuizione che ci ponga al cospetto della cosa "in carne ed ossa"... l'intuizione è una credenza psicologica, che avviene all'interno di noi, non all'esterno dove ha il luogo la verità... per questo la natura della verità è interpretativa e non intuitiva... c.v.d. ;D
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"Il peggio che può capitare ad un genio è di essere compreso." Ennio Flaiano (1910-1972).
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Questo “patto” con la Musa è sancito da una sorta di tacita promessa: “Mi auguro che questa vena mi passi tra un minuto. / Ritornerò al mio verso consueto, […]”. E qui il sospetto che Roversi non abbia mai scritto un “verso consueto” è quasi una certezza; la promessa non verrà mantenuta e si trasformerà in spudorata menzogna, con profonda gratitudine estetica da parte del lettore. Nell’orgia (auto)ironica e (auto)irriverente dell’effervescente linguaggio, quasi pirotecnico, non è facile individuare quella “negazione di mancanza” che produce l’incubo della crisi creativa, che si esprime attraverso il “prurito / del rimpianto senza rimorso, / del sentimento che si insabbia lungo il percorso […]”.
Come già accennato, la poetica di Amara si colloca invece a distanze siderali rispetto a quella di Roversi; se quest’ultimo, infatti, può definirsi un poeta consapevole, Amara è – apparentemente – una poetessa (sì, passatemela) del tutto inconsapevole, che incede timorosa, talvolta sorpresa dal verso che le esce dalla penna; in breve, sembra quasi che lei stessa non sappia come fa a scrivere ciò che scrive. Ed è facile, facilissimo e bellissimo, farsi “rapire” da una poesia di Amara, poiché il suo verso possiede quella che io, con notevole azzardo, definirei “qualità ipnotica”.
Breve, quasi vernacolare definizione di qualità ipnotica: la qualità ipnotica, nella scrittura, è quella peculiare caratteristica che, dopo aver letto qualcosa, ci fa dire: “Ma che cazzo c’è scritto?”, e nello stesso tempo ci rispondiamo, “Non lo so, ma mi è piaciuto un casino. Rileggiamolo”.
Se Roversi percuote il nostro intelletto, Amara lancia strali alla nostra esperienza sensoriale.
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E quindi se tutti sono uguali come capacità , l'intuizione è una vaccata e non esiste nessuna verità intuibile,
a tuo modo di vedere che cosa distinguerebbe il genio dalla massa, quali sarebbero i suoi caratteri distintivi?
il genio ha la capacità di cogliere e di svelare esattamente come ce l'abbiamo tutti, poiché tutti facciamo commercio coi segni... pertanto non possediamo nessunissima intuizione che ci ponga al cospetto della cosa "in carne ed ossa"... l'intuizione è una credenza psicologica, che avviene all'interno di noi, non all'esterno dove ha il luogo la verità... per questo la natura della verità è interpretativa e non intuitiva... c.v.d. ;D
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Massimiliano, sto ancora aspettando che tu analizzi alcune composizione dei tuoi " genii poetici", come ci avevi enunciato.
Al momento non hai citato nessuna loro composizione che suffraghi quanto da te affermato.
Premetto che trovo sia Pietro Roversi che l'altra ( scusa per l'altra, ma non conosco il suo nome di battesimo nè il cognome e non mi piace quando si parla di genio l'uso dello pseudonimo) altamenti poetici.
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( e non mi piace quando si parla di genio l'uso dello pseudonimo)
Pablo Neruda potrebbe sobbalzare ;D
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Pablo Neruda potrebbe sobbalzare ;D
;D ;D ;D non solo lui!!
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Non ho detto che non si possa fare, ho detto che non mi piace. Non trovo carino l'uso dei nomi d'arte e che ci si vergogni del proprio nome, cognome o identità. Tutto ciò lo trovo offensivo nei riguardi dei genitori. Posso avere un'opinione diversa da Pablo Neruda o Pablo Neruda è un Dio?
Comunque Pablo Neruda è stato legalizzato come nome, per il resto anche Fernando Pessoa, io lo chiamo Fernado Pessoa e non Bernardo Soares. Insomma mi piace chiamare i genii con il loro nome.
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e che ci si vergogni del proprio nome, cognome o identità. Tutto ciò lo trovo offensivo nei riguardi dei genitori.
..questa è un'ipotesi solo tua... cerca di avere rispetto per le scelte altrui....
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..questa è un'ipotesi solo tua... cerca di avere rispetto per le scelte altrui....
vabè magari si chiama amara di nome proprio.. i suoi genitori non avevano tanto gusto in fatto di nomi... ;D ;D
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E quindi se tutti sono uguali come capacità , l'intuizione è una vaccata e non esiste nessuna verità intuibile,
a tuo modo di vedere che cosa distinguerebbe il genio dalla massa, quali sarebbero i suoi caratteri distintivi?
l'intuizione è una vaccata e non esiste nessuna verità intuibile
perfetto, e non esiste nessun segno distintivo che distingue un genio... anzi è un miracolo quando non lo si scambia per un puro deficiente... il genio va riconosciuto solo attraverso la sua produzione (l'opera) e nemmeno subito, ma deve passare il tempo sufficiente perché altri possano prendere esempio dalla regola che sempre impone all'arte... è un dono di natura, ma mentre possiamo ammirare in una donna o uomo i suoi occhi azzurri, il talento del genio può essere solo riconosciuto attraverso la sua opera, senza la quale non si canta messa... :D
(non si conosce attraverso intuizioni ma attraverso segni , quindi logicamente per inferenze)
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l'intuizione è una vaccata e non esiste nessuna verità intuibile
perfetto, e non esiste nessun segno distintivo che distingue un genio... anzi è un miracolo quando non lo si scambia per un puro deficiente... il genio va riconosciuto solo attraverso la sua produzione (l'opera) e nemmeno subito, ma deve passare il tempo sufficiente perché altri possano prendere esempio dalla regola che sempre impone all'arte... è un dono di natura, ma mentre possiamo ammirare in una donna o uomo i suoi occhi azzurri, il talento del genio può essere solo riconosciuto attraverso la sua opera, senza la quale non si canta messa... :D
(non si conosce attraverso intuizioni ma attraverso segni , quindi logicamente per inferenze)
Mi sembra che il discorso si stia sviando dall'area letteraria e quella - ben più ampia e veriegata - della filosofia. Cosa che sinceramente non mi dispiacerebbe ma per trattarne adeguatamente ci vorrebbe uno spazio apposito non un forum su internet. Il talento del genio può essere riconosciuto attraverso la sua opera, il che (senza implicazioni filosofiche!!) è la stessa cosa che dire "il talento si vede nell'ituizione di una determinata opera"... non so se mi sono spiegato
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l'intuizione è una vaccata e non esiste nessuna verità intuibile
perfetto, e non esiste nessun segno distintivo che distingue un genio... anzi è un miracolo quando non lo si scambia per un puro deficiente... il genio va riconosciuto solo attraverso la sua produzione (l'opera) e nemmeno subito, ma deve passare il tempo sufficiente perché altri possano prendere esempio dalla regola che sempre impone all'arte... è un dono di natura, ma mentre possiamo ammirare in una donna o uomo i suoi occhi azzurri, il talento del genio può essere solo riconosciuto attraverso la sua opera, senza la quale non si canta messa... :D
(non si conosce attraverso intuizioni ma attraverso segni , quindi logicamente per inferenze)
Dire che l'intuizione è una vaccata è come dire che non esiste la metafisica e nemmeno la poesia, nè tanto meno il genio.
Concordo in parte sulla seconda affermazione, il genio, in virtù della sua essenza, differisce parecchio dal resto dell'umanità, poiché vive, interiorizza ed interpreta la realtà secondo meccanismi inconsueti e originali, da qui l'incomprensione del genio. Spesso i geni non solo non vengono riconosciuti ma sono bistrattati dai contemporanei, qualche volta finiscono in manicomio, o presso i servizi psichiatrici, dopo la 180, ma sono finiti nei roghi e sui patiboli, fino a qualche tempo fa ...
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Mi sembra che il discorso si stia sviando dall'area letteraria e quella - ben più ampia e veriegata - della filosofia. Cosa che sinceramente non mi dispiacerebbe ma per trattarne adeguatamente ci vorrebbe uno spazio apposito non un forum su internet. Il talento del genio può essere riconosciuto attraverso la sua opera, il che (senza implicazioni filosofiche!!) è la stessa cosa che dire "il talento si vede nell'ituizione di una determinata opera"... non so se mi sono spiegato
Credo che fosse inevitabile lo spostamento nel campo filosofico, visto il titolo del forum. Anche tu con la tua mi trascini ancor più nel campo filosofico: distinzione tra talento e genio: il talento riesce a fare con estrema facilità cose che gli altri fanno con grande difficoltà, il genio riesce a fare cose che per gli altri sono impossibili. Per tornare alla poesia, mi piacerebbe che si prendessero dei componimenti dei poeti segnalati come geni poetici da Massimiliano e se ne analizzassero le peculiarità. Credo che potrebbe essere costruttivo per ognuno di noi. Fermo restando che io credo che nessuno abbia la verità assoluta in mano, ma si tratta comunque di parere personale, il quale va comunque va articolato e motivato nello specifico, per avere un qualche valore.
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Credo che fosse inevitabile lo spostamento nel campo filosofico, visto il titolo del forum. Anche tu con la tua mi trascini ancor più nel campo filosofico: distinzione tra talento e genio: il talento riesce a fare con estrema facilità cose che gli altri fanno con grande difficoltà, il genio riesce a fare cose che per gli altri sono impossibili.
no! non mi son spiegato bene.. non volevo appesantire la discussione con la distinzione fra talento e genio.. volevo dire "talento del genio", ovvero "il genio del genio" utilizzando la parola semplicemente come sinonimo, senza implicazioni logiche e filosofiche come ho detto prima! ma vabè, fa niente...
Per tornare alla poesia, mi piacerebbe che si prendessero dei componimenti dei poeti segnalati come geni poetici da Massimiliano e se ne analizzassero le peculiarità. Credo che potrebbe essere costruttivo per ognuno di noi.
e su questo concordo... e possiamo anche non aspettare massimiliano, ma iniziare noi con qualche spunto personale su qualche poesia: dopotutto è un topic aperto, non una lezione unversitaria dove il prof parla e gli alunni ascoltano! :)
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Questa è una poesia di Amara, il titolo è "Il buon caffè del non-poeta"
Quando slitto incauta
nei panni del poeta
e suppongo che ogni pensiero
debba generare un verso
mi soccorre il ridere
quello che viene dalla terra
dallo sguardo che mi sfotte nello specchio
sollevandomi dal peso
della mia stupidità intermittente
così poi
leggera
mi preparo un caffè
canticchiando parole d'altri
e imprecando prosaica alle cose
nel privilegio della mia normalità...
Già il titolo dice molto e poi subito i primissimi versi: tipica del "genio" è la falsa modestia, o più precisamente quello che possiamo chiamare "un gioco poetico basato sullo sbeffeggio di sé" che, essendo un gioco, non ha pretese di verità. questi tratti li ho segnati in grassetto. In rosso ho segnalato poi questa parola "intermittente", che sta quasi per svelarci che in realtà c'è qualcosa dietro la sua stupidità... quando poi la fine invece ci conferma che non c'è nessun genio in lei, anzi, la sua "normalità" (presunta forse) è un privilegio. Il suo caffè è una cosa "normale", canticchiando parole che non sono sue e imprecando, come fanno le persone "normali": in realtà è tutto un gioco, come già detto, per far affiorare, anche a livello inconsco, questa genialità.
P.S. è un gioco anche questo, forse con più pretese di verità... forse... ;D ;D
P.S. 2 appena ho tempo e voglio farò una disamina anch'io su alcuni nomi che ritengo "geni" (anche più di questi due portati da massimiliano, in verità, con buona pace di tutti).
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Per tornare alla poesia, mi piacerebbe che si prendessero dei componimenti dei poeti segnalati come geni poetici da Massimiliano e se ne analizzassero le peculiarità. Credo che potrebbe essere costruttivo per ognuno di noi. Fermo restando che io credo che nessuno abbia la verità assoluta in mano, ma si tratta comunque di parere personale, il quale va comunque va articolato e motivato nello specifico, per avere un qualche valore.
.. e possiamo anche non aspettare massimiliano, ma iniziare noi con qualche spunto personale su qualche poesia: dopotutto è un topic aperto, non una lezione unversitaria dove il prof parla e gli alunni ascoltano! :)
Avete capito perfettamente sia lo spirito che l'intento del mio topic e vi ringrazio (sono serissimo, davvero).
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P.S. è un gioco anche questo, forse con più pretese di verità... forse... ;D ;D
..rido.. spero tu mi creda Michele.. sono parole uscite sorridendo di me in massima sincerità..
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..rido.. spero tu mi creda Michele.. sono parole uscite sorridendo di me in massima sincerità..
non è importante che io ti creda... ho appena detto che è un gioco, no? ;)
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Questa è una poesia di Amara, il titolo è "Il buon caffè del non-poeta"
Quando slitto incauta
nei panni del poeta
e suppongo che ogni pensiero
debba generare un verso
mi soccorre il ridere
quello che viene dalla terra
dallo sguardo che mi sfotte nello specchio
sollevandomi dal peso
della mia stupidità intermittente
così poi
leggera
mi preparo un caffè
canticchiando parole d'altri
e imprecando prosaica alle cose
nel privilegio della mia normalità...
Già il titolo dice molto e poi subito i primissimi versi: tipica del "genio" è la falsa modestia, o più precisamente quello che possiamo chiamare "un gioco poetico basato sullo sbeffeggio di sé" che, essendo un gioco, non ha pretese di verità. questi tratti li ho segnati in grassetto. In rosso ho segnalato poi questa parola "intermittente", che sta quasi per svelarci che in realtà c'è qualcosa dietro la sua stupidità... quando poi la fine invece ci conferma che non c'è nessun genio in lei, anzi, la sua "normalità" (presunta forse) è un privilegio. Il suo caffè è una cosa "normale", canticchiando parole che non sono sue e imprecando, come fanno le persone "normali": in realtà è tutto un gioco, come già detto, per far affiorare, anche a livello inconsco, questa genialità.
P.S. è un gioco anche questo, forse con più pretese di verità... forse... ;D ;D
P.S. 2 appena ho tempo e voglio farò una disamina anch'io su alcuni nomi che ritengo "geni" (anche più di questi due portati da massimiliano, in verità, con buona pace di tutti).
Concordo sul gioco, sull'autoironia, sempre sintomo di intelligenza e anche di un certo percorso personale. Rilevo nella forma quasi un vezzo questo dire con nonchalance le cose attraverso i fatti. In definitiva ha i suoi pregi: intanto esprime molte cose in poche parole: ad esempio la nostra molteplicità di espressione e di ruoli di ognuno di noi, e su questo si sono scritti trattati, non solo in campo strettamente letterario, ma anche filosofico e psicologico, e il farlo in maniera scherzosa è valore aggiunto. Un'illuminazione improvvisa? Può essere, ma non senza consapevolezza e un pizzico di autocompiacimento, cmq.
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Dire che l'intuizione è una vaccata è come dire che non esiste la metafisica e nemmeno la poesia, nè tanto meno il genio.
Concordo in parte sulla seconda affermazione, il genio, in virtù della sua essenza, differisce parecchio dal resto dell'umanità, poiché vive, interiorizza ed interpreta la realtà secondo meccanismi inconsueti e originali, da qui l'incomprensione del genio. Spesso i geni non solo non vengono riconosciuti ma sono bistrattati dai contemporanei, qualche volta finiscono in manicomio, o presso i servizi psichiatrici, dopo la 180, ma sono finiti nei roghi e sui patiboli, fino a qualche tempo fa ...
ma chi l'ha detto che dire che l'intuizione è una vaccata è negare la metafisica?... la metafisica si occupa d'indagare la realtà dei fenomeni... l'intuizione appartiene alla fenomenologia, la quale indaga i fenomeni nelle sue generali categorie... non capisco poi come fai da questo a risalire addirittura la non esistenza della poesia, riducendola a mera intuizione... noi, ripeto, (e non lo dico io ma logici e gnoseologici, non abbiamo nessuna capacità d'intuira alcunché, ma ogni nostra conoscenza ( anche poetica) proviene da conoscenze anteriori, precedenti... levatevi dalla testa che la poesia possa intuire alcunché, massimo può ristrutturare il mondo o rimodularlo...
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ma chi l'ha detto che dire che l'intuizione è una vaccata è negare la metafisica?... la metafisica si occupa d'indagare la realtà dei fenomeni... l'intuizione appartiene alla fenomenologia, la quale indaga i fenomeni nelle sue generali categorie... non capisco poi come fai da questo a risalire addirittura la non esistenza della poesia, riducendola a mera intuizione... noi, ripeto, (e non lo dico io ma logici e gnoseologici, non abbiamo nessuna capacità d'intuira alcunché, ma ogni nostra conoscenza ( anche poetica) proviene da conoscenze anteriori, precedenti... levatevi dalla testa che la poesia possa intuire alcunché, massimo può ristrutturare il mondo o rimodularlo...
ripeto: non andiamo nella filosofia e prego tutti di non litigare e di non andare off topic... questa è una delle discussioni più interessanti, a mio avviso, che abbia mai visto su questo forum, non roviniamola ;)
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ma chi l'ha detto che dire che l'intuizione è una vaccata è negare la metafisica?... la metafisica si occupa d'indagare la realtà dei fenomeni... l'intuizione appartiene alla fenomenologia, la quale indaga i fenomeni nelle sue generali categorie... non capisco poi come fai da questo a risalire addirittura la non esistenza della poesia, riducendola a mera intuizione... noi, ripeto, (e non lo dico io ma logici e gnoseologici, non abbiamo nessuna capacità d'intuira alcunché, ma ogni nostra conoscenza ( anche poetica) proviene da conoscenze anteriori, precedenti... levatevi dalla testa che la poesia possa intuire alcunché, massimo può ristrutturare il mondo o rimodularlo...
Fai una gran confusione, cercare di districare la matassa ingarbugliata che hai mostrato in poche righe richiederebbe un tempo che non ho e svierebbe completamete il discorso, torniamo alla poesia e all'analisi delle opere dei poeti proposti, è meglio! :)
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Poichè non sono d'accordo con le correnti di pensiero filosofico che esponi che sono soltanto una parte del panorama filosofico umano
rimango convinto nel concepire la poesia come un perscrso d'intuizione e svelamento come precedentemente spiegato.
ma chi l'ha detto che dire che l'intuizione è una vaccata è negare la metafisica?... la metafisica si occupa d'indagare la realtà dei fenomeni... l'intuizione appartiene alla fenomenologia, la quale indaga i fenomeni nelle sue generali categorie... non capisco poi come fai da questo a risalire addirittura la non esistenza della poesia, riducendola a mera intuizione... noi, ripeto, (e non lo dico io ma logici e gnoseologici, non abbiamo nessuna capacità d'intuira alcunché, ma ogni nostra conoscenza ( anche poetica) proviene da conoscenze anteriori, precedenti... levatevi dalla testa che la poesia possa intuire alcunché, massimo può ristrutturare il mondo o rimodularlo...
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Poichè è effettivamente una discussione interessante
vorrei allargarla citando qualche poeta geniale di maggior respiro (senza nulla togliere ai due amici citati)
"Sotto l'azzurro fitto
del cielo qualche uccello di mare se ne va;
né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto:
«più in là»"
E. Montale - "Maestrale"
Questo è per me un esempio di intuizione e svelamento di una verità umana facilmente riconoscibile in ogni nostra esperienza, un esempio come tutto nell'ambito di uno sguardo attento diventi segno di altro, di altro più in là del nostra decifrabilità, della nostra idea, dei nostri progetti. Segno di un oltre incomprensible ma visibile, palpabile. Come accade nell'innamoramento, dove c'è un amore incomprensibile, che oltrepassa ogni umano incasellamento, ma c'è e strugge il cuore, muove senza sosta perchè è incontenibile.
Come si fa a non avere un sobbalzo di fronte a queste parole che spiegano così acutamente l'esperienza umana, questo massimo slancio della ragione che comprende che le cose portano in sè un segno di altro, che il suo significato non finisce soltanto nel suo esserci, esserci nel tal momento dato, ma che porta con sè uno scopo e non si esaurisce nel suo volteggio visibile. Difatti chiunque sia innamorato davanti un a un bel tramonto viene rimandato ad altro, al volto del suo amato perchè il tramonte diventa segno, segno che riconduce ad una bellezza, così come il volteggio della rondine rimanda ad altro, il suo incessante movimento
rimanda
a una segreta domanda...
Nell'imminenza di Dio
la vita fa man bassa
sulle riserve caduche,
mentre ciascuno si afferra
a un suo bene che gli grida: addio!
Clemente Rebora.
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ripeto: non andiamo nella filosofia e prego tutti di non litigare e di non andare off topic... questa è una delle discussioni più interessanti, a mio avviso, che abbia mai visto su questo forum, non roviniamola ;)
no, non accetto questo "svilire il posto" dicendo che non è qui che si possono fare discorsi filosofici e bla bla bla... né chi si lamenta che ci vorrebbe un mucchio di tempo eccetera eccetera... il discorso sul genio, ripeto, lo fa l'Estetica, la quale è un ramo della filosofia e mi dispiace ma pace... e se si deve in un forum dire qualcosa sul concetto di "genio" non si può far altro che entrarci in mezzo a questa benedetta filosofia... sennò conviene parlare di Platinett e non di temi così ardui...
ma la rovini tu, perdinci, la discussione!... quando dici di non litigare: ma chi sta litigando?...o devo pensare forse che se qualcuno non si conforma ai concetti ottocenteschi riguardo la figura del genio (folle, maledetto e tutte 'ste balle qua) è un antagonista, un antitetico, insomma un nemico?... tu poi lanci sempre problematiche da perderci la testa per la complessità e quando invece poi si discute seriamente ciò che proponi la butti in litigi (che non ci sono!) o svincoli come una biscia...
vi piaccia o no, ma si può parlare di genio solo nell'arte, non nella scienza... "il genio di Einstain" è una (pardon!) stronzata, perché la ricerca scientifica scopre, cose difficilissime da scoprire, beninteso, ma scopre e non crea perché si crea solo nell'arte... ???
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Vorrei esprimere, ma quasi in punta di piedi la mia opinione. Non ho fatto studi classici e sicuramente ne so meno di voi.
Trovo stupendi sia i versi della signora che quelli di Montale.
Cosa fondamentalmente distingue i due e forse potrebbe significare la geniliatà in Montale che non scorgo nella Signora ( seppur vi scorgo il talento)?
La signora, come me e come moltissimi autori del sito, scrivono le poesie in prima persona singolare.
Non hanno quella grande capacità di astrazione che rende geniali.
Montale, nei versi citati da Caligola, non parla di se stesso, eppure quei versi appartengono a tutti noi. così come Leopardi nel sabato del villaggio, così come Quasimodo o Ungaretti, Carducci, Pascoli ( ora non mi venite a trovare le poche poesie in cui i poeti su citati parlano di loro stessi, lo so che ne hanno scritte, ma fondamentalmente la loro produzione ha una valenza universale che si stacca dal propriio piccolo mondo). Lo stesso non si può dire di Pablo Neruda o di Garcia Lorca o di Prevert, infatti io trovo costoro meno geniali,
Scrivere il passero solitario, piuttosto che scrivere io mi sento solo, fa la differenza.
Si può parlare di se, parlando del mare o di un fiore o di un uccello. Pochi sul sito lo fanno. In questo vedo mancanza di genialità.
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io la genialità la vedo nell'essere sinceri, totalmente aperti alla scrittura, che anche se filtrata dalla ricerca stilistica, lascia sentire al lettore l'abissalità di un pensiero/sentimento.
per esempio, al liceo studiavo Parini, a mio avviso privo di questa qualità, insieme per certi versi a D'Annunzio.
e invece Leopardi...bè ... e anche Corazzini e Gozzano... tutto un altro mondo.
e badate che non intendo il mero esprimere qualcosa (che sfocerebbe nel: io scrivo come voglio, e tu lo rispetti essendo la mia emozione, come spesso accade), ma l'esprimere tutto, il tuo mondo interiore, e in tal modo (nelle opere più riuscite) questo stesso privato si fonde col privato altrui, c'è come mimesi, e si entra nel macrocosmo.
un po' come quando leggo montale e la sua aria di vetro, oppure prevert, oppure... ecco
questo per me è essere geniali: esprimersi (anche in modo confuso, poco percettibile a prima vista) e rendere possibile questa mimesi.
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no, non accetto questo "svilire il posto" dicendo che non è qui che si possono fare discorsi filosofici e bla bla bla... né chi si lamenta che ci vorrebbe un mucchio di tempo eccetera eccetera... il discorso sul genio, ripeto, lo fa l'Estetica, la quale è un ramo della filosofia e mi dispiace ma pace... e se si deve in un forum dire qualcosa sul concetto di "genio" non si può far altro che entrarci in mezzo a questa benedetta filosofia... sennò conviene parlare di Platinett e non di temi così ardui...
ma la rovini tu, perdinci, la discussione!... quando dici di non litigare: ma chi sta litigando?...o devo pensare forse che se qualcuno non si conforma ai concetti ottocenteschi riguardo la figura del genio (folle, maledetto e tutte 'ste balle qua) è un antagonista, un antitetico, insomma un nemico?... tu poi lanci sempre problematiche da perderci la testa per la complessità e quando invece poi si discute seriamente ciò che proponi la butti in litigi (che non ci sono!) o svincoli come una biscia...
vi piaccia o no, ma si può parlare di genio solo nell'arte, non nella scienza... "il genio di Einstain" è una (pardon!) stronzata, perché la ricerca scientifica scopre, cose difficilissime da scoprire, beninteso, ma scopre e non crea perché si crea solo nell'arte... ???
Benissimo sono d'accordo nel non svilire la discussione mettendo dei paletti, solo che le condizioni (il tempo, lo spazio e la modalità di comunicazione alla quale siamo assoggettati qui, volenti o nolenti), non sono le più consone per divagare. Voglio dire che la frammentarietà inevitabile di un forum, ci penalizza, non so se è chiaro. La nostra diversa estrazione culturale, di percorso, e il nostro non conoscerci, che potrebbero essere un valore aggiunto, a volte, in questo recinto, per certi versi coatto, che è internet, ci penalizza. Per questo motivo avevo detto di lasciar correre sul genio, ed impostare la cosa in modo diverso. Lungi da me la posizione di settorializzare il sapere e l'esperienza e creare dei compartimenti stagni, ma non si può costruire un grattacielo in una calle. E noi qui abbiamo a disposizione una calle. Bellissima, affascinante, sublime, quanto vogliamo, se sapremo valorizzarla con i nostri occhi da poeti (?), ma una calle ... Ditemi voi, se vogliamo affrontare il discorso della genialità, preferirei che si facesse un forum a parte. E' già di per sè un argomento così complesso (non a caso affrontato da tutte le discipline e in tutti i campi dello scibile, dalla fisica, alla metafisica, alla psicologia, all'arte, alla mistica, alla filosofia ...) che non si può liquidare in quattro assunti buttati, più o meno, a caso. A questo proposito, quando si propone un tema, sarebbe meglio scotomizzarne il nocciolo (è una legge per rendere efficace la comunicazione, non inventata da me) ed era per questo motivo che avrei preferito parlare di poeti da mettere in evidenza, o di presunti talenti, al limite. In poche parole, propongo di aprire un forum sulla genialità, in generale, e di affrontare qui "semplicemente" la "disamina della qualità in poesia". (si capisce?). Gradita risposta alla proposta e, scusate la forma, ma sto facendo diverse cose insieme ...
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Benissimo sono d'accordo nel non svilire la discussione mettendo dei paletti, solo che il tempo, lo spazio e la modalità di comunicazione alla quale siamo assoggettati qui, volenti o nolenti, non è la più consona per divagare. Voglio dire che la frammentarietà inevitabile di un forum, ci penalizza, non so se è chiaro. La nostra diversa estrazione culturale, di percorso, e il nostro non conoscerci, che potrebbe essere un valore aggiunto, a volte, in questo recinto, per certi versi coatto, che è internet, ci penalizza. Per questo motivo avevo detto di lasciar correre sul genio, ed impostare la cosa in modo diverso. Lungi da me la posizione di settorializzare il sapere e l'esperienza e creare dei compartimenti stagni, ma non si può costruire un grattacielo in una calle. E noi qui abbiamo a disposizione una calle. Bellissima, affascinante, sublime se vogliamo valorizzarla con i nostri occhi da poeti (?) ... Ditemi voi, se vogliamo affrontare il discorso della genialità, preferirei che si facesse un forum a parte. E' già di per sè un argomento così complesso (non a caso affrontato da tutte le discipline e in tutti i campi dello scibile, dalla fisica, alla metafisica, alla psicologia, all'arte, alla mistica, alla filosofia ...) che non si può liquidare in quattro assunti buttati, più o meno, a caso. A questo proposito, quando si propone un tema, sarebbe meglio scotomizzarne il nocciolo (è una legge per rendere efficace la comunicazione, non inventata da me) ed era per questo motivo che avrei preferito parlare di poeti da mettere in evidenza, o di presunti talenti, al limite. Gradita risposta.
Proprio perchè finiamo per abbandonare il tema centrale (la poetica di alcuni rispetto ad altri, diciamo) ad ondate successive.
hai detto ciò che non sono stato in grado di dire, grazie...
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Vorrei esprimere, ma quasi in punta di piedi la mia opinione. Non ho fatto studi classici e sicuramente ne so meno di voi.
Trovo stupendi sia i versi della signora che quelli di Montale.
Cosa fondamentalmente distingue i due e forse potrebbe significare la geniliatà in Montale che non scorgo nella Signora ( seppur vi scorgo il talento)?
La signora, come me e come moltissimi autori del sito, scrivono le poesie in prima persona singolare.
Non hanno quella grande capacità di astrazione che rende geniali.
Montale, nei versi citati da Caligola, non parla di se stesso, eppure quei versi appartengono a tutti noi. così come Leopardi nel sabato del villaggio, così come Quasimodo o Ungaretti, Carducci, Pascoli ( ora non mi venite a trovare le poche poesie in cui i poeti su citati parlano di loro stessi, lo so che ne hanno scritte, ma fondamentalmente la loro produzione ha una valenza universale che si stacca dal propriio piccolo mondo). Lo stesso non si può dire di Pablo Neruda o di Garcia Lorca o di Prevert, infatti io trovo costoro meno geniali,
Scrivere il passero solitario, piuttosto che scrivere io mi sento solo, fa la differenza.
Si può parlare di se, parlando del mare o di un fiore o di un uccello. Pochi sul sito lo fanno. In questo vedo mancanza di genialità.
Esprimi degli spunti interessantissimi e malgrado, o meglio, grazie all'umiltà con cui ti presenti, hai fatto parecchi centri. Spostiamo la discussione sulla genialità in un forum a parte e qui parliamo di "buona e cattiva (o falsa?) poesia", semplicemente. Ok?
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Stamane non c'è il sole
oppure c'è
è un frammento luminoso
dietro alle nuvole vitree
che armonizzano forme
a loro adeguate
a noi sconosciute
ed ogni tanto consentono
- accomodanti creature -
a quel sole, una sbirciata
verso gli uomini piccoli.
Ride il sole, verso il genio
quando dall'alto del piedistallo
vibra presuntuoso
colando come cera il suo verso
Di nuovo nascosto.
- meglio il sospiro di una nuvola -
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Stamane non c'è il sole
oppure c'è
è un frammento luminoso
dietro alle nuvole vitree
che armonizzano forme
a loro adeguate
a noi sconosciute
ed ogni tanto consentono
- accomodanti creature -
a quel sole, una sbirciata
verso gli uomini piccoli.
Ride il sole, verso il genio
quando dall'alto del piedistallo
vibra presuntuoso
colando come cera il suo verso
Di nuovo nascosto.
- meglio il sospiro di una nuvola -
Tutti zitti?
Meglio il sospiro d'una nuvola!
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oplà, pardon...ora ho capito... il titolo del tema in discussione "Il genio poetico" riferisce non al concetto generale di genio, ma ad una ricerca all'interno di questo sito di poesie di eventuali geni poetici... se sono questi i terminin della discussione devo dire che essa indefinitivamente vana, assolutamente inutile (se non al narcisismo) e pesantemente presuntuosa...
ho stimato i testi di Amara fin dall'inizio, ma non mi azzarderei a considerare né Amara né alcun altro un genio, e non perché io sia cattivo o invidioso, ma perché il concetto che ho io di genio è tale da impedire nel presente siffatta rivelazione...
ma ammesso per un istante che vi possano essere dei genii di poesia in questo sito (e chi può escluderlo?), come trovarli senza aver prima succintamente delineato le caratteristiche e le determinazioni della genialità?... voglio dire che se si vuole operare la ricerca in situ bisogna munirsi almeno del concetto di cosa è un genio...
ma stiamo scherzando?...ma che megalomania è mai questa?... discutere in un forum di poesie se all'interno d'essa esistono mostri di bravura che danno la regola all'arte?... ma qui l'Ego secondo me ha straripato fino a riempire i confini delluniverso!... come è possibile accertarci dell'esistenza di genialità fra noi?...( tra l'altro senza averne un concetto perché sennò riguarderebbe la sfera filosofica e chiaramente non è questo il posto, il tempo, e così via...)
propongo allora all'Amministratore del sito di creare uno spazio per far svolgere votazioni, come per le poesie a tema, su chi è o no genio all'interno del sito "Scrivere" e dedicargli una pagina speciale dal titolo "IlGeniodiScrivere.info"... ;D
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oplà, pardon...ora ho capito... il titolo del tema in discussione "Il genio poetico" riferisce non al concetto generale di genio, ma ad una ricerca all'interno di questo sito di poesie di eventuali geni poetici... se sono questi i terminin della discussione devo dire che essa indefinitivamente vana, assolutamente inutile (se non al narcisismo) e pesantemente presuntuosa...
ho stimato i testi di Amara fin dall'inizio, ma non mi azzarderei a considerare né Amara né alcun altro un genio, e non perché io sia cattivo o invidioso, ma perché il concetto che ho io di genio è tale da impedire nel presente siffatta rivelazione...
ma ammesso per un istante che vi possano essere dei genii di poesia in questo sito (e chi può escluderlo?), come trovarli senza aver prima succintamente delineato le caratteristiche e le determinazioni della genialità?... voglio dire che se si vuole operare la ricerca in situ bisogna munirsi almeno del concetto di cosa è un genio...
ma stiamo scherzando?...ma che megalomania è mai questa?... discutere in un forum di poesie se all'interno d'essa esistono mostri di bravura che danno la regola all'arte?... ma qui l'Ego secondo me ha straripato fino a riempire i confini delluniverso!... come è possibile accertarci dell'esistenza di genialità fra noi?...( tra l'altro senza averne un concetto perché sennò riguarderebbe la sfera filosofica e chiaramente non è questo il posto, il tempo, e così via...)
propongo allora all'Amministratore del sito di creare uno spazio per far svolgere votazioni, come per le poesie a tema, su chi è o no genio all'interno del sito "Scrivere" e dedicargli una pagina speciale dal titolo "IlGeniodiScrivere.info"... ;D
Proviamo ad essere costruttivi, che ne dici?
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Mi piace questa riflessione:
“Gli uomini mi hanno definito pazzo, ma non è ancora ben chiaro se la pazzia sia o non sia la più alta forma di intelligenza e se le manifestazioni più meravigliose e più profonde dell’ingegno umano non nascano da una deformazione morbosa del pensiero, da aspetti mentali esaltati a spese dell’intelletto normale.”
(Edgar Allan Poe)
Edgar voleva dare, il suo piccolo contributo alla discussione, visto che era declinata verso il pragmatismo.
- Saepe etiam stultus valde opportuna locutus est -
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oplà, pardon...ora ho capito... il titolo del tema in discussione "Il genio poetico" riferisce non al concetto generale di genio, ma ad una ricerca all'interno di questo sito di poesie di eventuali geni poetici... se sono questi i terminin della discussione devo dire che essa indefinitivamente vana, assolutamente inutile (se non al narcisismo) e pesantemente presuntuosa...
ho stimato i testi di Amara fin dall'inizio, ma non mi azzarderei a considerare né Amara né alcun altro un genio, e non perché io sia cattivo o invidioso, ma perché il concetto che ho io di genio è tale da impedire nel presente siffatta rivelazione...
ma ammesso per un istante che vi possano essere dei genii di poesia in questo sito (e chi può escluderlo?), come trovarli senza aver prima succintamente delineato le caratteristiche e le determinazioni della genialità?... voglio dire che se si vuole operare la ricerca in situ bisogna munirsi almeno del concetto di cosa è un genio...
ma stiamo scherzando?...ma che megalomania è mai questa?... discutere in un forum di poesie se all'interno d'essa esistono mostri di bravura che danno la regola all'arte?... ma qui l'Ego secondo me ha straripato fino a riempire i confini delluniverso!... come è possibile accertarci dell'esistenza di genialità fra noi?...( tra l'altro senza averne un concetto perché sennò riguarderebbe la sfera filosofica e chiaramente non è questo il posto, il tempo, e così via...)
propongo allora all'Amministratore del sito di creare uno spazio per far svolgere votazioni, come per le poesie a tema, su chi è o no genio all'interno del sito "Scrivere" e dedicargli una pagina speciale dal titolo "IlGeniodiScrivere.info"... ;D
ho già detto che questo è un "gioco"... Non mi sembra il caso di fare del fatalismo.. Cerchiamo di essere costruttivi, come ha detto giustamente grazia longo, anche nel gioco! Senza preoccuparci troppo della verità o meno delle genialità che portiamo come esempi! Divertiamoci! Resta interessante anche questo divertimento, secondo me
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certo, e vi auguro un buon narcisismo!... :D
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Mi piace questa riflessione:
“Gli uomini mi hanno definito pazzo, ma non è ancora ben chiaro se la pazzia sia o non sia la più alta forma di intelligenza e se le manifestazioni più meravigliose e più profonde dell’ingegno umano non nascano da una deformazione morbosa del pensiero, da aspetti mentali esaltati a spese dell’intelletto normale.”
(Edgar Allan Poe)
Edgar voleva dare, il suo piccolo contributo alla discussione, visto che era declinata verso il pragmatismo.
- Saepe etiam stultus valde opportuna locutus est -
A volte il pragmatismo è indispensabile se non ci si vuole solo parlare addosso. Sennò continuiamo con la torre di Babele ... e restiamo con un'occasione persa ... "Facer de necessitate, virtute." (Virgilio) e detto da me ...
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certo, e vi auguro un buon narcisismo!... :D
grazie! ;D
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Vorrei proporre io, ora, due autori secondo me geniali; seguendo lo schema già dato da Massimiliano, porto come esempio Giorgia Spurio (http://giorgiaspurio.scrivere.info/ (http://giorgiaspurio.scrivere.info/)) ed Aldo Bilato (http://aldobilato.scrivere.info/ (http://aldobilato.scrivere.info/)), che si collocano agli estremi opposti: l’una “istintiva” (ma non troppo), l’altro estremamente ricercato.
I componimenti di Giorgia sono un fiume in piena, parole che si stagliano nei versi come onde impetuose, come un uragano, tale da pensare che escano a caso dalla penna dell’autrice: in parte è anche vero – e qui risiede parte della genialità – ma dietro l’apparente casualità si cela invece un meccanismo, anche inconscio, che fa da filo conduttore a tutta la poesia. Si potrebbe parlare di “voli pindarici”, io direi più che Giorgia possiede un’enorme fantasia e quindi una “genialità” innata dello “scrosciare” parole sul foglio: il lessico è sempre audace e mai banale, le metafore sono sempre originalissime, lo stile è più unico che raro. Le sue poesie oscillano fra un originale ermetismo ed una sorta di enigmatica e quasi sacra parola che sembra sconfinare a volte in una strana religione personale. In una parola la sua poesia è indefinibile, come indefinibile – o arduo da classificare – è spesso il “genio”.
Ora, procederò ad una breve (e sicuramente non esaustiva, non ne sono capace!) analisi della seguente poesia, che è quella di Giorgia che mi ha colpito di più, dal titolo “Il colore del purgatorio”.
A volte la paura
di non essere più,
forse non un dio
né un umano,
ma solo un delirio
strapazzato tra le dita
che ha un bimbo.
Non è morfina quella
che iniettano alle narici delle puttane
svestite, abbandonate, senza lingua
e senza perdono.
Quale colore ha il purgatorio?
Me lo chiese con un occhio solo
il fato che si spappola il cervello.
Quale accidia potrà aver commesso la vita?
I gironi ci portano a cucirci le ciglia
e a pregare le cecità
di ogni mano nascosta nei pantaloni.
Non urlano più...
I sogni come vergini
dal cui martirio
nessuno porterà a loro la santità,
ma solo corde di vocali
percosse e divorate,
prostituite e violentate.
E mi va in tilt questo fottutissimo pc
a raccogliere inchiostri
psichedelici e mai stampati
di giornali di ogni data,
ogni tempo, ogni mondo,
dai continenti delle cronologie dimenticate,
forse troppo sensibile questa pagina di pixel
da non amare i polpastrelli
a solleticare la sua gonna di jeans,
da non amare le promesse di un paradiso
da chi dice che lo sta vivendo adesso.
È uno sputo nell'occhio
per chi è stata costretta,
per chi le hanno detto che è una marionetta,
per chi le hanno già tagliato ogni corda
ogni inutile illusione
che le tenevano le gambe ritte.
Qual è il colore del purgatorio?
Lei mi rispose: il colore
delle sue scarpe sporche.
Si inizia con una strofa che rimane appesa grammaticalmente, ma non ha importanza, dopo aver tirato in ballo l’umano e il divino, perfino un bambino, si passa alla seconda strofa bruscamente parlando di morfine e puttane… “qual è il colore del purgatorio?” una domanda senza senso, ma perfettamente coerente nella sua incoerenza già con le prime due strofe. Il fato si spappola il cervello, o meglio lo spappola a noi umani, che non sappiamo nulla, né del paradiso, né dell’inferno, del purgatorio. La vita è colpevole di accidia, un’apatia che è solo un delirio, forse. Poi si parla addirittura di vergini, paragonandole ai sogni, seguendo sempre binari che portano in contraddizioni, come contraddittoria è la vita. Più giù nei versi la poesia presenta tratti di “meta-poesia”, la finzione viene svelata e l’autrice sta battendo i tasti sul “fottutissimo pc” che va in tilt come il lettore, in preda ad un turbine di immagini: per esempio “continenti delle cronologie dimenticate”, un’espressione che fonde nuovo ed antico in modo estremamente originale. Gli ultimi tre versi poi, sono spiazzanti, profondamente enigmatici ma per questo colpiscono: questo è il cosiddetto effetto dello “straniamento” che porta il lettore a rimanere disorientato, come se già non fossero bastate tutte quelle frasi catapultate sul foglio. La genialità di Giorgia sta anche in questo, nel sorprendere il lettore e nel lasciarlo che lui stesso interpreti la poesia come meglio crede. Le poesia di Giorgia sono come uno spartito, che ognuno suona con lo strumento che vuole e seguendo sì le note, ma inserendo il proprio ritmo.
(continua)
-
(...)
Aldo Bilato compone poesia di solito brevi, ma fortemente incisivi ed efficaci, a volte un po’ ermetici ma sicuramente portatori sempre del suo punto di vista. L’essenzialità della parola è la sua genialità maggiore: in pochissime battute esprime un concetto che altri impiegherebbero versi e versi, il prezzo da pagare per capirlo è quello di liberarsi dei concetti precostituiti che il discorso quotidiano si porta appresso, ad esempio tutti i fronzoli di una parola ornata e atta a convincere. In realtà anche la parola di Aldo è “ornata”, anzi egli sceglie il vocabolo anche e soprattutto in base al suono: allitterazioni e giochi di parole sono il suo piatto forte. L’originalità è poi indiscussa, le sue poesie sono sempre particolari e spaziano in tutti i campi, anzi mescolano forte e contenuti appartenenti ad ambiti spesso anche molto diversi, donando al lettore quella particolare sensazione dello “straniamento” di cui ho già parlato per Giorgia Spurio.
La seguente è una sua poesia che io considero la sua “dichiarazione di poetica”, dal titolo “Un concetto s’esprime”
*
si parte dal
tratteggiar
la mente
il drappeggio è
conseguente
consequenziale
al concetto che
s'esprime
poco importa
se a verso libero
oppure in rime
Piuttosto chiara questa, poco ermetica a differenza di altre, ma sicuramente efficace: il primo passo per scrivere una poesia, è fissare in mente il concetto, poi successivamente iniziare a scrivere e, come ultimo passaggio, c’è “il drappeggio”: immagine molto bella che indica la revisione delle parole e dello stile di ogni componimento. A parte qualche espediente retorico come “conseguente-conseguenziale” oggettivamente pregevole, si può essere o meno d’accordo con questa concezione della poesia qui espressa, ma la genialità risiede, a mio avviso, nella capacità di sintesi e nel dare ad ogni parola un significato semantico nello stesso tempo ambiguo e sfuggente, ma concisamente elegante. Poi, poco importa – dice – se a verso libero oppure in rime – ma la rima è evidente (esprime\rime) ed decisamente calzante proprio per le parole utilizzate.
Un’altra poesia che mi ha colpito di Aldo è questa, dal titolo “Sei bellissima”
*
eppure t'ho appena intravista
sporcare le lenzuola ...
mai che tu m'abbia
cucinato due uova al tegamino
la mattina
che mi piacciono così tanto
né t'ho vista piangere
m'avrebbero fatto ricredere
soprattutto le uova
invece pretendi ch'io t'aspetti
nel mentre tu dichiari
di non essere all'altezza
e di avere troppo da fare ...
ma vai a cagare figlia mia
gli amici e la mia vicina
organizzano una festa stasera
nessuno piange
e non si mangiano uova
la carta igienica l'offre la casa
nel caso non sapessi dove andare ...
Il titolo, banale, preannuncia una poesia d’amore: in realtà, dietro la banalità del titolo ben presto uscirà una poesia d’amore del tutto originale e anche sicuramente poco “d’amore”. Protagonista dei versi, più che questa donna bellissima, sembrano le uova al tegamino, che ricorrono ben 3 volte in pochi versi, a dare originalità al testo. In questo testo forse c’è meno ricerca stilistica e più dissacrazione, svelamento nel reale di un tema caro ai poeti: si entra nel quotidiano e poi anche nel volgare, ma l’amore – in tutte le sue forme – è fatto anche di questo. “Vai a cagare” metaforicamente sì, ma la carta igienica “l’offre la casa”, una battuta che ha del geniale.
-
Aggiungo ora un’ultima poesia, che, non appena la lessi, la considerai “geniale”. E dico poesia, non autore, in quanto non ritengo egli sia geniale in tutti i suoi componimenti, ma solo in questo che segue. È Massimiliano Manocchia (lo cito solo ora per non rischiare di sembrare “lecchino” nei confronti di chi ha aperto il topic). Il titolo è “La parte bianca della pagina”
Un poeta è u-
no che quan-
do scri-
ve va a ca -
po quan-
do caz-
zo gli pare.
A parole caso o scrive e
le in fila mette.
Ma spreca più versi che carta.
Solitamente
io leggo la parte
bianca della pagina.
Lì c'è tutto –
Già l’idea della prima strofa è originalissima e calza a pennello con ciò che vuole esprimere, credo anche provocatoriamente. Peccato per quel cazzo perché forse l’espressione volgare poteva anche risparmiarsela… Ma gli ultimi quattro versi sono decisamente geniali: leggere la parte bianca del foglio. Cosa vorrà mai significare? Forse nulla o forse tutto – lì dove c’è tutto! – secondo me si commenta da sola questa espressione! Ritorna l’effetto straniante ed anche dissacrate tipico della genialità (o parte di essa): un finale a sorpresa che non ti aspetti, anzi, te lo aspetti perché c’è nel titolo, ma non ti aspetti che volesse dire proprio quello, che legge la “parte bianca”, senza le parole, senza gli accapo, senza nulla. Il resto delle poesie di Massimiliano, sono molto belle e scritte in maniera mirabile, ma forse non ha tanto del “geniale” tutto il resto… opinione mia ovviamente! Ed aspetto da lui, proprio portando l’unico esempio di poesia geniale nella sua produzione, chiarimenti a proposito della continuità di cui parlava all’inizio…
-
Vorrei proporre io, ora, due autori secondo me geniali; seguendo lo schema già dato da Massimiliano, porto come esempio Giorgia Spurio (http://giorgiaspurio.scrivere.info/ (http://giorgiaspurio.scrivere.info/)) ed Aldo Bilato (http://aldobilato.scrivere.info/ (http://aldobilato.scrivere.info/)), che si collocano agli estremi opposti: l’una “istintiva” (ma non troppo), l’altro estremamente ricercato.
I componimenti di Giorgia sono un fiume in piena, parole che si stagliano nei versi come onde impetuose, come un uragano, tale da pensare che escano a caso dalla penna dell’autrice: in parte è anche vero – e qui risiede parte della genialità – ma dietro l’apparente casualità si cela invece un meccanismo, anche inconscio, che fa da filo conduttore a tutta la poesia. Si potrebbe parlare di “voli pindarici”, io direi più che Giorgia possiede un’enorme fantasia e quindi una “genialità” innata dello “scrosciare” parole sul foglio: il lessico è sempre audace e mai banale, le metafore sono sempre originalissime, lo stile è più unico che raro. Le sue poesie oscillano fra un originale ermetismo ed una sorta di enigmatica e quasi sacra parola che sembra sconfinare a volte in una strana religione personale. In una parola la sua poesia è indefinibile, come indefinibile – o arduo da classificare – è spesso il “genio”.
Ora, procederò ad una breve (e sicuramente non esaustiva, non ne sono capace!) analisi della seguente poesia, che è quella di Giorgia che mi ha colpito di più, dal titolo “Il colore del purgatorio”.
A volte la paura
di non essere più,
forse non un dio
né un umano,
ma solo un delirio
strapazzato tra le dita
che ha un bimbo.
Non è morfina quella
che iniettano alle narici delle puttane
svestite, abbandonate, senza lingua
e senza perdono.
Quale colore ha il purgatorio?
Me lo chiese con un occhio solo
il fato che si spappola il cervello.
Quale accidia potrà aver commesso la vita?
I gironi ci portano a cucirci le ciglia
e a pregare le cecità
di ogni mano nascosta nei pantaloni.
Non urlano più...
I sogni come vergini
dal cui martirio
nessuno porterà a loro la santità,
ma solo corde di vocali
percosse e divorate,
prostituite e violentate.
E mi va in tilt questo fottutissimo pc
a raccogliere inchiostri
psichedelici e mai stampati
di giornali di ogni data,
ogni tempo, ogni mondo,
dai continenti delle cronologie dimenticate,
forse troppo sensibile questa pagina di pixel
da non amare i polpastrelli
a solleticare la sua gonna di jeans,
da non amare le promesse di un paradiso
da chi dice che lo sta vivendo adesso.
È uno sputo nell'occhio
per chi è stata costretta,
per chi le hanno detto che è una marionetta,
per chi le hanno già tagliato ogni corda
ogni inutile illusione
che le tenevano le gambe ritte.
Qual è il colore del purgatorio?
Lei mi rispose: il colore
delle sue scarpe sporche.
Si inizia con una strofa che rimane appesa grammaticalmente, ma non ha importanza, dopo aver tirato in ballo l’umano e il divino, perfino un bambino, si passa alla seconda strofa bruscamente parlando di morfine e puttane… “qual è il colore del purgatorio?” una domanda senza senso, ma perfettamente coerente nella sua incoerenza già con le prime due strofe. Il fato si spappola il cervello, o meglio lo spappola a noi umani, che non sappiamo nulla, né del paradiso, né dell’inferno, del purgatorio. La vita è colpevole di accidia, un’apatia che è solo un delirio, forse. Poi si parla addirittura di vergini, paragonandole ai sogni, seguendo sempre binari che portano in contraddizioni, come contraddittoria è la vita. Più giù nei versi la poesia presenta tratti di “meta-poesia”, la finzione viene svelata e l’autrice sta battendo i tasti sul “fottutissimo pc” che va in tilt come il lettore, in preda ad un turbine di immagini: per esempio “continenti delle cronologie dimenticate”, un’espressione che fonde nuovo ed antico in modo estremamente originale. Gli ultimi tre versi poi, sono spiazzanti, profondamente enigmatici ma per questo colpiscono: questo è il cosiddetto effetto dello “straniamento” che porta il lettore a rimanere disorientato, come se già non fossero bastate tutte quelle frasi catapultate sul foglio. La genialità di Giorgia sta anche in questo, nel sorprendere il lettore e nel lasciarlo che lui stesso interpreti la poesia come meglio crede. Le poesia di Giorgia sono come uno spartito, che ognuno suona con lo strumento che vuole e seguendo sì le note, ma inserendo il proprio ritmo.
(continua)
Posso essere sincera senza essere mandata al rogo?
Surrealismo: semplice ... basta usare l'automatismo psichico o ... scolarsi una bottiglia.
Se è per lo spaesamento, porto le poesie dei miei schizofrenici. Ce ne sono di veramente interessanti, non solo da un punto di vista psichiatrico.
Chiedo: è questo che fa il genio?
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Posso essere sincera senza essere mandata al rogo?
Surrealismo: semplice ... basta usare l'automatismo psichico o ... scolarsi una bottiglia.
Se è per lo spaesamento, porto le poesie dei miei schizofrenici. Ce ne sono di veramente interessanti, non solo da un punto di vista psichiatrico.
Chiedo: è questo che fa il genio?
Sai, io odio le poesie dei surrealisti, secondo me non sono nemmeno "poesie"... ma che devo dire, secondo me le composizioni di Giorgia Spurio, seppur assimiliabili a quelle dei surrealisti (scolandosi una bottiglia di vodka) non hanno nulla a che vedere con esse. Quello che rende geniale i suoi scritti, a mio avviso, è il fiume in piena che è apparentemente disordinato ma in realtà ha una capacità evocativa incredibile, o almeno questo succede a me quando li leggo. Ecco perchè è inutile parlare della definizione di "genio", perchè è altamente soggettiva anche questa! Hai espresso la tua opinione, ci mancherebbe altro, io esprimo la mia! :)
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Ho letto anche le altre tue proposte Michele e ho capito una cosa di te: sei attratto dall'inusuale, meglio se incomprensibile o solo parzialmente comprensibile. Ti attrae la sensazione di vertigine che provi, leggendo.
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Ho letto anche le altre tue proposte Michele e ho capito una cosa di te: sei attratto dall'inusuale, meglio se incomprensibile o solo parzialmente comprensibile. Ti attrae la sensazione di vertigine che provi, leggendo.
si hai capito perfettamente. per me, ripeto, per me, anche questa capacità fa il genio! quindi stiamo nella sfera altamente soggetiva!
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Adesso, per favore, fatela finita. Siete sempre gli stessi, vanagloriosi ed inutili, a parlare di genialità, pensando di essere autentici geni, sofferenti che nessuno ve lo dica e tesi nell'attesa di sentirvelo dire. Finitela, una buona volta! Ragazzini illusi e superbiosi, che credete di dare a quello o a quell'altro del genio, in modo che qualcuno prima o poi lo dia a voi, che credete di meritarlo, anzi ne siete del tutto convinti.
Non vi accorgete di quanto siete ridicoli? Si, proprio ridicoli. Qui non vi sono geni, e anche se vi fossero nessuno potrebbe accorgersene, perchè il genio non viene notanto alla prima ma... dopo morto!
Finitela con questi discorsi, qui non ci sono geni, ma soltato persone con un'alta cognizione e presunzione di sè, che si reputano geni, ma sono solo bambini viziati che pensano di essere geni.
Siete soltanto persone montate, piene di sè senza ragione, volete dimostare la vostrra cultura, reputate geni,e vi sforzate di dimostrarlo, esaltate gente che di genialità non ha niente, proprio niente, ma solo invidia, gelosia, rabbia interiore, e li esaltate, in attesa che di voi dicano a loro volta che siete geni.
Ma fatemi il piacere! Crescete, levatevi illusioni, nessuno di noi è un genio, inutile illudersi. Siamo tuti dei gran bischeri, e a Firenze, nei suo vicoli di san Frediano, ce lo direbbro: "Che bischeri che siete! Andatevi a mangiare una bistecca alla fiorentina, su brace di ginepro, innaffiata con Chianti classico in abbondanza!
Anche i non geni, io e voi, sapremo gustare almemo una bella costata cotta al sangue e innaffiata da buon vino delle colline.
E allora, sorpresi dal fervore che il Chianti e la bistecca sanno dare, parleremo di donne, di amori, di colline e di campagna, e se saremo seduti attorno al desco in una romantica trattoria del luogo, osservando il dolce digradare delle colline dalla finestra aperta, ci accorgeremo che il "genio" appartiene ad altra entità, attenueremo la nostra boria e il nostro aulico sentire, entreremo in una dimensione più modesta, e non penseremo più di essere gli aedi della cultura e del sapere.
Fate come vi ho detto e finitela. Non siete geni, non siamo geni. Avete soltanto bisogno di espandere e far sapere la vostra cultura. Che è davvero poca e misera cosa, ragazzi. Con la crescita e col tempo imparerete.
Ora, per favore, datevi una regolata. Come me, che l'ho capito da tempo, non siete portatori di verità, siete capaci solo di presentare quel minmo di cultura che credete di avere, ma che gli altri si accorgono che non è cultura ma solo sfrenato esibizionismo.
Con mille e uno auguri da parte mia... che la modesti riprenda il sopravvento. Lo merita.
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Aggiungo, Michele, oltre a ciò che ho già detto, sei attratto anche dall'originalità e non disdegni la dissacrazione.
Per quanto riguarda l'automatismo psichico, ho provato a scrivere in quello stato mentale, poiché mi piace sperimentare, e far parlare l'inconscio senza filtri è uno scherzetto che mi affascina, (chissà perché? :) ). Credo che ti piacerebbero, ma non le ho mai pubblicate e non credo che lo farò, per me sono materiale d'altro studio.
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Aggiungo, Michele, oltre a ciò che ho già detto, sei attratto anche dall'originalità e non disdegni la dissacrazione.
Per quanto riguarda l'automatismo psichico, ho provato a scrivere in quello stato mentale, poiché mi piace sperimentare, e far parlare l'inconscio senza filtri è uno scherzetto che mi affascina, (chissà perché? :) ). Credo che ti piacerebbero, ma non le ho mai pubblicate e non credo che lo farò, per me sono materiale d'altro studio.
no, credo non mi piacerebbero per niente, invece! senza offesa.. ho letto tante di queste poesia.. e mi piacciono solo quelle di giorgia spurio. che sia o meno un genio non m'interessa! facciamo finta che lo sia, per me qualcosiana del "genio" c'è l'ha. poi ci andiamo a mangiare una bistecca tutti insieme!
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no, credo non mi piacerebbero per niente, invece! senza offesa.. ho letto tante di queste poesia.. e mi piacciono solo quelle di giorgia spurio. che sia o meno un genio non m'interessa! facciamo finta che lo sia, per me qualcosiana del "genio" c'è l'ha. poi ci andiamo a mangiare una bistecca tutti insieme!
:) Sorrido. Non importa se ti piacerebbero o no, era una battuta la mia, il fatto che tu ci tenga a precisarlo a scatola chiusa è comunque discutibile. Ci sono delle contraddizioni molto evidenti in quel che dici, di cui spero tu sia consapevole. Preciso: io non sto cercando geni, non ne ho la competenza.
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:) Sorrido. Non importa se ti piacerebbero o no, era una battuta la mia, il fatto che tu ci tenga a precisarlo a scatola chiusa è comunque discutibile. Ci sono delle contraddizioni molto evidenti in quel che dici, comunque. Preciso io non sto cercando geni, non ne ho la competenza.
sorridi sì e fai bene, dopotutto stiamo qui - o forse devo parlare solo per me - per divertirci, per passare il tempo in modo piacevole ma allo stesso tempo costrittivo, con quella che rimane, in ogni caso, una discussione interessate.
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sorridi sì e fai bene, dopotutto stiamo qui - o forse devo parlare solo per me - per divertirci, per passare il tempo in modo piacevole ma allo stesso tempo costrittivo, con quella che rimane, in ogni caso, una discussione interessate.
Io sono qui solo perché amo stimolare ed essere stimolata, perché un confronto insegna sempre qualcosa, perché mi piacerebbe che si potesse davvero crescere insieme, offrire e ricevere degli spunti di riflessione, senza alcuna pretesa, se non per il piacere di farlo, serenamente ed in modo autentico, senza malafede, senza obiettivi occulti, senza acredine.
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..non so se riesco ad avere chiaro il senso della genialità che intende Massimiliano.. e temo dovremo aspettare lunedì per avere la sua opinione… ma vorrei portare anch’io alcuni autori leggendo i quali ne ho sentito il profumo secondo la mia sensibilità…(mia)..
vorrei iniziare con Luca Torri.. di lui trovo speciale l’intensità del trasmettere in un linguaggio molto personale..direi inconfondibile..
questo in ogni sua poesia.. ma soprattutto quello che mi porta a sentirne la genialità è la capacità di farsi ‘altro’.. di riuscire a diventare.. a essere… ciò che scrive… offrendo a chi legge una porta aperta in cui entrare e dove trovare una pietra sui cui sedersi e riflettere… tra parole che credo di poter dire, non perdono mai originalità né naturalezza.. e la ricerca non le rende mai artefatte… regalando, oltre la riflessione, il piacere della parola stessa..
nel testo che propongo io ravviso tutto questo..
Ahah!
gli ho sparato in faccia
da un pollice di distanza,
poi gli ho preso la testa per i capelli
e gliel'ho staccata con un colpo di karate,
e poi l'ho calciata sulla luna
e la luna s'è spenta,
allora qualcuno da un dirigibile di passaggio
ha chiamato la polizia,
mi sono voltato ed ho visto le pantere
scendere tra le colline,
ho sputato un dente di leone
e me ne sono andato.
sono entrato in un bar.
(uccidere asseta)
ho preso da bere un bicchiere di latte,
le lampade facevano una luce rossa
così che il mio latte sembrava sangue,
poi mi -sembrava- che tutti ce l'avessero con me,
ho fatto secco il tizio vicino al telefono
bucandogli un occhio,
certamente stava per avvertire gli sbirri,
dopodiché
anche tutti gli altri stavano buoni buoni,
e ognuno pensava a se stesso.
ah!
poi mi sono sdraiato sul pavimento
e la gente se n'è andata indignata
lasciandomi solo come un cane
spengendo la luce
come piace a me.
allora ho sognato che ero un cane
e facevo una lunga passeggiata
a caccia di farfalle,
mi si appallottolava
la pancia dalla felicità,
come quando mi baci o mi guardi prima
dell'amore,
e quando mi sono svegliato ero in prigione
inebetito e folle,
e mi mettevano una tuta
arancione,
e tu eri morta di dolore da mille secoli.
ah- ah!
e mentre mi legavano alla sedia
mi mostravano una tua fotografia
e un dente di leone,
poi hanno dato corrente alla morte,
la voragine s'è spalancata sotto la sedia
e mentre precipitavo
tutte le luci si sono spente
come piace a me
e m'è venuta voglia di ridere
ah- ah- ah!
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..non so se riesco ad avere chiaro il senso della genialità che intende Massimiliano.. e temo dovremo aspettare lunedì per avere la sua opinione… ma vorrei portare anch’io alcuni autori leggendo i quali ne ho sentito il profumo secondo la mia sensibilità…(mia)..
vorrei iniziare con Luca Torri.. di lui trovo speciale l’intensità del trasmettere in un linguaggio molto personale..direi inconfondibile..
questo in ogni sua poesia.. ma soprattutto quello che mi porta a sentirne la genialità è la capacità di farsi ‘altro’.. di riuscire a diventare.. a essere… ciò che scrive… offrendo a chi legge una porta aperta in cui entrare e dove trovare una pietra sui cui sedersi e riflettere… tra parole che credo di poter dire, non perdono mai originalità né naturalezza.. e la ricerca non le rende mai artefatte… regalando, oltre la riflessione, il piacere della parola stessa..
nel testo che propongo io ravviso tutto questo..
Ahah!
Davvero notevole capacità descrittiva e d'immedesimazione, concordo. Ma ... secondo me non è poesia, mettila senza a capo, è prosa, bella prosa, ma non poesia ...
gli ho sparato in faccia
da un pollice di distanza,
poi gli ho preso la testa per i capelli
e gliel'ho staccata con un colpo di karate,
e poi l'ho calciata sulla luna
e la luna s'è spenta,
allora qualcuno da un dirigibile di passaggio
ha chiamato la polizia,
mi sono voltato ed ho visto le pantere
scendere tra le colline,
ho sputato un dente di leone
e me ne sono andato.
sono entrato in un bar.
(uccidere asseta)
ho preso da bere un bicchiere di latte,
le lampade facevano una luce rossa
così che il mio latte sembrava sangue,
poi mi -sembrava- che tutti ce l'avessero con me,
ho fatto secco il tizio vicino al telefono
bucandogli un occhio,
certamente stava per avvertire gli sbirri,
dopodiché
anche tutti gli altri stavano buoni buoni,
e ognuno pensava a se stesso.
ah!
poi mi sono sdraiato sul pavimento
e la gente se n'è andata indignata
lasciandomi solo come un cane
spengendo la luce
come piace a me.
allora ho sognato che ero un cane
e facevo una lunga passeggiata
a caccia di farfalle,
mi si appallottolava
la pancia dalla felicità,
come quando mi baci o mi guardi prima
dell'amore,
e quando mi sono svegliato ero in prigione
inebetito e folle,
e mi mettevano una tuta
arancione,
e tu eri morta di dolore da mille secoli.
ah- ah!
e mentre mi legavano alla sedia
mi mostravano una tua fotografia
e un dente di leone,
poi hanno dato corrente alla morte,
la voragine s'è spalancata sotto la sedia
e mentre precipitavo
tutte le luci si sono spente
come piace a me
e m'è venuta voglia di ridere
ah- ah- ah!
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..proporrei di non citare ogni intevento a cui si risponde.. poichè essendo lunghi riempiono spazio inutilmente...
Grazia.. si ricade nell'annoso dilemma del filo sottile che distingue la prosa dalla poesia.. già trattato anche qui e ovviamente senza una soluzione...
perciò ognuno rimarrà della propria opinione che ha il valore di quella di ogni altro... e la mia è che questa sia poesia...
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Dimmi perché la reputi poesia e non prosa.
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..posso dirti perchè lo è per me... non ho altra pretesa..
perchè non è una descrizione.. ma un viaggio.. ricco di immagini poetiche in grado di evocarne altre.... ha significati non soltanto palesi.. e io ne sento chiaramente l'armonia e il suono..
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na succosa bistecca alla fiorentina he non definire la genialità e i geni di questo sito, che pullulano come acqua di una polla sorgiva.
Dici che è tutto un gioco, in verità prendete il gioco con una foga tale che mi sembrate una tribuna politica alla vigilia delle elezioni.
L'unico che veramente ha voglia di scherzare sono io, ma voi non sembrate accorgervene, forse troppo presi nell'ingranaggio di dimostrare la vostra cultura e competenza.
Tu scambi per "foga" il mio modo di scrivere... semplicemente perchè mi piace scrivere e mi piace confrontarmi, anche con toni accesi a volte.
Parlando davvero seriamente: qui nel sito, al di fuori del concetto di genialità, del quale non si dovrebbe davvero parlare, c'è sul serio qualche Poeta (rarissimo) veramente di autentico valore. Ma di lui non ve ne accorgete.
Forse non hai capito ma sono d'accordo con te! Non mi attengo certo ai commenti e alla fama! Avrei voluto citare anche un altro autore, Filippo Lorenzo De Nicola, pressochè sconosciuto, che a mio avviso ha degli spunti poetici a volte geniali. Ma fa niente, ho capito che.. hai ragione... tutto tempo sprecato... aspettami per la bistecca!
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infatti non è una poesia...è meglio. ;)
Buona discussione.
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..posso dirti perchè lo è per me... non ho altra pretesa..
perchè non è una descrizione.. ma un viaggio.. ricco di immagini poetiche in grado di evocarne altre.... ha significati non soltanto palesi.. e io ne sento chiaramente l'armonia e il suono..
Per quanto possa essere evocativa, per me resta una descrizione, che ha caratteristiche oniroidi e crepuscolari, se vogliamo. In caso contrario, dovremmo considerare poesia, per esempio, molti racconti e romanzi di Dostoiesky. Questo pezzo, non so perché, mi evoca la sonata a Kreutzer ... devo andare a rileggerlo ... :) Come diceva emily dickinson esiste la prosa poetica, che poi è la miglior prosa, se proprio ci senti il ritmo ...
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Questo era il mio commento al testo di Luca Torri "Ahah", su segnalazione di Amara
"Davvero notevole capacità descrittiva e d'immedesimazione, concordo.
Ma ... secondo me non è poesia, mettila senza -a capo: è prosa, bella prosa, ma non poesia ...
Io non riesco a trovarlo anche se c'è la risposta di Amara. Non so se per voi è visibile.
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..l'hai inserita a metà della citazione Grazia...
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fren..fren
- chi è? -
La cicala...
- che vuole questa cicala? -
cantare...
- non è luogo, qui si nega -
fren...fren
-chi è?-
la cicala...
- che vuole questa cicala? -
cantare...
- non è luogo, qui si giudica -
Fren...fren
- chi è? -
la cicala...
-che vuole questa cicala?-
solo cantare...
- non è luogo, qui si disprezza -
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Non credo si possa cancellare un intervento in un forum democratico. Tanto meno in un forum di sedicenti artisti che disquisiscono di poesia. Si dovrebbe lasciare e spiegare il motivo della censura, eventualmente, solo successiva, ad un'ingiuria o un'offesa grave che lede la dignità della persona, al massimo. Ma si potrebbe evitare anche questo, esistono le eventuali querele per diffamazione, in caso ce ne fosse bisogno. E comunque ognuno si assume la responsabilità di quel che scrive. Sta all'intelligenza degli altri farsi un'idea della situazione.
Aforisma:
♥
Gli stupidi per sentirsi intelligenti s'affiancano agli idioti.
Gli intelligenti preferiscono la compagnia d'un genio.
I geni accolgono tutti, ma stanno molto volentieri con se stessi.
♥
Copyright©2011 Grazia Longo
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a si potrebbe evitare anche questo, esistono le eventuali querele per diffamazione, in caso ce ne fosse bisogno. E comunque ognuno si assume la responsabilità di quel che scrive. Sta all'intelligenza degli altri farsi un'idea della situazione.
Appunto, sta all'intelligenza. O almeno starebbe.
Perché forse parli senza sapere quale sia la situazione. Vedi, la responsabilità è condivisa fra chi scrive e chi pubblica. Se tu scrivi qualcosa, ne rispondi, ma io ne rispondo con te. Anzi, siccome il mio nome è registrato per il dominio, prima vengono a querelare me, e poi cercano di trovare te, perché nessuno gli dice che tu usi un vero nome e cognome nel sito, per quel che ne sanno gli eventuali poliziotti tu potresti essere un ragioniere cinquantenne e grasso che usa "Grazia Longo" come nick ed una foto falsa, mentre io ho dovuto dare i dati anagrafici ed estremi dei documenti.
Quindi fare la polemica a mie spese (e del sito, perché a seguito di una querela il giudice può oscurare l'intero sito) non è consentito.
Inoltre essere fuori a cena e dover tornare a casa perché c'è qualcuna/uno che da i numeri nel forum non mi è proprio una cosa gradita, anzi mi fa sinceramente indisporre. Possibile che non abbiate il minimo rispetto per gli altri e che per voi conti sono il vostro divertimento a provocare o le vostre bizze?
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Ho sempre avuto il massimo rispetto per tutti e non ho alcuna intenzione di portare rogne da nessuna parte, ma credimi, trovo assolutamente assurdo quello che succede in questo forum. Se vuoi sincerarti di come siano andate le cose non ti resta che leggere. Si era riusciti, con molta pazienza a fare qualcosa di costruttivo, fino ad un certo punto e mi sono adoperata, faticosamente a cercare di dare un senso a questo forum. Cerca di renderti prima conto della situazione e non sparare a zero. Il mio ultimo post è la conseguenza di un comportamento scorretto e assolutamente incomprensibile, che altri hanno messo in opera. Leggi e comprendoi se sei in buona fede. Spero che quello che hai detto non sia rivolto alla mia persona, poichè è fuori da ogni logica, per quel che mi riguarda.
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Ah dovresti poter leggere quello che è stato cancellato dei miei interventi, io purtroppo non ho una copia, e poi darmene motivazione, in publico, se non altro per rispetto, che deve essere necessariamente reciproco.
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... perché nessuno gli dice che tu usi un vero nome e cognome nel sito, per quel che ne sanno gli eventuali poliziotti tu potresti essere un ragioniere cinquantenne e grasso che usa "Grazia Longo" come nick ed una foto falsa, mentre io ho dovuto dare i dati anagrafici ed estremi dei documenti.
Quindi fare la polemica a mie spese (e del sito, perché a seguito di una querela il giudice può oscurare l'intero sito) non è consentito.
Inoltre essere fuori a cena e dover tornare a casa perché c'è qualcuna/uno che da i numeri nel forum non mi è proprio una cosa gradita, anzi mi fa sinceramente indisporre. Possibile che non abbiate il minimo rispetto per gli altri e che per voi conti sono il vostro divertimento a provocare o le vostre bizze?
Intanto io uso la mia identità e auspicherei, anche se è impopolare, che in un sito di poesie lo facessero tutti. Ripeto, trovo assolutamente disdicevole che mi si redaguisca in questo modo in pubblico e poi in privato mi si spieghi che la cancellazione dei miei topic è conseguenziale all'errore di altri. Non vedo il perchè di questa doppiezza che risulta diffamatoria nei miei riguardi. Non sarebbe stato più lineare e consono, scrivere in pubblico quello che mi hai scritto in privato, parlando, a questo punto, d'altri e rivolgendoti a me, in modo alquanto supponente, tanto per usare un eufemismo, per non dire in modo francamente aggressivo e spropositato?
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Ho appena trovato un aneddoto, che mi ha colpito. Lo condivido con voi, perchè dato che non credo nella genialità, ma nell'uomo ( a parte Mozart, che è fra gli unici, pochissimi esseri luminosi ), trovo che una scintilla di umanità sappia illuminare i sentieri più oscuri. Forse dovremmo dar enfasi a questo, piuttosto che alla ricerca del Santo Graal della luminosa genialità:
Un uomo molto anziano, incontrando le persone, le salutava dicendo: "Buongiorno, Pace, Salute e Buono sentimento". Questo era il suo saluto anche se a volte nessuno lo capiva. Finché un giorno un ragazzino gli chiese quale fosse il senso di questo saluto. Lui, sorpreso dalla curiosità del ragazzino, rispose: "Pace, Salute e buon sentimento sono le cose più importanti per vivere bene. La pace ti dà serenità; La salute ti dà forza e vigore fisico per andare avanti; il Buon sentimento è quello che non ti fa perdere i sensi e ti fa riconoscere il bene dal male. Ognuna di queste cose ha bisogno l'una dell'altra perché non può esserci Pace senza Salute, né Salute senza Pace ma soprattutto né Pace e né salute senza Buono sentimento". Il ragazzino, soddisfatto, capì che quello era l'augurio più bello che le persone potevano farsi.
E' anche il mio augurio di stanotte ...Pace, Salute e buon sentimento, amici miei .
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Intanto io uso la mia identità e auspicherei, anche se è impopolare, che in un sito di poesie lo facessero tutti. Ripeto, trovo assolutamente disdicevole che mi si redaguisca in questo modo in pubblico e poi in privato mi si spieghi che la cancellazione dei miei topic è conseguenziale all'errore di altri. Non vedo il perchè di questa doppiezza che risulta diffamatoria nei miei riguardi. Non sarebbe stato più lineare e consono, scrivere in pubblico quello che mi hai scritto in privato, parlando, a questo punto, d'altri e rivolgendoti a me, in modo alquanto supponente, tanto per usare un eufemismo, per non dire in modo francamente aggressivo e spropositato?
Non parlavo di te dicendo che avevi scritto post offensivi, o che ero dovuto tornare a casa perché qualcuno faceva le bizze o creava polemiche nel forum, ma ad altri. Usavo il "voi" e non il "tu", se leggi quello che ho scritto senza la coda di paglia.
Riguardo i tuoi topic, il problema è stato che cancellando quei post i tuoi, nei quali rispondevi, sarebbero rimasti appesi in aria senza nessun senso perché non esisteva più ciò a cui rispondevi. Rimane però segno di rispetto per il forum e la redazione, scrivere quesiti personali via mail e non sul forum. E' un segno di saper vivere il una comunità.
Prendevo invece te come esempio per rispondere a quello che dicevi, ed infatti usavo il "tu". Dicevi che bisognerebbe lasciare pubblicati anche i post offensivi perché chi ne risponde è chi lo scrive.
Invece, prima di tutto secondo la legge chi lo pubblica è altrettanto responsabile, perché avendo il potere e la possibilità di cancellarlo non l'ha fatto. E' la legge che pretende che noi vediamo ciò che viene pubblicato e che cancelliamo offese e diffamazioni.
Secondo, la gente si offende per le cose più varia, anche quando l'offesa è più dovuta ad una coda di paglia, al leggere con i paraocchi, piuttosto che ad una causa vera. Ad esempio vedi come ti sei offesa tu.
Terzo, mentre una querela potrebbe farmi arrivare la polizia alla porta di casa perché è depositato chi sono e dove abito, una querela nei tuoi confronti non ti farebbe arrivare nessuno alla porta, perché nessuno sa veramente chi sei e dove abiti. Non sei iscritta al club, quindi noi non abbiamo le tue generalità, e tanto meno ce l'ha la polizia, quindi come potrebbe notificarti un atto giudiziario? Mobilitando centinaia di agenti andando a casa di tutte la famiglie Longo italiane cercando una Grazia, sapendo bene che in internet si usano spesso nomi di fantasia?
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Rispondo in privato, come da te suggerito, sperando che poi tu ti comporti in modo corretto e di conseguenza.
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Avrei preferito parlare di poesia ...
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Secondo me, per rispetto nei confronti della lingua italiana, si dovrebbe evitare di utilizzare a sproposito aggettivi e sostantivi. Si leggono fin troppe lodi sospette nei commenti e nelle bacheche e, a parer mio, non si sentiva il bisogno di estendere il fenomeno al forum. Credo sia semplicemente una questione di gusti. Io, ad esempio, considero mediocre ogni autore citato perché non mi trasmette nessuna emozione. Faccio anch'io il nome di un poeta fra i miei preferiti, cioè Massimiliano Ruggiu, il quale, pur essendo, a mio avviso, una spanna sopra tutti, rifiuta il titolo di poeta.
Ovviamente, è solo la mia modesta opinione ma, visto che si son fatti dei nomi a me sgraditi, ho voluto dare il mio piccolo contributo alla discussione.
Un sorriso sincero per tutti :)
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....., il quale, pur essendo, a mio avviso, una spanna sopra tutti, rifiuta il titolo di poeta.
conosco molte persone qua nel sito Scrivere... ma mai nessuno parlando, si è"fregiato" del titolo di poeta!
non so, se lo rifiutano... ma nessuno si è innalzato a tale! ..almeno fra quelli che ho conosciuto sinora, anche di persona.
ch.s.
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conosco molte persone qua nel sito Scrivere... ma mai nessuno parlando, si è"fregiato" del titolo di poeta!
non so, se lo rifiutano... ma nessuno si è innalzato a tale! ..almeno fra quelli che ho conosciuto sinora, anche di persona.
ch.s.
ah, io "poeta" lo sono sicuramente ;D ;D piacere, michele tropiano il poeta!
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La genialità è diversità: non omologazione a modelli poetici patetici e utilizzati da tutti.
Certo, a ciò si unisca la capacità di saper ragionare per illuminazioni, di saper cogliere le cose nella loro assolutezza e di saper identificare i frammenti che le compongono, doti che vanno coniugate con una discreta abilità nell' utilizzo della comunicativià della parola; però sono convinto del fatto che sarà sempre di gran lunga migliore e più geniale un tale che vive di illuminazioni rispetto ad uno che si crogiola nella perfezione del suo verso.
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La genialità è diversità: non omologazione a modelli poetici patetici e utilizzati da tutti.
Certo, a ciò si unisca la capacità di saper ragionare per illuminazioni, di saper cogliere le cose nella loro assolutezza e di saper identificare i frammenti che le compongono, doti che vanno coniugate con una discreta abilità nell' utilizzo della comunicativià della parola; però sono convinto del fatto che sarà sempre di gran lunga migliore e più geniale un tale che vive di illuminazioni rispetto ad uno che si crogiola nella perfezione del suo verso.
Ma non tutto quel che è diverso è geniale. Questo è spesso l'equivoco in cui si cade ... :)
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quoto balletti. la perfezione è come un vaso vuoto: bisogna romperla per capire quanto è inutile. (prov. cinese)
aggiungo che, però, meglio partire da una diversità da affinare che dalla ostinazione di mettere un'ispirazione originale dove proprio non ce n'è
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genio è la condizione rarissima di essere il più lontano in assoluto dall'imitazione...
:) :) :)
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Ma non tutto quel che è diverso è geniale. Questo è spesso l'equivoco in cui si cade ... :)
La genialità è diversità: non omologazione a modelli poetici patetici e utilizzati da tutti.
Certo, a ciò si unisca la capacità di saper ragionare per illuminazioni, di saper cogliere le cose nella loro assolutezza e di saper identificare i frammenti che le compongono, doti che vanno coniugate con una discreta abilità nell' utilizzo della comunicativià della parola; però sono convinto del fatto che sarà sempre di gran lunga migliore e più geniale un tale che vive di illuminazioni rispetto ad uno che si crogiola nella perfezione del suo verso.
In generale ritengo che ogni tipo di diversità sia in se per se geniale, per il solo fatto che chi è diverso ha il coraggio di esserlo.
A ciò si aggiunga ciò che ho detto sopra.
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@ Alessio Barletti: Non sono d'accordo la genialità è una forma particoolare di diversità. Se vogliamo parlare di genialità, possiamo anche farlo.
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La genialità è diversità: non omologazione a modelli poetici patetici e utilizzati da tutti.
allora dante alighieri, che si è omologato ai suoi modelli poetici precedenti (che ti definisci patetici chissà per quale ragione) non è un genio? leopardi non è un genio? ???
e in ogni caso, si può anche essere "diversi" ed originali anche nell'omologazione ai modelli precedenti, l'importante è farli propri per superarli e trovare qualche altro spunto di diversità al loro interno.
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...ma se questo viene fatto tu sei il primo a gridare allo scandalo per le mancate rime, figure retoriche e quant'altro...
evoluzione col contagocce
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...ma se questo viene fatto tu sei il primo a gridare allo scandalo per le mancate rime, figure retoriche e quant'altro...
evoluzione col contagocce
certo che tu sei una cosa incredibile, ogniqualvolta si fa un discorso generale metti in mezzo sempre me e quello che faccio quello che dico! bah...
cmq, "questo viene fatto" cosa? sto dicendo semplicemente che si può anche essere originali omologandosi sì ai modelli, ma trovando al loro interno delle diversità. diversità che a volte non vengono nemmeno percepite da tutti, ma solo da pochi "addetti ai lavori".
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dicevo perchè hai tirato tu fuori i discorsi delle figure retoriche ecc. e questo post mi pare sia tuo no?
tutto qua.
ma non sei l'unico, solo il più eclatante.
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dicevo perchè hai tirato tu fuori i discorsi delle figure retoriche ecc. e questo post mi pare sia tuo no?
tutto qua.
ma non sei l'unico, solo il più eclatante.
no non l'ho aperto io. e non ho tirato fuori il discorso delle figure retoriche in questo... non c'entra ora
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allora dante alighieri, che si è omologato ai suoi modelli poetici precedenti (che ti definisci patetici chissà per quale ragione) non è un genio? leopardi non è un genio? ???
e in ogni caso, si può anche essere "diversi" ed originali anche nell'omologazione ai modelli precedenti, l'importante è farli propri per superarli e trovare qualche altro spunto di diversità al loro interno.
Attenzione: non ho mai detto che Dante o Leopardi siano patetici, io ho detto:
"il genio è colui che non si omologa a modelli patetici" che è ben diverso; non ho assolutamente detto che fra questi modelli vi siano Leopardi o Dante.
Mi sembra quantomai chiaro che in qualunque modo si decida di differenziarsi si prenderà comunque a modello qualcuno, che lo si voglia o no.
A parte questa precisazione, per modello in linea generale intendo una linea poetica(almeno in questo caso), un modello di poetica comune ecco, un modo di fare poesia piatto e uguale fra tutti.
Avrei dovuto utilizzare una parola più adatta di "modello", fatto sta che questo è ciò che intendo quando parlo di genialità.
Cheers.
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Figo sto topic :)
Non appena avrò qualcosa di più intelligente da dire tornerò...
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Alda Merini:
A tutti i giovani raccomando:
aprite i libri con religione,
non guardateli superficialmente,
perchè in essi è racchiuso
il coraggio dei nostri padri,
E richiudeteli con dignità
quando dovete occuparvi di altre cose.
Ma soprattutto amate i poeti.
Essi hanno vangato per voi la terra
per tanti anni, non per costruirvi tombe,
o simulacri, ma altari.
Pensate che potete camminare su di noi
come su dei grandi tappeti
e volare oltre questa triste realtà quotidiana.
Charles Baudelaire:
L’ALBATRO
Spesso, per divertirsi, le ciurme
Catturano degli albatri, grandi uccelli marini,
che seguono, compagni di viaggio pigri,
il veliero che scivola sugli amari abissi.
E li hanno appena deposti sul ponte,
che questi re dell’azzurro, impotenti e vergognosi,
abbandonano malinconicamente le grandi ali candide
come remi ai loro fianchi.
Questo alato viaggiatore, com’è goffo e leggero!
Lui, poco fa così bello, com’è comico e brutto!
Qualcuno gli stuzzica il becco con la pipa,
un altro scimmiotta, zoppicando, l’infermo che volava!
Il poeta è come il principe delle nuvole
Che abituato alla tempesta ride dell’arciere;
esiliato sulla terra fra gli scherni,
non riesce a camminare per le sue ali di gigante.
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conosco molte persone qua nel sito Scrivere... ma mai nessuno parlando, si è"fregiato" del titolo di poeta!
non so, se lo rifiutano... ma nessuno si è innalzato a tale! ..almeno fra quelli che ho conosciuto sinora, anche di persona.
ch.s.
ah, io "poeta" lo sono sicuramente ;D ;D piacere, michele tropiano il poeta!
infatti... io ho detto fra quelli che conosco ???
noi... credo ci conosciamo, solo in parte... e non personalmente ;D
comunque.. piacere mio, sig. Tropiano!
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Cari tutti,
arrivo qui dopo aver cercato di capire un commento di Paolo Corinto Tiberio, che menzionava il Foro, e scopro con una punta di sorpresa e poi con un misto di imbarazzo e di piacere che Manocchia ha parlato dei miei testi (Crocetti s'e' stizzito ma non ha forse allora tutti i torti, anche se per quel che capisco ognuno qui e' cosciente che una buona bistecca vale quanto una buona poesia, specie se non sono pezzi nostri, sia la bistecca che la poesia).
Poi: questo e' un blog e pagine molto importanti sono solo a un click di distanza. Allora come contributo alla discussione punto in questa direzione:
http://www.poesia2punto0.com/2010/05/30/scriverei-anche-di-un-sasso-intervista-a-cristina-annino/ (http://www.poesia2punto0.com/2010/05/30/scriverei-anche-di-un-sasso-intervista-a-cristina-annino/)
Cari saluti a tutti!
Pietro
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bé, t'ho conosciuto sotto quel giudizio e quando ho letto un tuo testo (anzi l'ho aperto proprio per curiosità) ho riferito alla discussione (un po' dissennata) qui al forum... qui stiamo parlando di genio e non di un quisquis qualunque, pertanto non so se essere definito tale debba farti più piacere che imbarazzo... io opterei, se si ha chiaro il concetto di genio, sull'imbarazzo... e mi domanderei timoroso "In che cosa ho sbagliato?"... :)
cmq devo dire che scrivi bene... ;)
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Ma no mica il piacere che provo e' per via della discussione sul genio!
E' piuttosto simile a quando si legge l'oroscopo del proprio segno sul giornale e prevede ottime cose!
Quanto all'imbarazzo, assieme al senso di colpa, e' tutta la vita che cerco o di ignorarlo o di distruggerlo, e quindi non lo nomino se lo provo e se non lo provo me ne dimentico.
Sto leggendo Giovanni Giudici (il volume dei meridiani "La vita in versi" che raccoglie le sue poesie). L'antilirismo - un buon antidoto contro il lezioso il retorico l'artificiale. E voi cosa leggete di questi tempi?
Cari saluti
Pietro
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ok, sono io la testa di legno a non aver compreso che più che una discussione sul genio, si voleva cercare qui, nel sito, se ce ne fossero (sic)... come un ago nel pagliaio, e per ago sei stato prescelto tu... be, cavolo... di ciò si potrebbe, volendo, provare imbarazzo e non nella discussione sul genio, la quale che io sappia, non è portatrice né di piacere né di dispiacere... :D
be, ho diverse cosette sotto mano... sto finendo un tometto di Caproni di tutte le sue poesie, poi mi sto rileggendo Paul Celan e Maria Rilke ma chi mi sta facendo veramente venire i brividi e un poeta americano, del Connecticuc, Wallace Stevens, con quella sua fottuta chitarra azzurra...
siccome io l'antitodo contro il lirismo me lo sono già somministrato da tempo, non temo più i veleni del "lezioso", del "retorico" e dell' "artificiale", risparmiando fiato del barocco... :D
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Non ci voleva il forum per capire che il Roversi è uno dei migliori qui...
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Non ci voleva il forum per capire che il Roversi è uno dei migliori qui...
verissimo... ma ci vorrebbe qualcosa che faccia tirare la conclusione che chi è il miglior poeta di questo sito è un genio... una cosa del genere: tutti i poeti migliori di questo sito sono geni, Roversi è il miglior poeta di questo sito, Roversi è un genio... ma Barbara storcerebbe il collo e chissà se non s'incazzerebbe... :D
insomma Roversi è certamente e sicuramente il migliore qui, ma non è ancora un genio... :)
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Io mi sono limitato a dire che è uno dei migliori qui, e questo per me è un dato di fatto... :)
Non ho, poi, i mezzi per discernere la genialità dalla bravura...
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Per tirare le somme secondo il postulato che un genio per essere tale deve essere innovatore, io personalmente avrei gradito una analisi in questo senso.
Reputandomi molto ignorante in materia, specialmente riguardo la poesia moderna-odierna, non posso ravvisare il genio poiché anche un mio giudizio di "innovativo o nuovo" sarebbe fallace. Ad es, visto le mie scarse conoscenze, io trovavo "geniale" MarcoCanonicoBaca (Amara, pur piacendomi come poeta, conoscendola non riesco a ravvisare novità alcuna, ma un bella rielaborazione del già detto: Roversi lo conosco poco ma vi ringrazio per la segnalazione di ottima poesia da leggere).
Ora mi farebbe piacere e troverei utile, che ad es si confrontassero dei testi "innovativi" per capire se essi sono presenti nel sito, se sono portatori di genialità, o sono soltanto giochini senza interesse (consapevolmente con il fatto che è solo il futuro del gioco che ne stabilirà se esso darà frutti, se è genio o meno).
Ad es, io cercavo di trovare una chiave musicale che permettesse anche alle pause di essere rappresentate in poesia dal punto di vista metrico: non lo ho mai messo in atto, credo (perché la musicalità mi esce spontanea e non so se invece le correzioni metriche apportate non abbiano cancellato una originale forma di questo progetto che successivamente mi è saltato in mente o se qualche mia poesia lo possa avere ma non vi ho perso tempo a scoprirlo per analizzare le non corrette). Ma questa è solo una mia intuizione, la rappresentazione delle pause proprie della musica, ma se sia innovativo non saprei dire. E se fosse anche geniale, dovrei aver inventato un nuovo tipo di arte: l'ideatrice di tecniche senza essere artista! Bha! Bho! Ci capisce chi può?
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Se proprio dobbiamo parlare di innovazione e originalità (e chissà, forse anche un pizzico di genialità, e mi assumo la responsabilità di ciò che sto asserendo! ;D ) io segnalerei Hrundi De Marx... davvero un grande!
Purtroppo si è cancellato dal sito. :-[
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Altro esempio: io ho trovato geniale leggere le poesie di una amica (più grande che desidera riguardo i suoi natali essere definita semplicemente Highlander) che già in un libricino del 76 scrisse la seguente
Luna.
Tu sei il mio unico globulo bianco anarchico.
(Marcella Salvemini "Sirio Highlander")
Ne posto altre due che mi sono piaciute moltissimo (in occasione di un incontro di autori a Sperlonga nello stesso anno) nella sezione "leggiamo insieme" vorrei sapere cosa ne pensate. E se vi trovate genialità rispetto il tempo, sempre di Marcella.
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http://www.scrivere.info/poesia.php?poesia=209632&t=Camaleonte+in+inverno (http://www.scrivere.info/poesia.php?poesia=209632&t=Camaleonte+in+inverno)
E questa che è solo la sua ultima: trovate che Baca sia geniale in quel suo modo, che come giustamente osserva Antoequi, di porre la dolcezza "con la forza" e la durezza delle parole usate? Leggetene diverse, poi mi saprete dire cosa ne pensate.
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Avete una concezione della poesia molto diversa dalla mia. In questo sito molti autori rincorrono l'originalità, lasciandosi alle spalle la poesia. Per me una composizione poetica deve trasmettere emozioni e deve essere musicale. Giorgia Spurio ha proposto la traduzione di una poesia di Baudelaire. Ma il poeta francese va letto nella sua lingua madre, altrimenti si svilisce la sua essenza di straordinario compositore. L'intensità dei suoi versi e la musicalità degli stessi, grazie al sapiente utilizzo delle rime, lo rendono un artista difficilmente eguagliabile. Qui si tende a creare la figura retorica ad effetto, il verso che sorprende, ma si vede subito quando una poesia è costruita a tavolino e non fluisce liberamente. Leggo sempre più spesso delle liste di parole, piuttosto che poesie. Testi asettici, a volte incomprensibili, magari anche allo stesso autore. Gli autori citati come poeti geniali a me appaiono come scrittori mediocri i quali, attraverso un mosaico di parole, si prefiggono di stupire il lettore. Non so davvero cosa intendiate voi per poesia. Non capisco nemmeno cosa intenda la redazione per poesia. Vedo molti testi dignitosi relegati nel portfolio personale e innumerevoli liste della spesa che occupano indebitamente la home page. Ma forse è solo un problema mio. Forse ho un concetto di poesia che è ormai superato. Largo alle poesie sperimentali, allora! Ne ho lette alcune da brividi... :o Buona giornata a tutti! ;)
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Pur sapendo di essere in netta minoranza e che la mia opinione conta ben poco, dopo aver letto tutti gli interventi sento il dovere di far sapere a Francesca Marchisio che condivido completamente con lei il suo pensiero sulla poesia.
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Impopolare ma concordo, con Francesca ed Antonio. :D
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"Il vuoto non ha (*) ombra."
Copyright©2011 Grazia Longo
(*) "e non fa"
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Avete una concezione della poesia molto diversa dalla mia. In questo sito molti autori rincorrono l'originalità, lasciandosi alle spalle la poesia. Per me una composizione poetica deve trasmettere emozioni e deve essere musicale. (...) Qui si tende a creare la figura retorica ad effetto, il verso che sorprende, ma si vede subito quando una poesia è costruita a tavolino e non fluisce liberamente. Leggo sempre più spesso delle liste di parole, piuttosto che poesie. Testi asettici, a volte incomprensibili, magari anche allo stesso autore. Gli autori citati come poeti geniali a me appaiono come scrittori mediocri i quali, attraverso un mosaico di parole, si prefiggono di stupire il lettore. Non so davvero cosa intendiate voi per poesia. (...)
Ok, va di moda... sarò impopolare anche io.
Trovo che il tuo intervento sia alquanto generico e non apporti nulla al discorso sul genio. A parte che mi trovo in disaccordo col tuo concetto di poesia, non perché non creda che sia importante la musicalità, ma non la pongo necessariamente a "condizio sine qua non". Invece pongo come condizione delle arti in genere proprio lo "stupore" necessario ed indispensabile affinché si possa apprezzare una qualsiasi opera: in assenza di stupore, tutto è già noto, scontato, e non potrei apprezzare siffatta qualsivoglia "opera d'arte". Non è lo stesso artista un "creativo", un individuo che riesce ad ideare dal nulla un qualcosa? E se quel qualcosa è bello (secondo gusto) o stupisce (innovazione) perché no?
Riguardo il fatto degli artisti che abbiamo menzionato come "geni" non abbiamo mai fatto tale asserzione, se non dando del "geniale" soggettivamente a qualche loro creazione, e c'è una bella differenza. Mi piacerebbe tu dicessi ad es, perché non ti va bene la poesia che ho postato di Marcella, o quelle di Amara o Roversi, e dove per te sono incomprensibili!
Non ultimo un consiglio non richiesto (lo so): per una buona comunicazione, bisogna saper "mettersi in ascolto" e lo si fa cercando di "capire" il linguaggio usato dagli altri, altrimenti non vi è comunicazione senza comprensione. Poi il gusto od il condividere o meno un ragionamento o mezzo espressivo usato, è un'altra cosa.
Ultimissimo appunto: qui si parla di "poeti", non di individui che pensano di fare poesia facendo una lista di frasi od immagini inconsuete (trito e ritrito, quindi non arte, la cacca in barattolo è già stata messa!)
ps: vorrei tu specificassi meglio le parti in neretto. Me ne sfuggono i riferimenti.
:) Post post scriptum: H. Marx piaceva molto anche a me!
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Ok, va di moda... sarò impopolare anche io.
Trovo che il tuo intervento sia alquanto generico e non apporti nulla al discorso sul genio. A parte che mi trovo in disaccordo col tuo concetto di poesia, non perché non creda che sia importante la musicalità, ma non la pongo necessariamente a "condizio sine qua non". Invece pongo come condizione delle arti in genere proprio lo "stupore" necessario ed indispensabile affinché si possa apprezzare una qualsiasi opera: in assenza di stupore, tutto è già noto, scontato, e non potrei apprezzare siffatta qualsivoglia "opera d'arte". Non è lo stesso artista un "creativo", un individuo che riesce ad ideare dal nulla un qualcosa? E se quel qualcosa è bello (secondo gusto) o stupisce (innovazione) perché no?
Riguardo il fatto degli artisti che abbiamo menzionato come "geni" non abbiamo mai fatto tale asserzione, se non dando del "geniale" soggettivamente a qualche loro creazione, e c'è una bella differenza. Mi piacerebbe tu dicessi ad es, perché non ti va bene la poesia che ho postato di Marcella, o quelle di Amara o Roversi, e dove per te sono incomprensibili!
Non ultimo un consiglio non richiesto (lo so): per una buona comunicazione, bisogna saper "mettersi in ascolto" e lo si fa cercando di "capire" il linguaggio usato dagli altri, altrimenti non vi è comunicazione senza comprensione. Poi il gusto od il condividere o meno un ragionamento o mezzo espressivo usato, è un'altra cosa.
Ultimissimo appunto: qui si parla di "poeti", non di individui che pensano di fare poesia facendo una lista di frasi od immagini inconsuete (trito e ritrito, quindi non arte, la cacca in barattolo è già stata messa!)
ps: vorrei tu specificassi meglio le parti in neretto. Me ne sfuggono i riferimenti.
:) Post post scriptum: H. Marx piaceva molto anche a me!
E' chiaro che vediamo la poesia in modo molto diverso.
Il fatto che l'arte per essere apprezzata debba essere innovativa la trovo davvero una grossa stupidaggine. I tuoi interventi sono come le tue poesie: incomprensibili, almeno per me. Ho ribadito che la mia è solo un'opinione. Non la condividi? Amen. Il mio pensiero è molto chiaro. Il fatto che tu non lo capisca non depone a tuo favore. Detto questo, chiudo-
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perchè se uno scrive come desidera si presuppone voglia solo stupire?
scrivere solo nel solco della tradizione è scrivere bene, questo dici marchisio?
perchè se è questo, allora possiamo tranquillamente dedicarci all'uncinetto invece di creare qualcosa di nuovo. tanto è tutto buono solo ciò che è passato.
reiterare dei modelli prestampati rende forse sicuri e al caldo i propri tentativi scrittori, ma porta all'inedia, secondo me.
morire di fame per mancanza di stimoli, o peggio di noia, non penso sia il meglio per l'arte.
poi ognuno la pensa come vuole.
è come dire che non dobbiamo più fare figli e le nuove generazioni son tutte corrotte, bene smettiamo di riprodurci (ed ogni generazione DEVE essere diversa in qualcosa dalla precedente, sennò è clonazione) e moriamo tutti.
molto meglio direi, no? quanta fatica risparmiata...
-l'offesa implicita che viene fatta alle persone è la forma più grande di inciviltà, tanto civili poeti/esse.-
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Avete una concezione della poesia molto diversa dalla mia. In questo sito molti autori rincorrono l'originalità, lasciandosi alle spalle la poesia. Per me una composizione poetica deve trasmettere emozioni e deve essere musicale. Giorgia Spurio ha proposto la traduzione di una poesia di Baudelaire. Ma il poeta francese va letto nella sua lingua madre, altrimenti si svilisce la sua essenza di straordinario compositore. L'intensità dei suoi versi e la musicalità degli stessi, grazie al sapiente utilizzo delle rime, lo rendono un artista difficilmente eguagliabile. Qui si tende a creare la figura retorica ad effetto, il verso che sorprende, ma si vede subito quando una poesia è costruita a tavolino e non fluisce liberamente. Leggo sempre più spesso delle liste di parole, piuttosto che poesie. Testi asettici, a volte incomprensibili, magari anche allo stesso autore. Gli autori citati come poeti geniali a me appaiono come scrittori mediocri i quali, attraverso un mosaico di parole, si prefiggono di stupire il lettore. Non so davvero cosa intendiate voi per poesia. Non capisco nemmeno cosa intenda la redazione per poesia. Vedo molti testi dignitosi relegati nel portfolio personale e innumerevoli liste della spesa che occupano indebitamente la home page. Ma forse è solo un problema mio. Forse ho un concetto di poesia che è ormai superato. Largo alle poesie sperimentali, allora! Ne ho lette alcune da brividi... :o Buona giornata a tutti! ;)
Io sostanzialmenete concordo con il concetto di poesia da te espresso. Il punto è che chi riesce ad avere spunti geniali può anche superare queste condizioni. Mi spiego meglio: io ho portato come esempio Aldo Bilato, che non scrive canzoni o madrigali, ma è capace di stupirmi con altre prerogative, sempre poetiche, anche se a volte a te potrebbe sembrare che i suoi testi si avvicinano più alla lista della spesa. In realtà ad un occhio più attento emerge bene che nei suoi versi ci sono sempre alcune le rime e figure del suono e dell'ordine che lasciano al testo una sorta di musicalità orginale seppur costruita a tavolino secondo criteri diversi dalla poesia tradizionale. E qui che sta la genialità: creare un verso musicale (anche se non in endecasillabi!) arrivandoci però per altre vie, usando la brevità e la sintesi.
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perchè se uno scrive come desidera si presuppone voglia solo stupire?
scrivere solo nel solco della tradizione è scrivere bene, questo dici marchisio?
perchè se è questo, allora possiamo tranquillamente dedicarci all'uncinetto invece di creare qualcosa di nuovo. tanto è tutto buono solo ciò che è passato.
reiterare dei modelli prestampati rende forse sicuri e al caldo i propri tentativi scrittori, ma porta all'inedia, secondo me.
morire di fame per mancanza di stimoli, o peggio di noia, non penso sia il meglio per l'arte.
poi ognuno la pensa come vuole.
è come dire che non dobbiamo più fare figli e le nuove generazioni son tutte corrotte, bene smettiamo di riprodurci (ed ogni generazione DEVE essere diversa in qualcosa dalla precedente, sennò è clonazione) e moriamo tutti.
molto meglio direi, no? quanta fatica risparmiata...
-l'offesa implicita che viene fatta alle persone è la forma più grande di inciviltà, tanto civili poeti/esse.-
Quale parte del discorso "è una mia opinione" non vi è chiara?
Nel mio primo intervento, di qualche giorno fa, ho detto che è semplicemente una questione di gusti.
A me non piace il vostro modo di poetare. Ma magari siete tutti bravi, biondi, con gli occhi azzurri e... geniali.
Ho solo espresso il mio parere che, condivisibile o meno, ha pieno diritto di cittadinanza. O no? O, come al solito, il toccare un poeta del "club degli eletti" scatena la pletora dei difensori? Ora chiudo davvero perché non sono interessata a questo sterile dibattito. Vi lascio alla vostra genialità. Tanti saluti :angel:
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Quale parte del discorso "è una mia opinione" non vi è chiara?
Nel mio primo intervento, di qualche giorno fa, ho detto che è semplicemente una questione di gusti.
A me non piace il vostro modo di poetare. Ma magari siete tutti bravi, biondi, con gli occhi azzurri e... geniali.
Ho solo espresso il mio parere che, condivisibile o meno, ha pieno diritto di cittadinanza. O no? O, come al solito, il toccare un poeta del "club degli eletti" scatena la pletora dei difensori? Ora chiudo davvero perché non sono interessata a questo sterile dibattito. Vi lascio alla vostra genialità. Tanti saluti :angel:
no francesca non te ne andare, sei pure una bella ragazza, ho visto la tua foto oltre a leggere le tue poesie ;D ;D ;D discuti amorevolmente con noi come facciamo sempre!!
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Io sostanzialmenete concordo con il concetto di poesia da te espresso. Il punto è che chi riesce ad avere spunti geniali può anche superare queste condizioni. Mi spiego meglio: io ho portato come esempio Aldo Bilato, che non scrive canzoni o madrigali, ma è capace di stupirmi con altre prerogative, sempre poetiche, anche se a volte a te potrebbe sembrare che i suoi testi si avvicinano più alla lista della spesa. In realtà ad un occhio più attento emerge bene che nei suoi versi ci sono sempre alcune le rime e figure del suono e dell'ordine che lasciano al testo una sorta di musicalità orginale seppur costruita a tavolino secondo criteri diversi dalla poesia tradizionale. E qui che sta la genialità: creare un verso musicale (anche se non in endecasillabi!) arrivandoci però per altre vie, usando la brevità e la sintesi.
Ecco perché mi fa impazzire la poesia della Salvemini, perché oltre a parlare della insondabilità delle leggi cosmiche e del nostro proprio essere sfuggevole (anarchia) o di qualsivoglia ipotesi voi vogliate leggere, è il suo ritmo che mi fa impazzire, ed in un solo verso:
Tu/sè/i// ìl/ mì/o// ù/ni/co/glò/bu/lo/biàn/co//a/nàr/chico.
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e chi avresti toccato marchisio?
io ho espresso una mia opinione, come tu la tua. devo dire che son d'accordo?
son d'accordo, scriviamo cose improponibili, almeno a te, e a molti altri.
senza logica, ritmo, senso, nessuna ricerca stilistica (che poi tu certo conosci gli studi e le teste di ognuno, vero), per il puro gusto di mettere giù due righe asfittiche e anche senza eleganza e musicalità.
bene, ma non si diceva una volta che il mondo è bello perchè è vario?
hai proposto la tua variazione, io la mia, ovviamente non concorde. discutiamo o restiamo arroccati sulle posizioni?
se è la seconda, tu hai la tua, io la mia, allora buona domenica e chiudiamo il forum.
non intervengo più.
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E' chiaro che vediamo la poesia in modo molto diverso.
Il fatto che l'arte per essere apprezzata debba essere innovativa la trovo davvero una grossa stupidaggine. I tuoi interventi sono come le tue poesie: incomprensibili, almeno per me. Ho ribadito che la mia è solo un'opinione. Non la condividi? Amen. Il mio pensiero è molto chiaro. Il fatto che tu non lo capisca non depone a tuo favore. Detto questo, chiudo-
:Dahahhah! ok, scopo: polemica pura, evito.
A parte un piccolo appunto (sono o non sono polemica anche io?): non ho mai detto di non capire quello che hai scritto, solo di specificarne i riferimenti.
Maròòò quanti interventi accavallati... asp. leggo e torno.
toccare un poeta del "club degli eletti" Dici...
ahahhahaha oddio... davvero ci sono gli eletti? E davvero sono una eletta? E di questi tempi? Regà, piano con le accuse, qui se passa il quorum rischio di andare in galera anche io!
Peròòò... grazie! Grazie mille... poeta... grazie: non me lo aveva mai detto nessuno! : La contraddizione è una grande virtù, se non si cade in contraddizione, non ci si mette mai in gioco. Sei una grande per questo.
firmato (vedi sotto)
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Ribattere alle tue parole sarebbe come sparare sulla croce rossa. Neanche col massimo dell'impegno riuscirei a metterti in ridicolo più di quanto tu faccia da sola! ;D
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..però.. concedimi francesca.. una risposta minimamente articolata non l'hai data...
ho sentito soltanto una presa di posizione insindacabile e dal sapore livoroso....
ogni opinione ha il medesimo peso di un'altra.. ma lo scopo qui sarebbe discuterne...
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Ribattere alle tue parole sarebbe come sparare sulla croce rossa. Neanche col massimo dell'impegno riuscirei a metterti in ridicolo più di quanto tu faccia da sola! ;D
:laugh: :laugh: :'( :'( :laugh: :laugh: :laugh: :laugh: :laugh: :'( :o basta... oh... :laugh: :laugh: :laugh: :laugh: :laugh:
;D Anche l' consapevolezza è una grande virtù. E sono anche virtuosa anche io, no?
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E questo lo chiamate forum?
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Per quel che vale, sono pienamente d'accordo con Francesca Marchisio. Abbiamo la stessa concezione della poesia. :)
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Concordo con Amara, per quanto rispetto l'opinione della Marchisio pur non essendo pienamente d'accordo, poteva esprimerla in maniera più civile...
Io lo ribadisco, non mi sento di dare giudizi sulla genialità... ma c'è gente molto brava, che sa scrivere bene... che è originale... innovativa (e non solo per stupire i lettori)... basta saper cercare.
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Il mio commento è sparito. Evviva la censura, evviva il bavaglio imposto alle voci libere critiche fuori dal coro di cortigiani ossequiosi e plaudenti.
Non so chi abbia tolto il commento, ma con questo ha dimostrato chiaramente, se autorizzato dalla proprietà alla cancellazione, che questo sito non sopporta la più pallida ironia e non avverte invece il ridicolo di messaggi dove, parlando del genio poetico non si accenna a Dante, Omero, Virgilio, ma si citano nomi di autori di questo sito. Complimenti! Ed ora cancellate pure anche questo e cancellatemi dalla possibilità di intervenire ancora.
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Lorenzo quand'è che imparerai che se vuoi essere ascoltato non puoi sempre parlare di stesso, fare la vittima, piangerti addosso? alla lunga quest'atteggiamento stufa, diventa pesante...
Se hai da lamentarti almeno fallo in privato, con chi di dovere... ma questi sfoghi pubblici evitali perché non ti portano da nessuna parte...
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Prima di spiegare perché considero Amara un “genio poetico”, vorrei spezzare un po’ la noia e portare il primo esempio di “genio impoetico”: Manocchia.
Avendo la fortuna/sfortuna di conoscerlo quasi come conosco me stesso, mi perdonerete se talvolta il confine tra oggettività e soggettività sembrerà scomparire, assottigliarsi al punto da non essere più distinguibile.
Ciò che immediatamente colpisce (se colpisce) di questo pseudo-poeta, di questo falso critico, di questo finto umile, è l’immane sforzo che compie nel tentativo di deturpare qualsiasi componimento che esce dalla sua penna. Si ha l’impressione – e ho il sospetto che sia ben più di una mera impressione – che egli faccia di tutto per “andare contro” la poesia. Quando lo leggo, non posso fare a meno di irritarmi. Se prendiamo, per esempio, “La parte bianca della pagina” – un’escrescenza ripugnante, più che un componimento poetico – il senso del “banale”, leggendo, ci attanaglia da tutte le parti, ci soffoca, ci opprime: è talmente banale da non essere nemmeno provocatoria. E, ciò ch’è peggio, questo artista da quattro soldi si pone di fronte alla platea dei veri poeti – che sono sempre umili, caritatevoli, mai pieni di sé; che scrivono “spontaneamente”, perché la vera poesia non è qualcosa che si “costruisce”, ma che nasce, appunto, spontanea; che rifuggono le lodi e la fama, perché sanno che la lode e la fama uccidono la poesia; che si sminuiscono perché il poeta, non appena si rende conto di esser poeta, prova vergogna della propria capacità; che sono poeti proprio perché rifiutano di esserlo; che sono più simili a santi che a letterati – si pone, dicevo, con beffardo sarcasmo condito da ironia a buon mercato, da cui emerge tutto l’astio (l’invidia, forse) per la propria dilettantesca incapacità di riuscire a raggiungere le vette sublimi della “Poesia vera”.
Come se non bastasse, questo abominevole distruttore della lingua italiana, pretende di ergersi addirittura a critico, o filosofo, e ci propina una sua raffazzonata e rabberciata idea di “genio”, quando tutti sanno che oggigiorno non è più possibile avere idee di simile stampo, poiché è già stato detto tutto (e chi siamo noi per avere altre idee???), e nessuno dovrebbe permettersi di parlare di certi concetti, figuriamoci poi di svilupparli.
Manocchia è l’antitesi della poesia: in lui leggiamo tutto ciò che nella poesia non dovrebbe esserci; manca di intuito, manca di profondità, manca di musicalità e armonia, manca di immagini poetiche, manca di umiltà e ispirazione, manca di senso del ritmo, ecc. E pretende di venire a parlarci di “genio”!
Questo è intollerabile. Se gli piacciono tanto Roversi e Amara, che si legga per suo conto, senza infliggerci le sue stupide opinioni.
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lodarsi da sé è tronfia presunzione, denigrarsi da sé è pura debennaggine... :laugh:
ma tu, Manocchia, mi sa che stai facendo come quello che temprava lo scettro ai regnatori eccetera eccetera... vuoi dimostrare quanto "antiteticamente" sei bravo: ma chi te l'ha detto che stai in antitesi col poetico?... se ce lo dici tu ti crediamo, ma solo per principio di carità... :D
e se ti trovassi in mezzo?...proprio in mezzo come tra la notte e il giorno, un'alba forse o un tramonto?... e cmq pur avendo espresso quel titolo rimbombante, non ancora ti sei espresso sul genio... certo, hai indicato due ipotetici talenti che scrivono poesie su questo sito, ma non mi sembra d'aver letto nessuna spiegazione per supportare cotanta attribuzione, o al limite solo enunciazioni di tratti che niente hanno a che fare con il genio artistico... ciao
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Prima di spiegare perché considero Amara un “genio poetico”, vorrei spezzare un po’ la noia e portare il primo esempio di “genio impoetico”: Manocchia.
Avendo la fortuna/sfortuna di conoscerlo quasi come conosco me stesso, mi perdonerete se talvolta il confine tra oggettività e soggettività sembrerà scomparire, assottigliarsi al punto da non essere più distinguibile.
Ciò che immediatamente colpisce (se colpisce) di questo pseudo-poeta, di questo falso critico, di questo finto umile, è l’immane sforzo che compie nel tentativo di deturpare qualsiasi componimento che esce dalla sua penna. Si ha l’impressione – e ho il sospetto che sia ben più di una mera impressione – che egli faccia di tutto per “andare contro” la poesia. Quando lo leggo, non posso fare a meno di irritarmi. Se prendiamo, per esempio, “La parte bianca della pagina” – un’escrescenza ripugnante, più che un componimento poetico – il senso del “banale”, leggendo, ci attanaglia da tutte le parti, ci soffoca, ci opprime: è talmente banale da non essere nemmeno provocatoria. E, ciò ch’è peggio, questo artista da quattro soldi si pone di fronte alla platea dei veri poeti – che sono sempre umili, caritatevoli, mai pieni di sé; che scrivono “spontaneamente”, perché la vera poesia non è qualcosa che si “costruisce”, ma che nasce, appunto, spontanea; che rifuggono le lodi e la fama, perché sanno che la lode e la fama uccidono la poesia; che si sminuiscono perché il poeta, non appena si rende conto di esser poeta, prova vergogna della propria capacità; che sono poeti proprio perché rifiutano di esserlo; che sono più simili a santi che a letterati – si pone, dicevo, con beffardo sarcasmo condito da ironia a buon mercato, da cui emerge tutto l’astio (l’invidia, forse) per la propria dilettantesca incapacità di riuscire a raggiungere le vette sublimi della “Poesia vera”.
Come se non bastasse, questo abominevole distruttore della lingua italiana, pretende di ergersi addirittura a critico, o filosofo, e ci propina una sua raffazzonata e rabberciata idea di “genio”, quando tutti sanno che oggigiorno non è più possibile avere idee di simile stampo, poiché è già stato detto tutto (e chi siamo noi per avere altre idee???), e nessuno dovrebbe permettersi di parlare di certi concetti, figuriamoci poi di svilupparli.
Manocchia è l’antitesi della poesia: in lui leggiamo tutto ciò che nella poesia non dovrebbe esserci; manca di intuito, manca di profondità, manca di musicalità e armonia, manca di immagini poetiche, manca di umiltà e ispirazione, manca di senso del ritmo, ecc. E pretende di venire a parlarci di “genio”!
Questo è intollerabile. Se gli piacciono tanto Roversi e Amara, che si legga per suo conto, senza infliggerci le sue stupide opinioni.
ma poi... chi diavolo è sto manocchia? ;D ;D ;D
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Oh tranquillo, Michele, 'sto Manocchia è soltanto uno che vuole farsi pubblicità perchè ha appena pubblicato due silllogi di poesie (non lo sono, ma così le definiscono), e dopo l'estate ne uscirà una terza, e deve ovviamente farsi un po' di pubblicità per venderle.
Mica ci credo a quello che dico, serve solo per fare un po' di casino e far girare il mio nome.
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Oh tranquillo, Michele, 'sto Manocchia è soltanto uno che vuole farsi pubblicità perchè ha appena pubblicato due silllogi di poesie (non lo sono, ma così le definiscono), e dopo l'estate ne uscirà una terza, e deve ovviamente farsi un po' di pubblicità per venderle.
Mica ci credo a quello che dico, serve solo per fare un po' di casino e far girare il mio nome.
beh, dopotutto... "nel bene o nel male, l'importante è che se ne parli"
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Pubblicità ... pro-gresso (?) e ... tarallucci e vino!
Poesia e fantasia ... <3
Bhè è sempre meglio delle guerre Puniche! :D
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Oh tranquillo, Michele, 'sto Manocchia è soltanto uno che vuole farsi pubblicità perchè ha appena pubblicato due silllogi di poesie (non lo sono, ma così le definiscono), e dopo l'estate ne uscirà una terza, e deve ovviamente farsi un po' di pubblicità per venderle.
Mica ci credo a quello che dico, serve solo per fare un po' di casino e far girare il mio nome.
Ti stimo! ;D
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per chiudere definitivamente sarò impopolarissimo, ma è ora che dica che questa tiritera può andare avanti in eterno e non solo non ci caviamo un ragno dal buco, ma quelle poche cose chiare che si può avere riguardo ad un concetto così complesso se ne vanno a farsi friggere... genio che quando c'è dopotutto abita in casa, come credevano gli antichi romani...
ora una discussione si caratterizza dal fatto che ciascuno ha un'idea propria... senza diversità d'opinioni non sussisterebbe logicamente nessuna discussione perché ognuno crederebbe quel che crede l'altro e ci sarebbe solo un continuo fare sì sì sì con la testa... e discutere vuol dire mettere all'aperto le proprie idee e confrontarle con quelle degli altri... ma bisognerebbe intervenire solo e solo se si è mossi da dubbi, non quando si è inchiodati alle proprie idee perché in tal caso la discussione sarebbe inutile per tutti... ma avere dubbi non significa accettare tutte le cose che si possono dire sul genio... qui ho letto tratti e pertinenze che al genio non appartengono costitutivamente (il titolo è ancora "Il genio poetico" e visto che nessuno l'ha cambiato mi attengo al titolo e non vado ad indagare sulle persone in carne ed ossa che scrivono su questo sito, anche perché sarebbe vano...)
esempio: se qualcuno ha l'idea di genio come un superman dell'imitazione e addita come genio qualcuno, vorrebbe dire inchiodare quel poveretto inesorabilmente all'arte delle scimmie... né genio è "essere musicale"... un usignuolo lo sarebbe per dono di natura, naturalmente... inoltre ascoltare in altri codici linguistici, come il tedesco per esempio, una poesia, apparirebbe al nostro orecchio dal suono aspro e barbaro, ben lontano da quella eufonia a cui siamo abituati in italiano (per merito delle vocali)... in Oltralpe sarebbero in tal modo preclusi i genii?... ditelo voi ai tedeschi... ma genio non è nemmeno chi coglie in un momento un bel o bellissimo pensiero, o un verso eccezionale, o un'ispirazione emotivamente trascinante, o una trovata geniale, o l'espressione di un sentimento eccezionale... no, non sono questi i tratti che caratterizzano e sui quali si erge il genio, semmai nei sono i contorni o corollari...
il genio, già s'è detto, è il talento che dà la regola all'arte, ma questo talento non sa a priori quale questa regola sia... lo definisce mentre opera... e se gli domandate come ha fatto a farlanon ve lo sa spiegare... il genio non è un Einstain che potrebbe sulla lavagna spiegarvi il procedimento matematico (terribilmente complesso) per arrivare alla formulazione della teoria della relatività... no, il genio non vi saprà dire un'acca di come è arivato alla sua opera, poiché ha una sua origine, non proviene da una imitazione... ed anche se il genio è sempre sfasato rispetto al tempo, il suo prodotto artistico sorto da un'origine inesplicabile dovrà necessariamente essere esemplare, cioè deve essere studiato ma non da pinco pallini qualunque, ma dai maestri dell'arte, perché il genio insegna ai maestri... :o
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A proposito di Einstain inviterei a leggere le sue massime e i suoi aforismi, prima di pensarlo come un matematico senz'anima, nè sensibilità. Solo per fare alcuni esempi:
"Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato."
"Cento volte al giorno ricordo a me stesso che la mia vita interiore e esteriore sono basate sulle fatiche di altri uomini, vivi e morti, e che io devo sforzarmi al massimo per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto."
"La fantasia è più importante del sapere."
"E' più facile rompere un atomo che un pregiuzio"
disse Einstain.
Medidate gente!
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allora dante alighieri, che si è omologato ai suoi modelli poetici precedenti (che ti definisci patetici chissà per quale ragione) non è un genio? leopardi non è un genio? ???
e in ogni caso, si può anche essere "diversi" ed originali anche nell'omologazione ai modelli precedenti, l'importante è farli propri per superarli e trovare qualche altro spunto di diversità al loro interno.
:angel:
Giusto! Vedi il sopracitato W.A. Mozart (unanimemente riconosciuto uno dei più grandi geni, se non forse il più grande) il quale non ha apportato rivoluzioni ai modelli musicali, riempiendoli però di quel divini aliquid a lui solo concesso.
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Perchè non parlare di eccellezza della mente dell'umanità situata in un contesto storico, su alcuni (molte volte sfortunati ) individui, che per intuizione o semplicemente capacità innate di utilizzare la loro intelligenza , hanno superato quelle che erano i confini della loro epoca nelle arti e nelle scienze? Magari neppure la volevano, questa fama ... a volte mitizzare il creatore di un'idea, costituisce un limite per ipotizzare altre idee.
In ogni caso, come accennava Grazia prima, Einstein era oltre che un uomo dotato di grande intuizione per la concettualità della fisica teorica, anche un artista,un pittore, uno scrittore, che immaginava per le sue teorie, di essere in sella ad un raggio di luce, per poter identificarne la traiettoria e dimostrare che in prossimità di masse la luce si piegava. (ancor prima di poterlo dimostrare matematicamente al resto del mondo)
La genialità non esiste, ma nella moltitudine di umanità, c'è chi ha intuizioni che tracciano un diverso cammino. Ma resterà sempre è soltanto, un essere umano.
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La genialità poetica è la fusione di una capacità misteriosa dello sguardo con un'abilità eccezionale della penna.
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Postato da: caligola
La genialità poetica è la fusione di una capacità misteriosa dello sguardo con un'abilità eccezionale della penna.
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Se di genialità dobbiamo parlare... non si può non menzionare una delle più grandi martiri della scienza... Ipazia d'Alessandria.
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Se di genialità dobbiamo parlare... non si può non menzionare una delle più grandi martiri della scienza... Ipazia d'Alessandria.
mah... a parte che le fonti antiche non ci danno mai una certezza assoluta dei dati che tramandano, soprattutto quando si tratta di "personaggi da esaltare o da vituperare" e non di fatti, ipazia d'alessandria era una filosofa e matematica, dunque non vedo cosa c'entri con il "genio poetico"... ??? ??? ???
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A chi di voi fosse ancora interessato alla discussione, chiedo scusa per la "latitanza" ma sono stato piuttosto impegnato negli ultimi giorni: a breve proseguirò con ciò che ho iniziato.
Ne approfitto per sottolineare con decisione quanto scritto da Tropiano (che ringrazio): scopo del mio post non è il genio in senso lato, bensì il "genio poetico"; quindi vi chiederei cortesemente di non tirare nella discussione Einstein, Ipazia d'Alessandria o Giovannino di San Giovanni in Persiceto, poichè non hanno nulla a che vedere col tema.
Grazie.
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Sentiamo che dice Rimbaud sul genio ( anche se riferisce a sè stesso, questa peculiare caratteristica):
GENIO
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Egli è l'affetto e il presente, poiché ha fatto la casa aperta all'inverno schiumoso e al frastuono dell'estato - lui che ha purificato le bevande e gli alimenti - lui che è l'incanto dei luoghi fuggenti e la delizia sovrumana delle soste. - Egli è l'affetto e l'avvenire, la forza e l'amore che noi, ritti nei furori e nei tedi, vediamo passare nel cielo in tempesta e nelle bandiere d'estasi.
Egli è l'amore, misura perfetta e reinventata, ragione meravigliosa e imprevista, e l'eternità: macchina amata delle qualità fatali. Abbiamo tutti avuto lo spavento della sua concessione e della nostra: o godimento della nostra salute, slancio delle nostre facoltà, affetto egoista e passione per lui - lui che ci ama per la sua vita infinita...
E noi lo ricordiamo ed egli viaggia... E se l'Adorazione se ne va, risuona, la sua promessa risuona: «Indietro queste superstizioni, questi antichi corpi, queste coppie e questa l'epoca sprofondata!».
Non se ne andrà., non ridiscenderà da un cielo, non compirà la redenzione delle collere delle donne, delle allegrezze degli uomini e di tutto questo Peccato. poiché già questo è realtà, dal momento ch'egli esiste ed è amato.
Oh, i suoi respiri, le sue teste, le sue corse: la terribile celerità della perfezione delle forme e dell'azione
Oh, fecondità dello spirito e immensità dell'universo!
Il suo corpo! l'evasione sognata, schianto della grazia incrociata di violenza nuova!
La sua vista, la sua vista! tutti gli inginocchiamenti antichi e i dolori rialzati sulla sua scia.
Il suo giorno! l'abolizione di tutte le sofferenze sonore e moventi nella musica più intensa.
Il suo passo! le migrazioni più enormi delle antiche invasioni.
Oh, Lui e noi! l'orgoglio più benevolo delle carità perdute.
Oh, mondo! e il canto chiaro delle nuove sventure!
Egli ci ha tutti conosciuti e tutti amati. Sappiamo, in questa notte d'inverno, da un capo all'altro, dal polo tumultuoso al castello, dalla folla alla spiaggia, di sguardo in sguardo, nella stanchezza delle forze e dei sentimenti, chiamarlo e vederlo, e rimandarlo, e, sotto le marce e in cima ai deserti di neve, seguire le sue vedute - i suoi respiri - il suo corpo - la sua luce.
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Ok... genio poetico... che ne dite di Brunello Robertetti?
Corrado Guzzanti - Il poeta Robertetti (http://www.youtube.com/watch?v=GDqThGqENA8#)
"Più forte dell'odio è l'amore, più forte dell'amore è... Mike Tyson per esempio..." GENIO ASSOLUTO!
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..se fosse cane
bau
se fosse gatto miao
se fosse tardi
ciao!
..si un indiscutibile genio.... ;D
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..se fosse cane
bau
se fosse gatto miao
se fosse tardi
ciao!
..si un indiscutibile genio.... ;D
;D ;D ;D
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"Ora dic una poesii" ;D ;D ;D ;D
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Un vero genio, il Sig. Robertetti, mi ha sollevato l'umore che in questo periodo è nero.
Buona serata a tutti