Per walker: credimi non mi offendo, anzi mi fa piacere che io ti provochi così tanta rabbia!! Ho criticato negativamente una poesia di ruggiu, non con tutto questo tuo livore, e tu dai fuori di testa. Mi vengono tante possibili idee... o che tu sia lui, o che ne so, che te ne sia invaghito . boh. Cmq guarda, fai come vuoi, non mi offendi minimamente, tranquillo. Non mi sembra che le cose che dici, sulle quali nn concordo minimamente, abbiano molto seguito. Poi ti ripeto, ho dato uno sguardo alle tue e.... stendiamo un velo pietoso! E vorrei anche sottolineare che quando una poesia mi piace, lo dico, e non lesino complimenti, come quelli fatti a Gianpiero.
purtroppo walker, questa è la dimostrazione di quanto si diceva prima di intraprendere questo percorso di critica ai testi. Cioè, che tutto è sempre naufragato a causa di tipi come te. Continui a incolparmi del fatto che ho commentato negativamente una poesia, e mi dici: vedi, dà fastidio ricevere commenti negativi. A parte che non mi da fastidio, ma mi fai cascare le braccia. Questo spazio è stato creato appositamente per ricevere anche critiche negative. E non capisco perchè questo ti dia alla testa, dato che ruggiu ha accettato la critica senza dir nulla. Ma che vuoi da me? Direi di finirla qua, fattene una ragione.
Per quanto riguarda i miei soccorritori, conosco solo amara, ma la giudico abbastanza onesta intellettualmente. Con gli altri non ho mai avuto modo di comunicare.
Il vento dalla finestra
ripiegava gli alberi nei cassetti
affiancando gesti più lenti
ai pensieri che tentava di sottrarmi
a voce bassa.
Mi avevi coperto gli occhi
a indicare
la via più breve per capirti
tra fiori di pesco
ormai distaccati dalla retina.
Io ci vedo una storia che sta per finire male con l'uomo inconsapevole e la donna consapevole (ormai distaccati dalla retina), comuque interpretazione a parte mi piace, bella poesia e anche non di immediata comprensione.
Quel vento potrebbe essere qualsiasi cosa. Per me è la novita che ri-piega gli alberi (come quell di pesco, come quelli della storia che c'è stata) nel cassetto dei ricordi. Il nuovo insomma che prende il posto al vecchio o comuque il vento del cambiamento.