Forum degli autori
Discussioni in corso => Discussioni fra autori => Topic aperto da: Ilguardianodelfaro - Venerdì 26 Agosto 2011, 17:26:25
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Secondo voi, quando una poesia è da dichiararsi illegibile o con contenuto astratto, contorto ecc...? E quando una poesia si ritiene tale ma è solo un piccolo discorso stilato di getto? E se la poesia astratta lo fosse per alcuni e per altri avesse invece un senso? Nell'identificarne l'intercettibile do spazio a chi ne avesse idea.
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Non vorrei entrare in merito a cosa sia per me illeggibile o meno, dato che tutto è soggettivo.
Ma noto che molti ritengono che fare poesia significhi fare filastrocche con rime dal primo verso all’ultimo, utilizzare parole tronche (manco fossimo ancora nel trecento), usare a iosa immagini e metafore incomprensibili senza un minimo di senso e di significato, accostando tra di loro parole
nemmeno belle e senza un minimo di criterio. E’ vero che una metafora è una metafora, deve rimandare a un significato “altro”, ma un minimo di significato rispetto al contesto in cui è inserita lo deve avere, anche per chi legge.
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Non vorrei entrare in merito a cosa sia per me illeggibile o meno, dato che tutto è soggettivo.
Ma noto che molti ritengono che fare poesia significhi fare filastrocche con rime dal primo verso allultimo, utilizzare parole tronche (manco fossimo ancora nel trecento), usare a iosa immagini e metafore incomprensibili senza un minimo di senso e di significato, accostando tra di loro parole
nemmeno belle e senza un minimo di criterio. E vero che una metafora è una metafora, deve rimandare a un significato altro, ma un minimo di significato rispetto al contesto in cui è inserita lo deve avere, anche per chi legge.
condivido le parole di pullover e aggiungo che molte persone anche fuori dal nostro contesto, chiamano un periodo discorsivo, poesia. Io non sono daccordo perché una certa musicalità la poesia deve averla, accostamento all'ode ma non ode, rime comprese ma non obbligatorie.
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Secondo me, la poesia abbraccia diversi stili compositivi. Poi, come dice Pullover, è tutto soggettivo.
Quel che conta è coltivare la propria passione senza la pretesa d'essere veri poeti o di scrivere capolavori mentre quelli che non ci piacciono sono dei poveri imbrattacarte. Qui ci sono troppi maestri e dispensatori di consigli. Come diceva Faber, "la gente dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio". :angel:
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una poesia è da dichiararsi "illegibile" quando per qualche motivo ( o usura o il tempo, o gli agenti atmosferici, ma anche un iconoclasta in delirio che colpisce le lettere col martello) non è più suscettibile di essere letta... :D il contenuto, logicamente, di una qualunque poesia è astratto, per la natura astratta della scrittura... che ritaglia in una mente sufficientemente attrezzata il fiore, il vento, il dolore, ecc. ma non l'ostenta... contorto??... ma la scrittura è il Leviatano... :)
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ma alberi dioventano divini devo!
leggi il cane poer un dollaro al mese
se vuopi goldnberg
l'oro resta immaturo se col cervo un gatto possum?
mai ali avranno le dolci blizzerard
resta in palio senno... ayrton sennò
perle è dojakowwski ...maderfaccher..
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ma alberi dioventano divini devo!
leggi il cane poer un dollaro al mese
se vuopi goldnberg
l'oro resta immaturo se col cervo un gatto possum?
mai ali avranno le dolci blizzerard
resta in palio senno... ayrton sennò
perle è dojakowwski ...maderfaccher..
errori di battitura in: diventano, per, vuoi... in questo modo può avere anche un senso... :)
"il gatto possum" può rappresentare una famiglia di gatti.. c'è il soriano, il cappuccino,ecc...e il possum...
i "blizzerard" saranno pasticcini francesi, infatti sono dolci e non hanno ali... chiarissimo il lemma "resta in palio senna", che riferisce al famoso palio e "senno" all'unico fantino rimasto in gara, altrimenti (sennò) ayrton, un altro fantino o cavallo... fin qui è chiaro e scorrevole, ma l'ultimo verso è proprio mezzanotte... :D
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perle è dojakowwski ...maderfaccher..
"mother-fucker" forse? ;D ;D quello di prima invece, è effettivamente incomprensibile...
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ma alberi dioventano divini devo!
leggi il cane poer un dollaro al mese
se vuopi goldnberg
l'oro resta immaturo se col cervo un gatto possum?
mai ali avranno le dolci blizzerard
resta in palio senno... ayrton sennò
perle è dojakowwski ...maderfaccher..
cos'è??
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cos'è??
è un'acquila che vola nell'aqua coll'ala collaudata colla coda caudata in caduta libera sulla calata di Cala de'Mare,,, bisogna collimare limare colla lingua la rima... stare attenti collle rime come i transgender col rimmel che sennò cola come la coca... come ero... come morf... come form di magia letargica licurgica lisergica elettron ica... energica riga senza legami col linguaggio riconosciuto come saggio... ho per paggio un rinoceronte bifronte... e per fronte un fantasma di coraggio... un formaggio coll'asma
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avesse idea.
alessio idea... ikea ha kappa... non si skappa con robe... a meno che ... più non sia il che... che ci separa da c'è ghevara... guantanamera... agguanta 'na mela come fece eva e poi mi pare nelson mandela... oppure biancaneva... ahahha ... la mia scemenza è pari alla demenza... pensa in modo impari alla pubica decenza... al decidere senza mutande in preda alla lettura dei Veda... speriamo nessuno mi veda,,, soprattutto schopenhauer oppur buddha mentre leggo il giornale e mangio il maiale... un vegan non lo può sopportare... meganord... freganerd... legadonn... piegadon... luigisturzo... in mgino don gigi struzzo... un prete con le piume e le penne che nuota in un fiume di melme antiche seppur vetuste... e beve the anche se non deve... non vede me e invade le... e invidia le Ande... anvedi le onde delle Oceano IndyAno.
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I poeti di sette anni
E la Madre, chiudendo il libro del dovere,
se ne andava soddisfatta e fiera, senza vedere,
negli occhi azzurri e sotto la fronte piena di protuberanze,
l'anima del suo bambino in preda alle ripugnanze.
Tutto il giorno sudava obbedienza; molto
intelligente; tuttavia neri tic, e alcuni tratti
rivelavano in lui un'aspra ipocrisia.
Nell'ombra di corridoi dai parati ammuffiti,
tirava fuori la lingua, coi pugni all'inguine,
e negli occhi chiusi vedeva punti.
Una porta si apriva nella sera: alla lampada
lo si vedeva, lassù, rantolare sulle scale
sotto un golfo di luce che pendeva dal tetto.
Soprattutto d'estate, vinto, sciocco,
si rinchiudeva nella frescura delle latrine:
lì pensava, tranquillo, dilatando le narici.
Quando, ripulito dagli odori del giorno, il giardinetto
dietro la casa, d'inverno, s'illunava,
sistemandosi ai piedi di un muro, sepolto nella marna,
e schiacciandosi l'occhio per avere visioni,
ascoltava brulicare le spalliere scabbiose.
Pietà! Suoi compagni erano solo quei bambini
che, gracili, la fronte nuda, l'occhio spento sulla guance,
nascondendo le magre dita gialle e nere di fango,
sotto abiti vecchi e puzzolenti di diarrea,
conversavano con la dolcezza degli idioti!
E se, avendolo sorpreso in immonde compassioni,
sua madre si spaventava, le tenerezze profonde
del bambino si gettavano su questo stupore.
Era bello. Lei aveva lo sguardo blu, - che mente!
Vi piace? E' di Rimbaud
Io credo che una poesia abbia valore se "emoziona". Solo quando, leggendone i versi, cogliendone bellezza, metrica o semplicemente significati impercettibili e in molti casi, soggettivi, vi sia una riflessione che dia altre prospettive alle nostre quotidianità, solo allora la poesia acquista un valore. Poco importa quanto sia complessa, l'argomento trattato, ed anche il modo poetico più o meno esperto di esposizione. Se la poesia non "sussurra" qualcosa al lettore occasionale, allora è soltanto un anonimo esercizio di scrittura.
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I poeti di sette anni
E la Madre, chiudendo il libro del dovere,
se ne andava soddisfatta e fiera, senza vedere,
negli occhi azzurri e sotto la fronte piena di protuberanze,
l'anima del suo bambino in preda alle ripugnanze.
Tutto il giorno sudava obbedienza; molto
intelligente; tuttavia neri tic, e alcuni tratti
rivelavano in lui un'aspra ipocrisia.
Nell'ombra di corridoi dai parati ammuffiti,
tirava fuori la lingua, coi pugni all'inguine,
e negli occhi chiusi vedeva punti.
Una porta si apriva nella sera: alla lampada
lo si vedeva, lassù, rantolare sulle scale
sotto un golfo di luce che pendeva dal tetto.
Soprattutto d'estate, vinto, sciocco,
si rinchiudeva nella frescura delle latrine:
lì pensava, tranquillo, dilatando le narici.
Quando, ripulito dagli odori del giorno, il giardinetto
dietro la casa, d'inverno, s'illunava,
sistemandosi ai piedi di un muro, sepolto nella marna,
e schiacciandosi l'occhio per avere visioni,
ascoltava brulicare le spalliere scabbiose.
Pietà! Suoi compagni erano solo quei bambini
che, gracili, la fronte nuda, l'occhio spento sulla guance,
nascondendo le magre dita gialle e nere di fango,
sotto abiti vecchi e puzzolenti di diarrea,
conversavano con la dolcezza degli idioti!
E se, avendolo sorpreso in immonde compassioni,
sua madre si spaventava, le tenerezze profonde
del bambino si gettavano su questo stupore.
Era bello. Lei aveva lo sguardo blu, - che mente!
Vi piace? E' di Rimbaud
Io credo che una poesia abbia valore se "emoziona". Solo quando, leggendone i versi, cogliendone bellezza, metrica o semplicemente significati impercettibili e in molti casi, soggettivi, vi sia una riflessione che dia altre prospettive alle nostre quotidianità, solo allora la poesia acquista un valore. Poco importa quanto sia complessa, l'argomento trattato, ed anche il modo poetico più o meno esperto di esposizione. Se la poesia non "sussurra" qualcosa al lettore occasionale, allora è soltanto un anonimo esercizio di scrittura.
No, non mi è piaciuta affatto! Poco scorrevole, pesante.
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Purtroppo c'è un anche un problema di sensibilità che fa scartare a priori tutto ciò che non è nel nostro "modo" di percepire realtà poetiche alternative ...
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Purtroppo c'è un anche un problema di sensibilità che fa scartare a priori tutto ciò che non è nel nostro "modo" di percepire realtà poetiche alternative ...
sono insensibile, pazienza. forse sembra poco scorrevole solo a me
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sono insensibile, pazienza. forse sembra poco scorrevole solo a me
No, in realtà non mi riferivo a te in particolare, era una riflessione sul modo di leggere ed interpretate le poesie che in ogni caso, fa parte di un particolare modo "unico" per ogni essere umano, che dipende dal suo vissuto. Ho messo quella poesia solo per evidenziare che alla fine, non è così importante il chi ed il come, ma piuttosto ciò che evoca l'opera in sè stessa nel lettore. In te suscita queste emozioni, bene.
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Io ho iniziato a publicare poesie su scrivere e ricordo ancora che la prima mi fu data buona come portafolio personale ;D e devo dire la verità fu un grande incoraggiamento.Per censurare ci vuole anche un po di attenzione e valutare ogni aspetto quando è possibile.
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Vorrei dire solo una cosa, le poesie tradotte sono difficili da valutare a livello di musicalità, occorrerebbe analizzarle in lingua originale. Detto questo penso che molti dei pensieri che voi ci spiegate nelle pagine del forum siano corretti, io personalmente vorrei tanto che certe cose mi si facessero notare nelle poesie che scrivo, io sono solo un appassionato, non ho nessun tipo di arte nelle mie corde, ma sarebbe bello se ogni tanto ritrovassi dei commenti nelle mie poesie, anche critiche o riflessioni su situazioni... sarebbe bello :( io penso che nel rispetto reciproco sia questo un modo di crescere anche per chi forse scrivendo a volte banalità non se ne rende conto.
Ciao Ragazzi
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Secondo voi, quando una poesia è da dichiararsi illegibile o con contenuto astratto, contorto ecc...? E quando una poesia si ritiene tale ma è solo un piccolo discorso stilato di getto? E se la poesia astratta lo fosse per alcuni e per altri avesse invece un senso? Nell'identificarne l'intercettibile do spazio a chi ne avesse idea.
ecco nell'ultima che hai detto..è soggettivo!nel senso che l'astrazione come del resto anche nella pittura,è a volte l'unica forma possibile per sviscerare il proprio sentire intimo.
Naturalmente,non tutti possono comprendere e neanche non tutti possono comporre in astratto..difatti si parte dal classico cioè dal formale e solo dopo una grande maturazione si approda all'astrazione.Finisco dicendo che tutto ciò è molto difficile,difatti personalmente ho scritto pochissime poesie astratte o criptico-intimista.
vi è da dire un'altra cosa:a volte una lettura superficiale e troppo veloce(la poesia và declamata parola per parola,possibilmente a voca udibile)non ci fa capire il senso compiuto.Ma allora la colpa non è dell'autore..forse lo sforzo di capirla è a carico del lettore e in questo sito,i lettori sono molto superficial veloci..compresi i membri della redazione? domando..asserisco..sospetto..chissà!(chiusa criptico-astratto-superficial-intimistica.)
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vi è da dire un'altra cosa:a volte una lettura superficiale e troppo veloce(la poesia và declamata parola per parola,possibilmente a voca udibile)non ci fa capire il senso compiuto.Ma allora la colpa non è dell'autore..forse lo sforzo di capirla è a carico del lettore e in questo sito,i lettori sono molto superficial
Concordo. Riguardo agli autori del sito come lettori, ho avuto anche io molto spesso questa impressione, ma altrettanto ne ho trovati di ottimi. Forse oltre ad essere dei poeti in erba, ci sono anche molti lettori in erba! Nella sezione Articoli del forum, ce n'è uno riguardo il commentare una poesia: ma il discorso penso possa valere anche similmente per il "come" si dovrebbe leggere una poesia.
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problematica interessante, la lettura ad alta voce di una poesia... esperienza recentissima mi ha portato a vedere la questione sotto molteplici aspetti, quasi tutte estensioni cmq della funzione che la fisicità delle onde vocali mettono in gioco in un ascoltatore, che non è identico al lettore, come un testo scritto non lo è da uno recitato... la lettura mentale di una poesia è sempre potenzialmente incrostata della singolarità materica di una voce che lo dice o lo direbbe, ma il lavoro grosso è disincrostare la materia sonora, la voce che deve in atto veicolare il testo dalle inflessioni dialettali, da vezzi glottologici congeniti, da vizi di pronuncia, da false o facili impostazioni, da tutte le "sporcizie" insomma non armoniche che deturpano il testo... ricordando che la pulizia della propria voce dagli effetti indesiderati non sarà mai completa, resistendo alcune particolarità che ci portiamo dalla nascita... anche dal luogo, cosicché un senese patirà meno di un abruzzese o campano nel lavoro di ripulitura...
ma poi in fin dei conti penso che non sia desiderabile per nessuno ascoltare la lettura orale di una poesia da una "macchina lettrice" programmata a tale scopo...
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problematica interessante, la lettura ad alta voce di una poesia... esperienza recentissima mi ha portato a vedere la questione sotto molteplici aspetti, quasi tutte estensioni cmq della funzione che la fisicità delle onde vocali mettono in gioco in un ascoltatore, che non è identico al lettore, come un testo scritto non lo è da uno recitato... la lettura mentale di una poesia è sempre potenzialmente incrostata della singolarità materica di una voce che lo dice o lo direbbe, ma il lavoro grosso è disincrostare la materia sonora, la voce che deve in atto veicolare il testo dalle inflessioni dialettali, da vezzi glottologici congeniti, da vizi di pronuncia, da false o facili impostazioni, da tutte le "sporcizie" insomma non armoniche che deturpano il testo... ricordando che la pulizia della propria voce dagli effetti indesiderati non sarà mai completa, resistendo alcune particolarità che ci portiamo dalla nascita... anche dal luogo, cosicché un senese patirà meno di un abruzzese o campano nel lavoro di ripulitura...
ma poi in fin dei conti penso che non sia desiderabile per nessuno ascoltare la lettura orale di una poesia da una "macchina lettrice" programmata a tale scopo...
Si, ma questo credo sia un altro discorso. Personalmente si parlerebbe di comunicazione tra persone diverse, quindi di agire sui propri mezzi per comunicare il proprio sentire, sperando (ma anche no?) che sia quello stesso dell'autore. Quindi il problema così posto è su di un piano differente, quello dell'attore, della rappresentazione.
Altro invece, penso, sia il tema posto da Il Boccaccino che prevede soltanto il solo ascoltare se stessi, ma credo che basti il pensare ad ascoltarsi, come tu hai ben descritto nel tuo "lo dice o lo direbbe".
Ma per tornare all'attore: non male anche il sentire una interpretazione diversa dalla tua! I comici a volte sono speciali in questo. Io mi sono divertita tantissimo quando mi è apparsa l'immagine di Shakespeare come amante che parla ad un marito geloso, nel leggere il suo XVI sonetto! Provare per credere: tu non ci avresti mai pensato, forse, ma io quando mi è capitato di declamarla (tra amici), la recito ironicamente anche così. Aggiungendo la morale: mica te lo sciupo, te lo rendo! E funziona, lo stesso. Anche se non credo di stare esattamente interpretando lo spirito shakespiriano.
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Si, ma questo credo sia un altro discorso. Personalmente si parlerebbe di comunicazione tra persone diverse, quindi di agire sui propri mezzi per comunicare il proprio sentire, sperando (ma anche no?) che sia quello stesso dell'autore. Quindi il problema così posto è su di un piano differente, quello dell'attore, della rappresentazione.
Altro invece, penso, sia il tema posto da Il Boccaccino che prevede soltanto il solo ascoltare se stessi, ma credo che basti il pensare ad ascoltarsi, come tu hai ben descritto nel tuo "lo dice o lo direbbe".
Ma per tornare all'attore: non male anche il sentire una interpretazione diversa dalla tua! I comici a volte sono speciali in questo. Io mi sono divertita tantissimo quando mi è apparsa l'immagine di Shakespeare come amante che parla ad un marito geloso, nel leggere il suo XVI sonetto! Provare per credere: tu non ci avresti mai pensato, forse, ma io quando mi è capitato di declamarla (tra amici), la recito ironicamente anche così. Aggiungendo la morale: mica te lo sciupo, te lo rendo! E funziona, lo stesso. Anche se non credo di stare esattamente interpretando lo spirito shakespiriano.
e infatti ad un certo punto si dismette l'abito di autore per indossare quello d'attore che comunica... da un leggio, o da un palcoscenico, oppure da una sala di registrazione, o davanti alla webcamera del pc... comunica con un ipotetico o reale ascoltatore costituendo la relazione sorgente-ricettore, solo che un poeta che recita un suo testo deve distanziarsi il più possibile da esso, come se fosse d'altri... è un azzardo!, e non è facile per l'autore, creatore del testo e pertanto sorgente, improvvisarsi "attore", cioè canale dove passa, nella fisicità dell'onda fonica il messaggio poetico... oltre ai difetti e vizi di pronuncia ricordati sopra, non facilitano le cose altre questioni... la respirazione, la distinzione e chiarezza, i silenzi, i registri, la scelta dei toni, le inflessioni eccetera... tutte cose che derivano dalla differenza tra leggere (mentalmente) e dire, tra corpo e mente...
luogo comune è che i poeti non siano capaci comunicare i loro testi né ad alta né a bassa voce... non so, un luogo comune pur qualcosa di vero pesca ogni tanto, anche se ricordo Ungaretti alla televisione (sì proprio alla televisione, da non crederci!) recitare le sue cose e l'Iliade alla grande...
in ogni caso, cento volte meglio una dizione "sporca" sporcata dall'autore stesso, che certi bellimbusti con voce impostata alla perfezione che come macchinette o automi programmati snocciolano con fonetica irreprensibile qualunque testo comico o tragico o, come fece Gasman parodiando se stesso, persino il foglietto delle avvertenze nei medicinali... :) ciao