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Discussioni in corso => Discussioni fra autori => Topic aperto da: Gianpiero De Tomi - Lunedì 2 Luglio 2012, 13:43:35
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The parade ends - Reinaldo Arenas
Cammino lungo strade sprofondate,
per le fogne che si disfano
davanti a edifici che devi schivare,
perchè ti cadrebbero addosso,
davanti a facce torve che ti scrutano e ti giudicano,
davanti a negozi chiusi,
mercati chiusi,
cinema chiusi,
parchi chiusi,
caffè chiusi,
che a volte espongono cartelli polverosi, giustificazioni e chiarimenti,
CHIUSO PER RESTAURI,
CHIUSO PER RIPARAZIONI.
Che genere di riparazioni?
Quando saranno finite queste cosidette riparazioni?
O almeno,
quando inizieranno?
Chiuso…chiuso…chiuso…
tutto chiuso…
Io arrivo, apro innumerevoli lucchetti e salgo di corsa scale di fortuna.
Eccola lì, mi stava aspettando.
La prendo, le tolgo la custodia e contemplo la sua forma polverosa e fredda.
Le tolgo la polvere e comincio ad accarezzarla.
Delicatamente le pulisco il retro, la base e i lati.
Mi sento disperato e felice con lei,
passo le dita sui suoi tasti e improvvisamente tutto si mette in moto.
Un ta ta, un tintinnio,
la musica comincia piano piano, poi più veloce,
ora a tutta velocità.
Mura, alberi, strade,
cattedrali,volti e spiagge,
celle, piccole celle, celle enormi,
notti stellate, piedi nudi, pini, nuvole,
cento, mille, un milione di pappagalli,
uno sgabello e una pianta rampicante.
Rispondono tutti e accorrono tutti al mio richiamo.
I muri retrocedono,
il tetto non c’è più e tu fluttui con naturalezza,
fluttui, galleggi,
sradicato,trascinato,
innalzato, sollevato,
trasportato, immortalato,
salvato
e tutto per quella minuscola e continua cadenza,
per quella musica,
per quel ta ta incessante.
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Bella questa poesia dal ritmo incalzante, forse mette agitazione, è insofferente, incombe affannosa, ma trascina... proprio come certa musica.
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" Vi lascio in eredità tutte le mie paure, ma anche la speranza che presto Cuba sia libera", queste le sue ultime parole trovate su un foglio dopo il suo suicidio.
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Era lontano dalla sua terra, in esilio, in un paese in cui certo,si poteva parlare e scrivere, ma come diceva lui: La differenza fra il sistema comunista e quello capitalista, è che se ti danno un calcio in culo, sotto un sistema comunista devi applaudire, sotto il capitalismo puoi gridare: io sono venuto qui a gridare". Di certo, sapeva già che gli restava poco, era già consapevole che sarebbe morto di AIDS. Sono liriche molto tristi, di un uomo che vede chiudersi uno dopo l'altro, tutte le possibilità, per un profugo, un rifugiato, di certo discriminato, anche se apprezzato nella sua arte.Gli resta il suo lavoro, la macchina da scrivere, i suoi sogni, ormai offuscati dalla fine imminente e tutte le sue poesie, sono cosparse di quest'agonia, resa ancora più forte dal fatto,di essere in un paese che è terribilmente indifferente alla miseria.E penso che chiunque possa comprendere questo grande dolore.
E' un poetica molto acuta, apre porte che occorre indagare, per intuire il profondo vincolo emotivo, che porta questo grande scrittore, romanziere e poeta, a soffrire e scrivere. Certo, ha fatto una vita indiscriminata, libertina a dir poco che gli è costata molto cara.Ma in fondo alle sue opere c'è ancora quell'ingenuità del bambino nato in estrema povertà, nell'estremo lembo di Oriente a Cuba.
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si, Giampiero, ha avuto una vita tormentata. Prima rivoluzionario, poi dissidente durante il regime di Fidel Castro, fu discriminato a causa della sua sua omosessualità, perseguitato, imprigionato e poi riuscì a rifugiarsi negli Usa.
Non mi ricordo quale sua opera, mi pare proprio " Prima che sia notte" la scrisse quattro volte, infatti una volta gli fu sequestrata dal regime, un'altra volta contraffatta, un'altra volta un amico la buttò.
Beh, in fondo credo che la bella poesia nasce dalla sofferenza e poeti come Reinaldo Airenas hanno la funzione sociale di farci conoscere la realtà del loro tempo e del paese in cui vivono e pagano un prezzo altissimo per quello che fanno. Lui fu costretto persino a scrivere arrampicato sugli alberi
un altro poeta scrittore cubano che mi piace è Miguel Barret. Si è sempre interessato di cultura africana, tema principale delle sua poetica. Ha scritto molto anche sulla schiavitù.
Senti come è bella, quasi primitiva, questa poesia
EGGUN1
C'è qualcuno qui che cerca
C'è qualcuno che rastrella nella boscaglia,
qualcuno che presagisce la cenere
mentre ulula
Cosa vorrà che non può stare zitto?
Che segno porterà rubato da un'altra terra?
Chi gli sferrerà il colpo finale nella nuca?
Chi che non sia io, potrà fare della sua testa un fossile?
Della sua testa un astro millenario?
L'isola ti rifiuta
L'isola intera vuole che tu abbandoni le coste,
le terrazze, i vetri
e che quando scricchioli, questo tuo scricchiolio
abbia perso definitivamente l'eco,
lo slancio e la fortuna
perché non ti conoscono errante compagno mio,
perché non ti conobbero, perché non ti conosceranno,
non sapranno di te, del tuo sfarzo familiare,
del tuo abito unico
Uccello di tutte le solitudini, esiliato,
è l'ora di partire
Olokun è arrivato
Sono arrivate le brezze che ti condurranno
con il vento di marzo
a un tumulo o un arcipelago piuttosto
dove uomini della mia generazione
ti vorranno seppellire con gli occhi aperti
e noi altri, i più bramati dal tuo zelo,
saremo eterne e tormentate sentinelle tue
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Miguel Barnet, ho letto qualcosa, anche lui mi piace, però è un caso diverso da Arenas, che aveva quella naturale predisposizione per cogliere l'essenza della poesia, uno scrittore che osservava quella parte trasparente di vita, nella sua vita, in un periodo storico critico per la sua terra, unendosi al grido di tanti scrittori e poeti, che puntavano il dito contro il regime di castro, un regime dittatoriale che eliminava "fisicamente" ogni scintilla di umanità da un popolo che era ed è, come quello cubano, assutamente vitale e meraviglioso. Credo che, cme ha già detto qualcuno, la poetica di maggiore intensità ed importanza, non possa nascere dalla gioia, ma da un'intensa sofferenza, inesprimibile in altra maniera. E' solo allora che il poeta accede al profondo e misterioso pozzo della sua inquietudine.
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io ho visto un film sulla vita di uno scrittore cubano imprigionato perchè omosessuale, che con mille peripezie fece giungere in francia mi pare il suo manoscritto che fu pubblicato dandogli in seguito l'opportunità di vivere in un paese "libero"a chi si riferiva il film?lo sapete?
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Pino, credo proprio a Reinaldo Arenas. Non ho visto il film, ma mi sembra la sua storia.
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la prima la trovo molto prosastica, nel senso che anche scrivendola di seguito e non a versi, non cambierebbe molto.
la seconda non è male, in alcuni punti.
trovo che nel complesso siano molto pesanti, cioè molto gravi nel modo di svolgersi.
certo il contenuto è importante, forte, però la forma le rende ancora più cronachistiche...
non so, non mi attira questo tipo di scrittura.
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la prima la trovo molto prosastica, nel senso che anche scrivendola di seguito e non a versi, non cambierebbe molto.
la seconda non è male, in alcuni punti.
trovo che nel complesso siano molto pesanti, cioè molto gravi nel modo di svolgersi.
certo il contenuto è importante, forte, però la forma le rende ancora più cronachistiche...
non so, non mi attira questo tipo di scrittura.
ecco perchè a volte(molte)non mi trovo in questo covo di lettori limitati niente america,niente cuba solo italia dante eccetera.niente da dire al riguardo anzi..ma mi chiedo:la poesia di Dylan,kewart,ginsberg cioè poesia del novecento la leggete? i canoni sono diversi,i versi più liberi..ma è pur sempre poesia..grande poesia!!!o no?
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No ma scusa, tu sai per caso quale sia la Mia formazione letteraria? Nemmeno molta roba italiana mi piace. L'ho letta ed espresso un mio giudizio. Problemi?
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Devo dare ragione a In Venere, ha solo espresso un giudizio. D'altra parte in Venere non mi pare tanto legata agli schemi della poesia italiana rigorosamente in endecasillabi, ci offre poesie che possono o non possono piacere, ma comunque hanno una certa originalità di pensiero. Sono versi liberi, non solo dalla metrica, ma anche nella comunicatività e nell'espressione.
Dico questo Pino anche se a me personalmente la poesia italiana, soprattutto quella attuale non mi piace affatto, ma proprio affatto e sono attratta dalla poesia cubana, dalla poesia indiana, dalla poesia araba e non disdegno la poesia americana.
Quel poeta italiano morto di recente, di cui non ricordo il nome, non mi piace neanche un po'.
In Italia anche la poesia è corrotta e si emerge solo con conoscenze, leccamenti politici etc etc. Vogliamo parlare degli scrittori italiani contemporanei? Rispetto a Zafon, ad Amos Oz, Grossman, Allende, siamo a zero. Si salvano solo Eco, Tabucchi e il grande compianto Terziani. Camilleri non mi dice niente.
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ma che problemi con e poi..tu sei settaria fai parte di una combriccola del facciamoci forza l'un l'altra e ...stiamo solo tra di noi noi..e questo mi sta benissimo notifico
tu potresti essere pure una professoressa o che altro..lo stesso dai tui commenti si evince la tua non accettazione della poesia che non ti garba..poi,esprimere un giudizio su un autore universalmente riconosciuto mi pare ( tu che parli d'umiltà e modesia,)in questo caso non 'hai dimostrata, eppure stiamo parlando di un autore vero! tale REaenaldo Arenas.. e chi siamo noi per giudicare chi è universalmente riconosciuto? ti pare?
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no, non mi pare.
non mi prostro di fronte ai nomi e agli autori, trovo che non mi piaccia punto e basta. nemmeno fossi l'ultima delle sguattere della casa reale d'inghilterra mi sentirei meno qualificata nel dire cosa penso di questa poesia.
ripeto: poesia. il poeta non lo conosco, la lettura di questa opera non me ne invoglia.
non sono professoressa e anche lo fossi la cosa non cambia.
devo arrivare a quale altezza per poter dire la mia su un testo letterario?
è stato proposto, ho messo un parere personale, fine del discorso.
se cominci con accusare le persone delle loro parole, parti male, molto male.
e per me si chiude qua il discorso.
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I gusti sulle poesie e sull'arte in genere non si discutono. Se poi pensi che ci sia stato del polemico nell'intervento di In Venere, non lo so e neanche lo voglio sapere.
Una delle mie citazioni preferite è : " Non condivido la tua idea, ma mi batterò perchè tu possa esprimerla".
Trovo piuttosto che tu Pino sia stato molto aggressivo nel tuo intervento, " covo di lettori limitati".
Per quanto riguarda te, in Venere, moltissimi grandi poeti del 900 sono prosastici, prima su tutte proprio il Nobel Szymborska e Bukowsky e Pessoa e tantissimi altri.
Se poi a te non piace questo genere di poesia, non fa nulla, sei perfettamente allineata ai gusti redazionali. Va bene così, in fondo il sommo vate è Dante e non lo dico con ironia.
E l’arte rispecchia sempre il proprio tempo. Oggi nessuno scultore fa cose belle come la pietà di Michelangelo o il Davide di Donatello. In poesia nessuno oggi è in grado di scrivere un’opera al pari della divina commedia
Szymborska
Vestiario
Ti togli, ci togliamo, vi togliete
cappotti, giacche, gilè, camicette
di lana, di cotone, di terital,
gonne, calzoni, calze, biancheria,
posando, appendendo, gettando su
schienali di sedie, ante di paraventi;
per adesso, dice il medico, nulla di serio
si rivesta, riposi, faccia un viaggio,
prenda nel caso, dopo pranzo, la sera,
torni fra tre mesi, sei, un anno,
vedi, e tu pensavi, e noi temevamo,
e voi supponevate, e lui sospettava;
è già ora di allacciare con mani ancora tremanti
stringhe, automatici, cerniere, fibbie,
cinture, bottoni, cravatte, colletti
e da maniche, borsette, tasche, tirar fuori
-sgualcita, a pois, a righe, a fiori, a scacchi- la sciarpa
riutilizzabile per protratta scadenza.
Bukowski
Non restituire al mittente
La buona notizia è che sono
deperibile,
mentre la lumaca striscia sotto
la foglia,
mentre la dama nel caffè
ride una falsa risata,
mentre la Francia brucia
un crepuscolo di porpora.
sono deperibile
e questo è il bello,
mentre il cavallo scalcia
un asse della stalla,
mentre ci affrettiamo verso
il paradiso,
io sono piuttosto deperibile.
metti le scarpe sotto
il letto
allineate.
mentre ulula il cane
l'ultima rana sbuffa
e salta.
Fernando Pessoa
Se qualcuno
Se qualcuno un giorno bussa alla tua porta,
dicendo che è un mio emissario,
non credergli, anche se sono io;
ché il mio orgoglio vanitoso non ammette
neanche che si bussi
alla porta irreale del cielo.
Ma se, ovviamente, senza che tu senta
bussare, vai ad aprire la porta
e trovi qualcuno come in attesa
di bussare, medita un poco. Quello è
il mio emissario e me e ciò che
di disperato il mio orgoglio ammette.
Apri a chi non bussa alla tua porta.
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la szymborska l'ho quasi finita nella sua opera omnia e gli altri due non sono affatto male.
sono proprio quei due proposti che non mi piacciono, ma anche tu mi pari "sei perfettamente allineata ai gusti redazionali. Va bene così, in fondo il sommo vate è Dante e non lo dico con ironia." leggermente qualunquista nel modo di porti sui gusti altrui.
non è che se uno è prosastico non mi piace a prescindere, ma quelle due poesie non mi piacciono
leggendomi, oltretutto, avrai capito che non ho schemi prefissi, e aggiungo che se fossi davvero in linea con i gusti redazionali (frase che trovo quantomeno venata di polemicità e non mi pare giusto nei confronti della libertà che ci viene concessa, di espressione e tutto il resto) otterrei molto più consenso popolare, se così vogliamo chiamarlo.
solo che non mi interessa.
a questo punto, nemmeno di esternare i miei gusti
bon voyage
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Il problema è che quando si vuole offendere una poesia, ma non riferisco solo a te, si dice che è prosastica.
Molte poesie che leggo sul sito non sono affatte prosatiche, ma sono oscene. Quello che rende bella una poesia o meno è quello che riesce ad esprimerti. Invece, non so se è capitato anche a te quando eri in training, una poesia che non ti viene convalidata , il 90% delle volte la motivazione è che è prosastica.
Comunque non vi era affatto ironia in quello che ho scritto, forse un po' di amarezza e di nostalgia.
Amarezza perchè dobbiamo accettare che l'arte cambi, ( non può essere accettato solo il sonetto in poesia), o musicalmente solo la musica classica, perchè altrettanto bello è il pop, il Jazz, il blues, e per la pittura impressionisti, naif, astrattisti etc
Nostalgia perchè anche a me piacerebbe leggere oggi un'opera così completa e universale come lo è stata la Divina commedia.
e non c'è premio Nobel che tenga che possa essere paragonato a Dante. Non so quanti resisteranno 800 anni e saranno sempre attuali. Quindi, come vedi, io considero Dante il poeta per eccellenza, impareggiabile nel tempo e nello spazio, senza polemica.
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Nonostante tutta la comprensione umana per il tragico destino di Reinaldo Arenas, trovo che il suo testo qui proposto sia decisamente banale, se non addirittura brutto, per dire le cose con il loro nome.
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La limitazione della comprensione, è legata alla formazione letteraria. Molti si danno dei limiti, e quel limite diventa poi il filtro discriminante, che seleziona le poetiche degli autori. E normale, molto umano. Si legge quello che piace o che in quel momento, ci aggrada pensare sia piacevole.
Però vorrei che vi concentraste, più che altro, anche sulla vita di certi romanzieri, scrittori, poeti che a prescindere da limitate considerazioni di prosa e poesia, hanno espresso il particolare stato d'animo del momento in cui vivevano, che è passato attraverso il loro corpo e mente, la rivelazione dell'emozione senza blocchi letterari o pedaggi di pubblicazione obbligata.
La sofferenza di Arenas incarna una sofferenza attuale, la discriminazione che ha subito, è attuale, la lotta per aprire la mente da una situazione di grande povertà intellettuale e sociale, è un concetto a noi tutti conosciuto, in un mondo che prospera nella povertà del pensiero indipendente e lucra sull'intrattenimento.
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Nonostante tutta la comprensione umana per il tragico destino di Reinaldo Arenas, trovo che il suo testo qui proposto sia decisamente banale, se non addirittura brutto, per dire le cose con il loro nome.
Vi sono innumerevoli poeti, difficile che ognuno di loro abbia in nostro plauso, anzi, impossibile. A volte è un problema di apertura o chiusura mentale, non voler vedere e percepire altro che quello che vorremmo vedere e sentire.Ed ecco perchè la poesia ha un'estensione illimitata. La banalità è un concetto difficile da definire, ma forse compredere il significato della poesia di Arenas, il vero significato, aiuterebbe a renderla meno ovvia. Occorre andare oltre.
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Non basta il valore civile di un autore per dare valor alla.sua opera poetica. Almeno, a me.non basta. La Dickinson sarebbe miserrima in questo contesto, essendo vissuta sola, chiusa in casa tutta la.vita. Per me, non c'entra niente. E.mi pare superficiale dare.del limitato a uno perché non apprezza l'alto valore civile di Arenas.
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Non basta il valore civile di un autore per dare valor alla.sua opera poetica. Almeno, a me.non basta. La Dickinson sarebbe miserrima in questo contesto, essendo vissuta sola, chiusa in casa tutta la.vita. Per me, non c'entra niente. E.mi pare superficiale dare.del limitato a uno perché non apprezza l'alto valore civile di Arenas.
Infatti non basta. Non ho detto che era un grande poeta, perchè ha sofferto: sarebbe una bugia. Ho detto che ha scritto ciò rappresentava la propria realtà in quel momento, ha filtrato ogni istante nelle sue opere, lasciando il suo personale contributo utilizzando il suo talento, cosa che tutti coloro che scrivono, dovrebbero fare, invece che magari, divertirsi a scopiazzare a destra e manca. E non dico che una persona è limitata perchè non apprezza Arenas, ho detto " A volte è un problema di apertura o chiusura mentale, non voler vedere e percepire altro che quello che vorremmo vedere e sentire " ( francamente non è che mi interessi molto, se piace o non piace ). La mia intenzione era di condividere un autore che a me personalmente suscitava un certo interesse. Poi se devo essere sincero, non ho lo spiccato interesse per nessun poeta in particolare, mi piace leggere e riflettere su quello che leggo ed ogni tanto condividerne alcuni frammenti.
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Ancora di Reinaldo Arenas, una onesta
riflessione sulla morte.
NON E' IL MORTO CHE PROVOCA STUPORE
Non è il morto che provoca stupore
è la sorpresa di vedere come dimentichiamo
la sua stessa morte, il nostro grande dolore.
Il morto si ferma, noi proseguiamo.
Non è il morto, no, chi si ritira.
Siamo noi che stiamo discutendo,
sul cadavere che muto ci rimira,
la possibilità di continuare sopravvivendo.
Quando nella memoria il morto scorgiamo
(gioco del tempo, macabro miscelatore)
non è più il morto che stiamo vedendo:
Siamo noi che impietriti rimaniamo
nel vedere come osserviamo senza orrore
chi nel grande orrore si va putrefacendo.