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Laboratorio => Gruppo di lettura => Topic aperto da: poeta per te zaza - Lunedì 13 Agosto 2012, 14:50:55
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La superbia
Silvio Volta ha scritto nel 1933, ambientandola nella sua Celle Ligure,
sulla falsariga di Dante, una commedia in dieci canti, solo per l'Inferno.
A suo tempo, io l'ho tradotta in italiano, mantenendo la rima.
Questo è un pezzo dell'ottavo canto, ottenuto estrapolando
alcuni versi che esprimono il concetto di superbia.
A Commedia cellasca
Quando l’ommo o se scorda a seu natua
de misero zänin dentro ä castagna
e pin de presumin pe a séu sapua,
pei titoli e e palanche che o guadagna,
o vêu sempre ciú äto montâ in vëzo
a l’è segua che o va a finì in ta bagna.
E fra tutti i pecchâe o no gh’è de pëzo
che ëse pin de superbia e presunzion
e vorreise caccià delongo a mëzo.
Chissà comme a l’è brutta a punizion,
chissà quanto i ghe fan pagâ de dazio
a quelli che han avûo da pretenzion!
…………………………………………………….
Non con do patimento corporale,
adatto per lecchâesi e lascaiêu,
ma toccandoghe o tempo in to morale.
……………………………………………………..
E Michelin ti ou trovi in te l’Inferno
o tormento incredibile a soffrì
de predicâ delongo a ‘na bellinn-a,
de spiegâ e cose a chi no e pêu capi…
Silvio Volta
La Commedia cellasca
Allor che l’uomo scorda la sua essenza
di gramo verme dentro la castagna,
e pretenzioso per la sua sapienza,
per i titoli e i soldi che guadagna,
si vuol sempre più in alto arrampicare,
è certo che finisce nella bagna.
Tra i peccati di cui si può macchiare
sono i peggior superbia e presunzione
e volersi nel mezzo ognor ficcare.
Dev’esser trista ben la punizione,
chissà di dazio quel ch’han da pagare
coloro che hanno avuto pretensione!
………………………………………………………..
Le pene corporali fan difetto,
adatte per golosi e adescatori,
sono quelle morali più d’effetto.
…………………………………………………………
E Michelin lo trovi nell’Inferno
Il tormento indicibile a penare
del continuo parlare a una belina,
a chi non può capir dover spiegare…
Zaza
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"pei titoli e e palanche che o guadagna,
o vêu sempre ciú äto montâ in vëzo
a l’è segua che o va a finì in ta bagna"
sacrosanta verità. Sebra di sentir il mio amato babbo. Condivido con voi questo perchè lui, oltre usare il termine "bagna", era puù esplicito e usava il termine, credo, omonimo "nitta", che però mi sembra avere una connotazione piu sulla "melma".
Correggimi se sbaglio Zaza, ma comunque grazie, ogni tanto qualcosa mi fa ricordare mio padre.
Gabri
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E bravo Gabriele.
In effetti, la locuzione “vezo” o “vezu” indica quella sorta di scaletta rudimentale posta nei pollai.
All’imbrunire, le galline cercano di appollaiarsi tutte sul
gradino piu’ elevato, col risultato per qualcuna di cadere nella melma sottostante.
Credo che l'autore abbia preferito l’espressione “bagna”, che si dice
anche in lingua, per la rima con “guadagna”.
Sono di origine piemontese, i dialetti liguri li capisco
ma non li parlo, il termine “nitta” non l’ho mai sentito prima.
Grazie Gabri.
Zaza
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una (cosa intelligente) su mille ce la faaa (a dirla il buon vecchio Gabriele)
adattamento del testo di morandi :)
é sempre un piacere colloquiar con te