Forum degli autori
Laboratorio => A più mani => Topic aperto da: il moro - Martedì 8 Agosto 2006, 11:36:05
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Allora Ele cara...ci proviamo?
Mi piacerebbe lavorare in questo modo:
non stabilire nulla...nè tema...nè soggetto...nè titolo.
Partiamo da dei versi...l'incipit te lo dò io...e da quello lasciamo una libera associazione di idee senza pregiudizi di morale...di convenienza..di costume...nulla.
Lasciamo che le cose vengano e trascriviamole così...guardandole e senza correggerle per adesso...
poi, in base a quell oche verrà fuori decideremo modifiche et similia. Che dici? Io parto...tu vieni? ;-)
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è nelle cicatrici che sta il confine dell'amore
attimi che il mondo stride sulla pelle
attimi violenti
attimi di regressioni consumate limpidamente, a viso aperto,
cicatrici che sono il confine di quanto bruci l'esistere
di quanto acido sia l'umano candore
fremiti dolori selvaggi
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à toi madame...
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Arrivo Bruno...
Si, ok... le tue regole "nn regole" mi stanno bene...
che ne dici se continuo così...
che si dilatano fra pareti di ricordi soffiando venti autunnali
e si ridestano pensieri assopiti, morbi latenti.
E' nelle cicatrici che solcano dentro,
che ardono d'assenza, passato presente sfumati,
che unghie mai stanche dilaniano sorrisi
e arcobaleni si frantumano
alle pendici di un genetliaco negato.
Sono attimi di notte blu in sentieri senza ritorno
e ululati alla luna spenta fra cimiteri di sogni
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Apperò... :)
...metto un po' d'ordine...
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E' nelle cicatrici che sta il confine dell'amore
attimi che il mondo stride sulla pelle
attimi violenti
attimi di regressioni consumate limpidamente, a viso aperto,
cicatrici che sono il confine di quanto bruci l'esistere
di quanto acido sia l'umano candore
fremiti dolori selvaggi
che si dilatano fra pareti di ricordi soffiando venti autunnali
e si ridestano pensieri assopiti, morbi latenti.
E' nelle cicatrici che solcano dentro,
che ardono d'assenza, passato presente sfumati,
che unghie mai stanche dilaniano sorrisi
e arcobaleni si frantumano
alle pendici di un genetliaco negato.
Sono attimi di notte blu in sentieri senza ritorno
e ululati alla luna spenta fra cimiteri di sogni
E croci come fari nella nebbia
A tracciare il solco profondo dell’esistere
A tradire colori pastello cuciti addosso come tempera
Che scioglie alla prima pioggia
Scivolando promesse su visi consumati
da sentieri insonni
da sorrisi mancati
traditi dal silenzio che incombe
L’abbraccio della notte all’alba risorge
Profuma l’incanto in sentieri di resina.
Nasce in trasparenza come brezza
come onda dal mare si quieta
mentre paure nascoste in fili d’erba
svaniscono rischiarate nei canti del mattino.
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Eccomi Bruno... i tuoi ultimi versi mi sono sembrati risolutivi, svoltare verso orizzonti di sole... ecco i mei, se vuoi, conclusivi...
germogliano miraggi,
si snocciola il futuro tra petali dischiusi,
timorosi sibilano riverberi dorati
alle soglie d’un abisso stremato.
Lievi flutti carezzano insistenti il tormento
fino a smussarlo, fino a dissuaderlo.
Levigata superficie di cristallo
rifrange calore, amore.
Riflessi di anime nere svaniscono piano,
smarrito vapore fra oceani di dolore.
adesso correzioni, suggerimenti e titolo... a proposito, che ne dici di "Cicatrici di cristallo"
alla sistemazione pensaci tu... ;)
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Allora...tutta insieme verrebbe così...
E' nelle cicatrici che sta il confine dell'amore
attimi che il mondo stride sulla pelle
attimi violenti
attimi di regressioni consumate limpidamente, a viso aperto,
cicatrici che sono il confine di quanto bruci l'esistere
di quanto acido sia l'umano candore
fremiti dolori selvaggi
che si dilatano fra pareti di ricordi soffiando venti autunnali
e si ridestano pensieri assopiti, morbi latenti.
E' nelle cicatrici che solcano dentro,
che ardono d'assenza, passato presente sfumati,
che unghie mai stanche dilaniano sorrisi
e arcobaleni si frantumano
alle pendici di un genetliaco negato.
Sono attimi di notte blu in sentieri senza ritorno
e ululati alla luna spenta fra cimiteri di sogni
E croci come fari nella nebbia
A tracciare il solco profondo dell’esistere
A tradire colori pastello cuciti addosso come tempera
Che scioglie alla prima pioggia
Scivolando promesse su visi consumati
da sentieri insonni
da sorrisi mancati
traditi dal silenzio che incombe
L’abbraccio della notte all’alba risorge
Profuma l’incanto in sentieri di resina.
Nasce in trasparenza come brezza
come onda dal mare si quieta
mentre paure nascoste in fili d’erba
svaniscono rischiarate nei canti del mattino.
germogliano miraggi,
si snocciola il futuro tra petali dischiusi,
timorosi sibilano riverberi dorati
alle soglie d’un abisso stremato.
Lievi flutti carezzano insistenti il tormento
fino a smussarlo, fino a dissuaderlo.
Levigata superficie di cristallo
rifrange calore, amore.
Riflessi di anime nere svaniscono piano,
smarrito vapore fra oceani di dolore.
ora ragioniamoci su...io appena mi libero un po' dal lavoro :(
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Ciao ragazzi..posso dirvi bravi?
Complimenti..bella questa vostra collaborazione.
Ciao
Marilena :D :D :D
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Sono d'accordo, la trovo bellissima :DBravi!Ciao :-*
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Bruno, che ne dici di queste piccole modifiche?
E' nelle cicatrici il confine dell'amore
attimi che il mondo stride sulla pelle
attimi violenti
attimi di regressioni consumate limpidamente
cicatrici, confini di quanto bruci l'esistere
di quanto acido sia l'umano candore
fremiti, dolori selvaggi
che dilatano pareti di ricordi soffiando venti invernali
ridestano pensieri assopiti, morbi latenti.
E' nelle cicatrici che solcano dentro,
che ardono d'assenza, passato presente sfumati,
che unghie mai stanche dilaniano sorrisi
e arcobaleni si frantumano
alle pendici di genetliaci negati.
Sono attimi di notti blu in sentieri senza fine
e ululati alla luna spenta fra cimiteri di sogni
e croci, fari nella nebbia
a tracciare il solco profondo dell’esistere,
a tradire colori pastello cuciti addosso come tempera
che scioglie alla prima pioggia
scivolando promesse su visi consumati
da sentieri insonni,
da sorrisi mancati
traditi dal silenzio che incombe.
L’abbraccio della notte all’alba risorge,
profuma l’incanto in sentieri di resina.
Nasce in trasparenza come brezza,
come onda dal mare si quieta
mentre paure nascoste in fili d’erba
svaniscono rischiarate nei canti del mattino.
Germogliano miraggi,
mentre si snocciola il futuro in petali dischiusi.
Timorosi sibilano riverberi dorati
alle soglie d’un abisso stremato.
Lievi flutti carezzano insistenti il tormento
fino a smussarlo, fino a dissuaderlo.
Levigata superficie di cristallo
rifrange calore, amore.
Riflessi di anime nere svaniscono piano,
smarrito vapore fra oceani di dolore.
Fammi sapere e per il titolo... "Cicatrici di cristallo" ti va bene?
Ciao ;)
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Ciao Ele ...
Mi piace...ma prendendo spunto dalle tue modifiche...mi sa che l'ho stravolta ;-)
Dimmi che ne pensi...e continuiamo a lavorarci che mi piace la piega che sta prendendo....
Un abbraccio,
Bruno
PS Titolo ok
PS I chi volesse intervenire...lo faccia tranquilla mente...i consigli e le impressioni sono sempre ben accetti
PS II Grazie Leaf...grazie Marilena ;-)
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CICATRICI DI CRISTALLO
E' nelle cicatrici il confine dell'amore
attimi che il mondo stride sulla pelle
attimi violenti
attimi di regressioni consumate limpidamente
cicatrici, confini di quanto bruci l'umano candore
di quanto acido sia disperso in pareti di ricordi
Soffiate da venti invernali
Si dilatano pensieri sopiti,
ravvivano morbi latenti
Sono fremiti,
dolori selvaggi che solcano dentro,
che ardono d'assenza,
passato presente sfumati.
Unghie mai stanche dilaniano sorrisi
e arcobaleni si frantumano alle pendici
di genetliaci negati.
Sono attimi di notti blu ululati alla luna spenta
in sentieri senza fine, fra cimiteri di sogni
e croci, come fari nella nebbia
a tracciare il solco profondo dell’esistere,
a tradire colori pastello cuciti addosso
come tempera che scioglie alla prima pioggia
scivolando insonni su visi consumati
violati dal silenzio che incombe.
I bracieri profumano e l’alba risorge.
Sfuma d’incanto in sentieri di resina.
Nasce in trasparenza come brezza,
come onda quieta nascosta in fili d’erba.
Timorosi sibilano riverberi dorati
mentre si snocciola il futuro in petali dischiusi
alle soglie d’un abisso stremato.
Lievi flutti carezzano il tormento
insistenti, fino a smussarlo,
fino a dissuaderlo.
Levigata superficie
rifrange calore.
È l’amore di anime nere
che si allontana riflesso,
smarrito tra il vapore degli oceani.
Tra boccioli di cristallo immersi nel mattino
Le inquietudini svaniscono e germogliano miraggi .
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mi sembra un lavoro eccezionale svolto con serietà e passione ,ne è venuta fuori una poesia sublime.
siete forti ragazzi.
:-* pietro :-*
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Prima di tutto, grazie Laef, Marilena e Pietro...
Bruno, ho letto le nuove modifiche... ok... ma mi hanno suggerito qlc altro cambiamento...
CICATRICI DI CRISTALLO
E' nelle cicatrici il confine dell'amore
attimi che il mondo stride sulla pelle
attimi violenti
attimi di regressioni consumate limpidamente
cicatrici, confini di quanto bruci l'umano candore
di quanto acidi siano i ricordi,
gelidi venti invernali.
Si dilatano pensieri sopiti,
minacciosi morbi latenti
Sono fremiti,
dolori selvaggi che solcano dentro,
che ardono d'assenza,
passato presente sfumati.
Unghie mai stanche dilaniano sorrisi
e arcobaleni si frantumano alle pendici
di genetliaci negati.
Sono attimi di notti blu
e ululati alla luna spenta
in sentieri senza fine fra cimiteri di sogni
e croci, fari nella nebbia
a tracciare il solco profondo dell’esistere,
a tradire colori pastello cuciti addosso,
tempera che scioglie alla prima pioggia
scivolando insonni su visi consumati,
violati dal silenzio che incombe.
I bracieri profumano e l’alba risorge.
Sfuma d’incanto in sentieri di resina,
nasce in trasparenza come brezza,
come onda quieta nascosta in fili d’erba.
Timorosi sibilano riverberi dorati
mentre il futuro snocciola petali rosa
alle soglie d’un abisso stremato.
Lievi flutti carezzano il tormento
insistenti, fino a smussarlo,
fino a dissuaderlo.
Levigata superficie
rifrange calore.
Ardore d'anime nere
si allontana riflesso nel dolore,
tra oceani di vapore.
Boccioli immersi in mattini di cristallo
sospingono inquietudini,
miraggi germogliano.
Che ne dici...?
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il finale lo preferivo prima, ma siete voi che dovete scegliere rimane cmq un lavoro sublime
pietro
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be complimenti anche a voi,non credo che ciano modifiche da fare e piu la ritocatte piu perde il senso di a piu mani.per essere due menti diverse lavorate quasi all'unisono.vi invidio un pochino.........ovviamente per la bravura.bravi,bravi,bravi.
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Davvero bellissima e completa...lavoro di coppia eccezionale...aspettiamo il prossimo :-)
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Grazie gentili amici. ;)
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leggo solo ora questo lavoro a + mani meraviglioso, lavorate cm foste un'unica mente...bravi bravi bravi! onestamente preferisco la prima versione, senza modifiche, è + sentita e + vera, in ogni caso è magnifica! complimenti ;)
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Grz zima, nn ti nascondo che nn mi dispiacerebbe rifare qlc del genere, ma il problema è che si son perse le tracce del moro :-\
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[/quote]
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resurrection
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..welcome back.... :)
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Non era niente male, vero Bruno?... ci riproviamo?... ;)
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Non era niente male, vero Bruno?... ci riproviamo?... ;)
Ah beh...mi inviti a nozze... ;)
Aspetto l'incipit
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Allora...tutta insieme verrebbe così...
E' nelle cicatrici che sta il confine dell'amore
attimi che il mondo stride sulla pelle
attimi violenti
attimi di regressioni consumate limpidamente, a viso aperto,
cicatrici che sono il confine di quanto bruci l'esistere
di quanto acido sia l'umano candore
fremiti dolori selvaggi
che si dilatano fra pareti di ricordi soffiando venti autunnali
e si ridestano pensieri assopiti, morbi latenti.
E' nelle cicatrici che solcano dentro,
che ardono d'assenza, passato presente sfumati,
che unghie mai stanche dilaniano sorrisi
e arcobaleni si frantumano
alle pendici di un genetliaco negato.
Sono attimi di notte blu in sentieri senza ritorno
e ululati alla luna spenta fra cimiteri di sogni
E croci come fari nella nebbia
A tracciare il solco profondo dellesistere
A tradire colori pastello cuciti addosso come tempera
Che scioglie alla prima pioggia
Scivolando promesse su visi consumati
da sentieri insonni
da sorrisi mancati
traditi dal silenzio che incombe
Labbraccio della notte allalba risorge
Profuma lincanto in sentieri di resina.
Nasce in trasparenza come brezza
come onda dal mare si quieta
mentre paure nascoste in fili derba
svaniscono rischiarate nei canti del mattino.
germogliano miraggi,
si snocciola il futuro tra petali dischiusi,
timorosi sibilano riverberi dorati
alle soglie dun abisso stremato.
Lievi flutti carezzano insistenti il tormento
fino a smussarlo, fino a dissuaderlo.
Levigata superficie di cristallo
rifrange calore, amore.
Riflessi di anime nere svaniscono piano,
smarrito vapore fra oceani di dolore.
ora ragioniamoci su...io appena mi libero un po' dal lavoro :(
Stavo perdendo speranze, ed ecco che il forum riprende vigore e diventa nuovamente creativo. Devo dirvi che apprezzo moltissimo quest'opera, nella forma iniziale ( anche le parti modificate sono ottime), spontanea e sincera. Sempra che prenda vigore ad ogni verso e vi confesso, che è per queste cose, che mi sono iscritto ad un sito di poesia, per trovare questa spontaneità, questa genuinità nel proporre l'emozione. Ed alla fine è nato qualcosa di particolarmente piacevole, interessante che porta a riflettete ed immaginare, a sognare ed anche, perchè no, a scoprire quella piccola o grande sofferenza che sempre riemerge, quando la musicalità del verso, riporta alla vita, emanazioni di un passato sepolto. Ottimo lavoro.
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Grazie davvero per l'apprezzamento!
Mi fa molto piacere quello che dici... dà un po' di senso al tutto... e meno male che ci sono persone come te...
Ci stiamo lavorando su e speriamo di non deluderti... ;)
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Ecco cosa mi ha suggerito la notte, Bruno.
giocano a nascondino
rintocchi oblunghi
di pensieri informi
dal cuore
al cervello
senza intervallo
luce di notte
buio di giorno
a te... :)
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Ecco cosa mi ha suggerito la notte, Bruno.
giocano a nascondino
rintocchi oblunghi
di pensieri informi
dal cuore
al cervello
senza intervallo
luce di notte
buio di giorno
a te... :)
mi ha suggerito questo...vedi se ti piace
trovano riparo le tue labbra
umide di brina mattutina, le sento infondere calore
sono ricami in marmo le tue vene appena accennate
sculture intarsiate che osservo in penombra
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wow!...
svolta a sinistra... non conoscevo questo sentiero, ma mi avventuro... ;)
pugni distendono ora carezze
mentre origami di parole intagli sulla mia pelle
rugiada discreta penetra dolcemente
oltre drappi scomposti
e dolore lenisci
in questa notte senza stelle
-
Sento il tuo profumo scivolarmi addosso
il tuo odore di vaniglia ad ogni palmo
restarmi sulla nuda pelle
nella notte ti cerco, senza pensieri
nè domande o colpe, nè passato nè futuro
solo un eterno estatico presente
che dici...può andare?
-
ehmm... :angel:... che dire? ... bella...
dunque, riassembliamo i pezzi e vediamo se si cuciono bene insieme...
giocano a nascondino
i rintocchi oblunghi
di pensieri informi
dal cuore
al cervello
senza intervallo
luce di notte
buio di giorno
trovano riparo le tue labbra
umide di brina mattutina, le sento infondere calore
sono ricami in marmo le tue vene appena accennate
sculture intarsiate che osservo in penombra
pugni distendono ora carezze
mentre origami di parole intagli sulla mia pelle
rugiada discreta penetra dolcemente
oltre drappi scomposti
e dolore lenisci
in questa notte senza stelle
sento il tuo profumo scivolarmi addosso
il tuo odore di vaniglia ad ogni palmo
restarmi sulla nuda pelle
nella notte ti cerco, senza pensieri
né domande o colpe, né passato né futuro
solo un eterno estatico presente
continuerei così, Bruno..
riattraverso il sole
in questo delirio lunare
mentre fili invisibili
tratteggiano legami fragili
adesso conclusione (a meno che così non ti vada già bene) e titolo... "Deliri lunari" come ti sembra?...
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Come conclusione non aggiungerei nulla, sposterei solo due tuoi versi proprio alla fine:
"e dolore lenisci
in questa notte senza stelle"
quindi, verrebbe così:
giocano a nascondino
i rintocchi oblunghi
di pensieri informi
dal cuore
al cervello
senza intervallo
luce di notte
buio di giorno
trovano riparo le tue labbra
umide di brina mattutina, le sento infondere calore
sono ricami in marmo le tue vene appena accennate
sculture intarsiate che osservo in penombra
pugni distendono ora carezze
mentre origami di parole intagli sulla mia pelle
rugiada discreta penetra dolcemente
oltre drappi scomposti
sento il tuo profumo scivolarmi addosso
il tuo odore di vaniglia ad ogni palmo
restarmi sulla nuda pelle
nella notte ti cerco, senza pensieri
né domande o colpe, né passato né futuro
solo un eterno estatico presente
riattraverso il sole
in questo delirio lunare
mentre fili invisibili
tratteggiano legami fragili
e dolore lenisci
in questa notte senza stelle
che ne dici?
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ok... ma sì... va bene anche così... stacco solo i due versi in un'altra strofa... se per te va bene...
Deliri lunari
giocano a nascondino
i rintocchi oblunghi
di pensieri informi
dal cuore
al cervello
senza intervallo
luce di notte
buio di giorno
trovano riparo le tue labbra
umide di brina mattutina, le sento infondere calore
sono ricami in marmo le tue vene appena accennate
sculture intarsiate che osservo in penombra
pugni distendono ora carezze
mentre origami di parole intagli sulla mia pelle
rugiada discreta penetra dolcemente
oltre drappi scomposti
sento il tuo profumo scivolarmi addosso
il tuo odore di vaniglia ad ogni palmo
restarmi sulla nuda pelle
nella notte ti cerco, senza pensieri
né domande o colpe, né passato né futuro
solo un eterno estatico presente
riattraverso il sole
in questo delirio lunare
mentre fili invisibili
tratteggiano legami fragili
dolori lenisci
in questa notte senza stelle
mmm... vediamo se possiamo sistemare meglio la chiusa... lo sai, a me piace anche un pò di musicalità e nn ne ha per niente...