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Laboratorio => Gruppo di lettura => Topic aperto da: Marina Lolli - Mercoledì 18 Giugno 2014, 22:59:40
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Osip Mandel'stam, M'è dato un corpo -
M'è dato un corpo - che ne farò io
di questo dono così unico e mio?
Sommessa gioia di respirare, esistere:
a chi ne debbo essere grato? Ditemi.
Io sono giardiniere, e sono fiore;
nel mondo-carcere io non languo solo.
Già sui vetri dell'eternità è posato
il mio respiro, il caldo del mio fiato.
L'impronta lasceranno di un disegno,
e più non si saprà che mi appartiene.
Scoli via la fanghiglia dell'istante:
rimarrà il caro disegno, intatto.
I poeti russi dei grandi maestri, c'e qualcuno che li ama come li amo io? si puo iniziare uno studio o una discussione sulla loro poetica?
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Del grande poeta russo Sergej Aleksandrovič Esenin (1895-1925) .
LA BALLATA DELLA CAGNA
Al mattino nel granaio
dove biondeggiano le stuoie in fila,
una cagna figliò sette,
sette cuccioli rossicci.
Sino a sera li carezzava
pettinandoli con la lingua
e la neve disciolta colava
sotto il suo caldo ventre.
Ma a sera, quando le galline
si rannicchiano sul focolare,
venne il padrone accigliato,
tutti e sette li mise in un sacco.
Essa correva sui mucchi di neve,
durando fatica a seguirlo.
E così a lungo, a lungo tremolava
lo specchio dell’acqua non ghiacciata.
E quando tornò trascinandosi appena,
leccando il sudore dai fianchi,
la luna sulla capanna le parve
uno dei suoi cuccioli.
Guardava l’azzurro del cielo
con striduli guaiti,
ma la luna sottile scivolava
e si celò nei campi dietro il colle.
E sordamente, come quando in dono
le si butta una pietra per gioco,
la cagna rotolò i suoi occhi
come stelle d’oro nella neve.