preferisco decisamente la forma originale..
Sono perfettamente d'accordo con Amara. Le aggiunte di Martino appesantiscono inutilmente il testo e sviliscono la musicalità, soprattutto negli ultimi due versi, che trovo stridenti. Lo stile di Lia non è quello che prediligo, ma questa poesia mi piace
Beh... posso essere d'accordo su tutto (chiaramente ognuno scrive come meglio crede in modo più consono alla propria personalità - e penso che anche Lia preferisca la sua versione - ) ma affermare che, nel mio esperimento, i versi perdono musicalità nonostante l'aggiunta d'una allitterazione "s" sulla penultima e nonostante siano stati resi endecasillabi metricamente corretti permettimi di dire che è una grande fesseria...
Non voglio certo indurre a ravvedimenti (è un laboratorio questo dove ci si confronta per crescere ed aiutare a crescere) ma vi assicuro che critici e giurati... nei concorsi rilevanti... questi dettagli li guardano... eccome se li guardano... e di solito per vincere sono le sfumature (anche tecniche) che fanno la differenza.
Chiunque abbia un orecchio musicale può dire che gli ultimi due versi sono come gessi che aggrediscono una lavagna. "Ora ha il senso" è molto più fluido, scorrevole, melodioso di "adesso ha il senso", perché "adesso" e "senso" fanno proprio a pugni (e se le danno di santa ragione). Lo stesso discorso vale per "prima ombra" e "primigenia ombra". Tu parli di allitterazione, endecasillabi, ma per me la poesia non è matematica. Io parlo di musicalità nel senso letterale del termine.
Sono anch'io d'accordo con gli ultimi intervenuti, che trovano stridente, poco musicale la nuova versione degli ultimi due versi della poesia di Lia fatta dal poeta Martino.
Sono molto ignorante in materia (non ho vinto neppure un premio nei concorsi di poesia, anzi non vi ho mai partecipato, per paura di fare pessima figura) , ma, se mi è permesso dire la mia, il gesso che si avverte stridere sulla lavagna negli ultimi due versi del Martino è dovuto a un problema di sesta sillaba. Anche se è teoricamente permesso, negli endecasillabi, porre gli accenti praticamente dove si vuole, la bellezza e la musicalità maggiori si ottengono ponendo l'accento principale sulla sesta sillaba, e cercando di evitare di mettere, in quel posto, una congiunzione , una preposizione o un pronome, ma sempre un nome, un aggettivo, un verbo, un avverbio.. Ebbene, "Adesso ha il senso che distingue Dio" ha "che" (pronome) alla sesta sillaba, mentre "Da una ingombrante primigenia ombra" ha , alla sesta sillaba, la prima "i" (non tonica) di "primigenia" .
Vogliate perdonarmi la mia alquanto dilettantistica intromissione.
Non ho la pretesa né di critico né di esperto in poesia in quanto non lo sono e non lo sarò mai, ecc... ma anche a me piace tantissimo il testo dell'autrice e non cambierei neanche una virgola...
l'errore, a mio avviso, è quello di pretendere di riportare tutto alla metrica classica.. ma, ad ogni modo, preferirei vedere commenti ai testi riportati qui e non a quelli del sig. Martino..
commentare non significa stravolgere e invadere il campo..
Concordei... se non fosse per il fatto che è l'Autore stesso a dare il proprio consenso affinchè i propri versi vengano inseriti in questo forum... per ampliarne la discussione...Se la scribacchio ermetica
la dicono esigetica
se classica e rimata
a morte è condannata
se minimimalista
copiata e marinista
se premunistenziale
smaniosa e teatrale
se tardopetrarchesca
si affloscia e non rinfresca
se cretopuscolare
di notte è a gufeggiare
se in gergo e dialettale
è roba assai rurale
se a membro di segugio
le mancherà il pertugio
perciò nel tramestio
la scrivo a modo mio.Criticate ogni creazione come e quando volete, ma non dovete nemmeno sfiorarla: è pura violenza.
Non dimenticate che dietro ognuna di esse c'è la vita, la propria vita.