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Laboratorio => Gruppo di lettura => Topic aperto da: poeta per te zaza - Giovedì 4 Agosto 2016, 10:32:53
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La mia vita
Te ne vai senza di me, mia vita.
Tu scorri.
Ed io ancora attendo di fare un passo.
Porti altrove la battaglia.
Mi abbandoni così.
Io non ti ho mai seguita.
Non vedo chiaro nelle tue offerte.
Il poco che voglio, tu non lo porti mai.
Per questa assenza, io desidero tanto.
Tante cose, anche l’infinito…
Per colpa di quel poco che manca,
che tu non porti mai.
Henri Michaux
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Pur essendo un poeta di lingua francese (era belga) , devo confessare che non ho mai letto Michaux (anche se il suo nome non mi era nuovo) , e che questa sua poesia non mi è molto piaciuta. Allora sono andato a prendere un vecchio libro che usai per dare un esame all'Università ( "Da Baudelaire al surrealismo" , "Piccola Biblioteca Einaudi" ) , scritto dal critico ginevrino suo contemporaneo (erano nati entrambi alla fine dell'Ottocento) Marcel Raymond, che su Michaux (pagg. 350 - 351) non si esprime in modo tanto lusinghiero: "Pochi sono gli avvenimenti interiori più 'reali' dei suoi. Lo stesso plasma del 'sogno' (in senso lato) compone la materia delle sue poesie e si sente il gusto di quelle acque - madri che danno il sapore alla vita. Un gioco d'attacchi e di difese personalissimo, in cui le regole del linguaggio son talvolta scompigliate dall'esplosione del pensiero, da una dura volontà di metamorfosi che ricorda Kafka, caratterizza la sua poesia. Eppure io esito su questa parola poesia. La messa in opera appena concertata di elementi grezzi, in un linguaggio dalla scorza rugosa - eco diretta di una lotta a corpo a corpo dell'individuo con l'esistenza - può destare una emozione 'poetica' e garantire la sua continuità? Si ha il timore di non trovarsi al cospetto di materiali poetici. (...) Con Henri Michaux (...) si tratta (...) di avventure interiori. Ma invano si aspetta con lui l'ora della catarsi o almeno un tentativo di liberazione nell'universo musicale" .
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:) Grazie del tuo intervento, Antonio, anche se il tuo pensiero è opposto al mio.
L'ho proposta perché mi ha colpita, e anch'io ignoro la biografia e le opere di Henri Michaux, tranne questa poesia
e il fatto che fosse amico del filosofo Cioran.
La mia vita
Te ne vai senza di me, mia vita.
Tu scorri.
Ed io ancora attendo di fare un passo.
Lasciamo scorrere la vita, per inerzia,
ed essa va avanti, l'orologio non si ferma ad aspettarci.
Porti altrove la battaglia.
Là dove si combatte, si dà senso all'esistere.
Mi abbandoni così.
Io non ti ho mai seguita.
Aspettare che sia la vita a prenderci per mano ha un senso?
Non vedo chiaro nelle tue offerte.
Il poco che voglio, tu non lo porti mai.
Avrò diritto a molto meglio di quello che mi dai, o no?
Per questa assenza, io desidero tanto.
Tante cose, anche l’infinito…
Per colpa di quel poco che manca,
che tu non porti mai.
Questo pensa chi esiste, chi aspetta che cambi il vento, non chi "vive" realmente.
In corsivo, quello che la poesia ha trasmesso a me.