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Quando eravamo distratti part II

Biografie e Diari

ANNO 1989- 1990 E RICORDI VARI

L’ estate stava finendo e si salutavano gli amici delle vacanze. Il ritorno in città è sempre traumatico. Si rivedono gli amici del quartiere e si raccontano le avventure appena passate. Tutto ritorna alla normalità. Si riprendono i contatti con i compagni di scuola. I soliti quattro amici e si riprende a uscire. Inizia la scuola. C’è grande euforia. Quest’ anno ci siamo uniti a un’ altra classe, la sezione G. Speravo ci fosse un mio amico, anche se poi scoprii che era stato bocciato. Subito con alcuni lego molto. Ci divertiamo molto con i vicini di banco. Un amico mise la sua postazione perpendicolare alla mia. Fu la salvezza per le interrogazioni, in quanto potevamo appoggiare, i quaderni degli appunti ed i libri sul suo banco e quindi leggere in caso di difficoltà.

C’ era un’ insegnante dispotica, con cui ho avuto serie difficoltà fino alla fine. Era convinta che non studiassi. Un’ altra, nonostante il grande recupero mi porto con l’ insufficienza al consiglio. Naturalmente con tutti sette ed otto, lei perse la faccia. Mi affezionai ad una ragazza, anche se la mia timidezza, mi impedì di andare avanti. In gita, andammo a Pompei. Ricordo, che per pochi secondi, di telefonata, pagai allora 400 lire. Uno scandalo. Gli scavi furono belli ed interessanti. La notte non dormii e ad un certo punto della mattina, mi sentii strano, come confuso e rallentato. Le notti le passavamo girando per le altre stanze. Cantando.

Anche in quell’ anno, abbiamo fatto una grande autogestione. Abbastanza lunga. A calcio, giocavamo con la seconda D. Noi avversari/compagni fino alla quinta classe. La prof. di francese, diceva a loro, che noi eravamo i più bravi. A noi diceva, il contrario. A francese, ho avuto, alti e bassi. In ogni caso, sono stato promosso con otto. Matematica e fisica, mi piacevano molto e non ho mai avuto problemi. Ad italiano c’ era un nuovo insegnante. Vide le mie potenzialità, mi stimava e mi incoraggiava a fare sempre meglio. La storia mi interessava. Ancora non capivo le poesie e i loro significati. Semplicemente non le conoscevo.

I vari compleanni, li festeggiavamo, tutti insieme. A volte, erano invece feste per pochi intimi. Iniziavo a rimanere a casa, da solo, senza genitori. Magari invitavo, qualche amico, a dormire da me. Per divertirci e fare quattro chiacchiere. La domenica, andavamo alla tavola calda, per mangiare. Poi subito, in sala giochi. Ormai eravamo diventati amici del gestore. Che partite con Andorre.

I video giochi erano la mia passione e lo sono stati anche, per gli anni, a venire. In quell’ anno, la prof. di inglese, ci proposte, di recitare, la favola di Biancaneve ed i sette nani, in stile commedia. È stata una cosa fantastica. Biancaneve era una ragazzo popolare a scuola ed i nani eravamo noi ragazzi alti. La preparazione è stata molto bella. Tante prove. Tante emozioni. Io ero Mammolo. Oltre a noi, anche altre classi, portarono degli spettacoli. Anche se l’ evento principale, era il nostro. Noi nani quando siamo entrati in scena, camminavamo carponi. Abbiamo suscitato, l’ ilarità del pubblico. Il personaggio di Biancaneve, ha avuto un brillante successo. Altri ragazzi, non attori, hanno coordinato, le musiche e le luci. Alcune ragazze erano ai trucchi. Se sono fossi stato, più scaltro, con le ragazze. Ho ancora, grandi rimpianti.

Al paese, avevo dei problemi. Non mi trovavo bene, con alcuni ragazzi. Con qualcuno litigai. Solo anni più tardi abbiamo fatto pace. Anche al paese, la sala giochi, era il mio regno. Ero molto bravo, in alcuni cabinati. Ci studiavo, la notte, su come passare, il livello. Al paese, andavo i vari fine settimana e in tutte le vacanze scolastiche. Come mezzo di locomozione, avevamo il motorino da poco. Altrimenti la bicicletta. Il mio motorino e la mia bici, non mi piacevano, perché scelte dai miei genitori. Il motorino, aveva grosse difficoltà, nell’ accendersi. Il meccanico, amico di mio nonno, non riusciva a ripararlo. Mio nonno, era morto, da pochi anni e ancora, si sentiva, la sua mancanza. Anzi, io lo sentivo presente spiritualmente. Per me, tutt’ oggi, è sempre vivo. Avevo un cane, fino alla morte di mio nonno. Si chiamava Lola. Lo scelsi io, quando ero più piccolo. Adoravo questo cane. Era buonissimo e un ottimo segugio. Aveva un fiuto incredibile. Con la morte di mio nonno, lo prese il cugino di mia madre. Gestiva la riserva di caccia del paese ed aveva spazio per tenerlo. Io ogni tanto l’ andavo a trovare magari lo portavo a casa. Il setter diventò poi cieco. Andava ancora a caccia però. Dopo molti anni, come tutti, parti per il paradiso dei cani. Peccato solo, non averle dato, un ultimo saluto. Avevamo anche una gattina, di nome Lady. Era una signora gatta. Molto dolce ed intelligente. Amata anche dai vicini di casa. In seguito, andavamo meno al paese e lei fu adottata da altre persone. Quando mio nonno, era in vita, avevamo anche dei conigli e le galline. Mio nonno curava anche l’ orto di casa, dove mi divertivo molto e l’ aiutavo ad annaffiare gli ortaggi. Giocavo anche con il cane, nel campo.

Un pomeriggio sono cascato, nell’ orto. Il bravissimo setter, venne a prendermi, anche se io stranamente mi impaurii. Mi dispiacque molto. Poi andai a ringraziare la Lola. Adoravo quel cane. Era la più bella dei cuccioli. Ormai sono passati tanti anni. Potessi tornare indietro, a quegli anni spensierati. A quando siamo nati. Erano anni di un mondo antico, dove c’era un regno di persone unito.

Erano gli anni ‘89, quelli in cui si tessevano, nuove amicizie, per il futuro, importanti, come non mai. Altri sarebbero poi spariti, col tempo.

Fu l’anno di una scelta, che cambiò le nostre vite scolastiche: la specializzazione informatica. Ci chiederemo, per tutta la vita, cosa sarebbe successo altrimenti? Ci saremmo risparmiati, tante sofferenze gratuite. Avremmo avuto nuove amicizie, nuovi amori, con cui passare la vita? Io avevo questa possibilità. Scelsi la distruzione (inconsapevole) al posto della libertà di vivere nel presente di allora e nel futuro di oggi. Fu la seconda scelta infausta. La prima si è persa, nell’alba dei tempi ed ora guarda me vivere una vita non mia. Solo nei sogni, posso riscattarmi e rivedere Lei.



mirko federici 09/09/2014 14:20 834

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«Gli anni della scuola e del paese, con ricordi legati all'infanzia. Parte II»

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Ciao ho conservato per rileggerla con un po più di (pier quirica tola)

tempo, sono più grande di te...ma sono curiosa se (pier quirica tola)

i ricordi vari possono essere comuni ad una classe (pier quirica tola)

1964... nel 1990 ero già diplomata e sposata. (pier quirica tola)

Ti farò sapere. (pier quirica tola)



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