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Sociale
Le 12147 poesie pubblicate sull'argomento 'Sociale' Poesie sociali |
nel silenzio dei vicoli stretti vagano gli ultimi del mondo
scalzi con la dignità di uomini e donne veri
bellissime facce sporche di umiltà e di sogni
dormono in fredde solitudini di cartoni rotti di povertà
nessuno di noi li vede con la nostra fretta
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Apprensione che non si capisce bene da dove venga
riesce a frenare qualsiasi pensiero che si pone
annullando memoria per cose indefinibili
storia che vorrebbe invece poter lasciare il segno
scongiurando paletti che potrebbero
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marciavate con l’anima in spalle nelle tenebre lassù
nel silenzio non parlavate della morte
nei vostri occhi si scioglieva il sorriso di giovani apostoli
il cammino della libertà la bandiera vi terrà alzati
il sacrificio di voi giovani romperà il
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Ed arrivasti con docile bramosia,
enfasi e sorrisi ad esploder sereni,
venisti d’amor sincero,
beatitudine e benevole avvenenze.
Venisti ad alzar sguardo al cielo,
sul balcone di fronte al mondo,
“Buonasera”
dicesti; amorevolmente con enfasi
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Primavera in fiore giorno di Pasqua
nella sua solitudine il vecchio cerca
compagnia e si affida alla memoria
a ricordi antichi, vuole ancora nell’aria
riafferrare quel perso suono delle campane
quel forte e lieto scampanio a festa
il garrire delle
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 | Mi ci portava per mano
mio padre
e mi lasciava,
affidato al gestore.
Era la lampada di Aladino.
Il buio improvviso
e un filo di fumo
luminoso, in alto.
Io mi ci rannicchiavo
in quella seggiola di legno
aspettando di volare
su un
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Chi mai ha potere
sull’altrui vivere,
al cielo levi fiero la mano.
Chi amaro reato compì
alle “Ardeatine Fosse”,
chini la fronte
e faccia a se stesso
severo richiamo!
Ammenda si chiede
e riparazione,
per l’eccidio
di innocenti
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In un cielo sereno
si dondola la notte
la luna silenziosa
percorre le sue rotte
folate dell’inverno
che chiude il respiro
dove frizzante nasce
graziosa primavera
siamo come le onde
costante movimento
seguiti dalle stelle
figlie del
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io non partirò egregio presidente per ammazzar la gente per denaro o per bugie
non voglio vedere negli occhi di un uomo che muore
noi popolo di straccioni carne da cannone per i silenziosi potenti di lassù
io alzerò la bandiera della pace nella libertà
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Morire in questo deserto
non mi ha fatto male
e non ho avuto paura
del buio e delle ombre
che venivano a prendermi
mentre fuori il giorno
si scioglieva come polvere
nel vento dei sogni.
Andarmene in questo cielo
non mi ha fatto
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Se amor gridasse, su questa arida terra,
ed espandesse il grido al mondo,
ed il vento lo portasse in ogni luogo,
ad intenerir cuori, e corregger errori umani.
Se amor gridassero,
chi del sentimento fa opera buona,
fin arrivar nei luoghi di
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Li trovi in sala d’attesa
d’una frequentata stazione
o all’ingresso d’una chiesa
su tappeti di un cartone
dormono su vecchie panchine
a terra in sottopassaggi
per loro le belle vetrine
sono sempre grandi miraggi
amano la viva libertà
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Su questo arduo monte
ho posato una carezza,
sulla fronte e sulle mani
un bacio e un altro ancora
con immensa tenerezza,
per i miei fratelli cari,
che un tempo
vile oltraggio han patito.
Nuda terra
con me piange i dolci volti,
che
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Le acute sirene
dell’ambulanza
si udivano bene
anche a distanza,
la corsa furiosa
animava il percorso
e ansante smorzava
al pronto soccorso
L’urgenza del caso
apparve scontata,
la vita d’un uomo
a un filo è legata,
il sottile confine
tra
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nel silenzio della montagna migliaia di soldati bambini aspettavano la morte
nelle trincee scavate nel fango scrivevano alle loro mamme lettere colme di paura
carne da cannone lanciata con inutile sacrificio verso il massacro della mitraglia
o generali
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Qui si ride a squarciagola,
non serve raccontar la storia,
storie inventate ad incitar risate.
Qui ibrida è la notte ma, il giorno son botte,
non servono armi, si ride a crepapelle,
sulla pelle della gente ad inventar fatti ed imbrogli.
Qui non
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piccole creature che correte nella polvere delle macerie
purissima bellezza ammazzata dalle bombe di un potere inumano
voi che non crescete più nei giochi dell’innocenza ma affamati dall’inverno di una guerra
vorrei che ridiate nudi da ogni oltraggio
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Il tempo parea fermarsi,
allorché s’udivano falsi sorrisi.
S’era convinti che fosse adeguato,
avulsi dal progredir d’altrui
e d’auspici al
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In tondo, nel campo correvo
e il filo spinato lo spazio mi confinava.
D’impeto il mio moto si arrestava.
Perché correvo ad Auschwitz?
Perché fuggivo?
E quando il mio debole respiro
non più in gola mi si stringeva,
spedito riprendevo la mia
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Ad Auschwitz dolori a scuoter coscienze,
occhi sbarrati ed incredulità, eccidio umano.
Campi di neve e trine freddo,
morti, cadaveri e croci in legno,
Auschwitz, ad incuter paura e terrore,
ininterrotto pianto ed imperversar il male.
Campi aridi, a
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 | Nei nostri cuori occhi di bimbi innocenti che non
vanno toccati ma solo carezzati che agognano un
sorriso come fosse il Paradiso
Uomini e donne che la malvagità ha tolto loro
ogni dignità. vagano senza meta senza alcuna
rispettabilità calvi dai
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| Non capisco e spesso mi perdo
nei giorni spenti
quando l’insofferenza blocca i miei studi
e nemmeno la fame mi soddisfa,
mi perdo, oh si mi perdo
in idiosincrasie che nulla hanno di reale
e mi sento inutile, quasi insoddisfatto
del mio cammino
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| poveri straccioni con la vita sulle spalle in fila per un tozzo di pane
macchine della polizia che girano con le sirene spente nel cuore
benvenuti nel nuovo ordine mondiale senza più lo spreco della voce per urlare dignità
la notte è viva sotto i
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Cuor a strapiombo, un correr veloce,
disgiunti attimi a divenir impotenti,
brividi di terrore ed anime a gridar paura.
Impatto travolgente,
bancarelle al mercatino Natalizio,
senza denaro vendon la morte!
Un Cuor impoverito, d’amor privato,
a
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Giorno per giorno
dentro lo specchio
un altro me stesso
appare più vecchio,
la scorza indurita
per tante ragioni
e dall’aria opprimente
che nuoce ai polmoni
La tetra apertura
dell’ampio traforo
è la bocca di pietra
del mio bruto
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Più non vedi nella piazza
il magnano quella fiamma
e la saldatrice e di stagno
la lucente avvolta matassa più
non accorron leste le massaie
con i lor secchi rotti e ammaccate
padelle e più non senti nell’aria
le voci vocianti ad indicar mestiere
e
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 | E’ festa.
E c’è un po’ di rossetto.
E due calze a rete.
Tutt’altro che quelle che all’est.
E’ festa.
E c’è un po’ di liquore
Tutt’altro che quello che all’est.
Nascosti all’aperto.
In gruppetti ritrosi
Gelosi
di sorrisi e bisbigli.
E risate.
E
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 | Ai dipressi di un bosco
dal nome antico,
cosparso di muschio,
intriso di bruma,
è il mio paese,
che visse,
un tempo,
di colture e legnatico.
E in quel giorno dato
ch’è di nostro Signore,
ogni anno,
vi si fa insieme un viaggio
quasi
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| È il cielo un parcheggio di nuvole
che il vento guida e sospinge
sembrano concerti di favole
una spremuta di pioggia le costringe
a dileguarsi tra monti e colline
mentre il cielo l’azzurro dipinge
muovi le palpebre dal ruo cellulare
non
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| Essere consapevoli di quanto andremo a fare
un passo importante onde livellare quanto in programma
non importa primeggiare basta essere in grado
di portare aiuto ovunque ce ne sia bisogno
in modo da accontentare chiunque
i risultati non
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12147 poesie pubblicate sull'argomento Sociale.
In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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