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Wicca (2° parte)

Amore

Hermes: ''Oh madonna questa mi si è già 'mbriacata prima di cominciare a bere.''Disse facendo una smorfia comica.

Edera: '' Me la regalata un uomo. Un bell'uomo che ho rivisto oggi al bar mentre mangiavo il mio pranzo.''

Hermes: '' Rivisto? Vi eravate già visti prima allora!? E tu non mi hai detto niente????''

Edera: '' Si ci siamo scontrati qualche settimana fa mentre salivo di corsa i gradini dell'entrata del Call Center. Per poco non lo scaravento giù dalla balaustra ai lati. Che figura! Ma lui è stato così gentile da non prendersela assolutamente.''

Hermes: '' Tu sei una defenestratrice di uomini! Dev'essere un santo se non se le presa per niente!'' Le disse ironicamente.

Appoggiò la rosa sul tavolo. La gatta soffiò sul fiore con rabbia e gettandovisi sopra la distrusse in mille pezzi.

''Noooooooooooooo Lunaaaaaaaaaaaa. Cazzo ma perchè?! Disse Edera dispiaciuta per lo sconquasso del suo dono.

''Luna perchè lo hai fatto? Cosa ti è preso?'' Le chiese con voce alta.

La gatta la guardò intensamente, soffiò ancora verso di lei e con le zampe posteriori buttò via dal tavolo il gambo del fiore ormai ridotto ad un ammasso di petali.

Edera: '' Ah proprio il colpo finale insomma! Uffffff ero così contenta del mio dono!!'' Disse delusa.

Hermes: ''Non preoccuparti, te ne regalerà altre. Ma dimmi com'è?''

La ragazza malinconicamente riprese il discorso sull'uomo misterioso.

Edera: '' Si chiama Matteo. E' affascinante, bello, poetico, romantico e molto educato'' disse sospirando.

Hermes: '' Possiamo cominciare a mangiare? Buon appetito? Aspetta servo il vino.''

Edera: ''Ha delle belle mani grandi, una voce profonda e carezzevole. Un vero gentlemen.''

Hermes: '' Di dov'è?'' Chiese incuriosito.

Edera: '' Della città più dolce, romantica e bella del mondo.....Verbania!''

Hermes: '' Un pezzo di merda, allora!'' Disse rimanendo di colpo e diventando subito serio.

''Scusa non ho capito cosa hai detto?'' Disse lei non avendo sentito le parole di Hermes.

''No niente, dicevo che dev'essere un tipo sul rustico! Verbania è un paese di montagna. La gente è montagnina non sono sicuramente di maniere fini né di mente fina.'' Le disse cercando di contenere il disgusto.

Edera: '' Hermes non essere maleducato. Non hai visto con i tuoi occhi che uomo fine ed educato che è. Se lo vedessi rimarresti incantato.''

Hermes: '' Ti ringrazio ma risparmiami questa meravigliosa visione. Però raccontami, è lui che ti ha regalato la rosa?''

Edera: '' Si l'ha comprata davanti ai miei occhi e me l'ha donata come se stesse regalandomi una stella.''

Mentre mangiavano, lei gli raccontò com'era andato l'incontro e tutta la conversazione.

Quando finì di dirgli tutto, incluso l'invito a cena, Hermes la guardò ed alzando in alto un bicchiere di vino le propose un brindisi.

Hermes: ''Al verbanese allora, eeeee alle sorprese!''

''Sorprese?'' Chiese lei perplessa.

Hermes: '' Siiii, perchè ci saranno. Vuoi giocarti qualcosa?''

Edera: '' Cosa intendi per sorprese?'' Gli chiese sospettosa.

Hermes: '' Le sorprese.....belle o brutte! Non ne hai mai avute? Con lui le avrai, puoi starne certa. Ti ricordi di Luigi, quell'uomo con cui ebbi una relazione di tre mesi? Quel tipo che lavorava per una ditta chimica e veniva qui da noi per una settimana ogni mese.'' Le disse posando il bicchiere dopo aver bevuto.

''Ti ricordi che mi invitò a stare da lui, ha convivere nella sua bellissima citta sul lago ai confini con la Svizzera, dove tutto splende e tutto brilla?''

Edera: '' Si mi ricordo che per lui sei stato molto male e che era stata una bruttissima persona!''

Hermes: '' Appunto, lui era di Pallanza. ''

Edera: '' Scusami Hermes, io non so nemmeno dov'è Verbania, magari sarà un posto in culo ai lupi e non ci sarà neanche sulla cartina geografica.''

Hermes: '' Quasi.......sulla cartina geografica c'è di sicuro. In culo ai lupi...... anche! Se poi te la immagini chiusa tra cinque montagne allora stai parlando proprio di Verbania di cui Pallanza ne fa parte, insieme a Intra. Posto incantevole paesaggisticamente.''

Edera: '' Solo paesaggisticamente?''

Hermes: '' Si.'' Le rispose netto.

Edera lo guardò con tenerezza: '' Hermes non tutte le persone sono come quel Luigi che ti ha fatto soffrire. C'è anche gente buona ed intelligente sia qui come anche lì.''

Hermes: '' Solo soffrire????'' Le mostrò i polsi dove c'erano ancora i segni del coltello quando si tagliò le vene per farla finita del tutto.

''Questi non vogliono dire soltanto soffrire. Questi vogliono dire anche morire! Ma cambiamo argomento, ti prego soltanto di stare molto attenta e con gli occhi ben aperti, ok!?''

Edera rimase un po' triste per la vista delle cicatrici dei tagli che Hermes le mostrò. Poi si scosse, prese nuovamente il bicchiere e volle fare un bel brindisi alla vita e alla bellezza di essere vivi.

Per tutta la serata non fece che parlare di Matteo e delle belle impressioni che le aveva fatto.

Hermes non disse altro a riguardo della sua esperienza negativa in quei luoghi di montagna.

Fecero fuori due bottiglie di vino e una di Vin Santo. Erano abbastanza sull'alticcio quando Edera decise che Hermes sarebbe rimasto a dormire lì tanto l'indomani era domenica e si sarebbero organizzati per andare al mare da qualche parte.

''E' vero che dormi insieme a me e a Luna nel lettone?'' Gli chiese con gli occhi che le si chiudevano da soli.

Hermes: '' Basta che non russiate e non scoreggiate!'' Le rispose ridendo.

Edera: '' Io non scor.......leggio maiIiiii!'' Disse impastata dall'alcol.'' Non le fac.....facio mai certe coooooooose!''

Hermes: '' E che fai te li tieni tutti dentro per i botti di Capodanno?'' Le rispose piegandosi dalle risate mentre la prendeva in braccio per portarla a letto.

''Luna.....luna è si, leiiiiiiii. Lei scor....scor.....scortileggia, scurrejjjja....lei ogni tanto li fa.''Continuava a parlare Edera con la testa che le girava.

Hermes: ''Ti faccio un caffè amaro per farti andar via la bufera?'' Non finì neanche di dire la frase che già lei dormiva come un angioletto dalla sua parte del letto con Luna che le si era messa in mezzo tra lei ed il posto di lui.

''No, il caffè non le serve più,'' disse togliendosi i vestiti e mettendosi a letto.

'' Buona notte fiorellino,'' disse dandole un bacio sulla fronte.'' Buona notte Luna,'' rivolto poi alla gatta.

Quella notte Hermes dormì molto poco. Le venivano in mente le immagini di quei mesi passati con quell'uomo orribile che lo aveva portato in quel posto ai piedi delle montagne.

Rivide davanti agli occhi le scene pietose di quando lui tornava da una passeggiata a piedi e stava per entrare nel condominio dove abitava col suo uomo. Le persone che vi abitavano lì dentro non lo salutavano mai. Salutavano Luigi ma con lui facevano finta di non vederlo passandogli davanti con una cattiveria ed una perfidia mai vista. Si ricordò di tutte quelle volte che stava per aprire il portone del palazzo e magari dietro c'erano dei condomini che dovevano entrare e per non dirgli buongiorno o semplicemente grazie per aver aperto la porta per primo, si fermavano a pochi passi facendo finta di guardare altrove aspettando che lui fosse entrato e avesse chiuso la porta alle sue spalle. Si ricordò di come tutti parlassero malignamente di lui descrivendolo come un pezzente, la feccia della società, trattandolo come si tratta un sacchetto della spazzatura solo per il fatto di essere gay e per il fatto di non essere del posto. Risentì nelle orecchie tutti gli insulti dei ragazzi, delle ragazze, donne e uomini maturi, diretti alla sua persona. Tutte le invenzioni crudeli e maligne, fatti mai esistiti che gli attaccarono addosso per metterlo in cattiva luce e fare di lui il ''peggio,'' l'immagine del ''peccato,'' mentre loro si ritenevano il meglio, dei fiori del paradiso. Ricordò quando stava tornando da un paese più su in montagna da solo. Alcuni uomini lo seguirono lo fecero scendere dalla macchina lo picchiarono dandogli del culattone, del frocione, del pervertito. Lo picchiarono duramente senza che lui avesse fatto niente. Lo portarono in una cascina dove c'erano delle ragazze e delle donne adulte. Queste gli risero in faccia sputandogli addosso, si accendevano le sigarette per fumare parlando tra di loro facendo finta che lui non esistesse dopo averlo legato a dei pali e quando finivano la sigaretta gli spegnevano i mozziconi sulle braccia. Le lacrime gli scesero sulle guance per la rabbia e i ricordi orribili che gli attraversavano la mente. Si ricordò dei tradimenti di Luigi, delle accuse infondate, dei suoi continui cambi di umore, della freddezza con cui lo trattava quando era con i suoi amici e della tenerezza con cui si amavano quando erano da soli. Ma la cosa che lo fece stare più male fu quando senza motivo non gli rivolse più la parola facendolo sentire inutile in casa, di troppo. Luigi arrivò al punto da non voler più fare sesso con lui ma preferire di andarsene in bagno e masturbarsi pur di non toccarlo. Hermes gli chiese perchè lui facesse così, Luigi gli rispose bruscamente che sicuramente Hermes doveva avere addosso un sacco di malattie e che lui non andava a letto con gli animali. Glielo disse urlandoglielo in faccia con gli occhi freddi e lo sguardo spietato di un pazzo.

E mentre tutti gli altri gay del posto venivano considerati degli angeli e trattati come esseri umani a lui veniva riservato un trattamento da mattatoio come se fosse feccia da schernire per tenerla lontana.

Hermes non riusciva a capire come mai si comportasse così visto che i primi due mesi avevano fatto sesso anche dieci volte al giorno. Poi capì quando osservò il comportamento dell'altra gente del luogo. Erano fatti così, ai due estremi senza una ragione. Un giorno si vide la sua roba fuori dal portone del condominio gettata sul marciapiede mentre il vento portava i suoi vestiti di qua e di là. Vedeva le persone che lo guardavano, qualcuno rideva malignamente girandogli le spalle, altri sputarono per terra. Delle ragazze gli gettarono dei centesimi di euro dandogli del mendicante. Alcune donne dissero tra di loro: '' Quel frocione! Meno male che noi stiamo bene così! Mai come loro, non siamo tranquilli così.'' Quelle parole uscirono fredde e perfide come lame unte di veleno.

Hermes raccolse tutte le sue cose tra l'apparente indifferenza della gente che continuava a schernirlo ridendogli dietro e dicendo le peggiori cattiverie. Prese il treno per Milano e ritornò al suo paese d'origine.

Per la tristezza e la delusione si tagliò le vene in più punti ma il buon Dio sa a chi dare la morte e a chi risparmiarla perchè non se la merita.

Da quel giorno si disse che quegli orribili luoghi non avrebbero certo fatto parte della sua cartina geografica personale.........mai più!

Il giorno dopo si svegliarono tardi. Meno male che Edera non aveva nessuna nausea e nessun mal di testa. Programmarono di andare al mare quando arrivò una telefonata sul cellulare di lei.

''Ciao Matteo,'' rispose Edera raggiante di gioia,'' come va?''

Matteo: '' Buongiorno, tutto bene e te?''

Edera: ''Tutto bene anche noi.''

Matteo: '' Noi?'' Chiese stupito.

Edera: '' C'è qui un mio amico che si è fermato a cena con me ieri e ha dormito qui. Eravamo sul punto di andare al mare stamattina. C'è una giornata fantastica.''

Matteo: '' Ah ecco, pensa che stavo per proporti la stessa cosa. Se non disturbo mi posso aggregare anch'io?'' Chiese.

Edera: '' Ne sarei felicissima, non preoccuparti nessun disturbo.''

Va bene allora, se mi dici dove abiti vengo a prendervi e andiamo insieme con la mia macchina.'' Le propose.

Edera: ''Ok Abito in Via delle gardenie n° 22.''

Matteo: '' Perfetto programmo il navigatore e sono lì tra poco.''

Edera: '' Ok allora a dopo.'' Chiuse la chiamata.

Hermes si era vestito e la stava fissando.

'' Potevi almeno chiedermelo se volevo venire o meno non ti pare?''Le disse freddo.

Edera: '' Hermes sono così felice, vedrai ti farà una buona impressione. E' una persona molto gentile, vedrai, vedrai. Dai Hermes sei mio amico vieni con noi, non farmici andare da sola io sono un po' impacciata le prime volte quando esco con qualcuno.'' Dopo un po' di insistenze lo convinse ad accettare, tanto ormai la macchina di Matteo era lì dietro al cancello di casa ad aspettarli.

Edera. '' Oddio guarda è già qui! Ma come ha fatto non sono passati neanche dieci minuti!'' Disse stupefatta.

Hermes: '' Magari sapeva già dove abitavi, tu che dici?''

Edera: '' Dai Hermes non essere sospettoso! Come faceva a saperlo se non gli davo io l'indirizzo.''

Hermes: '' Tipo ad esempio chiedendo di te al Call Center dove lavori facendosi mettere davanti la tua scheda informativa dei tuoi dati?''

Edera: '' Ahhh smettila! !!Dai prendiamo un borsone e mettiamoci i teli mare e tutto quello che ci serve.''

Versò i croccantini alla gatta, si diede un'aggiustatina allo specchio dopo aver indossato il costume.

Edera: '' Io vado a riceverlo, tu intanto mettiti il costume. Dai fai presto, vai in bagno.''

''Che grattaculo stamattina!!!!'' Disse tra sé Hermes mentre si dirigeva verso la stanza da bagno.

Edera: '' Hermes ti prego, sii gentile con Matteo, lui è una brava persona. Per favore.''

Matteo la stava aspettando appoggiato alla sua macchina nuova di zecca. Una Hummer scura, cromata, lucida come un diamante nero.

''Buon giorno Edera, sei bellissima! Hai già fatto colazione?'' Le chiese.

Edera: '' No, abbiano giusto fatto la doccia e ci stavamo accingendo per andare a farla in qualche baretto sulla spiaggia.''

Matteo: '' Allora andiamo a farla tutti insieme. Conosco un posto dove preparano dei buonissimi croissant con cappuccino da leccarsi i baffi.''

In quel momento uscì Hermes col borsone in spalla. Aveva una maglietta blu notte aderente con le maniche a canotta ed un pantaloncino aderente dello stesso colore con la scritta Nike di lato su una coscia.

Hermes era un bellissimo ragazzo alto, virile, ben fatto. Un corpo atletico, viso angelico ma molto maschile. Degli splendidi occhi grigi che però in quel momento erano freddi come il ghiaccio. Delle labbra carnose e sexy, i capelli tagliati molto corti, castano chiaro. Praticamente davanti a lui la figura di Matteo scompariva con le sue tipiche gambe tozze da montanaro ed i lineamenti nordici un po' slavati e troppo marcati.

'' Buongiorno,'' disse Matteo a Hermes porgendogli la mano.

''Buongiorno,'' gli rispose l'altro che si accorse subito, mentre anche lui gli porgeva la mano, che l'altro gliel'aveva porsa aperta senza voler assolutamente stringere la sua come se non volesse sporcarsi con la pelle di qualcun'altro. Lui fece lo stesso, la accosto a quella di Matteo senza chiudergli le dita intorno per la stretta.

Questo già gliela diceva lunga sulla personcina che aveva di fronte.

'' Lui è Matteo, questo e Hermes,'' Edera fece le presentazioni.

''Molto piacere,'' disse Matteo togliendoli quasi subito gli occhi di dosso.

''Salve,'' gli rispose Hermes ritraendosi di qualche passo come per dire, - su saliamo su questa carriola e finiamola con questa buffonata.-

Matteo corse dall'altra della vettura ad aprire la portiera a Edera facendola entrare gentilmente in macchina. Hermes salì sul sedile posteriore dopo aver sistemato il bagaglio nel vano di dietro. Si avviarono tutti e tre verso la strada che portava al mare distante giusto qualche chilometro da li.

In macchina Matteo parlò quasi solo ed esclusivamente con Edera tranne per una domanda a rivolta Hermes per sapere la sua occupazione.

''Disegnatore d'interni,'' gli rispose Hermes guardando fuori dal finestrino.

Arrivarono in una spiaggia dove c'era un piccolo bar poso in un pezzo di terra con degli alberi. C'erano dei tavolini bianchi fuori. Scesero e si sedettero sulle sedie.

Arrivò la cameriera e prese le ordinazioni.

La conversazione era tenuta quasi esclusivamente da Edera e Matteo. Hermes interveniva solo se era proprio necessario aprire bocca.

''Sai matteo, Hermes è già stato sul lago qualche anno fa, mi sembra a Pallanza.'' Disse Edera per far entrare anche l'amico nella loro conversazione.

Matteo: '' Ma dai! E come lo hai trovato il lago?'' Chiese fingendo gentilezza.

''Sporco,'' gli rispose distrattamente mentre beveva la sua spremuta d'arancia.

Matteo rimase un po' sorpreso da quella risposta che non si aspettava affatto.

Matteo: '' Ma l'acqua del lago non è inquinata. Si fanno dei continui controlli c'è sempre bandiera blu e quindi libera balneazione dappertutto!'' Disse compiaciuto e pieno di sé.

Matteo: '' Ah si! E quella buzza che galleggia in superficie insieme alla schiumetta gialla e a miliardi di piccolissimi corpuscoli bianchi cosa sono? Fermenti lattici per facilitare la depurazione degli organismi lacustri?'' Disse ridendo in maniera gentile ed educata.

Matteo fece finta di non aver sentito la risposta dando un colpo di tosse e tirando una boccata d'aria.

''Oggi è proprio una bella giornata non trovi Edera?'' Disse simulando assoluta attenzione verso di lei.

Edera: '' Si una giornata di luce e sole magnifici.'' Rispose.

Hermes chiese permesso in maniera generale, scusandosi di dover andare al bagno.

Si alzò e sparì dietro la porta del baretto.

Poco dopo tornò al tavolino e si sedette.

Edera: '' Tutto a posto mio caro?'' Gli chiese.

Rivolta poi a Matteo,'' Hermes è il mio migliore amico, per me è un fratello. Ci vogliamo un bene dell'anima.''

Hermes: '' Potremmo dire anche due sorelle, visto che stiamo quasi sempre insieme,'' disse ridendo.'' Rivolto a Matteo,'' sai lei è sorellina e io....come dite voi dalle vostre parti........culattone? Hahahahaha'' concluse ridendo

di gusto.

Matteo guardandolo fisso e freddamente gli rispose fingendo gentilezza.

'' Mah....io non ho niente contro i gay. Ognuno può vivere la sua sessualità come meglio gli piace, basta che non mi tocchi perchè a me piacciono le donne!'' Rispose sorridendo ironicamente ma un po' forzato.

Hermes:'' Non avevamo dubbi, come non ci sono dubbi che non la toccherà proprio nessuno.''

Si guardarono fissi entrambi con lo sguardo molto freddo di cui Hermes non cedette neanche per un secondo.

Matteo si alzò dalla sedia fingendo indifferenza.

''Vado a chiedere il conto, disse con un sorriso a Edera.

Si allontano prendendo la porta.

Edera: '' Hermes ti prego potresti essere meno acido per favore. Cazzo tra un po' gli ceselli la faccia con quello sguardo freddo che gli hai mandato. Cerca di essere un po' più gentile, non dire quelle cose sul lago e su come chiamano i gay dalle sue parti. Lascia perdere, per favore Hermes!''

Ok,'' le rispose insofferente.

Matteo si avvicinò alla cassa.

'' Può farmi il conto per quel tavolino per cortesia? Chiese in maniera molto fredda alla ragazza della cassa.

Ragazza: '' E' già stato pagato signore! E' tutto a posto.''

Matteo spalancò gli occhi incredulo e sorpreso.

'' E chi ha pagato la consumazione?'' Chiese visibilmente imbarazzato.

Ragazza: '' Quel bel ragazzo che è seduto con la signora col prendisole lilla. Ha anche lasciato una bella mancia da dieci euro.'' Rispose la ragazza Indicando Hermes ed Edera che appunto indossava un prendisole di quel colore,

Matteo contenne la rabbia simulando indifferenza.

''Va bene, va bene, la ringrazio, buongiorno!''

''Buongiorno,'' gli rispose la cassiera.

Raggiunsero la spiaggia, presero due ombrelloni uno per Edera e Matteo e l'altro per Hermes. Si sistemarono le sdraio nei punti strategici per prendere il sole. Matteo si offrì per spalmare la crema a Edera e per tutto il tempo passato in spiaggia non faceva altro che accentuare i suoi atteggiamenti da macho e da uomo ruspante a cui piacciono da impazzire le donne per dare ai nervi a Hermes che non se lo filava '' di pezza.''

Il ragazzo se ne stava per i fatti suoi e parlava solo con lei quando gli rivolgeva la parola. L'altro e come se non fosse esistito affatto. Stesso atteggiamento simulato anche da Matteo di cui però si vedeva che era per l'appunto ostentato per far capire la sua indifferenza totale al ragazzo.

Finchè, Matteo per provocarlo, non gli chiese come mai era stato a Verbania. Ci era stato per lavoro?''

''No ero andato per amore. Poi ho capito che da quelle parti la parola amore vuol dire soldi e falsità e allora ho preferito tornare dove la parola amore ha ancora un significato importante.'' Gli rispose guardandolo dritto negli occhi senza ombra di inquietudine.

Matteo: ''Ah, ma eri con una persona di Pallanza? Chiese sorpreso come se in quei luoghi l'omosessualità non esistesse affatto.

Hermes: '' Certo, un tipo molto facoltoso. Solo che dopo un po' preferiva fare la mignotta con tantissimi altri culattoni della zona ed allora l'ho lasciato sulla sua tangenziale preferita. Lì c'è anche l'arcygay, non ne è al corrente.''Gli rispose dandogli del lei per mettere distanza assoluta.

Matteo rimase stupefatto da quella rivelazione che conosceva benissimo ma faceva finta di non sapere.

''Ma....non so......non frequento l'ambiente. Non abbiamo gli stessi gusti,'' sottolineò il tutto allungando una mano sul braccio di Edera che intanto prendeva il sole ad occhi chiusi.

Hermes: '' Beh basta leggere il giornale locale....Ecorisveglio per informarsi. Non è che per sapere certe cose bisogna per forza dare il culo anche ai passeri ed ai piccioni di Piazza Garibaldi sul lungolago di Pallanza. Sono lì alla portata di tutti e sui tavolini di tutti i bar della zona......no????'' Gli rispose con una certa soddisfazione tirando un gran sospiro alla maniera checcona!

''Andiamo a fare un bagno Edera?'' Le chiese Hermes con la maschera in mano.

Edera: '' Si, oddio oggi il sole brucia da matti. Dai Matteo vieni anche tu?''

Gli chiese sorridente.

Matteo: '' No andate pure io mi godo il sole ancora un po' e poi vi raggiungo.'' Le rispose non celando affatto indifferenza.

I due ragazzi entrarono in acqua schizzandosi come i bambini. Si misero a correre nell'acqua fino a tuffarsi una volta quasi immersi del tutto.

'' Hermes ti prego, non essere scorbutico con lui. Non ti ha fatto niente! Non dargli quelle brutte risposte piene di sarcasmo.''

Hermes: '' Non hai visto come si è comportato da machone per tutto il tempo enfatizzando la sua eterosessualità?''

Edera: '' Si me ne sono accorta. Sarà il suo modo di proteggersi da qualcosa che sente di minaccioso. Avrà qualche pregiudizio. Già il fatto stesso che ha sottolineato – io non ho niente contro i gay basta che non mi tocchino- lo rivela molto bene no!? Lascialo perdere, la maggior parte della gente bloccata reagisce e parla in questo modo.''

Hermes: '' Più che bloccata la chiamerei stupida e ottusa.''

Edera: '' Ok hai ragione, stupida e ottusa. Ma lascialo stare, sii gentile e basta, ok? Fallo per me!''

Hermes non rispose annui soltanto.

''Ma ti avverto, se fa dei commenti stupidi non me ne sto zitto!''Aggiunse.

Edera: '' Non preoccuparti li, interverrei io a fargli il lavaggio a secco.''

Dopo una mezz'oretta, Matteo si alzò dalla sdraio e si diresse verso l'acqua.

In quello stesso momento Hermes uscì. I due si passarono accanto ignorandosi totalmente.

Matteo corteggiò palesemente Edera, un po' perchè ne era attratto ed un po' per far vedere quanto fosse maschio in confronto a Hermes che invece riteneva ''femmina.''

Pranzarono insieme in una bellissima trattoria sul mare, posto che scelse Hermes e di cui Matteo non faceva che dare in giro sguardi freddi e di sufficienza come per fargli capire che scelta orrenda che avesse fatto. Infatti ordinò i patti più buoni e più costosi del menù ma lasciò un buon tre quarti di cibo in ogni piatto per far vedere che la cucina non era di suo gradimento. Edera ed Hermes invece ordinarono quello che piaceva a loro e spazzolarono tutto fino all'ultimo boccone non badando assolutamente a quello che lui aveva lasciato e non chiedendogli neanche il perchè lasciava tutto quella roba. Dopo di che anche questa volta Hermes si alzò dal tavolo per andare al bagno, prima che arrivasse il dolce, e passando dalla cassa pagò il suo conto e quello di Edera, lasciandogli giusto quello di Matteo.

Quando tornò al tavolo si sedette e mangiò il dolce come se niente fosse.

Al caffè Matteo chiamò il cameriere ed ordinò il conto. Gli fu portato quasi subito ma con sua sorpresa vide che c'era solo quello che lui aveva consumato. Ingoiò il rospo, rosso in viso dalla rabbia, si alzarono e si avviarono verso la macchina non facendo cenno a quello che era successo. Ovviamente Edera non si era accorta di niente.

Quando arrivarono a casa, Hermes scese per primo prendendo il borsone con la loro roba e tirò dritto in casa senza dire parola lasciandoli soli se nel caso avessero voluto un po' di intimità per i saluti. Restarono in macchina una ventina di minuti, parlarono un po' di loro e si salutarono in attesa di riincontrarsi la sera seguente per la cena.

Gianny Mirra 11/11/2011 10:23 1 969

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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