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All'angolo d'un cielo innamorato

Amore

Cos'è che fa diverso il destino delle persone, apparentemente la vita abitua a seguire un percorso logico e simile per tutti o forse... Chiara era arrivata al punto in cui sapeva con certezza che il suo era un destino ostile, portatore di isolamento e tristezza. Lo sapeva di non essere bella, ma le avevano spesso insegnato che la bellezza alla fine non è così importante, bastava essere naturale e di buona presenza. Certo Chiara, ci aveva creduto, ma con il succedersi degli anni s'era resa conto che per lei non funzionava così. Non suscitava innamoramenti negli uomini che la ignoravano, mentre la sua mente elaborava una continua ricerca dell'amore. Quanto cinismo riscontrava nei suoi simili, giovani attratti dal bello e dall'eccitazione che ne può derivare..Era arrivata ai trent'anni con un'anima piena zeppa di desideri irrealizzati tanto colma da essere pronta a scoppiare e travolgerla; il lavoro e qualche amicizia superficiale non bastavano a renderla completa e veramente viva. Essere diventata una donna non la garantiva nel rapportarsi con il sesso maschile, anzi l'insicurezza che provava continuamente la isolava tanto da relegarsi in una solitudine attaccata addosso come le telline sulla roccia del mare. Le troppe delusioni le avevano tolto quella luce che affiora fino al volto quando si ha la certezza di camminare scortati da un forte sentimento., Oramai chiusa come un riccio, nascondeva le emozioni, gli slanci, le strane idee che spesso le balzavano in mente vivendo all'ombra della vita in un piccolo appartamentino di città. Lo scorrere del giorno le proponeva continuamente la replica d'un film visto e rivisto, mentre in lei cresceva la smania d'amore come un pane messo a lievitare, era certa che la felicità stesse nel dividere la vita in due e il suo cuore gridava al vento: ” Trovami amore, ti prego.”!, Si chiedeva quale potesse essere il gesto, la parola, lo sguardo giusto per aprire la mente d'un uomo e di conseguenza farlo innamorare di lei. Così alla notte, nel letto prima d'addormentarsi, si staccava dalla solita proiezione e simulava un'esistenza spesa nell'allegria di sorrisi e affetto, baci appassionati, travolgenti attimi d'oblio, condivisi con un compagno che la considerasse importante., .Come un barometro dei sentimenti, viveva intensamente il susseguirsi delle stagioni, ad esse, associava le emozioni e in primavera nel suo rifiorir anch'essa s'apriva ad un possibile cambiamento, con il caldo sole estivo sentiva dentro desolazione per essere sempre sola, mentre si trovava ad invidiare le coppie che incrociava ovunque andasse, e l'autunno così perfetto per divagare tingeva con i suoi colori la sua disperazione fino all'annunciarsi del freddo dove tutto veniva trattenuto in una algida mano, allora lei restava stretta in una gelida morsa e piangeva, piangeva come le nuvole nere fuori nel cielo piovoso d'inverno. Fu proprio d'inverno, che il destino si prese gioco di Chiara, così affamata d'amore e caparbia nel fabbricare sogni. Quel giovane che da tante sere notava alla finestra dirimpetto alla sua, la guardava, le sorrideva e poi chiudeva le imposte. Ormai ne era certa, era a lei che dedicava quei brevi saluti. Ultimamente s'era fatta coraggio e con una tremolante mano gli rispondeva sorridendogli discreta, ma con il cuore che rullava all'impazzata dalla gioia. Ecco l'opportunità che aspettava e nell'intimo le cresceva una fiammella che illuminava le pieghe buie dell'anima. “ Certamente, pensava, il giovane non sa come avvicinarmi, forse dovrei salutarlo con più interesse, aprire la finestra “.E già, da dietro i vetri della finestra, avveniva il suo scambio di saluti e sorrisi. Così beatamente sorpresa, la mente già correva, s'abbandonava sfinita come dopo una corsa all'amore trovato, mai più sarebbe stata diversa, ma confusa fra milioni di esseri mossi dall'amore, aperta all'attesa del domani. .Ma, in un pomeriggio, mentre schiudeva la porta di casa sentì delle voci provenire dal piano superiore, si dilatava un bisbigliare tra risolini sommesi e poi passi che scendevano le scale sicuri tracciando nell'aria felicità.E lo vide, il principe azzurro del suo castello di carta, colui che l'avrebbe dovuta svegliare dal suo letargo sentimentale e strapparla da una teca di infelicità e AMARLA!!!. Scendeva assieme ad una graziosa ragazza bionda avvolta di fascino e sicurezza, che gli davva la mano trascinandolo nel suo entusiasmo. Appariva evidente quanto fossero innamorati ed allora Chiara capì...comprese l'errore della sua fantasia, la realtà con una spinta dolorosa le aveva nuovammente rotto la scala di sogni che si era costruita per salire e scoprire la limpidezza di un cielo innamorato, seppe cosa significa morire e respirare d'un respiro che stringe la gola che non ti permette d'urlare tutto la disperazione che sgorga da ogni poro della pelle pervasa da brividi di vergogna e di rabbia per essersi abbandonata ad una frettolosa aspettativa; lei che aveva fatto tanto per imparare a vivere blindando gli entusiasmi .Come si sentiva misera nel suo riandare indietro, nel rivedersi così esaltata nel rincorrere l'amore .Povera Chiara, nulla ferisce più della delusione,è un dolore che deriva da una speranza svanita di qualcosa, di qualcuno. Ogni giorno cercava sul volto delle persone un cenno di comprensione e d'affetto anche in qualche uomo, ma tutti le apparivano frenetici, presi dal correre dietro a se stessi o alle apparenze senza soffermarsi a notare chi la beltà la trattiene tra le ciglia. Rientrata in casa seduta in cucina, bevve un sorso d'acqua per calmarsi e in quell'attimo un raggio di sole le accarezzò la mano, quel tenero calore sollecitò il suo spirito sognatore,” un segno del destino lo interpretò.” Ecco che riaffiorava l'istinto a sperare ancora, a trovare un appiglio per non rassegnarsi al presente. ” Nessuno resta mai del tutto solo, si disse, la vita mi regala briciole, ma esse non sono tutte eguali e alla fine forse anch'io un giorno sarò compensata alla mensa della vita”, Intanto sola, rimaneva là, all'ombra d'una sorte che continuava a mostrarle solo un inalterato ghigno., ,


rita iacobone 16/11/2013 12:14 881

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«La donna senza l'amore è come un fiore mai visitato da un'ape.»

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Il primo racconto pubblicato:
 
La Morte beffarda (26/10/2013)

L'ultimo racconto pubblicato:
 
L’inattuabile diventa realtà (06/12/2017)

Una proposta:
 
La processione con il crocifisso (18/11/2016)

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Gavino (24/03/2014, 21954 letture)


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