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Ragazzi

Luca era l'ultimo di 5 fratelli. I suoi fratelli avevano ripreso tutti dal padre, di origine irlandese e avevano occhi azzurri come il cielo e capelli color del grano. In Luca invece era evidente la somiglianza con la madre, di origine siciliana e a contraddistinguerlo dagli altri c'era la folta chioma scura, ricci ribelli e occhioni neri da cerbiatto. I suoi genitori, Maria e Mark, erano una coppia piuttosto curiosa e stranamente assortita. Al di là dell'aspetto esteriore avevano dei caratteri completamente diversi, ma si sa gli opposti si attraggono e, quel che incuriosiva, erano soprattutto gli atteggiamenti differenti che adottavano nell'educare i propri figli. Maria affettuosa e testarda, la classica mamma chioccia e Mark più freddo e distante, raramente i ragazzi avevano potuto godere di una carezza, un abbraccio, un gesto gentile da parte sua, ma non per questo voleva meno bene ai propri figli. Da sua madre, Luca, aveva ripreso anche gran parte del carattere e spesso entrava in conflitto con i suoi fratelli perché questi sostenevano che fosse il preferito della mamma. Per la verità non era così. Luca era stato da sempre fonte di maggiore preoccupazione per la madre in quanto era nato settimino ed aveva faticato non poco appena nato per riuscire a far recuperare al piccolo il forte ritardo nella crescita. Ancora oggi, all'età di 15 anni, Luca era il più gracile dei fratelli anche se dietro quegli occhioni così grandi nascondeva un'enorme forza di volontà. Il suo maggior cruccio era il fatto che, considerato che era il più piccolo in casa, non venisse mai interpellato quando si trattava di prendere una decisione che riguardava la famiglia. Di questo Luca ne soffriva, era sempre lì ad aspettare di essere coinvolto su ciò che accadeva in casa ma si accorgeva che la sua giovane età lo teneva lontano dalle faccende familiari. Di tutta risposta riversò tutta la sua voglia di crescere, di sentirsi utile ed importante, negli studi, divenendo ben presto un alunno modello. Era talmente in gamba da aggiudicarsi ogni anno dall'inizio della scuola dell'obbligo, una borsa di studio che la sua scuola aveva istituito volontariamente per premiare gli alunni più meritevoli. Il premio consisteva in una modesta somma di denaro, una piccola paghetta in grado di gratificare in parte gli sforzi compiuti nel corso dell'anno scolastico e di far togliere al ragazzo qualche sfizio che la famiglia non poteva permettersi. A chiusura di anno Luca, nell'andare a vedere i risultati, assistette ad una scena che lo turbò profondamente; due dei suoi compagni con qualche difficoltà nell'apprendimento, non avevano ottenuto la promozione e di fronte alle loro lacrime si aprì uno spiraglio nella mente e nel cuore di Luca. Il ragazzo giunse alla seguente considerazione, cosa ci faccio di riconoscimenti e meriti, se non sono in grado di aiutare e condividere con gli altri? Venne fuori la sua indole buona, si fece carico di questa situazione e alla riapertura dell'anno scolastico si organizzò in maniera tale di andare ad aiutare negli studi i suoi due amici, Carlo e Francesco, a casa di uno nei giorni pari, con l'altro nei giorni dispari. Quando poi rientrava a casa faceva i suoi di compiti, appagato ed orgoglioso di aver fatto qualcosa di buono per sé e per gli altri. Anche in famiglia iniziava ad essere maggiormente coinvolto nelle decisioni e giorno per giorno acquistava nuova fiducia in sé stesso attraverso il confronto con gli altri. L'anno trascorse in armonia, i suoi due amici lo ricambiavano invitandolo spesso a fermarsi a casa loro dopo lo studio, un film, una pizza, una chiacchiera e due risate e piano piano questa amicizia si rafforzava. A fine anno la grande gioia fu quella di trovarsi tutti promossi, Luca sempre con la sua borsa di studio, gli amici sollevati di aver superato degli ostacoli che prima sembravano insormontabili. Per consolidare questa bella amicizia, i tre ragazzi andarono in vacanza a casa della nonna di Francesco, in una ridente località di mare dove trascorsero giornate allegre e spensierate e da quel momento si ripromisero di essere sempre uniti e pronti a condividere le future avventure della vita.


Paola Vigilante 07/07/2015 23:05 1429

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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non solo. Riflessivo e altruista. Bravissima! (Rita Minniti)



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Il primo racconto pubblicato:
 
Dedica - A mia madre (30/04/2013)

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Destino o volontà (01/05/2013)

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Ricordi d'infanzia (23/07/2013, 5660 letture)


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