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La panchina

Amore

Quella sera eravamo una dozzina tra colleghi ed ex colleghi, e come sempre, per passare un pò di tempo con le persone che ti stanno più simpatiche devi necessariamente uscire anche con chi difficilmente parleresti per più di 5 minuti.

Quella sera c’ erano due vecchi colleghi che non vedevo da mesi: Mario ed Elena

Mario era un tipo un po goffo, molto preparato nel suo lavoro, un buon collega, con la quale avevo condiviso sia i momenti belli, sia i momenti brutti della nostra contemporanea esperienza lavorativa.

Mario a volte era pesante, si lamentava talmente tanto che ormai le sue lamentele le conoscevo a memoria, e dire che io non ho una buona memoria.

Nonostante tutto, mi piaceva sentirlo parlare, mi dava un estremo piacere sapere che dopo che vomitava tutto si sentiva meglio, libero da tutti i suoi malesseri, e così dopo ogni chiacchierata, mi offriva un caffè....

<<È il minimo>> gli dicevo.

Elena era tutto e l’ opposto di tutto, se pioveva era nervosa e io la evitavo, se c’ era il sole era simpatica, allegra e, il suo sorriso ti trasportava via.

Nel suo lavoro era brava, attenta e meticolosa, aveva avuto un inizio difficoltoso, ma era riuscita a farsi valere.

Con Elena, solitamente, dopo il lavoro, andavamo a farci un birra e alla fine aspettavamo che la sera arrivasse, seduti su una panchina, sotto due grandi alberi, uno pieno di foglie e l’ altro sempre privo, al centro di una piccola piazza ma tanto frequentata.

Mario ed Elena cambiarono lavoro entrambi in poco più di un mese.

Mario andò via per primo, ci salutammo con una forte stretta di mano, ci saremmo rivisti qualche giorno dopo per bere un birra insieme.

Elena…

Quando andò via Elena, più o meno alle mercoledi alle 18: 07, piansi nascosto dagli occhiali da sole, in ufficio dove la luce del sole non arriva più dopo le 16, e dove le luci non vengono accese perchè disturberebbero il sonno di alcuni colleghi.

Elena mi abbracciò forte, mi diede un bacio sulla guancia, ando via… dopo un’ ora mi mandò un messaggio.

Da quando era andata via… non ci incontrammo più fino a quella serata.

Ovviamente feci di tutto per sedermi tra Mario ed Elena. Tornai a respirare.

La serata fu piacevole bevemmo e ridemmo tutto il tempo.

Mario fu uno dei primi ad andare via, io ed Elena trovammo la scusa per liberarci dalla comitiva.

Elena abitava vicino il locale scelto per la serata, distava forse 1 chilometro ma poteva essere anche di più perchè per il freddo di quella sera i nostri passi erano veloci, e coprimmo la distanza in pochissimo tempo.

Arrivati sotto casa Elena senza neanche pensarci mi chiesa di salire per vedere il suo nuovo appartamento

Entrammo faceva caldo, tanto caldo.

Levammo i giubbotti e d’ istinto, io, levai anche il pesante maglione.

Elena, rimase con vestito rosso, lungo fino alle ginocchia, lo notai solo in quel momento.

Ci sedemmo sul divano e continuammo a parlare o meglio a sparlare di Katia e del suo matrimonio… deciso da poco più di un mese con un ragazzo conosciuto da poco meno di un anno.

Aprimmo un’ altra birra, ma forse non era necessario.

Iniziammo a ricordare tutti i messaggi carini che ci scambiavamo via email durante il lavoro, i cioccolatini che mi faceva trovare in postazione vicino al pc.

Decise di mettersi più comoda, si chinò per abbassare la lunga cerniera degli stivali neri,

ma subito, ridendo, mi inginocchiai ai suoi piedi e mi proposi di aiutarla a levarli.

Ovviamente più volte il “ tiretto” si bloccò … ma tra uno sforzo sovrumano e la totale rassegnazione, gli stivali furono tolti.

Io ero ancora in ginocchio ai suoi piedi, la sua gonna, nel tentativo di aiutarmi nel difficile compito di levare gli stivali, era salita un bel po sopra le ginocchia, la guardai con un sorriso istupidito dall’ alcool e le dissi

<< leviamo anche questi collant cosi sei più comanda?>>

Lei sicura di se, come se le avessi lanciato una sfida, con la bocca serrata e un occhio semi chiuso disse

<<...dai>>

Ovviamente non mi sarei mai aspettato un “ dai”... fui colto alla sprovvista, ma per fortuna che c’ era l’ alcool che guidò le mie mani in maniera sicura e decisa.

Lei si alzò per agevolare il mio compito

Le gambe si scoprivano lentamente ai miei occhi… notai subito alcune macchie, celate fino a quel momento

Forse vitiligine? Non lo so (e neanche me lo chiesi in quel momento)

Alzai lo sguardo cercando quello di Elena, e lo trovai diverso, aveva perso la sua sicurezza, sembrava pieno di vergogna.

Ricordo che mi parlò in primavera di queste macchie, ma non trovai mai nulla di particolare dato che lei mi aveva accento qualcosa, ma sempre con molta superficialità.

La guardai e subito le dissi

<< wow… sembrano tante nuvole, guarda qui c’è un coniglio>>

Lei scoppiò a ridere, e non so per quanti minuti continuammo a cercare nuvole che somigliassero a qualcosa.

Oltre il coniglio trovammo, una testa di cane o cavallo, un nove o un un sei... dipendeva da chi lo guardava, trovammo pure un canguro… ridemmo tanto per qual canguro!!!

Non ricordo più tanto di quella serata, ricordo solo che dopo quelle nuvole, ci distendemmo sul

divano e facemmo l’ amore.

Quel mese ci saremmo rivisti altre volte, avremmo riso sempre, bevuto un po meno e fatto più sesso.

Dopo un pò, senza un motivo particolare, ci incontrammo di meno, ma continuammo a sentirci sempre di più tramite email.

E adesso che sono sposato, dopo parecchi anni, io ed Elena, continuiamo a vederci su questa panchina, ci vediamo quando capita.. una volta a settimana... a volte dopo un mese o anche due.

Siamo qui che parliamo, vediamo i bambini crescere e le mamme correre meno e gridare di più.

Vediamo le nostre storie andare avanti io avrò a breve un figlio, e lei... sempre alla ricerca di uomo che la faccia ridere, dice lei... io penso solo che lei è sempre in continua evoluzione che le servirebbe un uomo con la forza di dieci per poterle stare vicino.

Vediamo che alla fine siamo rimasti amici, e nei momenti più importanti ci siamo trovati,

...che dopo tutto siamo sempre qui, in questa panchina, e ci verremo sempre perchè ancora oggi, dopo tutti questi anni, non abbiamo risolto il mistero dell’ albero con le foglie e dell’ albero sempre spoglio.


Alan 12/12/2016 20:12 708

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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L'ultimo racconto pubblicato:
 
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