Senza nessun motivo particolare la speranza di rivedere la nipote si era insinuata nella mente e nel cuore di madame Catherine. Si rivolgeva all’Onnipotente pregandolo di esaudire la sua richiesta. Prometteva che avrebbe vigilato su Franç oise, avrebbe curato le sue ferite e rispettato i suoi silenzi. Pregava e piangeva l’anziana signora, calde lacrime rigavano il suo nobile volto. Con gli occhi del cuore rivedeva sua nipote, i suoi occhi nocciola, il suo bisogno di certezze, il suo aspetto di cucciolo impaurito. Madame Catherine aveva dovuto ingoiare le sue lacrime, il suo dolore per la tragica morte dell’unica figlia e del genero, aveva dovuto fingere di avere superato il trauma della notizia dell’incidente, del riconoscimento dei corpi... tutto questo per aiutare Franç oise ma... non era servito a niente... A un certo punto la ragazza era fuggita senza dare più notizie.
Man mano che si avvicinavano in Rue Victor du Jardin... il cuore di Franç oise era preso da un grande tumulto. Anche a distanza di parecchi anni quei luoghi le erano familiari... Ormai l’auto aveva superato l’ultima curva e già s’intravvedevano il campanile della Chiesa e le punte di due maestosi cipressi che come due giganti sentinelle protese verso il cielo, slanciavano le loro cime verso l’alto, quasi a volere arrivare a prendere i raggi del sole... Più in là numerose anitre selvatiche scivolavano veloci sull’immobile distesa del laghetto punteggiato di bianche ninfee sulle cui foglie graziose ranocchie verdi si crogiolavano al sole...
Finalmente arrivarono in rue Victor du Jardin, nel quartiere dove abitava la nonna... Un tuffo al cuore che cominciò ad accelerare i battiti... Nel frattempo il piccolo Paul si destò e incominciò a frignare... era l’ora della sua pappa. Franç oise preparò il biberon con acqua calda presa dal thermos e latte in polvere... Misurò accuratamente il tutto e miscelò accuratamente acqua e latte... Quando la pappa fu pronta, fece mangiare “ il piccolo principe” e dopo... satollo fece una smorfietta di piacere con la sua boccuccia che fece sorridere Franç oise...
Che emozione! Quando arrivarono nel quartiere della nonna la prima cosa che vide fu il negozietto del fornaio. Il negozio era stato rinnovato ma aveva sempre la sua vetrina colma delle fumanti focaccine dorate che sua nonna le comprava tutte le mattine per la colazione... Si guardò attorno e notò che c’erano stati dei cambiamenti, c’erano più negozi e nelle zone circostanti, s’intravvedevano più case ma tutto sommato... non era cambiato molto. Il giornalaio aveva ancora l’edicola vicino alla fontana, la farmacia aveva conservato le sue antiche vetrate multicolori e sul balcone del verduraio, in cesti intrecciati a mano, erano esposte le primizie. Quando fu oltrepassato il mulino del frantoio Franç oise scorse in mezzo ai pioppi il tetto della villetta della sua amata nonna...
Quando finalmente Nicholas fermò l’auto si sentì pervadere da un’ansia indicibile... Era arrivata ed era sicura che sua nonna la stava aspettando... Come faceva ad essere così certa? Però...aveva ragione Nicholas, doveva aspettare ancora un po‘. Sua nonna doveva essere preparata del suo arrivo e doveva andare prima Nicholas a parlare con lei... Lui sapeva come fare, lei avrebbe aspettato pazientemente assieme al piccolo Paul che la guardava coi suoi occhietti e sembrava soddisfatto di essere arrivato a destinazione...
- Tra poco conoscerai la tua bisnonna, ti vorrà tanto bene vedrai... tu crescerai qui in questa verde collina... sarai amato da tutti... crescerai, diventerai un uomo onesto e forte... T’insegnerò a rispettare le donne. Paul, piccolo mio... tu non mi deluderai mai e se prenderai esempio dal tuo papà adottivo saraì sempre un grande uomo. Mentre parlava così dolcemente al piccolo bambino che stava nel porta enfant senti bussare al finestrino dell’auto... Si girò e vide lei... Marie Claire la ragazza più bella, più luminosa, più vivace di tutto l’istituto, ai tempi della scuola. La osservò, era diventata ancora più bella ma un velo di tristezza velava i suoi bellissimi occhi castano- verdi. Si ricordava bene di lei e anche del suo impegno sociale. Le sue frasi a effetto Farò la scrittrice oppure viaggerò e combatterò l’ingiustizia nel mondo.
Era riuscita, almeno in parte, Marie Claire a realizzare i suoi sogni? Chissà?!
Scese dall’automobile e le due amiche si ritrovarono abbracciate e piangevano e ridevano contemporaneamente.
- Fatti guardare...-stava dicendo Marie Claire – dove sei sparita? Sono secoli che chiedo di te a tua nonna ma lei non mi rispondeva mai e i suoi occhi si velavano di tristezza... E questo bambino è tuo figlio? Prendilo Franç oise, fammelo vedere.”
Franç oise prese il bambino dal passeggino, lo mise in braccio e lo mostrò con orgoglio alla sua amica dicendo:- Ti presento il principe Paul figlio di Franç oise Durand e Nicholas Fournier, trovi che mi assomiglia un po‘?- Disse con tono di sfida...
Si dovette sforzare per non ridere di fronte all’amica ma in quel momento arrivò Nicholas...
- Vieni mia cara, tua nonna ti sta aspettando...
-
Arrivederci Marie Claire, vieni a trovarmi in questi giorni, non andrò più via, sono tornata per restare...-
Con il bambino in braccio si mise a correre, sembrava avere le ali ai piedi... voleva recuperare i cinque anni perduti e in un baleno arrivò all’ingresso del cancello dove l’anziana signora l’aspettava... Posò il bambino nel passeggino e corse incontro alla nonna.
- Nonnaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!! Sono qui, sono arrivata per non ripartire mai più...Lui è Paul, il mio piccolo principe -