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Padre nostro

Biografie e Diari

Nel mio diario ho voluto dare spazio al mio sentimento religioso e mi è piaciuto ricordare prima a me stesso e poi esplicare ai miei eventuali lettori il valore ed il significato della preghiera più importante della nostra religione cristiana:” Il Padrenostro” insegnataci proprio da Gesù.

Cos’è la preghiera:

La preghiera è la richiesta che noi facciamo a Dio o ad un nostro simile affinchè ci venga dato o fatto un qualcosa che noi, da soli, non riusciamo ad avere o a fare, ma che desideriamo profondamente; ma anche che un qualcosa che ci danneggia non venga dato o fatto, un qualcosa che non vogliamo assolutamente.

Il “ Padre nostro”

Il “ Padre nostro” è la preghiera fondamentale della nostra esistenza e ce l’ ha insegnata Gesù Cristo.

Esegesi del “ Padre nostro”

“ Padre nostro”: “ Padre” perché ci ha creati tutti e facendoci nascere ci ha portati in un mondo ed una realtà che Egli ha creato prima di noi ed anche per noi. ” Nostro ” perché è il Padre di Gesù e di tutti noi,

….che sei nei cieli,

E’ una allegoria: Dio non abita “ nei cieli così come li vediamo”, ma ci sovrasta in una dimensione superiore come i cieli e l’ universo sovrastano gli uomini

…. sia santificato il tuo nome,

Il nome del Padre nostro è Dio; “ sia santificato” è un congiuntivo passato ottativo, che esprime il desiderio che questo nome sia sempre santificato, cioè che sia “ sacro”; ed è “ sacro” ciò che non può mai essere messo in discussione: Dio è Dio.

… venga il tuo regno,

“ Venga”: un altro congiuntivo (presente) ottativo; esprime il desiderio della realizzazione del “ Regno di Dio”; “ Regno” perché Dio è inteso come un “ Re”, un” Governatore” che dia delle regole dei Comandamenti al popolo, cioè agli uomini. Questo Regno non è un Regno destinato a realizzarsi nel futuro ma un Regno che si desidera che si realizzi giorno per giorno e si estenda giorno per giorno su tutti gli uomini, passati .presenti e futuri.

…. sia fatta la tua volontà

“ Sia fatta”: ancora un altro congiuntivo passato ottativo; si esprime con esso il desiderio che si attui sempre la volontà di Dio; la volontà di Dio è una volontà completamente diversa dalla volontà degli uomini; la volontà degli uomini non può prescindere dalla scelta del bene o del male; la volontà di Dio prescinde da questa scelta, e ciò che Dio vuole non possiamo giudicare che sia un bene o sia un male per noi; non possiamo addebitare a Dio anche quegli avvenimenti che ci sembrano così dannosi e distruttivi sia naturali che umani, così come pure le disgrazie e le cose più brutte che possano capitare durante la nostra vita.

….. come in cielo, come in terra,

“ Come in cielo”: per ciò che accade nell’ universo e nelle dimensioni che non conosciamo; ” Così in terra”: sulla terra e su tutto il genere umano

…. dacci oggi il nostro pane quotidiano

“ Dacci”: dai a noi, (dal congiuntivo passiamo all’ imperativo); che cosa?: il nostra pane quotidiano; quando? “ oggi” che esistiamo, sia per la nostra sopravvivenza fisica ma anche per la sopravvivenza della nostra anima e della nostra fede; nell’ ultima cena Gesù distribuisce come “ pane” il suo corpo e come “ vino ” il suo sangue; ascoltare la Messa, significa, ascoltare le parole di Dio, partecipare alla sua mensa e prendere e mangiare il pane che Gesù ci offre per darlo alla nostra anima ed alimentare la nostra fede.

…..e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori

“ I debiti”: di che tipo di debiti si tratta? Debito significa un obbligo di dare, fare, o non fare a qualcuno, cioè al nostro prossimo; quando ciascuno di noi nella convivenza sociale, viola le regole dei comportamenti e crea danni al prossimo dovrebbe risarcire il danno che ha causato e quindi dare, fare o non fare qualcosa; se noi rinunciamo a questo risarcimento e rimettiamo quello che avrebbe dovuto esserci risarcito o meglio se noi perdoniamo, anche Dio rimetterà a noi i debiti che noi abbiamo con lui per i peccati commessi nei suoi confronti: il nostro perdono verso gli altri è la condizione necessaria per il perdono di Dio

….e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male

Altri due imperativi: non ci indurre (negativo) e liberaci (positivo); non indurci significa non lasciare, o Signore, che noi cadiamo nella tentazione del male, ma attivati perché ciò non avvenga, anzi aiutaci a liberarci dal male! Liberarci dal male è il compito principale di Dio e senza il suo aiuto non potremmo mai farcela perché siamo troppo deboli.

….. e così sia (Amen)

E’ il congiuntivo ottativo finale e conclusivo della preghiera (Amen in ebraico); nel recitare il Padre nostro, condividiamo insieme a Gesù i desideri in essa espressi e gli imperativi che la stessa divinità si pone.

Conclusione

Con questa esegesi ho voluto operare una riflessione sui profondi contenuti di una preghiera che molto spesso recitiamo a memoria ed in modo ripetitivo e cantilenante senza metterci la forza e l’ entusiasmo di un profondo, sincero e saldo convincimento di quel salvifico sentimento che è la nostra fede in DIO.

Personalmente spesso in silenzio partecipo alle altre preghiere che vengono dette durante la messa, ma quando arriva il “ Padre nostro” sento un profonda esigenza di recitare a voce alta questa preghiera. Essa è il modo più semplice, immediato ed efficace per mettermi in comunicazione con Dio senza trovare mai la linea occupata.


Antonio Guarracino 07/01/2015 09:47 913

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«Il Padre nostro è la preghiera che più mi fa sentire vicino a Dio!»

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