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Giovani Veleni

Fantascienza

“ Allora siamo d’ accordo?” Aro si rivolse risoluto a Mezereo che stava per fumarsi la sua terza canna.

“ Domani è l’ ultimo giorno di scuola… lo sai qual è il tema per il rave di quest’ anno, vero?”

Mezereo aspirò la prima boccata “ Se non ci fosse quest’ erba deliziosa, come farei a sopravvivere alle tue idiozie?” commentò senza rispondere alla domanda dell’ amico.

“ Sei acreatoso e ostinatamente passato-maniaco” riprese Aro “ insisti nel comportarti come un dissuccessato. Fumi ancora la roba dei tuoi bisnonni… Mi dici dove ti procuri questa pianta merdacchiosa e per giunta illegale? Non vuoi parlare, eh? Hai paura che io o tuo fratello si faccia una soffiatona a qualcuno? Calmatizzati, io sono tuo amico e non lo farei, anche se per me è molto azzardoso tacere, visto che da dieci anni questa robaccia clandifurtiva è stata vietoproibita insieme ad ogni specie di canna erbogenetica. Perché non ti fumi la roba che si vende ora? E’ fantabiliosa e poi costa meno del chewingum!” e tirò fuori dalla tasca due piccoli involucri giallognoli “ Prendine uno, dai!”

“ No, grazie. Preferisco avvelenarmi con la mia erbetta vecchia e clandestina!” rispose Mezereo, mostrandogli il suo sigaro verde scuro.

Aro lo guardò con un’ espressione di compatimento

“ Dovresti cambiare idea, amico, se non vuoi che ti succeda qualcosa di spiacevoloso. Potresti essere dispurificato, secondo le ultime decisioni del Comitato…”

“ Cos’è che ha deciso il tuo Comitato?” chiese Mezereo sorridendo ironico “ Ma che noia che siete tutti insieme! Loro s’ inventano parole strane, divieti di usare questo e quello, vi propinano schifezze nauseanti e voi lì a dire sempre ‘ va benissimo, bravi, come faremmo senza di voi…” Vi bevete tutto, abboccate sempre come quegli animali che vivevano prima dove c’ era il mare… Io non li ho mai visti, ma mi ricordo ancora qualcosa in un libro…”

Silenzisci! Mare, animale, canna e spinello sono parole disvietatissime! Ti incellano e poi ti fanno sparire, lo sai, vero? E poi come fai ricordartele? Non ti hanno clippato? Libro hai detto? cos’è un vecchio programma webcamscoop

“ Senti Aro, io le parole canna e spinello le continuo a dire, certo non davanti a clippadeficienti, che fanno gli spioni per quegli extraterrestri del comitato, con tre occhi in testa e un dito per braccio… E poi mi ha proprio rotto il fondoschiena che ad ogni fine d’ anno scolastico ci sia per forza questa specie di schifezza cittadina, solo per creare un colossale sbatacchio! Io non ci sto” concluse continuando a fumare boccate a pieni polmoni.

“ Ti devi adeguare alle decisioni, amico, se non vuoi avere problemi…” commentò Aro a bassa voce, quasi temendo di essere lui spiato da qualcuno “ Quindi stammi bene a sentire. Noi, del secondo ciclo, domani ci occupiamo di fare la festa a quelli più bassi di un metro e settanta e tu verrai per crearti bismiliardi di conseguenze guaitose. I ragazzini del primo ciclo faranno la festa a tutti quelli al di sopra dei settant’ anni. Il numero settanta è lo spartiacque. Ci sei merdaclippato? Quindi Croton deve occuparsi di vostra nonna…”

Mezereo trasalì pensando a suo fratello che dall’ anno precedente era tossiveleno di primo livello, come dire un promettente omicida.

Croton non avrebbe potuto sottrarsi, pensava; se lo conosceva bene, avrebbe eseguito scrupolosamente le indicazioni del Comitato solo per avere i mille punti che gli avrebbero permesso di passare al secondo livello di tossiveleno. A lui come a tutti o quasi avevano clippato i neuroni; c’ era chi se ne stava zitto e obbediente e chi, come Croton, si esaltava a fare il matto, pensando forse di diventare importante. Un ragazzino di undici anni e mezzo.

“ Ok, Aro, ci si rivede…” Mezereo salutò in fretta l’ amico e si avviò verso casa. A piedi, perché detestava le diossine- cars e non solo per le loro nauseanti emissioni.

Lui, a differenza del fratello, cercava di defilarsi, si inventava scuse e mandava avanti gli altri anche nei rave annuali.

Croton di certo se n’ era accorto e da un po’ di tempo squadrava il fratello con freddezza e disprezzo, perché non lo stimava, né si sentiva stimato da lui.

I loro genitori, Melissa e Tanaceto, erano stati eliminati proprio durante il primo rave nel 2184, qualche mese dopo la nascita di Croton.

Il tema di quella festa di fine anno scolastico era stato: ‘ estirpazione delle piante ornamentali e aromatiche’. Era un modo per dire che sarebbero spariti quelli che, per loro disgrazia, alla nascita fossero stati registrati con quei nomi. Già perché le piante erano state già sterminate tutte, ora restava da fare la stessa cosa con le persone ed ogni ricordo sarebbe stato cancellato per sempre.

La nonna materna Gervasa aveva raccontato ai due poco o niente di quella giornata del rave, di averli accompagnati al parco, nonostante il freddo intenso e il ghiaccio sulla strada Rocciosa. Quando erano tornati a casa, di Melissa e Tanaceto non c'era più traccia, insieme a tutto quello che li riguardava, oggetti, vestiti, foto. Come se non fossero mai esistiti.

La nonna non pianse né si disperò per non rattristare i due nipotini; da quel momento pensò soltanto a farli crescere prendendosi cura di loro e tentando di trasmettere loro la memoria dei genitori uccisi. Ma durò poco tempo perché solo due anni dopo la festa per ‘ l’estirpazione delle piante’, c’ era stata la mega operazione di memoria- sradicamento, un genere di pulizia culturale con la quale prima erano stati distrutti libri, biblioteche, fototeche e archivi, poi a tutti era stato clippato via ogni ricordo.

Nel giorno in cui anche nella loro casa arrivò la megapolizia, Gervasa si era nascosta dentro un vecchio baule del sottoscala e così aveva potuto conservare nella sua mente i ricordi di tutto il suo passato.

Quando furono un po’ cresciuti, Mezereo e Croton cominciarono a farle domande sui loro genitori e Gervasa, che ormai aveva capito di cosa sarebbero stati capaci i membri del Comitato se avessero scoperto che qualcuno era sfuggito all’ operazione di pulizia culturale, preferì nascondere la verità ad entrambi, limitandosi a raccontare poche cose e in maniera vaga, che Melissa e Tanaceto erano stati portati via chissà dove dalla polizia megapolitica.

Non disse nulla del massacro organizzato con il permesso del Comitato, che aveva fornito le armi i ragazzi delle scuole e poi aveva fatto sparire i corpi, ma si decise a confidare tutta la verità a Mezereo, prima che partecipasse al suo primo rave. Fu shoccante per lui apprendere certi particolari e quando la nonna gli raccontò altri ricordi della vita dei genitori, cominciò a odiare il Comitato e ad evitare il più che potesse di coinvolgersi nelle iniziative di violenza, trovando una scusa per assentarsi, oppure sparendo dalla circolazione dopo l’ appello nel Megapiazzale.

Durante il primo anno in cui Croton frequentò la scuola solcialpolitica, venne chiamato dal direttore, che gli consegnò una comunicazione, in cui c’ era scritto che i suoi genitori erano stati puniti per gravi reati commessi contro lo stato: rapina a mano armata e omicidio del segretario del primo ministro. In calce c'era la firma dei capi del Comitato.

Croton non pianse, ma si vergognò moltissimo, tornò a casa e davanti a Gervasa in lacrime maledisse solennemente i suoi genitori, giurando che da quel momento avrebbe pensato solo a riscattarsi. Mezereo provò a replicargli che la verità purtroppo era un’ altra e che doveva guardarsi dalle bugie di quel branco di satanisti, ma si beccò solo una scarica di pugni e nonna Gervasa, accorsa per calmarlo, preferì tacere per proteggerlo da eventuali ritorsioni a scuola. Sapeva bene che non sarebbe stata tollerata la circolazione di notizie relative ad un passato che era stato clippato dalle menti della gente, perché nessuno, conservando anche brandelli di ricordi, andasse alla ricerca della verità sugli orrori compiuti dal Comitato.

Croton iniziò col frequentare l’ associazione dei tossiveleni e la palestra di arti marziali violente, per diventare brutale, soprattutto negli scontri fisici.

Il Comitato, che aveva in odio la cultura, esaltava un sapere mini- pluri- malefatto, la cui qualità peggiorava anno dopo anno, e a scuola obbligava a studiare solo tre discipline: geografia degli stati sottomessi dal Comitato, storia dell’ ascesa del Comitato e arti marziali.

Croton era bravissimo in tutte e tre le materie, ma eccelleva nelle arti marziali; aveva imparato ad insultare aggressivamente gli insegnanti che non facevano propaganda politica, o che si permettevano di dubitare di quello che compariva nell’ unico libro di testo, una specie di sussidiario digitale con poche informazioni nelle sole tre discipline oggetto di studio. Li segnalava e li denunciava alla polizia, così che fossero subito rimossi e in questo modo si era guadagnato riconoscimenti e simpatie e qualche medaglia di bigtossicoso.

Da qualche anno non andava più d’ accordo con suo fratello, perché aveva capito che detestava il Comitato, o quanto meno lo riteneva formato da un branco di imbecilli criminali. Alla nonna, invece, era ancora affezionato: la considerava quasi la sua mamma e le raccontava tutto quello che faceva a scuola per mettersi in evidenza. Lei sapeva ascoltarlo e infondergli fiducia, badando a non esternare mai le sue convinzioni.

Da quando nell’ associazione era stato promosso tossiveleno di primo livello, Croton assumeva ogni giorno, come tutti i suoi coetanei, massicce dosi delle nuove droghe, che si vendevano ormai in tutti i negozi della città al posto del tabacco e, compiuti quattordici anni, era obbligatorio ‘ farsi’ di altre sostanze più forti che, tra l’ altro, scurivano il colore della pelle e degli occhi. A guardarli nei visi, quei ragazzini sempre più allucinati sembravano terrificanti creature di un altro pianeta.

Con il passare del tempo Mezereo desiderò conoscere da sua nonna tante altre notizie relative alla loro famiglia; così seppe che nell’ anno della nascita della nonna, quando ancora il Comitato non era al potere, tutti i nomi maschili dovevano diventare femminili e quelli femminili maschili.

A quel tempo si approvavano strane leggi, decise da una cosa chiamata governo demopopolarista, che, raccontava la nonna, aveva attraversato vicende tempestose: i membri del partito erano sempre in contrasto tra loro ed erano fondamentalmente corrotti.

Quel gruppo politico era stato poi eliminato durante una guerra lampo, quando lei aveva all’ incirca diciotto anni e al suo posto era subentrato il governo ecocentrico, formato da scienziati che si proponevano di 'rigenerare’ la natura, già fortemente sfruttata ed inquinata

Cambiarono le abitudini di vita delle persone; attraverso il lavoro e lo studio, tutti furono coinvolti nella rinascita del pianeta, anche utilizzando per i neonati nomi di piante e fiori in via di estinzione, che si sperava di poter tornare a diffondere e riprodurre nel territorio.

A questo fine il governo stabilì che i nuovi nati portassero nomi di piante in via di estinzione e Gervasa e suo marito, come altre coppie vollero dare il loro contributo al progetto ecocentrico; fu così che i genitori di Mezereo e di Croton, alla nascita, avevano ricevuto i nomi di due piante aromatiche ormai rarissime, la melissa e il tanaceto.

Il governo ecocentrico durò per venticinque anni, poi fu eliminato dal nuovo Comitato, un gruppetto di giovani molto ricchi e molto ignoranti, nemici della natura, fanatici di droghe dell’ ultima generazione, che in un blitz uccisero gli scienziati ormai anziani e iniziarono a gestire il potere in modo violento, distruggendo dell’ ambiente tutto quello che il vecchio governo era riuscito a recuperare.

Con i rave annuali seminavano il terrore, eliminando i loro possibili oppositori e, come se non bastasse, incrementarono lo smercio delle droghe pesanti, mettendone in circolazione di nuove, mai usate prima, ancora più nocive.

Per completare l’ opera, imposero l’ uso di un linguaggio, inventato da loro, l’ idioma della disculturazione, fatto di vocaboli strani, a volte composti, quasi sempre scorretti. “ONORITA’ DISLIMITATA A CHI HA INTOSSINATO IL MONDO”: questo era il motto del Comitato, scritto con diamanti neri sulla facciata del Palazzo del Potere.

Per i nuovi nati si decise che avessero nomi di veleni e di piante tossiche, perché il pianeta era diventato forte grazie a tutte le sostanze nocive che erano state sversate ovunque. Veleni che la giovane umanità in ascesa stava definitivamente metabolizzando per diventare invincibile e forse anche immortale.

Melissa e Tanaceto si erano conosciuti, innamorati e sposati, e quando nacquero i loro figli dovettero sottostare a quella odiosa imposizione.

Ora, si chiedeva Mezereo, cosa ne sarebbe stato della nonna, quando la banda dei ragazzi del primo ciclo sarebbe arrivata a casa e le avrebbe richiesto il documento d’ identità?

Su quella tessera c’ era scritto che Gervasa Kock era nata il diciotto agosto del 2123, quando ancora esistevano i mesi, perciò aveva press’ a poco settantadue anni.

Quindi era spacciata, considerò con tristezza Mezereo, a meno che non avesse trovato per lei un nascondiglio sicuro. E cominciò a pensarci.

‘ Devo parlare con Croton di nascosto della nonna’ pensò Mezereo tornando a casa, ‘ devo impedirgli di farle del male.’ Il caso volle che lo incontrasse proprio fuori dalla porta.

“ Ciao Croton! Che si dice al Comitato della festa di domani?” gli chiese fingendo di essere ancora ignaro.

Il fratello lo guardò serio e insospettito.

“ Sei proprio uno sfattissimo nauseante! Mi vergogno di te. Dovrei denunciarti per la tua scollaborazione.”

Scollaborazione? Ancora una nuova parola dal vocabolario del tuo Comitato…” Mezereo entrò in casa ridendo, mentre Croton, rosso di rabbia gli assestò un grosso pugno nel fianco destro.

“ Che fai, fratello? Mi percuoti? Invece di dirmi ‘ bravo’ perché imparo subito…”

Mezereo si era piegato su se stesso per il dolore del colpo ricevuto e, intuendo le intenzioni violente del fratello, corse a chiudersi a chiave nella loro camera.

“ Apri questa sgroppiata porta, figlio di assassini!” gridava Croton tirando vigorosi pugni “ Voglio pestarti oltre la morte!”

Mezereo era spaventato: Croton appariva scatenato, di sicuro per l’ eccesso di droga che doveva aver assunto quel giorno. Quindi provò a calmarlo “ Dai, scherzavo… Certo che lo conosco il tema della festa di domani! Eliminazione del settanta… Apro la porta, ma tu resta tranquillo, ok?”

Croton smise di tirare colpi “ Ok, straodiato, non ti pesterò”.

Quando Mezereo lo ebbe di fronte, vide i suoi occhi, più neri del nero della pece e cercò di essere molto conciliante.

“ Croton, scusami. Non volevo offendere né te né il Comitato. E’ che sono preoccupato per quello che accadrà domani… La nonna è in pericolo, non vorrai farle del male, vero?”

“ Non cercare di corrompermi, disfattante passato- maniaco. Io sarò sempre seguacissimo delle decisioni del Comitato. La nonna sparirà, come è stato stabilito, come sono spariti i nostri genitori stramaledetti assassini.”

“ Fratello, lo sai, non ho mai creduto alla versione che ti raccontò quel membro del Comitato!” replicò Mezereo “ Comunque non è possibile che tu faccia questo alla nonna che ci ha cresciuti.”

“ Basta! Ti disvieto di maldiscutere la volontà del Comitato. La nonna è sempre stata una disfattante; è colpa sua se anche tu sei diventato come lei, disvalorizzando tutto quello che il nostro strapotente Comitato ci suggerisce per il nostro bene. L’ hai mai vista fumare una scatola di drugsigar?”

Croton, alterato, afferrò la sua mazza da baseball che era vicino al letto, la fece roteare con una specie di sorriso di sfida, infine, voltate le spalle a Mezereo, uscì dalla stanza dicendo “ Vado all’ adunata. Tu, disfattante, continua pure a disconsiderare le regole… Vorrà dire che domani stesso sarai incellato.”

‘ Ormai parla solo con le parole create dal Comitato e senza riflettere obbedisce a tutto ciò che quei folli criminali decidono’ pensò afflitto Mezereo.

Appena Croton se ne andò, lui corse nella stanza della nonna che aveva ascoltato tutto. Gervasa lo accolse con un sorriso sereno.

“ Caro Louis, entra pure! E’ questo il tuo vero nome e tuo fratello si chiama Jean. Ricordo di averlo detto ad entrambi qualche anno fa, quando eravate ancora bambini, ma lui, Jean, non vuole saperne, è orgoglioso di chiamarsi Croton e di essere un giovane veleno. Sulla copia dei vostri certificati di nascita, però, i vostri genitori aggiunsero i nomi che avevano scelto per voi, anche se i maledetti del comitato hanno deciso diversamente. Quel documento è nascosto dove sai e tu lo mostrerai a tuo fratello quando un giorno tutto questo orrore sarà finito per sempre.”

Mezereo Louis camminava nervosamente per la stanza.

“ Nonna, ora devi ascoltarmi: è necessario che tu ti nasconda da qualcuno, perché il baule non è un posto sicuro e Croton sa benissimo che potresti essere chiusa lì, come facesti, quando decisero di clipparci la memoria. Ti aiuterò a trovare un posto sicuro, ma dobbiamo muoverci in fretta. Tra poco lui sarà di nuovo a casa e insieme al suo gruppo di disperati assassini.” Mezereo le parlò con voce supplichevole.

“ Ragazzo mio” replicò Gervasa mantenendo tutta la sua serenità “ questa volta non ho nessuna ragione per nascondermi. Tu e tuo fratello siete ormai cresciuti e autonomi, non avete più bisogno di me. E poi, se devo essere sincera, intuivo che prima o poi avrebbero escogitato un modo per eliminarci, noi vecchi che siamo un ‘ peso’ inutile in questa società giovanile e velenosa. La propaganda del Comitato in quest’ ultimo periodo è stata insistente: il mondo tossicante è dei giovani veleni, purtroppo. Molti di noi anziani si sono adeguati solo per paura, ma ecco che tutto per loro sarà inutile e saranno eliminati senza nessuna ragione, proprio come accadde quel giorno ai vostri genitori. E quando ci ripenso la mia rabbia è così grande che se non fossi vecchia e debole avrei comprato clandestinamente un ordigno da far esplodere in quello stramaledetto loro palazzo, proprio in occasione di una loro assemblea. Nella mia vita ho visto troppe cose orribili, ma non avrei mai immaginato che si arrivasse a voler distruggere il pianeta con un’ ideologia così folle, abbindolando i piccoli nella maniera più disumana. Del resto chi ci governa non è mai stato ‘ umano’ e la vita che hanno imposto con i loro criminali cambiamenti è così diversa da quando sono nata. No, mio caro Louis, lascia che si compia il mio destino; non voglio che tu corra dei rischi per causa mia.”

Louis Mezereo aveva le lacrime agli occhi.

“ Nonna, non è vero che non abbiamo bisogno di te. Tu sei stata per noi come una madre, e lo sei ancora… Anche Croton, sono sicuro ti vuole bene, a suo modo, ma te ne vuole. Non so con quale coraggio permetterà che tu muoia, e se lo farà, vorrà dire che oltre che i neuroni gli hanno clippato il cuore. Ti prego, non permettere a Croton di farti del male! Vieni con me, troveremo un nascondiglio lontano da qui, nella radura rocciosa. Per un po’ resterai lì, poi cercherò un modo per farti andar via da questo maledetto paese.”

Ma Louis Mezereo sapeva che per la nonna fuggire sarebbe stata molto difficile, considerati i droni e i controlli armati. Gervasa continuò la sua riflessione. “ Solo se fossi stata più coraggiosa! Avrei dovuto affrontarli quei maledetti, sfidarli a cominciare dal ribellarmi e cancellare i nomi che vi avevano imposto, chiamandovi sempre Louis e Jean. Invece mi sono lasciata condizionare per paura del peggio e ho sbagliato. Le conseguenze della mia vigliaccheria le sta pagando il piccolo Jean, che è stato plagiato da quei mostri.”

Luis Mezereo scuoteva la testa con espressione afflitta. “ Nonna, ormai non possiamo fare più niente, se non sperare che arrivi al più presto l’ autodistruzione. I bastardi del Comitato moriranno anche loro e se non ci sarà qualche altro pazzo a sostituirli, vorrà dire che il ciclo si sarà concluso e forse il pianeta senza più esseri umani, con il trascorrere dei secoli, potrà rigenerarsi.”

Gervasa sembrava assorta in un suo pensiero.

“ Devi ribellarti, Louis, e tentare in ogni modo di convincere tuo fratello a prendere coscienza; poi con il tempo chissà potrete creare anche un piccolo gruppo e cercare di diffondere la disubbidienza a queste orribili imposizioni. Per fortuna, non c’è solo il veleno che quelli là vogliono continuare a versare su questa nostra povera terra intossicata; voglio mostrati una cosa che ho sul davanzale.”

E andò verso la finestra, l’ aprì e gli mostrò un vaso.

“ Sembra una ciotola piena di terra, però, guarda bene, Louis! Vedi cosa c’è? Hai idea di cosa siano queste fili verdi appena spuntati nonostante il gelo dell’ inverno?” Louis non Mezereo guardò quasi sconvolto. “ Nonna, cosa hai fatto? Lo sai che solo per questo potresti essere uccisa da chiunque?”

Gervasa aveva le lacrime agli occhi. “ Non arrenderti, Louis, anche se il mondo in cui vivete non fa altro che consumarvi, distruggendo in voi ogni bellezza. Dopo questa maledetta festa, dovrai occuparti di Jean e portarlo via di qui, anche contro la sua volontà.”

“ Ma nonna, tu sogni!” replicò Louis quasi piangendo “ anche se ci riuscissi, e non credo, perché lui si allena e fisicamente è molto più forte di me, come potrei costringerlo a partire? E poi per dove?”

Gervasa si asciugò le lacrime e parlò senza incertezze. “ Ho pensato già a tutto: potrete trasferirvi fuori di questo stato, in un posto sicuro. Ti ricordi quell’ estate che decisi di andare a trovare mia sorella Fursea oltre il monte della Melma? Vi dissi che viveva con il marito Telico in una grotta naturale nascosta alla vista da un grosso rudere del dopoguerra. Voi andrete da loro; lì potrete trovare un rifugio sicuro. Ma dovrete partire prima della fine del rave, quando c’è ancora confusione in giro. Per arrivare in quel posto, ti servirai della mappa, disegnata da Telico. Ricordati di fare il pieno alla macchina, perché il viaggio sarà lungo e non dovrai fare soste per non insospettire la megapolizia.”

“ Ma non capisci che Croton… Jean non vorrà mai andarsene da qui? Mi ucciderà piuttosto che tradire il Comitato.”

“ Tu gli metterai questa polvere nella lattina di drugbeer” rispose Gervasa tirando fuori dalla tasca della sua giacca una contenitore scuro di plastica “ E’ un potente sonnifero, che lo addormenterà almeno per tre ore. Ma deve prenderlo tutto, mi raccomando, e bada che i suoi amici se ne vadano da casa, perché poi dovrai caricare Jean nel baule, quello dove mi nascosi alcuni anni fa. E’ il posto più sicuro; poi filerai subito via. Devi salvarti, Louis, e salvare tuo fratello. E’ l’ unica possibilità che vi rimane per non essere annientati da questa inciviltà e conservare la memoria del nostro passato.”

“ Ma, nonna, i neuroni clippati sono immodificabili… Non servirà andarsene!”

Gervasa sembrava trasfigurata dalla sua stessa speranza. “ Quando Jean di sveglierà, basterà che tu gli dica che è malato e che è stato bandito dal Comitato, che c’è una taglia su di lui come soggetto pericoloso e che è tutta una congiura contro di lui… Poi ci penserà mia sorella Fursea con le sue erbe mediche, che sta coltivando insieme al marito, a far sì che i neuroni di Jean ritornino quelli che erano. Quando tutto sarà finito, dovrete cercare sempre di ricordare quello che è importante, avere cura della natura innanzitutto, e poi conservare la storia della nostra famiglia. Sono fiduciosa che potrete sopravvivere alla distruzione che dilagherà, e forse riuscirete anche a salvare altre vite. Ricordati che siamo anche noi terra e i semi sono già dentro in noi, nascosti in profondità, ma pronti a germogliare. Certo bisogna creare le condizioni perché possano trasformarsi in piantine.”

Dalla strada arrivavano i rumori sinistri dei tamburi insieme a grida e schiamazzi: gruppi di giovani vestiti di nero si aggiravano urlando con grandi falci in mano.

Mezereo Louis corse in lacrime a chiudersi in camera sua, mentre Gervasa serenamente si avviò ad aprire la porta di casa.


Bianca M Sarlo 22/01/2016 08:28 1544

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«In un futuro forse non troppo lontano potrebbe capitare qualcosa del genere... ma resterà sempre una via di fuga se sopravviveranno i 'semi' della nostra umanità.»

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