Dalla mia abitazione sono pochi i passi che devo percorrere per raggiungere il bosco così                come altrettanto breve è il percorso per guadagnare il mare, la spiaggia. Oggi ho voglia di                avventurarmi nel bosco. Zaino in spalla, scarponcini e via. Parto.
 Non ci vuole molto cammino a inoltrarsi nella macchia mediterranea dove il sole di questa              stagione stenta a entrare e l’ erba rimane sempre verde.
 Il monte che mi sono promesso di raggiungere non è raggiungibile con un sentiero a mezza            costa. L’ acqua di un torrente l’ ha reso scivoloso e una frana rende il sentiero irregolare.
 Devo aggirare il sentiero. Se mi affaccio alla base della frana, vedo il vuoto.
 Tra le rocce in fondo, i pini rinascono. Un grande incendio aveva devastato la macchia.                    Salendo sul versante nord sparisce la sensazione del vuoto che si prova guardando dall’ alto
e un nuovo aspetto del paesaggio prende forma viva ai miei occhi. Pure su questo versante ci          sono ombre fresche. L’ edera, i muschi che attecchiscono agli scogli; i rovi che talvolta                    rendono difficoltoso il passaggio e la ginestra si apre per le costa. Il ruscello scivola tra i                  sassi; chi cerca il silenzio lo trova qui. La pace è vera e il canto del fringuello come quello
 dell’ usignolo sembra una melodia orchestrale, pure il grido roco della ghiandaia e il fischio            del merlo fa da coro a questa beatitudine della natura. E allora eminenza reverendissima lei            che della sua morale ne fa questione mi spieghi perché io che con Dio ho un rapporto                        quotidiano, a portata di mano, da uomo a uomo perché sono un maschio, se fossi una                      femmina  mio caro cardinale lo avrei da donna a donna. E lei carissimo non me ne voglia.
 Pensi alla bellezza del dialogo con l’ Altissimo all’ aria aperta nel bel mezzo della natura                  piuttosto che nel raccoglimento voluto e quasi imposto nelle chiese.
 Qui mio caro ministro si trova Dio che non ha bisogno di sacerdoti perché si rivela attraverso          la bellezza e la durezza della natura. Glielo dico chiaro e tondo senza rigiri di parole per mio            conto e per quel che vale così come la sua parola che non mi sento di condividere perché al              mio orecchio giunge pretestuosa.
 Dio è vivo e mi piace pensarlo all’ aperto, dove sbocciano i fiori, dove maturano i frutti.                    Perché non c’è data l’ opportunità di un libero esame di coscienza abiurando i dogmi?
 Mi domando. Quanti pregiudizi ha questo cattolicesimo del duemila che vive per il politico                bipartisan.  All’ aperto il vento sussurra parole d’ amore e i rami si cercano.
 Fischia l’ uccello, l’ inno all’ amore.
E’ in questa dimensione d’ amore che mi piace stare, lontano dai pettegolezzi sempre a                    portata di mano.