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Non fidarti dalle apparenze

Sociale e Cronaca

Sabel, distesa sul letto, con gli occhi ancora gonfi da quella notte di pianto, guardava nel vuoto mentre le persiane filtravano i raggi del sole appena nati.

Non era possibile, pensava, che il destino si fosse fatto beffe di lei in questo modo.

Con la mente ritornò indietro nel tempo, a quel primo incontro che le avrebbe cambiato la vita.

Era sola nella stradina vicino alla sua casa, quel giorno, quando si sentì attraversare da quello sguardo, da quei grandi occhi azzurri che la fissavano e lei si sciolse come neve al sole. Un fremito l’ avvolse, non aveva mai provato un’ emozione simile.

Lui le sorrise e con quell’ aria da bravo ragazzo, cominciò a corteggiarla.

Era felice Sabel, lo ammirava con la sua camicia a quadri e quei grandi occhiali da sole sopra i capelli.

Questo incontro era nato sotto una buona stella, pensava, era il giorno del suo compleanno e mai avrebbe potuto avere un regalo più grande. Forse per qualche strana ragione il destino l’ aveva programmato.

Le parole scivolavano leggere e sempre più suadenti dalla bocca di Marco, questo era il suo nome.

Sabel ne rimase affascinata, com’ era possibile tanta dolcezza e bellezza in un uomo? (tra se e se pensò che quello fosse l’ uomo della sua vita) e sfoderò un sorriso grande quanto una casa.

Molti altri ragazzi l’ avevano corteggiata ma nessuno con quella sfrontatezza.

Lei aveva già una bella età ed i suoi genitori avrebbero voluto vederla già maritata, ma nessuno fino a quel momento si era impossessato del suo cuore.

Si sentì felice

Passarono dei mesi e lui, da buon siciliano, incominciò ad essere geloso di ogni anima che le passasse accanto.

Sabel era contenta di questo, la gelosia, pensava, è sintomo d’ amore e si innamorava ogni giorno di più.

Era presa da quell’ amore e Marco era ormai la sua vita. S’ incominciava a parlare di matrimonio e ben presto l’ idea piacque anche a lei e in poco tempo tutto fu organizzato. Niente avrebbe potuto cambiare quello che provava fino al giorno del 1° anniversario del loro fidanzamento, giorno in cui era stata stabilita la data del matrimonio.

Arrivò velocemente quel momento e Sabel pur essendo felice, sentiva dentro di se che qualcosa non andava, era tutto troppo perfetto quasi surreale, ma non voleva svegliarsi: era troppo bello.

I passi verso l’ altare erano lenti la sua mente confusa, c’ era lui lì che l’ attendeva con quel viso sorridente e l’ aria da bravo ragazzo.

L’ emozione era anche tanta e gli ospiti la guardavano incantati, era bellissima. Tutto filò a meraviglia.

Finalmente a casa dopo la cerimonia e dopo mesi di grandi fatiche e grandi attese, ma..

NESSUNO E’ PERFETTO.

Quella sera Sabel fece un’ amara scoperta era il suo primo giorno di nozze, la sua luna di miele e lui, quel tenero ragazzotto, per niente tenero e per niente romantico si rivelò di li a poco, rude e per niente delicato.

Il suo amore era violento, le strappo di dosso i vestiti e le sue mani, con pesantezza, la spinsero verso il letto.

Sei mia, incominciò a dirle, adesso farai solo quello che io vorrò, e lei, che aveva sognato sempre un amore romantico, delusa e spaurita si sentì morire.

Avrebbe dovuto dare ascolto a quella sensazione avuta a due passi dall’ altare.

Si sveglio la mattina dopo sentiva, ancora l’ angoscia, il peso di quelle parole che l’ avevano sconvolta.

Forse è stato solo un incubo pensava, lui è qui accanto a me e sarà bello partire per la luna di miele, un intero mese fuori.

Si alzò allora delicatamente per non svegliarlo e gli preparò la colazione, si avvicinò col vassoio e lo svegliò con un bacio.

Lui aprì gli occhi e fece volare il vassoio col caffè ancora caldo ed i biscotti e sbottò: “ ma non ti avevo detto, che dovevi fare solo quello che ti dicevo io? ” Sabel pianse ancora, era il suo primo giorno di vita insieme a lui, ma quello non sembrava l’ uomo che aveva voluto sposare. ” I bagagli sono pronti Marco, quando vuoi possiamo andare non vorrei perdere l’ aereo” gli disse.

Lui si contorse dalle risate e lei continuava sempre più a non capire. “ Quale viaggio, ma ancora non hai capito non spenderò neanche un centesimo per sciocchezze inutili? Resteremo chiusi a casa mentre tutti immagineranno le nostre mete.

Non è possibile pensava Sabel chi era costui che aveva sposato?

Gli occhi le si riempirono di lacrime, il suo cuore era ferito.

Marco prese le chiavi di casa ed uscì privandola delle sue, dando qualche mandata alla serratura. Sabel si sentì morire, adesso era proprio prigioniera nella casa che aveva preparato con tanto amore.

Non voleva chiamare nessuno era troppa la vergogna che sentiva, avrebbe dovuto dire ai genitori che aveva sposato un mostro.

Come dipanare la matassa? Lei era molto orgogliosa e non avrebbe ammesso facilmente il suo insuccesso totale.

Era sola, un grosso pendolo scandiva le ore, la giornata era interminabile.

Era giunta l’ ora di pranzo e si apprestò a preparare qualcosa, Marco arrivò più adirato che mai, lei gli andò incontro per abbracciarlo ma lui con la mano cercò di allontanarla “ spiegami gli disse lei, con capisco questo tuo comportamento e lui annuiva guardandola diritta negli occhi “ tu sai quello che hai fatto durante tutta la cerimonia i maschi ti guardavano”( come se non fosse normale che guardassero la sposa) lei era ancora più impaurita ma com’ era possibile che fosse geloso dei suoi stessi ospiti? La sua non era gelosia ma semplicemente follia.

Col cuore in gola non sapeva più che fare, tacque e si apprestò a cucinare qualcosa “ il pranzo è pronto amore”, ma lui ancora più inferocito fece volare il piatto verso la parete imbrattandola. Aveva mangiato dalla madre lui: “ lavora adesso hai tanto da fare la casa è sporca non sei stata brava” e giù un bel ceffone.

Lei pianse ininterrottamente tutta la giornata mentre puliva tutto con cura.

Non aveva fatto niente e di questo era sicura, eppure quell’ uomo era così duro con lei che cominciava quasi a sentirsi in colpa senza motivo.

Le persiane erano ancora chiuse, lui non voleva che qualcuno sapesse che erano rimasti a casa e lei non poteva avvisare la famiglia, la paura era troppa.

Il giorno dopo decise di affrontarlo, tirò fuori tutto il coraggio possibile e gli disse che voleva tornare a casa dai suoi genitori.

Lui diventò furioso la prese per i capelli e la trascinò di nuovo sopra il letto “ adesso sei solo mia. Ma tu non capisci ancora che non uscirai viva da quella porta se non farai quello che dico io”? E dopo aver saziato le sue voglie prese le chiavi di casa e uscì lasciandola dolorante per le percosse, sul letto a piangere.

Sabel era sconvolta si era resa conto di quanto la situazione fosse difficile e pericolosa.

Tutti conoscevano Marco come un bravo ragazzo nessuno mai avrebbe potuto pensare com’ era, nessuno avrebbe mai potuto credere a tutto questo.

Tutti sapevano che erano in luna di miele in Spagna mentre lei era lì, abbandonata al suo triste destino.

“ Mai fidarsi dalle apparenze pensava” quell’ aria da bravo ragazzo l’ aveva ingannata quella sua dolcezza ammaliata, ma niente poteva lasciar presagire tutta quella brutalità.

Sola ed amareggiata continuò a guardare il sole che penetrava da quelle persiane semichiuse che vedeva adesso come le sbarre della sua prigione.


Melina Licata 06/08/2013 19:11 1971

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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