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Addii

Amore

Lasciai cadere il tutto nel vuoto, compreso il sentimento che provavo. Fu come buttarsi da un precipizio. Rotolai per intere notti, vagai tra cupi pensieri con la vela del dolore. Era l’amore che salutavo, quel sentimento caldo che ci tiene a riparo da ogni inteperia. Ultimo addio di un percorso. Tra lacrime e dolore, attraversai il bel sentimento senza voltarmi indietro, avevo paura, provavo angoscia a lasciarlo andare.Era una sofferenza atroce a condividere qualcosa che non mi apparteneva più. In’ultimo, mi tolsi il cuore che ancora pompava sangue, lo buttai tra un rosaio con nove rose. Erano belle, avevano le gambe lunghe e profumavano di addio. Il loro colore rosso era simile alla tinta del mio cuore, muscolo che addolorato moriva proprio in quell’ istante lasciando il tempo e lo spazio. Sì, moriva di morte innaturale. Ogni lascito è sempre una morte dolorosa, figuriamoci in tempi dove c’è penuria, vuoto e amarezza e dove, l'unica fune che ci tiene per non precipatare nel vuoto è il sentimento dell'amore. Tanta ce n'è, abbonda sofferenza, troppa, che è difficile che il bel sentimento sorrida a qualcuno. E’ difficile privarsene per un nulla accaduto dopo averlo nutrito, sfamato lo spirito e amato, soprattutto protetto da un mondo crudele pieno di dubbi e di solitudine. Tutto questo, accadde per la stupidità di un cameriere distratto che al posto del vino, versò veleno nel calice del mio bicchiere, avvelenando l’amore, poi, l'oscuro locale,le luci fioche il cibo disgustoso fecero la loro parte di traditori. Sì, fu così, che Amore improvvisamente cadde addolorato sul tavolo del ristorante. Cadde, e mai si rialzò. Il viso gli diventò cereo, e l'angoscia tormentò la vita a favore della morte. Un fiotto grosso di sangue gli uscì dalla bocca, chiuse gli occhi Cupido … A nulla valsero carezze e baci che gli diedi per tutta la notte, a niente valse tutta la tenerezza e l'amore dell'animo mio affinchè si riprendesse e perdonasse questo strano accadimento. Tutta la notte lo accarezzai con la mano del cuore, stetti sveglio a consolarlo, ma nulla accadde... Volò via alle prime luci di un’ alba spogliata di magia, quelle albe senza senso e senza giorno, dove ogni parola diventa inutile, dove le storie si dividono lascindo nell'anima il sapore della morte.

Muto, restai sorpreso dal nulla.

Se fosse stato per Cupido, nemmeno un saluto mi avrebbe lasciato, andava di fretta, nei suoi occhi c'era odio e disprezzo. Gli mandai un bacio con la mano, gli augurai pace e serenità, questo, mentre lui partiva precipitosamente lasciando polvere alle sue spalle e il funesto sentimento del nulla. Il resto che rimase dentro di me, furono solo lacrime e tanto dolore. Un fiotto di sangue mi uscì dal naso, mi sporcai il viso, era salato il mio sangue. Mentre questo accadeva, una lacrima si colorò del rosso colore del sangue, cadde sulla vuota terra arida senza più colore. Non c’era più il verde del progetto, l’attesa di qualcuno che ti pensa e il raggiante colore che unisci due cuori. Tutto sparì in quell'alba strana, il grigio colore apparve ai miei occhi, e ogni albero si spogliò di foglie e fiori. Non restò nulla di che. Vuoto intenso rimase. Solo uno strano desiderio si affacciò alla finestra di casa mia, era quello che in quell'istante provavo, quello di non esserci e di non appartenere più al mondo, volevo scomparire e forse morire, volevo non esserci mai stato in quel momento di addio...

Mi misi in viaggio … Sotto la coperta di un cielo stellato provai ad aprire una porta d'ingresso... Dovevo entrarci prima che un'altra alba spuntasse, soffrivo tanto... Solo in questo modo potevo salvarmi.

Ancora batti cuore...

che forza che hai!

Hai la forza nello stimolo.

Non ti stanchi.

Quant’angoscia, tu sopporti...

Muscolo che doni vita ...

Pompi il sangue e mai riposi.

Ti alleni, ti rafforzi.

Spingi forte fuori il sangue con dolore,

il dramma, il dispiacere.

Cuore mio.

Resisti, se tu vuoi ...

Sei unico in amore ...

Batti forte,

e mai, ti arrendi ...


Pasqui 28/08/2013 15:23 883

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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