Tornavano a casa ascoltando i grilli dei campi vicini, dopo tanto stare lontano, padre e figlio, nel bel mezzo di un estate asfissiante.
Era il 1999, il tempo giusto per ricordarvi una storia che conoscete tutti ma che per colpe non vostre avete già dimenticato.
Era l’ inizio di una pagina di un libro trovato per caso sotto un tronco d’ ulivo, pareva essere stato posato da una mano, da pochi secondi, comunque non prima del 1999, col colore del legno, di un odore antico, e intitolato a carattere timbrico:
I GIORNI DEL VOSTRO REGNO.
Raccolsi il libro e dopo aver letto le prime frasi, dissi a mio figlio di sbrigarsi, era piuttosto tardi, c’ era il rischio che qualcuno andasse indietro a cercarci. Dopo un deciso bel camminare, finalmente, le luci di casa ci apparvero. Quella sera sembravano meno convenzionali, e un buio tetro alle nostre spalle rimase in attesa.
All'arrivo il bambino, d'impeto, come spaventato, abbracciò sua madre, e anche dopo la cena con il bacio della buona notte. Salii infine a dormire per le scale, e lo salutai con lo sguardo fin l’ ultimo gradino.
Aspettai che salisse anche mia moglie, con un’ insolita ben nascosta impazienza. Nel mistero di quei momenti, l'unica certezza di cui non so dare una spiegazione, era il timore che avevo di coinvolgere tutti dentro una storia che sembrava scriversi piuttosto che essere stata scritta.
Rimasi infine solo, uscii verso il porticato che dava sullo sterminato, nell'assenza di luna, ombroso campo di ulivi, per soggiogarmi di calma sul dondolo di legno. Presi il libro, distinto al peso, fra le mani, come fosse un lingotto d’ oro, lessi anche l’ autore
“NON LEGGIBILE PER ORA” e cominciai a leggere.
Le parole fermavano un susseguirsi di emozioni senza tempo, scavate nel profondo del mio io sconosciuto, un secondo prima di essere state lette. Una sensazione di già visto percorreva tutta la narrazione.
Ebbi la sensazione di essere prosciugato, scritto e letto e anche altro. In quell'altro mi chiesi semmai avessi dimenticato una qualche certa assunzione di pastiglie colorate e magari anche numerate.
Mi fermai, nella strana mai provata emozione, nel brivido del mio conoscermi
Mi dissi: No! Anche con la voce, no non ne avevo mai fatto uso, ritenendole di poco utilità nella comprensione di questa avvolgente immaginaria realtà
Continuai a leggere come sobbalzato nel presente e nel passato contemporaneamente, preda di un futuro che dimenticavo nello stesso istante che apprendevo.
Nei dettagli - (capii di un mio leggermi, nella metamorfosi costante di un libro scritto)- erano impressi come calchi i miei respiri e i mie battiti giorno dopo giorno ed oltre, pensai la vita?
Trattandosi di contenuto assai privato e per questo credo per voi anche noioso, mi scuserete se eviterò di parlarvene.
Cercai di soddifare la sete del mio sapere nell' accedere fin da subito alla fine del libro, ma mi resi conto che ci arrivai al tempo non mio e non certo per un mio volere.
Ebbi in dono anche l'epilogo, e questo si posso raccontarvelo perché riguarda tutti voi, che come me dimenticate e ricordate l'essenza del vostro essere secondo per secondo senza quasi nemmeno accorgevene.
SIETE IN OGNI MOMENTO
IN OGNI LUOGO
LE MIE LUCI
CHE FIERE E IMPAVIDE
TENETE IN ATTESA
QUEL TETRO BUIO
CHE ASPETTA
LA MIA .
Di quella lettura ho un ricordo ora annebbiato, credo di averla letta da un libro trovato per caso vicino ad un ulivo mentre ero di ritorno con mio figlio da una cerimonia di inaugurazione, in un calda estate del 1999.
Del libro, di dove sia e di che cosa racconti in questo momento non ne ho la minima idea, so solo che esiste.