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Matteo Bio Matteucci
I 134 racconti di Matteo Bio Matteucci
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Non avevo voglia nemmeno di uscire a gettare la spazzatura, figurarsi a rimettermi un paio di scarpe e calcare i marcipiedi di Livorno. Ero in power save. Doccia e niente di più. Avevo gambe pelose come un ragno ed il mio “ parco giochi†era
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Ed eccomi qua, sola con un cane a guardare i tramonti primaverili nella quiete e calma del mio appartamento. Mi son fatta tante domande in questo periodo, ma l’unica che ritorna come un cibo mal digertito è: " ritroverò la serenità ? " Forse sì o
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Volevo finisse quanto prima. Ero stanca. Delusa. Infuriata.
“ Cosa bisogna per avere un po’ di pace? Sì troverà soluzione per questo puzzle? E pensare che è facile. E’ colpevole. Le prove ci sono, addosso alla mia carne, nel dolore delle
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Non chiusi occhio, forse riuscii a pezzi e bocconi a staccare il cervello per due ore. Alle 9: 00 dovevo andare in tribunale. Venne mio fratello a prendermi. Il solo pensiero di rivedere il mio ex, i giornalisti, rivedere le foto, ascoltare di
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I primi tempi andavamo sole, dovevamo stabilire un legame, un contatto. Un conto era in casa al sicuro, un conto fuori fra altri cani e persone. Aveva paura delle sedie e del vento. Piangeva e guaiva, ma non era aggressiva. Era curiosa e sprezzante anche
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Giracchiando su Facebook e vedendo le condizioni dei cani in altre regioni, decisi di fare una scelta di cuore: Lo adottai. In alcuni giorni venni contattata, vollero sapere tutto. Fu un questionario anche se aveva l’impronta di essere un 3° grado. Manca
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Dopo due matrimoni, una separazione lunga, stancante e dispendiosa avevo deciso di mettere una bella croce sull’aggettivo uomo. Avevo bisogno di ritrovare i miei spazi, le energie e la strada per potermi fidare di nuovo. Un trasloco è quello che ci
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Non mi ritenevo un abitudinario, un ferreo metodico o una persona affetta da qualche patologia mentale, di certo avevo problemi sociali, non tolleravo gli imbecilli. Odiavo il senso di branco, mi irritava. Mi toglieva il respiro. Mi piaceva stare con
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Veramente agente, è la quarta volta che lo dico, non è cambiato niente rispetto alle altre tre volte. Avevo fatto la spesa da poco, sono sola quindi faccio la spesa giorno per giorno. Esco dal supermercato con due borsine, arance, un po’ di prosciutto,
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Pure questa convention era finita, deo gratias. I più erano incentrati sulle mie forme che sul resto. Su due ore di slide, disegni e proiezioni nessuno ha fatto considerazioni o interventi inerenti. La domanda che andava per la maggiore era " cosa fa
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Facevo il pendolare anche se era più corretto dire schiavo, tutto per portare a casa la cifira di 900 euri al mese. Meglio averla che non, però lavorare 9/10 al giorno, uscire al cantar del gallo e tornare dopo il carosello... beh non era molto leggero.
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Verso le cinque di mattina, mia cognata Laura, specializzanda in anestesiologia, venne da me, mi toccò la spalla e mi disse " Matteo, vieni ". Ero in dormiveglia. Mi alzai evitando di svegliare Silvia e Mattia. Entrai in camera. Mio fratello, in piedi,
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Son passati diversi autunni e le cose stavano cambiando. I giovani divennero adulti e cercarono fortuna in città . Il paese contava 400 persone, la maggior parte anziani. Dopo la morte di mio padre, io e mia madre anche lei anziana decidemmo di
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Le notti erano fantastiche, il silenzio avvolgeva tutto quanto. Nessun rumore assordante, tuttavia, potevi sentire, se tendevi l’orecchio rumori elettrici delle centraline dei pali della luce, qualche civetta e se era stagione estiva chiurli e cicale.
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Mi ricordo come se fosse ieri e son passati quasi 50 anni, quando poco più grande di uno sgabello seguivo di nascosto il mio vecchio. I pomeriggi assolati e caldi in quel piccolo paese a cavallo dell appennino tosco emiliano in mezzo al nulla.
Ci
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I pomeriggi seguenti mi telefonava Giada, voleva sapere come stavo, se avessi bisogno di qualcosa, mancavo da scuola da quattro giorni. Era molto carina e gentile Lunghi capelli rossi, un carattere peperino, un po’ cicciottella e per questo suo "difetto"
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Era il più bullo fra i bulli. Non passava mattina che vessava gli altri ragazzi. Alle volte se la prendeva pure con le bimbe, raramente e per fortuna con i ragazzi down. Richiami, sospensioni, rapporti, ma nulla, continuava imperterrito. Ogni giorno
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Attonita, scossa, ma bloccata. Fissava il vuoto e piangeva. Muoveva le labbra, senza emettere suoni. Sul primo momento
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Smisi di piangere, almeno per il momento, ma non bastava. L’angoscia era ancora molta. Il dolore alle volte penetrante mi rendeva difficile muovermi, pensare, parlare. Ero goffa. Mi soffermavo sugli oggetti, quasi in catatonia. Non stavo ancora bene.
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Entrati al pronto soccorso, due agenti della polizia mi braccarono facendomi il terzo grado, pelo e contropelo. Raccontai la storia un paio di volte. Venne poi un dottore che mi fece pure una bella ramanzina. Mi fossi fatto gli affari miei, potevo essere
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Dovevo schiarirmi i pensieri. Ultimamente facevano tappo e diventavano zavorre emotive difficili da lasciare sul cammino. L’ unico modo era prendere lo scooter, abbigliamento consono e musica, sgusciando via per le strade come un ladro. Il cielo
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Dovevo sedermi o sarei finita con il culo per terra e considerando la mia mobilità ci avrei messo radici. Non mi sentivo le gambe ed il dolore era come scomparso. Che fosse in parte psicologico? Mi sentivo stordita e così senza pensare dissi "Ho sete,
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Telefonai al dottore pregandolo di passare, io per evidenti motivi non potevo andarci. Cercai alla meno peggio di sistemare un po’ casa, ma muoversi con scioltezza era fuori discussione. Dovevo disfare la valigia, ma se ripensavo alle settimane passate,
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Stavo passando un periodo non molto positivo, anche se sarebbe più giusto definirlo di merda. L’incidente fu la ciliegina sulla torta. Le settimane di ospedale, l’operazione dall’esito incerto e la conseguente fisioterapia sommata alle altre cose
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365 giorni un anno.....
12 mesi di alti e bassi.
4 stagioni anche se poco definite.
Ci sarebbe da scrivere parecchio, per lo meno una pagina quotidiana di diverse righe per ogni giorno trascorso, ma una vita anonima non tira, un anonimo non se lo
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...e si partiva di Domenica verso le 10: 00 con la piega del cuscino ancora visibile e gli occhi ancora chiusi. Ombrello, ghiacciaina e cibarie. In coda per venti, trenta minuti, votandosi a San Adamo di non farci trovare parcheggio troppo lontano. Con il
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Era il ragazzo più buono che avessi mai incontrato. Simpatico e dalla lingua tagliente. Molto diretto ed empatico, ma allo stesso tempo un carattere da prendere con le pinze. Alle volte per scherzare mi diceva " dovevo essere preso con il contagocce" . A
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Prendemmo l’ ascensore, mi resi conto di quanto fosse alto, sfiorava quasi la lampada al neon, io nemmeno se salivo sopra un panchetto. Whiskey mi aveva sentito. Avvisai Matteo che poteva essere guardingo con gli estranei e cercare di morderlo. Mi
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Nell'aria il profumo di patatine fritte, crocchette di pollo, prosciutto cotto, salsa verde e ketchup.
Guardavo le foto ai fulmini, aspettando che aprisse gli occhi. "Ma dove siamo dentro un cucina? blaterò con i sensi ancora ovattati. "Stavi
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Autunno, giornata perfetta per me. A sentire la Lamma, oggi sarebbe stata una giornata di fulmini, vento e pioggia. Avevo preparato lo zaino. La Canon fremeva e le ottiche erano ansimanti. Coperta e ombrello. Mi sarei messo al Sale ed avrei atteso
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Venne verso di me con un ombrello ed una coperta. Lo guardai stranita e con le braccia ancora conserte. Sono abbastanza alta per essere una donna, ma difronte a lui mi sentivo un francobollo.
Non mi reputo una persona con il puzzo sotto il naso,
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Autunno. L'ennesimo.
Sarei stata volentieri sul letto o sul divano a scrivere, persa negli accordi delle mie canzoni preferite, ma dovevo lavorare; e considerato i chiari di luna, era meglio se i viaggi mentali fossero minimi.
Le bollette non
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...e si chiamano amici, amiconi, confidenti, ma i più sono rapporti distorti e mai bilanciati. Viziati e sciupati da assurde pieghe mentali e convinzioni troppo cretine. Ti cercano se trovano tempo, ti cercano se gli serve qualcosa, ti cercano per sfizio.
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...e mi ricordo quel pomeriggio di metà primavera, il tuo vestito bianco a fiori e stivali di pelle appoggiati alla ruota della macchina, il telo da pic nic. Quel lembo di prato fra due fila di pini, quelle folate di vento fresco, il tuo cappello di
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Il sonno era durato fin troppo, dovevo trovare il coraggio di alzarmi, lavarmi, vestirmi ed andare via, il lavoro mi aspettava.... Se solo potessi farlo... Questo letto non era il mio, anche se ormai erano settimane che ci stavo sopra. Non che fosse
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Stavo pedalando con una certa energia per gustarmi meglio quella sensazione di libertà. Il vento che ti scombina i capelli, che ti scarruffa anche le idee. Quella strana sensazione dove tutto intorno a te diventa veloce e poi lento. Poi lento e di nuovo
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L'intruglio di erbe era in infusione sopra al davanzale. Fuori un tempo da lupi, pioggia e vento. L'influenza di quest anno è stata una cosa soprannaturale, son viva per miracolo. Ho preso più medicine in questa settimana che in un anno solare. Notti in
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Non ho più voglia di niente e di nessuno, nemmeno del cane. Mi preparo qualcosa da mangiare giusto per non sentire il morso della fame, ma l'unico piatto più macchinoso son le penne alla puttanesca. Mangio nei piatti di plastica almeno evito di lavarli,
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Ci raccontammo un po' di noi, alcune cose apparvero subito chiare.
Non era impostato. Non gli interessava di piacere. Non cercava consensi, nè usava stupidi espedienti per apparire diverso.
Parlava con scioltezza.
Mi piacque per quello.
Rimasi
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Mi fece mettere il taxi nel cortile interno " Almeno è al sicuro " disse. No vabbè, lo stavo pensando, 'sto qua è veggente. Presi il piumino e zainetto, scesi. Attendeva fuori del cancellino. Era altissimo, sfiorava i due metri, credo. Entriamo ed il cane
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134 racconti trovati. In questa pagina dal n° 1 al n° 40.
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