Me ne stavo bello rabbioso nel favoloso mondo dei cavoli miei, cercando di placare l’odio ed un senso crescente di rivalsa.
In questo turbinio costante di pensieri complessi, mi serviva un momento semplice per riprendere fiato, troppo stanco per capire, annoiato ed amareggiato.
L’ennesimo rapporto stava colando a picco... e per la piega che aveva preso, non era poi così male.
Mi faceva male il collo ed i denti, si fosse aggiunto il mal di testa avrei fatto tombola.
Per esorcizzare i miei demoni e questo senso di nausea, optai per Enya e altri brani simili, ma la musica a volte sembrava perdersi nel breve tragitto dalle orecchie al telencefalo ed almeno in questo frangente non stava facendo una sega. Cosa che mi stava facendo gonfiare ancora più di rabbia.
Avevo un caldo porco e mi sentivo sul punto di dare di matto, se questi bimbetti " stessero fra la fia " come disse la Rushenka, ci sarebbe meno casino.
Stavo per andarmeme, il mare oggi non mi stava aiutando, ahimè.
Poi per caso o sfortuna, nell’alzare il volume, cambiai canzone e con 3340 e passa titoli, uscì quella che non volevo. Tirai un paio di madonne come rafforzativo, dovevo fare pulizia nella playlist, servivano canzoni nuove.
Andai al largo, lontano dalla riva e dal rumore, camminai sugli scogli, stava montando marea e sebbene avessi tante doti, alcune nascoste, non riuscivo ancora a camminare sull’acqua.
L’anfibio idrorepellente avrebbe tenuto le calze all’asciutto, avrei bagnato la mimetica e nulla di più.
Arrivai al limite, dove il fondale cambia colore e diventa blu scuro, mi fermai come fossi colto da catatonia... sotto di me stagliava l’abisso.
Qua il fondale sfiorava circa i 6 metri, immagina il silenzio che puoi trovare.
Pensato mai a farla finita, uscire di scena e chiudere gli occhi per sempre? Chi non ha mai pensato al suicidio? La morte per annegamento risulterebbe pure facile, non riesco a stare a galla, mi contraggo, colerei come un piombo.
Ed ecco che finalmente un pensiero, semplice, lineare e diretto si fece timidamente spazio in questa matassa annodata di pensieri farnetici e violenti.
Bione, gira pagina, chiudi il libro, stai finendo l’inchiostro, metti il punto.
Fissai un granchio che stava mangiando qualcosa, doveva essere squisito, lo spolverò in pochi istanti, "potevi farmi assaggiare canaglia ".
Mi sentivo meglio, più leggero, meno incazzato.
Che avessi buttato a mare la voglia di perdonare ancora? Che fossi arrivato al capolinea?
Probabile, poi con questi colori e questo vento leggero, ma davvero... ma chi cazzo se ne fregava di quella stronza.
Negli auricolari suonava I’ll find my way home... di Vangelis
Era ora di tornare a casa, avevo fame e volevo prendere un analgesisco per questo crescente mal di denti.